4^ regola d’oro di Italiano Semplicemente: Storie ed emozioni

La libertà sgorga autentica solo dentro la disciplina. Senza disciplina e responsabilità non si è uomini liberi.

Freedom flows best within the framework of discipline. Without discipline and responsibility you can’t be free.
Aleksandr Sokurov

>> La regola precedente (la terza)

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Trascrizione

Ciao ragazzi, e benvenuti nella quarta regola d’oro di Italiano Semplicemente. Dopo aver visto le prime tre regole, molto importanti, per imparare a comunicare in italiano, per imparare cioè a capirlo e ad esprimerci, siamo finalmente arrivata alla quarta regola, la regola delle emozioni e delle storie.

regola4_emozioni_e_storieLe prime tre regole, lo ricordo per coloro che ascoltano questo file audio per caso, sono le seguenti: la prima, la numero uno: cosa fare prima di tutto: occorre ascoltare e ripetere, quindi, l’importanza dell’ascolto e della ripetizione dell’ascolto (repetita iuvant).

La seconda regola, la regola numero due è invece quella relativa al “quando” ascoltare, e quindi l’importanza fondamentale di usare i tempi morti, cioè i tempi in cui potete approfittare per ascoltare i vari file audio e abituarvi alla melodia della lingua italiana.

La terza regola, vale a dire la numero tre è quella che riguarda il “come” ascoltare, cioè in quali condizioni mentali bisogna ascoltare i file audio: l’importanza della tranquillità e del fatto che non dovete essere stressati. Ora siete pronti quindi per la quarta regola d’oro, tocca alla quarta regola quindi: le emozioni e le storie.

Ero molto curioso di sapere se aspettavate il podcast della quarta regola d’oro, e per questo ho recentemente lanciato un sondaggio sulla pagina facebook, per capire se voi, i visitatori del sito, se voi cioè, membri della famiglia di Italiano Semplicemente, foste più interessati alle regole o a qualcos’altro, a qualche altro tipo di file audio e di articoli.

Ho chiesto perciò di esprimere la vostra preferenza. Il risultato è stato che c’era più attesa per questa quarta regola d’oro che per i podcast delle storie per principianti e quelle per il livello intermedio.

In effetti il sondaggio doveva servire proprio a questo, per testare quanto i componenti della famiglia di Italiano Semplicemente fossero interessati al metodo e quanto ai contenuti audio.

Effettivamente il risultato non mi ha sorpreso ed allora mi sono detto: datti da fare e registra anche questo file audio. Ed allora eccomi qui dunque a parlare dell’importanza delle emozioni e delle storie.

Ma la domanda è: come mai ho deciso di accoppiare le storie con le emozioni? Come mai insieme storie ed emozioni nella stessa regola? Questo è quello che potreste chiedermi voi, questo è quello che mi sono chiesto anche io quando ho voluto sintetizzare in sette regole d’oro i principi su cui basare l’apprendimento tramite italiano semplicemente.

Come sapete il sito è dedicato soprattutto a coloro che lavorano, che hanno poco tempo, e che quindi vogliono un metodo veloce ed efficace, che dia risultati in tempi brevi e che allo stesso tempo non sia noioso. Infine un metodo che non necessiti di passare ore ed ore sui libri di grammatica per imparare la lingua di Dante Alighieri.

Il metodo è il migliore, secondo il mio punto di vista, anche per coloro che di tempo ne hanno molto, come può essere per uno studente appena diplomato o laureato.

Insomma le emozioni e le storie. Perché insieme? Dopo averci riflettuto un po’, ho deciso di inserirle in una unica regola. Pensate un attimo infatti alle cose che ricordate, quelle che tenete nella vostra testa anche da molti anni, e che niente e nessuno riuscirà mai a farvi dimenticare. Che cosa hanno queste cose in comune tra di loro? Cosa hanno questi ricordi in comune? Bene, io direi che hanno due cose. La prima è che sono ricordi EMOZIONANTI. Proprio così. Nel bene e nel male, qualunque ricordo che teniamo con noi, dentro di noi, è legato a delle forti emozioni.

Che si tratti di ricordi dolci, come del primo bacio, o anche del primo giorno in cui abbiamo guidato la nostra automobile, persino di cosa abbiamo fatto e dove ci trovavamo il giorno 11 settembre 2001, o anche del giorno in cui abbiamo superato il nostro ultimo esame universitario.

Se tutti i giorni fossero come quei giorni, secondo me, ricorderemmo alla perfezione tutta la nostra vita, tutti i giorni distintamente.

E poi qual’è la seconda cosa? Qual’è la seconda cosa che hanno in comune questi ricordi? Avrete già indovinato che si tratta sempre di STORIE. Si tratta di percorsi di vita, di pezzi di vita, di avvenimenti che hanno un inizio e che hanno una fine, e che ci hanno fatto sognare, tremare, urlare, o anche provocato malinconia, e sofferenza. A volte dolore. Di avvenimenti che ci sono costati fatica e ci hanno messo alla prova.

E’ quindi con le storie che ricordiamo, ma con le storie emozionanti, non storie qualsiasi. Possiamo dire, facendo una analogia con la vita, che se la nostra vita è la nostra casa, allora le storia sono i mattoni della casa, e le emozioni sono la calce, il collante, la colla, quello che tiene insieme i mattoni, che li tiene uniti.

Cosa significa questo? Cosa c’entra con imparare l’italiano? Ma anche l’apprendimento è basato, come sapete bene, sulla memoria. Anche imparare una lingua necessita di colla, di calce, che tenga insieme i pezzi, le parole, le frasi, che ascoltiamo e che leggiamo.

Se ascoltiamo delle parole ripetutamente, per impararle, con l’obiettivo di impararle, non raggiungeremo mai l’obiettivo. Questo è sicuro. Se ad esempio prendiamo una parola a caso, come la parola “erroneamente“. Potremmo pensare che ripetendola cento volte ci entrerà in testa, cioè ce la ricorderemo. Peccato che abbiamo dimenticato di inserire la parola in una frase, peccato che non abbiamo pensato ai possibili contesti in cui inserire la parola erroneamente, e in quale circostanza usarla, utilizzarla. Peccato poi che sia anche molto noioso ripetere 100 volte la parola “erroneamente”.

D’altronde non è questo il metodo che usano i bambini per imparare a parlare, tanto per dirne una. Non è un metodo di apprendimento naturale, quella che usiamo coi nostri figli.

Possiamo allora provare a comporre delle frasi con la parola “erroneamente”, come ad esempio: “Ho pensato erroneamente che avrei imparato l’italiano studiando la grammatica”, e potreste pensare di ripetere la frase 100 volte, come un automa, come un robot. Neanche questo però fanno i bambini. Neanche questo fanno i bambini perché anche qui manca la colla, manca la calce che tiene uniti i mattoni della casa, e questa vi crollerà addosso dopo qualche giorno che non ripetete più la frase, sempre che non siate morti di noia prima di quel giorno.

E poi chi ha detto che per imparare una lingua bisogna soffrire? Chi dice che per imparare l’italiano, la lingua italiana, come qualsiasi altra lingua, bisogna lavorare, lavorare, studiare, sgobbare, stare piegati sui libri, avere sempre un dizionario a portata di mano tutto il giorno e farsi venire il mal di testa? Chi ha detto che dobbiamo arrivare ad odiare una lingua per impararla.

Evidentemente c’è bisogno di qualcos’altro. Evidentemente c’è qualcosa di sbagliato in questo metodo. C’è cioè bisogno delle emozioni. Quello di imparare a memoria le parole è un metodo superato, è il vecchio metodo, che annoia gli studenti e che, tra l’altro, abbrutisce anche i professori. Questo, in definitiva, non è un buon metodo per imparare una lingua.

Ho letto su vari siti internet che la soluzione è ragionare non sulle parole singole ma sulle frasi. Non credo che anche questo sia esatto. E’ sempre meglio che imparare delle singole parole, è chiaro, ma ancora non ci siamo secondo me.

Le storie invece, sono più naturali, sono più facili da ricordare perché la vita è fatta di storie, e la vita è fatta di emozioni. Non si fa fatica ad imparare delle storie, a provare delle emozioni.

Ovviamente le storie quindi devono essere delle belle storie, delle storie che vi insegnino qualcosa, non fini a se stesse.

Così, anziché dire 100 volte la parole “erroneamente”, asetticamente, noiosamente, possiamo inserirla in una frase un po’ più collegata alla realtà, ad esempio:“erronemante avevo creduto di essere felice senza di te”, e magari inserire la frase al termine di una storia, una storia che si conclude proprio con questa frase, magari all’interno di un film che vi ha appassionato e che speravate finisse proprio così…“erronemante avevo creduto di essere felice senza di te” e vissero così felici e contenti.

Ora, non è facile insegnare in questo caso. Non è tanto facile comporre delle storie che non siano noiose, che non siano troppo lunghe, perché devono essere ascoltate molte volte, perché questo è il metodo che propongo in Italiano Semplicemente, storie che non devono perciò risultare pesanti, noiose da ascoltare e che dopo uno o due giorni non abbiamo più voglia di ascoltare e ripetere.

Non è facile quindi per chi queste storie deve comporle, per noi dello staff, ma è anche divertente a dire il vero, e da anche molte gratificazioni, perché se accade poi che le persone ti fanno i complimenti, o via email, o anche pubblicamente su Facebook, e ti dicono: “che bella storia, è una settimana che la ascolto con piacere e sto imparando tantissimo”. Non è facile quindi per noi che stiamo dietro, dall’altra parte dello schermo, ma sappiamo che funziona, che il metodo funziona e continueremo ad utilizzarlo.

Anche i file dedicati al livello intermedio sono delle storie. Le frasi idiomatiche e le espressioni che vengono spiegate sono solamente delle frasi e delle espressioni di uso corrente. Ma tutti gli articoli e i file audio correlati, dedicati alle frasi idiomatiche ed alla loro spiegazione, la spiegazione che ne viene fatta, è a tutti gli effetti una storia. Vengono fatti degli esempi, vengono costruite delle scena di vita quotidiana per la spiegazione delle frasi che fanno parte della vita di tutti i giorni quindi e che inevitabilmente saranno collegate a delle emozioni. Da parte mia faccio del tutto e farò del tutto per costruire un racconto piacevole. Anche il file audio che state ascoltando in questo momento è una storia, una storia che ascoltate per capire come imparare l’italiano e che spero sia interessante e che vi faccia scoprire cose che non sapevate prima o cose alle quali avevate finora prestato poca attenzione.

Le storie quindi, ricapitolando, vi aiutano a memorizzare meglio, in quanto hanno un contenuto non solo in termini di significato, come una parola o, ancora meglio, una frase, ma perché una storia può far emozionare, può far divertire, può piangere, ricordare eventi passati, sognare, sperare.

Non credo, purtroppo, che noi di Italiano Semplicemente riusciremo sempre a farvi piangere dall’emozione (e non è neanche questo che vogliamo!!), ma punteremo comunque, quantomeno, a farvi divertire, a rendervi piacevole l’ascolto e la lettura. Finora speriamo di esserci riusciti, almeno a quanto sembra dalle testimonianze che riceviamo, anche su Facebook, o anche tramite email e nei commenti del sito internet, e speriamo di continuare così.

Questa quindi è la quarta regola d’oro di Italiano Semplicemente. Importantissima per l’apprendimento. Se avete gradito questa regola, se vi è piaciuta, vi invito a condividere e discutere su Facebook le vostre opinioni, e ovviamente vi ringrazio per l’ascolto e ci vediamo alla prossima regola d’oro, la quinta della lista, vale a dire ascoltare italiano vero, ascoltare italiano autentico. L’italiano che si parla in famiglia e in ufficio, in casa e fuori casa, e non l’italiano dei libri di testo. Arrivederci e alla prossima!

 

3 pensieri su “4^ regola d’oro di Italiano Semplicemente: Storie ed emozioni

  1. Ciao Gianni,
    Oggi ho ascoltato il regolo numero 4 per le seconda volta (per me è veramente buono e interessante)- oggi con sottotitoli.
    Ho scoperto – forse lo sai, che manca un gran pezzo di traduzione.
    Dopo “Non è facile quindi per noi che stiamo dietro, dall’altra parte dello schermo, ma sappiamo che funziona, che il metodo funziona e continueremo ad utilizzarlo.!” alle 10.20 minuti continui a parlare senza testo fino alle 12.24 minuti. Poi c’è ancora una traduzione.

    Mi piace tanto di essere in graddo di anche leggere il testo, parole specifike… Poi tradurri?
    Grazie per il tuo lavoro buonissimo!
    Lya Saaek, Danimarca

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