Il lavoro nobilita l’uomo

Il lavoro nobilita l’uomo (scarica audio)

 

Trascrizione

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Il Palazzo della civiltà del lavoro, a Roma

Ciao ragazzi, eccoci arrivati all’appuntamento settimanale di Italiano Semplicemente.

Qualche giorno fa ho chiesto, sul gruppo Facebook di Italiano Semplicemente, se i visitatori, i membri della famiglia di Italiano Semplicemente, avessero delle domande da farmi, avessero qualche cosa da chiarire a proposito della lingua italiana, una domanda che  faccio di tanto in tanto per avere un’idea dei problemi degli stranieri con la lingua italiana. Ho ricevuto molte richieste e sto lavorando sulle risposte. State tranquilli quindi che piano piano cercherò di rispondere a tutte le vostre richieste.

Oggi invece vorrei parlarvi di una frase molto importante che ha un profondo significato. La frase è “il lavoro nobilita l’uomo“. La frase è stata detta probabilmente per la prima volta da Darwin, cioè da Charles Darwin, colui che creò la teoria dell’evoluzione.

Il lavoro nobilita l’uomo, cioè il lavoro rende nobile l’uomo, quindi lo nobilita, il lavoro nobilita l’uomo, lo rende  nobile. Rendere nobile qualcuno vuol dire far diventare nobile: é grazie al lavoro che l’uomo diventa nobile. Senza il lavoro invece, l’uomo, inteso come razza umana (quindi anche la donna) non sono nobili.

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Essere nobili significa essere superiori, significa avere un maggiore prestigio. In sostanza se qualcosa ci rende nobili, ci rende migliori, ci fa diventare migliori. Il lavoro è talmente importante che grazie al lavoro siamo persone migliori.

Questo è il significato della frase “il lavoro nobilita l’uomo“.

L’importanza del lavoro è talmente elevata che è universalmente riconosciuto, il lavoro,  come fondamentale, come un diritto fondamentale dell’uomo.

Il lavoro è un diritto fondamentale, cioè tra tutti i diritti, tra tutte le cose che spettano all’uomo, di cui l’uomo ha diritto, il lavoro è una delle cose più importanti, fondamentali. Fondamentale significa che senza il lavoro non c’è nulla. Il lavoro è fondamentale, cioè necessario, indispensabile.

Fondamentale viene da fondamenta, e le fondamenta (fondamenta è una parola femminile) sono ciò che si trova sotto le case, ciò che sostiene ogni casa: esistono le fondamenta di un palazzo, le fondamenta della casa, le fondamenta di una chiesa.

Potreste chiedervi il motivo per cui ho deciso di parlare di lavoro oggi.

La motivazione principale è che, come molti di voi sanno, sto sviluppando da tempo il corso di Italiano Professionale, un corso che forniscaetutti gli strumenti linguistici per poter lavorare in Italia, ma c’è anche un altro motivo.

Mi è infatti capitato qualche giorno fa di vedere un programma in TV in cui si parlava della religione islamica e delle regole che ogni musulmano deve rispettare.

Mi ha molto colpito che all’interno del Corano, scusate la mia ignoranza ma in quanto cattolico non conosco nel dettaglio il contenuto del Corano, ci sia spazio anche per il lavoro.

Allora ho chiesto ai miei amici su Facebook di spiegarmi in legame tra l’ISLAM e il lavoro.

Allora mi è stato spiegato, e ringrazio Mohamed, Safia e Rania per il loro aiuto, che secondo la religione islamica, “Lavorare è un dovere“.

Lavorare è un dovere quindi, oppure lavorare è un diritto?

E’ un dovere, cioè è una cosa che si deve fare, oppure è un diritto, cioè è una cosa che ci spetta, e di cui tutti ne hanno il diritto?

Due concetti opposti: diritto e dovere, se ci pensate bene, ma vediamo meglio:

Mohamed specifica che secondo la dottrina islamica:

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Il Corano

“il lavoro costituisce la base sulla quale si fonda l’universo ed è il solo garante della sopravvivenza delle creature”.

Spieghiamo: garante significa che garantisce, cioè che assicura. Il lavoro è il solo garante della sopravvivenza delle creature, cioè il lavoro assicura la sopravvivenza. Grazie al lavoro si è vivi. Lavoro è vita.

Continuo citando testualmente le parole di Mohamed:

Dio l’Altissimo ha dotato ciascuna delle Sue creature di adeguati mezzi, mediante i quali esse possono trarre profitto ed evitare i danni.L’uomo, che è la più stupefacente e complessa specie dell’universo, ha maggiori necessità rispetto alle altre creature. È per questo che gli occorre una maggiore attività per potere da un lato soddisfare le sue numerose esigenze e dall’altro mantenere la famiglia che deve per natura formare.È questo il motivo per il quale l’Islam, religione naturale e sociale, considera il lavoro come uno dei doveri dell’essere umano. A tal proposito il sommo Profeta dice: “È dovere di ogni Musulmano, uomo o donna che sia, lavorare per conseguire beni leciti con i quali sostentarsi”.

Ok. Vale la pena evidenziare la parola “leciti“:  con il lavoro si devono conseguire, cioè raggiungere, i beni leciti con i quali sostentarsi. I beni leciti sono i beni ottenuti senza commettere illeciti, cioè rispettando la legge

Tutto ciò che è lecito si può fare, perché la legge ci consente di farlo. I beni quindi sono leciti se sono ottenuti lecitamente, cioè rispettando la legge.

Torniamo però al concetto di dovere e di diritto.

« “Il diritto è un apparato simbolico che struttura un’organizzazione sociale anche quando si sa che alcune sue norme sono destinate a rimanere inapplicate”. »

(Definizione di Stefano Rodotà)

Secondo la dottrina islamica il lavoro è un dovere, abbiamo detto. Si deve lavorare, perché se non si  lavora vuol dire che per sopravvivere si deve ricorrere a qualcosa di illecito, di non lecito.

Chi non lavora, questo credo sia il senso, vuol dire che non rispetta la legge.

Questo è molto interessante, ma nello stesso tempo si dice anche che, come detto prima, che il lavoro costituisce la base sulla quale si fonda l’universo ed è il solo garante della sopravvivenza delle creature.

Questa frase dà maggiormente l’idea del diritto, perché è il mezzo attraverso il quale si vive. La sopravvivenza  quindi è la posta in gioco. Quindi in questo senso il lavoro è maggiormente interpretabile come un diritto che come un dovere.

Il lavoro è importante ovviamente in tutto il mondo, e se usciamo dalla religione islamica e vediamo come il lavoro è visto in Italia in generale, c’è un chiaro riferimento al lavoro nella Costituzione Italiana, che è la legge più importante d’Italia. In questo caso quindi non si sta parlando di una religione, ma si parla di diritti e doveri in generale.

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Secondo la Costituzione italiana, al primo articolo della Costituzione si legge che:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Questa è la prima parte del primo articolo della Costituzione Italiana.

Secondo la Costituzione Italiana quindi la stessa Italia, lo stesso paese, è fondato sul lavoro.

Non parla di diritti o doveri quindi, ma dice che l’Italia, la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro. Il lavoro è un fondamento della Repubblica Italiana. Senza il lavoro la Repubblica Italiana non esiste.

Quindi anche qui, come nel Corano nella frase che abbiamo visto prima, è chiaro, anche se non viene scritto, si sta più parlando di diritti che di doveri.

Ci sono poi altre parti, altri articoli della Costituzione che parlano del lavoro, ad esempio nell’articolo 48, dove si parla del lavoro come un diritto ma, attenzione, anche come di un dovere civico, cioè di un dovere del cittadino, di ogni cittadino italiano.

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L’articolo numero 4  poi è molto importante perché afferma che tutti i cittadini hanno  il diritto al lavoro, e che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Insomma per la legge italiana il lavoro è un diritto-dovere.

Non è obbligatorio lavorare però, quindi non possiamo dire che il lavoro sia un vero dovere, però sicuramente è un diritto.

Sul diritto non ci sono dubbi. Riguardo al dovere, si tratta, come detto prima, di un dovere civico, cioè per potersi sentire un vero cittadino, bisogna lavorare, è importante che ciascun cittadino italiano lavori per potersi ritenere un vero cittadino Italiano.

Certo, parlare di un vero dovere, nell’Italia moderna, fa un po’ ridere, poiché in effetti oggi è molto difficile lavorare, è difficile riuscire a trovare un lavoro, riuscire ad esercitare il diritto al lavoro.

Quindi purtroppo nella società di oggi è facile parlare di diritto, perché nessuno ci può negare il diritto al lavoro ma parlare di dovere non è, diciamo, così scontato.

Un dovere è il frutto di una scelta , e se non si può scegliere se lavorare o non lavorare, parlare di dovere lascia un po’ il tempo che trova. Se una cosa lascia il tempo che trova vuol dire che non serve a nulla, è inutile.

Bene ragazzi mi è piaciuto fare questo confronto tra la religione musulmana e la Costituzione Italiana sul tema del lavoro.

Mi spiace molto che ci siano i cosiddetti Hadith, cioè i detti del Profeta, che parlano di lavoro ma che purtroppo non vengono tradotti in italiano.

Grazie  a Rania per questa informazione.

Attendo comunque i vostri commenti su Facebok oppure sullo stesso articolo sui italianosemplicemente.com e mi scuso con tutti se non fossi riuscito a ben interpretare la dottrina musulmana su questo argomento.

Mi rendo conto che l’argomento necessita di approfondimento ma lascio a voi visitatori la possibilità di commentare l’articolo e  aggiungere tutte le informazioni che ritenete opportune.

Ora facciamo un piccolo esercizio di ripetizione per esercitare la pronuncia: ripetete dopo di me e cercate di ricopiare ciò che dico.

Non pensate alla grammatica ma ripetete semplicemente.

Il lavoro nobilita l’uomo

Il lavoro nobilita l’uomo

Il lavoro nobilita l’uomo

Il lavoro rende nobile l’uomo

Il lavoro rende nobile l’uomo

Lavorare è un dovere

Lavorare è un dovere

Lavorare è un diritto

Lavorare è un diritto

Ciao ragazzi, ci sentiamo al prossimo podcast e grazie a tutti coloro che aiutano Italiano Semplicemente attraverso i loro suggerimenti, commenti, e anche a chi ci aiuta attraverso una donazione con paypal o con carta di credito.

Vi farò vedere attraverso una foto su Facebook il regalo che acquisterò per i miei con i primi soldi raccolti.

Per i più esigenti vi ricordo poi che esiste l’associazione italiano semplicemente. 

Grazie a tutti e al prossimo podcast dove cercherò di venire incontro alle vostre numerose richieste di spiegazione.

6 pensieri su “Il lavoro nobilita l’uomo

  1. Grazie, mi è piaciuto l’articolo, spero che seguiamo questo tipo di invio di letture.

  2. il lavoro nobilita l’uomo ,ma se l’uomo è nobile(o ritiene di esserlo) fa lavorare gli altri e più si sente “nobile” meno paga !

    e i non “nobili” possono affermare: il nostro lavoro rende + nobile il ” nobile padrone”
    che ti mette in questa situazione: o lo fai o te ne vai !

    ALLORA DICIAMO : il lavoro ti nobilita se alla fine anno sei partecipe (oltre allo stipendio mensile) .. anche ad una piccola parte del guadagno.

  3. “Il lavoro nobilita l’uomo e lo gratifica, ma lo rende schiavo e simile a una bestia”. Così recitava il proverbio corretto e rettificato da chi si spaccava la schiena come un mulo. Mi vien da pensare uscendo da un ottica di leggi di stato o di matrice religiosa e affondando il pensiero verso una filosofia di più ampio respiro. Un robot dentro una fabbrica o il mulo di qualche fattore, questi instancabili lavoratori sono più nobili dell’uomo in quanto il loro contributo lavorativo e maggiore di chi li sfrutta. Il lavoro nobilita l’uomo se contribuisce allo sviluppo e il benessere del pianeta anzi della natura, oggi il lavoro serve perlopiù a far girare l’economia e tolti i bisogni primari il nostro “uomo” che vive di surplus non avrebbe neanche necessità di lavorare per i bisogni primari ma solamente per riempire la propria vita di ciarpame prodotto dalla grande industria, e che nobiltà c’è nel contribuire a un sistema che produce distrazioni di poco valore, inquina e impoverisce e avvelena la natura?
    “Il lavoro debilita l’uomo e lo opprime, ma lo rende soddisfatto del superfluo e simile al nulla”.

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