Le preposizioni semplici DI e DA

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Ciao a tutti amici di Italiano Semplicemente. Prima di tutto scusatemi se non riesco a rispondere a tutti i vostri messaggi su Facebook e per email ma è molto difficile riuscire a trovare il tempo di fare tutto, durante il mio tempo libero, che è davvero poco, preferisco massimizzarne l’utilità facendo dei podcast utili a tutti.

Vi prego di scusarmi quindi e se dovete farmi domande relative ad espressioni italiane preferisco che me le facciate sulla pagina Facebook di italiano semplicemente in modo che siano visibili a tutti e tutti possono vedere anche la risposta. In questo modo tra l’altro anche gli altri possono rispondere. Oggi vorrei rispondere ad una domanda che mi è stata posta via Facebook da Auwie, spero di aver pronunciato bene.

Auwie mi fa una domanda sulle preposizioni semplici. In particolare  vuole sapere l’utilizzo della proposizione DI e DA quando dopo o prima c’è un verbo. Auwie mi fa anche degli esempi: “Ho un sacco di cose da fare” e “Ho smesso di fumare”.

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Bene, quindi dunque cercherò di rispondere alla domanda di Auwie senza essere troppo noiosi.

Vi darò inizialmente delle indicazioni generali sull’utilizzo delle due preposizioni “di” e “da” cercando di fare un approfondimento sui verbi che seguono o precedono tali preposizioni. Se il verbo segue la preposizione vuol dire che viene dopo rispetto alla preposizione, cioè che il verbo è successivo alla preposizione. Se invece il verbo precede la preposizione allora viene prima, la precede quindi.

Vediamo quindi la preposizione DI: questa preposizione  si usa in generale in molti modi diversi. Così come  d’altronde anche la preposizione DA. La  domanda di Auwie poi in particolare si riferisce al legame con i verbi, cioè alla scelta se mettere “di” oppure “da” prima o dopo un verbo. Quindi la spiegazione che facciamo in questa lezione si riferisce solamente a questo.

La risposta, cara Auwie,  è che ci sono alcuni verbi con i quali si deve utilizzare DI ed altri verbi in cui usare invece DA. La regola quindi è solamente quella del verbo, ed è una regola che si impara solamente ascoltando molto e parlando molto.

diAd esempio, con la preposizione DI si usano i verbi seguenti (vi dico solamente i più utilizzati): soffrire di qualcosa; avere voglia di qualcosa; preoccuparsi di qualcosa, meravigliarsi di qualcosa, decidere di fare qualcosa; capacitarsi di qualcosa, fidarsi di qualcuno; innamorarsi di qualcuno o qualcosa; occuparsi di qualcuno o qualcosa; prendersi cura di qualcosa o qualcuno, lamentarsi di qualcuno o qualcosa; ricordarsi o dimenticarsi di qualcuno o qualcosa; discutere di qualcosa; ridere di qualcuno;  rendersi conto di qualcosa; essere in grado di fare qualcosa, rimanere (rimanere di sasso ad esempio), eccetera. Questi sono i verbi più usati con cui usare DI.

DA.jpgInvece la preposizione DA si usa con altri verbi, come ad esempio: difendersi da qualcuno o qualcosa; buttarsi da (dal ponte ad esempio) ripararsi da qualcosa; pretendere qualcosa da qualcuno; dipendere da qualcuno o qualcosa; escludere da qualcosa; tradurre da una lingua in un’altra.

Poi ci sarebbero anche dei verbi in cui si possono usare entrambe le preposizione. Ad esempio il verbo “tremare: tremare di paura ad esempio, ma in questo caso potrei anche dire tremare dalla paura, o tremare dal terrore, o anche tremare da capo a piedi. In questo caso si può dire in più modi diversi. Anche il verbo restare  lo posso usare con DI, ad esempio nella frase “restare di sasso”, o “restare di stucco” ad esempio, ma dipende dalla frase che costruisco, perché se dico “restare a casa” sto usando la preposizione “a” , o se dico “restare da te”, o “restare da Paolo”, eccetera, sto usando la preposizione DA. Dipende dai singoli casi quindi per alcuni verbi. Lo stesso discorso vale per molti altri verbi. Alcuni verbi comunque si usano solamente con DI oppure solamente con DA.

In tutti i casi visti finora comunque, sia con DI che con DA, la preposizione Di e DA si trova dopo il verbo, quindi la preposizione segue il verbo. A volte invece la preposizione precede il verbo, quindi prima c’è la preposizione e dopo il verbo. Vediamo allora questo caso: La regola è che quando ci sono le parole cosiddette “indefinite“, si usa DA. Le parole indefinite sono le parole come “qualcosa”, “qualcuno”, “nessuno”, “niente”, ecc., cioè non ci si riferisce a qualcuno o qualcosa in particolare, non è cioè ben definito a chi o cosa ci si riferisce. Si usa quindi DA  in questi casi, e poi si mette il verbo all’infinito. Ad esempio:

Nulla da bere.

Qualcosa da mangiare.

Niente da fare.

Niente da guardare.

Qualcuno da interrogare.

Tutto da guadagnare

In questi casi DA precede il verbo: prima viene DA e poi il verbo.

Riguardo a DI, ci sono alcuni casi in cui potrebbe sembrare che anche DI si possa usare prima del verbo, ma non è così in realtà.

Ad esempio se io dico: Sono stanco di parlare, in realtà, anche se parlare sta dopo la preposizione DI, ma in questa frase ci sono due verbi, sono e parlare, e la preposizione DI si trova dopo il verbo essere e prima del verbo parlare, ma il verbo che conta è il verbo essere: “Sono stanco di parlare”. Infatti posso anche dire:

  • sono stanco di ascoltare
  • sono stanco di viaggiare

eccetera.

La stessa cosa vale per la frase vista in precedenza: essere in grado di fare qualcosa, oppure anche della frase “avere voglia di mangiare”. In questo caso posso scrivere qualsiasi verbo dopo la preposizione DI:

  • ho voglia di mangiare
  • ho voglia di bere
  • ho voglia di viaggiare
  • ho voglia di dormire

eccetera.

Quindi fate attenzione, perché se dire “ho voglia” oppure “sono in grado”dovete sempre dire DI, e non DA. Ma tutte queste cose si imparano con l’ascolto ripetuto e non studiando la grammatica. Ricordatevi la prima regola d’oro di italiano semplicemente: ascoltare ascoltare ascoltare. Se non la ricordate cliccate sul link che ho inserito su questo episodio.

Quindi adesso vi propongo di ascoltare una bella storia, in cui io utilizzerò moltissime volte le due preposizioni. In questo modo sarà meno noioso e ascoltando la storia più volte memorizzerete più facilmente. Non vi consiglio di imparare la regola a memoria ma solo di ascoltare la storia più volte. Io stesso non conoscevo la regola grammaticale ma sono comunque in grado DI usare correttamente DI e DA. Non potete certo pensare alla regola ogni volta che parlate in italiano!!

Ecco la storia dunque.

“Ho voglia di mangiare!” Disse mia figlia quel giorno

Cosa vuoi da mangiare“, le risposi io.

“Qualsiasi cosa, basta che sia dolce!” Rispose mia figlia

Ok, allora posso darti… vediamo, no purtroppo non c’è niente da mangiare, ma c’è qualcosa da bere. Va bene una spremuta?

No, rispose lei, bisogna ricordarsi di fare la spesa. Ok, dissiio, ma occorre prima decidere di fare la spesa e visto che l’abbiamo appena deciso, cosa compriamo?

Devi dirlo a mamma prima, disse mia figlia, non vorrai mica dimenticarti di lei, vero papà?

No, per carità“, dissi io.

E lei: “Uffa però, per ogni cosa al mondo mai dimenticarsi di dirlo a mamma!

Lo so, dai“, risposi io, “non ti lamentare sempre di tutto, dai!“.

Ok“, disse lei, “ma lei non si fida di te?”.

“No, non si fida, ma fa bene, io mi dimentico sempre di qualcosa, lo sai, non sono in grado di ricordarmi di tutto; è per questo che è meglio che si occupi lei di queste cose”.

Allora decido io, anche io posso decidere no?” aggiunse mia figlia

No dai, tu sei esclusa dalla lista delle persone che possono decidere!” Scherzo, dai Ele, tu sei ancora piccola!

“Ok, ma tu di cosa ti occupi papà!” Disse mia figlia.

“Io mi occupo di Italiano Semplicemente no? Sono innamorato di Italiano Semplicemente lo sai!”

E anche di mamma vero?” replicò mia figlia.

Sì, naturalmente“, risposi io, “anche di più! e quindi non si può pretendere da me che io, insomma, mi ricordi anche di cosa comprare…

Ok, ok“, disse lei, “non ne discutiamo più di questa cosa, non devi mica difenderti da me”

A questo punto interviene mio figlio che dice:

Papà, posso farti una domanda? Ma italiano Semplicemente quando diventerà famoso?” “Beh, credo che… insomma  dipende da me, da quanto tempo ci dedico ogni giorno, e in fondo dipende anche da te!

Da me?” rispose mio figlio.

Sì, anche da te, ti rendi conto di questo?” dissi io.

Ok papà“, disse lui, “ma non c’è niente da guadagnare con Italiano Semplicemente!

Va bene, ok, hai ragione, ma… non devi preoccuparti di questo. Ci sono sempre le donazioni. Comunque noi lo facciamo per passione no?

Sì va bene, ho capito“, rispose mio figlio, anche se dentro di se pensò: “non c’è niente da fare con mio padre, vive solo di passioni lui!

Bene, la storia è finita, spero vi sia piaciuta. Un grazie a Auwie per la domanda che mi ha posto. Se volete potete ascoltare il podcast e la storia più volte, e mentre ascoltate potete anche fare delle pause e ripetere le singole frasi, in modo da esercitare anche la vostra pronuncia. Non dimenticate infatti la regola numero sette: parlare.

Ciao a tutti da Gianni, e non dimenticatevi DI prenotare il corso di Italiano Professionale.

4 pensieri su “Le preposizioni semplici DI e DA

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