Parliamo di strade, di automobili e di guida

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Trascrizione

Benvenuti in questo nuovo episodio di italiano semplicemente. Questo episodio lo dedichiamo alla strada, alle automobili ed alla segnaletica stradale.

Vi racconto allora una storia, scritta da Jasna, insegnante di Italiano a Lubiana, ed arricchita da me con qualche approfondimento linguistico.

Esco di casa e vado verso l’auto.

»L’auto« è un secondo modo di chiamare l’automobile, o macchina. Informalmente si chiama sempre auto.

Mi metto al posto di guida.

Questa è solitamente la cosa che si fa appena si sale sulla propria automobile.

Chi guida l’auto o una qualunque vettura può chiamarsi: il conducente, il guidatore, l’autista o l’automobilista.

Se si tratta di un mezzo pubblico, come un autobus, una metropolitana, il termine più adatto è »conducente«, che quindi è il termine con cui si indica chi conduce un veicolo, e in particolar modo se si tratta di servizio pubblico.

Il guidatore è semplicemnete la persona cui è affidata la guida di un mezzo di trasporto (qualsiasi). Ogni mezzo ha un guidatore: è colui che sta al posto di guida ogni volta: può trattarsi di un pilota di aereo anche.

L’autista è un termine anch’esso associato a chi conduce autoveicoli di servizi pubblici o anche per conto di privati. In genere se una persona lavora nel servizio degli autobus pubblici, come lavoro fa proprio l’autista. É più associato al lavoro rispetto al conducente, che è più associato alla vettura specifica che guida.

Che mestiere fai? Faccio l’autista di autobus.

Chi era il conducente dell’autobus 772 di Roma che oggi ha avuto un incidente?

L’Automoblista invece è, molto genericamente, il guidatore di automobile. Non viene associato alla singola vettura, ma si parla di automobilista ogni volta che si parla della categoria di coloro che guidano le autovetture in generale.

Si usa molto nelle notizie dei quotidiani:

Scontro tra automobili: l’automobilista colpevole si dà alla fuga!

Violento tamponamento, automobilista finisce in ospedale.

Accende la propria auto e questa esplode: paura per un automobilista a Roma.

Un Automobilista viene colto da un malore e viene soccorso da un elicottero.

Eccetera.

Continuiamo con la storia:

Al posto di guida sono prudente e non vado mai molto veloce. Rispetto sempre i limiti di velocità, metto sempre la freccia a sinistra e poi sorpasso altre auto e mi fermo sempre quando incontro un semaforo rosso, rispetto sempre il codice della strada.

Un limite di velocità è la velocità massima, il limite oltre il quale non si può andare su una strada.

Mettere la freccia invece è quell’operazione che si fa quando si deve svoltare a destra o a sinistra (o si deve arrestare la vettura o quando si sorpassa o quando si riparte) e in questo modo si avvertono gli altri automobilisti. Le frecce, poste lateralmete alle vetture, lampeggiano dalla direzione in cui la macchina si dirigerà.

Io ho la patente da un mese. La patente di mia sorella invece è scaduta e non può guidare.

Col termine »patente« si intende quasi sempre la patente di guida, che in generale è il documento di autorizzazione all’esercizio di una determinata attività (in questo caso: guidare) rilasciato da una autorità pubblica (una autorità amministrativa, come è la motorizzazione civile). Chi ha la patente da poco tempo (come un mese) è un neopatentato.

Continuiamo:

Per prendere la patente devi superare la prova scritta e poi ancora la prova di guida. Mi piace guidare la mia macchina rossa. Salgo in macchina, mi allaccio la cintura di sicurezza e metto in moto.

Per prendere la patente bisogna quindi superare la prova scritta, cioè un esame scritto e poi anche la prova di guida, cioè l’esame pratico. La cintura di sicurezza è la cintura che si allaccia, che si deve allacciare quando si sale in macchina ed è obbligatoria. Solo dopo si mette in moto, cioè si accende la macchina, cioè si accende il motore. Mettere in moto significa semplicemente avviare il motore: girare la chiave, o premere il pulsante, e avviare il motore. La macchina ancora non si muove, sebbene »mettere in modo« può sembrare far muovere la macchina (moto= movimento).

Prima guido in una strada urbana sulla corsia di destra. Sto molto attenta e non mi avvicino troppo al marciapiede. Mi fermo all’incrocio, guardo a destra e poi a sinistra, passo solamente quando la strada è libera.

Una strada urbana è un tipo di strada, una strada la cui velocità non è generalmente molto alta, e tutte le tipologie di veicoli motorizzati e non, possono circolare: moto, auto, biciclette, camion eccetera.

Il Marciapiede, lo dice il nome, serve per camminare con i piedi, e il marciapiede si trova ai lati della strada e a un livello più o meno sopraelevato, rialzato. Fa sempre parte della »sede stradale«, ma è riservata al transito dei »pedoni«: così si chiamano le persone che procedono a piedi, senza nessun mezzo.

L’incrocio invece è l’intersezione di più strade, dove due o più strade si incrociano e bisogna fare molta attenzione prima di »passare«. Chi passa per prima in un incrocio? Passa chi ha la precedenza! Chi non ha la precedenza non passa per primo e invece fa passare qualche altra macchina che invece ha la precedenza.

Metto la freccia a sinistra, giro, vado dritto e poi mi fermo al semaforo che è rosso. Ci sono due pedoni che intanto attraversano la strada. Appena vedo un pedone che vuole attraversare la strada, gli do sempre la precedenza, anche se non si trova sulle strisce pedonali.

Solitamente agli incroci è facile incontrare un semaforo stradale: è un apparecchio che serve a segnalare con delle luci colorate, e che generalmente è automatico. Viene usato per la regolazione del traffico proprio agli incroci o nei punti di attraversamento pedonale. Quando il semaforo è verde si può passare, quando è rosso ci si deve fermare, quando è giallo si deve far attenzione, perché tra qualche secondo il semaforo sarà rosso.

I pedoni quindi possono attraversare la strada, a piedi naturalmente, ed attraversare significa percorrere (una strada ad esempio) da un lato a quello opposto. I pedoni solitamente per attraversare usano le strisce pedonali, di colore bianco (quasi sempre): è anche questa una forma di segnaletica – si chiama segnaletica orizzontale – che indica un punto della strada in cui i pedoni possono attraversare, ed hanno diritto alla precedenza rispetto alle auto.

La precedenza si può dare e si può avere, ma non è un oggetto. Eppure si usa il verbo dare.

Sulle strisce pedonali i pedoni hanno la precedenza, e le macchine devono dare la precedenza ai pedoni quando questi attraversano la strada usando le strisce pedonali.

Ma la storia continua:

Il semaforo diventa poi verde e io riparto. Mi devo pero’ fermare di nuovo piu’ avanti perché altri due pedoni attraversano la strada sulle strisce pedonali. Fra poco incontro un posto di blocco della Polizia. Vedo una macchina della polizia e due poliziotti: un poliziotto e una poliziotta.

La poliziotta alza la paletta, io comincio subito a frenare, metto la freccia a destra e mi fermo a bordo della strada.

“Buongiorno, per favore, mi faccia vedere i documenti“, dice la poliziotta.

Cerco i documenti ma non li trovo mai subito.

»Ecco la patente e il libretto di circolazione«, dico io.

Si avvicina il poliziotto e dice: »Scenda dalla macchina e faccia l’alcoltest.«

Poi mi dicono: »Tutto va bene, stia attenta al traffico e non corra troppo sennò paga la multa«.

Certo che non mi rifiuto mai di fare l’alcoltest. L’alcoltest, mediante l’uso dell’etilometro permette la misurazione del valore di alcol presente nel sangue.

Per fortuna non ho bevuto.

Ripenso a mio padre che mi dà sempre buoni consigli. Lo ascolto volentieri perché ha ragione e perciò non vado mai veloce, rispetto sempre i limiti di velocità e mantengo la distanza di sicurezza, non bevo alcolici; prima di guidare allaccio sempre la cintura di sicurezza.

Se mi chiamano al cellulare, mi fermo e rispondo oppure uso gli auricolari.

Do la precedenza ai pedoni sulle strisce, accendo le luci anche di giorno e non lampeggio agli altri automobilisti. Faccio controllare il motore e i pneumatici e spengo il motore quando sono ferma in fila.

Dopo circa un’ora parcheggio. Ho sete e voglio bere una bibita in un bar. Metto la freccia e cerco un posto per l’auto. Lo trovo, mi avvicino, ma vedo che lì avanti c’e’ un cartello dove c’e’ scritto »passo carrabile«. Lì non posso parcheggiare e cerco percio’ un altro posto. Eccolo. Lo trovo subito. Alla fine scendo dall’auto e vado al bar.

Di alcuni termini ci siamo già occupati in alcuni episodi dedicati al mestiere del poliziotto: posto di blocco e libretto di circolazione ad esempio.

Invece un parcheggio è uno spazio riservato alla »sosta« di un veicolo: esistono anche le aree di parcheggio; quelle in autostrada ad esempio, esistono i parcheggi a pagamento e quelli gratuiti (in genere si distinguono dal colore delle strisce che delimitano l’area); esiste il parcheggio sotterraneo, quello coperto e quello scoperto, esiste anche il parcheggio ad un solo piano e quello a più piani.

Il passo carrabile (o carraio) invece è un punto in cui si può accedere (cioè entrare) in un’area laterale (quasi sempre privata) e che è fatto apposta per lasciare e parcheggiare i veicoli.

Nel prossimo episodio dedicato alle automobili vedremo anche la segnaletica stradale.

Un saluto da Giovanni e da iTALIANOSEMPLICEMENTE.COM