Tutti i modi per dire MOLTO o MOLTI

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Trascrizione

Ele: benvenuti su italianosemplicemente.com

Salma: Ciao a tutti, io sono Salma, una ragazza egiziana. Faccio parte dello staff di Italiano Semplicemente, ed oggi sono qui per dirvi che l’episodio di oggi è incentrato su tutti i modi di per dire molti:

A iosa, una cifra, un sacco, parecchio o parecchi, assai, aivoglia, un grande numero, una quantità rilevante, ragguardevole, tanti, una enorme quantità.

Un saluto e vi auguro un buon ascolto. Ciao!!

Ok, buongiorno l’episodio di oggi tratta di un argomento che credo possa interessare a tutti. Le espressioni di oggi infatti riguardano la parola “molti“, o “tanti” oppure “molto” Molti e tanti sono parole che hanno a che fare con la quantità. Quindi sono parole facili, che tutti sanno usare, e che si usano quando si parla di qualsiasi argomento.

Molti, o molte, o tante (se usiamo il femminile) significa, se ci riferiamo a qualcosa che contiamo, “più di uno“, se parliamo di oggetti, cose tangibili, cose che si toccano, o che si possono contare, oggetti materiali, ma non solo, l’importante è che possiamo contarli . Ma possiamo usare anche la parola molto, o molta, se parliamo di cose intangibili, cose non materiali, cose che non si toccano, o non si contano, ad esempio le emozioni, le sensazioni eccetera.

Vi faccio qualche esempio:

Ele puoi leggere qua?

  • ho molte cose da dire oggi;
  • sulla mia scrivania ho molte penne;
  • sulla tavola ci sono tanti piatti;
  • le parole del vocabolario italiano sono tante.

Oppure anche:

  • sei molto paziente con me;
  • oggi mi sento molto felice;
  • ho tanta voglia di vederti,
  • ho tanta strada da fare ancora per imparare bene l’italiano.

Bene, ma in italiano la parola molto, molta e molti possiamo in realtà sostituirla con altre parole. Ci sono molti modi di dire la stessa parola, la parola “molti” o “tanti”.

Quindi avete ascoltato mia figlia e anche Salma, che parla molto bene l’italiano, e che ci ha fatto una lista di parole utilizzate in Italia a questo scopo.

Non tutti questi termini sono però conosciuti dagli stranieri, e tantomeno sono termini che vi possono insegnare all’università, dove l’insegnamento è più concentrato sulla grammatica.

Ebbene oggi  quindi vediamo di spiegare quali parole possiamo usare al posto di molti, molto, molte.

Parliamo di cose tangibili prima: vediamo che la prima parola che potremo usare per sostituire “molti” è “parecchi“.

Parecchi è praticamente la stessa cosa che molti, solamente è più informale, più familiare, ma utilizzata lo stesso numero di volte in Italia, più o meno, rispetto alla parola molti.

E dire che ci sono dizionari online che, pensate un po’, non contengono la parola “parecchi”. Ho provato a cercare su un dizionario italiano online autorevole, molto famoso, importante e la risposta è stata: “Spiacenti, la ricerca non ha prodotto nessun risultato”.

Incredibile! Eppure la potreste sentite, ascoltare almeno 10 volte al giorno se vivete in Italia. “Parecchi” è dunque la stessa cosa, ma rispetto a molti è utilizzata solamente all’orale. Potreste trovare su internet documenti contenenti la parola parecchi, ma prevalentemente si tratta di chat, dialoghi, libri con conversazioni, e articoli giornalistici. Anche i libri possono contenere la parola parecchi, ma è sicuramente più raro rispetto a molti.

E’ più facile che troviate “parecchio” o “parecchia” al singolare, piuttosto che “parecchi” al plurale, ma mentre parecchio si riferisce a cose intangibili, parecchi si usa con le quantità, con gli oggetti.

Ad esempio posso dire:

  • mi sento parecchio malato – La malattia è intangibile-
  • ho parecchia pazienza con te – anche la pazienza non si conta –
  • ho parecchi oggetti sulla mia scrivania – anche gli oggetti si contano
  • la mia azienda ha parecchi clienti – i clienti si contano

Quindi il plurale si usa con gli oggetti e il singolare con ciò che non è tangibile. Ma perché usare parecchi? E perché usare parecchio? Se vi siete posti questa domanda avete fatto bene, e la risposta è che, semplicemente, è più informale rispetto a molti, e come detto è usato prevalentemente nella forma orale. Semplicemente questo. Nient’altro.

Bene, andiamo avanti dunque. Come avete ascoltato da Salma, ci sono molti, anzi, parecchi modi di dire MOLTI.

Vediamo l’espressione un bel po’. La conosci ELE? Fammi un esempi.

Ho un bel po’ di compiti da fare!

Salma non l’ha detta, perché ha fatto solamente degli esempi.

Comunque un bel po’ deriva da un po’. Un po’ significa “un poco”, cioè sembrerebbe esattamente il contrario di “molti”. Po’, con l’apostrofo, significa poco, e un po’, con “un” davanti, significa “un poco”, cioè “non molti”, “non un numero elevato”, ma un po’. Attenti, perché un po’  significa  non molti, ma significa anche “non pochi”. Non è facile da spiegare in realtà, perché dipende dalla frase e dal contesto, dal modo di usare questa breve espressione.

Se ad esempio chiedo ad una donna di 50 anni: Quanti anni hai? lei potrebbe rispondere: un po’!

Quindi quando si dice un po’ può darsi che non si vuole essere precisi, non si vuole dare un numero esatto, anche se lo si conosce. In questo caso però significa “non pochi”, non pochi anni.

Ma invece potrebbe darsi che non si conosca il numero esatto. Se chiedo ad esempio ad un lavoratore: Quante ore hai lavorato questo mese?

Se lui risponde:

Ho lavorato un po’ di ore in più rispetto al mese scorso

Un po’ di ore in più significa qualche ora in più, un numero imprecisato di ore in più, non so esattamente quante ore in più, ma qualche ora in più rispetto al mese scorso. Quindi in questo caso potrebbe essere 2 ore, 5 ore, 10 ore, non si sa, ma non è un numero elevatissimo di ore, quindi non significa molti, come nell’esempio di prima, il caso degli anni della signora.

Ma l’espressione era un bel po’.

Qui cambia tutto. Un po’, come abbiamo detto, è ambiguo, potrebbe essere “non molti”, oppure potrebbe essere “non pochi” come abbiamo appena visto, ma “un bel po’” è diverso. In questo caso significa molti, moltissimi.

Un bel po’ è abbastanza informale, usato all’orale, nei dialoghi, nelle conversazioni tra amici, colleghi, ma difficilmente lo troverete per iscritto e in dialoghi formali. Usatelo quindi tranquillamente su facebook, se parlate con italiani, con amici eccetera, ma evitate di scriverlo comunque. Questo è il mio consiglio su un bel po’.

Dunque, come un po’ ed un bel po’, anche “un sacco” è molto usata come espressione.

La conosci Ele?”

Ele: Sì

Puoi farmi un esempio?

Ele: mia cugina ha un sacco di bambole.

Quindi la cugina di Ele ha un sacco di bambole…

Un sacco” è usata soprattutto tra i giovani, ma non solo. E’ ancora più informale…

Ele: …

Cosa? Dimmi Ele.

Ele: Sacco in realtà ha due significati.

Perché?

Ele: perché c’è anche il sacco…

Ah, il sacco del contenitore…

Ele: sì!

Ah Ok. Dicevo che  è ancora più informale e familiare di un po’ e di un bel po’.

Potete sentir dire ad esemèpio:

  • questo posto è un sacco bello;
  • la tua nuova automobile mi piace un sacco;
  • la mia fidanzata è un sacco carina;

Quindi “un sacco” si usa nel linguaggio di tutti i giorni, prevalentemente tra i più giovani, gli adolescenti e i ragazzi in generale.

Ma come diceva Ele, il sacco è in realtà un oggetto, si tratta di un contenitore, un grande contenitore, usato per il grano. Giusto Ele?

Ele: sì.

Che ci possiamo mettere nel sacco?

Ele: il grano!

Poi?

Ele:…varie cose insomma.. soprattutto il cibo.

Tipo la farina…

Ele: eh, la farina…poi…

Quindi il sacco è un grande contenitore.

Ele: sì, fatto di stoffa!

Di stoffa, giusto! Ed è per questo motivo, perché è grande, che si usa la frase “un sacco”?

Ele: sì!

Per indicare una grande…

Ele: quantità?

Brava!

Inizialmente si usava solamente per le quantità, come per dire che “ho molte cose”, “ce ne ho un sacco, di cose”, “ho un sacco di cose” vale a dire che “potrei riempire un sacco”, “le mie cose potrebbero riempire un sacco, talmente ne ho”.

Ad esempio:

A casa ho un sacco di libri

il che non significa che a casa ho un sacco pieno di libri, ma semplicemente che a casa ho molti libri. Giusto Ele?

Ele: sì!

Poi si è utilizzato anche per le cose non tangibili, quindi ad esempio: “ho un sacco di pazienza”, “ci vuole un sacco di tempo per imparare l’arabo”, ad esempio.

Bene, abbiamo quindi visto tre espressioni informali, colloquiali, diciamo familiari, per indicare molti, o molto, o molta sia per gli oggetti, sia per le cose non materiali, come le emozioni, o sensazioni eccetera.

Se vogliamo esagerare, ed andare ancora di più sull’informale, si usa anche “una cifra“.

Tu la conosci Ele?

Ele: sì!

Fammi un esempio!

Ele: tipo… ho una cifra di oggetti in camera mia!

Anche questa è usata molto dai giovani, non solo da Ele: ho una cifra di compiti da fare oggi, sono una cifra di giorni che non ci vediamo, mi piaci una cifra (potete dirlo alla vostra fidanzata o fidanzato); ho una cifra sonno, quindi: ho fame una cifra, ho sete una cifra, eccetera.

La parola “Cifra“, da sola, indica un numero. Le cifre sono i numeri da 0 a 9. 1,2,3,4,5,6,7,8,9, quindi ciascuno dei segni con cui si rappresentano i numeri dallo 0 al 9 secondo il sistema di numerazione introdotto dagli Arabi. Questo  si chiama cifra. E posso dire anche che il numero 95 è composto da 2 cifre, il 9 è la prima cifra e il 5 è la seconda cifra. Ma la parola cifra si usa anche per indicare un singolo numero.

Ad esempio posso chiederti: quanto devo pagarti? dammi la cifra! O anche dimmi la cifra! Cioè dimmi la cifra, cioè dimmi il numero esatto, dimmi quanti soldi devo darti; quindi in questo caso la parola cifra indica semplicemente un numero, una quantità di qualcosa, soldi in questo caso.

Si usa anche dire “una bella cifra” se vogliamo dire un numero elevato. Ad esempio se io ti domando:

Quanti giorni sono passati dall’ultima volta che ci siamo visti? Se tu mi dici ad esempio: 200 giorni, io posso risponderti: “una bella cifra” sono 200n giorni!

Cifra è quindi una parola normalissima, usata in matematica e nel commercio per indicare le quantità. Non è affatto familiare quindi se usata in questo modo. Ma se dico “una cifra“: una cifra di qualcosa, come ho detto prima, in questo caso è molto informale, quindi fa parte del gergo, del dialetto giovanile.

Una bella cifra” invece è usata normalmente, è anch’essa informale e colloquiale, ma si usa molto più spesso anche in ambito lavorativo.

Un sacco e una cifra sono praticamente due espressioni del tutto equivalenti, usate dunque anche negli stessi contesti, nelle stesse frasi e dallo stesso tipo di persone, cioè i giovanissimi.

Se ci concentriamo sulle quantità, sugli oggetti, e sulle cose che si possono contare in generale ci sono delle semplici espressioni che possiamo usare al posto di “molti“, o “moltissimi” sia informali che formali:

  • un gran numero (nota: “grand” se la parola successiva inizia per vocale es: grand’uomo)
  • una quantità rilevante
  • una quantità ragguardevole – formale
  • una quantità considerevole – formale
  • una ingente quantità – formale
  • una grande o una enorme quantità
  • un numero di notevole entità di oggetti
  • una quantità cospicua di oggetti
  • una quantità non indifferente

Un grand numero” equivale a “un grande numero” (G-R-A-N-D) ad esempio:

Quest’anno ho acquistato su Amazon un grand numero di oggetti.

Ma posso ugualmente dire una grande quantità di oggetti, oppure una quantità rilevante di oggetti – rilevante significa che rileva, cioè di notevole entità, una quantità cospicua, una quantità ingente, cioè grande, considerevole, ragguardevole.

Considerevole vuol dire che si deve considerare, cioè una quantità che non può essere ignorata, perché è alta, è un numero elevato, non possiamo non accorgercene e far finta di nulla,  dobbiamo quindi Considerarla, dobbiamo tenerne conto. Ecco perché si dice considerevole. Si deve considerare.

Usando lo stesso ragionamento possiamo anche dire “una quantità non indifferente“.

Infatti se tale quantità è molto elevata, va considerata, quindi non possiamo rimanere indifferenti, perché se si rimane indifferenti vuol dire che il numero non è molto elevato. Qui di si dice che la quantità non è indifferente.

Ad esempio:

da quando è nato il sito italianosemplicemente.com sono stati realizzati un numero non indifferente di episodi,

Cioè molti episodi, circa 100 episodi, 100 podcast più o meno, che potete ascoltare. Che ne dite,  è secondi voi una quantità indifferente o è una quantità non indifferente di episodi. Io direi che sono molti episodi, quindi si tratta di una quantità non indifferente di episodi.

Mi sarebbe piaciuto farne di più, farne a iosa, ma ritengo che anche così siano un bel po’ di episodi.

Comunque la frase “non indifferente” in realtà significa solamente che è rilevante, che è considerevole, quindi proprio come rilevante e considerevole si usa non solo per gli oggetti e per le cose che possiamo contare, ma per qualsiasi altra cosa, anche le emozioni e le cose non tangibili che non ti contano e non si toccano. Posso dire che, ad esempio:

Mi sono impegnato molto, in modo non indifferente, per imparare il francese e l’inglese e mi sto impegnando in modo considerevole anche per imparare il tedesco.

Con tutti questi modi che ci sono per dire la parola molto e molti, potreste essere un po’ confusi e chiedervi: quale usare? posso usare sempre la parola molti?

Sì, lo potete fare, ma se poi vi capita di ascoltare un italiano che parla, sappiate che non esiste solamente “molti”. Non è insolito, non è raro l’utilizzo di “ragguardevole”, “cospicuo”, “considerevole”, “ingente” eccetera  ed ognuna di queste parole ha utilizzi particolari.

Ad esempio la parola “ingente” è molto usata quando si parla di danni, di danni procurati da un terremoto ad esempio:

Il terremoto ha provocato danni ingenti alle abitazioni

Cioè il terremoto ha provocato molti danni, dei danni considerevoli, dei danni ragguardevoli, ma si usa più la parola ingenti con i danni, perché una quantità ingente significa il massimo di quanto è consentito o di quanto è tollerabile. Quindi il terremoto ha provocato dei danni alle abitazioni, e questi danni sono stati ingenti, cioè non sono tollerabili, sopportabili.

Non si dà quindi solamente l’informazione di molti danni, ma si dice anche che sono dei danni oltre una certa misura, oltre la misura del tollerabile.

Lo stesso vale per la parola “sforzi”,  non solo per i danni.  Uno sforzo rappresenta una fatica, un gesto, una azione che si fa per raggiungere un certo risultato, e che può essere faticoso. Ebbene, quando si parla di sforzi,  ma di sforzi non fisici, cioè di azioni che non si fanno con il corpo, cioè usando i muscoli, i muscoli del proprio corpo ma usando altri strumenti si usa la parola ingenti.

Ad esempio se parlo di azioni politiche ad esempio o di azioni economiche, finanziarie, si dice spesso “sforzi ingenti“.

Ad esempio:

Questo paese, l’Italia ha compiuto sforzi ingenti per far parte dell’Europa.

Quindi l’Italia ha fatto molti sforzi, ha fatto sforzi ingenti, considerevoli, ragguardevoli, per entrare in Europa; è costato molto all’Italia entrare in Europa, quindi ha fatto sforzi ingenti.

Oppure posso dire:

Gli sforzi ingenti della classe dirigente del nostro territorio.

Oppure:

Sono stati compiuti sforzi ingenti per riuscire ad unificare l’Italia (cioè a rendere unita l’Italia). 

Quindi capite che la parola ingenti non fa parte del linguaggio quotidiano, ma più di quello giornalistico, di quello economico e finanziario,  quindi al telegiornale si sente spesso. Si usa spesso quando si ascoltano le notizie su ciò che accade nel mondo.

Allo stesso modo la parola “cospicuo” si usa maggiormente col denaro e con i soldi in generale: ad esempio:

Acquistare la mia nuova casa mi è costata una quantità cospicua di denaro (o una cospicua quantità di denaro)

Oppure si usa anche con la parola patrimonio, che indica la ricchezza posseduta da una persona o una società, ad esempio: quindi posso ad esempio dire che:

Io ho un cospicuo patrimonio immobiliare (cioè ho molte case))

Cioè ho un patrimonio immobiliare molto grande, cospicuo, che vale molto, molti soldi. Quindi cospicuo significa molto grande, non solo molto.

Quindi è vero che in generale potete sempre usare la parola molto, molti o moltissimi, ma a seconda di cosa parlate a volte conviene utilizzare altre parole.

Non sono finite qui le parole o le espressioni comunque, che potete usare. Vale la pena di citare alcuni termini particolari che si usano ugualmente con le cose che si possono contare.

Ad esempio il termine “multicolore” si usa con i colori: una maglia multicolore o un pantalone multicolore è un oggetto che ha molti colori.

Tu ce l’hai Ele una magia multicolore?

Ele: sì!

Ce l’hai?

Ele: sì sì.

Pantalone?

Ele: no!

Nessun pantalone multicolore! Va bene!

Ele: cioè di pochi colori!

Pochi colori, però è sempre multi!

Ele: sì!

Ok!

Ele: però tipo… due, tre!

Due tre colori.

Ele: ah no, è vero! Emmm… ma secondo te quel pantalone che ho arancione, blu e rosa, quello…

Eh sì, quello è multicolore: un pantalone arancione, blu e rosa è multicolore!

Analogamente con le forme si usa “multiforme“.

Ele: che ha molte forme!

Se un oggetto ha o può avere molte forme diverse, posso dire che nella mia vita ho visto dei oggetti di diverse forme, dalle diverse forme, quindi ho visto oggetti multiforme. Ma anche il mondo, posso dire, ha un aspetto multiforme, perché c’è il bene e c’è il male, c’è la guerra e c’è la pace eccetera.

In generale, se non voglio specificare che si tratta di colori o forme, ad esempio, posso semplicemente usare la parola “molteplice“, o “molteplici“.

L’oggetto ha colori molteplici; il mondo ha aspetti molteplici. Il tuo carattere ha aspetti molteplici, l’arcobaleno ha molteplici colori.

Passiamo ora alla parola ASSAI. La conosci Ele?

Ele: sì!

Che vuol dire?

Ele: che hai una grande quantità di qualcosa!

Brava! hai una grande quantità di qualcosa! Sempre “molti” significa quindi!

Ele: sì!

Non so se la conoscete – se l’avete mai ascoltata –  la canzone del cantante Lucio Dalla dal titolo Te voglio bene assai, che significa “ti voglio molto bene”. Quindi anche “assai” significa “molto”.

In questo caso è utilizzato per un sentimento: l’amore, ma in realtà è usato anche per gli oggetti e le cose numerabili.

Posso quindi dire “ti voglio bene assai”, o “ti voglio assai bene”, oppure anche: “al market ho comprato assai mele”, oppure “ho soldi assai, ho assai soldi nel portafogli”, cioè “ho molti soldi!”

Assai è molto antico e molto utilizzata a livello poetico e letterario. Ho cercato un po’ su internet e mi sono accorto che Carducci, Alessandro Manzoni,  Petrarca ed anche Leopardi usavano “assai” molto spesso nei loro componimenti, potremmo dire che lo usavano assai.

Ma quando usare assai?

Vi faccio qualche esempio per capire bene:

Leopardi scriveva:

è già assai quello che ho fatto per voi…

Quindi: è già assai, cioè è già molto, è già tanto quello che ho fatto per voi. In questo caso quindi si usa assai per dire “non poco”, “a sufficienza”, “quanto basta”. Quindi è come se l’utilità di usare assai è quella di superare un livello, di dire che il livello raggiunto è sufficiente per poter giustificare qualcosa, per poter dire qualcosa: è già assai quello che ho fatto per voi.. cioè “quello che fatto per voi supera una certa quantità”.

Petrarca diceva:

Non pianger piùnon m’hai tu pianto assai?

Quindi anche Petrarca utilizza assai per dire “a sufficienza“: “non hai già pianto assai?” cioè non hai pianto quanto basta? A sufficienza? Quindi “assai” significa che può bastare così, hai già pianto a sufficienza. Basta piangere!

Potrei anche dire “in abbondanza“, che ha lo stesso significato ma è meno poetico, sicuramente

Si usa spesso dire: “ha piovuto in abbondanza oggi” ad esempio, oppure “hai mangiato in abbondanza”, che è lo stesso che dire “hai mangiato assai”, “hai mangiato molto”.

Per tornare alla parola assai, ci sono alcune espressioni in cui la parola assai rende molto meglio l’idea di molto e di altri sinonimi di “molto”, perché “assai” indica anche qualcosa di non più sopportabile, è come se ci fosse un limite, come dicevo, che è stato superato. Dicevo prima assai è “a sufficienza”, ed allora posso anche dire – si usa molto dire:

averne assai di qualcuno o di qualcosa, cioè esserne stufo, esserne sazio, non volerne più sapere.

Ad esempio, se dico “ho mangiato assai! ” voglio dire che voglio smettere di mangiare. Si dice anche “ne ho assai di mangiare! “, è la stessa cosa!

Analogamente  se dico “io ne ho assai di te! “, voglio dire che non ne voglio più sapere di te, ne ho assai, cioè non ti sopporto più, non ti voglio più vedere. Attenzione quindi ad usare la parola assai, potrebbe costarvi caro!

Quando si parla di quantità, e quindi di oggetti, spesso si dice anche “in quantità”,

in_quantita

Se ad esempio ti domando:

Quante fragole hai mangiato? Se la tua risposta è: “ne ho mangiate in quantità”, allora dicendo in questo modo non stai specificando quante fragole hai mangiato, ma stai dicendo che ne hai mangiate molte, ne hai mangiate in quantità.

“In quantità” non si usa solamente col verbo mangiare, ma con qualsiasi verbo. La cosa importante da ricordare è che non state specificando la quantità esatta; è come dire “ne ho mangiate una quantità notevole”, “ne ho mangiate una quantità rilevante”, in questo modo però è più informale, più familiare.

È quindi come dire “ne ho mangiate in abbondanza”. In abbondanza equivale a “in grande quantità”, o “in gran quantità”.

Ne avete mangiate ancora di più se dite “in quantità industriale”, e la parola “industriale” si riferisce alla produzione industriale, cioè ai prodotti che si producono per fini industriali. Quando si produce per fini industriali, cioè per vendere alla massa, si producono una grande quantità di oggetti, quindi dire “in quantità industriale” vuol dire una enorme quantità, una quantità grandissima.

in_quantita_industriale

Di conseguenza un’azienda multinazionale produce in quantità industriale e voi potete anche dire, in analogia, che ad esempio, quest’anno avete acquistato una quantità industriale di arance, o che ne avete acquistate in quantità industriale, anche qui senza specificare la esatta quantità. Dovete ricordare però che “quantità industriale” si usa prevalentemente per gli oggetti, e soprattutto nell’ambito del commercio. Non potete dire quindi “ti ho dato baci in quantità industriale”, o meglio potete dirlo ma in senso ironico.

Infine vediamo ancora due modalità formali di dire molto. La prima parola è “sensibilmente”.

sensibilmente

La parola sensibilmente significa per mezzo dei sensi, coi sensi, tramite i sensi, ma in realtà è quasi esclusivamente utilizzata per dire “notevolmente”, cioè “molto”.

Sensibilmente quindi ha lo stesso significato di molto. È solo un po’ più forbito, più adatto ad un linguaggio giornalistico. Spesso capita di sentir dire: “i prezzi sono sensibilmente aumentati”. Questo significa che i prezzi sono molto aumentati, significa in particolare che i nostri sensi lo hanno percepito, hanno percepito la variazione dei prezzi, ci siamo accorti del fatto che i prezzi sono aumentati, i nostri sensi lo hanno percepito, quindi i prezzi sono sensibilmente aumentati.

Posso anche dire che i prezzi sono apprezzabilmente aumentati, o che sono aumentati in modo apprezzabile, il che non vuol dire che abbiamo apprezzato questo, che ci fa piacere che siano aumentati, ma che sono molto aumentati, in modo apprezzabile, in modo tale da farci accorgere dell’aumento.

apprezzabilmente

Quindi sensibilmente ed apprezzabilmente hanno lo stesso significato quando si parla di aumenti o diminuzioni sensibili o apprezzabili.

Sensibilmente equivale anche a “in modo sensibile” ed a “in modo apprezzabile”.

Una modalità un po’ più tecnica, e quindi più utilizzata in articoli scientifici è la frase “in modo significativo”, o “significativamente”.

in_modo_significativo

In questo caso si fa riferimento alla significatività di una variazione, e quindi alla significatività di un aumento o di una diminuzione. Non voglio scendere troppo nei dettagli di questo termine, basti dire che un aumento è significativo quando ha un significato statistico, quando cioè questo aumento non è casuale, ma quando invece ci sono delle ragioni, quando questo aumento è stato causato da qualcosa in particolare.

Generalmente “l’aumento significativo” è utilizzato in questo modo, ma in realtà si usa spesso in modo generico, per date alla frase un tono professionale, per far sembrare che chi parla sia un professionista, uno che ha delle competenze che gli permettano di giudicare se un aumento è un aumento sensibile oppure no.

Quindi se dico: “le vendite della nostra azienda questo mese sono aumentate in modo significativo”, vogli dire che solitamente le vendite non sono così alte, questo mese invece sono alte, e questo aumento è da imputare a qualcosa in particolare. Ad esempio nel mese di dicembre le vendite di beni alimentari in Italia aumenta in modo significativo, e l’aumento significativo delle vendite di beni alimentari è dovuto al fatto che nel mese di dicembre ci sono le vacanze di Natale, e durante le vacanze natalizie si acquistano molti beni alimentari. Quindi è questo il motivo che determina l’aumento significativo delle vendite. Non si tratta di un aumento casuale.

Analogamente se vi dico che le visite del sito italianosemplicemente.com stanno aumentando in modo significativo, questo ha lo stesso significato, ed evidentemente voglio evidenziare che i visitatori apprezzano il lavoro fatto.

Ma il termine significativo e la frase “in modo significativo” posso usarli anche in senso opposto. Posso quindi avere una diminuzione significativa delle vendite e delle visite, o dire che le vendite sono diminuite in modo significativo.

Vediamo l’ultima espressione di oggi, e questa è “a iosa“, che poi è la prima espressione citata da Salma all’inizio del Podcast.

Non credo che gli stranieri conoscano “a iosa”, perché è veramente una espressione particolare.  Non è molto diversa da assai, diciamo la verità. Però mentre con assai si pone l’accento sul limite, quel limite che è stato superato, come dicevo prima, quando invece diciamo “a iosa” l’accento non è sul limite che è stato superato, ma è sulla quantità elevata, “a iosa” vuol dire  in gran quantità, in sovrabbondanza; è come dire “moltissimi“, “in gran quantità”. Quindi non è proprio necessario, in realtà, utilizzare “a iosa”. Però se ascoltate qualcuno che utilizza questa espressione almeno sarete in grado di capire.

Spesso si usa col denaro: “averne a iosa”, “spenderne a iosa”, “distribuirne a iosa”, “devolverne a iosa” e quando dico un verbo che termina con “ne” (averne, spenderne, distribuirne, devolverne)  in questo caso mi sto riferendo al denaro, è scontato che sto parlando del denaro, che è il soggetto della frase. Posso farvi altri esempi se volete:

Se parlo di soldi posso dire: “Vorrei avere soldi a iosa”, cioè vorrei avere molti soldi, di soldi vorrei averne a iosa, ma posso anche parlare di altre cose. Ad esempio se voglio fare il pane, se voglio cuocere il pane e non conosco la ricetta, se non so come fare, posso dirvi che su internet “di ricette per fare il pane se ne trovano a iosa” cioè molte, ci sono molte ricette su internet per fare il paneoppure parlando di fan, cioè di seguaci su Facebook, Italiano Semplicemente ne ha già molti, ha già molti fan, ma vorrei averne molti di più, vorrei averne a iosa.

Bene, ora invece voglio spiegarvi la parola “aivoglia“, la conosci Ele?

Ele: sì!

Puoi anche dire Aivoglia!

La parola aivoglia si scrive tutta attaccata. Attenzione si scrive senza la lettera h. Non è “hai voglia”, senza h e si tratta di un’unica parola “aivoglia”.

Che significa aivoglia Ele?

Ele: aivoglia vuol dire… cioè ha lo stesso significato di assai! Insomma vuol dire che ne hai in grande quantità!

Ok!

La parola aivoglia si usa solo in un caso. Quando si usa?

Ele: quando….

Chi è, quello che fa la domanda o quello che risponde che dice aivoglia?

Ele: quello che risponde!

Quello che risponde, quindi si usa nelle risposte. Si tratta di una risposta secca, di una risposta di una parola. Questa è la risposta, ok, ma qual è la domanda?

Se io vi chiedo se ti piace Italiano Semplicemente, tutti voi potreste dire: aivoglia!

Cioè vuol dire: certo, mi piace molto. Aivoglia!

Anche con gli oggetti posso usare aivoglia.

Sei maggiorenne? Hai superato la maggiore età? Se questa è la domanda e avete 50 anni o anche di più potete rispondere così: aivoglia!! Cioè Sì, certo che sono maggiorenne, sono molti anni che sono maggiorenne. Aivoglia!

Quindi aivoglia significa sì, certo, ma è un “sì” riferito quasi sempre alle quantità, è un sì forte, è come dire, certo, altroché. Aivoglia è equivalente di altroché, ma aivoglia è più usato con le quantità: è come dire che quel famoso limite di cui parlavamo prima è stato superato di molto, non di poco.

Posso comunque usare aivoglia anche senza le quantità.

Se io ti domando: hai fame Ele?

Ele: aivoglia!

Oppure puoi rispondere: altroché!

Ele: oppure anche assai, molto!

Oppure puoi rispondere: aivoglia! Certo che ho fame, ho molta fame. Aivoglia è più breve.

Aivoglia ed altroché sono due esclamazioni quasi identiche, quasi dallo stesso significato, che si usano per dare delle risposte secche, di una sola parola: altroché! Aivoglia! Col punto esclamativo.

E non posso usare un tono basso della voce…. non posso dire aivoglia o altroché parlando normalmente: devo alzare un po’ la voce, devo evidenziare con la voce che è stato superato il limite, è stato di molto superato il limite. Da un sacco di tempo che ho fame, è ora di cena!

Bene ragazzi termina qui questa lunghissima lezione, molto lunga  spero non vi siate annoiati ed in questo  caso vi risparmio la ripetizione, per oggi non la facciamo.

Un grazie a Salma e ad Ele, che mi hanno aiutato con la loro voce.  Un saluto a tutti e continuate a seguire italianosemplicemente.com.

Hai qualcosa da dire Ele?

Ele: ciao!!! Ci vediamo alla prossima lezione!

Ci vediamo alla prossima lezione e vi lascio ascoltare la sigla finale che mi piace assai.

 Ps: grazie mille per le vostre donazioni

 

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