ITALIANO PROFESSIONALE (Principianti) – La Costituzione Italiana – Art.13

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Lettura, domande & risposte sull’articolo 13 della Costituzione italiana

Costituzione italiana – Art. 13 (scarica audio)

La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

Domande & risposte

Domanda 1: Cosa è inviolabile secondo l’articolo 13? Risposta 1: La libertà.

Domanda 2: Chi può limitare la libertà personale? Risposta 2: l’autorità giudiziaria.

Domanda 3: In quali casi si possono adottare provvedimenti provvisori? Risposta 3: In casi di necessità ed urgenza.

Domanda 4: Chi comunica i provvedimenti provvisori all’autorità giudiziaria? Risposta 4: l’autorità di pubblica sicurezza.

Domanda 5: Quanti giorni ha l’autorità di pubblica sicurezza per comunicare i provvedimenti provvisori? Risposta 5: Quarantotto giorni

Domanda 6: Cosa accade se l’autorità giudiziaria non convalida i provvedimenti provvisori entro 48 ore? Risposta 6: I provvedimenti si intendono revocati.

Domanda 7: Cosa è punita secondo l’articolo 13? Risposta 7: La violenza.

Domanda 8: Quali restrizioni di libertà sono menzionate? Risposta 8: Detenzione, ispezione, perquisizione.

Domanda 9: Chi stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva? Risposta 9: La Legge.

Domanda 10: Cosa deve essere motivato per limitare la libertà personale? Risposta 10: L’atto dell’autorità giudiziaria.

Domanda 11: Quale libertà non deve essere soggetta a restrizioni? Risposta 11: Quella personale.

Domanda 12: Cosa può essere adottato in casi eccezionali? Risposta 12: Dei provvedimenti provvisori.

Domanda 13: L’autorità giudiziaria può fare un atto motivato per giustificare una detenzione? Risposta 13: Sì, può farlo.

Domanda 14: Quale autorità deve convalidare i provvedimenti provvisori? Risposta 14: L’autorità giudiziaria.

Domanda 15: Quanti giorni ha l’autorità giudiziaria per convalidare i provvedimenti provvisori? Risposta 15: Quarantotto.

Domanda 16: Cos’è che si intende revocato se l’autorità giudiziaria non li convalida? Risposta 16: I provvedimenti provvisori.

Domanda 17: Chi adotta provvedimenti provvisori in casi di necessità ed urgenza? Risposta 17: L’autorità di pubblica sicurezza.

Domanda 18: Cosa deve fare l’autorità di pubblica sicurezza entro quarantotto ore? Risposta 18: Deve comunicare all’autorità giudiziaria i provvedimenti provvisori adottati.

Domanda 19: I provvedimenti comunicati sono definitivi? Risposta 19: No, sono provvisori.

Domanda 20: Chi stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva? Risposta 20: La Legge.

Domanda 21: La libertà personale è qualcosa di illimitato? Risposta 21: No, non è illimitata. In casi eccezionali si può limitare.

Domanda 22: Cosa è privo di ogni effetto se non convalidato entro quarantotto ore? Risposta 22: I provvedimenti provvisori.

Domanda 23: Chi può adottare provvedimenti provvisori in casi eccezionali? Risposta 23: L’autorità di pubblica sicurezza.

Domanda 24: Qual è il termine per la comunicazione dei provvedimenti provvisori? Risposta 24: Quarantotto ore.

Domanda 25: Cosa accade se l’autorità giudiziaria non convalida i provvedimenti provvisori entro il termine stabilito? Risposta 25: I provvedimenti si intendono revocati.

Domanda 26: Oltre alla volenza fisica, quale altra forma di violenza è vietata? Risposta 26: Quella morale.

Domanda 27: Qual è l’autorità che deve convalidare i provvedimenti provvisori? Risposta 27: Quella giudiziaria.

Domanda 28: é possibile la carcerazione preventiva? Risposta 28: Sì, è possibile

Domanda 29: Che tipo di limiti stabilisce la Legge? Risposta 29: Stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

Domanda 30: l casi eccezionali di necessità ed urgenza, possono essere indicati sommariamente? Risposta 30: no, devono essere indicati tassativamente.

Il prefisso “arci” (ep. 1045)

Il prefisso “arci” (ep. 1045)

DURATA MP3: 11:48

Impariamo ad usare il prefisso “arci” come forma di superlativo assoluto. Vediamo quando preferire questo prefisso rispetto agli altri. Alla fine dell’episodio facciamo ascoltare anche una breve canzone sul tema:

A partire dal numero 1001, gli episodi di questa rubrica sono solamente per i membri dell’associazione.

L’episodio contiene anche i ripassi di 24 episodi precedenti.

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L’assiduità (ep. 1044)

Assiduità

Ascolta la canzone dedicata all’assiduità

DURATA MP3: 8:11

Il termine assiduità e l’aggettivo assiduo potete utilizzarli in molte occasioni diverse nei vostri dialoghi in lingua italiana.

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L’episodio contiene anche i ripassi di 15 episodi precedenti.

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assiduo assiduità

Essere teatro (ep. 1043)

Essere teatro

DURATA MP3: 8:11

L’episodio di oggi è dedicato però all’espressione “essere teatro” in cui gli spettacoli a cui si assiste solitamente non si pagano…

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Il verbo targare (ep. 1042)

Il verbo targare

DURATA MP3: 11 min. circa

Targare deriva chiaramente da “targa”, quella sottile piastra di metallo che porta incisa una scritta o altre indicazioni.

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hand of elderly man touching licence plate on car
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Il salasso (ep. 1041)

Il salasso

DURATA MP3: 10:40

Vediamo l’uso del termine “salasso” e come questo abbia a che fare sia con le spese che col sangue. Si tratta comunque di “perdite” o sacrifici

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Il risentimento e l’animosità (ep. 1040)

Il risentimento e l’animosità

DURATA MP3: 10:40

Vediamo i due significati del termine “risentimento”, legato sia al rancore che agli infortuni. Segue il consueto ripasso finale. 

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woman touching her back
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Gli aggettivi “Inerente” e “insito” (ep. 1039)

Gli aggettivi “Inerente” e “insito

DURATA MP3: 15 min. circa

Vediamo come usare gli aggettivi “attinente” e “insito” attraverso molti esempi. Scopriamo le affinità e le differenze. 

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Un uomo antipatico

Un uomo antipatico (scarica audio)

Sono un uomo antipatico. Molto antipatico. Almeno credo.
Ma non nel senso che non sono felice ed entusiasta, piuttosto che faccio una brutta sensazione, genero sentimenti negativi un po’ verso tutti.
I colleghi mi stimano perché so fare un sacco di cose, e perché so lavorare senza sosta, senza bere, mangiare o lamentarmi.
Ma io gli sto antipatico. Lo sento nell’aria e sulla pelle. Lo capisco dagli sguardi che si fissano su di me per un secondo di troppo per poi fugacemente spostarsi altrove.
Mi accade così anche in palestra.
Si direbbe che faccia sempre qualcosa di sbagliato o strano.
Eppure io non mi vedo strano o antipatico. Laureato sono laureato, ma forse questo non c’entra.
Ricordo una notte molto bella.
“Questa notte ti porto al mare”, caro gatto – dissi. La notte era bella, assai bella – una di quelle notti, caro gatto, che soltanto in silenzio e al buio si può comprendere appieno. Il cielo così nero, così tranquillo, che ripensandoci ci si domandava: “È mai possibile che esistano uomini così giudicanti sotto un simile cielo, così bello e luccicante?” Ma tu il buio non lo vedi…
Questo pensiero è forse un pensiero triste, caro gatto? Tu che alterni gli sguardi tra me e l’infinito, alla ricerca di qualcosa di cadente da acchiappare.
Oh, voi tutti, possiate voi avere di tali pensieri!
“Ne fai di cose strane tu”, mi disse una volta un tizio in palestra, dopo che si era consultato con altri due.
“Strane?” – Risposi.
Questo Tizio mica mi conosceva.
“So che te la fai con un gatto”, aggiunse sghignazzando cercando complicità attorno a lui
“Meglio un gatto che un ratto”, replicai prontamente, pensando a quel topo che ogni tanto fa capolino nel mio in giardino. Lui sì che di giudizi se ne intende!
Ma il tizio deve aver pensato mi riferissi a lui e non la prese bene per niente. Involontariamente gli diedi l’unica occasione di usare uno dei tanti muscoli di cui amava avere cura da anni.
Dopo aver cambiato espressione un paio di volte, strinse il pugno e lo usò contro di me. Ma almeno non sghignazzava più. Credo.
Pensando ai “giudicanti”, pensai anche, e non senza compiacermi, al modo col quale avevo impiegato il mio tempo durante la giornata che era appena allora finita.
Tutto era filato liscio e Il tempo era passato velocemente senza intoppi.
La mia vita in generale è ottima; intendo che è senza preoccupazioni, e il mio gatto è sempre felice di vedermi. Forse però è solo perché lo faccio mangiare. E’ sempre così coi gatti, no?
Il lavoro mi dà tante soddisfazioni ma la sera resto solo. E al mio caro felino non riesce di impedirmi di pensare.
Tra l’altro non miagola mai.
Il silenzio mi fa sentire solo. Questo è fuor di dubbio.
Questi continui sguardi di colleghi e conoscenti, e di persone che mi fanno una o due domande prima di evitarmi, che poi se ne vanno in compagnia di altri, o che si mettono d’accordo per uscire la sera, mi aveva rattristato, offeso.
Poiché io non potevo andarci. Eppure, io ero pronto a farlo.
Domani farò qualcosa. Non si può mica andare avanti così!
Per due volte mi sono fidanzato. Sono andato anche a fare qualche viaggio all’estero in dolce compagnia. Io, lei e il gatto. La dolcezza la metteva sempre l’amico baffuto.
Non andava mai bene niente: che non portassi in valigia mutande di riserva non andava bene e dava fastidio che non chiedessi “come stai” di tanto in tanto o che non chiedessi la loro opinione.
Una sera avevo camminato a lungo per trovare la soluzione, tanto da non fare in tempo a rientrare con la luce. Ho visto il gatto nervoso per la prima volta al mio rientro. Questo mi ha fatto riflettere molto. Ha persino sussurrato un “miao” a coda bassa e fatto due-tre nervosi giri di tavolo.
Forse c’era qualcosa di troppo stabile nelle mie abitudini – pensai – come se ci voleva un colpo di testa o quantomeno una variante imprevista.
Andrò a trovare mia madre.
Anche lei mi vuole bene oltre al mio gatto.
È un po’ che non ci vado. Chissà come sta.
È proprio in quel momento, quando pensavo a mia madre, che decisi che il giorno successivo, di ritorno dalla mamma, avrei dato una svolta alla mia vita.
È così feci.
Per prepararmi, feci un giro su me stesso per sicurezza, come facevo da bambino per perdere l’equilibrio nella speranza di riordinare le idee e perdere un po’ di razionalità e mi sentii già meglio. Il gatto fece un altro lieve sussurro.
Mia madre non si ricordava di me. Così diceva.
La portai con me comunque. Mi sorrideva fiduciosa.

Allora? La vogliamo dare questa svolta alla nostra vita?

“Era ora”, rispose lei, accarezzandomi dolcemente la Guancia. Non aveva perso la sua dolcezza.
Non arrivammo molto lontano però.
Come quella volta che…
Vabbè non è molto interessante. Ve la dico un’altra volta.
Oggi dopo il funerale mi aspettano i saluti dei parenti.
La mia vita non cambiò più. Ogni volta che ci provo finisce male.
Quella carezza però me la ricordo ancora.
Durante la mattinata ero stato assalito da uno strano pensiero:
Ma quel “era ora” di mia madre era per me o per lei?
Se n’è andata sorridendo, povera donna. Neanche il tempo di salutarla.
Ancora un’altra sera.
Il gatto mi si strusciava come sempre, passando tra le gambe della sedia a coda alzata.
Non gli diedi mai un nome. D’altronde neanche lui a me. Credo.
Buonanotte. Gli dissi.
Domani ti porto via con me.

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Segnarsela e legarsela al dito. Il rancore e il risentimento (ep. 1038)

Segnarsela e legarsela al dito. Il rancore e il risentimento (ep. 1038)

DURATA MP3: 13 min. circa

Parliamo del rancore e di alcune espressioni e verbi particolari che possono essere usati per esprimere questo sentimento.

A partire dal numero 1001, gli episodi di questa rubrica sono solamente per i membri dell’associazione.

L’episodio contiene anche i ripassi di 15 episodi precedenti.

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