Escalation e de-escalation

Escalation e de-escalation

Video

Trascrizione

Mai come in questi giorni, con la guerra in Ucraina, i media utilizzano il termine escalation.

Si teme un’ escalation della violenza in Ucraina

Il conflitto va verso una pericolosa escalation

Il termine è chiaramente di origine inglese e letteralmente significa “scalata” (o anche escalazione). Nel senso di operazione che si fa quando qualcosa sale in alto. Non è una botta che si dà con la scala (tipo la sassata) né un qualcosa che serve a salire (tipo la scalinata).

In effetti si potrebbe usare sempre scalata al posto di escalation.

Il fatto è che il termine scalata ha molti altri significati, quindi si preferisce escalation (anche perché fa più figo sicuramente)

Ad ogni modo il termine indica in questo caso un aumento progressivo e graduale, in termini di intensità, dell’uso delle armi in un conflitto, in una guerra.

Il conflitto, in poche parole, si sta intensificando progressivamente, sta aumentando di intensità oppure diventa più ampio dal punto di vista territoriale.

Più in generale però questo aumento graduale si può usare anche parlando di fenomeni diversi dalle guerre:

A seguito dell’alleggerimento delle pene, in Italia si teme una escalation della droga.

Anche in questo caso parliamo di intensità e di diffusione di un fenomeno. Però parliamo dell’uso della droga e non di quello delle armi.

Per non parlare solo di cose negative, possiamo anche parlare di escalation economica:

La pandemia interrompe l’escalation economica della Cina

Parliamo di crescita economica in questo caso. Sempre di un aumento (del prodotto interno lordo) si tratta in fondo.

Cambiamo fenomeno. Se parliamo di diffusione del virus Covid:

Escalation di contagi in Italia

In casi diversi da quelli che ho citato difficilmente si trova un ambito di applicazione frequente del termine escalation.

Ciò non toglie che io possa parlare di una “escalation del terrorismo” (anche questo in fondo è abbastanza difficile frequente) o addirittura della escalation degli errori grammaticali in una classe di studenti o della escalation dell’ignoranza culturale nella popolazione.

Esiste poi anche la de-escalation. che è il contrario.

Bisogna promuovere la de-escalation militare in Ucraina

Ci auguriamo che la Russia dia segni di de-escalation

La de-escalation è nient’altro che una discesa, una diminuzione, una attenuazione di intensità di un fenomeno, e normalmente si parla ancora di intensità relativa a fenomeni gravi e pericolosi.

760 Il motivo conduttore (leitmotiv)

Il motivo conduttore (scarica audio)

Trascrizione

Ieri sono stato attratto dal termine leitmotiv. Così vado subito vocabolario a cercare.

Non sembra una parola italiana, penso subito.

Ho subito la conferma: leitmotiv viene dal tedesco e significa, in italiano, “motivo conduttore“.

La situazione non migliora però. Cos’è il motivo conduttore?

Leggo che il motivo conduttore è un tema ricorrente in un’opera letteraria. Ricorrente significa che ricorre, che si presenta più volte.

Può anche essere un argomento, o una frase che ricorre frequentemente in un discorso, o anche che ricorre in tutta la produzione letteraria di uno scrittore. Adesso sembra più chiaro.

Vi spiego meglio: si dice “conduttore” nel senso che si parla di qualcosa di importante, qualcosa che guida, che conduce, che unisce, che fa da sfondo. Il termine “motivo” non ci dice molto, se non forse qualcosa che, per sua natura, determina una conseguenza. C’è sempre un motivo in base a ogni decisione. Il “motivo” poi può anche essere una musica. Infatti si chiama anche tema, o “motivo musicale“, cioè stiamo parlando di una frase che ha un ruolo importante in un brano musicale.

Allora: il motivo conduttore è qualcosa che ricorre spesso, quindi è qualcosa che si presenta più volte, compare più volte, lo troviamo più volte quando leggiamo un libro o i libri di un autore o quando assistiamo ad un’opera teatrale.

Inizia a essere tutto più chiaro, vero?.

Ma allora posso dire ad esempio che il motivo conduttore (o almeno uno dei motivi conduttori) della divina commedia di Dante Alighieri è il viaggio. Infatti Dante fa un viaggio prima nell’inferno, poi nel purgatorio poi in paradiso. Ad ogni tappa del suo viaggio incontra personaggi diversi e visita ambienti diversi. Il viaggio c’è sempre. Se parliamo dell’inferno possiamo dire che la legge del contrappasso è il motivo conduttore più evidente.

Nei fatti però, intendo nell’uso più diffuso dell’espressione, il “motivo conduttore” trova applicazione anche al di fuori della letteratura.

È sufficiente infatti che ci sia qualcosa che ricorre, che si presenta spesso, oppure, in senso ancora più ampio, qualcosa che accomuna un insieme di situazioni diverse o qualcosa anche che fa da sfondo, proprio come un motivo musicale.

Volete sapere il leitmotiv della mia vita? Ognuno ha il suo motivo conduttore.

Per me il leitmotiv è la ricerca di me stesso nella lotta continua tra razionalità e passione. È un pensiero ricorrente che ho sempre avuto e che guida ogni mio pensiero.

Ieri sono andato ad una festa. Il motivo conduttore della serata è stata la musica anni ’70. In ogni momento della serata si ascoltava musica anni ’70.

Mia figlia lo scorso anno ha dovuto fare una tesina scolastica, e ha dovuto scegliere un argomento che facesse da motivo conduttore per tutte le materie. Ha scelto l’argomento del virus ed è riuscita a parlare di letteratura, matematica, scienze, sport, religione e geografia, sempre a proposito di qualche virus.

A volte si usa anche il “filo conduttore“, per rendere il concetto più chiaro. Il filo dà più l’idea di legame. Ma il senso è lo stesso. Probabilmente se parlate di parti di un discorso o di eventi “legati” tra loro, accomunati da qualcosa, allora può essere conveniente usare il filo e non il motivo.

Il leitmotiv di italiano semplicemente è insegnare la lingua italiana attraverso le emozioni, specie il divertimento. Cerco di catturare le emozioni dell’ascoltatore in ogni episodio.

Il compito di matematica di mio figlio è stato il leitmotiv della settimana a casa mia. Non abbiamo parlato d’altro.

Ci sono alcuni partiti politici in Italia che adottano il protezionismo come motivo conduttore di tutte le loro decisioni.

Dunque vedete che il concetto di motivo conduttore, o leitmotiv che dir si voglia, si adatta bene a molte situazioni diverse.

È molto simile, se vogliamo, al concetto di “caratteristica comune“, nel senso che se ci sono tante cose accomunate da una caratteristica potrei dire che quella caratteristica comune è il motivo conduttore, ma il motivo conduttore non ha solo il ruolo di accomunare unità diverse, ma anche di condurle, di guidarle, inoltre spesso accade che queste unità non siano chiaramente definite: possono essere i singoli momenti di una serata, i momenti cruciali di una vita, le pagine di un libro eccetera.

Leitmotiv e motivo conduttore non sono termini che sono sulla bocca degli italiani nel linguaggio di tutti i giorni, ma sicuramente il loro utilizzo rende una frase direi abbastanza elegante.

Vi consiglio quindi vivamente di cercare occasioni per usare il leitmotiv o meglio ancora il motivo conduttore. Gli italiani che vi leggeranno o che vi ascolteranno resteranno molto sorpresi.

Danielle: eh, purtroppo devo dirvi che il leitmotiv della mia vita sono i continui errori grammaticali che continuo a fare e dai quali non imparerò mai. Senza contare gli errori della mia vita. Ah, se solo potessi tornare indietro! Dio, Che frustrazione!

Irina: cosa sono queste recriminazioni? Su con la vita. Tutti facciamo errori. L’importante è saper rimediare. Poi sai che ti dico? Spesso i risvolti più positivi derivano proprio da nostri errori.

Albèric: ben detto! E poi non bisogna scomodare Dio per così poco. Della grammatica si può anche fare a meno come ben sai. Spero nessuno me ne voglia per quest’ultima frase. Quantomeno non me ne vorrà Giovanni. Su questo non ci piove.

Segue la spiegazione del ripasso

Abbordabile

Abbordabile

Video

Trascrizione

Un aggettivo molto utile nella vita di tutti i giorni è abbordabile.

Deriva dal termine bordo.

Il bordo è il fianco di un’imbarcazione, una barca, o una una nave. Ogni barca ha due bordi, uno a destra e uno a sinistra.

Il bordo in realtà circonda completamente ogni imbarcazione.

Ebbene, abbordare è un verbo che significa avvicinarsi al bordo di una nave o una imbarcazione qualunque. Più in generale significa avvicinarsi alla nave.

Se una nave quindi è abbordabile significa che ci possiamo avvicinare senza problemi, significa che è possibile farlo, che è facile da avvicinare. In tempi antichi poteva infatti essere pericoloso avvicinarsi ad una nave

Ma abbordabile in realtà si usa soprattutto in senso figurato.

Si usa per dire ad esempio che possiamo affrontare un esame, possiamo provare a fare questo esame, perché non è una cosa impossibile.

L’esame è abbordabile, cioè è facilmente superabile, senza ammazzarsi di studio.

Si può anche dire di una persona.

Secondo te posso prendere un appuntamento col direttore?

Si, certo, è una persona abbordabile, cioè è alla mano, disponibile, non aver paura. È accessibile, è abbordabile.

Si usa anche con le spese:

Quella casa non possiamo comprarla. Non ha un prezzo abbordabile per noi.

Anche la stessa casa possiamo definirla abbordabile o non abbordabile, sempre riferendoci al prezzo. Una cosa non abbordabile generalmente non me la posso permettere perché costa troppo.

Inutile quindi “avvicinarsi” troppo a cose non abbordabili.

Il concetto di “vicinanza” varia di volta in volta, ma i tre esempi che vi ho fatto sono quelli più usati: esami, persone, prezzo, oggetti (sempre parlando di prezzo).

Ma c’è anche un altro esempio, parlando sempre di una persona abbordabile.

Potrebbe trattarsi di una ragazza che piace ad un ragazzo.

Il ragazzo, se la considera abbordabile, cioè alla sua altezza, significa che il ragazzo crede di avere qualche possibilità per conquistarla.

L’elenco potrebbe continuare, ogniqualvolta crediamo che qualcosa sia alla nostra altezza, che crediamo di poter affrontare, proprio come un esame o una ragazza

Anche una curva può essere ritenuta più o meno abbordabile, se crediamo o meno di riuscire a percorrerla, senza fare incidenti.

Essere ligi

Essere ligi (scarica audio)

Trascrizione

Vi hanno mai detto che siete una persona ligia al dovere?
Ligio è un aggettivo che si usa quando parliamo di una persona che ha una forma particolare di “rigidità” ma anche di “rispetto“.

Ligio significa rigidamente sottomesso o scrupolosamente osservante.
Dunque ha due significati e usi diversi.
Il primo, direi più negativo, è simile a devoto, fedele, persino servile, sottomesso.
Una persona ligia a un partito, ad esempio, non tradisce mai il partito, segue sempre e comunque le regole che le sono imposte, non mette mai nulla in discussione, lo sostiene sempre, mettendo la propria opinione sempre in secondo piano. C’è rispetto verso le decisioni del partito. C’è anche rigidità, cioè poca flessibilità, poca elasticità.
Il secondo senso è più legato alle regole e al dovere.
Le espressioni più comuni sono:
Essere ligi al proprio dovere
Essere ligi alle regole
Essere ligi al lavoro
Essere ligi alla legge
Essere ligi ai propri principi
Si tratta sempre di rispettare qualcosa, ma il senso è positivo.
Es:
Le donne sono notoriamente più ligie alle regole rispetto agli uomini
Giovanni è una persona molto ligia al dovere.
In Italia tutti  quasi tutti sono siamo stati stati ligi alle regole durante la pandemia, prestando sempre attenzione a ciò che ci veniva detto, senza lamentarci.
Non riuscirei mai a tradire un amico. Sono troppo ligio ai miei principi morali.
Quindi vedete che questo secondo utilizzo di ligio, molto più usato rispetto al primo, è molto positivo invece. Rispettare, osservare le regole, essere scrupolosi in questa osservanza, fare il proprio dovere senza lamentarci, seguire le indicazioni della legge, seguire sempre la propria coscienza e i propri principi. Tutte caratteristiche queste di chi ha rispetto degli altri e quindi di persone anche non egoiste. C’è anche un pizzico di rigidità, ancora una volta, ma stavolta è una rigidità positiva, se così possiamo dire.
Avrete notato che si usa la preposizione “a”: essere ligi a… Sia che si parli di essere rigidamente sottomesso, sia che si parli di essere scrupolosamente osservante.
Personalmente spero di essere stato ligio anche stavolta al rispetto delle sette regole d’oro di Italiano Semplicemente.
Un saluto da Giovanni.

759 Accorgimenti e precauzioni

Accorgimenti e precauzioni (scarica audio)

Trascrizione

Un paio di episodi fa abbiamo accennato al termine accorgimento.

Se ricordate il significato di espediente, siamo abbastanza vicini come significato.

Però l’espediente è più legato al concetto di soluzione di ripiego, ad una soluzione alternativa, qualcosa che ci permette di trovare comunque una soluzione quando siamo alle prese con un problema.

L’accorgimento invece è maggiormente legato alla sicurezza, all utilità che ne deriva e alla capacità di fare qualcosa di opportuno, a volte di sagace, di sottile, cose che possono sfuggire a tante persone, altre volte semplicemente si tratta cose intelligenti e pensate. Sagace significa che mostra, denota intelligenza pronta e perspicace.

Esprime anche la capacità di saper individuare il da farsi (ciò che va fatto).

Questa è una qualità che viene chiamata “avvedutezza” o anche “accortezza” . Le persone avvedute sono persone attente, accorte, che riflettono, che non dimenticano di fare le cose importanti.

Vediamo qualche esempio:

Quando si va in bicicletta in città bisogna usare ogni accorgimento perché è molto pericoloso

Ieri sono entrati i ladri in casa. Sfortunatamente per loro, non hanno avuto l’accorgimento di coprirsi il viso e così la polizia li ha riconosciuti grazie alle telecamere.

Nonostante tutti gli accorgimenti adottati, alla fine anch’io ho preso il Covid.

Molto cibo conservato in frigo spesso finisce poi nella spazzatura. Ma ci sono alcuni accorgimenti utili che possono essere presi per ridurre lo spreco.

Ecco i possibili accorgimenti da adottare per prevenire il contagio: mascherina, distanza di sicurezza, lavare le mani eccetera. Questi sono tutti accorgimenti utili.

Il verbo adottare si usa spesso con gli accorgimenti:

Adottare un accorgimento

Adottare tutti gli accorgimenti possibili

Nonostante gli accorgimenti adottati

Adottare si può quindi usare al posto del verbo avere, senza alcun problema (avere è meno formale). Altre volte, sebbene sia meno adatto, si usa anche prendere, così come si prende una decisione, o come si prende un provvedimento, o anche come si prende una precauzione, termine quest’utimo che è legato esclusivamente alla sicurezza, specie quella legata alla salute e alla vita.

Quindi la precauzione (pre = prima) ha più a che fare con la prudenza, la cautela, i rischi e i pericoli possibili. Bisogna agire prima per prevenire i rischi.

Spesso precauzione e accorgimento si usano con lo stesso significato ma nell’accorgimento c’è più il senso della sagacia e di saper individuare le cose opportune da fare, che non è detto abbiano a che fare col pericolo, il rischio e la sicurezza personale.

L’accorgimento e la precauzione in comune hanno che danno sicurezza, evitano che un problema si presenti o almeno sono qualcosa che se si dimentica di adottare può costare molto caro.

Avrete sicuramente pensato al legame col verbo accorgersi.

Per non dare adito a dubbi, meglio allora precisare che non è casuale perché solo dopo che si è pensato, che si è riflettuto, ci si accorge di qualcosa di importante che altrimenti sarebbe potuto sfuggire.

Ma quando vi accorgete di qualcosa, non è quello l’accorgimento, che invece si manifesta quando c’è l’azione conseguente. E infatti adottare significa, tra le altre cose, mettere in atto per uno scopo, simile a attuare. Quindi adottare un accorgimento è mettere in atto ciò che è stato deciso.

Ulrike: però l’accorgimento non permette di sentirsi a cavallo.

Irina: no, non è detto che vada tutto per il meglio, ma se adotti tutti gli accorgimenti possibili puoi dirti soddisfatto, per il resto, non possiamo farci nulla.

Albèric: non vogliamo tediarvi ulteriormente. Ci vediamo al prossimo episodio.

Segue una spiegazione del ripasso

Inasprire

Inasprire (scarica audio)

Trascrizione

Ultimamente i media usano spessissimo il verbo inasprire. Ne parlano sia a proposito del Covid, sia riguardo alla guerra in Ucraina.

Vediamo qualche esempio:

Il governo inasprisce i controlli sulle vaccinazioni

Si inasprisce il conflitto tra la Russia e l’occidente

La situazione in Ucraina si sta inasprendo

l’Italia approva l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia

Inasprire significa rendere qualcosa più aspro. Ma che significa aspro? Il senso proprio di questo aggettivo si riferisce soprattutto al sapore o all’odore. Un sapore o un odore si dice aspro quando è “acre” cioè pungente, penetrante. Viene spontaneo chiudere gli occhi quando un sapore è molto aspro.

Ad esempio quando la frutta è acerba, cioè non matura, ha un sapore aspro. Anche il vino può avere un sapore aspro.

In realtà sono moltissime le cose che possono essere aspre, perché l’aggettivo si usa soprattutto in senso figurato. Aspro può avere un significato di ruvido al tatto:

Una superficie aspra

Ma anche un territorio può essere aspro, o un terreno. In questo caso è accidentato, impervio, può essere faticoso da percorrere, la vita può essere difficile in un territorio aspro.

Una salita può essere aspra, nel senso di difficile da percorrere, faticosa.

Una stagione può esserlo:

L’ultimo inverno è stato molto aspro.

Questo significa che è stato freddo, difficile da superare, ostile, rigido.

Un aggettivo abbastanza negativo come avrete capito.

Un suono aspro o una voce aspra, è anch’essa poco gradevole. E’ un suono acuto, stridente, sgradevole all’orecchio.

Una penitenza o una punizione può essere aspra, nel senso di molto dura.

Anche un comportamento o dei modi (modi di comportamento), se definito aspro, riflette un carattere scontroso, intrattabile, freddo, poco amorevole, duro, severo.

Direi che aspro può essere associato a qualunque cosa che sia severo, sgradevole, amaro, risentito, duro, quindi il contrario di affabile, bonario, dolce, trattabile, facile e gradevole.

Se torniamo agli esempi iniziali, inasprire una sanzione ad esempio significa far diventare più aspra una sanzione, quindi più dura, più severa.

Indurire una sanzione o inasprire una sanzione hanno dunque lo stesso significato.

Il verbo dunque non è “asprire” (che non esiste) ma “inasprire”, cioè rendere più aspro, più duro, più severo.

In pratica questo verbo si può usare per indicare un peggioramento di una caratteristica che già è negativa, o comunque, se non esattamente negativa contiene un elemento di rigidità.

Per questo anche i controlli si possono inasprire, un conflitto, delle condizioni di vita, e anche delle sanzioni, quando vengono inasprite, sono più pesanti e meno sopportabili rispetto a prima.

Vediamo qualche altro esempio col verbo inasprire:

Le disgrazie hanno inasprito il suo animo

Bisogna ridurre l’inasprimento delle pene perché non c’è più spazio nelle carceri italiane

Il governo vuole inasprire le tasse! Aiuto!

Il mare oggi pomeriggio si inasprirà. Conviene rimandare la nostra gita in barca

Il dolore al ginocchio si è inasprito. Voglio andare dal medico!

Profumatamente

Profumatamente (scarica audio)

Trascrizione

Oggi vorrei parlavi dell’avverbio “profumatamente“. Perché? Perché non ha niente a che fare con il profumo.

Profumatamente si usa invece solamente quando si paga un prezzo molto alto. Parliamo di denaro dunque e di pagamenti. Niente a che vedere col profumo.

Pagare profumatamente e ricompensare profumatamente, sono le espressioni che si usano e indicano un prezzo molto alto, un prezzo molto generoso, quasi sempre nel senso di esagerato, eccessivo

Si utilizza in frasi di intonazione risentita, quindi quando siamo risentiti per questo altissimo prezzo pagato.

Es:

L’idraulico non mi ha risolto il problema che avevo a casa, nonostante si sia fatto pagare profumatamente.

Sei stato pagato profumatamente per questo servizio!

I parlamentari italiani sono pagati profumatamente.

Bisogna fare delle assunzioni nella nostra azienda. Non si può continuare pagando profumatamente personale esterno.

Non c’è bisogno di aggiungere “troppo“, perché in esageratamente c’è già il senso dell’eccesso.

Di solito “profumatamente” si usa per i servizi e meno per gli oggetti, inoltre se sto valutando un prezzo e credo che sia troppo alto, solitamente si dice:

Costa troppo

E’ troppo caro/costoso

Mi sembra tanto

Mi sembra una cifra eccessiva

Mi sembra esagerato come prezzo!

Infatti profumatamente si usa dopo che si è pagato il servizio o la merce, e come ho detto c’è un po’ di risentimento. Cerchiamo di usarlo quindi solamente quando pretendiamo un servizio o un prodotto ottimo perché lo abbiamo pagato profumatamente e quindi è giusto pretendere un’alta qualità. Oppure quando ci lamentiamo di una spesa eccessiva che potrebbe essere ridotta.

Non sempre però c’è risentimento. Infatti posso anche dire che sono disposto a pagare profumatamente un oggetto o un servizio a cui tengo molto.

758 – Il tema

Il tema (scarica audio)

Trascrizione

Sin da bambini, alle scuole elementari, gli italiani hanno ben presente il concetto di tema.

Il tema è un particolare compito di italiano che viene svolto in classe, ma volendo anche a casa. Il tema consiste nella trattazione scritta di un argomento da parte di uno studente.

Il tema viene assegnato da un professore e viene svolto dagli studenti, che devono scrivere su un foglio le loro idee su quell’argomento. Questo è molto utile per imparare a scrivere senza commettere errori, per capire i ragionamenti che si fanno, in quale ordine vengano presentati e se lo studente ha perfettamente compreso il tema di cui discutere.

A volte però gli studenti non centrano esattamente il tema (attenzione: ho usato il verbo centrare, che quindi si scrive senza apostrofo). Centrare il tema significa parlare esattamente dell’argomento proposto dal professore (quindi un tema viene anche proposto oltre che assegnato), proprio come quando si centra un bersaglio tirando una freccia. Più mi avvicino al centro del bersaglio, maggiormente posso dire di aver centrato il bersaglio. Quando il tema non viene centrato, il professore sicuramente lo farà notare allo studente e gli dirà:

 

Non hai centrato il tema

Sei andato fuori tema

Andare fuori tema significa quindi deviare dal tema, andare in un’altra direzione rispetto a quella indicata dal tema. L’espressione si può usare anche al di fuori dell’ambito prettamente scolastico quando non si risponde esattamente ad una domanda deviando su altre questioni non richieste.

Il concetto di tema, più in generale, esiste anche fuori dalla scuola.

Un tema è semplicemente un argomento. Quello di cui si sta parlando ad esempio.

Qual è il tema di cui state parlando?

Cioè: Di quale argomento state parlando?

Si usa molto nello scritto, soprattutto quando l’argomento è importante. Oppure in locuzioni come “in tema”:

In tema di vini, non ne capisco molto.

Quindi la locuzione “in tema” si può usare (dal formale all’informale) al posto di  “in relazione a”, “in merito a“, “riguardo a…”, “riguardo all’argomento di”, “per quanto riguarda”, a proposito di“.

Il tema si usa spesso anche nel linguaggio dell’arte, specie quelle figurative (pittura, scultura, architettura ad esempio) sempre col senso di argomento, o meglio nel senso di “soggetto” di un quadro, di una scultura, ecc.:

In questo quadro il pittore affronta il tema della Natività

Il tema della morte è trattato in molte opere letterarie.

Molto usata è anche la locuzione “il tema di fondo“, che in qualche modo indica la questione più importante. Quando usiamo questa locuzione vogliamo sottolineare ciò che conta di più, e spesso il tema di fondo è l’obiettivo principale o il problema principale. C’è un episodio che abbiamo dedicato a come spiegare un problema. L’obiettivo è separare una cosa importante da quelle che contano meno, quelle meno importanti, che, figurativamente parlando, si trovano in superficie e non in fondo.

Cosa dobbiamo fare con questa guerra? Sanzioni sì o sanzioni no? Dare le armi all’Ucraina oppure no? Il tema di fondo è come evitare che la guerra continui. Un altro tema importate è come evitare che le sanzioni mettano in ginocchio la nostra economia e quella dei Paesi europei.

Col “tema di fondo” c’è spesso un interrogativo, come in questo caso.

Come mai mio figlio non va bene a scuola? Prende anche ripetizioni private, ma ancora non funziona. Il tema di fondo è che non studia da solo e dorme poco.

Il tema di fondo è….

Si usa praticamente sempre in questo modo: il “tema di fondo è…”. Si usa per esprimere un’opinione, per fare ordine, per stabilire una gerarchia di importanza.

Questa è la cosa più importante dunque. Ci sono poi i temi secondari, anche detti sottotemi. E’ solo una questione di gerarchia. I sottotemi (termine più tecnico) sono meno importanti del tema principale.

Posso anche dire “tema principale” ma non è esattamente la stessa cosa, perché il tema principale è la cosa più importante dell’argomento di cui parliamo, o che viene spiegato, o di cui bisogna discutere.

Invece il tema di fondo si usa (oltre che per darsi un tono quando si parla) anche per fare chiarezza, perché vogliamo chiarire che le questioni secondarie vanno considerate solo dopo. Non bisogna perdere di vista il tema di fondo, Molto usato dai giornalisti, politici e esperti di qualsiasi materia, perché sono queste categorie di persone che sono le più adatte a stabilire un ordine di priorità.

Questi sono gli usi principali del termine tema, che vado a ricapitolare: indica un compito di italiano o anche di lingua latina ad esempio che si svolge in classe in tutte le scuole e spesso anche in alcuni concorsi. Si usano soprattutto i verbi assegnare, svolgere, dare (simile a assegnare) e fare (simile a svolgere). Poi il tema è più in generale l’argomento di una discussione o quello trattato nelle arti, soprattutto figurative. Abbiamo poi visto le locuzioni “in tema di“, che sta per “in relazione a”, “riguardo all’argomento di” sebbene sia di uso meno informale, e “il tema di fondo” che si usa per evidenziare la cosa più importante riguardo alla soluzione di un problema, quindi l’obiettivo principale; si tratta di un modo, anche questo poco colloquiale, per separare il tema principale dai temi secondari.
Adesso ripassiamo!

Peggy: Oggi Gianni mi ha lanciato la sfida di fare un ripasso con i fiocchi!
Danielle: Hai raccolto la provocazione?
Hartmut: Io la raccolgo senza remore. e vuoi che Peggy sia da meno?
Ulrike: Ovviamente. E’ una questione di principio per quanto mi riguarda!
Sofie: Ah vi vedo tutti convinti! Io sono di diverso avviso invece. Non è che non mi piacciano i ripassi, ma solo nel momento in cui rimangano brevi.
Erzsebet: Vabbè allora ci fermiamo qui per questa volta. Così uniamo l’utile al dilettevole.


Segue una breve spiegazione del ripasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

756 Espediente

Espediente

(scarica audio)

Trascrizione

Due episodi fa abbiamo parlato dell’espediente per la prima volta.

Quello, se ricordate, è stato, appunto, un espediente per cercare di attirare la vostra attenzione su un termine nuovo. Magari qualcuno di voi già si è fatto un’idea chiara del significato.

L’espediente ha a che fare in generale con la soluzioni ai problemi.

Trovare una soluzione. Questo è il nostro problema. L’espediente serve proprio a questo.

Somiglia ad un’idea, a qualcosa che potrebbe farci risolvere il problema.

In effetti l’espediente deriva da un’idea, ma quest’idea solitamente non è delle migliori. Conunque può capitare di usare questo termine anche per indicare una soluzione geniale.

Solitamente però la soluzione migliore, quella più efficace, non ha funzionato o non può funzionare per qualche motivo, oppure siamo in emergenza e dobbiamo trovare una soluzione velocemente, anche se poco ortodossa.

Potremmo chiamarlo anche un accorgimento, utile a risolvere alla meno peggio, o alla meglio, o alla bell’e meglio una difficoltà o a superare una situazione imbarazzante o critica, una situazione che necessita di una rapida soluzione.

Notate che ho usato più volte “alla“. A questo se ricordate abbiamo dedicato un episodio.

Comunque abbiamo usato “alla” in modo simile altre volte:

Cogliere alla sprovvista

Tornare alla carica

Stare alla larga

Prendere alla leggera

Allora, tornando a noi, in queste circostanze problematiche si può ricorrere ad un espediente.

Potremmo parlare anche di una trovata, di uno stratagemma o di una scappatoia. Sono alternative validissime.

Della trovata abbiamo già parlato un paio di volte (anche perché termina per –ata) , e sappiamo che spesso questo termine contiene un giudizio, a volte positivo, se si sottolinea la genialità dell’idea, (analogamente alla mandrakata) altre negativo, se si sottolinea l’ingenuità di chi ha creduto che quella fosse un’idea geniale.

Nell’espediente non c’è però nessun giudizio.

Nello stratagemma, invece lo dice anche la parola, c’è la strategia. Uno stratagemma è una soluzione originale, si tratta di un astuto espediente.

Il termine scappatoia, anche qui la parola parla chiaro, è una via d’uscita, una strada per uscire velocemente (per scappare), sia in senso fisico che figurato, da un problema. Anche la scappatoia è un espediente ingegnoso per evitare un pericolo o una situazione incresciosa, preoccupante, problematica.

Ad ogni modo con l’espediente, con lo stratagemma e la scappatoia si usano spesso i verbi ricorrere e escogitare.

Es:

Bisogna escogitare un’espediente per risolvere questo problema.

Sono ricorso a un espediente veramente geniale.

Adesso voglio parlarvi dell’espressione “vivere di espedienti“, che significa vivere di ripieghi, spesso illeciti, illegali, disonesti.

Chi, per necessità, per mancanza di soldi, di risorse, insomma perché non se la passa molto bene, è costretto a trovare rapide soluzioni di emergenza, anche commettendo piccoli reati, si può dire che vive di espedienti, simile un po’ a tirare a campare, ma ricorrendo (questa è la differenza) spesso e volentieri, ad atti poco leciti per poter adattarsi a tutte le circostanze.

Avete notato che ho ricorso al verbo ripiegare?

In effetti quando si ricorre ad un espediente, come detto, è qualcosa che escogitiamo perché la prima soluzione o non c’è o non funziona. È a tutti gli effetti una soluzione di ripiego.

È bello per me quando gli episodi passati mi aiutano a spiegare i successivi. Per voi naturalmente è un modo per capire quanto è importante comprendere i progressi che avete fatto e in questo modo tra l’altro l’apprendimento diventa molto edificante per voi.

A questo punto, considerando quanti richiami ho fatto agli episodi passati possiamo anche evitare il ripasso del giorno.

757 Recriminazioni e rimostranze

Recriminare

(scarica audio)

Trascrizione

Oggi parliamo di “crimini“. Un crimine, come probabilmente sapete, è un delitto particolarmente grave, particolarmente efferato.

Uccidere una persona è ovviamente un delitto ma anche un crimine, come anche rapinare una banca. I due termini spesso sono usati come sinonimi.

Ma oggi non ci interessa questa differenza. Piuttosto ci interessa il verbo recriminare, che viene proprio dal termine crimine.

Quando una persona recrimina qualcosa non significa però che è stato commesso un crimine o un delitto. Spesso si sta dicendo che è stata commessa un’ingiustizia, si sta esprimendo una lamentela o una accusa (tardiva) per fatti accaduti o per ingiustizie subite. Ci si sta rammaricando per qualcosa che è accaduto e che ci ha procurato un danno, un torto o una ingiustizia.

Due episodi fa abbiamo introdotto, ma in realtà ho semplicemente accennato al concetto di recriminazione. Parlavamo della locuzione “non fare che“, che esprime, una lamentela, appunto, quindi può anche esprimere una recriminazione, perché una recriminazione è una lamentela a tutti gli effetti.

Solitamente è una lamentela che si rivolge ad altre persone, ma in realtà si può anche esprimere una lamentela indefinita, senza un destinatario, oppure verso sé stessi, nel senso che posso pensare al passato, a qualcosa che non è andato bene, così posso recriminare, cioè considerare con rammarico ciò che si è fatto o che è accaduto, anche per colpa mia volendo. E’ un modo di dispiacersi del passato. Anche a questo abbiamo dedicato un episodio passato. Non siate rammaricati perché non lo ricordate, poiché potete sempre andarlo a rivedere.

Se ad esempio faccio un esame all’università, il giorno successivo posso dire:

Non posso recriminare nulla!

Cioè: non posso lamentarmi per come è andata. Non posso dispiacermi di aver subito ingiustizie o di aver studiato di più. E’ andata come doveva andare.

La maggioranza delle volte comunque la lamentela si rivolge a persone ben precise, perché qualcuno ha qualche tipo di colpa per qualcosa che mi ha danneggiato. Ormai però è o potrebbe essere tardi per rimediare, sia che sia colpa mia che la colpa sia di altri.

Giovanni, dopo la mancata promozione, è andato a recriminare dal direttore

Maria ha preso un brutto voto in matematica, ma afferma di aver avuto un compito più difficile degli altri studenti. Per questo è andata a recriminare dal professore.

Quando una persona si lamenta per un torto subito, spesso la riposta di chi ascolta è:

Cos’hai da recriminare?

E’ inutile recriminare, ormai è andata!

Le tue recriminazioni sono infondate

Non è questo il momento di recriminare!

Una recriminazione dunque è solitamente una lamentela per fatti di cui si attribuisce ad altri la responsabilità.

Sinonimi? Una lamentela, una lagnanza o, più formale, una rimostranza.

In ambiti lavorativi e professionali non sono rare frasi come:

Farò le mie rimostranze a chi di dovere!

Vada a fare le sue rimostranze al direttore se non ritiene giusta la sua decisione!

Anche la rimostranza (che si usa quasi sempre al plurale), come la recriminazione è una espressione di protesta per un torto subito ma decisamente più formale. Si usa spesso anche parlando di politica. Spesso le rimostranze sono semplicemente delle obiezioni o delle polemiche. E’ il contesto che fa la differenza.

Tutti possono fare rimostranze, ma meglio riservare questo termine per questioni serie.

I genitori hanno sollevato delle rimostranze per via delle porzioni troppo scarse date ai bambini.

L’aumento dei prezzi della benzina ha generato molte rimostranze dal parte degli automobilisti.

Rauno: nonostante le rimostranze di alcuni membri, che lamentavano un numero eccessivo di episodi settimanali, Giovanni non fa che pubblicare nuovi episodi. Bisogna risalire a due anni fa per trovare una settimana con meno di tre episodi.

Peggy: Personalmente non posso dirmi insoddisfatta, e nemmeno voi dovreste, a meno che non siate così impegnati da non trovare 10 minuti al giorno.

Segue una spiegazione del ripasso