Il 10 agosto 1893 l’Italia compì un passo importante nel mondo finanziario con la nascita della Banca d’Italia, frutto della fusione di quattro istituti bancari.
Questo evento arrivò dopo un periodo di grande instabilità e scandali, come quello della Banca Romana, che aveva minato la fiducia nel sistema bancario nazionale.
Per prendere una decisione così cruciale, il governo dovette raccogliere prove e testimonianze precise, valutare ogni elemento con attenzione e assicurarsi che la necessità di riforma fosse chiara al di là di ogni ragionevole dubbio.
Solo quando fu certo che il sistema bancario doveva essere unificato e regolamentato in modo efficace, si procedette alla creazione di una banca centrale capace di garantire stabilità e fiducia.
Questo esempio mostra come in ambito giuridico e politico si agisca solo quando la certezza supera ogni dubbio ragionevole, per evitare errori e ingiustizie.
L’espressione al di là/fuori di ogni ragionevole dubbio, tipica del linguaggio giuridico, indica che una determinata verità è stata accertata con un grado di certezza tale da rendere qualsiasi dubbio infondato e irragionevole.
Non si pretende la verità assoluta, ma si raggiunge un livello di prova così solido da escludere ogni ipotesi alternativa ragionevole.
L’espressione si può usare anche in altre circostanze ovviamente, ma in effetti se fate una ricerca prevalgono, nel suo utilizzo, le occasioni formali e giuridiche.
Ma stiamo parlando di dubbi, quindi nessuno mi vieta, ogniqualvolta bisogna essere sicurissimi, perché c’è una decisione importante da prendere, di dire ad esempio:
Che la carbonara si faccia senza panna è ormai un fatto assodato, direi al di là di ogni ragionevole dubbio.
Studiare solo la grammatica non basta per imparare l’italiano, e questo è chiaro al di là di ogni ragionevole dubbio. È come voler imparare a nuotare leggendo il manuale… senza mai entrare in acqua!
Che fingesse il piacere era evidente al di là di ogni ragionevole dubbio: ha guardato l’orologio tre volte, ha risposto a un messaggio della madre e ha detto ‘Interessante’ nel momento clou.
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Un termine molto usato in ambito politico è il presidio.
Il termine presidio indica la protezione, la vigilanza e la sorveglianza di un luogo o di una situazione. Allo stesso modo il verbo presidiare indica l’azione del proteggere, tutelare.
Un presidio può servire anche a controllare, a difendere un luogo. Infatti il presidio militare è un contingente di truppe di stanza in un luogo, guarnigione. Si dice che questo contingente di truppe è di stanza in un luogo. Questo gruppo (contingente) di militari è “stanziato” (verbo stanziare) in un luogo con l’obiettivo di difenderlo.
Anche delle persone normali, come dei volontari posso fare un presidio, possono cioè presidiare qualcosa, come una banca, una scuola eccetera.
Il verbo presidiare quindi si riferisce all’azione di esercitare il presidio su un luogo, un edificio o una zona di interesse.
In politica si usano spesso frasi come:
Le istituzioni dello Stato sono il presidio della democrazia.
Questo significa che le istituzioni servono a tutelare, a garantire la democrazia.
Uno Stato deve presidiare la libertà democratica di un paese
Gli ambiti in cui si usano questi termini sono vari e spaziano dalla sicurezza pubblica, alla salute, all’ambiente, all’educazione, alla difesa, all’agricoltura e tanto altro ancora.
Ci sono alcuni presidi che ricorrono più spesso, come il presidio medico, il presidio di polizia, il presidio ambientale, il presidio di sicurezza o il presidio sanitario.
Il presidio di polizia è un luogo dove la polizia esercita un’azione di controllo, quindi può essere anche un edificio o una sola stanza in cui è necessaria la presenza di poliziotti.
Se parliamo di presidio sanitario le cose si fanno più complicate. Infatti ad esempio la farmacia è un presidio sanitario sul territorio. Anche un centro di riabilitazione privato lo è.
In generale ogni struttura fisica (ospedale, poliambulatorio, ambulatorio, ecc.) dove si effettuano le prestazioni o le attività sanitarie è un presidio sanitario.
Ma un presidio sanitario è anche il nome che viene dato a tutti quegli ausili sanitari (ad esempio le carrozzelle) cioè quegli strumenti utili per compiere azioni che sarebbero altrimenti impossibili o difficili da eseguire.
I presìdi sanitari sono i pratica degli oggetti che aiutano a prevenire o curare determinate patologie (come il catetere per l’incontinenza, i pannoloni etc.). Anche le protesi sono degli ausili sanitari.
Poi ci sono anche i presidi medico-chirurgici ma in questo caso si tratta di disinfettanti e sostanze come germicide o battericide, ma anche gli insetticidi, tipo per uccidere le zanzare.
Apriamo una breve parentesi grammaticale (non vi ci abituate).
Attenzione perché si dice e si scrive presidi medico-chirurgici. Medico al singolare e chirurgici al plurale. Infatti quando si hanno dei nomi composti da due o più parole riunite da un trattino, funziona sempre così. La prima al singolare e la seconda al plurale.
Quindi i presidi si dicono medico-chirurgici (medico, non medici).
Vale la stessa regola in tutti i casi di questo tipo, es:
Lezioni pratico-teoriche
Lezioni teorico-pratiche
Le questioni politico-parlamentari
Problemi scolastico-educativi
Problemi educativo-scolastici
Questioni economico-sociali
Questioni socio-economiche
ecc
Chiudiamo la parentesi.
Presidi medico-chirurgici: Si tratta di prodotti che vanno autorizzati dal Ministero della Salute e una volta autorizzati, i prodotti devono riportare in etichetta la dicitura “Presidio Medico Chirurgico” e il numero di registrazione che viene fornito proprio dal Ministero della Salute.
Quindi sul termine presidio si potrebbero creare confusioni. Non avviene questo però col verbo presidiare, che significa solamente controllare o proteggere. C’è il senso della presenza fisica, stare sempre fisicamente in quel luogo.
Fanno eccezione il presidio della legalità, della democrazia. In questi casi c’è più il senso della “tutela”
Con ogni probabilità, con tutta probabilità (scarica audio)
Trascrizione
Gianni: cosa dite voi se siete certi che qualcosa accadrà?
Es:
Sicuramente domani pioverà
Sono sicuro che prenderò la laurea entro l’anno
Sono certo che la mia idea funzionerà
Puoi star certo che le cose andranno proprio così
Si può usare anche il concetto di probabilità:
Sono sicuro al 100 percento che vinceremo
Non ci sono possibilità che questo non accadrà
Con tutta probabilità ce la faremo
Con ogni probabilità il governo cadrà prima dell’estate
Queste ultime due modalità sono le più interessanti:
Con ogni probabilità
Con tutta probabilità
Notate che trattandosi di eventi futuri, in realtà la certezza assoluta non c’è mai.
Ciò che esprimiamo è sempre un nostro convincimento. Quindi anche se dico che qualcosa avverrà sicuramente, al 100% di probabilità, o con ogni probabilità, o con tutta probabilità, non abbiamo la certezza assoluta. Il senso è quindi:
Assai probabilmente, quasi certamente, molto probabilmente, A volte si incontra anche sicurissimamente.
A mio avviso nella maggioranza dei casi si è più convincenti se si usa una di queste due formule piuttosto che esprimere una certezza che in realtà non può esserci.
Ovviamente se devo tranquillizzare una persona, l’incertezza non è la scelta migliore e allora, per dare fiducia meglio dire:
Sono sicuro che ce la farai!
Vai tranquillo, sicuramente passerai l’esame col massimo dei voti.
Con tutta/ogni probabilità sono formule più eleganti e sono piuttosto usate anche in ambito professionale.
Questo è tutto
Nel prossimo episodio vedremo la differenza tra piuttosto e abbastanza.
Vediamo oggi un aggettivo cghe viene usato spessissimo, se non esclusivamente, alle braccia: Conserte. Ovviamente in questo caso l’agettivo è plurale femminile, come le braccia, appunto.
Le braccia conserte indica le braccia incrociate su petto, quindi intrecciate.
Quando le braccia sono conserte, sono quindi incrociate. Si usa parlare di braccia conserte quando parliamo di linguaggio del corpo. Potrei avere freddo, naturalmente, ed è per questo che tengo le braccia conserte ma in genere si esprime qualcosa di diverso.
Una persona che tiene le braccia conserte assume una posizione particolare.
Se sto assistendo a qualcuno che parla e mi trovo in piedi, è molto probabile che io incroci le braccia. Probabilmente perché non saprei dove altro metterle. Le potrei mettere in tasca. Questa è un’alternativa adottata a volte.
Altre volte invece questa posizione rappresenta un atteggiamento di chiusura, vale a dire che non siamo disposti, se teniamo le braccia conserte, a mettere in discussione le nostre idee, quindi è un modo per isolarci. In altre occasioni può essere un gesto che mostra sicurezza di sé.
Stare ma soprattutto restare a braccia conserte, è una espressione che indica la non azione, il non far nulla.
Es:
Di fronte al rischio di una guerra, non si dovrebbe restarea braccia conserte
Cioè: bisogna invece fare qualcosa, per impedire la guerra
Se voglio qualcosa dalla mia vita non poso restare a braccia conserte ad aspettare che il destino mi aiuti, ma devo fare qualcosa!
Attenzione perché “conserto”, al singolare, è presente nella locuzione “di conserto“, una locuzione abbastanza formale che sta a significare una decisione presa “di comune accordo“, quindi insieme.
Abbiamo deciso di conserto che è il momento di fare la pace.
Gli stati europei devono muoversi di conserto
Muoversi o fare qualcosa di conserto significa muoversi insieme, prendere decisioni insieme, decisioni che vanno nella stessa direzione attraverso degli accordi.
Anche questa è una espressione piuttosto formale.
Gli accordi e le intese, ancor più che le decisioni, vengono prese di conserto, altrimenti che accordi sono?
Spesso di usa anche “d’intesa“:
Agire d’intesa = agire di conserto
I carabinieri, d’intesa con la polizia, hanno fatto le indagini
Il comune di Roma, d’intesa col Ministero, promuove la settimana della cultura
Il presidente dell’associazione, d’intesa con tutti i membri, ha deciso la data della prossima riunione
Sicuramente d’intesa è una forma più utilizzata rispetto a “di conserto“.
Poi dovete sapere che “di concerto” ha lo stesso significato di “di conserto” quindi si parla sempre di un accordo, di un comune accordo. Non è un caso che durante un concerto ci siano molti strumenti a suonare tutti insieme.
Quindi agire di concerto o andare di concerto significano ancora una volta agire insieme, di comune accordo, procedere insieme. Però per le braccia non vale la stessa cosa. Le braccia possono solamente essere conserte, con la lettera esse.
Esiste anche a la concertazione (solamente con la lettera c) che è, nel linguaggio giornalistico e politico, un modo di operare, una prassi di reciproca consultazione e di azione congiunta tra le forze sociali e il governo sui maggiori temi della politica economica.
Adesso ripassiamo:
Danielle: dottore, ho un problema. Non riesco a smarcarmi dallo studio della grammatica. Anzi le dico che mi diverte persino a volte. È grave dottore?
Estelle: grave? Gravissimo! Provo una tremenda invidia però! Anch’io studio italiano ma la trovo veramente pesante la grammatica.
Irina: ma senti questi! Parlare della grammatica di venerdì! Vivaddio non ne ho più bisogno adesso! Ma anche lei, benedetto dottore! Non conosce I risvolti negativi delle regole grammaticali sull’umore?
Un paio di episodi fa abbiamo accennato al termine accorgimento.
Se ricordate il significato di espediente, siamo abbastanza vicini come significato.
Però l’espediente è più legato al concetto di soluzione di ripiego, ad una soluzione alternativa, qualcosa che ci permette di trovare comunque una soluzione quando siamo alle prese con un problema.
L’accorgimento invece è maggiormente legato alla sicurezza, all utilità che ne deriva e alla capacità di fare qualcosa di opportuno, a volte di sagace, di sottile, cose che possono sfuggire a tante persone, altre volte semplicemente si tratta cose intelligenti e pensate. Sagace significa che mostra, denota intelligenza pronta e perspicace.
Esprime anche la capacità di saper individuare il da farsi (ciò che va fatto).
Questa è una qualità che viene chiamata “avvedutezza” o anche “accortezza” . Le persone avvedute sono persone attente, accorte, che riflettono, che non dimenticano di fare le cose importanti.
Vediamo qualche esempio:
Quando si va in bicicletta in città bisogna usare ogni accorgimento perché è molto pericoloso
Ieri sono entrati i ladri in casa. Sfortunatamente per loro, non hanno avuto l’accorgimento di coprirsi il viso e così la polizia li ha riconosciuti grazie alle telecamere.
Nonostante tutti gli accorgimentiadottati, alla fine anch’io ho preso il Covid.
Molto cibo conservato in frigo spesso finisce poi nella spazzatura. Ma ci sono alcuni accorgimenti utili che possono essere presi per ridurre lo spreco.
Ecco i possibili accorgimenti da adottare per prevenire il contagio: mascherina, distanza di sicurezza, lavare le mani eccetera. Questi sono tutti accorgimenti utili.
Il verbo adottare si usa spesso con gli accorgimenti:
Adottare un accorgimento
Adottare tutti gli accorgimenti possibili
Nonostante gli accorgimenti adottati
Adottare si può quindi usare al posto del verbo avere, senza alcun problema (avere è meno formale). Altre volte, sebbene sia meno adatto, si usa anche prendere, così come si prende una decisione, o come si prende un provvedimento, o anche come si prende una precauzione, termine quest’utimo che è legato esclusivamente alla sicurezza, specie quella legata alla salute e alla vita.
Quindi la precauzione (pre = prima) ha più a che fare con la prudenza, la cautela, i rischi e i pericoli possibili. Bisogna agire prima per prevenire i rischi.
Spesso precauzione e accorgimento si usano con lo stesso significato ma nell’accorgimento c’è più il senso della sagacia e di saper individuare le cose opportune da fare, che non è detto abbiano a che fare col pericolo, il rischio e la sicurezza personale.
L’accorgimento e la precauzione in comune hanno che danno sicurezza, evitano che un problema si presenti o almeno sono qualcosa che se si dimentica di adottare può costare molto caro.
Avrete sicuramente pensato al legame col verbo accorgersi.
Per non dare adito a dubbi, meglio allora precisare che non è casuale perché solo dopo che si è pensato, che si è riflettuto, ci si accorge di qualcosa di importante che altrimenti sarebbe potuto sfuggire.
Ma quando vi accorgete di qualcosa, non è quello l’accorgimento, che invece si manifesta quando c’è l’azione conseguente. E infatti adottare significa, tra le altre cose, mettere in atto per uno scopo, simile a attuare. Quindi adottare un accorgimento è mettere in atto ciò che è stato deciso.
Ulrike: però l’accorgimento non permette di sentirsi a cavallo.
Irina: no, non è detto che vada tutto per il meglio, ma se adotti tutti gli accorgimenti possibili puoi dirti soddisfatto, per il resto, non possiamo farci nulla.
Albèric: non vogliamo tediarvi ulteriormente. Ci vediamo al prossimo episodio.
Giovanni: caro visitatore di Italiano Semplicemente. So che stai cercando si imparare l’italiano.
Ne sei veramente convinto? Sei determinato? Sei veramente irremovibile? Sei tanto convinto che niente e nessuno potrebbe farti cambiare idea?
Dove voglio arrivare? Ve lo dico subito.
Uno dei modi per esprimere determinazione cioè una definitiva presa di posizione della propria volontà, una decisione irrevocabile, una decisione presa e nessuno riuscirà a farvi cambiare idea è usare l’espressione “tirare dritto“. Si usa spessissimo nei telegiornali.
Essere irremovibili è la modalità che si avvicina maggiormente a tirare dritto. Anche essere fermi e essere decisi vanno abbastanza bene, ma manca sempre l’interferenza dalla quale non ci si fa condizionare.
“DRITTO”, aggettivo, lo abbiamo già incontrato nell’espressione “essere un dritto” ma in quel caso è un sinonimo di furbo e opportunista.
Stavolta invece dritto sta per diritto, inteso come qualcosa di lineare, senza curve, come una strada dritta, come una linea dritta, una linea retta.
L’uso del verbo tirare è alquanto anomalo perché in questo caso sta per “andare avanti“.
Quindi “tirare dritto” ha un senso vicino a “andare avanti in modo diritto”. Ma in che senso?
Si dice proprio così e si usa spessissimo per indicare una decisione presa e sulla quale non si cambia idea, nonostante ci siano pressioni, generalmente provenienti da altre persone, che vogliono farci cambiare direzione.
La strada spesso viene presa a rappresentare le questioni che riguardano le decisioni e la vita:
Basti pensare alle espressioni:
Tornare sui propri passi
Essere sulla strada giusta
Un percorso ad ostacoli
Un bivio importante
Eccetera.
Così quando si tira dritto si intende che non si è disposti a tornare indietro, a cambiare idea, o ad accettare compromessi. Non si è neanche disposti a fermarsi per poi ripartire. Bisogna andare avanti senza esitazione.
Vi faccio qualche esempio:
Il governo, nonostante le pressioni dei vari partiti, tiradritto e, come era stato detto, impone l’obbligo alla vaccinazione a tutti gli italiani.
Un governo dittatoriale? Non esageriamo! In genere tiraredritto esprime convincimento, sicurezza nella propria decisione. Alcune volte può indicare una mal disposizione al compromesso e alla trattativa, ma difficilmente si usa questa espressione per indicare decisioni prese in modo dittatoriale o autoritario, anche perché in quel caso non si apre mai una vera trattativa.
L’espressione si usa normalmente in tutti quei casi in cui una decisione è stata presa e non si mostra disponibilità a cambiare idea.
Al femminile può diventare tirare dritta e al plurale tirare dritti o dritte.
Dico “può” diventare perché in teoria dritto può anche restare così, indicando il percorso da seguire. Nei fatti però si tende a usare, forse maggiormente dritto, dritta, dritti e dritte a seconda del caso.
Attenzione però perché l’espressione si usa anche in almeno altre due circostanze.
La prima è da intendersi in modo materiale es.
Una madre consiglia alla propria figlia adolescente:
Se qualche ragazzo ti fischia e ti dice di fermarti, tu tira dritto, ché non si sa mai!
Come a dire: non ti fermare, non ti voltare neanche: continua per la tua strada.
Ho incontrato un amico abbracciato con una ragazza che non era la moglie. Io l’ho salutato ma lui ha preferito tirare dritto senza dire nulla!
Un terzo utilizzo è invece relativo al giusto comportamento da tenere.
Lo usano sempre i genitori nei confronti dei figli quando non sono soddisfatti del loro comportamento e della mancanza di disciplina:
Tu cerca di tirare dritto, altrimenti sabato non ti faccio uscire con gli amici!
Si parla quindi della cosiddetta giusta “condotta” da avere.
La condotta è il comportamento abituale di un individuo nei suoi rapporti sociali e nei confronti di quello che si considera un comportamento corretto, virtuoso, se obbedisce ai genitori (o ai professori) e fa ciò che loro si aspettano.
Questo è “tirare dritto“, in questo caso.
In realtà è una espressione che potrebbe utilizzarsi anche in senso più generale per indicare la presenza o la mancanza di disciplina, anche volendo a livello lavorativo.
Quindi tirare dritto in quest’ultimo caso equivale più o meno a “comportarsi bene“, e l’opposto di tirare dritto potrebbe essere “fare di testa propria” o “non comportarsi bene“, o anche “non rispettare le regole” o fare qualcosa di diverso da ciò che è stato deciso o ciò che ci si aspetta.
Chi non tira dritto è allora un indisciplinato e merita spesso una punizione.
Spesso si sente dire anche:
Lo addrizzo/raddrizzo io quel ragazzo se non tira dritto!
Ti addrizzo/raddrizzo io a te!
Si tratta di linguaggio familiare e spesso si accompagna questa frase minacciosa (in senso quasi sempre ironico) con un gesto della mano: il palmo teso verticalmente che si muove in su e in giù.
In senso proprio, tirare dritto si può ovviamente usare anche quando si gioca a calcio, a tennis, quando si lancia una palla, un oggetto qualsiasi, anche una freccia, un sasso eccetera: tutti in quei casi in cui “tirare” esprime il movimento di un oggetto lanciato o spinto (o tirato), una palla ad esempio, verso una direzione. In questo caso tirare dritto è l’opposto di tirare storto.
Ma nei tre casi descritti in precedenza siamo in circostanze diverse perché è il verbo tirare che si usa in modo diverso.
Non voglio tirarla troppo per le lunghe come al solito (questa è un’altra delle tante espressioni col verbo tirare, analoga a “farla lunga” che abbiamo già trattato), pertanto vi saluto. Non prima del ripasso però.
Sofie: allora parlo io. Ieri ho incontrato un tizio per strada che mi fa: “scusi, posso farle una domanda? ” ed io: “dica pure”. E poi mi fa: “ma lei chi è? Io la conosco!”. Accidenti, l’ho riconosciuto tardi, era il mio primo fidanzato del liceo… Se sapevo tiravo dritto.
Non tutti gli episodi della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente sono della durata di due minuti, e su questo non ci piove, ma prometto che stavolta ce la farò.
“Su questo non ci piove” è un’espressione, un detto col quale si afferma una certezza, qualcosa di certo, di sicuro, qualcosa sulla quale non abbiamo dubbi. Un’espressione ovviamente colloquiale. Potete anche dire “qui non ci piove!“, dove “qui” non indica un luogo riparato, dove non può cadere la pioggia, ma, come detto una certezza.
Non si ha però certezza sul motivo di questo modo di dire. Perché si dice che non ci piove? Forse la pioggia rappresenta l’incertezza, la precarietà, oppure ci si riferisce alla “pioggia di critiche“, espressione che indica una elevata quantità di critiche. Non si sa in realtà.
Non importa l’origine comunque. L’importante è che anche col tono si esprima sicurezza e certezza in ciò che si dice.
Ho ragione io, su questo non ci piove!
Ho visto Giovanni, sono sicuro che era lui. Su questo non ci piove!
Irina: Oggi ho litigato con un tizio per il parcheggio oggi. *Per quanto,* credo avesse ragione lui. Ma mi sono innervosito *per via* del suo tono scortese, e mi è partito un insulto!
Mariana: vedi di munirti un po’ di pazienza per non finire col passare dalla parte del torto.
Emma: vedi un po’! Senno c’è rischio che tu possa finire in galera!.
Irina: invece l’avrei anche mandato a quel paese, senza neanche dire una mezza parola.