Il putiferio, il vespaio e la bufera (scarica audio)
– associazione italiano semplicemente
Voce di Sofie, membro dell’associazione Italiano semplicemente.
Trascrizione
Sofie (Belgio): Il termine putiferio non è molto usato dai non madrelingua.
Il motivo probabilmente è che somiglia molto al più diffuso “casino“.
Casino è però molto informale, e sicuramente è il più usato da tutti nel linguaggio di tutti i giorni.
Ad ogni modo un putiferio, proprio come il casino, possiamo usarlo in più occasioni. La scelta dipende dal contesto, che può essere più o meno familiare.
Prima di tutto un putiferio è una specie di litigio tra persone o meglio ancora una situazione di clamore improvvisa.
Questo clamore è stato provocato da un grosso problema venutosi a creare.
Es:
Appena la notizia della corruzione è apparsa sui giornali, nel partito è successo il/un putiferio.
Il mio ragazzo mi ha lasciato e io all’inizio ho fatto il/un putiferio.
Quando arrivai tardi alla riunione il mio capo ha scatenato il/un putiferio.
Si tratta di qualcosa di rumoroso e violento, che genera confusione e generalmente anche dei grossi cambiamenti.
Ma un putiferio può anche essere una scenata, una reazione di una persona che giudichiamo esagerata, uno sfogo incontrollato di rabbia e di risentimento contro qualcuno:
Il mio ragazzo mi ha visto che baciavo un altro ragazzo e ha fatto un putiferio.
Perché per così poco hai generato un putiferio? Che bisogno c’era? Non potevi reagire da persona equilibrata e tranquilla? C’era bisogno di questa reazione esagerata?
Un putiferio può indicare, proprio come il casino, un grande disordine:
Che putiferio che c’è in questa stanza! Perché non la riordini?
Ci sono altri termini anch’essi altrettanto usati, quali finimondo, pandemonio, parapiglia, trambusto, tumulto e al limite anche il vespaio.
Il vespaio è interessante perché viene dal termine vespa. In vespaio è in senso proprio il nido delle vespe.
Rispetto al pandemonio, il vespaio dà l’idea di una reazione più silenziosa, ma comunque confusionale e incontrollata. Indica pettegolezzi, scandali, gente che parla e discute, l’esistenza di risentimenti e malumori.
Il tipico esempio dell’uso del vespaio è:
Provocare un vespaio di polemiche
Suscitare un vespaio di critiche
Sollevare un vespaio di proteste
Queste critiche vengono da più parti. Pensate al rumore delle vespe nel vespaio.
Il pandemonio dunque è più rumoroso e può essere fatto anche da una sola persona. Il vespaio invece coinvolge più persone.
Molto giornalistico è anche il termine “bufera“, preso in prestito dalla terminologia meteorologica:
Si scatena una bufera nelle istituzioni scolastiche dopo le dichiarazioni di Giovanni che vuole rinunciare all’insegnamento della grammatica.
Si tratta sempre di proteste generalizzate, che vengono da più parti e generano scompiglio, confusione; un grave sconvolgimento, in genere politico o sociale.
Generalmente il vespaio viene generato, suscitato o sollevato e si riferisce a critiche e polemiche da parte di più persone.
Appena ho pronunciato il verbo sollevare mi è subito venuto alla mente il termine “polverone“, anch’esso simile.
Hai sollevato un polverone per un nonnulla. Datti una calmata!
Più informale il polverone rispetto al vespaio.
Le bufere invece, proprio come le tempeste di pioggia e vento, sono qualcosa di più violento e si dice in genere che si abbattono (ad es. su una persona o su un personaggio pubblico) dopo un certo avvenimento, come può essere una dichiarazione pubblica.
Il pandemonio si può tranquillamente usare al posto del vespaio e della bufera, ma in tal caso si preferisce usare il verbo “fare” o “provocare” (fare/provocare un pandemonio), oppure si dice che è successo un pandemonio.
Oddio,vedo che siamo arrivati a sei minuti! Allora vi saluto e spero che tra di voi non si sia sollevato un vespaio di proteste!
Ciao.