Italiano Professionale – Il linguaggio della Polizia – 1 episodio

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Descrizione

Con questo breve episodio iniziamo una serie di lezioni dedicate al linguaggio delle Forze dell’Ordine in Italia.

Iniziamo con una breve storia in cui analizziamo alcuni termini molto utilizzati sia dalla Polizia italiana che dagli automobilisti. Inizialmente siete chiamati a provare a scrivere le parole mancanti della storia, dopodiché potrete ascoltare la storia completa e rispondere alle domande di un secondo episodio audio. Vi consiglio di dare un’occhiata alla pagina dedicata all’associazione per chi fosse interessato alle lezioni del corso di Italiano Professionale.

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Rifarsi con gli interessi

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Trascrizione

Rifarsi con gli interessi. Questa è la frase che vi spiego oggi. State ascoltando la voce di Giovanni e questo è uno dei tanti episodi presenti su italianosemplicemente.com.

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Sapete cosa sono gli interessi? Facciamo una breve panoramica su questa parola, così capirete bene la frase di oggi in un secondo momento. Sarà anche l’occasione per vedere qualche verbo particolare.

Se andate in banca e chiedete dei soldi in prestito, vedrete che ciò che prendete in prestito dalla banca deve essere restituito indietro alla banca, ovviamente. Ma non basta la cifra che avete preso. Bisogna aggiungere gli interessi.

Se prendete €100 in prestito probabilmente dovrete restituirne circa €105.

€100 di capitale e €5 di interessi. I cinque euro rappresentano il compenso della banca, cioè il guadagno della banca.

La parola interesse ha anche altri significati come sapete.

Ad esempio è un’attrazione verso qualcosa che quindi attira il vostro interesse.

Inoltre l’interesse è un affare, una faccenda, un’attività da cui si può ricavare un vantaggio, un utile. I due significati sono ovviamente legati perché se puoi ricavare un vantaggio da qualcosa allora questo qualcosa attira o riscuote il tuo interesse.

È interessante notare i verbi legati alla parola interesse, in particolare mi interessa parlarvi di badare e curare, che hanno ciascuno due significati diversi.

Si può badare al proprio interesse o ai propri interessi. Badare significa prestare attenzione, avere cura in questo caso. L’interesse di cui si parla è il vantaggio personale, l’interesse personale, cioè che è importante per la singola persona. Non si parla necessariamente di denaro.

L’altro significato di badare è riferito alle persone, come ai bambini o agli anziani. Esiste anche la figura della badante nel caso degli anziani. La/il badante è chi si occupa, chi ha cura degli anziani (il senso è lo stesso di prima ma si riferisce alle persone). Nel caso dei bambini è la baby sitter (detta “Tata” in italiano) che bada (cioè ha cura) ai bambini.

In questo caso non possiamo chiamarla “badante”, che è solo la persona che si occupa delle persone anziane non autosufficienti.

L’altro verbo è curare: curare gli interessi.

Curare e simile a badare quando si parla di interessi. Nulla a che fare con la guarigione però. Non si tratta di curare una malattia, ma di curare gli interessi, avere cioè cura degli interessi. Sono gli avvocati che curano gli interessi di una persona. Si parla di interessi economici quindi. Non esiste solamente l’avvocato però.

Ad esempio la persona che cura gli interessi delle star, delle persone famose si chiama “agente“.

Quella che cura gli interessi dell’attore o degli atleti si chiama “manager“, ma nel caso dei calciatori ad esempio si sente parlare di “procuratore“.

Comunque quando parliamo di “rifarsi con gli interessi”, la frase di oggi, parliamo dell’interesse economico, quello che la banca ottiene in più oltre al capitale prestato. Questi interessi, come tutti voi saprete, aumentano al passare del tempo.

Si dice che gli interessi “maturano“, come se fossero un frutto di un albero. Ma in effetti se ci pensate bene, i soldi, come si dice, fruttano, nel senso che, come la frutta sugli alberi, al passare del tempo gli interessi aumentano.

Anche un investimento può fruttare, cioè può rilevarsi un buon investimento. Ma rimaniamo agli interessi.

“Rifarsi con gli interessi” contiene il verbo rifarsi. Un verbo che ha diverse interpretazioni.

Questa frase si usa quando un affare non va molto bene. Quando dico affare intendo solitamente una questione economica, legata ai soldi, ma in realtà in senso figurato posso usare l’espressione anche in altre circostanze.

Rifarsi con gli interessi significa che in futuro andrà meglio. Oggi non è andata come speravo, ma in futuro andrà meglio, meglio anche di quanto speravo accadesse oggi.

In futuro avrò una soddisfazione talmente alta che compenserà l’insoddisfazione di oggi.

Ad esempio:

Oggi un affare economico è andato male, non sono contento di quanto accaduto, ma domani mi rifarò con gli interessi. Domani i mie guadagni saranno superiori delle perdite di oggi.

Rifarsi, questo è il verbo utilizzato, verbo riflessivo, non è come rifare.

Io mi rifaccio

tu ti rifai

lui si rifà

Noi ci rifacciamo

Voi vi rifate

Loro si rifanno

Rifarsi significa riprendersi economicamente recuperando i soldi spesi, oppure prendersi la rivincita su qualcuno o qualcosa. Non sempre il significato è economico.

Nella frase di oggi è però importante usare “con“: rifarsi con gli interessi. Questo perché il verbo rifarsi può avere altri significati. E’ un verbo che può ingannare. Non facilissimo da usare

Se dico:

Il pugile, dopo aver perso il primo incontro, si è rifatto con il secondo avversario.

Questo significa che inizialmente il pugile perde il primo incontro, ma il secondo lo vince. Il pugile si è rifatto con il secondo avversario. Il pugile ha avuto una rivincita col secondo avversario, ha quindi vinto il secondo incontro. Lo ha battuto, lo ha sconfitto.

Se invece dico:

Mi rifaccio una vita

Questa frase significa che la mia vita tornerà quella di prima. Non c’è “con“.

Devo recuperare la mia vita, farla tornare come prima. Sto parlando solo di me stesso, non mi sto rifacendo “con” qualcos’altro.

Perdo una sfida con Giovanni? Mi posso rifare con Luigi. Perdo anche con Luigi? Posso cercare di rifarmi con Andrea.

Se va male anche con Andrea, dovrò cercare di rifarmi una reputazione, visto che ho perso con tutti!

Adesso vediamo la frase di oggi:

Nella frase “rifarsi con gli interessi” il verbo rifarsi si riferisce a qualcosa che va recuperato. Gli interessi rappresentano qualcosa in più che si otterrà in futuro. Questo qualcosa in più, come abbiamo visto, nel linguaggio economico finanziario possiamo chiamarli “interessi”.

Rifarsi con gli interessi dunque rappresenta una soddisfazione che si otterrà in futuro che riuscirà a compensare abbondantemente la delusione di oggi, e posso usarla anche al di fuori dei discorsi che riguardano il denaro.

Facciamo alcuni esempi.

L’attaccante della Juventus non è riuscito a mettersi in mostra con la maglia della sua Nazionale ai Mondiali, ma si è rifatto con gli interessi nella stessa Juventus, vincendo lo scudetto.

Lo studente non riusciva a migliorare il proprio italiano, ma con Italiano Semplicemente spera di rifarsi con gli interessi.

Vedete che io sto facendo esempi che non hanno a che fare con i soldi, ed in effetti l’espressione si sua quasi sempre in modo figurato.

Non è un’espressione formale naturalmente.

Se volete esprimere lo stesso concetto in senso più formale anziché dire:

Mi sono rifatto con gli interessi

Potete dire (ripetete dopo di me):

Ho pienamente compensato le perdite

Ho risanato pienamente il fallimento iniziale

Ho ampiamente risanato la condizione iniziale

Mi sono riscattato abbondantemente dalla sconfitta iniziale

Ho completamente ripreso la condizione iniziale, ottenendo ancora di più

Concludo facendovi notare altri due modi il usare il verbo rifarsi:

Rifarsi = intervenire chirurgicamente modificando i connotati di una persona

Es: l’attore si è rifatto il naso

Rifarsi a” che significa, tra le altre cose, riferirsi a, fare riferimento a. Ad esempio, se vi volessi spiegare il verbo “cavarsela” mi conviene rifarmi ad un podcast realizzato la settimana scorsa, in cui ho spiegato il significato di questo verbo. Quindi potrei aggiungere qualcosa ma comunque mi rifarei a quell’episodio.

Analogamente mi posso rifare a quanto già ho detto nella spiegazione delle sette regole d’oro per sottolineare l’importanza della ripetizione dell’ascolto. Ascoltate dunque questo episodio più volte.

Rifarsi il letto = rifare il proprio letto, sistemare il proprio letto in modo ordinato dopo aver dormito; farlo tornare come prima.

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Vedersela e cavarsela

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Trascrizione

Buongiorno amici, bentornati su Italianosemplicemente.com e benvenuti in questo nuovo episodio raccontato dalla voce di Giovanni.

Spero che oggi siate in forma perché dobbiamo vedere la differenza tra CAVARSELA e VEDERSELA.

Si tratta di due verbi pronominali, ed abbiamo già dedicato un episodio ai verbi pronominali. Si tratta di un bell’episodio tra l’altro.

Se siete curiosi vi consiglio di darci un’occhiata. Oggi interessa invece vedere la differenza che esiste tra questi due particolari verbi pronominali, vedersela e cavarsela.

Vi dico questo perché si tratta di verbi simili apparentemente ma hanno funzioni diverse.

Dunque: iniziamo da cavarsela.

Il verbo è pronominale quindi si usa verso se stessi:

Io me la cavo

Tu te la cavi

Lui se la cava

Noi ce la caviamo

Voi ve la cavate

Loro se la cavano.

Si usa sempre al femminile quindi cavarselo in questo senso non esiste. E dunque non si può neanche dire “io me lo cavo” perché se dite una frase del genere, al maschile, state dicendo tutta un’altra cosa.

Il verbo cavarsela si usa in vari contesti diversi. Vediamo quali.

Se una persona ti chiede: come stai?

La risposta può essere “me la cavo, grazie, e tu?”.

Me la cavo significa che va bene, che è ok; si tratta di una risposta standard ma questa risposta indica che in realtà le cose vanno bene ma non troppo bene. Diciamo benino.

“Me la cavo” significa letteralmente “riesco ad andare avanti”, “riesco a sopravvivere” e solitamente la frase è accompagnata da una smorfia, un’espressione del viso che indica proprio questo. Una persona anziana risponde solitamente con:

Si tira avanti

Si tira a campare

Sì va avanti nonostante tutto.

Questo è un primo modo di usare cavarsela.

Un secondo modo è quando si descrivono le proprie abilita nel fare qualcosa.

Come vai a scuola?

Me la cavo abbastanza bene in matematica, mentre in lingua italiana non me la cavo affatto.

A matematica quindi il ragazzo va bene, se la cava bene, e questo significa che raggiunge la sufficienza almeno. Può anche essere un modo modesto per rispondere che va benissimo.

In italiano invece non se la cava affatto quindi le cose vanno male. I risultati non sono positivi in italiano. Questo uso si estende a qualsiasi attività lavorativa.

come te la cavi a dipingere?

Il che equivale a dire: “sei bravo a dipingere”?

È una modalità informale ma molto usata in tutti i lavori.

C’è infine una terza modalità di usare cavarsela, cioè quando riusciamo a scampare o a scongiurare un pericolo.

Quando riusciamo a uscire da una situazione pericolosa. La situazione è simile in fondo a quando riusciamo a risolvere un problema o a svolgere una mansione, un’attività. Quando riusciamo a cavarcela vuol dire che siamo usciti illesi, indenni da una situazione pericolosa. Poteva essere pericolosa ma non lo è stata:

ce la siamo cavata.

Non deve necessariamente essere un pericolo di vita o di salute, ma un qualsiasi tipo di pericolo.

In questi casi si usa anche un’altra espressione:

l’abbiamo scampata

Oppure anche:

L’abbiamo scampata bella

Ce la siamo cavata è leggermente diversa perché implica un’attività da parte di chi parla, come uno sforzo compiuto. Si è riusciti a superare una difficoltà con astuzia o accortezza o con abilità. Insomma grazie ad una qualità personale.

Se c’è un terremoto pertanto è meglio usare “l’abbiamo scampata” perché se si sopravvive da un terremoto è solitamente solo merito della fortuna. Comunque posso dire: “ce la siamo cavata per miracolo” oppure “ce la siamo cavata per il rotto della cuffia“, un’altra espressione che si usa in questi casi.

Invece se siamo inseguiti da una persona e riusciamo a scappare meglio usare “me la sono cavata” perché c’è stata un’abilità personale nell’uscire da questa situazione pericolosa. Non è merito della fortuna.

Prima di passare a vedersela, voglio farvi notare che “cavare” significa anche “estrarre“, “tirar fuori”, quindi “uscire“. Non a caso la “cava” è quel luogo dove si estrae il materiale per le costruzioni. La cava si scava dalla Montagna. La cava viene scavata. Anche il verbo “scavare” vi aiuta quindi a capire il significato si cavarsela. Scavare significa togliere terra dal terreno (ad esempio).

Infine cavarsela si usa anche in senso economico.

Quanto l’hai pagata quella giacca?

Me la sono cavata per €20

Cioè sono riuscito a spendere solo venti euro.

Oppure:

Nella nostra azienda ce la caviamo bene ultimamente

Cioè gli affari vanno abbastanza bene recentemente.

E vedersela?

Anche vedersela si usa con i problemi, le attività ed i lavori ma è diverso però perché si riferisce non all’abilità nel fare qualcosa ma nel semplice affrontare la situazione.

Ad esempio:

Giovanni: Il direttore è arrabbiato con noi. Chi prova a calmarlo?

Francesco: ok, me la vedo io con lui.

Francesco dice che se la vede lui con il Direttore, cioè lui prova a risolvere il problema, ad affrontare la situazione. Non è detto che Francesco riuscirà però a cavarsela.

Giovanni: com’è andata col direttore? Te la sei cavata bene?

Francesco: si, me la sono cavata egregiamente.

Cavarsela egregiamente è una modalità molto usata per dire che il risultato è stato molto buono.

Quindi vedersela significa affrontare, fronteggiare, cercare di risolvere un problema, in particolare escludendo gli altri.

Quando si usa vedersela molto spesso si vuole dire che si vogliono escludere gli altri dal problema. In questo modo quindi ci si assume tutta la responsabilità.

Quindi “me la vedo io” è del tutto uguale a “ci penso io“.

Un uso particolare di vedersela è:

Me la sono vista brutta

Che è una frase che si usa quando si racconta una vicenda passata e si dice che si è passato un brutto momento. “Me la sono vista brutta” significa quindi “ho attraversato un brutto periodo”.

Spesso si usa quando le cose alla fine sono andate bene, ma c’è stato un momento in cui non andavano bene.

Quando ero giovane, durante la guerra, non c’era nulla da mangiare e ce la siamo veramente vista brutta in quel periodo.

Oppure:

La nostra azienda adesso va molto bene ma durante la crisi economica ce la siamo vista brutta.

Vi starete chiedendo:

Si usa “ce la siamo vista bella?”

La risposta purtroppo è no.

Quindi, ricapitolando: cavarsela e vedersela si usano entrambi con i problemi e le situazioni difficili o con le attività lavorative.

Cavarsela è più legata al risultato finale (me la sono cavata) e per esprimere una abilità nello svolgere una mansione (me la cavo bene a scrivere).

Vedersela invece è affrontare la situazione (me la vedo io) e si usa anche per escludere gli altri e quindi prendersi tutta la responsabilità (lascia stare, me la vedo io). Infine “vedersela brutta” significa passare una brutta situazione.

Adesso fate un bell’esercizio di ripetizione.

Cavarsela

Come te la cavi coi verbi pronominali?

In Italia ce la caviamo bene economicamente

Nella nostra famiglia ce la caviamo con poco

Vedersela

Me la vedo io con lui, voi statene fuori

Che paura il terremoto! Me la sono vista proprio brutta

Chiudo con un avvertimento: cavarsela e vedersela si usano solo e sempre al femminile. Ve lo avevo accennato all’inizio dell’episodio. Anche noi maschietti dobbiamo usare il femminile. Quindi me la cavo e me la vedo, me la sono cavata e me la sono vista. Se usate il maschile state dicendo un’altra cosa. Ad esempio:

– quel film me lo vedo domani.

Che è come dire “lo vedo domani”

Oppure:

– mi sono cavato un occhio.

Cioè (che brutta immagine) mi sono tolto un occhio. Quindi, parlando dell’occhio:

me lo sono cavato.

Come capite il significato di queste frasi al maschile è completamente diverso dalle precedenti.

Ciao a tutti.

Un saluto da Giovanni.

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Cambiamo i protagonisti

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Trascrizione

Buongiorno ragazzi, in questo episodio di italiano semplicemente, intitolato “cambiamo i protagonisti” facciamo un esercizio interessante, non molto semplice ma molto utile. Vi suggerisco di leggere ed ascoltare nello stesso tempo, almeno la prima volta.

Ascolterete un breve dialogo che riguarda due persone, Anna e Gianni. Un episodio molto breve in cui si parla di fiori. Gianni ed Anna verranno interpretati rispettivamente da me e da Maria Eugenia, membro dell’associazione Italiano Semplicemente.

Disegno di Daria, membro russo dell’associazione Italiano Semplicemente

Dopo aver ascoltato proviamo a cambiare i protagonisti della storia. Un esercizio sui pronomi personali ma non solo.

Anna: A me piacciono molto i fiori…me lo regaleresti un fiore?

Gianni: ti piacciono i fiori? anche a me piacciono!

Anna: perché non me ne regali uno? Me lo vuoi fare questo regalo?

Gianni: certo che te ne regalo uno. Te l’ho già promesso una settimana fa.

Anna: quando me lo regali?

Gianni: domani. Domani te ne regalo un bel mazzo. Mi fa molto piacere.

Anna: me ne basta uno grazie. Mi farai felice.

Bene proviamo adesso a cambiare le persone, cioè i protagonisti della storia.

Chi regala i fiori e chi li riceve? Proviamo a modificare questi due soggetti.

1) TU regali i fiori ad ANNA

2) VOI regalate i fiori ad ANNA

3)VOI relagate i fiori ad ANNA e MARGHERITA

4) LORO regalano i fiori ad ANNA e MARGHERITA

5) LUI regala i fiori ad ANNA.

1) TU regali i fiori ad Anna.

Io (Gianni) parlo con TE. Sei tu che regali i fiori ad Anna.

Gianni: Ad Anna piacciono molto i fiori. Glielo regaleresti un fiore?

Tu: le piacciono i fiori? anche a me piacciono!

Gianni: perché non gliene regali uno? Glielo vuoi fare questo regalo?

Tu: certo che gliene regalo uno. Gliel’ho già promesso una settimana fa.

Gianni: quando glielo regali?

Tu: domani. Domani gliene regalo un bel mazzo. Mi fa molto piacere.

Gianni: gliene basta uno grazie. La farai felice.

2) VOI regalate i fiori ad ANNA

Adesso io (Gianni) parlo con voi. E siete voi che regalate i fiori ad Anna.

Gianni: Ad Anna piacciono molto i fiori…glielo regalereste un fiore?

Voi: le piacciono i fiori? anche a noi piacciono!

Gianni: perché non gliene regalate uno? Glielo volete fare questo regalo?

Voi: certo che gliene regaliamo uno. Gliel’abbiamo già promesso una settimana fa.

Gianni: quando glielo regalate?

Voi: domani. Domani gliene regaliamo un bel mazzo. Ci fa molto piacere.

Gianni: gliene basta uno grazie. La farete felice.

3) VOI relagate i fiori ad ANNA e Margherita.

Voi regalare i fiori ma stavolta chi riceve i fiori sono due persone: Anna e Margherita. Ne parlo io con voi.

Gianni: Ad Anna e Margherita piacciono molto i fiori. Glielo regalereste un fiore?

Voi: gli piacciono i fiori? anche a noi piacciono!

Gianni: perché non gliene regalate uno? Glielo volete fare questo regalo?

Voi: certo che gliene regaliamo uno. Gliel’abbiamo già promesso una settimana fa.

Gianni: quando glielo regalate?

Voi: domani. Domani gliene regaliamo un bel mazzo. Ci fa molto piacere.

Gianni: gliene basta uno grazie. Le farete felici.

4) LORO regalano i fiori ad ANNA e MARGHERITA

Stavolta chi regala i fiori sono loro, quindi più persone. Chi li riceve sono sempre Anna e Margherita. Io ne parlo con te.

Gianni: Ad Anna e Margherita piacciono molto i fiori… glielo regalerebbero un fiore?

Tu: gli piacciono i fiori? anche a loro piacciono!

Gianni: perché non gliene regalano uno? Glielo vogliono fare questo regalo?

Tu: certo che gliene regalano uno. Gliel’hanno già promesso una settimana fa.

Gianni: quando glielo regalano?

Tu: domani. Domani gliene regalano un bel mazzo. Gli fa molto piacere.

Gianni: gliene basta uno grazie. Le faranno felici.

5) LUI regala i fiori ad Anna.

Io (Gianni) parlo con TE. Ma è LUI che regala i fiori ad Anna. Lui si chiama Giuseppe.

Gianni: Ad Anna piacciono molto i fiori. Glielo regalerebbe un fiore Giuseppe?

Tu: le piacciono i fiori? anche a lui piacciono.

Gianni: perché non gliene regala uno? Glielo vuole fare questo regalo?

Tu: certo che gliene regala uno. Gliel’ha già promesso una settimana fa.

Gianni: quando glielo regala?

Tu: domani. Domani gliene regala un bel MAZZO. Gli fa molto piacere.

Gianni: gliene basta uno grazie. La farà felice.

Un saluto da Giovanni e continuate a seguire italiano semplicemente.

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Juventus – atletico Madrid: 3-0 – I TERMINI calcistici DOPPIETTA, TRIPLETTA POKER, CINQUINA

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Tripletta di Ronaldo. Il fenomeno dei fenomeni.

La doppietta la tripletta, il poker, la cinquina.

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