I centrocampisti e il centrocampo – il linguaggio del calcio (episodio 8)

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il centrocampista

Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Dopo aver parlato della difesa e dei difensori, oggi parliamo del centrocampo e dei centrocampisti.

Lo dice la parola: il centrocampista gioca al centro del campo, o quantomeno nella zona centrale del campo di calcio.

Nel gioco del calcio, il centrocampo è la zona del campo situata tra la linea difensiva e la linea offensiva. I giocatori che occupano questa zona sono chiamati appunto “centrocampisti“.

Il ruolo principale dei centrocampisti è quello di creare, organizzare e dirigere le azioni della squadra, sia in fase difensiva che offensiva.

La fase “offensiva” serve ad “offendere” ma qui il verbo offendere non si riferisce agli “insulti verbali” come avviene solitamente al di fuori del linguaggio del calcio, ma all’azione di attaccare. Offendere è l’opposto di difendere nel gioco del calcio, quindi proprio come attaccare. La fase di attacco è pertanto la fase offensiva.

La fase offensiva nel calcio si riferisce al momento in cui la squadra ha il possesso del pallone e cerca di attaccare l’area avversaria al fine di segnare un gol. Durante la fase offensiva, i giocatori della squadra che ha il possesso della palla cercano di creare spazi, combinare tra loro e avanzare verso la porta avversaria attraverso passaggi, dribbling e movimenti coordinati.

Nella fase offensiva, i centrocampisti e gli attaccanti hanno un ruolo fondamentale, poiché sono quelli che cercano di creare le occasioni da gol per la squadra. Inoltre, anche i difensori possono partecipare alla fase offensiva, soprattutto in situazioni di calcio d’angolo o di punizione, quando si muovono in avanti per cercare di segnare di testa o di piede.

È importante notare che la fase offensiva non si limita solo al momento in cui la squadra ha il possesso del pallone, ma può anche includere situazioni in cui la squadra cerca di recuperare il possesso del pallone il più velocemente possibile per poi passare alla fase offensiva. Questo approccio è noto come “pressione alta” ed è utilizzato da molte squadre moderne per interrompere il gioco degli avversari e creare occasioni da gol rapidamente.

Dunque, tornando ai centrocampisti, essi sono responsabili di tenere il possesso del pallone e di creare opportunità di gol per gli attaccanti.

Rispetto ai difensori, i centrocampisti hanno maggior libertà di movimento e sono più coinvolti nell’azione offensiva. Rispetto agli attaccanti, invece, i centrocampisti hanno maggiori responsabilità difensive e sono spesso coinvolti nella creazione delle azioni offensive.

Esistono diversi tipi di centrocampisti, ognuno dei quali ha un ruolo specifico all’interno della squadra. Ecco i principali:

  • Regista difensivo: è il centrocampista che agisce come “mediano” davanti alla difesa. Il suo compito principale è di distribuire la palla con precisione ai compagni di squadra. Deve dirigere il gioco. E’ un giocatore di calcio che gioca a centrocampo, davanti alla difesa. Deve proteggere la difesa e di contrastare gli attacchi avversari. Viene spesso chiamato anche “centrocampista difensivo” .
  • Ala: è il centrocampista che gioca come esterno d’attacco. A destra o a sinistra. Il suo compito principale è di creare occasioni da gol attraverso cross e dribbling. Il ruolo dell’ala a centrocampo nel calcio moderno è spesso caratterizzato da un gioco dinamico e veloce, con la creazione di occasioni da gol e assist per gli attaccanti. Vediamo dopo qualche verbo e termine che descrivono il gioco dell’ala e dei Centrocampisti. In generale, l’ala a centrocampo è un giocatore che deve essere in grado di creare scompiglio (cioè problemi) nella difesa avversaria, utilizzando la sua velocità, agilità e tecnica per creare occasioni da gol e assist per i compagni di squadra.
  • Mezzala: è il centrocampista che gioca sulle fasce laterali del campo. La parola “mezzala” deriva dal termine italiano “mezza ala”, che indica un giocatore di calcio che gioca a centrocampo, ma che tende a spostarsi sulle fasce laterali del campo. Il ruolo della mezzala è stato sviluppato in Italia a metà del XX secolo, durante la cosiddetta “scuola italiana” di calcio, e da allora è stato utilizzato da molte squadre italiane e internazionali. Inoltre, la mezzala ha un ruolo più completo rispetto all’ala, poiché deve essere in grado di coprire anche la zona centrale del campo e di partecipare alla fase difensiva, supportando i compagni di squadra nella fase di ripiegamento. In generale, il ruolo della mezzala richiede una grande abilità nel gioco di passaggio, una buona capacità di lettura del gioco e una grande resistenza fisica, poiché il giocatore deve essere in grado di coprire lunghe distanze sul campo.
  • Centrocampista box-to-box (voce di André dal Brasile): è il centrocampista che copre tutta la larghezza del campo. Il suo compito principale è di svolgere sia compiti difensivi che offensivi. era proprio così che giocavo io quando ero più giovane e sognavo di diventare un calciatore profissionista!
  • Trequartista: è il centrocampista che gioca dietro alle punte. Il suo compito principale è di creare occasioni da gol per i compagni di squadra. Oggi questo è un ruolo che sta sempre più scomparendo.Negli ultimi anni, si è verificata infatti una tendenza in molti schemi di gioco del calcio moderno che prevede l’eliminazione del ruolo del trequartista, o almeno la sua diminuzione di importanza.Il ruolo del trequartista, o fantasista, è tradizionalmente stato quello di occupare una posizione avanzata nel centrocampo e di essere il responsabile della creazione delle occasioni da gol per la squadra. Tuttavia, la crescente importanza del gioco di pressing, della tattica e della velocità, ha portato molte squadre ad adottare uno schema di gioco più dinamico e flessibile, dove il ruolo del trequartista è stato spesso sostituito o integrato da altri giocatori.
    Ad esempio, molte squadre utilizzano una formazione con tre centrocampisti, dove uno dei tre è incaricato di svolgere il ruolo di regista, mentre gli altri due si muovono in modo più dinamico e flessibile, creando spazio e supportando gli attaccanti. In questo caso, il ruolo del trequartista viene quindi svolto da più giocatori, invece di essere concentrato su un solo giocatore.
    In generale, si può dire che il ruolo del trequartista non è completamente scomparso, ma sta subendo un cambiamento a causa dell’evoluzione del calcio moderno. Molte squadre ancora utilizzano un fantasista, ma spesso in combinazione con altri ruoli, come centrocampista offensivo o attaccante “seconda punta“, per creare una maggiore flessibilità e fluidità nello schema di gioco.
    Vediamo qualche termine, come dicevo:

    1. Incursione: l’ala a centrocampo può utilizzare la sua velocità e la sua capacità di dribbling per avanzare rapidamente lungo il lato del campo e creare occasioni da gol.
    2. Cross: l’ala a centrocampo può inviare cross precisi in area avversaria per i compagni di squadra che si trovano in posizione di segnare.Nel calcio, il termine “cross” si riferisce a un passaggio effettuato da un giocatore lungo il lato del campo verso l’area avversaria. Il cross viene effettuato solitamente da un giocatore posizionato sulla fascia laterale, lontano dalla porta avversaria.L’obiettivo del cross è quello di inviare la palla in area avversaria, dove i compagni di squadra possono cercare di segnare un gol, soprattutto grazie ad una precisa “incornata” (colpo di testa) o ad una deviazione di testa.
      Il cross è uno dei movimenti più comuni nel calcio moderno, ed è spesso utilizzato dalle squadre che cercano di sfruttare la velocità e la potenza dei propri attaccanti, i quali possono approfittare di un buon cross per segnare un gol o creare un’occasione da gol.
  • Velocità: l’ala a centrocampo è spesso un giocatore veloce, capace di superare gli avversari con rapide accelerazioni.
  • Agilità: l’ala a centrocampo deve essere in grado di dribblare con agilità, facendo rapidi cambi di direzione per superare gli avversari.
  • Assist: l’ala a centrocampo può fornire assist precisi ai compagni di squadra, aprendo le linee di difesa avversarie con passaggi intelligenti.
  • Tiro: l’ala a centrocampo può essere anche un buon finalizzatore, capace di segnare gol da lontano o di avvicinarsi alla porta avversaria per concludere.
  • Attacco alla profondità: l’ala a centrocampo può muoversi rapidamente lungo la fascia per creare spazi e attaccare “la profondità” della difesa avversaria. Vediamo meglio. L’attacco alla profondità è una tattica offensiva utilizzata nel calcio per cercare di penetrare la difesa avversaria sfruttando la velocità e la rapidità dei propri attaccanti. In questo tipo di attacco, i giocatori cercano di superare la linea difensiva avversaria con rapidi movimenti in profondità, cioè correndo verso la porta avversaria cercando di ricevere un passaggio filtrante. L’obiettivo dell’attacco alla profondità è di creare situazioni di superiorità numerica in avanti, cercando di mettere in difficoltà la difesa avversaria e di creare occasioni da gol. Solitamente, l’attacco alla profondità viene utilizzato quando la squadra avversaria schiera una linea difensiva alta, con i difensori posizionati in avanti rispetto alla propria area di rigore. Per effettuare un attacco in profondità, la squadra in attacco deve avere giocatori veloci e rapidi, capaci di superare gli avversari con rapidi scatti in avanti. Inoltre, è importante che i giocatori in attacco siano in grado di effettuare “passaggi filtranti” precisi e ben calibrati, in modo da permettere ai compagni di squadra di ricevere la palla in posizione favorevole per segnare un gol.
Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

I difensori e la difesa – il linguaggio del calcio (episodio 7)

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Dopo aver parlato del ruolo del portiere e della porta, occupiamoci adesso della difesa e dei difensori.

Coloro che ricoprono il ruolo di “difensori” sono coloro che giocano “in difesa”.

La difesa è composta dai giocatori che giocano “in difesa”, cioè che si trovano giocano per difendere la propria porta, perché il loro compito è principalmente quello di evitare che gli avversari facciano gol, cioè che mettano la palla in rete.

Adesso sappiamo usare qualche parola in più in virtù degli episodi passati, quindi possiamo anche ripassare il termine “deputato“.

I difensori sono deputati alla difesa della propria porta.

Coloro che ricoprono questo particolare ruolo giocano in una posizione arretrata, nelle vicinanze del proprio portiere.

Non tutti i difensori sono uguali però. Infatti a seconda della loro posizione in campo hanno un nome diverso.

I difensori centrali si chiamano così perché giocano al centro della difesa. Questi difensori occupano prevalentemente lo spazio compreso fra la propria porta e la linea di centrocampo.

Poi ci sono i cosiddetti “terzini” o difensori laterali. C’è il terzino destro e il terzino sinistro che stanno rispettivamente a destra e a sinistra rispetto al difensore centrale.

E’ curioso che il nome terzino abbia una origine nel linguaggio militare, cosa che avviene in diverse occasioni nel linguaggio del calcio.

Infatti gli attaccanti si può dire che rappresentano la cosiddetta “prima linea“, perché si trovano davanti alla porta avversaria, dunque sono coloro che devono fare gol.

Il centrocampo rappresenta la “seconda linea” perché si trovano dietro agli attaccanti e i difensori dunque sono coloro che occupano la terza e ultima linea. Da qui il termine “terzino”.

La difesa viene detta anche “reparto difensivo” e anche “pacchetto arretrato” o “pacchetto difensivo“, che si contrappone come vedremo nei prossimi episodi, al “pacchetto di centrocampo” e al “pacchetto avanzato“.

Possiamo sicuramente affermare che i difensori, cioè il pacchetto arretrato, è composto da calciatori schierati a ridosso dell’area di rigore costituendo pertanto l’ultima linea prima del portiere.

Ho detto che i difensori sono schierati.

Tutti i calciatori sono schierati in realtà. Essere schierati, nel mondo del calcio e in generale negli sport di squadra significa giocare in una certa posizione. Si dice pertanto:

Un calciatore schierato in difesa

Un difensore schierato a sinistra

Un difensore schierato a destra

L’allenatore ha deciso di schierare una formazione molto difensiva.

Stiamo parlando del cosiddetto “schieramento“.

Anche questo termine si usa nel linguaggio militare: lo schieramento delle truppe, lo schieramento dell’esercito.

Lo schieramento è semplicemente la “disposizione delle forze in campo”.

Schierare un calciatore però significa anche “far giocare un calciatore”, “decidere che un calciatore scenda in campo”. Questa è una decisione dell’allenatore.

E’ lui che decide lo schieramento cioè la formazione che scende il campo.

L’allenatore ha varie scelte a disposizione, vari calciatori che può decidere di far giocare.

La formazione che sceglie è quella che lui ha deciso di schierare in campo.

Ecco allora che la difesa possiamo anche chiamarla “lo schieramento difensivo“.

In politica il termine schieramento fa riferimento alla posizione “politica”.

Esiste dunque lo schieramento di sinistra, quello di destra. Esiste poi lo schieramento cattolico, quello laico, lo schieramento riformista e quello conservatore.

È curioso che anche il termine “pacchetto“, non si usi solo nello sport, in particolare nel calcio, ma anche in politica. Ancora una volta.

Però non si tratta di un gruppo di politici schierati da una parte, ma di un insieme di proposte politiche che, una delle parti può propone all’altra.

Es:
Oggi sarà discusso il pacchetto giustizia.
Le norme proposte fanno parte di un pacchetto che è stato proposto al Governo dai sindacati.
Nel calcio però il “pacchetto” è solo quello difensivo, di centrocampo e di attacco.
Riguardi ai difensori centrali, un ruolo che oggi si usa abbastanza poco è “stopper”, chiamato così perché questo calciatore è chiamato a arrestare (stop) e controllare il pallone.

Si chiama talvolta “regista arretrato” perché ha le caratteristiche simili a un centrocampista ma gioca un po’ indietro.

Un tempo esisteva anche il ruolo del cosiddetto “libero”, un tipo di difensore che nel calcio moderno non esiste praticamente più. Ne parleremo un’altra volta.
Concludo con un verbo usato spessissimo quando si parla dei difensori e di portieri (anche degli arbitri): intervenire.
I difensori sono chiamati ad intervenire perché il loro compito è prevalentemente cercare di interrompere il gioco degli avversari e questo avviene con degli “interventi” nel linguaggio calcistico:
Es:
L’attaccante viene fermato grazie ad un grande intervento da parte del difensore.
Molti interventi irregolari oggi da parte del pacchetto difensivo della Juventus.
Quando si parla di interventi dei difensori spesso c’è un aggettivo che li qualifica:
Un grande intervento
Un facile intervento
Un difficile intervento
Prodigioso intervento da parte del portiere!
Intervento irregolare da parte del terzino sinistro
Miracoloso intervento del portiere
Intervento corretto che ferma l’attaccante proprio prima che potesse tirare!
Intervento dell’arbitro che fischia un fallo a favore del Barcellona
Questo è un termine che si usa in ogni campo, ma ogni volta in modo diverso.

In generale diciamo che si tratta di una partecipazione attiva a dei fatti o delle situazioni. Ma oggi a noi interessa prevalentemente il linguaggio del calcio.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

Il portiere e la porta, il ruolo, il gol e la rete – il linguaggio del calcio (episodio 6)

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Uno dei ruoli più importanti nel calcio è quello ricoperto dal portiere.

Interessante il verbo ricoprire vero?

Tutti i ruoli, nel calcio e fuori, vengono ricoperti o interpretati o rivestiti. Nel cinema vendono interpretati, ma negli sport vengono ricoperti e anche rivestiti.

Quando un giocatore di calcio gioca in porta, allora sta ricoprendo il ruolo del portiere, cioè colui che è deputato a difendere la porta. Riveste il ruolo di portiere.

Essere deputato a fare qualcosa significa essere assegnato a un incarico o appunto alla copertura di un ruolo.

Giovanni è il nome del portiere? Allora Giovanni ricopre il ruolo del portiere, Giovanni gioca in porta, cioè Giovanni è deputato a difendere la porta.

Anche il verbo assumere si usa a volte con i ruoli del calcio. Questo perché un ruolo è simile a un incarico, una missione, un obiettivo da raggiungere.

Si può dire sia “assumere un ruolo” che “ricoprire un ruolo”. Entrambi i termini significano che un calciatore (o una persona in generale, al di fuori del calcio) sta prendendo il controllo o sta svolgendo le responsabilità associate a un particolare ruolo o posizione.

Informalmente, parlando della porta e di chi assume il ruolo del portiere, si può usare anche il verbo essere e andare:

In porta c’è/va Giovanni

Il portiere è Giovanni

In tv e alla radio però più spesso si dice:

Tra i pali c’è Giovanni.

La porta è difesa da Giovanni

L’estremo difensore è Giovanni

Il portiere infatti si chiama anche così: estremo difensore.

Giovanni è incaricato/deputato a difendere la porta.

La porta, lo avete capito, è quello spazio delimitato da due pali in posizione verticale e la traversa, in posizione orizzontale, che collega i due pali nella parte alta. La porta è quello spazio in cui si deve mandare il pallone per fare gol, e dietro la porta c’è una rete.

Si parla anche di specchio della porta per descrivere l’area delimitata dai pali, la traversa e la linea bianca disegnata a terra alla base.

A proposito di gol, quando una squadra riesce a realizzare un gol, cioè riesce a spedire la palla nella porta avversaria, si può dire che:

La squadra ha fatto gol.

La squadra ha segnato un gol

La squadra ha realizzato una rete

La squadra è andata in gol/rete

In tutti i casi la palla oltrepassa completamente la linea bianca del terreno di gioco compresa fra i pali della porta avversaria.

Ma come fa a difendere la porta il portiere? Fondamentalmente il portiere deve parare. Poi ha anche il ruolo di dirigere la difesa, ma soprattutto deve parare.

Parare significa evitare di prendere gol, intercettando i tiri degli avversari che sono indirizzati verso la porta.

La parata

Le patate

Grande parata del portiere

Le parate del portiere evitano la sconfitta della squadra

Quando la parata è molto bella da vedere per il gesto atletico e la difficoltà nell’esecuzione, i telecronisti amano usare il termine “miracolo“:

Miracolo del portiere!

Il portiere fa una parata miracolosa!

Strepitosa parata del portiere!

Si usa molto anche “prodezza“:

Prodezza del portiere sul tiro dell’attaccante!

Il portiere risponde al tiro con una prodezza miracolosa/strepitosa!

La palla era indirizzata verso lo specchio della porta ma il portiere compie un vero miracolo e salva il risultato!

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

Il verbo decretare – il linguaggio del calcio (episodio 5)

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Più volte, in questa rubrica, ho usato il verbo decretare.

Il fischio dell’arbitro che decreta l’inizio della partita o la ripresa del gioco.

Abbiamo già detto che è quasi esclusivamente dedicato alle decisioni dell’arbitro.

Dunque è proprio il direttore di gara che ha questo compito: decretare qualcosa.

L’arbitro può decretare l’inizio della partita, la fine della partita, ma può decretare anche un calcio di rigore, una punizione, un calcio d’angolo eccetera.

Somiglia molto a ordinare e stabilire.

Sapete cos’è un decreto?

Decretare viene proprio dal termine decreto, infatti significa stabilire con decreto.

Questa è l’origine. Un decreto è simile a una legge, comunque si tratta di un provvedimento amministrativo o giurisdizionale.

In realtà avrete capito che in modo estensivo, il verbo significa anche stabilire autorevolmente.

Dunque l’arbitro, essendo un’autorità in campo, può decretare, nel senso di prendere decisioni.

Giovanni fu decretato vincitore della gara.

La Roma fu decretata vincitrice della coppa.

A dire il vero però, non solo l’arbitro può essere il soggetto della frase.

Ad esempio:

Il fischio finale decreta la fine della partita.

In questo caso significa che è solo dopo il fischio finale che la partita è terminata. Resta il fatto comunque che è l’arbitro che ha il fischietto in bocca.

Al di fuori del calcio, posso anche dire ad esempio che le elezioni hanno decretato il nuovo presidente del consiglio.

Quando però è una persona a decretare, proprio come un arbitro di una gara, posso usare anche il verbo adottare:

L’arbitro ha adottato una decisione. Posso usare anche il più semplice verbo prendere in questo caso:

L’arbitro ha preso una decisione.

Adottare una decisione è qualcosa di più importante però, rispetto a prendere una decisione.

Adottare una decisione è più vicina sicuramente a mettere in atto per uno scopo, ed anche simile a attuare una decisione.

Ci sono come vedete molti verbi che somigliano a decretare: stabilire, attuare, mettere in atto e adottare, che possono essere usati ogni volta che c’è una autorità (come un arbitro) che prende una decisione.

Anche ordinare è spesso usato con le decisioni autorevoli, e poi c’è come abbiamo visto “prendere una decisione” che è molto più generica.

Nelle stesse occasioni, anche il verbo “dichiarare” può essere appropriato nel linguaggio del calcio:

L’arbitro dichiara la fine della partita

L’arbitro dichiara un calcio di rigore per la Roma

L’arbitro dichiara l’espulsione di un calciatore

Il verbo dichiarare è comunque meno autoritario. Inoltre solo l’arbitro può dichiarare una decisione in campo. Le dichiarazioni però sono ben altre cose rispetto alle decisioni arbitrali. Sappiate comunque che, sebbene meno frequentemente, si usa anche questo verbo in sostituzione al verbo decretare.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

Le due frazioni di gioco – il linguaggio del calcio (episodio 4)

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Nel passato episodio abbiamo parlato del duplice fischio e del triplice fischio dell’arbitro, che come abbiamo detto è il direttore di gara o direttore dell’incontro.

Si è detto che il duplice fischio avviene al termine del primo tempo di gioco mentre il triplice fischio decreta la fine della gara.

Il primo tempo (cioè la prima parte della partita) si chiama anche prima frazione di gioco.

Il secondo tempo invece viene anche detto anche seconda frazione di gioco.

Una frazione infatti è una parte di qualcosa di più grande.

Come sapere tutti voi appassionati di calcio, sia il primo tempo che il secondo tempo hanno una durata entrambi di 45 minuti.

Tra il primo e il secondo tempo, cioè tra la prima e la seconda frazione di gioco ci sono quindici minuti di riposo.

Questi quindici minuti sono anche detti “intervallo“.

Quindi l’intervallo di svolge tra le due frazioni di gioco.

Per riferirsi alle due frazioni di gioco spesso si usa dire: i primi 45 minuti e i secondi 45 minuti.

Notate come prima ho usato il verbo svolgere:

L’intervallo di svolge tra le due frazioni di gioco.

È un verbo molto usato nel calcio e nello sport in generale.

Indica qualcosa che avviene, che si compie, per lo più secondo un certo ordine. Quindi il verbo svolgere è legato all’ordine e allo scorrere del tempo.

La prima frazione di gioco si svolge nel corso dei primi 45 minuti.

L’intervallo si svolge tra le due frazioni di gioco.

La seconda frazione di gioco si svolge nei secondi 45 minuti di gioco.

Quando termina la prima frazione di gioco cosa fanno i calciatori? I calciatori rientrano negli spogliatoi.

Gli spogliatoi sono il luogo dove i calciatori si “spogliano”. cioè si tolgono i vestiti per cambiarsi e indossare la divisa.

Uno spogliatoio è dunque una stanza adibita al cambio di indumenti, principalmente in ambito sportivo.

Questo avviene prima dell’inizio della gara per indossare la divisa, ma è anche il luogo dove rientrano alla fine del primo tempo e anche al termine della gara, per fare la doccia e indossare vestiti puliti.

Dopo l’intervallo, all’inizio del secondo tempo, avviene invece il rientro dagli spogliatoi. In questo caso si tratta del rientro in campo per poter svolgere la seconda frazione di gioco.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al mondo del calcio.

Il duplice e il triplice fischio – il linguaggio del calcio (episodio 3)

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duplice fischio triplice

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Nel passato episodio abbiamo parlato del calcio d’inizio, che indica come abbiamo visto, l’inizio di ogni partita. Oggi passiamo subito alla fine di ogni partita.

Cosa succede quando termina una partita di calcio? Come fa l’arbitro, cioè “il direttore di gara” a segnalare la fine della partita?

Semplice: si mette in bocca “il fischietto”, cioè quel piccolo strumento che si usa per fischiare, e fischia tre volte.

Questo si chiama “il triplice fischio“. Triplice proprio perché viene fatto tre volte consecutive.

Se fischiasse due volte si chiamerebbe duplice fischio, mentre tre volte si chiama triplice fischio, e il triplice fischio decreta la fine della partita.

Ma perché vi parlo anche del duplice fischio?

Il motivo è che nel calcio la fine primo tempo (cioè la prima parte della partita) è segnalata da un fischio doppio (duplice) mentre la fine della partita da uno triplo fischio (triplice).

Naturalmente si potrebbe anche dire “doppio fischio” e “triplo fischio“, ma normalmente si utilizzano gli aggettivi duplice e triplice.

Ci vediamo al prossimo episodio dedicato al linguaggio del calcio.

 

Il calcio d’inizio – il linguaggio del calcio

Il calcio d’inizio

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Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Come inizia una partita? Inizia con il calcio d’inizio.

Naturalmente sarebbe “il calcio di inizio” ma si mette normalmente sempre l’apostrofo.

Una espressione questa che si utilizza in più di una circostanza.

Alle 15 ci sarà il calcio d’inizio della partita.

Questo è il consueto modo per indicare l’inizio di una partita. La partita inizierà alle ore 15.

Il calcio d’inizio del campionato è previsto per le ore 20.

Si, anche l’inizio di un’intera competizione avviene con un calcio d’inizio. Per la precisione si tratta del momento in cui inizia la prima partita o le prime partite della competizione.

A 15 minuti dal calcio d’inizio le squadre sono ancora sullo zero a zero.

In questo caso ci troviamo a 15 minuti dal calcio d’inizio, il che vuol dire che la partita è iniziata da 15 minuti e le due squadre sono sullo zero a zero, si trovano sul punteggio di 0-0, cioè il punteggio della gara è ancora 0-0.

Si dice anche, in questo caso, che le reti sono inviolate. In pratica nessuna delle due squadre ha ancora fatto gol.

Il calcio d’inizio è dunque semplicemente l’inizio della partita o di una competizione.

Il termine “calcio” infatti è non solamente il nome del gioco in lingua italiana, ma è anche il nome con cui si indica ogni colpo che si dà al pallone con i piedi. Quindi il primo calcio che si dà al pallone in una partita è proprio il calcio d’inizio della partita.

Esiste anche il verbo calciare.

Quando si colpisce la palla infatti si può anche dire che viene “calciata“. E il giocatore di calcio, non a caso, viene chiamato “calciatore“: è colui che calcia la palla cioè colui che gioca a pallone.

La cosa interessante è che benché il termine calcio indichi un colpo dato al pallone con uno dei due piedi, si può calciare anche con altre parti del corpo, ad esempio con la testa.

Es:

L’attaccante riceve il Cross ma tutto solo calcia di testa altissimo sulla traversa.

Calciare di testa è quindi esattamente come colpire la palla con la testa.

Normalmente. Infatti quando si colpisce il pallone con la testa si parla più frequentemente di “colpo di testa”:

Colpo di testa dell’attaccante che fa gol!

Il calcio d’inizio è anche il modo con cui riprende il gioco dopo che è stato segnati un gol, e anche il modo per indicare l’inizio di ciascuno dei tempi regolamentari o supplementari.

Quando inizia il secondo tempo, c’è dunque il calcio d’inizio del secondo tempo, perché riprende il gioco dopo l’intervallo tra la prima e la seconda frazione di gioco, cioè il primo e il secondo tempo.

Lo stesso vale per gli eventuali tempi supplementari, cioè quelli che possono seguire ai 90 minuti regolamentari nel caso di competizioni ad eliminazione, come i mondiali di calcio.

Concludo dicendo che il calcio d’inizio, soprattutto quando si riferisce all’inizio di una gara o di una competizione, viene chiamato anche fischio d’inizio, riferito al fischio dell’arbitro che decreta l’inizio della partita o la ripresa del gioco.

Il verbo decretare, nel linguaggio del calcio, è quasi esclusivamente dedicato alle decisioni dell’arbitro.

Infatti l’arbitro può decretare l’inizio della partita ma può decretare anche la fine della partita.

Ci vediamo al prossimo episodio dedicato al linguaggio del calcio.

Il pallone è rotondo – il linguaggio del calcio

Il pallone è rotondo

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Benvenuti nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Nel corso dei vari episodi vedremo tanti termini, verbi e espressioni che appartengono al linguaggio del calcio e che pertanto si usano per commentare e discutere quanto accade dentro e fuori del campo.

Una rubrica dedicata a chi ama il calcio e a chi ama anche la lingua italiana.

Con l’aiuto di questi episodi spero di aiutare tutti le persone non madrelingua soprattutto a seguire una telecronaca sportiva e anche a leggere gli articoli sportivi.

Cominciamo dal “pallone“. Il gioco del calcio veniva chiamato, un tempo, il gioco del pallone.

Il pallone è proprio ciò che viene preso a calci!

Che forma ha il pallone? Il pallone è una sfera, ma nonostante questo, si dice spesso che il pallone è “rotondo“.

Si tratta però di un’espressione che va interpretata in senso figurato, infatti si dice che il pallone è rotondo, per indicare l’imprevedibilità di ogni partita di questo sport, dove mai nulla è scontato.

“Il pallone è rotondo” si usa pertanto per indicare che qualsiasi squadra può vincere una partita di calcio, anche quella apparentemente più debole, per effetto del caso, della fortuna, di una decisione dell’arbitro, del cattivo stato di forma di qualche calciatore e via dicendo.

E’ anche questo il bello di questo sport: niente è mai scontato! Nessuna partita ha un risultato già scritto.

Chi vincerà tra la squadra del Barcellona e la squadra della Roma?

Probabilmente vincerà il Barcellona, ma la squadra spagnola deve stare molto attenta perché il pallone è rotondo.

Com’è il pallone?

E’ quadrato? No, non è quadrato, ma rotondo!

Che forma ha il pallone, è triangolare? No! Macché triangolare, è rotondo!

Ci vediamo al prossimo episodio dedicato al linguaggio del calcio.