Extracomunitari: il DECRETO FLUSSI – come lavorare in Italia

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Audio per livello intermedio (A2-B2)

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Trascrizione

Giovanni: Benvenuti nella sezione notizie di Italiano Professionale.
Per chi non fosse informato, il corso di Italiano professionale, disponibile su ItalianoSemplicemente.com a partire dal 2018, contiene anche una sezione notizie.

Queste notizie riguardano l’Italia, ma parlano dell’ITALIA del lavoro. Riguardano quindi solamente il mondo del lavoro.

Scopo del sito italianosemplicemente.com è infatti quello non solo di promuovere la lingua e la cultura italiana, non solo quello di insegnare la lingua italiana agli stranieri, ma anche di aiutarli a venire in Italia, per poter lavorare nel paese che amano e che è pronto ad accogliere tutti gli stranieri lavoratori nel migliore dei modi possibili. Per questo, all’interno del corso di Italiano Professionale, abbiamo pensato di inserire questa sezione notizie.

Queste persone, potranno anche, non dimentichiamo, aiutare l’Italia a crescere, grazie alla loro professionalità.

Questo articolo in particolare è dedicato a tutti gli stranieri NON COMUNITARI, che quindi non sono cittadini comunitari e che quindi sono Extracomunitari. Tali persone per poter venire in Italia hanno qualche difficoltà in più. Hanno bisogno di aiuto, e per venire a lavorare in Italia devono sapere come si fa. Cosa è necessario fare? Chi bisogna contattare? A chi chiedere aiuto? Mohamed di cosa parleremo oggi?

Mohamed: In questa lezione parleremo del DECRETO FLUSSI. Molto di voi sicuramente ne avranno sentito parlare. Stiamo parlando della legge italiana e stiamo parlando di una legge in particolare, una legge che che viene chiamata appunto DECRETO FLUSSI, e che è quello che serve per venire a lavorare in ITALIA.

image004Giovanni: Senza entrare troppo nei tecnicismi, senza spiegare cosa sia una legge, cosa sia un decreto eccetera, è sufficiente spiegarvi cosa si debba fare per venire a lavorare in Italia, quindi oggi vediamo come funziona e le cose più importanti da sapere.

Per facilitare la spiegazione abbiamo pensato di dividere la spiegazione in 10 punti. Dieci domande e dieci risposte.

  1. Cos’è il decreto flussi?: Il decreto flussi è una legge italiana. È una legge che esce ogni anno.
  2. A chi è rivolto? E’ rivolto ai cittadini non comunitari che vogliono lavorare in Italia.
  3. A cosa serve? Serve a fare due cose:

a) Per far entrare gli stranieri extracomunitari in Italia e farli lavorare.

b) Per poter convertire un permessi di soggiorno già posseduto.

4. Quali tipologie di lavoratori? Il decreto si riferisce ai lavoratori non stagionali ed ai lavoratori autonomi (prima categoria, che include anche le conversioni del Permessi di Soggiorno). Inoltre ci sono i lavoratori Stagionali (seconda categoria).

5. Quali tipologie di lavori? Il decreto si riferisce a specifiche professioni, non a tutte le professioni, ma a lavori specifici, a lavori precisi, identificati. Attenzione però, perché nel caso di muratore, colf o badante cioè i mestieri più comuni in Italia, il decreto flussi non vale: infatti il decreto non parla di questi lavori, e non se ne comprende neanche bene il motivo.

6. Quanti sono i lavoratori che possono entrare? il decreto stabilisce delle quote, dei numeri precisi per ogni lavoro e per ogni nazionalità. Per la 1^ categoria (cioè i LAVORATORI NON STAGIONALI, AUTONOMI E LE CONVERSIONI), in totale nel 2016 sono 17.850 lavoratori stranieri. Invece per i LAVORATORI STAGIONALI (2^ categoria) sono previsti 13.000 lavoratori stranieri extracomunitari.

7. Gli stranieri potranno rimanere per sempre in Italia? Questa è una domanda fondamentale, e la risposta è “no!”, perché il decreto non permette di regolarizzare i lavoratori a tempo indeterminato. A parte poche eccezioni, si tratta di ingressi a tempo: dopo qualche mese bisogna lasciare l’Italia. Le eccezioni riguardano in tutto 1200 persone.

8. Cosa si deve fare? Dopo che lo straniero ha trovato un datore di lavoro disposto ad offrirgli un lavoro in Italia, si deve compilare la domanda online. La domanda si deve compilare esclusivamente (cioè soltanto, solamente) sul sito del Ministero degli Interni, che è il ministero che in Italia si occupa delle questioni relative all’immigrazione. Alla fine dell’articolo riportiamo il link. La domanda è diversa nei due casi: categoria A e categoria B.

9. Fino a quando si può fare la domanda? La domanda si può fare fino al 31 dicembre 2016.

10.  Se uno straniero è già in Italia? Inoltre se lo straniero è già in Italia ma è irregolare, cioè  senza un permesso di soggiorno, anche se ha trovato un datore di lavoro disposto ad assumerlo, non può essere assunto. Il datore di lavoro non può presentare domanda per questi lavoratori e quindi non può regolarizzare queste persone. Il lavoratore deve quindi prima ritornare nel suo paese d’origine.

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Approfondimenti:

Italiano Professionale: 3^ lezione – ABSTRACT

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Audio (primi 5 minuti)

 

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In questa lezione vedremo le espressioni e le frasi idiomatiche più diffuse ed utilizzate in Italia per esprimere i concetti di approssimazione e pressapochismo, legati alla scarsa precisione ed alla mancanza di volontà nel mondo del lavoro.

 


spagna_bandieraEn esta lección veremos las expresiones y las frases idiomáticas más difundidas y utilizadas en Italia para expresar los conceptos de aproximación y descuido, ligados a la  precaria presición y falta de voluntad en el mundo del trabajo.


france-flagDans cette leçon, nous allons voir les expressions idiomatiques les plus répandues et utilisées en Italie  afin d’exprimer les concepts d’approximation et de négligence, liés à la mauvaise précision et au manque de volonté dans le monde du travail.


flag_enIn this lesson we will see the expressions and the most common idiomatic phrases used in Italy to express the concepts of approximation and carelessness, linked to poor accuracy and lack of will in the world of work.


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في هذا الدرس سوف نرى التعبيرات والمصطلحات الأكثر شيوعا والمستخدمة في إيطاليا للتعبير عن مفاهيم التقريب والإهمال المرتبطين بفقر الدقه وانعدام الإرادة في عالم العمل”


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В этом уроке мы рассмотрим наиболее распространенные идиоматические фразы и выражения используемые в Италии , чтобы выразить понятия неточности, невнимательности связанные с недостаточной точностью и нехваткой воли в деловой сфере.


bandiera_germaniaIn dieser Lektion sehen wir die Ausdrücke und die idiomatischen Sätze, die am meisten in Italien verbreitet und verwendet werden, um die Begriffe wie die Annäherung und die Nachlässigkeit auszudrücken, die mit der knappen Genauigkeit und dem Mangel an dem Wille in der Welt der Arbeit verbunden sind.


bandiera_greciaΣε αυτό το μάθημα θα δούμε ιδιωματικές εκφράσεις και φράσεις, οι οποίες είναι οι πιο διαδεδομένες και χρησιμοποιούνται κατά κόρον στην Ιταλία και εκφράζουν προσέγγιση και προχειρολογία, και έχουν άμεση σχέση με την ελλειπή ακρίβεια και την έλλειψη θέλησης στον εργασιακό χώρο.

Video con sottotitoli (estratto di 5 minuti)

https://youtu.be/yScyu5ZjByk

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Prenota il corso:https://www.facebook.com/events/1163915776956739/

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In bocca al lupo e crepi il lupo (LINGUAGGIO FAMILIARE)

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Audio

Video con sottotitoli

video a cura di Yasemin Arkun

Trascrizione

Buongiorno amici e membri della famiglia di Italiano Semplicemente.
Oggi torniamo a spiegare una frase idiomatica, e ringrazio Jasna che mi ha proposto e suggerito la frase.

In realtà si tratta di due frasi: la prima frase è “in bocca al lupo” e la seconda è “crepi il lupo”. Per divertirci un po’ lo faremo in due modi diversi: uno familiare, con un linguaggio semplice e amichevole, ed uno più formale, più cordiale, con alcune espressioni più adatte ad un contesto più importante, come se parlaste un linguaggio istituzionale, come se doveste scrivere un documento formale. Proviamo a fare questo esperimento, e se vi piacerà, potremo rifarlo altre volte. Iniziamo quindi la prima versione, la spiegazione amichevole, quella che uso sempre quando cerco di spiegare il significato di una espressione italiana.

Tra l’altro confrontare il linguaggio formale e quello informale è ciò che viene sempre fatto all’interno del corso di Italiano Professionale, che come sapete in fase di preparazione e che sarà online nel 2018. Tale corso è studiato proprio per chi di voi vuole conoscere in maniera un po’ più approfondita la lingua italiana, in particolare per motivi di lavoro, perché vogliono lavorare in Italia.

Ultimamente sto ricevendo varie frasi idiomatiche che quindi dovrò spiegare, e tutte queste frasi le ho appuntate, le ho scritte su una pagina del sito che tutti voi potete vedere. La pagina si chiama “frasi idiomatiche ed altri podcast gratuiti“, dove ci sono sia le frasi spiegate che quelle in programma.

“Appuntare”, verbo che ho usato nella frase precedente vuol dire “segnare”, vuol dire scrivere da qualche parte, per non dimenticarsi. Scrivere su un foglio, oppure, come ho fatto io, su una pagina internet. Appuntare viene da mettere un punto, un punto non di punteggiatura, ma un punto… come se fosse fatto da qualcosa con la punta, come un chiodo, una puntina, qualcosa di appuntito che tenga fisso un foglio, che resti così attaccato da qualche parte in modo che possiamo vederlo. Oggi si usano i post-it per appuntare, e tutti credo che conoscano i post-it.

Quindi mi sono appuntato anche di spiegare queste due frasi: “in bocca al lupo” e “crepi il lupo”. Normalmente spieghiamo una frase per volta, ma in questo caso le spiegherò insieme, ed il motivo è che le due frasi sono collegate: quando si usa la prima frase si usa anche la seconda. L’unica differenza è che a pronunciare le due frasi, a dirle, sono due persone diverse.

Se vi ho incuriosito, ora vi toglierò ogni dubbio, facendolo in modo divertente, come al solito.

Alcuni di voi sanno già cosa sia un lupo, e per quelli che non lo sanno ancora provo a spiegarlo: il lupo è un animale, che somiglia molto al cane. Rispetto al cane però ha delle differenze: il cane abbaia (verso abbaio), mentre il lupo ulula (verso ululato). Quindi il suo verso è l’ululato.

Il cane è un animale domestico, mentre il lupo è un animale selvaggio, che vive normalmente nei boschi, oppure in cattività: vivere in cattività vuol dire vivere non in libertà, quindi non vuol dire essere cattivi (quella è la cattiveria). Chi vive in cattività non vive libero, cioè nel suo ambiente naturale, piuttosto vive, ad esempio, nei giardini zoologici. Quindi non confondete la cattività con la cattiveria.

Un’altra differenza tra il cane e il lupo è che il cane si dice sia il migliore amico dell’uomo, il lupo invece, essendo selvaggio, quindi non domestico, è un animale di cui solitamente si ha paura. Tutti hanno paura dei lupi perché i lupi hanno la fama, cioè sono famosi per essere dei predatori (cioè cacciano le prede), in particolare le loro prede preferite sono, tra le altre, gli agnelli e le pecore, ma non solo. Il lupo è uno dei protagonisti della storia per bambini “cappuccetto rosso”. Chi non conosce questa storia?

Questo dunque è il lupo. E il lupo ha una bocca, che quindi è piena di denti, e di conseguenza finire nella bocca del lupo non è molto gradevole e fa molta paura per via della sua fama di predatore.

“In bocca al lupo!” è una esclamazione, ed in particolare è un augurio. Questo significa che è una frase che si dice ad una persona a cui si vuole bene. “In bocca al lupo” è l’abbreviazione della frase “finirai nella bocca del lupo”, oppure “spero che tu finisca in bocca ad un lupo”. Ma come? Ma Giovanni non hai detto che era una cosa che si diceva ad un amico oppure no?

Infatti “In bocca al lupo” è un augurio scherzoso di buona fortuna che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova difficile, come un esame, un colloquio, di lavoro eccetera. L’espressione quindi nel linguaggio parlato ha assunto un valore scaramantico. Si dice cioè per scaramanzia, per allontanare cioè il pericolo o la sfortuna. Quindi per allontanare un pericolo, una cosa negativa che potrebbe verificarsi, si fa l’augurio contrario: si dice “in bocca al lupo”. 
La frase potrebbe quindi essere nata nella caccia (la caccia è l’attività che consiste nella ricerca, nell’uccisione o nella cattura di animali selvatici) e i cacciatori rivolgevano questa frase ad altri cacciatori come loro. Col tempo la si è utilizzata anche verso chi si appresta ad affrontare una prova rischiosa o difficile in generale, non soltanto per la a caccia ma anche un esame, una prova di qualsiasi tipo.

“Crepi il lupo” è la risposta. Anche questa è una esclamazione, e la dice per rispondere.

Il verbo crepare si usa spesso per allontanare qualcosa. Ad esempio c’è “crepi l’avarizia” che si usa quando si sta per affrontare una spesa.

“Crepi il lupo” vuol dire quindi: “mi auguro che muoia il lupo”, “che crepi il lupo”. Abbreviato diventa: “crepi il lupo!”.

Se c’è quindi un vostro amico che deve fare un difficilissimo esame all’università, un esame complicato e molto importante, puoi dire al tuo amico:

“in bocca al lupo!” e il tuo amico risponderà: “crepi il lupo”, oppure semplicemente: “crepi!”.

In effetti molto spesso è sufficiente rispondere con “crepi!”.

Se un vostro parente o collega deve fare un esame medico, oppure deve andare a ritirare il risultato di un esame medico già fatto, un possibile augurio da rivolgergli quindi potrebbe essere:

“Un grosso in bocca al lupo!”, ed anche il tuo collega o parente risponderà “crepi” o “crepi il lupo”.

Ho detto parente o collega perché questa è un’espressione universale, che potete usare con tutti, amici, famigliari, parenti, colleghi; in qualsiasi occasione quindi, in ogni circostanza, al lavoro come a casa, al bar come al campo da calcio.

Se ad esempio un amico ti dice “in bocca al lupo per domani” e l’indomani tu hai un colloquio di lavoro, tu devi rispondere “crepi il lupo!”. Ed è difficile che un italiano non risponda nulla, oppure che risponda con un semplice “grazie”, oppure “ti ringrazio molto”, o “molto gentile da parte tua” perché è obbligatorio rispondere “crepi!” o “crepi il lupo!”. E’ obbligatorio perché è scaramantico, è una cosa che allontana il pericolo che il colloquio di lavoro vada male. Possiamo dire che non rispondere in questo modo “porta male”, come si dice in Italia, cioè “porta sfortuna” non rispondere “crepi il lupo”.

Spero cara Jasna di aver risposto bene alla tua domanda, spero quindi che la mia spiegazione sia stata sufficientemente chiara.

Colgo l’occasione per dire a tutti che se volete scrivermi per chiedere la spiegazione di una frase, di una espressione italiana, potete farlo mediante la pagina di facebook, che è il metodo più veloce, oppure andate sul sito italianosemplicemente.com ed cliccate sulla pagina dei contatti, o ancora sulla pagina Twitter di italiano semplicemente.

Prima di passare all’esercizio di ripetizione, vorrei ricordarvi che soprattutto i giovani utilizzano anche un altra frase, molto simile, nel senso che ha lo stesso significato, ma è un po’ diversa. Inoltre è molto informale e si può usare solo tra amici: “in culo alla balena!” Stavolta non vi consiglio di usare questa frase quindi in ambienti formali, come in ufficio ad esempio. Non la usate, ma è bene sapere che i giovani la utilizzano qualche volta e voi potreste chiedervi cosa significhi questa espressione: ebbene ha lo stesso significato di “in bocca al lupo” quindi è un augurio anche questo. Un augurio a cui non si può però rispondere con “crepi la balena”.

Bene, ora l’esercizio di ripetizione, importante per abituarsi a parlare italiano, per sciogliere un po’ la lingua, come si dice, e per abituarvi ad ascoltarvi mentre parlate, in modo che sia per voi sempre più naturale ascoltare la vostra stessa voce parlare una lingua diversa da quella vostra di origine.

Ripetete dopo di me senza badare alla grammatica ma solamente al tono della mia voce. Provate ad imitare il tono della mia voce.

In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Quindi amici questo episodio termina qui, e se avete un esame domani, un grosso in bocca al lupo da parte mia. E non dimenticate di ascoltare anche la versione formale di questo podcast, più difficile ma utile per chi frequenta italiani soprattutto per lavoro.

In bocca al lupo e crepi il lupo (LINGUAGGIO FORMALE)

Audio

Video con sottotitoli

video a cura di Yasemin Arkun

Trascrizione

Gentili visitatori, gentili membri della famiglia di Italiano Semplicemente, chi vi parla è Giovanni ed il motivo per il quale siamo qui oggi insieme è alquanto inusuale e ne capirete presto la ragione.

Quest’oggi ci occuperemo, ancora una volta, della illustrazione del significato di una frase idiomatica, cosa divenuta una consuetudine per coloro che seguono da qualche tempo il sito.

Vorrei cogliere l’occasione per porgere i miei più sentiti ringraziamenti alla dott.ssa Jasna, che ha proposto e suggerito la locuzione verbale che quest’oggi mi accingo a spiegare a tutti voi. Ad essere sincero si tratta di due espressioni in luogo di una, come facciamo di consueto: la prima espressione è “in bocca al lupo” e la successiva è “crepi il lupo”.

Per poter sollevare il nostro spirito, e questo per l’appunto è la cosa inusuale, la spiegazione delle frasi in questione verrà affrontata attraverso due differenti modalità: una modalità famigliare, utilizzando un linguaggio semplice e confidenziale, ed una modalità più ricercata, attraverso espressioni verbali meno utilizzate frequentemente, ma che ugualmente rientrano nel vocabolario italiano.

Più precisamente tali espressioni, che ho definito poc’anzi “ricercate” sono certamente più adatte ad un contesto diverso rispetto a quello famigliare. Il linguaggio formale è una forma probabilmente più utilizzata per iscritto, e che con ogni probabilità è più vicino al linguaggio istituzionale, utilizzato, solo per portarvi un esempio, a livello di documentazione formale: tra aziende o tra istituzioni pubbliche e private.

Cercheremo di a fare questo esperimento, e se risulterà di vostro gradimento, se cioè apprezzerete questa tipologia di podcast, potremo ripetere questa modalità di spiegazione anche per altre espressioni idiomatiche. Il tutto ovviamente con uno spirito orientato al divertimento, per non annoiarsi mentre si impara una lingua.

Ho appena terminato di registrare e trascrivere la versione informale. Ora vediamo quindi la versione istituzionale, che è quella che state ascoltando in questo momento. Posso immaginare che la maggioranza di chi ci ascolta questo lo avrà già intuito dal tono della spiegazione finora utilizzato.

Come dicevo ho appena provveduto a registrare e trascrivere la versione familiare del podcast, e con la stampa della versione informale sotto gli occhi del sottoscritto, mi appresto quindi in questo momento a registrare la versione formale, facendo molta attenzione ad utilizzare termini ed espressioni più forbite e ricercate della precedente versione.

Nella versione formale darò “del lei” all’ascoltatore, mi rivolgerò cioè all’ascoltatore dandogli del lei.

Di conseguenza “ti dico” diviene “le dico”, “tu stai ascoltando” diventa “lei sta ascoltando” ed analogamente “ti spiego questa cosa” diventa “le spiego questa cosa”, come se stessi parlando con un’altra persona di sesso femminile (lei) e non con la persona che ho di fronte. Questo è “dare del lei”a qualcuno.

Si dice:

– io do del lei – io do del tu

– tu dai del lei – tu dai del tu

– egli dà del lei – egli dà del tu

– noi diamo del lei – noi diamo del tu

– voi date del lei – voi date del tu

– essi danno del lei – essi danno del tu.

Dare del lei è ciò che avviene nelle occasioni importanti, quando ci si rivolge a qualcuno che non si conosce. Nella versione informale, invece, mi rivolgerò al mio interlocutore dandogli del tu. Dare del tu è ciò che avviene con gli amici, i famigliari i conoscenti in generale.

Io personalmente do del lei a tutti coloro che non conosco, se hanno almeno una trentina d’anni, ma scusate ho dimenticato di usare un linguaggio più forbito. Dicevo che il sottoscritto regolarmente dà del lei a tutti coloro che non conosce, qualora l’età sia superiore ai trent’anni.

E’ una occasione quindi anche per spiegare la differenza tra “dare del lei” e “dare del tu”. In inglese questa differenza non esiste, quindi nella lingua inglese è tutto più semplice, invece nella lingua italiana, come anche in altre lingue, come quella tedesca ad esempio, è importante conoscere bene questa differenza, perché fa parte della cultura del paese. Dare del lei suona un po’ strano, lo capisco, per coloro che nella loro lingua hanno solamente un solo modo per rivolgersi al prossimo, cioè il tu, come appunto avviene con la lingua inglese,

E’ questo, tra l’altro, (quello di spiegare sia le espressioni formali che quelle informali), l’approccio che viene seguito all’interno del corso di Italiano Professionale, in fase di preparazione e che sarà online nel 2018. Tale corso è studiato proprio per coloro che vogliono conoscere in maniera approfondita la lingua italiana, in particolare per motivi di lavoro.

Al termine dell’ascolto di questo podcast, lei, ascoltatore, potrà, se vuole, consultare ed ascoltare anche la versione più informale ed amichevole, che rappresenta la modalità utilizzata normalmente sul nostro sito in sede di spiegazione di una espressione idiomatica italiana.

Recentemente sto ricevendo diverse richieste di spiegazione; le espressioni che ci vengono proposte ho l’abitudine di annotarle su una pagina del sito che ogni visitatore può consultare liberamente, lei compreso. La pagina è denominata “frasi idiomatiche ed altri podcast gratuiti“.

Nel paragrafo precedente ho utilizzato la parola “annotare“, che rappresenta un verbo equivalente a “segnare velocemente”, “prendere nota”, “prendere appunti“, e che ha il significato di scrivere qualcosa per evitare di dimenticarlo: scrivere su un foglio, oppure, come ho fatto io, su una pagina internet. Un classico esempio è il post-it, utilizzato abitualmente per annotare, cioè per prendere nota.

Nel mio caso non ho fatto uso di post-it, non ho preso nota attraverso un post-it, bensì attraverso una pagina del sito. Le frasi in questione, già menzionate precedentemente sono “in bocca al lupo” e “crepi il lupo”.

Abitualmente quello che facciamo su italiano semplicemente è occuparci di una espressione alla volta, ma in tal caso le spiegherò contestualmente. La ragione per cui le frasi verranno spiegate contestualmente è che esiste un legame, un collegamento tra le due espressioni; ed infatti si usano una dopo l’altra. La peculiarità delle due espressioni è che esse vengono pronunciate da due persone diverse, prima una e poi l’altra immediatamente a seguire.

Se ho destato in qualche modo la sua curiosità, gentile ascoltatore, ebbene cercherò di fugarle immediatamente ogni dubbio, sforzandomi di suscitare anche qualche emozione, benché si tratti di un semplice sorriso.

Mi accingo ad iniziare la spiegazione: Forse lei conoscerà il lupo, ma per coloro che non ne sono al corrente, il lupo è un animale molto simile al cane. Rispetto al cane però ci sono alcune differenze: il cane notoriamente abbaia, il lupo invece ulula e di conseguenza il suo verso è chiamato ululato.

Seconda differenza: Il cane è un animale domestico, mentre il lupo è un animale selvaggio, che vive in zone boscose o anche in cattività: l’espressione “vivere in cattività” è equivalente a “non vivere in libertà” e la parola cattività di conseguenza non inganni: cattività non indica la presenza di cattiveria, piuttosto significa vivere non liberamente, vivere non nel proprio ambiente naturale. Vivere ad esempio in un giardino zoologico: uno zoo. E’importante perciò non confondere la cattività con la cattiveria.

Una ulteriore differenza tra il cane ed il lupo è che il primo, come noto, si dice sia il compagno e amico dell’uomo; il lupo a sua volta, essendo un animale selvaggio, vale a dire non domestico, è un animale di cui solitamente si ha timore. Tutti hanno timore dei lupi perché fanno parte della categoria dei predatori, e le loro prede sono, tra le altre, agnelli e pecore. Il lupo è anche uno dei protagonisti della storia per bambini “cappuccetto rosso“. Credo che ciascuno di voi abbia almeno una volta ascoltato questa storia dalla propria nonna o dai genitori.

Dunque questo è il lupo. E il lupo è dotato di una bocca, di fauci, una bocca ricca di denti, e di conseguenza andare a finire all’interno della bocca di un lupo non è un evento che si può definire gradevole. Il lupo genera di conseguenza molta paura e preoccupazione per effetto della sua notorietà come predatore.

In bocca al lupo!” rientra certamente nella categoria delle esclamazioni, ma nella fattispecie rappresenta un augurio, un auspicio per il futuro.

E’ una esclamazione quindi, che si rivolge normalmente ad una persona a cui si tiene molto ed alla quale non si dà del lei ma del tu.”In bocca al lupo” è la forma abbreviata della frase “finirai nella bocca del lupo”, oppure “spero che tu finisca in bocca ad un lupo”, “spero che tu ti caccerai nei guai”.

Lei, ascoltatore, potrebbe dirmi a questo punto: “non capisco, dott. Giovanni, lei ha appena affermato che l’espressione si utilizza nei confronti di un caro amico, oppure no? E ad un amico si augura di finire nelle fauci di un predatore?”

Difatti, gentile ascoltatore, il senso proprio dell’espressione “In bocca al lupo” trae sicuramente in inganno chi ascolta, poiché si tratta in realtà di una espressione di augurio: come se lei dicesse “buona fortuna!”. E’ una espressione che si rivolge a chi è in procinto di affrontare una difficile prova, come un esame universitario, come un colloquio di lavoro e via discorrendo.

L’espressione di conseguenza, nel linguaggio parlato intendo, ha assunto un valore scaramantico. La frase viene pronunciata come segno di scaramanzia, vale a dire che al fine di scongiurare l’eventualità di un avvenimento indesiderato la frase si esprime sotto forma di augurio. Andare nella bocca del lupo è infatti una palese metafora per cacciarsi nei guai. Inoltre una consuetudine del modo di dire in sé vuole che si risponda con “Crepi il lupo!” a chi formula l’augurio.

La frase potrebbe trarre le sue origini dal mondo della caccia (dicesi caccia l’attività che consiste nella ricerca, nell’uccisione o nella cattura di animali selvatici) e con ogni probabilità i cacciatori rivolgevano questa frase verso altri cacciatori che si accingevano ad andare a caccia.

Col passare del tempo poi l’espressione evidentemente si è estesa dalla caccia ad un ambito più generale nel quale qualcuno si appresta ad affrontare una difficile prova. Si usa quella che si chiama una perantifrasi, parola molto difficile che conosce un italiano su mille probabilmente, ed il sottoscritto prima di questo podcast si trovava nel gruppo dei 999.
“Crepi il lupo” è la risposta che viene data dalla persona verso la quale si rivolge l'”in bocca al lupo”. Analogamente alla prima, anche questa è una esclamazione.

Il verbo crepare, abbastanza informale di per sé, come verbo, viene però utilizzato nella lingua italiana associato a qualcos’altro, con l’obiettivo di scongiurare questo qualcosa. Facendo proprio riferimento alla frase: “crepi l’avarizia”, questo qualcosa è l’avarizia, che costituisce la caratteristica di coloro che hanno un attaccamento morboso al denaro, e rappresenta il significato opposto della generosità: “crepi l’avarizia” si pronuncia quando si presenta la possibilità di effettuare una spesa ingente, una spesa cospicua, cioè un ammontare di denaro non indifferente, vale a dire una grossa quantità di denaro, e di fronte a questa possibilità, si manifesta la volontà di non rinunciare a tale spesa: “crepi l’avarizia”, ma questa spesa va fatta. “Crepi l’avarizia”, almeno per una volta non voglio badare a spese.

“Crepi il lupo” è come dire: “mi auguro che muoia il lupo”, “mi auguro che deceda il lupo”, “mi auguro che crepi il lupo”; In forma abbreviata la frase diviene: “crepi il lupo!”, eliminando quindi la parte iniziale della frase.

A titolo di esempio, qualora ci sia un suo amico che deve affrontare un esame universitario, un esame complicato e molto importante. Ebbene, in tal caso lei potrà certamente formulare un augurio al suo amico dicendo: “in bocca al lupo!”. Ed il suo amico avrà la facoltà di rispondere: “crepi il lupo”, o in alternativa, semplicemente: “crepi!”.

In effetti molto spesso è sufficiente rispondere con l’espressione “crepi!”.

Poniamo invece il caso che un suo parente o un suo amico stia per fare un esame medico, oppure debba andare a ritirare il risultato di un esame medico fatto in precedenza, un possibile augurio al suo collega o amico potrebbe essere:

“Un grosso in bocca al lupo!”, ed anche il suo collega avrà la possibilità di replicare con: “crepi” o “crepi il lupo”.

Ho precedentemente fatto l’esempio del collega e dell’amico poiché la frase costituisce in effetti un’espressione universale, che lei può utilizzare con qualsivoglia tipologia di persona, che si tratti di amici, di famigliari, di parenti, o appunto di colleghi; in qualsiasi circostanza più o meno importante.

Se un amico le dice “in bocca al lupo per domani” e l’indomani lei ha un colloquio di lavoro, la sua risposta sarà “crepi il lupo!”. Ed è alquanto improbabile che una persona cresciuta in Italia non trovi le parole per rispondere all’augurio in questione, o che questa risponda con un semplice “grazie”, oppure “la ringrazio molto”, o “molto gentile da parte sua”, perché è pressoché scontato che si risponda sempre con “crepi!” oppure con “crepi il lupo!”, perché questa è divenuta oramai una forma scaramantica. Infatti con questa risposta “crepi il lupo” si vuole scongiurare il pericolo che il colloquio di lavoro abbia un esito negativo, che “porti sfortuna”, come si dice in Italia, cioè ” che sia malaugurante” non rispondere con: “crepi il lupo”.

A seguito di questa breve spiegazione, spero, gentile Jasna, di aver chiarito ogni sua perplessità in merito alla sua richiesta; mi auguro che la spiegazione sia stata abbastanza chiara e devo dire che è la prima volta che mi rivolgo a lei dandole del lei. Trovo questo alquanto inconsueto ma allo stesso tempo molto divertente.

Colgo l’occasione per comunicare a tutti i componenti della famiglia di Italiano Semplicemente che chiunque può domandarmi delucidazioni e chiarimenti su una espressione tipica italiana, e che possono farlo mediante la pagina Facebook, che è il metodo più semplice, più veloce, oppure andando sul sito di italianosemplicemente.com e cliccando sulla pagina dei contatti, o ancora sulla pagina twitter di italiano semplicemente.

Ora l’ultima parte del podcast, che è non meno importante di quanto detto finora. L’ultima parte è sulla ripetizione, come di consueto. Ritengo sia un esercizio importante per esercitare la pronuncia ed il movimento dei muscoli che abitualmente, nella sua lingua di origine, lei, gentile visitatore, non è probabilmente abituato ad utilizzare. In aggiunta, ascoltare la propria voce è altrettanto importante: inizialmente troverà questo alquanto bizzarro, ma col tempo, le posso garantire, si abituerà ad ascoltare la sua voce e sarà alla fine sempre più naturale e ci farà l’abitudine.

Ripeta dunque dopo di me, senza prestare attenzione alle regole grammaticali ma semplicemente ed unicamente al tono della mia voce. Provi semplicemente ad imitare il tono della mia voce:

In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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In bocca al lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Crepi il lupo

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Bene amici visitatori, vi ringrazio cordialmente dell’ascolto e dell’attenzione prestatami quest’oggi. Spero vivamente di avervi intrattenuto destando il vostro interesse e dichiaro terminato l’episodio di oggi. Per gli universitari, qualora domani doveste affrontare un esame, un grosso in bocca al lupo da parte mia. Come si risponde?

Le aziende degli extracomunitari salvano l’Italia

Audio – (Livello intermedio)

Video con sottotitoli

Giovanni: Benvenuti nella sezione notizie del corso di Italiano Professionale, il corso dedicato al mondo del lavoro e delle professioni in Italia.

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Attività economiche individuali: Nazionalità prevalente extra-ue

Questa settimana una notizia molto interessante che vogliamo condividere con tutti.
La notizia è che l’economia italiana nonostante la crisi è ancora viva ed un contributo importante arriva dal lavoro degli stranieri extracomunitari e dalle loro attività.
Se non fosse per il loro lavoro e per le loro aziende, l’economia italiana sarebbe veramente in forte difficoltà. A raccontarci questa notizia Giuseppina e Mohamed.

Giuseppina: Nonostante le difficoltà che incontrano gli stranieri in Italia, sono centomila in più rispetto a 5 anni fa le imprese individuali aperte da cittadini nati fuori dell’Unione Europea: Solo nel 2015 sono aumentate di quasi 23mila unità, portando il totale di queste realtà a superare quota 350mila, il 10,9% di tutte le imprese individuali operanti nel nostro Paese.
Mohamed: E se consideriamo tutte le aziende individuali, anche quelle italiane, il saldo complessivo del 2015 non è stato neanche in pareggio (-0,1%).
Giovanni: possiamo dire grazie quindi a queste persone, che salvano l’economia del nostro paese, giusto?
Mohamed: già, sembra che sia proprio così Giovanni.
Giovanni: Il settore più interessato dal fenomeno è quello delle attività artigiane: 120 mila aziende con a capo un extracomunitario: un terzo di tutte le micro-aziende di immigrati.
Giuseppina: Molto bene anche le specializzazioni nei settori economici come i servizi alle imprese (dove il 23% è extra-UE), il commercio (16,4%) e le costruzioni (15,2%).
Mohamed: molto interessante anche la distribuzione degli stranieri extracomunitari sul territorio italiano: ai primi posti Toscana, Lombardia, Liguria e Lazio, dove la percentuale supera il 15% del totale delle imprese individuali regionali).
Giovanni: e le città? Qual’è la città dove ci sono più lavoratori extracomunitari in percentuale?
Mohamed: è Prato, in Toscana, dove si arriva al 40,9%. Prato anche nel 2010 era al primo posto. Seguono in classifica Milano, Firenze, Reggio Emilia e Roma.
Giovanni: interessante è anche dare un’occhiata alle nazionalità: il Marocco è la nazione più presente in Italia con 68mila aziende, e sono poche le regioni in cui prevale una nazione diversa.
Giuseppina: sì infatti è curioso come in Lombardia l’Egitto sia la prima nazionalità extra-Ue, ma anche che sia la Cina a prevalere nelle Marche, in Toscana e nel Veneto.
Mohamed: a me invece colpisce il primato del Senegal in Sardegna e poi quello incredibile dell’Albania in Liguria: il 15,6 per cento delle imprese individuali sono albanesi.
Giovanni: grazie a tutti, finisce qui la notizia di oggi, grazie dell’ascolto, e per chi volesse saperne di più vi invito a visitare il link alla fine dell’articolo sul sito italianosemplicemente.com.
Non dimenticate di ascoltare il podcast più volte, per memorizzare la grammatica in modo automatico. Per chi non le conosce vi invito a dare un’occhiata alle sette regole d’oro di Italiano Semplicemente, per imparare l’italiano in loco tempo,  con divertimento e soprattutto senza studiare la grammatica italiana.
Ciao a tutti alla prossima notizia.
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Questa lezione gratuita fa parte del corso di italiano professionale che sarà completo e disponibile per l’inizio del 2018

This free lesson is part of the course Italian for business, that will be complete and available for the beginning of 2018.

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Nel 2015, le aziende individuali extracomunitarie in Italia sono aumentate di centomila unità, rispetto al 2010.

In 2015, the individual non-EU companies in Italy increased by one hundred thousand units, compared to 2010.

Nel 2015 il Marocco è la nazione con più ditte individuali: sessantottomila.

In 2015 Morocco is the country with more individual firms: sixty-eight thousand.

Nel 2015, nell’anno 2015, le aziende (firm in english), cioè le imprese, le ditte, le attività economiche extracomunitarie (outside the Community) sono aumentate (increased), cioè sono cresciute, il loro numero è aumentato, il numero delle aziende extracomunitarie è aumentato.

Domande e Risposte – Question & Answers

Nel 2015, le aziende individuali extracomunitarie in Italia sono aumentate di centomila unità, rispetto al 2010.

Domanda: il numero è aumentato?

Risposta: sì, il numero è aumentato.

Domanda: il numero di cosa è aumentato?

Risposta: il numero di aziende individuali extracomunitarie in Italia è aumentato.

Domanda: di quanto è aumentato?

Risposta: è aumentato di centomila (100.000) unità 

Domanda: di quante unità?

Risposta: centomila. Di centomila unità. È aumentato di centomila unità, di centomila aziende.

Domanda: rispetto a quando?

Risposta: rispetto al 2010.

Domanda: nel 2015 ci sono centomila aziende in più rispetto al 2010?

Risposta: sì, nel 2015 ci sono centomila aziende in più rispetto al 2010

Domanda: ci sono centomila aziende in meno nel 2015?

Risposta: no, non in meno, ma in più. Non centomila in meno ma centomila in più.

Domanda: quando ci sono state centomila aziende individuali in più?

Risposta: nel 2015. Nel 2015 ci sono state centomila aziende individuali in più.

Domanda: quando ci sono state centomila aziende individuali in meno?

Risposta: nel 2010 centomila aziende individuali in meno.

Domanda: in quanti anni le ditte individuali extracomunitarie sono aumentate di centomila unità?

Risposta: in 5 anni. In cinque anni le ditte individuali extracomunitarie sono aumentate di centomila unità.

Domanda: quanti anni ci sono voluti?

Risposta: cinque. Ci sono voluti 5 anni.

Domanda: quanti ce ne sono voluti di anni?

Risposta: cinque. Ce ne sono voluti cinque di anni.

Nel 2015 il Marocco è la nazione con più ditte individuali: sessantottomila

Domanda: nel 2015 è il Marocco la nazione con più ditte individuali extracomunitarie?

Risposta: esatto, è il Marocco la nazione con più ditte individuali extracomunitarie nel 2015.

Domanda: quale nazione ha più aziende extracomunitarie in Italia nel 2015?

Risposta: Il Marocco. È il Marocco la nazione che ha più aziende extracomunitarie in Italia nel 2015.

Domanda: dov’è che il Marocco ha il maggior numero di aziende individuali?

Risposta: in Italia.

Domanda: è in Portogallo che il Marocco ha il maggior numero di aziende individuali nel 2015?

Risposta: no, non è in Portogallo ma in Italia.

Domanda: L’Italia ha molte ditte individuali marocchine?

Risposte: assolutamente sì, molte. In Italia ci sono molte ditte individuali marocchine.

Domanda: quante sono le ditte individuali marocchine in Italia?

Risposta: sessantottomila. Sono sessantottomila le aziende individuali marocchine in Italia.

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Fonte notizia: Unioncamere-InfoCamere

Approfondimenti:
http://cameradicommerciolatina.it/imprese-straniere-dati-del-2015-diramati-unioncamere/

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2016-03-25/immigrati-italia-100mila-imprese-piu-5-anni-134932.shtml?uuid=ACHHwluC