833 Assumere e prendere una posizione

Assumere e prendere una posizione

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Trascrizione

Oggi parliamo della posizione.

Nello scorso episodio si è parlato di posizione obliqua, ricordate? L’inclinazione infatti, questo era l’oggetto dell’episodio, riguarda, tra le altre cose, anche la posizione non allineata rispetto ad un asse, quindi si tratta di una posizione obliqua.

Oggi parliamo sempre di posizione, perché proprio come avviene per l’inclinazione, non riguarda solo gli oggetti.

La posizione, in senso materiale, riguarda la collocazione nello spazio di un oggetto o anche una persona.

Io adesso sono seduto, quindi sono in posizione seduta.

Anche chi sta in piedi ha assunto una posizione, diversa dalla mia.

Quando una persona si sdraia a terra, si trova in posizione sdraiata, mentre se una persona dorme a pancia in su, ha una posizione supina, eccetera eccetera.

L’Italia in quale posizione si trova rispetto alla Francia? Potrei rispondere che sta più a sud.

Certo, l’Italia si trova a sud della Francia, ma non ha assunto questa posizione, perché c’è sempre stata in quella posizione, e l’Italia non può decidere di cambiarla.

Se usiamo assumere c’è anche una volontà o un cambiamento di posizione.

Mi mandi la posizione?

Questa domanda ormai, con l’affermazione di WhatsApp e dei social network in generale è sempre sulla bocca di tutti.

Se non parliamo di spazio e di collocazione, si parla ugualmente di posizione se intendiamo riferirsi alla condizione, alla situazione di una persona in certi contesti.

Ad esempio esiste la posizione giuridica, un concetto un po’ complicato per un non madrelingua, perché si tratta della posizione in cui si trova la persona a favore del quale matura un diritto soggettivo.

Poi in ambito commerciale esiste anche la la posizione di un cliente, cioè la sua situazione di dare e avere nei confronti di una banca o di una ditta fornitrice. Anche questa non facile.

In auto ci sono poi le luci di posizione, che si accendono sia davanti che dietro ogni automobile.

Nello sport invece, parlando di classifica, la posizione in classifica è il posto, la situazione, in cui si trova un atleta (o una squadra) durante lo svolgimento di una gara (o di un campionato).
La Roma è prima in classifica? Allora la Roma occupa la prima posizione in classifica. Possiamo usare anche assumere se c’è un cambiamento.

La Roma assume la prima posizione dopo 10 vittorie di fila.

A me interessa però parlarvi anche di un altro tipo di posizione, che non ha niente a che fare con lo spazio e le classifiche.

Parliamo invece di opinioni.

Una posizione è anche una opinione motivata o sostenuta da una radicata, una forte convinzione.

Quando una persona assume una posizione, in qusto caso non si intende sedersi o alzarsi o sdraiarsi, ma si intende esprimere con convinzione una opinione.

Quando si esprime un pensiero, quando si esprime una preferenza, un’idea, soprattutto quando si deve fare una scelta, ebbene in questi casi si può decidere di “prendere/assumere una posizione”.

Si dice così quando la nostra scelta è netta, chiara e convinta. Questo accade normalmente quando si assume una posizione.

Dico normalmente perché quando si va a votare, ad esempio, bisogna esprimere una preferenza o se vogliamo, bisogna assumere/prendere una posizione.

Chi non prende mai una posizione, lo sappiamo ormai, possiamo chiamarla agnostica.

Che questa posizione assunta sia una posizione convinta però è quello che accade normalmente.

Si può usare come detto anche il verbo prendere dunque “prendere una posizione” o più semplicemente “prendere posizione” è molto simile a assumere una posizione.

Anzi vi dirò che usare il verbo prendere non adito a dubbi sul significato, mentre assumere come detto potrebbe far pensare ad una posizione fisica.

Ma quando è più opportuno usare prendere posizione e assumere una posizione?

Generalmente la prima si preferisce in contesti abbastanza importanti, dove si fa una “scelta di campo”, cioè si decide da che parte stare tra due o più parti.

Es:

Vedo dalle notizie che un dirigente della Disney ha preso posizione contro una legge che impedisce di parlare di LGBT fino alla terza elementare.

Questo esempio ci fa capire come spesso le “prese di posizione” sono notizie che finiscono sui giornali, e questo a conferma dell’importanza e delle conseguenze che ne derivano.

Noi tutti in Italia ad esempio ci auguriamo che alcuni politici prendano finalmente una posizione chiara contro il fascismo.

Se usiamo il verbo assumere a volte va bene lo stesso, ma in realtà l’uso prevalente è un po’ diverso perché mentre prendere posizione si usa in caso di scelte importanti, come si è visto, assumere una posizione può avere anche altri significati.

Infatti il verbo assumere può anche essere usato nel senso di “fare proprio, prendere per sé”.

Pensiamo alle frasi “assumere un tono” , “assumere il comando” , “assumere un colore” , “assumere un contegno” , “assumere una posa” , “assumere un certo atteggiamento”.

Allora assumere una posizione indica che si fa propria una posizione, che sia fisica, che si tratti di una opinione espressa, ma può anche trattarsi di fare propria una posizione nel senso di importanza.

Allora si può dire:

Durante la riunione aziendale cercherò di assumere una posizione di rilievo in modo da influenzare le scelte aziendali.

Dunque se voglio assumere una posizione importante (di rilievo) voglio che la mia opinione sia considerata più di quello degli altri.

Oppure, con altri significati:

Per dormire bene dobbiamo assumere la giusta posizione a letto.

In questo caso si parla della posizione del corpo.

Oppure:

Il presidente chiede al consiglio di amministrazione di assumere una posizione chiara e coerente con l’ultima deliberazione.

In questo caso invece parliamo di un orientamento, di una opinione che abbia certe caratteristiche, che sia chiara e coerente.

Vedete che quando si tratta di opinioni, se usiamo assumere, non è detto si tratti di scegliere tra varie alternative in modo così netto come “prendere posizione”, che praticamente equivale a “scegliere da che parte stare“.

Adesso un breve ripasso degli episodi precedenti e per i membri l’esercizio per mettersi alla prova su questo episodio.

Irina: interessante il verbo assumere di cui hai parlato, ma ho visto che ha tanti usi diversi: come la vedete se mettiamo in agenda un episodio?

Estelle: bell’idea, e se Giovanni è d’accordo non ci resta che aspettare l’episodio.

Sofie: riuscirà a giostrarsela con così tanti significati? Ne ho visti qualcosa come una dozzina.

Marcelo: vedrai che nel giro di una settimana saremo accontentati.

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10 domande per mettervi alla prova sull’episodio. Seguono le risposte.

Disponibili ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

I file PDF si trovano nella cartella di Google Drive degli episodi 801-900

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832 L’inclinazione

L’inclinazione

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Trascrizione

Qualche episodio fa vi ho parlato del verbo propendere.

Vi ho anche accennato, verso la fine, che un modo abbastanza formale per esprimere lo stesso concetto è attraverso la locuzione “essere incline“.

Essere incline a fare qualcosa è una modalità meno informale per dire che si è propensi a fare qualcosa. Si tratta, questo è importante, di una disposizione che dipende dal proprio carattere: una predisposizione.

Si tratta quindi di una propensione, di una disposizione per carattere, per modo di essere, per natura o per educazione ricevuta.

Es:

Io sono incline al perdono

Tu sei incline alla confidenza

Allora se io sono incline al perdono, sono disposto a perdonare, perché sono fatto così per natura, questo è il mio carattere: perdono con una certa facilità.

Se tu sei incline alla confidenza, il tuo carattere è quello di qualcuno che dà facilmente confidenza alle persone. Non riesci a essere freddo e distaccato, per natura. Ti viene facile e naturale entrare in confidenza con le persone, sei predisposto per questo.

Possiamo anche usare l’inclinazione in senso più generico. In questi casi equivale a essere disposti a fare qualcosa. Non parliamo di inclinazione naturale ma di circostanze, di occasioni particolari:

Es.

non sono incline a perdonarlo per ciò che mi ha fatto.

Questo vuol dire che non sono disposto a perdonarlo, che non voglio perdonarlo, che la mia volontà è quella di non andare nella direzione del perdono. In questo caso siamo molto vicini all’uso di “essere propenso”. Un po’ meno a “essere disposto” perché quando sono disposto a fare qualcosa, potrebbe essere perché ho preso un accordo e non perché credo sia giusto fare in quel modo.

Es:

Sono disposto a perdonarti ma solo se mi sposi.

Dunque “essere inclini” è un modo un po’ più elegante per esprimere il proprio pensiero.

Spesso si usa col verbo al condizionale:

Non so se tuo marito ti ama, ma avendo saputo che rientra a casa sempre tardi la sera, sarei incline a sospettare che ti nasconda qualcosa.

A volte è un modo per sollevare dei dubbi su una questione, pur esprimendo chiaramente il proprio pensiero, ma in modo non aggressivo, come dire che la situazione attuale suggerisce che le cose stiano in un certo modo.

L’inclinazione però non è solamente questo.

In senso proprio, si tratta di un concetto geometrico. Se c’è inclinazione allora esiste una pendenza. Un piano inclinato ad esempio è un piano che non si trova in posizione orizzontale. Si parla in generale di posizione obliqua di un oggetto rispetto a una linea o a un asse (asse orizzontale o verticale).

Se usciamo dalla geometria e non parliamo di piani inclinati, allora l’inclinazione è una caratteristica psicologica individuale che motiva la direzione o l’assunzione di un comportamento.

Abbiamo detto che può derivare dal proprio carattere, oppure siamo in casi particolari e vogliamo usare un linguaggio più elegante per esprimere il proprio pensiero.

Il termine inclinazione si usa molto spesso quando si parla di predisposizione, specie se parliamo di istruzione e lavoro. Anche il termine attitudine esprime lo stesso concetto.

Es:

Quando si deve scegliere il percorso di studi, bisogna seguire le proprie inclinazioni, le proprie attitudini.

C’è chi ha inclinazione per lo studio della matematica e chi invece ha una attitudine per la letteratura.

È simile al concetto di preferenza, ma direi che è molto più simile a quanto abbiano detto nell’episodio dedicato alla locuzione “essere portati a”.

In entrambi i casi parliamo di predisposizione, qualcosa che preferiamo perché ci risulta più facile, più comprensibile.

Di conseguenza se diciamo che una persona ha una inclinazione per la matematica, stiamo dicendo che è portata per la matematica, che ha una predisposizione per la matematica. Si aggiunge spesso “naturale:

Ho un’inclinazione naturale per la statistica. Ma il concetto non cambia.

Il termine inclinazione si usa anche per descrivere l’orientamento sessuale di una persona.

Parliamo dell’inclinazione sessuale. Anche in questo caso è la natura che guida le nostre preferenze. Una predisposizione, un’attitudine anche questa in fondo.

Ricapitolando, essere inclini si usa per esprimere il proprio pensiero o il proprio comportamento, sia per natura che in occasioni particolari, mentre il termine inclinazione, oltre che parlando della posizione di un oggetto, si usa per descrivere la predisposizione in ambito di studio, lavoro e preferenza in termini di gusti sessuali. Non solo sesso però.

Possiamo anche dire infatti, restando in ambito di preferenze e di gusti, di avere una simpatia per una persona, o che ci piace una persona usando “avere/mostrare una inclinazione”:

Emanuele ha sempre avuto una certa inclinazione per Maria, oltre che per la musica

Giovanni ha una marcata inclinazione per le donne con i capelli rossi.

Francesco mostra una certa inclinazione agli affari

Pietro ha una spiccata inclinazione allo studio

Scherzando si può anche dire:

Ho una certa inclinazione per i formaggi francesi

Non ho mai avuto una inclinazione per lo studio della grammatica.

Notate poi che mentre un tavolo può essere inclinato, così come la Torre di Pisa, che come sapete è inclinata, una persona si dice che è incline (a credere, a fare ecc) ma in entrambi i casi stiamo parlando di inclinazione.

Bene adesso un breve ripasso e poi ai membri dell’associazione propongo 10 domande su questo episodio.

Nel ripasso di oggi parliamo proprio di inclinazioni.

Irina: personalmente, sin da piccola sono sempre stata attratta dal corpo umano e dalla medicina, ma dal momento che come vedo il sangue svengo, ho preso un’altra strada.

Marcelo: se ci fossi stato io ti avrei detto: fatti sotto!… vedere il sangue non ti deve spaventare!… ma dimmi tu! …io credo che tu abbia abbastanza fegato per essere un brillante dottore.

Anthony: sono di diverso avviso. In quanto medico, ti dico che se la mera vista del sangue ti fa questo effetto, hai fatto bene a stare alla larga delle professioni mediche. Sapete la cosa triste però? Molti professionisti in quel campo non sono mica votati ai ruoli che svolgono. E con il periodo pandemico molti di questi hanno deciso che non valeva più la pena tornare ogni giorno alla carica!

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831 La chiave di volta

La chiave di volta (scarica)

Trascrizione

Il termine “volta” lo abbiamo incontrato almeno tre … volte nei passati episodi su italiano semplicemente. Scusate. Non mi è venuto immediatamente un sinonimo di volta…

Diciamo che è accaduto in due, tre o forse più… occasioni diverse (questa è una possibilità: occasione al posto di volta).

Abbiamo visto insieme “di volta in volta“, poi anche a mia voltae ancheuna volta per tutte“. Un’altra volta abbiamo anche parlato della frase partire “alla volta” di qualche città.

Poi però ci siamo occupati anche del verbo svoltare.

Ricorderete che in quella… circostanza (questo può essere un’altro modo per sostituire il termine volta) abbiamo parlato di un cambiamento improvviso che modifica lo stato dei fatti e che determina un cambio di direzione degli eventi.

Accade qualcosa di molto importante che ci fa “svoltare“, o che fa svoltare una situazione, sempre in senso positivo. Si tratta di un problema che finalmente si risolve o che si avvia alla soluzione.

La frase “abbiamo svoltato” somiglia molto anche a “siamo a cavallo. È sempre una bella notizia che preannuncia la soluzione di una situazione negativa.

I giovani usano spessissimo il verbo svoltare in questo senso.

Se vinco alla lotteria ho svoltato!

Ho conosciuto una persona che mi sta aiutando con la lingua italiana. Finalmente ho svoltato!

Un verbo, svoltare, che avremmo potuto usare anche in un altro episodio nel senso di cambiare direzione, analogamente a voltare, senza la lettera s iniziale. In senso proprio, in automobile ad esempio, ha lo stesso senso di girare, voltare, cambiare direzione (svoltare a destra, svoltare a sinistra).

Ebbene, “la chiave di volta”, che è l’espressione di oggi, si usa con un senso simile di svoltare, naturalmente parliamo dell’uso figurato, inteso come qualcosa di importante che determina un cambiamento delle cose.

La chiave fa sicuramente pensare all’apertura di una porta.

A dire il vero, adesso che mi è venuto in mente, anche nella frase “dare di volta il cervello” abbiamo un cambiamento importante. Anche questa espressione l’abbiamo già spiegata.

C’è sicuramente meno emotività nella “chiave di volta” . Questa è la prima cosa da dire.

Di primo acchito viene da pensare, come detto ad una chiave che apre una porta, come immagine di riferimento. In realtà la chiave di volta non è detto sia la soluzione del problema, non è esattamente la cosa che ci fa svoltare, che ci risolve una situazione in senso positivo.

Si tratta spesso dell’aspetto fondamentale di una questione, da cui può scaturire il cambiamento, che tra l’altro non è detto sia in senso positivo.

Potrei dire ad esempio che in tema di sicurezza e di controlli sugli aerei, la chiave di volta è stata l’11 settembre, il giorno dell’attentato alle torri gemelle.

Si tratta in questo caso anche solamente di un semplice cambiamento. Spessissimo comunque parliamo di problemi, e la chiave di volta è l’elemento che contiene ciò che serve a sbloccare la situazione in senso positivo, oppure la soluzione stessa.

Vediamo qualche esempio:

Come fare a risolvere il problema dell’inquinamento? La chiave di volta è sicuramente l’educazione ambientale.

La chiave di volta è…

Un’espressione che si usa quasi sempre in questo modo: per indicare l’elemento fondamentale per risolvere il problema.

Come mai la squadra della Roma non riesce più a vincere? L’allenatore dice che la chiave di volta per cambiare le cose è il centrocampo.

Quindi secondo l’allenatore bisogna cambiare qualcosa nel centrocampo, cioè nei giocatori che giocano nella parte centrale del campo, i cosiddetti “Centrocampisti”.

La chiave di volta, affermano invece gli esperti, può essere il tipo di allenamento dei calciatori. È quello che bisogna cambiare.

Un altro esempio:

Come fare per diminuire il numero altissimo degli incidenti sul lavoro in Italia?

La chiave di volta non sono le regole, ma i controlli e una adeguata formazione.

Un’espressione per niente usata dai giovani questa, ma molto professionale e adatta quindi a essere utilizzata al lavoro. Anche i giornalisti la usano abbastanza spesso.

Non vi ho detto però che la chiave di volta ha anche a che fare con l’architettura.

È qui infatti che si spiega il senso che abbiamo spiegato oggi di questa espressione.

La chiave di volta infatti è una pietra posta al vertice di un arco o di una volta.

La chiave di volta quindi ha una funzione strutturale, dà stabilità e si trova al centro dell’arco, al centro della volta.

In senso figurato quindi rappresenta l’elemento centrale, l’lemento portante di qualcosa.

Oggi, considerando che abbiamo rispolverato molti episodi passati, facciamo un brevissimo ripasso degli episodi precedenti (questa è sicuramente la chiave di volta per la memorizzazione).

Ulrike: Abbozzare un ripasso? Io non mi sento chiamata in causa. L’ultima volta, come sapete, me ne sono uscita con un vero e proprio obbrobrio, che il presidente ha bocciato senza remore. Un fallimento bell’e buono. Allora mi tengo alla larga dal farne un altro.

Hartmut: Può bastare così, perché l’episodio è bello lungo

– – –

Per i membri dell’associazione ricordo che gli esercizi su questo episodio si trovano nella cartella di Google drive.

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Il qualunquismo – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 23)

Il qualunquismo

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Indice degli episodi della rubrica dedicata alla politica

Trascrizione

Giovanni:
Ciao a tutti, oggi vediamo un nuovo episodio dedicato alla politica italiana.

C’è un aggettivo, adatto a descrivere una persona, che è molto usato nella politica italiana.

Parliamo infatti di un aggettivo che descrive una persona che ha un particolare comportamento, un atteggiamento di superiorità, ma soprattutto che ha un certo tipo di pensiero, pensiero che viene espresso attraverso delle parole, dunque attraverso una o più frasi, commenti, osservazioni, durante una discussione, una conversazione, e spesso anche un un dibattito televisivo

Questo aggettivo è qualunquista.

Va bene sia per le donne che per gli uomini, non si fanno distinzioni di sesso, età e religione.

Mai sentito parlare del qualunquismo?

Marcelo: ho sentito qualche anno fa che il qualunquismo è un movimento che disprezzava la partecipazione politica dei cittadini. Questo è quello che ricordo.

Giovanni: ricordi abbastanza bene Marcelo.

Può esserci disprezzo o indifferenza.

Il qualunquista è quindi colui o colei che dimostra indifferenza o persino disprezzo nei confronti degli impegni e dei problemi del momento, specialmente politici e sociali.

Il qualunquista non ha alcuna fiducia nelle istituzioni pubbliche, non crede nella politica e probabilmente non va neanche a votare alle elezioni.

Secondo il qualunquista la politica dà solamente fastidio e non c’è alcuna differenza tra un personaggio politico e un altro.

Il qualunquista non crede dunque neanche nella democrazia e men che meno nel fatto che delle persone possano rappresentarlo per difendere i suoi diritti e interessi. Probabilmente perché pensa che tutti ragionino come lui, avendo cura solo dei propri interessi. D’altronde, come si suol dire, ciascun dal proprio cuor l’altrui misura.

Molta gente in Italia la pensa in questo modo e spessissimo si sentono frasi come:

I politici sono tutti uguali!

Inutile votare, nessuno mi rappresenta veramente!

L’intera classe politica è inutile.

La politica non dovrebbe interessarsi di queste cose!

Ma non crediate che questo sia solamente il modo di pensare di molti italiani, perché come ha anticipato Marcelo poco fa, il qualunquismo in realtà è stato un movimento di opinione italiano, nato nel secondo dopoguerra, cioè dopo la seconda guerra mondiale, che si faceva portavoce del cittadino medio, dell’uomo qualunque.

Ecco il motivo del nome.

Secondo il qualunquismo, lo Stato dovrebbe solamente amministrare usando il buonsenso, e i partiti politici sono inutili a questo scopo.

Parliamo quindi, se non vogliamo usare la parola qualunquismo, di disimpegno, disinteresse, noncuranza, apatia, agnosticismo, cinismo.

Questi termini sono molto simili, anche se riflettono un aspetto ogni volta diverso del qualunquismo.

Il nome quindi deriva dall’uomo qualunque.

È vero quindi che il qualunquista è un seguace del movimento politico del qualunquismo, ma possiamo dare del qualunquista a chiunque dimostri disprezzo o anche solo indifferenza per la politica.

Es. Se una persona qualunque (scusate il gioco di parole) vi dice:

Io non credo nei partiti politici, tanto sono tutti uguali!

Potreste rispondere:

Ma non fare il qualunquista!

Oppure vi dice:

Democrazia? Politica? Io non ci credo! I tuoi interessi devi curarteli da solo!

Risposta:

ma questo è qualunquismo bell’e buono!

Non gli stiamo dicendo che lui o lei è seguace del movimento del qualunquismo, che oggi non esiste più.

Stiamo dicendo invece che non bisogna essere superficiali e che l’uomo è un animale sociale e la politica ha una sua utilità, eccome se ce l’ha!

Analizziamo i termini simili che ho accennato prima: disimpegno, disinteresse, noncuranza, apatia, agnosticismo, cinismo.

Il disimpegno è tipico di chi non si impegna, e qui parliamo di impegno politico. È un disinteresse verso qualsiasi credo, partito o ideologia. Spesso è anche un rifiuto a dare una funzione, un senso, sociale alla propria opera, al proprio impegno per il sociale.

Abbiamo detto: disinteresse, perché non c’è alcun interesse per le questioni politiche e quindi le questioni di comune interesse.

La noncuranza, caratteristica che si addice a chi manifesta un atteggiamento di superiorità, che però diventa trascuratezza. Non ci si cura, cioè manca la cura, l’interesse, ma è una mancanza voluta, ostentata, fastidiosa, altezzosa.

L’apatia, cioè quella incapacità abituale di partecipazione o di interesse, sul piano affettivo o anche intellettivo, come se niente riuscisse a attirare l’attenzione.

L’agnosticismo. Termine interessante perché la persona agnostica non prende mai una posizione né in politica né nella religione. L’agnostico non si sbilancia mai.

Il cinismo è probabilmente il termine meno vicino tra quelli elencati. Infatti una persona si dice cinica quando ostenta disprezzo o indifferenza nei confronti dei valori umani piu comunemente accettati dalla società in cui vive. Quindi si parla di disprezzo per i valori, più in generale.

La persona cinica è quindi anche insensibile, resta impassibile di fronte anche a delle crudeltà. C’è poca umanità in questo atteggiamento.

Non solo indifferenza ma anche freddezza e insensibilità.
Spero di essermi spiegato bene. Bisogna dire che i qualunquisti non dicono con orgoglio di essere qualunquisti; non usano quindi questo aggettivo per descrivere il loro pensiero, e questo perché è usato per offendere.

C’è poi anche l’aggettivo qualunquistico, che si usa per descrivere non le persone, che si chiamano qualunquiste, ma le loro idee, i loro atteggiamenti e i loro discorsi.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato alla politica italiana.

Adesso potete fare, se volete, il seguente esercizio con 10 domande, per verificare se avete afferrato il concetto.

Domande

1. Il termine qualunquismo deriva dal nome di un _ _ _ _ _ _ _ _ _.

2. Se devo descrivere le idee di un qualunquista, posso dire che sono QUALUNQU_ _ _ _ _ _ _ .

3. Il qualunquista è una entusiasta della partecipazione politica. Vero o falso?

4. Il movimento del qualunquismo si faceva _ _ _ _ _ VOCE delle idee dell’uomo qualunque.

5. Il qualunquista non si _ _ _ _ _ _ _ in politica e non crede nell’impegno sociale.

6. La _ _ _ CURA _ _ _ _ è una caratteristica che si manifesta attraverso un atteggiamento di superiorità e trascuratezza.. Tali persone si dicono _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ .

7. Una persona apatica è affetta da _ _ _ _ _ _ .

8. L’_ _ _ _STICO invece non prende mai una _ O _ I _ I _ N _ né in politica né nella religione. Non si _ _ _ _ _ _ _ _ _ mai.

9. Non fare il _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ e vai a votare! _ _ _ _ _ _ posizione una buona volta!

10. Sei sempre così insensibile e freddo verso i problemi della comunità. Più che qualunquista tu sei il peggior _ _ _ _ _ _ che abbia mai incontrato in vita mia.

Soluzioni

1. Il termine qualunquismo deriva dal nome di un MOVIMENTO.

2. Se devo descrivere le idee di un qualunquista, posso dire che sono QUALUNQUISTICHE.

3. Il qualunquista è una entusiasta della partecipazione politica. Vero o falso?

4. Il movimento del qualunquismo si faceva PORTAVOCE delle idee dell’uomo qualunque.

5. Il qualunquista non si IMPEGNA in politica e non crede nell’impegno sociale.

6. La NONCURANZA è una caratteristica che si manifesta attraverso un atteggiamento di superiorità e trascuratezza.. Tali persone si dicono NONCURANTI.

7. Una persona apatica è affetta da APATIA.

8. L’AGNOSTICO invece non prende mai una POSIZIONE né in politica né nella religione. Non si SBILANCIA mai.

9. Non fare il QUALUNQUISTA e vai a votare! PRENDI posizione una buona volta!

10. Sei sempre così insensibile e freddo verso i problemi della comunità. Più che qualunquista tu sei il peggior CINICO che abbia mai incontrato in vita mia.

Esercizi

10 domande per mettervi alla prova sull’episodio. Seguono le risposte.

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N.14 – L’apostrofo – PRIMI PASSI

PRIMI PASSI: CORSO DI ITALIANO PER PRINCIPIANTI

primi_passi

14^ lezione

QUATTORDICESIMA lezione

Lezione n. 14: L’apostrofo (scarica audio)

cinema

Trascrizione

Esercizio di ripetizione.

Ripeti dopo di me:

L’apostrofo (lo apostrofo)

Apostrofo

L’amore (lo amore)

SVG, Vettoriale - Amore Icona O Il Logo In Stile Linea ...

L’uomo (lo uomo)

Icona dell'uomo d'affari illustrazione vettoriale ...

L’uomo e l’amore

L’arte (la arte)

Icona Tavolozza Icona Arte Illustrazione Vettoriale - Immagini vettoriali  stock e altre immagini di Icona

L’arte dell’uomo

L’amore dell’uomo

L’uva (la uva)

Uva Con L'icona Del Profilo Della Foglia Dell'uva ...

L’uomo, dell’uomo, nell’uomo

L’amore, dell’amore, nell’amore

L’uva, dell’uva, nell’uva

L’arte, dell’arte, nell’arte

Nell’amore ci vuole l’apostrofo

Nell’uomo ci vuole l’apostrofo

Nella donna non ci vuole l’apostrofo

L’ape (la ape)

Logo Dell'ape Icona in Bianco E Nero Dell'ape Illustrazione ...

L’albero (lo albero)

Icona Albero Illustrazione Vettoriale Piatta Illustrazione ...

Quell’albero (quello albero)

Vent’anni (venti anni)

Vent’anni fa

Un’ape ha punto un uomo sotto quell’albero vent’anni fa

Nel ’99 un’ape ha punto un uomo sotto quell’albero

Nel 1999 un’ape ha punto un uomo sotto quell’albero

Da’ 10 euro a Giovanni

Dai 10 euro a Giovanni

Fa’ questo lavoro, sbrigati!

Fai questo lavoro, sbrigati!

Sta’ buono!

Stai buono!

Va’ a casa!

Vai a casa!

Mi vuoi sposare? Di’ di sì!

No! sta’ buono!

SVG, Vettoriale - Sposa, Sposo, Immagine Icona Del Vettore ...

Un po’

Un po’ di tempo

Un po’ di più

Devi mangiare un po’ di più

Da’ un po’ di soldi a Giovanni

Va’ a casa e prendi un po’ di soldi per Giovanni

Fa’ una cosa: va’ a casa e prendi un po’ di soldi per Giovanni

Un’amica (una amica)

Icona Ragazze Amiche Icona Elemento Amici Illustrazione di ...

Un’isola (una isola)

Isola | Icona Gratis

L’oceano (lo oceano)

SVG, Vettoriale - Acqua, Blu, Vettore Icona Oceano. Può ...

La guerra del ’15-’18

La guerra del 1915-1918

C’è (ci è)

C’è un’isola nell’oceano

Ho un’amica che vive in un’isola nell’oceano

Ho un’amica che da un po’ di tempo vive in un’isola nell’oceano

Ho un’amica che durante la guerra del ’15-’18 viveva in un’isola nell’oceano

Ho un’amica che vive da un po’ di tempo in quell’isola nell’oceano

L’albero dell’amore

L’albero dell’amore non c’è più!

L’albero dell’amore non c’è più da un po’ di tempo

L’albero dell’amore non c’è più da vent’anni

L’albero dell’amore dell’amica di Giovanni non c’è più da vent’anni

L’albero sull’isola dell’amore nell’oceano indiano

L’albero sull’isola dell’amore nell’oceano indiano non c’è più da vent’anni

Quell’albero c’è ancora!

 

44 – I nomi degli esercizi commerciali (1)

I nomi degli esercizi commerciali

Trascrizione

Lezione numero 44 di Italiano Commerciale.

Durata: 14 minuti

La lezioni di italiano commerciale sono dedicate ai soli membri dell’associazione.

Se vuoi leggere e ascoltare tutti gli episodi, unisciti a noi:

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Essere tutto d’un pezzo

Essere tutto d’un pezzo (scarica audio)

Trascrizione

Benvenuti nella rubrica delle espressioni idiomatiche di italiano semplicemente. Spieghiamo oggi l’espressione “essere tutto d’un pezzo“, un’espressione colloquiale adatta a desrivere un certo tipo di persona.

Voglio partire dal termine “pezzo“, che abbiamo già incontrato nell’espressione “stare sul pezzo”. Tranquilli, non avrò bisogno di fare voli pindarici per arrivare all’espressione di oggi.

In quel caso (stare sul pezzo) il “pezzo” va letto come un testo scritto, e più precisamente un articolo di un giornale.

Infatti scrivere un pezzo significa esattamente scrivere un articolo per pubblicarlo su un giornale.

Nel caso dell’espressione di oggi invece un pezzo è più semplicemente una parte di qualcosa, come se avessimo spezzato un oggetto. Ogni parte possiamo chiamarla proprio così: pezzo.

Un termine che si usa soprattutto in determinati casi, come:

Un pezzo di pane

Un pezzo di terra (cioè un appezzamento di terreno)

Un pezzo di carta

Un pezzo di merda (questo è un insulto)

Un pezzo d’artiglieria (es. un fucile)

Un pezzo pregiato (ad esempio un quadro o un mobile di valore)

Un pezzo di antiquariato (analogamente, qualcosa di valore perché antico)

Un pezzo di ghiaccio (sia nel senso di ghiaccio, sia nel senso figurato, per indicare una persona fredda, che non mostra emozioni).

Abbiamo visto, ora che mi ricordo, anche l’espressione “pezzo da novantache in qualche modo fa pensare al concetto di valore, come nel caso del pezzo di antiquariato.

Poi, adesso che ho fatto mente locale, abbiamo visto anche la locuzione “da un pezzo” dove però il termine pezzo sta ad indicare una quantità di tempo abbastanza lunga.

Comunque, si tratta pur sempre di una parte, di una porzione di tempo.

Insomma, il termine pezzo, nelle locuzioni e nelle espressioni idiomatiche, può avere diversi utilizzi, talvolta dal senso non immediatamente comprensibile.

Arriviamo all’espressione di oggi: “essere tutto d’un pezzo”, dove si parla sempre di una persona e del suo carattere, del suo modo di essere e di agire. Un uomo può essere tutto d’un pezzo e una donna tutta d’un pezzo.

Se una persona viene definita come una persona tutta d’un pezzo, si vuole dire che è una persona decisa, determinata, sicura di sé ma soprattutto una persona coerente. Se invece una persona non è tutta d’un pezzo parliamo di qualcuno incoerente.

Qui il senso di “pezzo” sta ad indicare che questa persona “non si spezza”, non si divide, una persona che è un pezzo solo, non tanti pezzi separati: tutto d’un pezzo, o, se vogliamo, “tutto di un pezzo”

Quindi, l’immagine del carattere di questa persona è quella di qualcuno che ha una costanza logica nel pensiero e nelle azioni.

Queste persone sono coerenti. Non è un caso che – un inciso chiarificatore – coerente significhi proprio “stare unito insieme” nelle sue origini latine.

Vediamo qualche esempio:

Non riuscirai mai a convincere Giovanni a fare delle lezioni di grammatica fini a sé stesse. Lui ha detto più volte che è un uomo tutto d’un pezzo e non accetta compromessi, neanche se questo porterebbe più persone a visitare il sito.

Quindi Giovanni è un uomo tutto d’un pezzo, cioè si vuole comportare coerentemente con quanto ha sempre affermato: la grammatica da sola non basta ad imparare l’italiano. Bisogna ascoltare, parlare e ripetere, proprio ciò che dicono le sette regole d’oro di Italiano Semplicemente.

Si dice spesso così di uomini e donne decise, che meritano apprezzamento e stima soprattutto per il fatto che sono incorruttibili e coerenti.

Il presidente ha scelto il suo vice: si tratta di Mario Rossi, che definisce un uomo tutto d’un pezzo.

Si potrebbe parlare di un magistrato o un giudice che non si fanno intimidire dalle minacce, o di un imprenditore che raggiunge con caparbietà i suoi obiettivi senza farsi distrarre.

È la decisione e la coerenza a contraddistinguere le persone tutte d’un pezzo, il fatto che non sono persone disposte a scendere a compromessi.

Questa tra l’altro è una espressione che abbiamo spiegato all’interno del corso di Italiano Professionale, nella lezione numero 14, dedicata ai confronti tra le persone.

Segni zodiacali
Un audio-libro di Italiano Semplicemente dedicato agli aggettivi per descrivere le persone

Se siete interessati agli aggettivi, è al modo migliore per descrivere le persone vi consiglio il libro (anzi, l’audiolibro) dedicato ai segni zodiacali (anche su Amazon), pensato proprio a questo scopo, per aiutare gli studenti non madrelingua nel miglior modo possibile.

Lì dunque troverete tanti aggettivi per descrivere le persone. Non ve ne pentirete. Basti pensare che è il secondo libro più venduto dopo quello delle espressioni idiomatiche.

Se volete mettervi alla prova, provate a fare l’esercizio su questo episodio. Dovete provare a rispondere a 10 domande. Poi potrete verificare quante ne avrete azzeccate e quante ne avete sbagliate.

Un abbraccio e alla prossima.

Esercizio

1) La parola “tutto”, in questa espressione significa a) niente escluso b) unione

2) D’un = __ __

3) La caratteristica principale delle persone tutte d’un pezzo è la _______

4) Una persona tutta d’un pezzo non _____ ___ a compromessi

5) Il contrario di essere una persona tutta d’un pezzo è essere _________

6) La frase più vicina nel senso a “sono tutto d’un pezzo è: a) non mi faccio
convincere b) sono assolutamente convinto che sia così c) puoi fidarti di me

7) Quante parole contiene la frase “sono tutto d’un pezzo”?

8) Una donna può essere: _____ d’un pezzo

9) Parliamo di un’espressione formale o colloquiale?

10) Due persone determinate sono _____ d’un pezzo.

Soluzioni

1) La parola “tutto”, in questa espressione significa UNIONE

2) D’un = DI UN

3) La caratteristica principale delle persone tutte d’un pezzo è la COERENZA

4) Una persona tutta d’un pezzo non SCENDE MAI a compromessi

5) Il contrario di essere una persona tutta d’un pezzo è essere INCOERENTE

6) La frase più vicina nel senso a “sono tutto d’un pezzo è: a) NON MI FACCIO CONVINCERE

7) Risposta: 5

8) Una donna può essere: a) TUTTA d’un pezzo

9) Parliamo di un’espressione COLLOQUIALE

10) Due persone determinate sono TUTTE d’un pezzo.

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830 Eufemismo

Eufemismo

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Trascrizione

Ciao a tutti. In uno degli episodi scorsi abbiamo utilizzato la parola eufemismo.

Una volta, a dire il vero, ne abbiamo parlato, ma in quella occasione vi ho solamente accennato al fatto che un eufemismo serve a sostituire un’altra parola che è sconveniente, diciamo troppo forte.

Ad esempio, “andarsene” è un eufemismo per “morire“, quindi è un verbo che può essere usato al posto di morire, ma ne attenua il senso, infatti è meno forte se dico:

Mio padre se n’è andato molti anni fa

Che è come dire che mio padre è morto molti anni fa.

Un eufemismo ha la caratteristica di alleggerire il senso di un’altra parola che avremmo potuto usare ma che non abbiamo utilizzato.

È una sorta di sinonimo, ma quando usiamo la parola eufemismo in genere non è perché vogliamo alleggerire un concetto, ma il contrario: vogliamo far notare che un termine usato, da me o da qualcun altro, è troppo leggero e che non rende bene l’idea. Vogliamo dire che il vero termine, quello più adatto, è un altro.

Non c’è bisogno solitamente di specificare il termine più forte che sarebbe stato più opportuno usare.

È sufficiente usare il termine eufemismo per esprimere questo concetto.

Quindi è vero che “andarsene” è un eufemismo per “morire“, ma nessuno farà notare questo eufemismo.

Nessuno dirà: perché hai usato questo eufemismo?

Vediamo invece qualche esempio in cui è possibile e come in genere si utilizza questo termine:

Ammettiamo di aver avuto una bruttissima esperienza in un hotel.

Parlando di questa esperienza, potrei dire che l’hotel era bruttino e scomodo, aggiungendo che ho usato degli eufemismi.

Mia moglie potrebbe dire:

altro che bruttino e scomodo, diciamo pure la verità, cioè che quest’hotel faceva proprio schifo!

Un altro esempio. Parliamo di una persona (es. Paolo) che si è comportata malissimo con me.

Io e mia sorella raccontiamo questo fatto ad amici.

Io dico:

Paolo oggi è stato veramente inopportuno con me!

Mia sorella replica prontamente:

inopportuno? Perché usare un eufemismo per quello stronzo di Paolo?

Avrete notato che ho usato sempre situazioni negative, e l’ho fatto perché solitamente il termine eufemismo si usa in queste circostanze.

Ad ogni modo si può usare anche in situazioni positive:

Es.

Giovanni è stato bravo oggi a svolgere il compito di matematica.

Risposta:

Bravo? Questo eufemismo non rende bene l’idea. Giovanni è un vero genio direi!

Si può comunque usare solamente in senso attenuativo, per indicare che una parola attenua troppo il senso, e non rende bene l’idea per questo motivo.

Non si può usare l’eufemismo nel caso più generale di un termine sbagliato per definire qualcosa.

Questo episodio ad esempio sarebbe dovuto essere un brevissimo episodio di due minuti, quando invece sta durando decisamente di più di due minuti.

Allora se dicessi che questo è un brevissimo episodio, questo non è un vero eufemismo, poiché “brevissimo” non è un eufemismo di “lungo”. É solamente un aggettivo sbagliato.

Ci deve essere un giudizio, un’emozione, oppure un termine usato per non offendere, che però non rende l’idea fino in fondo. Dunque è un termine che si adatta bene per giudicare, per commentare la bontà di qualcosa in generale.

Stiamo sostituendo un’espressione propria e abituale con una attenuata o alterata, e questo lo facciamo per una questione di scrupolo morale o religioso o da riguardosità, cioè non vogliamo offendere, vogliamo essere gentili e riguardosi.

Adesso facciamo il ripasso quotidiano e poi solo i membri dell’associazione Italiano Semplicemente, l’esercizio per vedere se avete capito tutto. 10 domande a cui potete provare a dare risposta.

Ovviamente basta diventare membri e tutti possono provare a mettersi alla prova. Adesso il ripasso.

Peggy: quel bastardo del mio capo non mi ha dato le ferie che volevo ad agosto e adessomi tocca lavorare tutto il mese.

Mariana: vedo che non usi eufemismi nei suoi riguardi.

Hartmut: Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare – come si suol dire.

Irina: lo so, non è un granché Peggy andare in vacanza a settembre, ma sembri un’anima in pena! Prendila con filosofia, c’è un rovescio della medaglia: nella tua vacanza ti risulterà tutto a buon mercato! Potrà sembrarti un pannicello caldo, ma sicuramente se sei propenso a sfruttare le tue vacanze, tutto filerà liscio!

Gli esercizi in formato pdf su questo episodio si trovano nella cartella di Google drive

Esercizi

10 domande per mettervi alla prova sull’episodio. Seguono le risposte.

Disponibili ai soli membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

ISCRIVITIENTRA

richiesta adesione iscrizione associazione

829 Dal momento che

Dal momento che

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Trascrizione

Anthony: ciao a tutti.

Ricordate la locuzione “nel momento in cui”?

Ce ne siamo occupati nell’episodio numero 732 della rubrica dei due minuti con Italiano Semplicemente.

Dal momento che” è una locuzione che somiglia molto a “nel momento in cui”.

La differenza è semplicissima:

“Nel momento in cui” si usa, come abbiamo visto (questo è uno degli utilizzi) parlando di ipotesi, possibilità, mentre “dal momento che” si utilizza per rappresentare la realtà.

In entrambi i casi c’è una conseguenza, nel primo caso ipotetica, nel secondo caso reale.

Es. Non ti amo più!

– Dice un ragazzo alla fidanzata –

La ragazza risponde al fidanzato:

Dal momento che non mi chiami più, esco con un altro!

Quindi si rappresenta un fatto, non ipotetico ma reale, perché il ragazzo ha detto che non ama più la fidanzata.

Lei ne prende atto e trae le conseguenze:

Allora esco con un altro!

Questa è una risposta del tutto equivalente.

Si potrebbe anche dire:

Visto che non mi ami più, esco con un altro!

Oppure più semplicemente:

Poiché non mi ami più, esco con un altro.

O, meno informale:

Considerato che non provi più nulla per me, esco con un altro uomo.

Nel momento in cui” invece si usa con le ipotesi, dunque la cosa migliore è usare il congiuntivo, come se usassi “se”, “qualora” o anche “nel caso in cui”:

Il ragazzo dice:

credo che se un giorno non ti amassi più te lo direi subito.

La ragazza risponde:

Nel momento in cui dovesse accadere, mi troverei subito un altro!

Dal momento che” ha comunque anche un uso proprio, infatti letteralmente indica un momento in cui accade qualcosa. Allora posso dire:

Dal momento che/in cui è nata mia figlia, ho smesso di fumare.

Questa frase può avere due significati:

A partire dalla nascita di mia figlia io non ho più fumato.

Oppure:

Ho smesso di fumare poiché è nata mia figlia.

Quindi il senso proprio è indicare un momento che è l’inizio di qualcosa (in questo caso si può anche dire “dal momento in cui” ) mentre come locuzione indica l’espressione di una conseguenza derivante da un fatto concreto.

Dal momento che Giovanni si trova in vacanza, sono io a registrare questo episodio, ma dal momento in cui tornerà, tornerete ad ascoltare la sua voce.

Nel momento in cui la sua vacanza dovesse proseguire, allora ci risentiremo con piacere.

È adesso ripassiamo qualche episodio precedente e poi per membri dell’associazione cerchiamo di rispondere a 10 domande su questo episodio. Nel momento in cui doveste sbagliare qualche risposta potrete ascoltare nuovamente l’episodio.

Anne: pare che la vacanza in Francia di Giovanni e famiglia sia stata bellissima.

Irina: Ci credo, è stato ospite di alcuni membri dell’associazione, che l’hanno trattato coi guanti bianchi. D’altronde in quanto presidente di Italiano Semplicemente, aveva una corsia preferenziale.

Hartmut: hanno visitato i castelli della Loira proprio quando ha smesso di fare molto caldo. Quando si dice la fortuna!

Peggy: mi ha detto che ha avuto anche una esperienza negativa in un appartamento poco confortevole, tanto per usare un eufemismo.

Ulrike: beh non può filare tutto liscio, ma in fondo una vacanza può riservare di queste sorprese. Mannaggia! Forse meglio prenotare per tempo per scegliere i migliori posti!