829 Dal momento che

Dal momento che

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Trascrizione

Anthony: ciao a tutti.

Ricordate la locuzione “nel momento in cui”?

Ce ne siamo occupati nell’episodio numero 732 della rubrica dei due minuti con Italiano Semplicemente.

Dal momento che” è una locuzione che somiglia molto a “nel momento in cui”.

La differenza è semplicissima:

“Nel momento in cui” si usa, come abbiamo visto (questo è uno degli utilizzi) parlando di ipotesi, possibilità, mentre “dal momento che” si utilizza per rappresentare la realtà.

In entrambi i casi c’è una conseguenza, nel primo caso ipotetica, nel secondo caso reale.

Es. Non ti amo più!

– Dice un ragazzo alla fidanzata –

La ragazza risponde al fidanzato:

Dal momento che non mi chiami più, esco con un altro!

Quindi si rappresenta un fatto, non ipotetico ma reale, perché il ragazzo ha detto che non ama più la fidanzata.

Lei ne prende atto e trae le conseguenze:

Allora esco con un altro!

Questa è una risposta del tutto equivalente.

Si potrebbe anche dire:

Visto che non mi ami più, esco con un altro!

Oppure più semplicemente:

Poiché non mi ami più, esco con un altro.

O, meno informale:

Considerato che non provi più nulla per me, esco con un altro uomo.

Nel momento in cui” invece si usa con le ipotesi, dunque la cosa migliore è usare il congiuntivo, come se usassi “se”, “qualora” o anche “nel caso in cui”:

Il ragazzo dice:

credo che se un giorno non ti amassi più te lo direi subito.

La ragazza risponde:

Nel momento in cui dovesse accadere, mi troverei subito un altro!

Dal momento che” ha comunque anche un uso proprio, infatti letteralmente indica un momento in cui accade qualcosa. Allora posso dire:

Dal momento che/in cui è nata mia figlia, ho smesso di fumare.

Questa frase può avere due significati:

A partire dalla nascita di mia figlia io non ho più fumato.

Oppure:

Ho smesso di fumare poiché è nata mia figlia.

Quindi il senso proprio è indicare un momento che è l’inizio di qualcosa (in questo caso si può anche dire “dal momento in cui” ) mentre come locuzione indica l’espressione di una conseguenza derivante da un fatto concreto.

Dal momento che Giovanni si trova in vacanza, sono io a registrare questo episodio, ma dal momento in cui tornerà, tornerete ad ascoltare la sua voce.

Nel momento in cui la sua vacanza dovesse proseguire, allora ci risentiremo con piacere.

È adesso ripassiamo qualche episodio precedente e poi per membri dell’associazione cerchiamo di rispondere a 10 domande su questo episodio. Nel momento in cui doveste sbagliare qualche risposta potrete ascoltare nuovamente l’episodio.

Anne: pare che la vacanza in Francia di Giovanni e famiglia sia stata bellissima.

Irina: Ci credo, è stato ospite di alcuni membri dell’associazione, che l’hanno trattato coi guanti bianchi. D’altronde in quanto presidente di Italiano Semplicemente, aveva una corsia preferenziale.

Hartmut: hanno visitato i castelli della Loira proprio quando ha smesso di fare molto caldo. Quando si dice la fortuna!

Peggy: mi ha detto che ha avuto anche una esperienza negativa in un appartamento poco confortevole, tanto per usare un eufemismo.

Ulrike: beh non può filare tutto liscio, ma in fondo una vacanza può riservare di queste sorprese. Mannaggia! Forse meglio prenotare per tempo per scegliere i migliori posti!

740 Non mi dirai che…

Non mi dirai che… (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: dopo aver visto la locuzione “mi dirai che“, oggi aggiungiamo un “non” all’inizio.

Ciò che otteniamo è un’altra tipica locuzione che però non rappresenta la semplice negazione di “mi dirai che“.

Sarebbe troppo facile!

Quella di oggi è più semplice da capire e da usare, in quanto esprime meraviglia, curiosità ed allo stesso tempo si esprime qualcosa che si è intuito e che potrebbe risultare vero.

Può trattarsi sia di qualcosa di positivo che di negativo.

Es:

Non mi direte che pensavate che aggiungere “non” a una frase servisse solo per esprimere una negazione?

In senso letterale è così, ma purtroppo o per fortuna non lo è mai.

Vediamo qualche esempio:

Entro in casa e vedo mia figlia che ascolta Beethoven. Le dico subito:

Non mi dirai che ti piace la musica classica!

C’è meraviglia, curiosità. È comunque una domanda che richiede una risposta:

Perché, che c’è di strano?

Questa potrebbe essere la risposta di mia figlia di fronte allo stupore mostrato da me.

Un po’ irritata come risposta?

Può darsi.

In effetti la mia domanda può provocare una reazione irritata.

Non è detto, ma a volte è così, perché spesso c’è ironia in questa locuzione, e questa ironia potrebbe derivare da una contraddizione da cui deriva la meraviglia.

Nell’esempio che vi ho fatto, potrebbe essere accaduto che in passato mia figlia non abbia mai mostrato apprezzamento per la musica classica o che addirittura l’abbia criticata. Questa potrebbe essere la contraddizione di cui parlavo, in questo caso.

A volte non si usa il futuro, ma non cambia nulla se uso la forma presente:

Non mi dire che ti piace la musica classica!

Un altro esempio:

Vedo una mia amica dopo tanto tempo e noto che ha un po’ di pancetta. Meravigliato e incuriosito le dico:

Ciao Emanuela, non mi dirai che sei incinta!

Spesso è qualcosa che non ci si augura, perché per chi parla non sarebbe una cosa positiva se confermata.

Es:

Sento un mio amico per telefono e mi dice che ha qualche problema al lavoro per via del green pass. Io subito gli chiedo:

Non mi dirai che sei un no-vax!

Il mio amico potrebbe irritarsi per la mia meraviglia e ironia. Ha anche intuito che io invece sono favorevole ai vaccini.

Potrebbe rispondermi:

E tu, non mi dirai che sei a favore!

Questa locuzione si usa sempre in questo modo, tranne quando è preceduta dal termine “fino” o “finché”

Non ti parlerò più fino a quando non mi dirai che hai sbagliato!

Io avrò speranza di stare con te fino a quando non mi dirai che è finita per sempre!

Starai in punizione fino a quando non mi dirai che sei pentito!

In questi casi si parla di qualcosa che continuerà fino ad un momento preciso, ossia fino a quando io non sentirò dalle tue parole che hai sbagliato (1° esempio), o che sei pentito (3° esempio), o che è finita per sempre (2° esempio).

Un non madrelingua può trovare strano l’uso della negazione “non” in questi casi.

La questione credo meriti di essere trattata in un prossimo episodio.

Spiegazione odierna terminata.

Adesso ripassiamo. Non mi direte che vi eravate dimenticati del ripasso!

Irina: ci penso io a iniziare questo ripasso, non scomodatevi; non fosse altro che per mettermi alla prova con qualche espressione che mi dà molto filo da torcere. Se poi qualcuno vuole aggiungere qualcosa è benaccetto, sempre che non abbiate paura di sbagliare!

Harjit: ok, raccolgo volentieri la provocazione. Per quanto mi senta abbastanza sicura di ciò che sto dicendo, ciò non toglie che una castroneria da parte mia può sempre scapparci!

Albéric: castroneria dici Harjit? Invece la sai lunga tu! Sai anche come suscitare l’interesse per l’apprendimento dell’italiano! Poi non potrei mai dire che dici castronerie. Resti pur sempre un’amica e non ti offenderei mai. Poi lo so che lo fai per il meglio di tutti noi!

Ulrike: È risaputo, Albéric, che Harjit è particolarmente portata per buttare giù in men che non si dica una frase di ripasso tanto concisa quanto divertente. Vai a capire come le vengono queste idee estemporanee. Io invece devo sempre scervellarmi di brutto per poi uscirmene con una frasina poco edificante. Tra l’altro spesso non trovo mai un modo molto ortodosso per terminare un ripasso.

656 Quanto a

Quanto a

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Trascrizione

Giovanni: abbiamo dedicato fino ad oggi svariati episodi al termine “quanto“. Abbiamo visto la differenza tra quantomeno e tantomeno, poi la locuzione in quanto tale, poi abbiamo spiegato anche questo è quanto, poi in quanto, tanto quanto, poi ancora per quanto, quanto mai e infine quanto ti devo. Tutte questi modi diversi di usare “quanto” semplicemente perché quando uniamo “quanto” a diverse preposizioni, si dà luogo a locuzioni particolari con significato proprio, di tipo limitativo, causale, concessivo, Oggi vediamo “quanto a“, equivalente a “in quanto a“. Si tratta di una locuzione che introduce una limitazione, cioè serve a specificare a cosa mi sto riferendo, a cosa sto facendo riferimento. Vediamo qualche esempio e poi vediamo quante modalità ci sono per esprimere lo steso concetto:

La partita, (in) quanto a spettacolo, non ha deluso le aspettative In questa frase la parte principale è: “La partita non ha deluso le aspettative”

Poi però sento il bisogno di specificare meglio. Da quale punto di vista la partita non ha deluso? In che senso? Di cosa sto parlando in particolare? Risposta:

  • Dal punto di vista delle aspettative
  • Quanto alle aspettative
  • In quanto alle aspettative
  • Riguardo alle aspettative
  • Per quanto riguarda le aspettative
  • Per quanto concerne le aspettative (più formale)
  • In merito alle aspettative
  • Meritatamente alle aspettative
  • Circa le aspettative
  • In fatto di aspettative
  • Limitatamente alle aspettative
  • A livello di aspettative
  • A proposito di aspettative
  • parlando di aspettative
  • Relativamente alle aspettative
  • Per quanto attiene (formale)

quanto a

Vedete quanti modi diversi ci sono, alcuni dei quali li abbiamo già incontrati nell’episodio dedicato a “circa” (era il numero 212 della rubrica). Stavolta usiamo “quanto“, seguito però dalla preposizione “a” che assume un ruolo determinante, fondamentale nel dare il senso limitativo alla locuzione. Infatti “in quanto” (senza la preposizione a)  o anche ad esempio “in quanto che” hanno altro significato, simile rispettivamente a perché, poiché e dal momento che. “In quanto” (sempre senza preposizione a) come abbiamo visto nell’episodio 437, può anche assumere un significato simile a “quale“, “come”, “in qualità di”. Occorre fare altri esempi, potrei dire. Lo faccio io in quanto presidente dell’associazione.

Oggi dovete fare tutti 100 esercizi come compito a casa. Quanto a te, Giovanni, domani ti interrogherò. Quindi preparati.

Quanto a te, Giovanni”. Anche in questo caso posso sostituire la locuzione con “riguardo a te”, “per quanto riguarda te”, “relativamente a te”, “per quanto concerne te”.

Il tuo tema di italiano, in quanto a fantasia, è eccezionale. Quanto alla grammatica però, ci sono troppi errori.

Ho fatto due specifiche diverse in questo caso, ho dato due giudizi su due questioni diverse, la fantasia e la grammatica.

Quanto a chiarezza, gli episodi di questa rubrica sono molto ben fatti, ma in quanto alla durata, non riesco ancora a stare nei due minuti promessi.

Notate una cosa importante. Quando uso una preposizione articolata, in realtà molto spesso (non sempre) potrei anche non farlo, quindi “quanto alla durata” può diventare “in quanto a durata” e anche “quanto a durata“. Quest’ultima è leggermente più colloquiale ma ugualmente utilizzata anche nello scritto. “In” all’inizio si può mettere oppure no. Senza è più colloquiale. Lo stesso dicasi per la scelta di usare “a” al posto di “al”, “allo” alla”, “alle”, “agli”. Più colloquiale con “a” ma non si può sempre usare la preposizione semplice. Vediamo altri esempi per capire meglio:

Allora ci vediamo più tardi ok? In quanto al problema di cui stavamo parlando, ne discutiamo domani.

In questo caso “al” non può diventare “a” perché mi sto riferendo a uno specifico problema (il problema di cui stavamo parlando)

Com’è Francesco, simpatico? Oppure vi ha creato problemi? Risposta: Guarda, (in) quanto a problemi, ce ne ha creati parecchi, ma non è affatto antipatico. direi un po’ troppo esigente. Vuoi sapere com’è andata la tua gara? Allora, in quanto a/al tempo direi benissimo, (in) quanto invece a/alla disciplina, può ancora migliorare. Come va quanto a lavoro? Risposta: non ho molto da fare recentemente Quanto al nuovo lavoro, come va? Risposta: va tutto bene, grazie

Voi mi chiederete adesso: ma quanto dura questo episodio? E quando arriverà il ripasso quotidiano? Risposta: Quanto alla durata, ho avuto bisogno di un po’ più di tempo. Quanto invece al ripasso, arriva subito. Le voci sono come sempre quelle dei membri dell’associazione. Quanto a noi, ci sentiamo domani.  

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Irina (California): Oggi ragazzi è veramente un tempaccio qui. Ha diluviato tutta la notte salvo un’oretta stamani.

Peggy (Taiwan): anche da me piove. Non sarebbe un problema se non fosse che non poso fare lavatrici. Comunque da qualche minuto a questa parte ha smesso.

Edita (Repubblica Ceca): Il cielo da me non si presta a facili previsioni. A momenti ci sono nuvole, a momenti scompaiono. Le previsioni dicono che pioverà ma ancora non c’è nessun temporale in vista.

Rafaela (Spagna): dai che ci scappa ancora un’altra frase!

Ulrike (Germania): Eseguo l’ordine di continuare. Ma l’argomento mi va di traverso un po’. Un discorso sul tempo, dai… siamo alla frutta? Comunque il tempo è quello che è anche qui in Italia. Volevo fare una passeggiata ma visto che piove, come non detto!

Marcelo (Argentina): non sia mai detto che rinuncio alla passeggiata! anche in caso di acquazzone, quant’è vero Iddio, alla passeggiata non ci rinuncio!

519 Una volta per tutte

Una volta per tutte (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: Buongiorno, oggi vediamo la differenza tra:

una volta per tutte

una volta per sempre

una buona volta

una volta tanto

Ringrazio Xhiaoheng per la domanda. Xhiaoheng è un membro dell’associazione Italiano Semplicemente.

Ci siamo già occupati del termine volta, e a dire il vero lo abbiamo fatto più volte!

La prima volta lo abbiamo fatto nell’episodio 117, la seconda volta nell’episodio 184 (col verbo svoltare), la terza volta con”dare di volta il cervello” (episodio 260), poi anche nell’episodio 262, quando si è parlato della locuzione “alla volta di” e infine nella locuzione di volta in volta, episodio 328.

Allora iniziamo a rispondere alla domanda di Xhiaoheng. Le 4 frasi in questione hanno a che fare con i problemi e somigliano tutte a “finalmente“.

Una volta per tutte” indica qualcosa che si deve fare per risolvere un problema definitivamente.

Si usa quindi quando c’è un problema e una decisione che potrebbe finalmente risolvere questo problema in modo definitivo.

Ma questa decisione non viene mai presa. Allora posso dire:

È arrivato il momento che tu parli con tuo marito, una volta per tutte.

Te lo ripeto, ma che sia una volta per tutte: sono sposato. Ti prego di non darmi più fastidio!

Quando ci parli col direttore per chiedergli un aumento di stipendio? Vuoi farlo oggi una volta per tutte?

Ho due denti cariati che mi fanno molto male da un mese. Ho paura del dentista ma devo andarci una volta per tutte, così sparirà il dolore.

Una volta per sempre” ha un significato molto simile, ma si utilizza soprattutto per commentare un episodio accaduto che si trascinava da tempo.

Finalmente ho superato l’esame di italiano e mi sono tolto il problema una volta per sempre.

Spessissimo comunque viene usato allo stesso modo di “una volta per tutte”. Usate liberamente queste due modalità a scelta.

La terza frase è “una buona volta” , una locuzione ancora simile, che però esprime un’emozione, una certa irritazione per questa decisione che non viene mai presa. Usata quando si desidera o si attende con impazienza qualcosa.

Quindi:

Ti vuoi star zitto una buona volta?

La vuoi smettere una buona volta di chiamarmi di notte?

Attenzione perché “la volta buona” si usa diversamente dalla “buona volta”.

Infatti “la volta buona” si usa per indicare l’occasione giusta per risolvere un problema, o anche per indicare la speranza che il problema sia definitivamente risolto:

Dopo tre bocciature, domani sarà la volta buona che superi l’esame di italiano? Così almeno puoi dimenticare questo esame una volta per tutte. Ma vuoi metterti a studiare una buona volta?

Infine c’è “una volta tanto”, locuzione che indica qualcosa che accade molto raramente. Qualcosa di positivo. Esprime però anche rassegnazione, o speranza, o impazienza, o sollievo:

Una volta tanto abbiamo avuto fortuna.

Chissà se vinceremo, una volta tanto. Magari!

Simile ancora a “finalmente” , ma è riferita a una singola occasione. Non stiamo parlando di un problema risolto per sempre.

È quasi uguale a “una buona volta”, però “una volta tanto” sottolinea l’occasione rara (non accade quasi mai) che si è verificata o la speranza che accada, mentre “una buona volta” si usa più quando si è arrabbiati o impazienti per qualcosa che non accade mai.

Allora, ancora una volta non sono riuscito a fare un episodio breve come mi ero prefisso. La prossima sarà la volta buona?

Ve lo dico una volta per tutte però: la precisione non è mai stata il mio forte! Volete capirlo una buona volta?

Khaled: digiunando di mia volontà, non voglio avere torto lamentandomi con chicchessia.
Siamo negli ultimi 10 giorni del mese di Ramadan, quindi tutto sommato, meglio evitare di fare litigi con qualsiasi persona, quand’anche si subisca un torto o danno da questi.
In questi giorni, quando ci si sente offesi, è meglio dire sono un uomo in fase di digiuno , rivolgendosi a Dio con le invocazioni seguendo i riti del mese sacro.
Dobbiamo sentirci all’altezza dal punto di vista spirituale, per il fatto che c’è una notte che vale più di mille mesi di preghiera.

196 – VOLENDO – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Ciao ragazzi e ben trovati.

Nell’ultimo episodio di due minuti con Italiano Semplicemente ci siamo occupati dell’espressione “se vogliamo“. Ricordate? Abbiamo visto il verbo volere, in questa espressione colloquiale si usa per esprimere una opinione, facendo una associazione più o meno condivisibile.

Un membro dell’associazione mi ha fatto però una domanda:

Natalia (Colombia): Ho appena ascoltato i due minuti di oggi, molto usata nel parlato comune, ma volevo sapere se questa espressione è equivalente a “volendo”. Me lo puoi spiegare per favore?

Certo Natalia, grazie della domanda.

Allora, può sicuramente capitare di ascoltare “volendo” usato impropriamente al posto di “se vogliamo“, ma volendo rappresenta semplicemente l’espressione della nostra volontà, quindi non si deve usare con lo stesso senso di “se vogliamo” che abbiamo spiegato.

“Volendo” significa “se c’è la volontà”, “se si vuole”, quindi si può usare per esprimere una volontà, oppure una proposta, o una alternativa ad una proposta:

Per divertirci potremo andare a cena a casa mia va bene? Volendo possiamo anche acquistare del vino, che ne dite?

Posso anche dire:

Giocavo con la palla e non volendo, ho rotto il vetro, scusate!

Questo significa che non c’era volontà da parte mia. Non l’ho fatto apposta, non volevo. L’ho fatto non volendo, l’ho fatto inavvertitamente. Posso anche dire così.

Se devo dare una risposta, ma non sono convinto o non voglio dire proprio “no” posso usare “volendo”:

Se vuoi possiamo cena insieme una di queste sere che ne dici?

Non siete proprio convinti di questo, anzi vorreste proprio rifiutare, ma…. meglio glissare!

Risposta: sì, volendo…

In questo caso il tono non deve essere molto convincente però 🙂

Posso anche usarlo al posto di “se vogliamo“, ma in questo caso si usa il verbo volere normalmente. Se ad esempio facciamo un esame di lingua italiana e non va molto bene, il professore potrebbe dire:

Se vogliamo essere generosi, possiamo dire che raggiungi la sufficienza!

Quindi è come dire: volendo essere generosi“, se c’è la volontà di essere generosi. Non è un’azione necessariamente legata a “noi”, ma si usa lo stesso questa forma, a volte anche solo per darsi un tono.

Questa frase però non ha affatto lo stesso significo di “se vogliamo”, nel senso di fare una associazione forzata condivisibile o meno. Non stiamo facendo questo.

Per fare una ulteriore differenza rispetto a “se vogliamo” posso dire che “volendo” si usa con i fatti, è collegata più spesso ad azioni, non ad associazioni o opinioni.

Quindi si tratta semplicemente di volere nella forma del gerundio. Più simile a “se mi gira” molto spesso. Anche di questa espressione ci siamo già occupati.

Un altro membro mi ha chiesto se “addirittura” può sostituire “volendo“.

In realtà no, perché addirittura ha la funzione di sottolineare la straordinarietà di un fatto, si usa per esprimere anche una esagerazione. Non è questo il caso.

Ascoltiamo adesso il ripasso quotidiano:

Leijla (Bosnia): La diffusione del nuovo Coronavirus è andata al di là delle previsioni dell’Istituto Mondiale di Sanità. Questo può preoccupare, ma se vogliamo può capitare di sottovalutare gli effetti di un nuovo virus se ti prende alla sprovvista. La cosa importante è avere sempre ben presente il benessere mondiale senza sgarrare troppo spesso: non si può essere perfetti, qualcosa può sfuggire ogni tanto. Intanto però più di 400 persone sono già andate. Poveracce. Chissà se si fossero già fatte un’idea dell’aldilà

– – –

Camille (Libano 🇱🇧):

L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

COPERTINA frasi idiomnatiche 2

195 – SE VOGLIAMO – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Oggi ci occupiamo ancora del verbo “volere”. Abbiamo già visto più modi di usare questo verbo. Oggi vi parlerò di “se vogliamo“. Non si tratta di interpretare queste due paroline nel modo classico, perché la particella “se” generalmente indica una condizione da rispettare, o una possibilità: ad esempio:

Se vuoi posso darti un bacio

Se vogliamo oggi possiamo fare colazione insieme

eccetera.

No, non parlo di frasi di questo tipo. “Se vogliamo” spessissimo è usata nel linguaggio colloquiale non per indicare una condizione o una possibilità, ma come una modalità per esprimere un concetto ma con una certa forzatura. E’ un modo di parlare impreciso in realtà: si cerca di fare una associazione tra idee ma senza troppe pretese di precisione, di veridicità assoluta o di validità universale. A volte è solo un’opinione. Qualche esempio vi schiarirà la mente:

Le lezioni di Italiano Semplicemente sono interessanti, e, se vogliamo, anche divertenti a volte.

Ecco, qualcuno quindi potrebbe trovare queste lezioni non solo interessanti, ma anche divertenti, perché no!

La vita di coppia può dare molte soddisfazioni, e se vogliamo, tutto sommato è anche meno noiosa della vita da single.

Qualcuno potrebbe trovarla meno noiosa dunque (la vita di coppia), altri penseranno che questa sia una sciocchezza, altri una fortuna, altri ancora solo una forzatura, appunto.

Chi si batte per la difesa dell’ambiente è da lodare. Sono persone meno egoiste delle altre, e se vogliamo anche più intelligenti.

Notate che non si usa solamente con la versione “vogliamo” (relativa a noi). Si può usare anche nella forma “se vuoi“, ma è meno diffuso. Si usa nello stesso modo comunque:

La cosa importante è che enunciamo un concetto e poi un altro. In mezzo ai due mettiamo “se vuoi” o “se vogliamo”. Quasi sempre troverete la congiunzione “e”.

Ora ripassiamo alcune espressioni passate, grazie a Ulrike e Leijla, due membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

Ulrike: Ciao Leijla! Ti ricordi della puntata numero 58 di questa rubrica? L’hai presente?

Leijla: Ulrike, siamo giunti quasi a 200 puntate. In cosa verte la numero 58? Abbi pazienza, non ricordo.

Ulrike: Ah sì, scusami, si tratta dell’espressione un’ anima in pena.

Leijla: Ah ok, e cosa vuoi dirmi in merito?

Ulrike: Sai, ho rispolverato qualche vecchia espressione, tra cui questa, e stavo pensando alla situazione preoccupante per gli studenti qualora la rubrica dei due minuti dovesse finire. Questo esempio si trova in quell’episodio.

Leijla: ah sei tu l’anima in pena dunque? Questa possibilità ti ronza per la testa? Ma Come sarebbe a dire che finisce la rubrica? anzi, non hai notato la nascita delle due ulteriori rubriche realizzate sulla falsariga della prima? Tranquilla!

Ulrike: Va beh..avrai ragione Leijla, sicuramente un’idea peregrina questa, però una volta sorta, piano piano mi aveva causato un crescendo di preoccupazioni inutili. Evidentemente quest’esempio non ha niente a che spartire con la realtà. Grazie mi sei stata d’ausilio. A presto Leijla, una carezza alla bimba.

– – –

L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

COPERTINA frasi idiomnatiche 2

“Al che” (episodio n. 300 di Italiano Semplicemente)

Audio

È possibile ascoltare e/o scaricare il file audio in formato MP3 tramite l’audiolibro in vendita su Amazon.

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Trascrizione

Daria:

La notizia da Mosca per radio italiano semplicemente:
Non sarebbe una sorpresa sapere che a Mosca come in tante altre città esiste il servizio di noleggio bici. È vero che le bici sono sempre piaciute ai cittadini, ma piuttosto come uno svago estivo e in famiglia. Infatti il nostro clima non ci permette di godere delle passeggiate in bici tutto l’anno, il che rende l’idea di un noleggio bici difficilmente realizzabile.
l’altro ieri è arrivata invece una notizia positiva e anche molto curiosa dal sindaco di Mosca: Il noleggio bici è diventato assai conveniente. Al che i cittadini hanno dimostrato un certo apprezzamento per gli sforzi del sindaco. Infatti il numero delle persone che hanno noleggiato biciclette è aumentato notevolmente da quella dichiarazione.
Nei primi tre mesi della “stagione della bicicletta” i cittadini hanno fatto più di 2,5 milioni di noleggi. In altre parole, il 20% dei cittadini hanno noleggiato la bici almeno una volta negli ultimi tre mesi, al che anche io ho deciso di provare ad usare il noleggio bici nella mia città.

Ciao Daria, e buongiorno a tutti. Benvenuti in questo nuovo episodio (il n 300) di Italiano Semplicemente. Io sono Giovanni, e adesso vi spiego il significato di una espressione che Daria ha utilizzato ben due volte nella sua notizia riguardante Mosca e il noleggio delle bici.

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L’espressione è “al che“, due semplici parole che compongono questa locuzione verbale, che si usa solamente all’orale e che non troverete spiegata in altri siti tantomeno in qualche dizionario di italiano.

Dunque Daria ha detto che:

Il noleggio bici è diventato assai conveniente. Al che i cittadini hanno dimostrato un certo apprezzamento per gli sforzi del sindaco.

Poi ha aggiunto alla fine:

Il 20% dei cittadini hanno noleggiato la bici almeno una volta negli ultimi tre mesi, al che anche io ho deciso di provare ad usare il noleggio bici nella mia città.

In entrambi i casi al che serve a collegare due frasi, di cui la seconda è la conseguenza della prima.

Per sostituire “al che” , il modo migliore è senza dubbio dire “a quel punto”. In questi modo non vi sbagliate mai.

Al che si utilizza come dicevo solamente all’orale, e soprattutto in prima persona. Quasi sempre si sta parlando sempre di sé stessi. Si parla di una cosa accaduta e poi si vuole aggiungere che c’è stata una reazione da parte vostra, una reazione che ha causato una conseguenza:

Dopo che Il 20% dei cittadini ha noleggiato la bici almeno una volta negli ultimi tre mesi, a quel punto (al che) anche Daria ha deciso di provare ad usare il noleggio bici nella sua città, Mosca.

Solitamente si usa sempre al passato perché si sta parlando di qualcosa di già accaduto che ha generato una vostra reazione. È una modalità discorsiva questa per esprimere il concetto di reazione o conseguenza. Discorsiva e veloce. Questo non significa che non possiate riuscire ad usarla al presente o al futuro, ma sicuramente è più difficile.

Vi faccio altri esempi comunque che vi invito a ripetere per memorizzare (settima regola d’oro di italiano semplicemente: parlare).

Ieri volevo andare al mare ma è cominciato a piovere ☔, al che ho dovuto rinunciare.

Non ce l’ho fatta a prenotare nel mio ristorante preferito, al che mi sono accontentato di una pizzeria.

Non riuscivo a capire la spiegazione, al che decisi di ripetere l’ascolto.

Non mi piace molto la grammatica, al che ho aderito all’associazione italiano semplicemente.

All’inizio Daria ha usato anche una espressione simile: “il che”. Daria ha detto:

Il nostro clima non ci permette di godere delle passeggiate in bici tutto l’anno, il che rende l’idea di un noleggio bici difficilmente realizzabile.

Vedete che i concetti sono simili, ma il che fa riferimento diretto alla prima frase. A questo serve “il”. Invece “al che” si usa per evidenziare la conseguenza.

Al = a+il. Non c’è molta differenza in fondo.

 

Da “il Decamerone”

“Il che” si usa spesso in frasi in cui si spiega qualcosa. Ad esempio:

Ho baciato una ragazza ieri. La ragazza poi mi ha detto: Mi hai baciato, il che vuol dire che mi ami, al che io ho dovuto rispondere: ma sei impazzita? Al che lei mi ha dato uno schiaffone, il che significa che si era arrabbiata molto. Un momento di silenzio è seguito, poi lei, con un sorriso bellissimo, mi ha fatto capire che mi aveva perdonato, al che l’ho baciata nuovamente, ma lei mi ha respinto. Ho capito allora di essere innamorato, il che significa che quel sorriso era un’arma letale. Al che lei mi ha presentato ai suoi genitori.

Un saluto da Giovanni.

Vi aspettiamo nella nostra associazione.

Daria vuoi dire qualcosa ai nostri ascoltatori?

Daria: buona giornata a tutti e spero di sentire i vostri commenti sul gruppo whatsapp di italiano semplicemente.

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