300 – Avere agganci

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Trascrizione

Emanuele: benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, per migliorare il proprio italiano gradualmente, ogni giorno.

Agganciare
Un pesce preso al “gancio” (anche detto “amo”)

Giovanni: hai mai provato, parlo con i maschietti, ad agganciare una ragazza in discoteca? Hai mai provato ad aggamciarne una? Anche un ragazzo si può agganciare.

Lejla: io non ci provavo ad agganciarli, perché non venivo mai degnato di uno sguardo!

Sofie: Beh, non puoi sapere se andava male. Non avevi che da provare!

Giovanni: In questo caso, cara Lejla, si può anche decidere di agganciare un cliente. Anche un cliente si può agganciare. Magari è più facile. Lo puoi e lo vuoi agganciare per vendergli un prodotto.

Il verbo agganciare, che deriva dal termine gancio, si può utilizzare al posto di rimorchiare, sia che si parli di voler conquistare una ragazza o un ragazzo, sia che si parli di automobili.

Quando un’auto si ferma per un guasto, quando non funziona più, bisogna portarla dal meccanico per ripararla, e allora si utilizza un gancio, un oggetto di metallo, che serve a rimorchiare l’auto fino al meccanico.

“Vado a rimorchiare una ragazza”, quindi, oppure “vado ad agganciare una ragazza” si usa, tra i giovani, per indicare il tentativo di conoscere una ragazza, per poterla tirare verso di sé, per poterla conquistare. Un’attività che non riesce sempre.

Ad ogni modo l’immagine del gancio si utilizza anche in un’altra espressione italiana:

Avete un aggancio, o avere degli agganci.

L’aggancio in questo caso è una conoscenza, quindi si tratta di una persona che si conosce e che potrebbe risultare utile per raggiungere un obiettivo personale. Una persona influente quindi. Che riesce ad influenzare alcune decisioni.

Si usa moltissimo in Italia e a dire il vero non è una cosa molto positiva, perché si usa spesso per indicare una o più conoscenze che potrebbero aiutarti per ottenere favori. Favori che avvantaggiano te, ma spesso svantaggiano altre persone.

Se quindi mi serve ottenere un documento amministrativo importante in tempi brevi, spesso questo non è possibile, ma se hai un aggancio al comune, o in qualsiasi ufficio dell’amministrazione pubblica, potresti ottenere questo documento, perché c’è questa persona che ti aiuterà.

Ci sono moltissime persone “ben agganciate” in Italia, che hanno quindi ovunque dei buoni agganci e questo dà loro una forma di privilegio, una forma quindi di potere. Con un aggancio si può ottenere un lavoro senza meritarlo, con un altro aggancio ottenere un prestito.

E tu, ti ritieni una persona ben agganciata? Hai molti agganci? Conosci persone influenti?

Non è una cosa di cui andare orgogliosi però.

Ulrike: Che sarà mai, Giovanni!

Andrè: Non è niente di che, dai, in tutto il mondo è così.

– – –

L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

Il verbo PRENDERE nelle 52 espressioni idiomatiche italiane – VIDEO-CHAT

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Descrizione

Stasera, 28 giugno 2020, ore 19 italiane, piattaforma zoom, appuntamento per spiegare le espressioni utilizzate nella storia (52). Per partecipare: https://italianosemplicemente.com/chi-siamo

Trascrizione

Ciao!! Vi ho preso di sorpresa? Tranquilli,
Adesso vi racconterò una storia che parla del verbo prendere.
Spero non la prendiate male se parlerò velocemente. Non mi prendete per matto però!
Se non riuscirà a prendere forma una bella storia, prenderla male non vi aiuterà a migliorare il vostro italiano. Quindi spero la prendiate bene, come quando venite bocciati ad un esame e non ne fate un dramma.
Poi c’è chi la prende con filosofia: apprezzo molto queste persone che danno il giusto peso alle delusioni.
A proposito: siete persone che se la prendono se qualcuno vi prende in giro?
Non ve la prendete con me però, io non c’entro nulla.
Parlo velocemente ma solo perché non mi piace prendermela comoda.
Certo, voi non madrelingua rischiate seriamente di prendere lucciole per lanterne, ma oggi avevo voglia di fare un episodio divertente, perciò meglio
Prendere la palla al balzo, no?
Saper prendere l’occasione al volo d’altronde è una qualità non da poco.
Non prendete alla lettera le mie frasi perché sono tutte espressioni figurate. Lo so, state pensando che io sia un po’ pazzo, ma state prendendo un granchio, e non vi sto neanche prendendo in giro. Oggi volevo divertirmi sebbene l’obiettivo è molto impegnativo: ma a un certo punto ho preso il toro per le corna e ho iniziato a scrivere.
Non mi prendete troppo sul serio però.
Piuttosto a me piace molto essere preso per la gola e voi? Sono sicuro che anche a voi! Che mi prenda un colpo se non è così!
Comunque voi starete pensando che vi stia prendendo per il culo, o per i fondelli, o magari per il naso.
Se invece non lo pensate è perché avete preso una bella cotta per la lingua italiana.
Allora in questo caso,
Prendete baracca e burattini, o armi e bagagli, se preferite, e fatevi un bel giro in Italia.
Adesso state attenti. Quale espressione ho usato per ultima?
Vi ho preso in castagna? Eravate distratti?
Se state ancora ascoltando avete proprio preso a cuore questo mio tentativo di oggi.
Credo che storie di questo tipo siano molto utili: si impara divertendosi. Si prendono quindi 2 piccioni con una fava.
Allora posso continuare?
Spero non pensiate che ciò che dico sia da prendere con le molle!!
Non che dobbiate prendere per buono tutto ciò che dico. Fate pure le vostre verifiche se volete.
Ma per chi mi avete preso? Per uno che dice sciocchezze?
Non prendete per oro colato nulla di ciò che dico. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Poi, chi si fida troppo, si dice che finisce per
Prenderlo in quel posto, prima o poi…
Non vi aspettavate parolacce? Vi ho preso in contropiede?
Capita a tutti non preoccupatevi.
Ma io voglio solo esplorare completamente la lingua italiana quindi è necessario spiegarvi bene le cose.
Se amate la lingua italiana dovete sopportare anche questo. In amore si prendono spesso cantonate, no?
Ma la lingua italiana non tradisce e non delude, non si possono prendere fregature e neanche sòle di nessun tipo.
L’unica cosa è che questo racconto sta prendendo una brutta piega.
Difficile sopportare uno come me, vero?
Prendermi a mali parole però non è la soluzione, anche se siete tipi che prendono fuoco facilmente. Se prendete di matto sapete cosa vi dico? Cosa vi prende?
Sapete che ho preso ad odiare gli esercizi di grammatica e a me piace divertirmi quando insegno l’italiano. Se un professore di italiano prova a contestarmi io gli faccio vedere i miei 100 associati:
Prendi e porta a casa! Che soddisfazione!
Cosa aspetti a cambiare metodo anche tu, caro professore? Prendi e cambia metodo, è facile e divertente.
Non conosci la strada?
Prendi a destra e poi a sinistra, poi prendi l’autostrada per Roma e vieni a trovarmi. Te lo spiego io volentieri! Così alla fine anche tu avrai preso le Misure del metodo.
Prenderà molto anche te questo metodo, vedrai!
A quel punto ci prenderemo molto anche noi due.
Comunque piacere. Mi chiamo Giovanni. E scusate se vi ho preso alla sprovvista, senza avvisare.

299 – Uso del futuro per fare ipotesi

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Il futuro per fare ipotesi

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Emanuele: benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, per migliorare il proprio italiano gradualmente, ogni giorno.

Giovanni: Quale sarà l’oggetto di questo episodio n. 299? Si tratta di un uso particolare del futuro.

Normalmente il futuro si utilizza per eventi che devono ancora accadere, altrimenti che futuro sarebbe?

Ebbene, in realtà il futuro, nella lingua parlata prevalentemente, si usa anche per esprimere eventi passati.

Emma: Passati? Sicuro Giovanni? Non ti sta dando di volta il cervello?

Giovanni: Sì, sì, sicuro, e lo fanno tutti gli italiani.

Lo posso fare quando non sono sicuro di qualcosa che potrebbe essere accaduto, e faccio delle ipotesi che credo siano plausibili.

Ad esempio.

Se un giorno non dovesse andare online un episodio di questa rubrica, qualcuno potrebbe dire:

Come mai Giovanni oggi non ha ancora pubblicato episodi? Si sarà dimenticato?

Come dire: si è dimenticato secondo voi? – Forse si è dimenticato.

Hartmut: Questa non è una ipotesi peregrina.

Giovanni: Potreste anche dire:

O forse avrà avuto da fare? (Forse ha avuto da fare)

O magari avrà avuto problemi con Internet.

Rauno: Sarà in qualche luogo remoto?

Sofie: Vedrai che si fa vivo entro stasera. Bisogna armarsi di pazienza.

Giovanni: vedo che siete in vena di ripasso oggi. Si potrebbe aggiungere:

Sarà il caso di chiamarlo? Che ne dici? Oppure a quest’ora starà dormendo?

Comunque, io rispondo dicendo:

Dimenticato? Mi sono dimenticato? Non direte sul serio! Spero starete scherzando!

Ecco, in questi ultimi casi è stato usato il futuro non per spiegare il passato, come prima, non per fare un’ipotesi sul passato, ma per proporre una soluzione (sarà il caso di chiamarlo?), per fare cioè un’ipotesi sul futuro (starà dormendo adesso?) o di spiegazione a posteriori (Spero starete scherzando!). Una alternativa al congiuntivo quindi.

Spero tu stia scherzando!

Spero starai scherzando!

Quindi utilizzo il futuro anche per qualcosa che riguarda il futuro, ma in modo diverso da come avviene normalmente. Anche le mie risposta: “Non direte sul serio!”, “non starete scherzando!”, o anche altre, topo: “Mica starai scherzando!” è un’ipotesi sul futuro che però mi auguro non sia vera.

“Sarà il caso di chiamarlo” è invece come dire: “che ne dici, lo chiamiamo?” E’ una proposta, un’ipotesi anche questa.

Si può usare anche in questo modo il futuro, se non sono sicuro di qualcosa da fare.

Dove sarà Giovanni? (uso normale del futuro). Non so, sarà andato al mare? (ipotesi futura). Magari starà a divertirsi da qualche parte (ipotesi futura). Oppure sarà andato in vacanza! (ipotesi sul passato).

Ma secondo voi sarà il momento di finire questo episodio?

Immagino vi sarete stancati!

Lejla: No, ma ci dovrà essere un motivo per cui hai dato a questa rubrica questo nome? Vai a capire!

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L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

298 – Qui ti voglio!

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Qui ti voglio

Giovanni: Qualche tempo fa abbiamo visto insieme un’espressione particolare: qui casca l’asino.

L’asino, poveraccio, non c’entra nulla con questa espressione (se volete dare un’occhiata metto un link sulla trascrizione di quell’episodio).

C’è un’espressione simile a “qui casca l’asino“, che, se non lo ricordate, si utilizza quando c’è qualcosa di difficile, che potrebbe quindi portare a fare un errore. L’espressione è “qui ti voglio”.

Fernando: Ok ma laddove ci siano dubbi? Puoi spiegare meglio?

Rauno: Sennò questa nuova espressione potrebbe andarci di traverso!

Giovanni: Certo. Il significato di “Qui ti voglio” è abbastanza simile. Una delle differenze è che ci si rivolge direttamente ad una persona, o anche a più persone – in questo caso diventa:

Qui vi voglio!

Si parla in generale si sfide, o di punti delicati da superare, o di prove da vincere

Inizia allo stesso modo “qui” che non indica un luogo, ma, in modo figurato, un momento, un aspetto.

Dicendo “qui” si vuole in realtà dire: a questo punto, in questo momento, su questo aspetto. “Qui ti voglio” è spesso un’abbreviazione di una frase più lunga:

Qui ti voglio vedere all’opera!

oppure:

Qui voglio vedere come te la cavi!

Qui voglio vedere se sei veramente bravo!

Qui voglio vedere come riuscirai a risolvere tutte le difficoltà che verranno!

Qui arriva il difficile!

Spesso c’è una “e” (o anche una è) prima, per rendere la frase più esclamativa:

E qui ti voglio!

È qui che ti voglio!

Dicevo che non è esattamente come “qui casca l’asino” anche perché l’asino che cade è un’immagine che rappresenta un fallimento, un ostacolo molto grande che solitamente non si riesce a superare. Si usa anche a posteriori, cioè dopo che è stato commesso un errore in un punto difficile.

Hartmut: Un po’ come parlare a ragion veduta?

Giovanni: Sì, più o meno, se in passato si hanno avute esperienze simili.

Mentre si può usare anche come  avvertimento (quindi prima) come a dire:

Attento, perché qui si sbaglia facilmente, quasi tutti sbagliano!

Qui ti voglio” è meno pessimista, più simile a “questa è una bella sfida da vincere”, “qui entrano in campo le tue qualità”, “in questo momento arriva la parte complicata”, quindi è più sfidante, più ottimistica come esclamazione.

Poi esiste anche la versione “qui ti volevo!” che ha lo stesso significato, e non si usa solo a posteriori, perché spesso ha il senso di “in questo punto volevo vedere come te la cavavi”, “è qui che ero curioso di vederti alla prova”, “questo è un punto che ho sempre pensato essere il più delicato”.

Potete quindi scegliere: “qui ti voglio” o “qui ti volevo“, perché si usano entrambe quando qualcosa sta accadendo, quando quel momento difficile è appena arrivato.
Infatti spesso si dice:

Adesso ti voglio!

Poi, a posteriori ovviamente meglio usare “qui ti volevo“.

Qualche esempio:

Si fa presto a dire che l’Italia è pronta ad affrontare una crisi sanitaria, poi se arriva veramente un virus, qui ti voglio!

Dici che sei bravo a conquistare il cuore di una donna. Ma stasera ho invitato alla festa la più bella e la più antipatica della città. E qui ti voglio!

A volte può anche indicare non qualcosa di difficile, ma un aspetto di una questione sulla quale si ha un’idea precisa, un aspetto importante che può rappresentare la prova per verificare qualcosa, come l’amore ad esempio.

Sai, la fidanzata di mio nonno ha 35 anni. Diceva di amarlo, ma appena ha saputo che mio nonno non era ricco come pensava, l’ha lasciato.

E qui ti volevo!

Nel senso di: ecco, questa era la prova da superare. Adesso sappiamo la verità!

Non credo ci sia una risposta migliore di questa!  Risposte quasi analoghe sono appunto “qui casca l’asino” oppure:

Lo sapevo!

Ma questa risposta significa che avevi già un’idea ed è stata confermata dai fatti. Mentre “qui ti voglio” è imparziale, diciamo.

Lo stesso vale per:

Lo immaginavo!

Oppure anche:

Era nell’aria!

O anche:

André: e ti pareva!

Giovanni: Bravo! E anche questa l’abbiamo già spiegata.

Un’ultima cosa: attenti a non dire:

Ti voglio qui! 

Invertire infatti può essere molto pericoloso… se detto ad una donna potrebbe sembrare un invito sessuale!!

Mi raccomando!

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Protetto: I tratti del viso – come descrivere le persone – VIDEO-CHAT

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297 – Andare a tentoni

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Andare a tentoni

Giovanni: ci sono dei termini in italiano che, pur esistendo sia al singolare che al plurale, si usano solo al plurale. Uno di questi è “tentoni“, termine che deriva dal verbo tentare, cioè provare.

Bogusia: Allora vuoi tentare di spiegarci questa parola “tentoni”? Non fosse altro che per poterla usare al più presto, prima che la dimentichi!

Lejla: Ogni cosa a suo tempo, armati di un po’ di pazienza!

Giovanni: Grazie! Allora, “Andare a tentoni” è la frase in cui si usa questo termine (al plurale). Si parla di un modo di camminare, o meglio, di un modo di procedere, un tipo di andatura.

Si dice che una persona “va a tentoni” o “procede a tentoni“.

Il verbo procedere significa andare avanti, muoversi in avanti, sia fisicamente che in modo figurato, procedere cioè verso un obiettivo da raggiungere.

Dunque questo è un modo di muoversi incerto, come se non vedessimo, come se fossimo ciechi, non vedenti.

Chi va a tentoni mette le mani avanti solitamente perché non si sa mai dovesse sbattere contro qualcosa! Allora per sicurezza le mani si alzano in avanti per proteggersi da eventuali urti.

Quindi, al buio, nell’oscurità, si va a tentoni, nel senso che si tenta di andare avanti, senza avere un’idea chiara di dove si stia andando. Quindi andare a tentoni è una cosa che facciamo tutti al buio se va via improvvisamente la luce a casa ad esempio.

Si usa molto spesso anche in modo figurato, quando non si ha la più pallida idea di come fare.

Rauno: Giovanni, hai appena chiamato in causa un’espressione che hai già spiegato qualche tempo fa: non avere la più pallida idea!

Giovanni: sì, hai ragione. Allora, dicevo che si va a tentativi (si può anche dire così), si procede per tentativi, se vogliamo dirla in modo più raffinato, ma andare a tentoni rende perfettamente l’idea dell’incertezza.

Con l’emergenza Covid spesso le autorità sono andate avanti a tentoni. Si è proceduto a tentoni, poiché non si sapeva esattamente cosa fare, quindi si sono fatti dei tentativi, ma senza un programma articolato preciso.

Anche un medico potrebbe curare una persona a tentoni, non sapendo esattamente quale malattia abbia.

Al lavoro, un dirigente potrebbe lamentarsi perché nel lavoro si procede a tentoni, senza una direzione precisa, senza un obiettivo.

Magari si prende una decisione….

Andrè: Se non fosse che è stata già presa in precedenza e non ha funzionato!

Giovanni: esatto, anche questo è andare a tentoni.

Il dirigente in questi casi potrebbe prendere e licenziare tutti?

Giovanni: Si, certo, ma quando si va a tentoni al lavoro c’è qualcosa che non va e magari è soprattutto colpa sua! Allora dovrebbe licenziare anche se stesso.

Xin: Una magra consolazione per i dipendenti!

Giovanni: Già!

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296 – Andare di lusso

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andare di lusso

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Giovanni: Qual è il contrario di povero? Ricco. Si parla di ricchezza e di povertà. Si parla ovviamente di soldi, di condizioni economiche di una persona

Questo però si usa con le persone. Invece se parlo di luoghi, potrei dire che un luogo, se è bellissimo e arredato in modo elegante e con grande spesa economica, posso dire che è un luogo lussuoso. Camere, appartamenti, case, arredate lussuosamente. “Una casa di lusso” è quindi una casa costosa, arredata con lusso, appartenente evidentemente a persone ricche.

Non posso però dire che una foresta è lussuosa, poiché non c’è l’intervento dell’uomo.

C’è un’espressione interessante che usa la parola “lusso” che però non ha nulla a che fare con la ricchezza: “andare di lusso”.

Quando va di lusso, potremmo dire che “va bene”. Quindi andare di lusso significa “andare bene”, ma in che senso?

Se mi chiedono: come va? é come dire “come stai?” In questo caso posso rispondere: va bene, grazie, sto bene.

Ma andare di lusso non si può usare in questi casi. Non posso rispondere “va di lusso”.

Infatti andare di lusso significa va bene considerate le circostanze.

Lejla: Che significa? Ce lo spiegherai a tempo debito?

Giovanni: No no! Ve lo spiego subito! Significa che posso usare questa espressione quando devo riportare l’esito di un esame, o un qualsiasi risultato positivo, quando questo risultato poteva essere molto peggiore, considerate le circostanze. Insomma, ci si aspettava che il risultato fosse peggiore. Molto peggiore.

Ad esempio.

Com’è andato l’esame? Eri molto preoccupato che non avevi studiato molto.

Beh, sono stata promosso con 28/30. Mi è andata di lusso!

Quindi si può dire certamente che “è andato bene (l’esame”) o “è andata bene”, o “mi è andato/andata bene” ma se dico che “è andata di lusso” o “mi è andata di lusso” voglio dire che sono stato fortunato, che tra tutti i possibili esiti, risultati, sono pienamente soddisfatto, vista la mia preparazione. Considerato che non avevo studiato molto.

Si tratta di uno dei mille modi di usare il verbo andare in modo figurato.

Attenzione perché non è detto che se è andata di lusso sia andata benissimo. Anche un risultato appena positivo può essere giudicato soddisfacente se consideriamo le circostanze. Al contrario, se invece sono preparatissimo e prendo il massimo voto ad un esame, non posso certamente usare questa espressione, proprio perché mi aspettavo un voto alto.

Ovviamente posso usare l’espressione in mille circostanze diverse.

Andrè: Il virus ha interessato il Sud Italia?

Giovanni: Sì, ma molto poco. Al sud Italia con il corona virus c’è andata di lusso. Abbiamo avuto pochissimi casi. Al nord invece non c’è andata affatto di lusso…

Hanno annullato il nostro volo per San Paolo!

Xiaoheng: vai a capire perché!

Giovanni: Non saprei ma c’è andata di lusso perché abbiamo trovato un altro aereo solo un’ora dopo a metà prezzo poi!

Qual è il contrario di andare di lusso? Beh, se voglio continuare ad usare la preposizione “di” forse potrei dire: E’ andata di merda!

Evidentemente significa che è andata male, malissimo! O quantomeno che mi aspettavo di meglio…

Emma: ci aggiorniamo domani Giovanni?

Giovanni: Si certo, ci aggiorniamo domani …. vediamo com’è andata oggi… 5 minuti…. non vi è andata esattamente di lusso ma almeno spero che mi sia spiegato bene.
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Il verbo ANDARE nelle espressioni idiomatiche italiane

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Si tratta del file audio del video chat dei membri dell’associazione in cui abbiamo spiegato il verbo ANDARE nelle espressioni idiomatiche che lo utilizzano.

  • – andare a farsi friggere
  • – andare in malora
  • – andare in rovina
  • – andare a monte
  • – è andata!
  • – e andiamo!!
  • – andare per i trenta
  • – andarci di mezzo
  • – andare pazzo per
  • – andare sul sicuro
  • – ne va di…
  • – va fatto
  • – Andare in vigore
  • – andare a ruba
  • – andare sul sicuro
  • – va da sé
  • – vai a quel paese
  • – andare a gonfie vele
  • – andarci piano
video chat 23 giugno italiano semplicemente
La video chat dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

295 – Una caterva

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caterva_immagine
Fonte

Trascrizione

Iberé: su cosa verte l’episodio numero 295 della rubrica 2 minuti con Italiano Semplicemente?

Giovanni: Verte sulla caterva. Possiamo sicuramente dire che su Italianosemplicemente.com ci sono ormai una caterva di episodi. Infatti siamo arrivati a 889 episodi pubblicati dal luglio 2015, quando è nato il sito.

Una caterva di episodi significa moltissimi episodi. Ma quando possiamo usare il termine caterva? Che ne dite, ve lo spiego?

Sofie: Aggiudicato! Vai Giovanni!

Giovanni: Intanto sappiate che è un termine informale. Niente di volgare  comunque, semplicemente un modo familiare per indicare un numero molto elevato.

Tra gli 889 episodi pubblicati ce n’è uno in particolare in cui abbiamo trattato tutti i modi in cui si può indicare una grande quantità. Vi metto il link se volete dare un’occhiata, ma la caterva l’avevo dimenticata, e chissà quanti altri ancora ce ne sono.

Perché si usa caterva e non altre modalità come moltissimi? Spesso perché c’è un senso negativo, a volte legate ad un giudizio negativo

Rauno: Professore, com’è andato il compito?

Giovanni: Male, anzi malissimo… hai fatto una caterva di errori!

Quell’uomo ha una caterva di figli. Anche lo scrittore Pirandello lo utilizzava proprio per indicare una quantità non precisata, ma molto numerosa di figli.

Ma si può usare in realtà ogni volta che voglio sottolineare una quantità esagerata di qualcosa:

Ho letto una caterva di libri nella mia vita!

A volte si usa anche al plurale: caterve.

Col il lock down ho visto caterve di persone assaltare i supermercati.

Quindi la caterva, le caterve.

Chiunque osi criticarmi verrà travolto da una caterva di insulti.

Insomma, si usa spesso in contesti negativi come anche altri sinonimi come “orda” o “schiera”, “massa“, torma” o “fottio” (quest’ultimo è volgare però).

Carmen: Giovanni, non è che vuoi spiegarci anche l’origine del termine caterva?

Giovanni: Volentieri. Pensate che l’origine di caterva viene dall’antica Roma. La caterva era un corpo di milizie barbariche, quindi una specie di esercito, evidentemente molto numeroso ma disordinato. Si usava questo termine per contrapporlo alla cosiddetta “legione romana”, e le legioni formavano l’esercito romano, notoriamente molto ordinato e disciplinato. Tutto il contrario della caterva, composta da barbari!

Emma: Giovanni, hai sforato anche oggi, a dispetto del nome di questa rubrica. Poi dice perché mi arrabbio!

Lejla: non vedo perché tu debba arrabbiarti, visto che stai imparando una cosa nuova anche oggi. Non rischi certamente di andare in tilt!

Fernando: calmi, calmi, smorziamo i toni!
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L’inizio e/o la fine, o le frasi intermedie di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!