55 – Il fornitore – ITALIANO COMMERCIALE

Il fornitore

Descrizione: Spieghiamo i termini più usati quando si parla di fornitori e forniture: tempi di consegna, stock, reso, condizioni di pagamento, sfornito, inventario.

Durata: 9:04

Episodio per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Le regioni italiane – presentazione

Le regioni italiane presentazione (scarica audio)

Trascrizione

Se andiamo alla scoperta delle regioni italiane, con poche parole è difficile, ma provo a dirvi qualcosa dell’Italia.

Sapevamo che l’Italia è il Paese più bello del mondo, ma non sappiamo bene perché.
Forse per Il clima, il sole e il mare, la campagna, le montagne, il paesaggio, le bellezze naturali e quelle storiche, artistiche e
culturali: tanto da avere il più alto numero al mondo di siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità, ben 57, noi così piccoli, davanti alla Cina
con 56.

Un immenso “tesoro” sparso sulla Penisola, tutto da visitare, da scoprire.

Non conosciamo esattamente le ragioni ambientali e geografiche che fanno del nostro “Stivale delle meraviglie” un caso unico su tutta la terra.

Studiosi, ricercatori ed esperti hanno provato ad illustrare di volta in volta.

In Italia ci sono moltissime peculiarità che molti
Paesi ci invidiano.

Queste derivano dalle vicissitudini storiche e geografiche che il nostro meraviglioso Paese ha subito.

È composta da 20 regioni quasi tutte affacciate sul mare. Solo cinque non sono sulla costa: Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Umbria.

Poi, Stromboli, l’Etna ed il Vesuvio sono gli unici 3 vulcani attivi in Europa.

Ora pensiamo a due dati per così dire “anagrafici” , che riassumono
l’identità del nostro Paese: 0,50% della superficie mondiale e 0,83%
della popolazione mondiale. Come dire, un’inezia rispetto ai grandi del pianeta, come la Cina, gli Stati Uniti o la Russia.

È una piccola parte anche dell’Europa.

Ma questa è “l’unica penisola che viaggia stretta, da nord a sud, su una latitudine perfetta chiusa all’interno di un mare buono”.

Siamo il Paese più bio-diverso al mondo: 1.200 vitigni autoctoni,
mentre il secondo Paese – la Francia – ne ha 222.

Abbiamo 533 specie di olive, la Spagna ne ha 70. Abbiamo 140 specie di grano duro.

È la stessa biodiversità nell’agro-alimentare che si è trasformata in enogastronomia.

Da sempre l’Italia è centro e luogo d’incontro di grandi civiltà. È nato qui il primo grande impero al mondo, leader sia nel sociale sia nel politico.

Protesa nel mar Mediterraneo, la penisola accolse a partire dai secoli XI-VII a.C. popolazioni altamente civilizzate, come i fenici e i greci, che sulle sue coste fondarono prospere colonie.

Le loro tracce le ritroviamo in tanti luoghi.

Dal II secolo a.C. al III secolo d.C., l’Impero di Roma sottomise e unificò politicamente
l’intero bacino del Mediterraneo. Trasmise ai tanti popoli stanziati
sulle sue sponde (in Europa, in Asia e in Africa) la lingua latina e
le leggi romane; ma anche la grande cultura ellenistica maturata in Grecia e nel Vicino Oriente..

Più tardi, tra la metà del XV e la fine del XVI secolo, da alcune
città sede di ducati, repubbliche, signorie (tra cui Firenze, Siena,
Lucca, Milano, Mantova, Ferrara) prese avvio il Rinascimento, il
movimento culturale e artistico che ha influenzato profondamente la civiltà europea e occidentale.

Che ne dite, vale la pena fare un giretto nelle varie regioni ,alla
scoperta delle loro caratteristiche, la loro unicità, i loro usi, la
loro cucina e i loro dialetti, diversissimi tra di loro a causa
della loro diversità territoriale? Andiamo.

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In casa e fuoricasa – IL LINGUAGGIO DEL CALCIO (EP. 16)

In casa e fuoricasa (scarica)

Indice episodi del linguaggio del calcio

Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.

Oggi parliamo delle partite in casa e di quelle fuoricasa.

Che significa giocare in casa e giocare fuoricasa?

Nel contesto del calcio, “giocare in casa” indica che una squadra sta disputando una partita nel proprio stadio, circondata dai propri sostenitori. Invece, “giocare fuori casa” significa che la squadra sta giocando nell’impianto dell’avversario, lontano dai propri tifosi. Questi due scenari hanno un impatto importante sulla dinamica della partita.

Quando si gioca in casa, c’è solitamente un vantaggio psicologico e si può beneficiare del supporto dei tifosi. Al contrario, giocare fuori casa può essere più difficile a causa dell’ambiente ostile e del fatto di essere lontani da casa.

Le trasferte infatti possono essere impegnative per le squadre a causa dei viaggi, dell’adattamento a un nuovo ambiente e della mancanza del sostegno dei propri sostenitori. Tuttavia, le trasferte sono parte integrante del calcio e possono rappresentare sfide emozionanti per i giocatori e per i tifosi che seguono la squadra in viaggio.

Attenzione perché non si dice “giocare a casa” ma “giocare in casa”.

Ci sono modi alternativi per esprimere i concetti di “giocare in casa” e “giocare fuori casa” nel calcio come in altri sport.

Giocare in casa si può dire:

Giocare davanti al pubblico amico

Giocare davanti ai propri tifosi.

Disputare la partita nel proprio stadio.

Giocare la partita casalinga

Giocare sul proprio terreno.

Affrontare l’avversario nella propria tana.

Giocare fuoricasa (in due parole o in una sola parola) invece si può dire:

Giocare in trasferta

Giocare nell’impianto dell’avversario.

Essere la squadra ospite

Affrontare l’avversario sul suo terreno.

Giocare lontano dalla propria base.

Giocare nello stadio avversario

Giocare sul/nel terreno avversario

Parlando delle partite ci sono quindi le partite casalinghe, cioè le partite in casa e le partite fuori casa, cioè le trasferte o le partite in trasferta.

E cosa succede quando due squadre giocano nello stesso stadio? Parlo di Roma e Lazio, di Juventus e Torino, di Genoa e Sampdoria ad esempio.

Chi gioca in casa e chi fuoricasa in questi casi?

Lo vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato al linguaggio del calcio.

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In via amichevole (ep. 970)

In via amichevole (scarica audio)

Video

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Trascrizione

Dopo aver parlato della locuzione “in via di”, oggi proviamo a vedere cosa succede togliendo la preposizione “di”.

Il titolo di questo episodio recita “in via amichevole“, che è uno dei numerosi modi in cui si può usare “in via“.

Via” in questi casi ha un senso simile a “modo” , “modalità” . Può indicare anche un tipo di approccio, che poi è sempre un modo di affrontare una situazione.

Ci possono essere diverse strategie, cioè si possono seguire diverse strade, diverse vie. Questo è il motivo per cui si usa la parola “via”.

Come frasi simili a “in via amichevole” potrei citare ad esempio:

In via eccezionale
In via cautelativa
In via sperimentale
In via preliminare

In via sussidiaria
In via confidenziale

Eccetera.

Se ad esempio dico che dobbiamo risolvere una questione in via amichevole, allora voglio dire che questa questione, questo problema di cui parlo va risolto, ma va risolto senza troppe formalità. Dobbiamo seguire questa via, dobbiamo fare in questo modo.

Dire che si vuole risolvere una questione “in via amichevole” significa che si intende cercare una soluzione pacifica e collaborativa al problema, evitando conflitti o controversie maggiori. Si tratta di affrontare la situazione in modo conciliatorio e cordiale, senza dover ricorrere a vie legali o a misure più drastiche (esistono anche le vie legali, cioè quando si va in causa e occorrono gli avvocati).

Quindi con la locuzione “in via” vogliamo introdurre una modalità di fare qualcosa.

Vediamo “In via eccezionale”:

“In via eccezionale” indica che qualcosa sta accadendo o viene fatto in modo straordinario o fuori dall’ordinario.

Ad esempio, si può dire: “In via eccezionale, ti concedo un giorno libero dal lavoro a causa di questo problema che hai avuto”.

Vediamo se c’è qualcosa in comune.

In entrambi i casi: “in via amichevole” e “in via eccezionale”, si utilizza l’espressione “in via” per indicare il modo o l’approccio con cui qualcosa viene fatto.

In via amichevole” significa risolvere qualcosa in modo collaborativo e pacifico, mentre “in via eccezionale” significa fare qualcosa in modo straordinario o fuori dall’ordinario. Entrambi gli utilizzi implicano un certo modo di affrontare la situazione o l’azione specifica.

Lo stesso si può dire per le altre frasi che ho citato all’inizio.

Le espressioni “in via cautelativa”, “in via sperimentale”, “in via preliminare”, “in via sussidiaria” e “in via confidenziale” seguono lo stesso schema di “in via amichevole” e “in via eccezionale”.

Tutte queste espressioni utilizzano “in via” per indicare il modo o l’approccio con cui qualcosa viene fatto o considerato.

Esempi:

In via cautelativa:

Abbiamo deciso di sospendere temporaneamente il prodotto in via cautelativa, in attesa dei risultati delle analisi di sicurezza.

Cautelativo” implica un’azione precauzionale, “sperimentale”. Bisogna agire con cautela, perché non si sa mai.

In via sperimentale:

Stiamo testando un nuovo metodo di produzione in via sperimentale per valutare la sua efficienza e affidabilità.

Sperimentale” indica un approccio basato sull’esperimento. Questo è l’approccio.

In via preliminare:

I risultati dell’esperimento condotto in via preliminare sono promettenti e meritano ulteriori ricerche per confermarli.

Preliminare” si riferisce a qualcosa che viene fatto all’inizio, cioè preliminarmente, o come preparazione,

In via sussidiaria: (questa è più complicata):

La soluzione principale non ha dato i risultati previsti, quindi stiamo considerando l’opzione di intervenire in via sussidiaria per risolvere il problema.

Sussidiario” implica un’azione secondaria o di supporto; qualcosa in più che si fa per aiutare a risolvere un problema.

Avrete notato che “in via“, in tutti questi esempi, si usa in contesti veramente poco informali.

Non è sempre così fortunatamente.

Ad esempio si usa spesso “In via confidenziale“, abbastanza simile a “in via amichevole”, che indica qualcosa viene trattato con segretezza o riservatezza.

Es:

Ti sto dicendo queste cose in via confidenziale, quindi ti prego di trattarle con la massima riservatezza.

Questa volta (come anche “in via amichevole”) si tratta di una frase che potete ascoltare o leggere anche in contesti informali.

Ci sono chiaramente diverse altre espressioni che seguono una logica simile all’uso di “in via” per indicare il modo o l’approccio con cui qualcosa viene fatto.

Ad esempio “in via definitiva“, “in via retroattiva”, “in via temporanea” , “in via ufficiale” ed altre ancora.

Per finire, avrete notato che possiamo usare, al posto di “in via amichevole”, l’avverbio amichevolmente.

Lo stesso vale per “in via confidenziale” che può essere sostituita da confidenzialmente.

Allo stesso modo “in via cautelativa” può diventare cautelativamente.

“In via preliminare” diventa così “preliminarmente” e via discorrendo.

In via eccezionale, cioè eccezionalmente, oggi evitiamo il ripasso, considerata la lunghezza dell’episodio che è andata abbondantemente i due minuti.

Non lo dite a nessuno però. Ve lo dico in via confidenziale

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Stare attenti o essere attenti? (ep. 969)

Stare attento o essere attento? (scarica audio)

Video

https://youtu.be/9a100Yk5Th4
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Trascrizione

Si dice stare attento/attenta o essere attento/attenta?

Cioè si deve usare il verbo essere oppure il verbo stare?

Qual è la scelta migliore?

È presto detto.
Entrambe le modalità, “stare attento” e “essere attento”, sono corrette e a volte vengono usate in modo intercambiabile.

Tuttavia, c’è una leggera differenza di sfumatura tra le due.

Stare attento” implica una maggiore enfasi sull’azione di prestare attenzione in un momento specifico o in una situazione particolare.

Ad esempio, “Devi stare attento quando attraversi la strada”

Essere attento” invece tende a sottolineare uno stato di attenzione generale o una caratteristica della personalità di qualcuno.

Ad esempio, “Luca è una persona attenta ai dettagli.”

Pertanto, se vuoi dire a un amico che non si deve distrarre durante la guida, e che deve restare concentrato, molto meglio dire:

Stai attento quando guidi, mi raccomando!

E non:

Sii attento quando guidi!

Invece, se parli di Giovanni e vuoi dire che lui non si distrae mai alla guida, è preferibile dire:

Giovanni è sempre attento quando guida

Oppure

Giovanni è una persona molto attenta alla guida

Piuttosto che:

Giovanni sta sempre attento quando guida

Infatti stiamo parliamo di Giovanni e del fatto che lui è fatto cosi. È una sua caratteristica quella di essere sempre concentrato quando guida. Usare “stare” non è scorretto, ma meno adatto.

Bene, stavolta sono stato attento a rispettare la durata dei due minuti! Stavolta secondo voi quale verbo ho usato?

Adesso un piccolo ripasso. State attenti alla pronuncia. Vi propongo di registrare uno scioglilingua. Scegliete voi quale.

Marcelo: Sul tagliere gli agli taglia. Non tagliare la tovaglia.
La tovaglia non è aglio,
e tagliarla è un grave sbaglio.

Mariana: bravo Marcelo, della serie chi taglia la tovaglia è uno scemo!

Paul: Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo.

Ulrike: ma a che pro fare una palla di pelle di pollo? Non mi pare una domanda peregrina!

Estelle: a proposito: la pera sul purè pare peregrina, però pure il purè con le pere peregrino pare.

Karin: bisogna ripeterlo fino a quando non sbagliamo più vero? Stiamo freschi!

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Essere in via di

Essere in via di (scarica audio)

Video

Trascrizione

Sofie: Oggi, in via eccezionale, sarò io a registrare questo episodio.

Vi parlerò della locuzione “essere in via di” seguito da un sostantivo.

Sapete già che “via” trasmette l’idea del movimento, giusto?

Ebbene, quando si usa questa locuzione stiamo sempre parlando di qualcosa che si sta per realizzare, di un processo che sta per compiersi, un qualcosa in fase di realizzazione o di transizione.

Insomma: c’è un’attività in atto, che è iniziata e non ancora terminata. Ci si sta avviando verso una determinata condizione. Siamo in “movimento” dunque.

Vediamo qualche esempio chiarificatore:

Molte specie animali sono in via di estinzione

Il progetto è attualmente in via di sviluppo e dovrebbe essere completato entro fine anno.

Il programma è ancora in via di definizione, e non posso ancora comunicarvelo

La situazione economica del paese è migliorando, ma è ancora in via di ripresa.

Il paziente è in via di guarigione dopo l’intervento chirurgico.

La compagnia sta aprendo nuove sedi in diversi paesi in via di espansione internazionale.

Il quartiere sta subendo un processo di riqualificazione e le strade sono in via di ristrutturazione.

Il nuovo regolamento è ancora in via di approvazione da parte delle autorità competenti.

L’accordo tra le due aziende è stato siglato e ora è in via di implementazione.

Il progetto di legge è stato presentato al parlamento ed è attualmente in via di discussione.

La merce è in via di esaurimento

Detto in altre parole:

la merce si sta esaurendo

si sta discutendo il progetto

sulla legge si sta implementando l’accordo

si sta approvando il regolamento

eccetera.

C’è sempre il senso di trovarsi in una fase intermedia: ci si avvia verso il completamento, ma non è ancora il momento.

E adesso che siamo in via di ultimazione dell’episodio facciamo un breve esercizio di ripetizione:

Una specie animale in via di estinzione

Siamo in via di recupero

Il paese è ancora in via di sviluppo

Sono in via di guarigione

Il progetto è in via di definizione

Il regolamento è ancora in via di approvazione

La città è in via di ricostruzione

E adesso mi rivolgo a voi. Avete già un ripasso in via di preparazione?

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L’Abruzzo: un gioiello italiano

L’Abruzzo, un gioiello italiano (scarica audio)

Trascrizione

Non siete mai stati in Abruzzo? Male! Molto male!

Allora, cari turisti stranieri e amanti dell’Italia, adesso proverò a descrivervi questa regione e vediamo se riesco a stimolare la vostra curiosità almeno su un aspetto.

L’Abruzzo è caratterizzato principalmente dalla sua natura selvaggia e paesaggi montuosi.

Non a caso il parco nazionale d’Abruzzo, del Lazio e del Molise è il punto forte di questa regione e dunque assolutamente da visitare.

Una superficie di 500 chilometri quadrati con una varietà di flora e fauna impressionante. La “flora” si riferisce all’insieme delle piante presenti in un’area specifica, mentre la “fauna” si riferisce all’insieme degli animali che abitano in un determinato territorio.

Il parco è stato creato per proteggere specie in pericolo come l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico cioè il lupo dei monti Appennini, che sono i monti che attraversano l’Italia da nord a sud.

La Marsica è una zona situata nei monti dell’Abruzzo. È una sottospecie di orso bruno che ha trovato rifugio nelle foreste montane della zona. Il suo nome “marsicano” indica la sua provenienza geografica specifica.

Il lupo appenninico è stato parte integrante della cultura italiana per secoli, e spesso è stato associato a leggende, miti e tradizioni locali. La sua presenza è stata celebrata in vari aspetti dell’arte e della letteratura italiana.

Si possono comunque vedere anche cervi, linci, aquile e camosci.

Solo per fare degli esempi perché le specie sono centinaia tra mammiferi, uccelli e rettili, senza contarela grande varietà di insetti ed invertebrati.

All’interno del parco, ci sono numerosi sentieri escursionistici che permettono ai visitatori di esplorare la bellezza naturale dell’area, comprese montagne, foreste, fiumi e laghi.

È un luogo ideale per gli amanti della natura, del trekking e dell’osservazione della fauna selvatica.

Un luogo molto adatto per famiglie con bambini.

Il parco offre un’opportunità unica per connettersi con la natura incontaminata e apprezzare la biodiversità dell’Appennino italiano.

Il Parco comprende dodici comuni dell’Abruzzo, situati nella provincia dell’Aquila, ognuno dei quali vanta un patrimonio storico e architettonico unico.

Questo patrimonio è così prezioso che alcuni di questi comuni hanno ottenuto il riconoscimento della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano.

Ma cosa significa avere questa bandiera? È un segno di alta qualità e autenticità turistica. Ce ne sono solamente 279 in tutta Italia nel 2023.

Avere la “bandiera Arancione” dal Touring Club Italiano è un riconoscimento che viene assegnato a piccoli comuni italiani che si distinguono per la qualità dell’accoglienza turistica (tenetelo presente), la cura del patrimonio storico-culturale, l’attenzione all’ambiente e la promozione di un turismo sostenibile e responsabile.

Questo riconoscimento è attribuito alle località che soddisfano determinati standard di accoglienza e che offrono esperienze autentiche e significative ai visitatori. In sostanza, avere questa bandiera indica che il comune si impegna a offrire un’esperienza di viaggio di qualità, rispettando la cultura, l’ambiente e le tradizioni locali.

Vi consiglio di far riferimento a questo anche per le località italiane in altre regioni.

Fatevi pertanto un giro a Pescasseroli, il cuore del parco, a Barrea e il suo Lago artificiale balneabile, a Civitella Alfedena, dove c’è il Museo e l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, che consentono di conoscere meglio questa specie che vive nel parco.

A Villa Vallelunga c’è invece il Centro Visita dell’Orso, dove si può apprendere di più sull’Orso Bruno Marsicano, una specie simbolo del parco.

Opi, Scanno, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi e Ortona dei Marsi valgono ugualmente una visita per i paesaggi spettacolari.

Passiamo al palato.

Ci sono molte altre prelibatezze da scoprire nella regione!

Iniziamo al piatto abruzzese per antonomasia: Gli arrosticini, spiedini di carne di pecora, tradizionalmente cotti alla brace. Gli spiedini consistono in pezzi di carne, pesce, verdure o altri ingredienti infilzati su stecchi o aste lunghe e poi cucinati sulla griglia, alla brace o in forno.

In Abruzzo gli “arrosticini” sono preparati con piccoli pezzi di carne di pecora infilzati su spiedini.

Spaghetti alla chitarra: una pasta fatta in casa tagliata con uno strumento chiamato “chitarra” sin dall’antichità. Questo tipo di chitarra non serve a suonare, come tutte le chitarre del mondo. Anche questa chitarra però ha delle corde e ricorda lo strumento musicale omonimo.

Segnatevi anche le “Sagne e fasciul“, un piatto di pasta e fagioli. Le “sagne” abruzzesi sono un tipo di pasta simile ai maltagliati. Una pasta fatta in casa quindi, tagliata a mano.

Passiamo al brodetto di pesce, una zuppa di pesce preparata con una varietà di frutti di mare e servita con crostini di pane. Ogni regione italiana bagnata dal mare ha in realtà il suo caratteristico brodetto di pesce.

Il Pecorino abruzzese è invece un formaggio a base di latte di pecora, spesso stagionato e dal sapore intenso. Viene chiaramente anche grattugiato sulla pasta.

Da non confondere col “Pecorino d’Abruzzo” , che invece è un vino bianco, che si abbina perfettamente col brodetto di pesce.

I vini buoni non mancano in questa regione: Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo.

Prima di bere però meglio mangiare qualcosa. Che ne dite delle Pallotte cacio e ova? Sono polpette di formaggio (cacio) e uova, generalmente fritte e servite come antipasto.

Le Scrippelle ‘mbusse sono invece delle sottili frittelle di pasta ripiene di formaggio e poi immerse in un brodo caldo di gallina. Il nome “Scrippelle” fa riferimento alle sottili fettine di pasta simili alle crepes o alle lasagne. Sono preparate con un impasto a base di uova e farina.

Invece “‘mbusse” deriva dal dialetto abruzzese e significa “bagnate“. Si riferisce al fatto che le fettine di pasta vengono immerse in un brodo caldo.

Per chi ama la pizza, in Abruzzo c’è la Pizza scima (o scema), una focaccia rotonda e croccante, condita con olio d’oliva e sale. Non si usa il lievito, come normalmente si fa con la pizza.

Se andate a Teramo assaggiate anche il timballo teramano (cioè di Teramo), un piatto a base di pasta, carne di maiale, crespelle di uova, formaggio e sugo di pomodoro. Si può anche chiamare timballo alla teramana, che significa “timballo come si fa a Teramo”.

Teramo è una città in cui ci sono importanti resti del periodo romano e medievale.

Voglio segnalarvi un evento che si svolge in questa città, che coinvolge i protagonisti del fumetto, dei videogiochi e del web. Si chiama “Teramo Comix & Games”: una tre giorni (si dice così quando un evento dura tre giorni) dedicata essenzialmente ai giovani.

Altre specialità culinarie abruzzesi sono i Fiadoni, i tipici ravioli pasquali, e sono un antipasto. Indovinate con cosa sono ripieni? Di formaggio come il pecorino stagionato ovviamente! Non lasciatevi scappare quando andate in Abruzzo.

Come dolce, la cicerchiata è un dolce tradizionale fatta con palline di pasta fritta cosparsa di miele e zuccherini. Meglio abbandonare la dieta almeno quel giorno!

L’Aquila è la capitale della regione Abruzzo. Una città che è stata devastata dal terremoto nel 2009 e oggi è ancora in fase di ricostruzione.

Nonostante questo è assolutamente unica in Italia: monumentale e pittoresca. Ci sono chiese dallo stile inconfondibile, come quella di San Bernardino da Siena e la stupenda Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Vi consiglio anche il Forte Spagnolo, attualmente in fase di ristrutturazione, è circondato da un bel parco. Si chiama anche Castello Cinquecentesco, perché risale al Cinquecento.

Non c’è un periodo particolarmente migliore di un altro per visitare l’Abruzzo.

Dipende dalle vostre preferenze. La primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre) offrono temperature gradevoli e minori folle turistiche.

L’estate (giugno-agosto) è ideale per le attività all’aperto e per le località balneari lungo la costa.

Se ti piace lo sci, l’inverno (dicembre-febbraio) è perfetto per visitare le stazioni sciistiche dell’Appennino. Ovindoli è una località sciistica che tra l’altro si trova a solamente un’ora da Roma.

La sua stazione sciistica, denominata “Magnola“, offre diverse piste per vari livelli di abilità,dal principiante all’esperto.

Ma anche nel periodo estivo, la zona è apprezzata per l’escursionismo, il trekking e altre attività all’aria aperta. I visitatori possono godere dei paesaggi montani, dei sentieri naturali e delle viste panoramiche.

Se invece vi piace più il mare, tenete presente che il Mar Adriatico tende ad essere generalmente più calmo e meno soggetto a forti onde rispetto al Mar Tirreno. Questo può influenzare la praticabilità di attività come il nuoto, la navigazione e lo snorkeling.

La costa abruzzese inoltre tende ad essere più economica rispetto ad alcune delle località marine più famose e turistiche in Italia, come la Costa Amalfitana, la Riviera Italiana o la Costa Smeralda in Sardegna.

Nelle località meno affollate dell’Abruzzo, è possibile trovare alloggi più accessibili, ristoranti con prezzi ragionevoli e spiagge libere. Questo può rendere l’Abruzzo una scelta più conveniente e accessibile per chi è alla ricerca di una vacanza al mare senza spendere cifre elevate.

Per raggiungere l’Abruzzo dall’estero, puoi considerare diverse opzioni.

L’aeroporto principale dell’Abruzzo è l’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo, situato vicino a Pescara. Puoi cercare voli diretti verso questo aeroporto da varie città europee.

In alternativa, puoi prendere un volo per l’Aeroporto di Roma-Fiumicino o l’Aeroporto di Roma-Ciampino e poi proseguire con un treno o un’autonoleggio per raggiungere l’Abruzzo.

Puoi prendere un treno fino a Roma e poi cambiare per un treno regionale o un autobus.

Le principali stazioni ferroviarie dell’Abruzzo includono Pescara, Teramo, Avezzano e Chieti.

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L’orso marsicano

Lupo appenninico

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Impariamo l’italiano cantando (ep. 3)

Impariamo l’italiano cantando (scarica audio)

Audio in preparazione

Trascrizione

Bentornati nella rubrica rubrica dedicata alle canzoni italiane.

Sapete come funziona vero?

Prima di ascoltare la canzone di oggi, vi spiego le cose più complicate da comprendere che ci sono nel testo. Alla fine vi dirò di quale canzone si tratta.

Iniziamo dall’espressione “A mano a mano”

A mano a mano (anche senza preposizione iniziale va bene lo stesso) spesso diventa anche “man mano” (più informale) ed è un’espressione che indica un processo graduale o un’azione che avviene progressivamente in concomitanza con un’altra azione. In concomitanza significa insieme, allo stesso tempo, contemporaneamente, al contempo.

Ad esempio, “man mano che leggevo il libro, capivo sempre di più la trama” indica che la comprensione della trama si è sviluppata gradualmente durante la lettura.

Vediamo adesso il verbo “soffiare“, che ha diversi significati.

Normalmente indica l’azione di raffreddare qualcosa col fiato o pulire qualcosa, sempre con l’aria che fuoriesce dalla bocca.

Ad esempio, “Ho soffiato sulla zuppa per raffreddarla” oppure “soffiare sulle candeline della torta per spegnerle”.

Però anche il vento soffia, quindi Si usa in riferimento al movimento naturalr dell’aria.

Ad esempio, “C’era una brezza leggera che soffiava attraverso gli alberi”.

Passiamo al verbo “rubare“. Sapere bene che rubare significa sottrarre qualcosa illecitamente a una persona, quindi prendere qualcosa senza il permesso o il consenso del proprietario, in modo illegale o disonesto.

In senso figurato però si può anche “rubare un sorriso”, come se qualcuno o qualcosa ti facesse sorridere inaspettatamente.

Rubare un sorriso è un’espressione figurata che significa far sorridere qualcuno o riuscire a ottenere un sorriso da qualcuno attraverso un’azione, una parola o un gesto piacevole. C’è il senso di qualcosa di inaspettato, un sorriso improvviso causato da qualcosa.

Non ha nulla a che fare con il furto materiale, ma piuttosto si riferisce a creare gioia, allegria o un momento di felicità in qualcuno, come se si “rubasse” quel sorriso spontaneo. È spesso usata in senso positivo per descrivere come si riesce a sollevare il morale di qualcuno o ad alleggerire l’atmosfera con un gesto gentile o una battuta divertente.

In senso figurato si può anche rubare il cuore di una persona, cioè qualcuno ha catturato l’affetto di un’altra persona.

Allo stesso modo si può rubare un bacio. Anche qui c’è qualcosa di inaspettato che accade.

Rubare l’attenzione si riferisce invece a catturare (anche qui in modo spesso improvviso) l’attenzione di qualcuno in modo positivo o interessante.

Passiamo al verbo sciogliere.

Anche questo verbo si può usare in modo figurato.

Normalmente sta per cambiare lo stato di qualcosa da solido a liquido.

Ad esempio, “Ho sciolto il cioccolato sul fuoco”.

Oppure si usa nel senso di dissolvere: “ho sciolto lo zucchero nel caffè”.

Anche il sole può sciogliere la neve, che così diventa acqua.

Sciogliere però può anche significare risolvere un problema o un enigma: “Ho finalmente sciolto il mistero”.

Si possono sciogliere i lacci delle scarpe. In questo caso è come “slacciare“, il contrario di “allacciare”.

Può anche usarsi nel senso di sbarazzarsi, liberarsi di ostacoli o impedimenti: “Ho sciolto le tensioni tra di noi”.

Oppure può significare la fine, la cessazione di uno stato di tensione emotiva: “Mi sono sentito sciogliere dopo aver detto la verità”

Quando una persona si scioglie, può anche voler dire che è più disinvolta rispetto a prima.

Infine si può sciogliere un contratto e anche una band musicale.

In questi casi si tratta di far finire qualcosa, terminare qualcosa. Delle cose che prima stavano insieme, dopo lo scioglimento non stanno più insieme: gli accordi tra due persone non ci sono più dopo che si scioglie un contratto, e gli elementi ,le persone della band musicale non suonano più insieme dopo lo scioglimento della band.

In senso figurato anche un ricordo si può sciogliere.

In modo poetico e metaforico se un ricordo ad esempio “si scioglie” potrebbe riferirsi al fatto che i ricordi, che inizialmente sono potenti ed emozionanti, possono gradualmente (cioè man mano che passa il tempo) “scomparire” o diventare meno intensi, come se si stessero dissolvendo.

Se un ricordo si scioglie nel pianto, Il pianto potrebbe aiutare il dissolvimento di questo ricordo, rendendo meno forte l’emozione iniziale.

Passiamo al verbo “sbiadire“.

Normalmente sono i colori a sbiadire.

Un oggetto ha perso col tempo la sua vividezza, intensità o colore originale. Ad esempio, un’immagine sbiadita è un’immagine che ha perso i suoi colori brillanti, diventando più opaca e meno nitida.

In senso figurato, “sbiadire” può essere utilizzato per descrivere qualcosa che perde l’energia o l’emozione che aveva inizialmente, come ad esempio un’emozione o un ricordo che si è affievolito nel tempo. Affievolire è del tutto simile a sbiadire, ma non è legato ai colori.

“Affievolire” può essere impiegato per descrivere un deterioramento, un abbassamento, una perdita di intensità. Es la luce, il suono, l’energia, le emozioni o la forza di un argomento. Queste cose diventare fievoli, deboli, e al limite anche sbiadite.

Ad esempio, puoi dire che una luce si affievolisce quando diventa meno luminosa, o che un suono si affievolisce quando diventa più debole.

In senso emotivo, puoi dire che una speranza o una passione si affievolisce quando perdono la loro intensità originaria.

Quindi, mentre entrambi i termini indicano un indebolimento, “affievolire” è leggermente più ampio nelle sue applicazioni rispetto a “sbiadire”.

Comunque un ricordo può sbiadire, un amore può sbiadire, un’emozione, e non solo un colore.

Questa canzone in effetti parla anche di questo: descrive come nel corso del tempo, le emozioni e i ricordi possono cambiare, possono modificarsi, possono diminuire, possono affievolirsi, quindi anche sbiadire.

Man mano che passa il tempo le cose possono cambiare, ma possono anche tornare come prima.

Passiamo al verbo “gelare“.

Il freddo è il protagonista. Si può infatti gelare dal freddo, cioè raffreddarsi molto, quasi congelarsi. Anche i fiori possono gelare.

I fiori sono sensibili alle temperature estreme e il gelo può danneggiarli e farli anche morire.

Specie d’inverno può verificarsi una cosiddetta gelata,

Le gelate invernali si verificano quando la temperatura scende al di sotto del punto di congelamento, causando il congelamento dell’acqua presente nell’aria e sulla superficie terrestre. Queste gelate possono causare danni a coltivazioni, piante, fiori.

Le gelate invernali si verificano tipicamente durante le notti fredde e serene, quando non c’è nuvolosità per trattenere il calore e l’energia termica viene irradiata nello spazio.

Bene, allora adesso non resta che ascoltare “a mano a mano”, di Rino Gaetano.

Vedrete che man mano che ascolterete, capirete più facilmente la canzone e forse anche i vostri ricordi saranno meno sbiaditi. Forse, se vi sciogliete troppo, la canzone vi ruberà qualche lacrima.

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Non sentire ragioni (ep. 968)

Non sentire ragioni (scarica audio)

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Trascrizione

Oggi voglio spiegarvi l’espressione “non sentire ragioni”. È interessante perché in questa espressione il termine “ragioni” non sta esattamente per motivi, motivazioni, come si usa solitamente, quanto piuttosto per opinioni, pareri, argomentazioni, spiegazioni.

Non sentire/ascoltare ragioni” è un’espressione che significa essere irragionevoli o testardi, rifiutandosi di ascoltare o considerare argomenti o spiegazioni razionali da parte di altre persone.

Quando una persona non sente ragioni, allora è inutile continuare a insistere e cercare di convincerla della vostra idea. È come se questa persona fosse sorda.

In effetti si può usare anche l’espressione “essere/sembrare sordi a“, tipo :

Sembri essere sordo alle nostre richieste.

Cioè:

Sembri non voler sentire ragioni

Magari si sta cercando di spiegare qualcosa, di far ragionare una persona, o di convincerla a fare qualcosa. Ma non c’è niente da fare. Non vuole sentire ragioni. Questa persona si comporta in modo irragionevole oppure si è intestardita e non vuole muoversi dalla sua posizione, nel senso che non si riesce a farle cambiare idea.

Ecco qualche esempio di come può essere utilizzata questa espressione in contesti diversi:

Mio fratello non sente ragioni quando si tratta di politica. Rimane sempre legato alle sue idee.

Abbiamo cercato di farlo ragionare sulla questione, ma non ha sentito ragioni.

Durante la discussione, lei non sentiva ragioni e continuava a ripetere le stesse affermazioni.

So già che quando discuteremo del progetto, lui non vorrà sentire ragioni e vorrà fare tutto a modo suo come al solito.

Se tu per una volta provassi a sentire le nostre ragioni, sarebbe più facile trovare un accordo valido per entrambi.

Per favore, se provano a convincerti, tu non sentire ragioni. Sii inflessibile.

Durante la riunione, le sue argomentazioni sono state ignorate perché nessuno voleva sentire ragioni e cambiare il progetto in questa fase finale.

L’espressione è sempre con la negazione: io non sento ragioni, tu non senti ragioni, eccetera.

Se non usiamo la negazione le cose cambiano. Possiamo ancora usare il termine ragioni (solitamente si usa il plurale) nel senso di argomentazioni, opinioni, spiegazioni e anche il verbo sentire (ma anche ascoltare in questo caso), ma poi senza la negazione dobbiamo anche specificare di quali ragioni parliamo.

Es:

Io sento sempre le ragioni di tutti.

Le nostre ragioni saranno ascoltate finalmente.

Resta dunque il senso del termine “ragione” inteso come dimostrazione, prova o argomento, di cui ci si vale in un ragionamento per convincere o difendersi.

Es:

lascia che Maria dica le sue ragioni e ti convincerai

prima di giudicare, ascolta le mie ragioni.

Non possiamo dire invece, ad esempio:

Tu senti sempre ragioni

Invece si può dire:

Tu non senti mai ragioni

Tu non vuoi mai sentire ragioni

Con la negazione stiamo parlando di ottusità, testardaggine, caparbietà, e l’espressione possiamo conservarla così com’è, senza specificare. Ma posso anche farlo, volendo.

Es:

Non voglio sentire ragioni da parte di nessuno

Come forma di ripasso, vi propongo di parlarmi di un’occasione in cui voi (o qualcun altro) non avete voluto sentire ragioni.

Ripasso a cura di Marcelo (Argentina)

Edita: al lavoro come dirigente mi è successo alcune volte di trovarmi di fronte persone testarde. Ricordo specialmente una volta, che vi racconto:

Hartmut: Ci incontravamo per decidere su un nuovo programma commerciale, e a un certo punto della riunione, uno dei partecipanti, propose con occhi scintillanti, lo sviluppo di una divisione dedicata alle vendite online.

Ulrike: Traspariva un’allegria contagiosa, rafforzata da un viso radiante.

Irina: A questo punto è sorto il commento del solito bastian contrario, che con superbia augurò un fallimento, supportato da uno sguardo sprezzante ma a essere sinceri senza alcun fondamento.

Paul: Senza sbuffarecontrarre i muscoli del mio viso, ma con uno sguardo affettato, gli dissi: ma, dai, continuiamo ad ascoltare rilassati e con molta attenzione, caldeggiando così la proposta con evidente complicità.

Jennifer: A quel punto, il mio sguardo ed attenzione si sono rivolti verso chi aveva fatto la proposta, e ricordai una frase che disse, che mi lasciò assorta nei miei pensieri: “il più grande piacere di una persona intelligente è quello di sembrare un idiota di fronte a un idiota che crede di essere intelligente”.

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L’espressione “apriti cielo” e le sfuriate (ep. 967)

L’espressione “apriti cielo” e le sfuriate (scarica audio)

Trascrizione

La parola d’ordine di oggi è “reazione“.

Infatti un’esclamazione che si usa di frequente in caso di reazione, quando è esagerata, è “apriti cielo“.

Sembra un invito al cielo affinché si apra. Ma perché deve aprirsi il cielo? Soprattutto che significa quando il cielo si apre.

È chiaramente un’immagine, come se il cielo dovesse aprirsi per riuscire a contenere qualcosa che è accaduto o che deve ancora accadere, tanto questa reazione è esagerata e talmente gravi sono, o potrebbero essere, le conseguenze.

Il contesto è quasi sempre ironico comunque.

Es:

Cosa? Non hai ancora fatto neanche un esame all’università in due anni? Se tua madre lo sapesse, apriti cielo!

Vi lascio immaginare la reazione della madre di questo studente!

Non appena il ragazzo ha provato a reagire agli insulti che aveva ricevuto, apriti cielo! Lo hanno gonfiato di botte, poveraccio!

Si può usare sia per cose già accadute che per eventi futuri o ipotetici. E’ soprattutto un modo per enfatizzare questa reazione, reale o immaginaria che sia.

Ci sono diverse espressioni o esclamazioni che hanno lo stesso utilizzo, tipo: “non puoi capire“, “non puoi immaginare” oppure “non ti dico cosa è successo (o cosa potrebbe succedere)“, o anche “non oso immaginare cosa potrebbe accedere“.

Si parla spesso di una reazione definita una “sfuriata“, (esiste anche il verbo “sfuriare” e il sostantivo “furia“) cioè una reazione violenta. Una “sfuriata” è un termine che si riferisce a un accesso di rabbia, ira o frustrazione improvviso e intenso. È un momento in cui una persona può perdere il controllo delle proprie emozioni e reagire in modo emotivo e impulsivo. Durante una sfuriata, la persona potrebbe urlare, gridare, scagliare oggetti o agire in modo aggressivo verbalmente o fisicamente. Le sfuriate possono essere scatenate da situazioni stressanti, conflitti, delusioni o altri fattori che innescano una forte reazione emotiva.

Allora, soprattutto quando si annuncia o si immagina una sfuriata da parte di una persona possiamo usare questa espressione:

Quando domani dirò a mia moglie che voglio licenziarmi, apriti cielo! Chissà come reagirà!

Probabilmente si ha paura di una sfuriata da parte sua. E voi avete mai assistito ad una sfuriata? O comunque ci sono delle forti reazioni a cui avete assistito nella vostra vita?

Ulrike: Che vuoi che di dica, caro Gianni. Ho proprio difficoltà a sfoderare un episodio della mia vita che abbia sortito uno stupore particolare da parte mia. Per quanto mi sono scervellata, nisba. Spero che io per questo non passi per una persona noiosa.

Estelle: Una domenica ero al lavoro nella mia farmacia, che, per la cronaca, era piena di gente, quando un uomo è spuntato all’ingresso gridando che c’era una macchina parcheggiata sul bordo del suo giardino. Non vi dico lo stupore dei clienti che hanno visto quest’uomo scagliarsi contro quel poveraccio che aveva lasciato la sua auto nel posto sbagliato. Tutti avevano gli occhi sbarrati di fronte a cotanta aggressività. Il proprietario della macchina era mortificato per l’imbarazzo, ma questo non ha sortito alcun effetto.

Marcelo: Mi ricordo di una volta in cui siamo stati invitati a fare una cosa apparentemente strampalata: spezzare un pezzo di legno in due parti con la sola forza della mano. E invece: detto fatto. Non potete immaginare la mia faccia! Nella vita bisogna sempre farsi coraggio!

Carmen:
Una volta ho dato manforte ad un’amica che ha un posto glamping qui in Abruzzo, portando la colazione a una coppia che aveva passato la serata in una yurta nel mezzo di un campo. Siccome c’era un bel vento, ho chiuso la porta e l’ho persino imbullonata da fuori. Immaginatevi la mia sorpresa e vergogna quando sono arrivati due carabinieri per far uscire i prigionieri dalla yurta. Da allora controllo sempre se il mio telefonino è in modalità silenziosa!

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