Il rafforzamento (pronuncia)

Audio

Video

Trascrizione

Buongiorno amici.

Oggi è giovedì, e come tutti i giovedì, nel gruppo Whatsapp dell’Associazione ci occupiamo di pronuncia. È sicuramente uno dei giorni più divertenti il giovedì: a tutti i membri piace mettersi alla prova, leggere ed ascoltare parole nuove, parole che possono nascondere problemi particolari, a seconda della nazionalità.

Immagine

Ogni giovedì nel gruppo ci occupiamo di un argomento diverso, ed oggi eccezionalmente volevo condividere con tutti voi l’argomento del giorno: voglio condividere con tutti i visitatori di ItalianoSemplicemente.com, anche se non sono membri dell’associazione, l’argomento di cui ci occupiamo oggi: Il Rafforzamento.

La parola rafforzamento fa pensare alla forza. Una persona che fa ginnastica in effetti si rafforza, fa del rafforzamento. Ma non è questo il rafforzamento di cui parliamo. Parliamo di rafforzare non i nostri muscoli, non il nostro corpo, ma delle lettere di alcune parole. Rafforziamo alcune lettere che si trovano in alcune parole.

Tutte le parole? No, non tutte. Alcune parole. Dentro queste parole ci sono alcune lettere che vanno rafforzate, lettere che diventano più forti quando le pronunciamo.

Sì, perché stiamo parlando di pronuncia, non parliamo di scrittura. Sapete che la lingua italiana si legge come si scrive, ma a dire il vero non è esattamente così. Ci sono alcune attenzioni, alcuni accorgimenti da mettere quando si pronunciano delle parole. Gli italiani neanche ci fanno caso, e nelle varie regioni italiane cambia molto la pronuncia e gli accenti: ci sono i dialetti, i dialetti regionali, locali, e ci sono le inflessioni, le tonalità diverse. Nelle varie regioni italiane si parla sempre la stessa lingua ma ci sono alcune differenze.

Una di queste differenze sta proprio nel rafforzamento.

Allora proprio di questo parliamo oggi nel gruppo. Per questo ho raccontato una storia ai membri dell’associazione, come faccio tutti i giovedì.

Questa storia, un brevissimo racconto, è una storia divertente, un semplice gioco, ma che contiene moltissimi casi di rafforzamento.

Allora condivido con voi questa storia. Io la leggerò e vi chiederò di fare un piccolo esercizio di ripetizione. Provate a ripetere la storia dopo di me, frase per frase, e notate che alcune lettere, anche se sono scritte una volta sola, nel parlato vanno raddoppiate, anzi vanno “rafforzate”: queste lettere si allungano, diventano più forti. In pratica è come se si scrivessero doppie.

Ecco la storia. È scritta al femminile, perché è una donna che parla, ma non è importante questo, possono provare tutti a leggere la storia_

Vogliamo provare a fare questo esercizio di pronuncia?

Dai, *perché no!*

*È vero*, potrei sbagliare. Allora facciamo un patto *fra noi*: se sbaglierò *sarò tua* stanotte. *E poi* non dire che non sono generosa!

Non verrò però nella *città santa*, ma ti aspetto a casa mia. Tardissimo. *Berrò sia* un *caffè nero* che un tè per tenermi sveglia. In *virtù di* ciò, non sbaglierò!

Se non *sbaglierò mai* invece, se cioè *avrò vinto* io, allora sarai tu a pagare.

Farai una prova di pronuncia: associazione, dissociazione, zanzara e zuzzurellonando. *A proposito* di associazione: *A noi* tutti verrà da ridere se sbaglierai, è vero, ma se vincerai, te l’ho *già detto*, *sarò tua* stanotte. Forza allora, iniziamo: dall’emozione *fa già* caldo!

Un ultima cosa: *più che* di un esercizio si tratta di uno scherzo! *E’ falso* tutto ciò che ho detto! *Fra noi* possiamo scherzare! *Ma dai*, sarà mica che non l’avevi capito! *Se dici* questo non apprezzi l’ironia. *O no*?

Bene, avete ascoltato la storia. Adesso scommetto che volete sapere quali sono le regole. Giusto?

Beh, è inutile che ve le dica, tanto domani lo avreste dimenticate.

Se ne volete sapere di più, allora unitevi anche voi all’associazione, dove proverete a pronunciare la storia per intero e capirete se sbaglierete oppure no. Io pronuncerò per voi le singole frasi, e vi faccio capire le differenze, una frase alla volta. Molto divertente ed isruttivo

Molti italiani sbagliano a dire il vero. Sbagliano ma nemmeno ne sono consapevoli. Non è un problema grande in fin dei conti comunque. Gli accenti e le inflessioni sono una cosa anche gradevole da ascoltare. Questo infatti è una di quelle cose che insegnano agli attori, sia del cinema che teatrali, oppure a coloro che fanno dei corsi di dizione per pronunciare bene le parole. Molti italiani sentono questa esigenza, soprattutto per motivi di lavoro, per non sentirsi in imbarazzo. Per uno straniero è un problema minore, ma se volete siamo qui per aiutarvi. Perché no.

Vi aspetto nell’associazione, dove periodicamente ripetiamo le giornate dedicate alla pronuncia, quindi se saltate un giovedì, qualche mese dopo ricapiterà la stessa giornata, nessun problema. Scrivete a italianosemplicemente@gmail.com oppure andate sul sito e scoprirete tutti i vantaggi nell’essere membri.

Ricordate che non esiste un’altra associazione come la nostra.

Un abbraccio.

Gli strumenti del pizzaiolo (presentazione)

Audio di presentazione

Descrizione

“Gli strumenti del pizzaiolo” è una lezione del corso di Italiano Professionale. Se sei interessato puoi prenotare il corso diventando socio dell’Associazione Italiano Semplicemente.

Spaccare il minuto

Descrizione

In questo episodio senza trascrizione spieghiamo l’espressione spaccare il minuto o spaccare il secondo, due delle tante espressioni che fanno parte del corso di ITALIANO PROFESSIONALE, lezione 4, dedicata alla precisione ed alla puntualità, fondamentali nel mondo del lavoro.

Audio

E’ possibile ascoltare il file audio e leggere la trascrizione di questo episodio tramite l’audiolibro (Kindle o cartaceo) in vendita su Amazon, che contiene in tutto 42 espressioni italiane.

US  – UK – DE – FR – ES – IT – NL – JP – BR – CA – MX – AU – IN

La precisione secondo Daria

Descrizione

Buongiorno a tutti amici di Italiano Semplicemente. Nella puntata di oggi ascoltiamo Daria, membro dell’associazione Italiano Semplicemente che ci parla della quarta lezione del corso di italiano professionale, dedicata alla precisione ed alla puntualità. Daria approfitta per parlarci delle abitudini del suo paese in proposito: la 🇷🇺 Russia. Molto interessante quello che ci racconta Daria, che parla molto bene l’italiano. Daria usa molte espressioni che sono state spiegate nella quarta lezione del corso. u esercizio molto utile. Vi aspettiamo tutti nella nostra associazione.

Audio Daria

Trascrizione

Un saluto a tutti. La terza (nota: in realtà è la quarta) lezione e’ molto interessante perché da questa lezione ho saputo del fenomeno di “quarto d’ora accademico”.

E’ stata una vera e propria sorpresa per me.

A malapena posso imaginare che al mio lavoro si conceda di iniziare una riunione 15 minuti in ritardo. Il massimo ritardo che possiamo permetterci è 2-3 minuti. Se il partecipante arriva 5 minuti in ritardo gli altri lo guardano di traverso tanto che il discorso introduttivo è già finito e tutti hanno già centrato l’obiettivo della riunione.

Se dovessimo aspettare il quarto d’ora accademico, staremmo molto nervosi perche nessuno vuole perdere il tempo inutilmente.

Insomma, ci tengo alla puntualità… però è bene sapere che in Italia esiste il quarto d’ora accademico ed essere pronta al fatto che gli altri possano ritardare.

Sinceramente mi piacciono le persone che spaccano il minuto. Quando le riunioni sono iniziate e finite nel tempo giusto tutti i partecipanti possono continuare il loro giorno come era programmato.

Per questo spesso la persona che organizza la riunione scrive l’agenda in cui spiega per filo e per segno quello che si aspetta dai partecipanti.

Nel caso in cui ci sono tante persone che contribuiscono (partecipano ad) in un meeting, l’iniziatore (il coordinatore) può dare un tempo molto stretto per una prezentazione, 15 minuti ad esempio.

Io arrivo spesso alle riunioni esattamente nel tempo stabilito, devo spaccare il minuto perché dopo di me verrà il mio collega per fare la sua presentazione.

Inutile dire che i dirigenti hanno sempre i tempi stretti e solitamente se ne vanno dalla riunione se per caso dura più a lungo del programmato, ma sono molto contenti se i partecipanti riescono a stringere i tempi e finire la riunione più presto.

Vorrei anche condividere con voi un’altra osservazione. Ci sono delle persone nella mia azienda per cui il tempo va diversamente. Voglio dire che queste persone ci tengono prima di tutto alla precisione.

Anche quando hanno il calendario fitto, riescono non ad accorciare i tempi ma ad eseguire il loro lavoro in modo meticoloso, con molto scrupolo, senza fretta, come se avessero il sangue freddo. Spesso mi fanno numerose domande, mettono sempre i puntini sulle i e controllano se tutto è fatto a punto. A volte mi pare che cerchino il pelo nell’uovo e non mi permettono di continuare il progetto senza aver ricevuto il loro consenso.

Vale anche la pena dire che senza di loro non possiamo funzionare come un’organizzazione.

E da voi quali sono le regole per arrivare a una riunione? E quali sentimenti provate accanto alle persone meticolose?

Buona giornata a tutti. Ciao.

 

Il segno dei gemelli (introduzione)

Audio introduzione

Durata: 28 minuti

Descrizione

Vediamo come descrivere i nati sotto il segno dei gemelli. 20 modi diversi, 20 caratteristiche, venti aggettivi per descriverli.

Episodio dedicato ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

gemelli_immagine_2

Il mate (ripassiamo 30 espressioni idiomatiche)

Audio

Trascrizioni

Giovanni: Buon giorno ragazzi.

Nell’episodio di oggi ripassiamo qualche espressione italiana e lo facciamo parlando del MATE, una tipica bevanda argentina. È molto diffusa anche in Paraguay, in Uruguay e in Brasile.

mate_immagine

Questo episodio è un modo per ringraziare tutte le persone argentine che hanno fatto una donazione a favore di italiano semplicemente. Non sarò solo oggi a parlare. Ho una sorpresa per voi. Mi farà compagnia un argentino, un vero argentino, Javier. Lui meglio di me potrà pronunciare le parole più tecniche.

Di tanto in tanto io e Javier in questa puntata di italiano semplicemente utilizzeremo una espressione tipica italiana (lo faremo 30 volte) e inserirò ogni volta un collegamento ipertestuale (cioè un link) nell’articolo per chi abbia voglia di leggere o ascoltare la spiegazione delle singole espressioni.

Inoltre vedremo alcuni termini e verbi molto particolari.

E lo faremo finché non sarete stanchi, finché non starete alla frutta. Questa è la prima delle trenta espressioni che ripassiamo oggi. Le riconoscete per via del link nella trascrizione.

Il mate dunque è una tradizionale bevanda argentina. Si tratta di un infuso. Un infuso è appunto una bevanda, e significa versato sopra, versato dentro o immerso in un liquido. Anche il tè e la camomilla sono due infusi ed esempio, i più diffusi in Italia.

Il mate fa parte quindi della tradizione argentina. Ma perché si chiama così?

Curioso che la più diffusa tradizionale bevanda argentina abbia un nome che in spagnolo significhi compagno. Forse perché il rituale del mate crea il clima perfetto per lunghe conversazioni e anche se soli questo è un buon compagno per le persone che vogliono semplicemente pensare o ingannare semplicemente il tempo.

Se devi stare a casa da solo tanto vale stare bene. Ho saputo che in America del sud le persone sono mediamente più felici che altrove nel mondo. Forse è merito anche del MATE.

Vediamo un po’ la preparazione: È una bevanda che si fa con le foglie secche e sminuzzate della pianta Yerba Mate, un arbusto.

Sminuzzare significa tagliare in pezzi molto piccoli, in pezzi minuti, cioè piccoli. Si comincia a tagliare e a furia di tagliare le foglie alla fine diventano quasi una polvere. Ho detto pezzi minuti. Questo aggettivo è particolare perché si usa anche per le persone, quando si descrive una persona minuta, cioè piccola, ma non bassa, piuttosto dalla piccola corporatura. Ma le cose che possono essere sminuzzate sono normalmente le erbe e le cose che si usano in cucina.

Allora come si prepara questa bevanda? Per prima cosa si raccolgono le foglie della pianta che poi vengono fatte essiccare per molte ore. In questo modo diventando foglie secche.

Essiccare significa proprio far diventare secche e il fenomeno si chiama essiccazione.

Poi le foglie secche vengono spezzettate in modo tale che possano essere utilizzate facilmente per preparare l’infuso.

Infine queste foglie, sminuzzate cioè spezzettate, si sottopongono ad una lieve torrefazione che le rende maggiormente aromatiche.

La torrefazione, anche detta tostatura è un processo di arrostimento, che sottopone qualcosa, come delle foglie, ad elevata temperatura, in maniera tale da disidratarle, cioè togliere l’acqua. Potremmo dire asciugare le foglie fino all’essiccatura.

La torrefazione è un processo utilizzato anche per la preparazione del tabacco (in quei caso si fa per diminuirne il contenuto di nicotina).

Preparare la yerba mate nella gran parte delle case argentine è un vero e proprio rito, un po’ come da noi in Italia preparare il caffè. Un momento di piacere da trascorrere in compagnia. Cosa meglio del MATE come compagno? Il nome parla da solo in effetti.

Javier: La Yerba si usa, cioè si beve in due modi diversi. Possiamo quindi optare per due diverse possibilità di preparazione:

1) Mettere le foglie secche (1 cucchiaio per ogni tazza) in un contenitore e lasciare le foglie secche in infusione per alcuni minuti in acqua bollente. Lasciare in infusione significa lasciare immerse nell’acqua, in modo che l’acqua si impregni del sapore delle foglie. Poi si deve fíltrare (lo stesso procedimento che si usa per fare il tè). Si usa ovviamente un filtro. E questo è il modo di preparare il “Mate Cocido”.

2) La yerba mate si mette in un apposito contenitore chiamato “mate”, come la bevanda. C’è una cannuccia apposita chiamata bombilla dalla quale sorseggiare con calma la bevanda calda senza necessità prima di filtrarla. Sorseggiare significa bere un sorso alla volta, e sorseggiare si usa per indicare il piacere che si prova quando si assapora qualcosa. Infatti quando non si vuole sentire il sapore di una bevanda perché ad esempio non ci piace allora o non la beviamo, oppure la beviamo molto velocemente, senza sorseggiarla, senza assaporarla quindi.

Questa seconda modalità di preparazione é la forma piu utilizzata ed é il mate propriamente detto.

La Yerba mate ha un sapore amaro e un odore molto caratteristico. Il suo gusto è accostabile a un piatto dolce, tanto quanto ad uno salato.

Il suo gusto è accostabile, cioè si accosta bene, si sposa bene sia con piatti dolci che salati.

Giovanni: Evidentemente non c’è quindi un piatto ideale, un piatto per cui possiamo dire che è la morte sua, che si sposa cioè perfettamente con il mate.
Si dice che questa bevanda abbia enormi benefici energetici e stimolanti. Javier che ne pensi? Cosa serve per fare la Yerba Mate?

Javier: Per la preparazione del mate bisogna avere a disposizione:
• un mate, come abbiamo detto prima, ovvero un apposito recipiente realizzato con una zucca, oppure può essere di metallo, di ceramica o di legno, ed il mate viene usato sia per preparare l’infuso, sia per berlo. Quando si compra un mate nuovo è necessario che venga “curato“, o “trattato” prima di essere utilizzato onde evitare odori indesiderati della bevanda.

Per curare il mate bisogna riempirlo di erba, versarvi acqua calda e lasciarlo in infusione per una intera giornata. Il giorno successivo si svuota il mate e si ripete il procedimento; la stessa cosa va fatta molti giorni, meglio se per una settimana di fila. In questo modo il mate si impregna del sapore dell’erba ed elimina sapori estranei.

Il mate si impregna cioè assorbe il sapore dell’erba e quindi prende il suo sapore.

• un altro elemento necessario è poi la “bombilla”, cioè si è detto una specie di cannuccia di metallo che da un lato ha l’imboccatura, (dal lato che va in bocca) e dal lato opposto c’è un filtro per impedire alle foglie di erba mate di entrare nella cannuccia stessa.

Il filtro può essere costituito semplicemente da una chiusura bucherellata, cioè piena di buchi, di piccoli buchi. Notate che una cosa bucata ha un solo buco, ragion per cui se una cosa ha invece molti piccoli buchi si dice che è bucherellata e non bucata.

• ovviamente abbiamo bisogno dell’yerba mate può essere preparata “con palo” (con il picciolo) o “sin palo” (senza picciolo). Il picciolo è la parte della pianta che unisce la foglia alla pianta stessa. Esiste anche il picciolo della mela, della pera, delle ciliegie e in generale per la frutta. Ma evidentemente possiamo parlare anche del picciolo per le foglie.

Ebbene, l’erba con palo ha un sapore più deciso e più amaro; l’erba sin palo ha un sapore invece più morbido. Evidentemente questo picciolo ha un sapore amaro.

• serve anche un recipiente dove scaldare l’acqua, cioé quella che in Argentina ai chiama la “Pava”. (In Italia useremmo una banale pentola).

•poi si usa anche un contenitore termico, per mantenere calda l’infuso per tutta la durata della mateada (cioè la bevuta del mate).

Una curiosità, esiste il verbo “Cevar”. “Cevar Mate

Cebar mate è l’espressione tipica che significa “preparare il mate e servirlo”; si tratta di un vero e proprio rito, una tradizione ed è una procedura guidata dal cebador.
Dopo essere stato riempito d’erba, il mate viene tappato con la mano. Si mette la mano sopra quindi e poi viene agitato il mate e capovolto, a testa in giù. In questo modo sul palmo della mano con cui viene tappato si deposita della polvere che va eliminata. Questa è una cosa molto interessante.

Poi vi viene versata sopra l’acqua calda, ma attenzione perché l’acqua non deve mai bollire. L’acqua va versata poi sempre nello stesso punto, in modo da inumidire solo una parte delle foglie di mate e lasciarne asciutta un’altra parte.

Nel punto in cui si è versata l’acqua si inserisce la bombilla, che non andrà mai spostata in seguito.

Giovanni: Bene, un procedimento non troppo facile mi sembra. Io mi incasinerei facilmente. E comunque meglio spiegare tutte le istruzioni attentamente, non sia mai alcuni argentini si lamentino per come abbiamo spiegato la preparazione. Cercherò di farlo senza meno.  Con l’aiuto di Javier.

Javier: Il cebador comunque beve per primo il mate, aspirando l’infuso con la bombilla fino ad esaurirlo e provocare anche il tipico rumore che fa una cannuccia quando finisce il liquido aspirato.

Giovanni: Evidentemente questo non è giudicato come sbagliato, non rappresenta una cosa che non si fa perché è maleducazione. In Italia infatti sin da piccoli ci insegnano che fare rumore succhiando con la cannuccia è una cosa che non va fatta perché è indice di maleducazione. Ma del resto ogni paese ha la sua cultura, bisogna prenderne atto senza giudicare.

Javier: A questo punto, una volta che il cebador ha bevuto si aggiunge altra acqua e il cebador passa il mate a chi è seduto alla sua sinistra che lo beve a sua volta fino in fondo e lo restuisce al cebador, che aggiunge altra acqua e lo passa al secondo invitato, poi al terzo, e cosí via.
Si continua così facendo circolare il mate anche per ore.

Le foglie inizialmente lasciate asciutte sono una specie di riserva: quando le prime foglie sono ormai esaurite, si bagnano le seconde per continuare la mateada e il cebador potrà anche spostare la bombilla nel nuovo punto di infusione. Alla fine la yerba mate sarà interamente sfruttata: si tratta ormai di mate lavado (“cioè di mate lavato, slavato”).

Giovanni: ma il mate è amaro o dolce Javier?

Javier: Il mate si puo bere sia amaro che dolce, aggiungendo ovviamente zucchero all’acqua o direttamente nel recipiente.

Giovanni: ah ottimo!

Grazie Javier di aver soddisfatto questa mia curiosità. Javier è un membro dell’associazione italiano semplicemente e solo grazie a lui è stato possibile realizzare questa puntata speciale. Avete sentito che Javier parla molto bene l’italiano.

Adesso però la mia curiosità è aumentata e dovrò chiedere assolutamente a qualche argentino di farmi assaggiare questo mate. Lo farò non appena me ne capiterà uno a tiro. Javier se n’è già andato purtroppo!

Tra l’altro mi é venuto un desiderio esagerato anche di prepararlo oltre che di assaggiarlo!

Ci proverò a cercare qualcuno che me lo faccia assaggiare, almeno. Tentar non nuoce. Male che va proverò a prepararlo da solo acquistando il mate personalmente sperando che il prodotto finale non lasci a desiderare. Al che io diventerò molto triste, in questo caso, e la qualità degli episodi di italiano semplicemente peggiorerà di conseguenza, con buona pace dei visitatori stranieri che vogliono imparare l’italiano. Ed allora, a quel punto, qualcuno forse mi regalerà il mate di migliore qualità. Speriamo!

Forse qualcuno mi dirà che ci vuole una certa faccia di bronzo per chiedere dei regali, ma questo era l’unico modo di usare questa espressione. Comunque stavo scherzando, infatti credo che assaggerò il mate quando andrò in Argentina un giorno: Vuoi mettere? Sarà tutta un’altra emozione.

Bene, siamo al capolinea di questo episodio. Spero vi sia risultato utile.

Almeno ora, voi come me, conoscete vita, morte e miracoli del MATE.

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Se la canta e se la suona

Audio

È possibile ascoltare il file audio in formato mp3 tramite l’audiolibro in vendita su Amazon (Kindle o cartaceo)

Trascrizione

Buongiorno fedeli amici di italiano semplicemente.

Benvenuti in questa nuova puntata di italiano semplicemente, una nuova frase idiomatica: se la canta e se la suona.

Un po’ complicata sembra ma in realtà è molto semplice.

Cominciamo dalle parole. Le parole più importanti sono “canta” e “suona” , che vengono dai verbi cantare e suonare.

Cantare cioè emettere suoni attraverso la bocca e precisamente attraverso le corde vocali, che si trovano nel nostro corpo e ci aiutano ad emettere tutti i suoni. Cantare è ovviamente un’arte e i cantanti sono degli artisti, perché creano qualcosa, come gli artigiani, parola molto simile, che però producono solitamente oggetti con le mani.

Suonare invece, sebbene rientri nella stessa categoria delle arti, è un’attività diversa. In questo caso non si usano le corde vocali ma gli strumenti musicali. Gli strumenti musicali quindi ci permettono di suonare alla stessa stregua in cui le corde vocali ci permettono di cantare.

Di solito il cantante canta e un’altra persona o più persone suonano. Tutti insieme possono formare un gruppo musicale, dove ognuno ha il suo ruolo. Il chitarrista suona la chitarra, il pianista suona il pianoforte, il bassista suona il basso, ed il cantante canta.

Però attenzione perché esistono anche alcuni artisti che si distinguono per la loro ecletticità. Gli artisti eclettici sanno fare un po’ di tutto, e spesso cantano e suonano nello stesso momento.

Edoardo Bennato ad esempio, un famoso cantautore Italiano mentre canta riesce a suonare la chitarra e l’armonica a bocca nello stesso tempo. Un vero artista eclettico.

Edoardo Bennato così come altri artisti nel mondo cantano e suonano. Non hanno bisogno di altre persone. Fanno tutto da sole.

Perché vi sto dicendo questo?

Perche la frase di oggi è “se la canta e se la suona“. Ma c’è qualcosa di diverso e particolare in questa frase: se la canta e se la suona. Ho usato non il verbo cantare e suonare ma i verbi cantarsela e suonarsela.

Si tratta di due verbi che derivano da cantare e suonare ovviamente, ma si trovano nella forma pronominale. Niente paura comunque. Abbiamo fatto un episodio su questi verbi se volete approfondire la questione. Comunque in breve cantarsela e suonarsela si riferiscono a se stessi.

Ci sono molti verbi di questo tipo.

Per capire il significato ad esempio vediamo “mangiarsela” che deriva dal verbo mangiare.

Se io mangio una arancia posso dire:

Io me la mangio

Tu le ta mangi

Eccetera.

Vuol dire che sto usando il verbo mangiare nella forma pronominale. Sono io che mangio l’arancia. Io quindi me la mangio.

Quindi potrei dire allo stesso modo:

Io me la canto e me la suono

Tu te la canti e te la suoni

lui se la canta e se la suona

Lei se la canta e se la suona

Noi ce la cantiamo e ce la suoniamo

Voi ve la cantate e ve la suonate

Loro se la cantano e se la suonano

Vediamo adesso il significato.

Vi ho parlato di un gruppo musicale prima, per farvi pensare ad una serie di attività che solitamente sono svolte da più persone. Ebbene, se invece una persona fa tutto da sola posso dire che questa persona “Se la canta e se la suona”.

Non sto parlando di musica però. Il senso è figurato. Quando una persona fa un’attività tutto da sola senza l’aiuto di nessuno, possiamo usare questa espressione. Se la canta e se la suona.

Dobbiamo però spiegare bene, perché questa cosa non è certamente una cosa positiva per la persona di cui si parla.

Quando si usa questa espressione vogliamo dire infatti che la persona che se la canta e se la suona non dovrebbe far tutto da sola. Chi fa questo lo fa perché si approfitta di una situazione vantaggiosa, trae vantaggio dal fare tutto da solo. La cosa più importante è però che questa persona ha tutto il potere. Non lo condivide con nessuno. Non lascia che nessun altro divida il potere con lui.

Allora quando possiamo usare questa espressione?

Si tratta ovviamente di una simpatica espressione idiomatica, informale ma come ho detto suona come un’accusa. Scusate il gioco di parole.

Ad esempio:

Un dittatore posso dire che nel proprio paese se la canta e se la suona, perché tutte le decisioni passano attraveso di lui. Questi accade in tutte le dittature. Tutti i dittatori se la canta o e se la Suonano.

C’è un secondo modo, una seconda espressione che possiamo usare ed ha lo stesso significato: fare il bello e il cattivo tempo. Oppure fare il buono ed il cattivo tempo.

Questa è un po’ meno usata probabilmente ed è più legata agli eventi, positivi e negativi. Eventi in generale non solo quelli atmosferici. Come se la persona di cui si parla avesse il potere di fare bello il tempo, facendo uscire il sole, ad esempio ed anche il potere di fare il brutto tempo, facendo piovere o provocando inondazioni o trombe d’aria. Fare il bello ed il cattivo tempo è meno spiritosa ma ugualmente negativa. L’unica differenza è che che non si usa la metafora musicale. Si usa però una metafora meteorologica.

Sapete che la parola metafora indica la sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Quindi quando parliamo di espressioni idiomatiche facciamo sempre delle metafore.

Le due espressioni possiamo usarle in molti contesti diversi ed ogni volta c’è sempre di mezzo un potere eccessivo gestito da una sola persona. Posso teoricamente usarla non solo per le persone però, anche per i partiti politici o per le squadre di calcio.

Posso dire per esempio che la Juventus nel Campionato italiano di calcio se la canta e se la suona. Ha vinto sette scudetti consecutivi ed adesso con l’acquisto di Cristiano Ronaldo probabilmente vincera sicuramente anche l’ottavo. Si posteri l’ardua sentenza.

Un piccolo esercizio di ripetizione adesso, all’insegna della settima regola d’oro di italiano semplicemente (parlare). Usiamo l’imperfetto per esempio. Ripetete dopo di me.

Io me la cantavo e me la suonavo

Tu te la cantavi e te la suonavi

Lui se la cantava e se la suonava

Noi facevamo il bello ed il cattivo tempo

Voi facevate il bello ed il cattivo tempo.

Loro se la cantavano e se la suonavano.

Un saluto ed un abbraccio a tutti. Ascoltare ancora una volta se avete bisogno. Per coloro invece che vogliono migliorare ancora di più il loro livello di italiano vi consiglio caldamente di chiedere l’adesione all’associazione italiano semplicemente. In questo modo avrete libero accesso alle lezioni di italiano professionale, per conoscere l’italiano adatto ad un ambiente di lavoro. Inoltre potrete partecipare al programma settimanale dell’associazione, dove nel gruppo WhatsApp degli associati ogni giorno parliamo di un argomento diverso, deciso ogni settimana all’interno del gruppo.

Ogni settimana trovate il programma settimanale su Facebook sulla pagina dell’associazione.

Ciao a tutti