Il verbo gravare e l’aggettivo gravoso

Gravare e gravoso – ep. 1087

audio mp3

Trascrizione

Buongiorno a tutti e benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.

Spero che non siate gravati da troppi impegni ma per ascoltare questo episodio basteranno una decina di minuti.

L’episodio è dedicato al verbo gravare e agli aggettivi gravoso e gravosa.

Il verbo “gravare” ha a che fare con i pesi, ma non necessariamente con pesi veri, con oggetti pesanti. Anzi, quasi mai è così.

Parliamo di un peso morale o molto spesso economico.

Gravare quindi può significare “pesare”, ma in senso figurato.

Se parliamo di peso economico o derivante da responsabilità, possiamo tradurlo con “essere oneroso” oppure in altri contesti può indicare qualcosa che ha un peso peso morale o psicologico.

Alcuni verbi alternativi per “gravare” includono, oltre a “pesare”, anche “affliggere”, o “opprimere”, a seconda del contesto.

Vediamo qualche esempio:
La situazione economica attuale grava pesantemente sulla popolazione.

Le tasse elevate gravano sui cittadini italiani.

La responsabilità di prendersi cura degli anziani grava sulla famiglia

Le spese eccessive gravano sul bilancio familiare.

Vediamo adesso l’aggettivo “gravoso” e “gravosa” che derivano chiaramente dal verbo “gravare” e vengono utilizzate per descrivere qualcosa di pesante, oneroso o opprimente.

Se qualcosa grava su di me, allora è gravosa per me.

Ad esempio, si potrebbe dire:

La situazione economica attuale è gravosa per molte famiglie italiane.

Il compito assegnato è estremamente gravoso per gli studenti.

Questo compito quindi è troppo difficile, comporta evidentemente molto tempo e molto studio da parte loro. Forse troppo.

Questo aggettivo è dunque utilizzato per descrivere situazioni, compiti o responsabilità che sono difficili da sopportare o che richiedono uno sforzo significativo.

Il carico di lavoro durante la stagione turistica è gravoso per i dipendenti dell’hotel.

Le condizioni meteorologiche avverse hanno reso il viaggio particolarmente gravoso per i turisti.

Dunque gravoso può sostituire aggettivi come difficile, complicato, impegnativo, lungo, dispendioso. Vediamo qualche ultimo esempio in cui vi indicherò l’aggettivo più adatto a sostituire gravoso o gravosa. Poi potrete tornare alle vostre faccende quotidiane, che sono già abbastanza gravose per poter aggiungere altri impegni.

– Difficile: Una decisione così importante può essere gravosa da prendere.

– Complicata: La procedura burocratica è risultata gravosa da completare.

– Impegnativo: Il progetto di ricerca è stato gravoso da portare a termine.

– Lungo: Un viaggio così lungo può essere gravoso per chi soffre di mal di mare.

– Dispendioso: L’acquisto di questa nuova attrezzatura si è rivelato gravoso per il bilancio aziendale.

– Pesante: Il carico di responsabilità può essere gravoso da sopportare.

– Oneroso: L’affitto mensile di quell’appartamento è risultato gravoso da sostenere.

– Faticoso: Il lavoro fisico continuo è stato gravoso da svolgere.

– Oppressivo: Le restrizioni imposte sono risultate gravose da tollerare.

Gravoso, lo avrete capito, è abbastanza “pesante” come aggettivo, dunque quando gli aggettivi alternativi non sono particolarmente efficaci per descrivere la gravosità in esame, la pesantezza o la difficoltà, allora hanno bisogno di un rinforzo per poter sostituire efficacemente l’aggettivo gravoso.

Quindi “molto difficile”, e “molto complicato” esprimono un senso più vicino all’uso di gravoso. Ciò non toglie che possiamo rinforzare anche gravoso:

Particolarmente gravoso

Eccessivamente gravoso

Molto gravoso

È tutto per oggi. È il momento del ripasso, che grava chiaramente sulle spalle (efficace, vero?) dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente. A voi la parola.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Albéric: Con buona pace dei più pigri tra di noi, evitiamo che questo ripasso gravi sulle spalle del nostro grande capo.

Paul: convengo con te. Aspettiamo fiduciosi. Hai visto mai che un membro se ne esca con un bel ripasso? non fosse altro che per alleviargli questo peso!

Cristophe: Stai fresco! Tant’è vero che oggi è pure un giorno festivo! Capirai!

Ulrike: Dai raga, diamoci da fare! Non sarà mai detto che non diamo una mano a Gianni di tanto in tanto.

Angela: tra l’altro, così non perdiamo una bella opportunità per rispettare una delle 7 regole d’oro: repetita juvant.
Marcelo: Hai ragione, anche se mi dà di volta il cervello, sarò lieto che il ripasso non sia rimasto sul groppone di Gianni!

L’espressione “sfido io” e le alternative meno informali

L’espressione “sfido io”

audio mp3

Trascrizione

sfido io!Buongiorno a tutti. Ricordate quando abbiamo parlato della parola “grazie“?

Oltre ad essere il ringraziamento che tutti conoscete, è anche, come abbiamo visto, una forma informale e ironica di ringraziamento.

Una espressione abbastanza simile è “sfido io“. Attenzione, non ho detto “io sfido”, ma “sfido io”. L’ordine delle parole è molto importante.

E’ abbastanza informale anche questa espressione, ma può risultare meno aggressiva.

Esiste anche una forma ancora più aggressiva e volgare, se è per questo: “grazie al….”. Ma possiamo farne a meno in questo episodio. Se non altro perché la volgarità non è nelle mie corde 🙂

Sfido io” non è per niente aggressiva se si usa il tono giusto. Si sta parlando di qualcosa che si ritiene ovvio, qualcosa che ha più di un motivo per risultare vero. Se qualcuno parla con me e fa una affermazione; io, se ritengo che questa affermazione sia vera e soprattutto se ho dei motivi validi per dire questo, allora posso usare questa affermazione e solitamente si aggiunge il motivo per cui si ritiene vera, anzi ovvia, questa affermazione.

Quindi si può usare per esprimere condivisione:

Affermazione: Questo film è un capolavoro!

Risposta: Sfido io che sia un capolavoro! Hai visto chi è il regista?

Affermazione: finalmente riesco a parlare bene l’italiano senza fare errori

Risposta: sfido io, sono 5 anni che sei iscritto all’associazione Italiano Semplicemente!

Affermazione: Non c’è niente di meglio di una pizza fatta in casa!

Risposta: Sfido io! Il sapore genuino degli ingredienti freschi, la soddisfazione di prepararla con le proprie mani… vuoi mettere?

Si esprime una condivisione ma si sta anche rafforzando un’affermazione, perché si ha qualcosa da dire che rafforza quanto appena ascoltato.

Affermazione: Sono sicuro che la mia squadra vincerà la partita.

Risposta: Sfido io che vincerà! Hanno giocato benissimo ultimamente, sono in forma smagliante e il morale è alto.

Affermazione: Questo studio dimostra chiaramente che il cambiamento climatico è una realtà.

Risposta: Sfido io che sia una realtà! I dati sono incontrovertibili, la comunità scientifica è concorde e le conseguenze sono già visibili. Non avete visto come sono aumentate le temperature ultimamente?

Si può anche usare per creare un’atmosfera informale e scherzosa:

Affermazione: Ho mangiato così tanto oggi che non riesco più a muovermi!

Risposta: Sfido io che non riesci a muoverti! Sei ingrassato come un pachiderma!

Affermazione: Sono così stanco oggi.

Risposta: Sfido io! Sono due giorni che non chiudi occhio!

Avrete notato che spesso si ripete ciò che si ritiene ovvio:

Sfido io che tua sia stanco

Sfido io che sei stanco…

Si dovrebbe usare il congiuntivo ma spesso se ne fa a meno, considerato il carattere informale dell’espressione.

Cosa ha a che fare “sfido io” col verbo sfidare? L’espressione “sfido io” deriva da un uso figurato del verbo “sfidare”, con il significato di “mettere in dubbio la veridicità di qualcosa”.

Come a dire “sfido chiunque a dire il contrario”. Si è talmente sicuri di questa cosa che si è disposti, ironicamente si intende, a sfidare chi pensa che questa cosa non sia vera.

In buona sostanza, si tratta di un modo spesso ironico per esprimere una forte convinzione e condivisione riguardo a un’affermazione.

In alternativa si usa spesso anche “certo” e soprattutto “ci credo”. Il senso è il medesimo. Un’alternativa più elegante è invece ‘”lo credo bene

Es:

ci credo che Giovanni riesce a scrivere un episodio in soli 15 minuti, sono 8 anni ormai che pubblica episodi tutti i santi giorni!

lo credo bene che sei stanco, non hai chiuso occhio tutta la notte!

Affermazione: Ho saputo che Franco si è laureato!

Risposta: ci credo! Sono due anni che ha finito gli esami. Era ora!

Se vuoi essere più serio e usare un linguaggio meno informale, si possono usare diverse modalità, come ad esempio:

Affermazione: Ho imparato l’italiano in solo 6 mesi

Possibili risposte: Beh certo, so che sei membro dell’associazione Italiano Semplicemente. Non fatico a crederci!

Voglio farvi notare che, se non usiamo “sfido io”, per mantenere un significato simile, non basta in teoria esprimere un accordo con frasi tipo:

Sono pienamente d’accordo.

Condivido pienamente la tua/sua opinione.

La tua/sua affermazione è assolutamente vera.

Non potrei essere più d’accordo con lei/te

Sottoscrivo in pieno le tue/sue parole.

Si deve aggiungere qualcosa dopo, per sottolineare la validità dell’affermazione, per evidenziare un aspetto che rende l’affermazione ancora più significativa. Chiaramente usando un linguaggio meno informale si risulta spesso meno incisivi. Es:

D’altronde è evidente che…

Oltretutto

Per di più..

Poi i fatti dimostrano che…

Infatti si è visto che…

Se non altro…

Non fosse altro

Oltre ad aggiungere argomenti a sostegno della propria convinzione, si può anche riformulare l’affermazione originale con enfasi. Vediamo qualche esempio.

Lei ha perfettamente ragione a dire questo, oltretutto tutti gli esperti concordano con lei.

Come ha ben detto lei, non c’è alcuna speranza di vincere le elezioni, soprattutto in virtù dell’ultimo scandalo che ha coinvolto il partito.

Concordo al 100% con la sua analisi, tra l’altro c’erano state delle forti avvisaglie in passato.

La sua osservazione coglie perfettamente nel segno, se non altro alla luce delle evidenze che emergono dagli ultimi dati.

Non fatico a credere che stai male. D’altronde te ne sono successe parecchie ultimamente.

Queste sono modalità che si possono usare in alternativa a “sfido io”, ricordandovi che l’utilizzo di “sfido io” (e anche di “ci credo” e “grazie“) è appropriato solamente in contesti informali e con persone che conosci bene.

Se non vuoi essere offensivo, è anche importante evitare un tono di voce arrogante o aggressivo. L’obiettivo è esprimere condivisione e rafforzare la propria opinione in modo ironico e leggero.

Di conseguenza, se non sei sicuro che l’espressione sia adatta alla situazione, è meglio utilizzare un linguaggio più neutro.

Tornando a bomba, qualcuno si stara chiedendo: ma si può usare “sfidi tu”, “sfidiamo noi” eccetera? La risposta è no!! Esiste solamente “sfido io”. Al massimo potete evitare “io”, perché tanto è scontato, quindi può dire ad esempio:

Sfido (io) che non dormi! Sono due giorni che non chiudi occhio!

Adesso ripassiamo qualche episodio passato.

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Ripasso registrato dai membri dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Edita (Repubblica Ceca): Luca mi ha detto che hai un vizio segreto. Vuoi svelarmelo? Non mi dire che sei ricaduto nell’atavico vizio dell’amore a pagamento!

Marcelo (Uruguay): Stai fresca! Luca dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa. Posso dirti però di avere un debole per il cioccolato.

Christophe (Francia): In virtù del fatto che siamo amici, devo dire che lo sapevo già. Hai la faccia da chi ha appena mangiato un intero barattolo di Nutella!

Ulrike (Germania): Questo non è neanche l’unico suo vizio. Ti ricordi quando gli ho chiesto se poteva smorzare i toni mentre parlavamo di politica? Pareva gli avesse dato di volta il cervello. Era scatenato!

Danielle (Olanda): Senza contare la sua poca accortezza nella spesa. Hai contezza di quanto spende mensilmente per cose inutili?

Paul (Germania): Questi suoi vizi mi confortano. Almeno non sono l’unico ad averne.

Angela (Cina): Ci mancherebbe! È risaputo che anche io non scherzi quanto a vizi. Tutta colpa di mia madre!

Camille (Libano): Scusa, ma che c’azzecca tua madre? Ancora ancora tuo padre, che ti ha sempre viziata da piccola. Da questo punto di vista non sei diverso/a da me comunque.

Junna (Cina): una magra consolazione! Va bè ragazzi ci aggiorniamo domani che io devo andare.

Mostrare gli attributi

Mostrare gli attributi (Episodio n. 1085)

Audio riservato ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Durata: 9:46

Trascrizione

Buongiorno a tutti. Oggi facciamo un episodio un po’ particolare, per via del fatto che l’espressione “mostrare gli attributi” è apparentemente una locuzione innocua, ma in realtà è la versione elegante di “tirar fuori le palle”.

Naturalmente voi stranieri potreste aver difficoltà anche nel comprendere quest’ultima espressione; allora iniziamo dalla parola attributi.

Un attributo è innanzitutto un aggettivo che indica una qualità, una caratteristica di un sostantivo. L’attributo è ciò che viene attribuito, è dunque un aggettivo che si collega a un nome per attribuirgli una qualità, una caratteristica.

Tipo: “il giovane presidente”, ma anche “il presidente giovane”. “Giovane” è la caratteristica attribuuta al presidente, quindi è attributo.

Al presidente si attribuisce questa qualità, questa caratteristica. Per questo motivo l’aggettivo assume la funzione di attributo.

Parliamo della cosiddetta “analisi logica”. Niente paura. Basti sapere che l’attributo è l’aggettivo che può essere posto prima o dopo un nome per indicarne una qualità o una caratteristica.

Attributo può anche essere sostantivo, non solo aggettivo. In pratica si usa perlopiù come sinonimo di “caratteristica”.

L’intelligenza spero sia un mio attributo

Esiste anche il cosiddetto “attributo di stima” che è una dimostrazione di stima.

Es: vi ringrazio per l’attributo di stima nei miei confronti.

Cioè: vi ringrazio per avermi dimostrato che mi stimate. Vi ringrazio per aver detto parole positive su di me, che dimostrano la vostra stima nel miei confronti

La cosa più interessante però è che al plurale, attributo diventa attributi. Cioè, non è questa la cosa interessante, ma che al plurale, attributi si utilizza anche per indicare i cosiddetti attributi maschili, o attributi femminili. Ma cosa sono?

Parliamo di un eufemismo scherzoso per gli organi genitali, sia femminili che maschili, ma soprattutto per quelli maschili.

Possiamo riconoscere l’uso di questo senso figurato soprattutto in frasi come:

Mostrare gli attributi

Tirar fuori gli attributi

Mancanza di attributi

Servono gli attributi

Una persona con gli attributi

Ma qual è il legame tra i due utilizzi, quello di qualità, caratteristica e quello degli organi genitali?

È presto detto.

“Mostrare gli attributi” è un modo fantasioso e forte per dire: esibire le qualità di una persona. Significa quindi dimostrare di avere le qualità richieste, soprattutto se queste qualità sono quelle della convinzione, del coraggio, della sicurezza nei propri mezzi, della forza.

Es: Giovanni è convinto di vincere la scommessa. Ha scommesso che tu non riuscirai a dichiarare il tuo amore a Giulia. Vai, dimostra a Giovanni che hai gli attributi per farlo. È il momento di mostrare gli attributi.

Questo significa che bisogna dimostrare a Giovanni di avere quelle qualità che Giovanni non crede che tu abbia: il coraggio, in questo caso.

Analogamente, la “mancanza di attributi” può indicare la mancanza di determinate caratteristiche o qualità.

Es:

Giovanni crede che ti manchino gli attributi per laurearti in 4 anni.

Dicevo che attributi si usa normalmente di più come eufemismo per gli organi geniali maschili.

La versione volgare di mostrare gli attributi è pertanto “mostrare le palle” o “tirar fuori le palle”. Questo è il motivo per cui si usa il plurale e non il singolare.

Ad ogni modo, sia la versione volgare che quella edulcorata sono utilizzabili sia per gli uomini che per le donne. Infatti qualità come il coraggio e la sicurezza in sé stessi, così come la facoltà di accettare qualunque sfida che sia alla propria portata, possono essere prerogative sia di uomini che di donne. La forza invece può essere più spesso una prerogativa maschile.

Parlare di attributi, in questo senso, non è da considerare volgare. Al limite, meglio evitare “tirar fuori gli attributi”, e preferire versioni meno esplicite, tipo “Servono gli attributi”, meglio anche di “mostrare gli attributi”.

Anche la frase “una persona con gli attributi” è relativamente innocua.

Ci si riferisce a qualcuno che possiede le qualità desiderate per una particolare situazione. Può essere particolarmente adatta a ricoprire un incarico o semplicemente è molto istruita o molto sicura di sé.

Adesso ripassiamo.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano (per adesioni scrivere a italianosemplicemente@gmail.com)

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Anthony (USA): Su, ragazzi, facciamo una chiacchierata sui nostri attori italiani caratteristi preferiti.  Ce ne sono tra i più disparati. Chi vuole iniziare?

Rafaela (Spagna): Posso dire che Bombolo è riuscito a ingraziarsi il pubblico con la sua comicità unica?

Danielle (Olanda): Assolutamente sì! Non che sia quello che più preferisco, ma comunque mi ha sempre fatto molto ridere.

Christophe (Francia): Parlando di attori che sanno accattivarsi il pubblico, non posso non citare Paolo Villaggio. Ha un talento non indifferente nel conquistare lo spettatore, direi anche in ruoli impegnativi.

Estelle (Francia): Ancorché io in genere abbia sempre ambito a diventare un’attrice di nicchia, devo ammettere che ci metterei la firma per avere una carriera simile alla sua.

Marcelo (Uruguay): Ah, allora vorresti diventare una attrice anche tu? Per quanto io possa sforzarmi, non mi ti riesco ad immaginare su un set.

Paul (Germania): non pare neanche a me che tu abbia questa inclinazione.

Il verbo “crogiolarsi”

Il verbo “crogiolarsi”

Trascrizione

Buongiorno a tutti. Se state ascoltando questo episodio di domenica mattina, mentre vi crogiolate nel letto, è già un buon inizio per comprendere il significato del verbo crogiolarsi.

Ha chiaramente a che fare col godimento, con lo stare bene. Se vogliamo essere più precisi, quando una persona si crogiola (attenzione alla pronuncia) gli sta piacendo molto ciò che sta facendo.

Si sta deliziando in una situazione specifica, tanto che sta prolungando il piacere il più possibile. Quando una persona si crogiola in un’attività, non smette volentieri di farlo.

Amate prendere il sole sul vostro lettino sulla spiaggia? Allora vi piace crogiolarvi al sole.

Ve la state godendo davanti al vostro camino in una fredda serata d’inverno? Allora potete dire che amate crogiolarvi al fuoco, o al calduccio del vostro caminetto.

Ci si può anche crogiolare in un pensiero o in un sentimento.

Evidentemente, quando questo accade, vi state compiacendo del vostro pensiero, vi state beando del vostro sentimento, vi state deliziando, state gongolando mentre avete quel pensiero.

È il sentimento opposto alla sofferenza, alla pena. Però ci si può paradossalmente anche crogiolare in cose negative, come il dolore. Questo si fa a scopo provocatorio o per enfatizzare un comportamento negativo.

Vediamo qualche esempio.

In una giornata di sole, mi piace crogiolarmi sulla spiaggia, sentendo il calore del sole sulla pelle.

Non posso credere che Giovanni si stia crogiolando nella sua ignoranza invece di cercare di imparare qualcosa di nuovo.

Dopo una lunga giornata di lavoro, mi piace crogiolarmi nel mio letto, rilassandomi e dimenticando lo stress.

Maria non ha fatto altro che crogiolarsi nel suo dolore anziché cercare di superarlo e andare avanti.

Possiamo dire che crogiolarsi è simile anche a indugiare, quindi soffermarsi in una situazione piacevole, come ad esempio una situazione di ozio.

Nel caso del dolore o del dispiacere, quando diciamo che una persona vi si crogiola, evidentemente proviamo un certo fastidio nel vedere questa persona che parla continuamente delle sue disgrazie e vicissitudini, e questo è un suo modo per sfogarsi. Prova una certa soddisfazione nel farlo, un certo piacere, se vogliamo.

Se vogliamo usare il verbo in modo transitivo, possiamo ad esempio crogiolare una pietanza sul fuoco. Non è un verbo di uso comune in questo caso, ma crogiolare significa cuocere qualcosa lentamente, quindi a fuoco moderato e con poco liquido. Questa lentezza della cottura ci aiuta a capire anche l’uso di crogiolarsi: un piacere prolungato.

Adesso ripassiamo:

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Andrè Arena
Andrè Arena, corrispondente in Brasile (Araraquara, San Paolo) di Italiano Semplicemente

André (Brasile): ragazzi, avete visto le notizie? Rio Grande do Sul, in Brasile, è stata teatro di una tragedia senza limiti! Manco fosse arrivato un secondo diluvio universale!

Albéric (Francia): Questi disastri naturali meriterebbero un mea culpa da parte di tutti noi. Non rispettare l’ambiente, alla lunga, è un atteggiamento che non paga.

Angela (Cina): Il problema è che spesso i politici sono troppo occupati a pontificare anziché agire concretamente.

Hartmut (Germania): Esatto, con buona pace degli ambientalisti.

Marcelo (Uruguay): Beh, questo è opinabile. La questione è soggettiva, ci sono sempre opinioni diverse.

Ulrike (Germania): Ma se non si agisce, si rischia di passare il segno. Anzi, secondo me l’abbiamo già passato da un pezzo.

Anthony (USA): oltretutto bisogna pure darsi una mossa, perché il minimo sindacale non può basta’ (versione romanesca di “bastare”).

Julien (Francia): Il fatto è che le ricadute delle attività umane sono tantissime ed è palese che siamo ancora in alto mare riguardo ai giusti provvedimenti da adottare.

Christophe (Francia): Va bene ma non fasciamoci la testa, possiamo ancora uscirne. Non vorrei passasse il messaggio che qualunque tentativo sarà velleitario. Non siamo ancora al punto di non ritorno.

Anne Marie (Francia): Sarà, ma la sequela di errori che commettiamo deliberatamente giorno dopo giorno è emblematica.

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Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente.

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crogiolarsi

La malafede e la buona fede (ep. 1081)

Episodio riservato ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

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Le alte sfere (ep. 1079)

audio mp3

Trascrizione

Tutti noi abbiamo studiato, almeno un po’, matematica. Giusto? Tutti allora conosciamo la sfera, che ha la forma di una palla, ma parliamo del nome geometrico. La palla ha una forma sferica. Quindi la sfera è una figura geometrica tridimensionale.

Qualunque oggetto di forma sferica può venire in realtà detta sfera. Esistono molti usi frequenti nella lingua italiana:

La sfera celeste, cioè il cielo stellato, che ha una ipotetica superficie sferica sulla quale sembrano disposte le stelle. Esiste la “penna a sfera”, che ha una sfera metallica sulla punta. A parte questi usi, in senso figurato il termine sfera si può usare in diversi modi.

Da una parte può indicare una condizione sociale o professionale, un certo ambiente in cui si vive o si lavora.

Si dice ad esempio che una persona può appartenere a una sfera elevata.

Oppure, riferito anche ad organizzazioni di qualunque tipo, che una persona occupa le alte sfere militari, economiche, politiche, finanziarie.

Altre volte in modo molto simile si usa la parola cerchia, ma se usiamo cerchia, generalmente si tratta di  un gruppo ristretto di persone che si conoscono e si frequentano regolarmente, creando legami di amicizia, collaborazione o scambio di informazioni, come la “cerchia di amici”.

I termini “sfera” e “cerchia” possono avere alcune somiglianze nell’uso figurato, soprattutto quando si riferiscono a gruppi di persone o contesti sociali. Entrambi i termini possono suggerire un senso di appartenenza, coesione e condivisione di interessi comuni.

Le “alte sfere” si usa spessissimo in modo ironico, soprattutto in contesti politici o sociali. In questo senso, assume un significato simile a “luoghi elevati”. Si usa per sottolineare la distanza tra le persone comuni e coloro che le governano, e per criticare la loro presunzione o incompetenza.

Es:

Ma che ne sanno le alte sfere dei problemi della gente comune?

Le solite manovre delle alte sfere per accaparrarsi i posti di potere.

Non è che per caso alle alte sfere qualcuno ha deciso di aumentare le tasse?

In alcuni casi, l’ironia può assumere una sfumatura di sarcasmo o addirittura di rabbia, soprattutto quando l’espressione viene usata per denunciare ingiustizie o soprusi da parte dei potenti.

Non tutti gli usi dell’espressione “alte sfere” sono ironici. Può essere usata anche per indicare effettivamente i luoghi dove si esercita il potere o le persone che lo detengono. Tuttavia, l’uso ironico è sicuramente il più frequente.

A parte le sfere elevate e le alte sfere, gli altri usi figurati possono indicare anche semplicemente un ambito circoscritto, un determinato settore di attività o di competenza. Somiglia alla parola “ambito” (attenzione all’accento).

La sfera affettiva, ad esempio, è tutto ciò che riguarda l’ambito affettivo. Possiamo usare il verbo racchiudere (essendo una sfera): la sfera affettiva racchiude le nostre emozioni, sentimenti e passioni. È il regno dell’amore, della gioia, della tristezza, della rabbia, della paura e di tutte le sfumature emotive che colorano la nostra esistenza. Es: 

La sfera d’influenza invece cosa racchiude? Racchiude tutte le persone e i contesti in cui abbiamo potere. Rappresenta il nostro potere di agire e condizionare il mondo che ci circonda. Racchiude, cioè comprende, le nostre capacità, risorse, relazioni e il contesto sociale in cui viviamo.
E la sfera sessuale? Qui parliamo dell’ambito del sesso. Comprende la nostra sessualità, il nostro corpo, i nostri desideri e le nostre esperienze intime. È legata al piacere e alla riproduzione.
Esistono anche altre sfere chiaramente, come la sfera cognitiva, cioè il mondo del pensiero, dell’apprendimento, della memoria e della conoscenza. La sfera spirituale invece si riferisce alla dimensione trascendentale dell’esistenza, ai valori, alle credenze e al senso di connessione con qualcosa di più grande di noi stessi. Può includere esperienze religiose, mistiche o filosofiche.
La sfera sociale racchiude le nostre relazioni con gli altri.
La sfera economica, la sfera politica, sfera ecologica, la sfera mediatica eccetera. L’importante è che descriviamo ambiti specifici, come anche la sfera artistica, la sfera sportiva, la sfera culinaria o la sfera letteraria.
Ditemi di voi adesso. Parlatemi di una sfera a vostra scelta.
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Ripasso in preparazione a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
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Jennifer Nella mia sfera sociale, qui in Abruzzo, è un miscuglio fra italiani che parlano italiano, quelli che parlano solo il dialetto e degli stranieri che, essendo ancora a carissimo amico con la lingua italiana, hanno cioè solo un’infarinatura. Potete immaginare come le nostre conversazioni siano alquanto divertenti. Quando ci ritroviamo in un mare di confusione siamo costretti ad usare gesticolazioni creative per farci capire, e di quelle in Italia ce n’è in abbondanza.
Marcelo:  Nella sfera sportiva e soprattutto nel mondo calcistico, si discute su chi sia il miglior giocatore mai esistito. Pelé, Maradona, Messi e nei circoli dei giornalisti, si aggiunge anche Alfredo Distefano. Secondo me, una discussione bizantina che sicuramente lascia il tempo che trova!
Segue una breve canzone dal titolo: “le sfere della vita”

Profuso, profondere e profusamente (ep. 1078)

audio mp3

Trascrizione

Trascrizione

È un verbo un po’ strano il verbo profondere.

Anche un italiano, se gli venisse chiesto di fare una frase con questo verbo, avrebbe qualche esitazione all’inizio. Non sarebbe un problema invece usare il participio passato “profuso” che è anche un aggettivo.

Infatti il verbo profondere suona un po’ strano, perché nella forma dell’infinito si usa pochissimo.

Una particolarità è che ad essere profuso solitamente è una cosa: l’impegno. Questo nel 90 percento dei casi.

Oltre all’impegno, si può definire profuso o profusa anche la collaborazione, la scrittura, la salivazione, i complimenti, le lodi, il sangue, le lacrime ma anche le spese e il denaro. Può essere profusa anche una chioma, quindi la capigliatura o la barba di una persona.

In generale profondere significa spargere, versare largamente, dare abbondantemente. Il senso è anche figurato chiaramente.

Dunque, ad esempio:

L’impegno profuso da Giovanni è stato notevole.

L’Impegno, quando si dice “profuso” ci si trova in genere in ambito formale, professionale.

Profondere impegno significa dedicare grande sforzo, energia o attenzione a qualcosa.

Si usa questa modalità per indicare il grande lavoro o l’impegno che qualcuno ha messo in una determinata attività o compito.

Quando si fanno dei ringraziamenti, specie se pubblicamente, si usa molto spesso. Altrimenti, in altri contesti, basterebbe dire ad esempio:

Vi ringrazio per l’impegno che avete messo in questa attività.

Ma in occasioni pubbliche molto più diffuse sono frasi tipo la seguente:

Desidero infine esprimere un caloroso ringraziamento alle organizzazioni per l’impegno profuso (o per il profuso impegno)

Riguardo agli altri usi, ad esempio:

Il papa ha voluto elogiare l’encomiabile opera di beneficenza profusa dalle associazioni.

Quanto denaro profuso per cose inutili nella mia famiglia

Nel caso del denaro, quando viene profuso è come dire che è stato sprecato. Si tratta di sperpero, spreco, scialo di soldi. Si tratta di uno scialacquamento di soldi. In alternativa posso anche parlare di profusione di denaro.

Marito e moglie si sono separati nonostante le lacrime profuse da parte dei figli.

C’è stata quindi una grande quantità di lacrime che sono state versate.

L’uomo aveva una profusa barba che scendeva sul petto.

Evidentemente era una lunga barba che scendeva sul petto.

Era una barba fluente, sciolta.

I membri dell’associazione mi hanno profuso amicizia, accoglienza e sostegno.

Evidentemente c’è stata una grande accoglienza, amicizia e sostegno da parte di tutti.

Le energie profuse da tutti meritano i miei complimenti.

Esiste anche l’avverbio profusamente, che significa abbondantemente, diffusamente, ampiamente, copiosamente; solo un po’ più formale.

Es:

Nelle due guerre mondiali il sangue è stato profusamente sparso.

Abbiamo discusso profusamente del nostro rapporto tutta la serata.

Lo abbiamo fatto abbondantemente allora, in modo diffuso, ampio.

Quando capita di ferirsi, se la ferita continua a sanguinare profusamente nonostante le cure iniziali, bisogna cercare assistenza medica.

Maria aveva litigato con l’amica, di cui mi ha parlato profusamente tutta la sera.

Anche profusamente suona un po’ più formale rispetto ad avverbi simili, ma non preoccupatevi perché non c’è niente di male ad usare il verbo o l’aggettivo o l’avverbio anche in famiglia o fra amici.

È tutto per oggi.

Ripassiamo adesso qualche parolina o espressione che non abbiamo ancora profusamente utilizzato.

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Ripasso in preparazione a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Marcelo: Il mio tentativo:
nell’intento di fare il ripasso, all‘improvviso ho ricordato il tranello che mi aveva fatto Gianni a ragione, visto che lo sbagliavo sempre, per farmi capire l’uso della parola intento, e non lo dimenticherò mai…
Ho imparato la lezione!

Ulrike: Complimenti a Marcelo per l’impegno profuso in fatto di ripassi. Appena vista la richiesta di Gianni, si mette all’opera e da lì a poco se ne esce con un bel ripasso, così comprovando la sua inclinazione e passione per l’apprendimento della lingua italiana. Ce ne fossero di studenti come lui, proprio merce rara direi.

Estelle: Non ho la stoffa per sfoderare di punto in bianco un ripasso degno di nota.
Per abbozzare un ripasso, prima devo rispolverare le lezioni e scervellarmi un po’.
Poco a poco il testo sta prendendo forma, visto?
Niente di trascendentale ma che volete, sono ancora in alto mare con la padronanza della lingua italiana.

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Segue una breve canzone dal titolo “profusamente te”.

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Ha ragione, a ragione (ep. 1077)

Ha ragione, a ragione

audio mp3

Trascrizione

La lettera h sarà pure muta (la cosiddetta “mutina”, come veniva chiamata la lettera h nel gergo scolastico di un tempo), però con o senza di essa, anche il senso della frase muta! (cioè cambia).

Permettetemi questa battuta come inizio di questo episodio in cui l’obiettivo è spiegare soprattutto l’utilizzo della locuzione “a ragione” con “a” senza la lettera h.

Tutti sapete usare infatti “ha ragione” con la lettera h. Es:

Giovanni ha ragione

Tua madre ha ragione a dire che devi studiare si più

Eccetera.

Si tratta quindi del verbo avere.

Ma “a ragione“- senza acca, è, come dicevo, una locuzione italiana che si usa per indicare che qualcosa è giusto o corretto. Parliamo sempre del fatto che una persona ha ragione (con l’acca), ma non stiamo usando il verbo avere.

Usiamo invece la preposizione semplice a.

Può essere utilizzata per sottolineare non che una persona “ha ragione”, ma che una persona ha una buona ragione o un valido motivo per pensare o agire in un certo modo. È importante specificare. Stiamo solitamente valutando una situazione a posteriori.

Ad esempio:

Gianni ha parlato a ragione quando ha detto che la situazione era pericolosa.

Significa che Gianni ha detto qualcosa che poi si è dimostrato essere corretto, poiché la situazione era effettivamente pericolosa. In altre parole, le sue preoccupazioni avevano fondamento.

Oppure:

Chi parla a ragione ha sempre ragione

Potremmo sostituire “a ragione” con “giustamente” e a volte anche con “a maggior ragione“, di cui ci siamo già occupati.

Altro esempio, immagina che Maria abbia criticato un progetto di lavoro perché pensava che non fosse abbastanza dettagliato. Successivamente, il progetto ha avuto problemi proprio a causa della mancanza di dettagli.

In questo caso, si potrebbe dire:

Maria ha parlato a ragione quando ha sollevato dubbi sulla completezza del progetto, poiché i problemi che abbiamo incontrato confermano effettivamente le sue preoccupazioni.

Chiaramente esiste anche la locuzione “a torto“, che esprime il senso opposto. Ne abbiamo parlato in un episodio dedicato proprio al “torto“.

Si usa per indicare che qualcuno si è sbagliato o ha agito in modo errato senza una valida ragione. Anche questa osservazione viene fatta solitamente a posteriori.

Ad esempio:

Luisa ha criticato il nuovo film senza vederlo, quindi possiamo dire che ha criticato a torto. Il film, perché non l’aveva ancora visto.

Significa che la critica di Luisa non era giustificata perché non aveva esperienza diretta del film. Infatti non l’aveva visto.

Oppure:

Il dittatore, a torto, pensava di conquistare il mondo, e invece il suo esercito e i suoi sogni sono stati distrutti.

Ricordate l’espressionea ragion veduta“? Anche in questo caso, come anche in “a maggior ragione” , l’utilizzo della preposizione a è esattamente lo stesso. Tutte indicano un ragionamento o un’azione che è giustificata o ben ponderata. “A ragion veduta”, come ricorderete, si riferisce a un giudizio o a un’opinione formata dopo un’attenta considerazione dei fatti o delle circostanze, magari perché si aveva già avuto quell’esperienza. Si era già visto (o “veduto”) il possibile risultato.

Con “A maggior ragione“, invece, sempre senza acca, si fa un confronto e si esprime un motivo aggiuntivo per giustificare un’azione o un pensiero.

Parlatemi di voi adesso. Potrete rispondermi, a ragione, che dovete pensarci un po’. Pensateci pure e poi fatemi sapere.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

marceloMarcelo:

Come la vedi questa storia? Durante questi tre ultimi giorni, ho dovuto affrontare un’aspra battaglia legale con l’ente che si occupa della mia pensione. È stata un’esperienza frustante! Veramente un incubo! Il calcolo della pensione iniziale a mio avviso é stato effettuato in modo errato, come avevo detto a ragione in tempi non sospetti con le mie indagini. Sono più di 10 anni che ci rimpalliamo con sta benedetta pensione. Vai a capire i meandri della burocrazia!

Segue una canzone dal titolo “lo dicevo a ragione

Mi hai mai amato? Non lo so
a ragione lo dicevo
Le tue parole
Confondevo
Quando dicevo “Io ti amo”
Tu dicevi no
a torto però

Mi hai mai amato? Non capisco
Le tue azioni
Mi rendo conto
Mi hai fatto credere a un sogno
Che era solo un gioco

Mai amato
Mai amato
Le tue parole erano false
Mai amato
Mai amato
Mi hai spezzato il cuore
Oh no