il verbo “agitare”

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Associazione Italiano Semplicemente

Indice degli episodi della rubrica

Trascrizione

il verbo agitare

Buongiorno amici di Italianosemplicemente.com e benvenuti in questa nuova puntata dedicata alle espressioni italiane. Io sono Giovanni, il presidente dell’associazione Italiano Semplicemente, e oggi vi vorrei parlare di un verbo molto usato nella lingua italiana: agitare.

Agitare è un verbo molto interessante perché ha un significato concreto, legato al movimento, ma si usa anche in senso figurato in molte espressioni.

Partiamo dal significato più semplice e diretto: agitare significa muovere con energia, scuotere qualcosa.

Pensate a una bottiglia d’acqua o a una bibita gassata: se la agitate troppo e poi la aprite, l’acqua uscirà fuori con forza!

Lo stesso vale per una bottiglia di vino o per un barattolo di vernice: prima di usarlo bisogna agitarlo bene per mescolare il contenuto.

Ma agitare non si usa solo per gli oggetti.

Possiamo dire che una persona si agita quando è nervosa, ansiosa o preoccupata. Se qualcuno riceve una notizia inaspettata e inizia a mostrare segni di nervosismo possiamo dire che si è agitato oppure che è agitato.

Sei agitato?

Ti sei agitato?

Potete scegliere una delle due modalità per fare la stessa domanda.

In questi casi accade anche che questa persona inizi a muoversi velocemente, a parlare velocemente o a gesticolare troppo. Questo rende l’uso del verbo più vicino al senso concreto, materiale.

Ad esempio:

  • Quando ha saputo del ritardo dell’aereo, Marco si è molto agitato.
  • Non ti agitare, è solo un esame! Andrà tutto bene.
  • Ti vedo molto agitato, tranquillo, questo è un semplice controllo fiscale…
  • Sentimenti contrastanti si agitano nel mio animo!

Ci sono poi altri usi figurati del verbo agitare, soprattutto nelle espressioni politiche e giornalistiche. Avete mai sentito dire “agitare lo spettro di qualcosa”?

Questo significa evocare una paura, un pericolo o una minaccia, spesso per influenzare l’opinione pubblica o per spaventare qualcuno. D’altronde lo spettro è un fantasma, e si sa che i fantasmi fanno paura a tutti!

Potremmo parlare anche del “bau bau”, come direbbe Umberto Eco. Spesso si parla anche di “spauracchio” per indicare qualcosa che viene agitato per provocare paura.

  • Alcuni politici agitano lo spettro della crisi economica per giustificare nuove tasse.
  • I giornali agitano lo spettro della guerra quando la situazione internazionale è tesa.
  • I miei genitori agitano sempre lo spettro della disoccupazione per convincermi a studiare di più!

In questi casi, agitare significa “portare all’attenzione in modo allarmante“, proprio come si scuote un oggetto per farlo notare di più.

Un’altra espressione molto usata è “agitare le acque”, che significa creare problemi, rendere una situazione più difficile o più complicata del necessario. Se una discussione sta per calmarsi, ma qualcuno continua a fare domande o a provocare gli altri, si potrebbe dire:

  • Basta, non agitare le acque! La situazione è già abbastanza complicata.
  • Le acque sono molto agitate all’interno del partito dopo che si è saputo della vicenda della corruzione.

Questo senso è abbastanza simile a alzare un polverone.

Si possono anche agitare le masse.

“Agitare le masse” significa influenzare o incitare un gran numero di persone, spesso suscitando emozioni forti, indignazione o entusiasmo su un determinato tema. Questa espressione è spesso usata in ambito politico o sociale per descrivere chi cerca di mobilitare l’opinione pubblica, generando proteste, sostegno o opposizione a una causa.

Ad esempio, un leader carismatico può agitare le masse con discorsi infiammati, mentre un’informazione scioccante può creare un’ondata di reazioni nella popolazione. L’obiettivo può essere positivo (per esempio, sensibilizzare su un problema) o manipolatorio (come nel caso della propaganda).

Vedete quanti usi ha questo verbo? Può essere fisico, emotivo o anche simbolico! Adesso facciamo un piccolo esercizio di ripetizione per aiutarvi a memorizzarlo meglio.

Ripetete dopo aver ascoltato la mia voce e quella di alcuni membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

Christophe: Non ti agitare, cerca di stare calmo!

Natalia: I politici agitano sempre lo spettro della crisi.

Camille: Agitare bene prima dell’uso.

Marcelo: Non agitare troppo le acque!

Giovanni: Durante la tempesta, il vento iniziò ad agitare violentemente le foglie degli alberi.

Camille: Durante il temporale, le raffiche di vento hanno iniziato ad agitare le acque del lago, creando onde che si infrangevano rumorosamente sulla riva.

Ulrike: Poeti a destra e a manca. Amici, mi agitate proprio l’anima. 😘.

Camille: La notizia improvvisa ha iniziato ad agitare la sua mente, riempiendola di dubbi e preoccupazioni difficile da scacciare.

Marcelo: Mentre facevo l’odierna passeggiata, ho fatto una sosta di fronte al mare, e lì contemplavo come le acque si agitavano tra le rocce e come disegnavano figure incomprensibili.

Vi ringrazio per l’ascolto e vi ricordo che potete sostenere Italiano Semplicemente con una donazione o diventando membri dell’associazione. Trovate tutte le informazioni sul sito. Non agitatevi troppo, non è obbligatorio. L’italiano è e deve restare un piacere. 🙂

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Mostrare gli attributi

Mostrare gli attributi – 1085 – (scarica audio)

Trascrizione

Buongiorno a tutti. Oggi facciamo un episodio un po’ particolare, per via del fatto che l’espressione “mostrare gli attributi” è apparentemente una locuzione innocua, ma in realtà è la versione elegante di “tirar fuori le palle”.

Naturalmente voi stranieri potreste aver difficoltà anche nel comprendere quest’ultima espressione; allora iniziamo dalla parola attributi.

Un attributo è innanzitutto un aggettivo che indica una qualità, una caratteristica di un sostantivo. L’attributo è ciò che viene attribuito, è dunque un aggettivo che si collega a un nome per attribuirgli una qualità, una caratteristica.

Tipo: “il giovane presidente”, ma anche “il presidente giovane”. “Giovane” è la caratteristica attribuuta al presidente, quindi è attributo.

Al presidente si attribuisce questa qualità, questa caratteristica. Per questo motivo l’aggettivo assume la funzione di attributo.

Parliamo della cosiddetta “analisi logica”. Niente paura. Basti sapere che l’attributo è l’aggettivo che può essere posto prima o dopo un nome per indicarne una qualità o una caratteristica.

Attributo può anche essere sostantivo, non solo aggettivo. In pratica si usa perlopiù come sinonimo di “caratteristica”.

L’intelligenza spero sia un mio attributo

Esiste anche il cosiddetto “attributo di stima” che è una dimostrazione di stima.

Es: vi ringrazio per l’attributo di stima nei miei confronti.

Cioè: vi ringrazio per avermi dimostrato che mi stimate. Vi ringrazio per aver detto parole positive su di me, che dimostrano la vostra stima nel miei confronti

La cosa più interessante però è che al plurale, attributo diventa attributi. Cioè, non è questa la cosa interessante, ma che al plurale, attributi si utilizza anche per indicare i cosiddetti attributi maschili, o attributi femminili. Ma cosa sono?

Parliamo di un eufemismo scherzoso per gli organi genitali, sia femminili che maschili, ma soprattutto per quelli maschili.

Possiamo riconoscere l’uso di questo senso figurato soprattutto in frasi come:

Mostrare gli attributi

Tirar fuori gli attributi

Mancanza di attributi

Servono gli attributi

Una persona con gli attributi

Ma qual è il legame tra i due utilizzi, quello di qualità, caratteristica e quello degli organi genitali?

È presto detto.

“Mostrare gli attributi” è un modo fantasioso e forte per dire: esibire le qualità di una persona. Significa quindi dimostrare di avere le qualità richieste, soprattutto se queste qualità sono quelle della convinzione, del coraggio, della sicurezza nei propri mezzi, della forza.

Es: Giovanni è convinto di vincere la scommessa. Ha scommesso che tu non riuscirai a dichiarare il tuo amore a Giulia. Vai, dimostra a Giovanni che hai gli attributi per farlo. È il momento di mostrare gli attributi.

Questo significa che bisogna dimostrare a Giovanni di avere quelle qualità che Giovanni non crede che tu abbia: il coraggio, in questo caso.

Analogamente, la “mancanza di attributi” può indicare la mancanza di determinate caratteristiche o qualità.

Es:

Giovanni crede che ti manchino gli attributi per laurearti in 4 anni.

Dicevo che attributi si usa normalmente di più come eufemismo per gli organi geniali maschili.

La versione volgare di mostrare gli attributi è pertanto “mostrare le palle” o “tirar fuori le palle”. Questo è il motivo per cui si usa il plurale e non il singolare.

Ad ogni modo, sia la versione volgare che quella edulcorata sono utilizzabili sia per gli uomini che per le donne. Infatti qualità come il coraggio e la sicurezza in sé stessi, così come la facoltà di accettare qualunque sfida che sia alla propria portata, possono essere prerogative sia di uomini che di donne. La forza invece può essere più spesso una prerogativa maschile.

Parlare di attributi, in questo senso, non è da considerare volgare. Al limite, meglio evitare “tirar fuori gli attributi”, e preferire versioni meno esplicite, tipo “Servono gli attributi”, meglio anche di “mostrare gli attributi”.

Anche la frase “una persona con gli attributi” è relativamente innocua.

Ci si riferisce a qualcuno che possiede le qualità desiderate per una particolare situazione. Può essere particolarmente adatta a ricoprire un incarico o semplicemente è molto istruita o molto sicura di sé.

Adesso ripassiamo.

– – –

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano (per adesioni scrivere a italianosemplicemente@gmail.com)

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Anthony: Su, ragazzi, facciamo una chiacchierata sui nostri attori italiani caratteristi preferiti.  Ce ne sono tra i più disparati. Chi vuole iniziare?

Rafaela: Posso dire che Bombolo è riuscito a ingraziarsi il pubblico con la sua comicità unica?

Danielle: Assolutamente sì! Non che sia quello che più preferisco, ma comunque mi ha sempre fatto molto ridere.

Christophe: Parlando di attori che sanno accattivarsi il pubblico, non posso non citare Paolo Villaggio. Ha un talento non indifferente nel conquistare lo spettatore, direi anche in ruoli impegnativi.

Estelle: Ancorché io in genere abbia sempre ambito a diventare un’attrice di nicchia, devo ammettere che ci metterei la firma per avere una carriera simile alla sua.

Marcelo: Ah, allora vorresti diventare una attrice anche tu? Per quanto io possa sforzarmi, non mi ti riesco ad immaginare su un set.

Paul: non pare neanche a me che tu abbia questa inclinazione.

Espressioni del viso ed emozioni

Espressioni del viso ed emozioni (scarica audio)

Trascrizione

Che ne dite se oggi parliamo di emozioni?
Le emozioni difficilmente si riescono a nascondere. Per questo motivo allora ci occupiamo dei segnali del corpo, specie quelli del viso, che ci mostrano un’emozione.

Si dice in questi casi che un’emozione traspare da un’espressione. Non a caso le cose trasparenti, quando si tratta di oggetti, lasciano vedere cosa c’è dietro.

Quando si dice che un’emozione traspare da un’espressione, si intende che l’emozione o il sentimento che una persona sta provando diventa visibile o evidente attraverso il suo volto, i gesti o il linguaggio del corpo.

Le espressioni facciali, come il sorriso, la fronte corrugata, gli occhi lucidi o la bocca socchiusa, possono rivelare agli altri ciò che una persona sta provando internamente.

Questo è il modo in cui le persone comunicano i loro stati emotivi agli altri senza bisogno di parole.

Naturalmente ci vorrebbe una vita per parlarvi di tutte le possibili espressioni del viso. Ne vediamo alcune interessanti.

Partiamo dalla fronte corrugata. La fronte sta sopra i vostri occhi.

Una fronte corrugata si presenta con pieghe o rughe verticali sulla zona sopra le sopracciglia. Queste rughe si formano quando le sopracciglia si avvicinano a causa di emozioni come preoccupazione, irritazione o concentrazione intensa.

Se invece qualcuno ha un sorriso radiante o raggiante o radioso sul volto, questa espressione può far trasparire gioia, felicità o entusiasmo.

Allo stesso modo, una persona con gli occhi lucidi potrebbe mostrare tristezza o emozione. Quindi dalla sua espressione traspare tristezza o emozione.

Vi ho appena detto del sorriso radiante o radioso o raggiante

Si tratta di un sorriso luminoso e felice che illumina il viso di qualcuno. Radiante perché irradia gioia, irradia felicità, irradia una forte emozione positiva.

Irradiare” significa emettere o diffondere qualcosa, come luce (il sole ci irradia di luce), calore, energia o emozioni, in modo che si estenda o si propaghi in tutte le direzioni da una fonte. È spesso usato in senso figurato per descrivere come una persona possa trasmettere o manifestare intensamente una certa qualità, emozione o energia.

Passiamo allo sguardoassorto”: è uno sguardo profondo e concentrato, spesso indicativo di profonda riflessione.

Parliamo di una persona talmente immersa nei suoi pensieri, che forse sta immaginado qualcosa, sta riflettendo su qualcosa tanto da essere o parere indifferente al mondo circostante.
Essere assorto nei propri pensieri” si usa spesso ed è lo sguardo che più spesso si associa a questo aggettivo.

Il termine “assorto” deriva dal verbo latino “absorbere“, che significa “assorbire“. Qualcuno è profondamente concentrato o immerso in un pensiero, un’attività o una situazione. Quando una persona è assorta, è così immersa nei suoi pensieri da sembrare quasi “assorbita” da essi, come se il mondo circostante fosse meno rilevante in quel momento.

Passiamo alle sopracciglia. Lo sguardo può essere anche accigliato. “Accigliato” è un aggettivo utilizzato per descrivere l’espressione del volto di una persona quando le sopracciglia sono aggrottate o piegate verso il basso, tipicamente a causa di preoccupazione, confusione, irritazione o disapprovazione. Questa espressione può suggerire che qualcuno è profondamente concentrato su qualcosa di negativo o sta esprimendo una reazione emotiva come il malcontento o la contrarietà. Quando le sopracciglia sono aggrottate e lo sguardo accigliato, avidentemente la fronte è corrugata.

In sostanza, “accigliato” si riferisce a un aspetto facciale contratto e serio a causa di un’emozione o di una reazione negativa.

Lo so, state pensando a arrabbiato o addirittura a incazzato, ma se una persona è accigliata lo esprime fondamentalmente con la posizione delle sopracciglia, non dalle parole che dice o dalla bocca che mostra i denti. Una persona accigliata se ne sta solitamente in silenzio.

Vediamo adesso lo sbuffo di rabbia: Un’espressione di rabbia manifestata da un respiro pesante e un’espressione contratta.

Uno “sbuffo” è un termine che indica in generale un’espirazione (l’aria che esce dalla bocca) breve, energica e spesso rumorosa dell’aria attraverso il naso o la bocca, spesso, appunto, in segno di rabbia, frustrazione, disgusto o irritazione. È un gesto che può manifestare il disappunto o la sfiducia di una persona verso una situazione o un comportamento.

Ad esempio, se qualcuno emette uno sbuffo dopo aver sentito una notizia deludente, potrebbe indicare che è infastidito o insoddisfatto di quella situazione. Uno sbuffo può essere accompagnato da un’espressione facciale come un’occhiata sprezzante o un sorriso beffardo, a seconda del contesto emotivo.

Un’occhiata sprezzante è uno sguardo di disprezzo o superiorità che può essere espresso attraverso l’espressione del viso e il linguaggio del corpo.

Infatti gli occhi, durante un’occhiata sprezzante, potrebbero avere uno sguardo freddo e penetrante. Le sopracciglia potrebbero essere leggermente aggrottate o sollevate in modo sfuggente, mentre lo sguardo potrebbe essere diretto dall’alto verso il basso, come se la persona stesse guardando qualcosa di insignificante o non degno di attenzione. Potrebbe esserci una leggera curvatura delle labbra che suggerisce una sfumatura di superiorità o disapprovazione

Gli occhi invece, in altre occasioni, possono essere scintillanti: occhi che brillano di gioia o emozione. Spesso sono associati al sorriso radioso.

Gli “occhi scintillanti” sono un’espressione utilizzata per descrivere gli occhi di una persona che brillano o splendono con emozione, gioia, entusiasmo o interesse. Questa espressione suggerisce che la persona è animata da un’intensa felicità, emozione positiva o interesse particolare, che si riflette nella luminosità dei suoi occhi.

Gli occhi scintillanti possono essere osservati quando qualcuno è coinvolto in una conversazione appassionante, quando sta sorridendo o ridendo sinceramente, oppure quando sta vivendo un momento di felicità o soddisfazione. In sostanza, questa descrizione cattura l’idea di occhi luminosi e vivaci che riflettono l’emozione e l’energia positiva della persona.

A proposito di occhi. Lo sguardo può essere sospettoso: uno sguardo pieno di sospetto o sfiducia.

Lo “sguardo sospettoso” è un’espressione del viso che suggerisce diffidenza, dubbio o sfiducia. Le caratteristiche tipiche di uno sguardo sospettoso possono includere le cosiddette sopracciglia aggrottate, quando sono leggermente abbassate, creando rughe verticali sulla fronte. Gli occhi sono socchiusi, cioè semichiusi, come quando si cerca di vedere meglio un oggetto e si chiudono leggermente gli occhi.

In generale, parlando di una espressionie essa può essere ad esempio “distante“: Un’espressione che suggerisce che la mente è altrove e non concentrata sulla situazione attuale.

Torniamo agli occhi. Esistono anche gli occhi sbarrati: si tratta di occhi apertissimi, spalancati per la sorpresa o per lo shock. Esiste anche il verbo strabuzzare, molto adatto per rappresentare una sorpresa. Solamente gli occhi possono essere strabuzzati.

Gli occhi sbarrati possono essere accompagnati da una bocca aperta o un’espressione di stupore, contribuendo a rendere evidente la forte reazione emotiva.

Tutt’altra cosa è lo sguardo freddo: Uno sguardo privo di emozione o calore. Non traspare alcuna emozione.

Passiamo al sorriso, ma lo sto stesso si potrebbe dire dello sguardo.

Può essere ad esempio ammaliante, e allora ammalia. È un sorriso sexi, particolarmente affascinante, accattivante o seducente. È un’espressione del viso che trasmette un’aura di attrattiva e fascino.

Il sorriso però può essere anche affettato: Un sorriso finto o insincero. È un sorriso privo di naturalezza e spontaneità, direi artificioso.

Torniamo allo sguardo: si dice implorante quando sembra chiedere pietà o aiuto.

Implorare è simile a pregare, e quando si implora qualcuno ci si può mettere in ginocchio. Ma agli occhi imploranti questo non si può chiedere.

Vediamo adesso cos’è un’espressione contrita: Un’espressione di rimorso o pentimento. Traspare del penstimento per una colpa. Traspare mortificazione.

L’aggettivo “mortificato” si associa generalmente a un’espressione del viso che indica vergogna, imbarazzo o umiliazione. Le parti del viso che potrebbero essere coinvolte in un’espressione mortificata sono principalmente le guance che possono arrossirsi o diventare rosate a causa dell’imbarazzo o della vergogna.

Le sopracciglia potrebbero aggrottarsi o abbassarsi, indicando disagio.

Gli occhi possono abbassarsi o evitare lo sguardo, manifestando il desiderio di nascondersi.

Il viso può apparire contratto o teso, riflettendo l’emozione di mortificazione.

A proposito. “Contratto” è un aggettivo interessante.

In genere si associa al viso. Significa teso, il che segnala nervosismo. Quindi traspare nervosismo.

Qualsiasi gruppo muscolare in realtà può essere definito “contratto” se è teso o compresso è quindi che si restringe a causa di attività fisica o tensione.

C’è anche l’espressione teso come una corda di violino. Stesso significato: nervosismo e viso contratto.

Cambiamo espressione.

Lo sguardo si dice scrutatore quando è attento e analitico.

È un’espressione del viso che indica un’osservazione attenta e dettagliata di qualcosa o qualcuno. È un tipo di sguardo concentrato che potrebbe suggerire un desiderio di comprendere a fondo ciò che si sta osservando. Questa espressione può essere utilizzata per descrivere una persona che sta cercando di raccogliere informazioni.

Uno sguardo scrutatore può mettere in imbarazzo.

Si cerca di indagare o valutare una situazione.

Caratteristiche tipiche dello sguardo scrutatore possono includere sopracciglia leggermente sollevate, indicando interesse e attenzione.

Gli occhi potrebbero essere fissi sull’oggetto o la persona, come se stessero cercando di penetrare oltre l’apparenza superficiale.

Il viso appare serio o concentrato, riflettendo la dedizione alla valutazione dettagliata.

La persona potrebbe inclinarsi leggermente in avanti o avvicinarsi all’oggetto dell’osservazione, per ottenere una visione migliore.

Lo sguardo scrutatore può essere usato per descrivere un personaggio che sta cercando di risolvere un enigma, studiare qualcosa con attenzione o cercare di scoprire qualcosa che non è immediatamente ovvio.

Passiamo al sorriso malizioso: Un sorriso che rivela astuzia o intenzioni nascoste. Traspare malizia.

È un’espressione del viso che suggerisce astuzia, scherno o segreti nascosti. Questo tipo di sorriso può avere un tocco di mistero o complicità, spingendo chi lo osserva a interrogarsi su cosa potrebbe nascondere o su quale potrebbe essere l’intenzione di chi lo sta mostrando.

È un sorriso che può essere leggermente curvo: Un sorriso che non è completamente aperto, ma piuttosto curvato o inclinato leggermente da un lato.

Fonte: Flickr.com

Il sorriso malizioso spesso coinvolge solo metà del viso, come se ci fosse qualcosa che non si sta rivelando completamente.

Gli occhi possono sembrare scintillanti o brillanti.

Il sorriso potrebbe trasmettere un senso di “so qualcosa che tu non sai”. Possiamo chiamarla un’espressione di complicità.

Infatti può essere usato per creare un’atmosfera intrigante o per suggerire che c’è qualcosa di più, dietro l’apparenza.

A proposito. Lo sguardo è la cosa che più spesso viene definita complice.

La “complicità” è un sentimento di condivisione, connessione o intesa tra due o più persone, spesso basato su un’esperienza, un segreto o un interesse comune. Si tratta di un legame emotivo che suggerisce che le persone coinvolte si comprendono a un livello più profondo e hanno una sorta di “accordo silenzioso” tra di loro.

La complicità si manifesta ad esempio con una gestualità particolare: gesti leggeri, come un cenno del capo o un sorriso rapido, possono indicare un’approvazione silenziosa o un accordo tra persone complici. Un sorriso malizioso potrebbe suggerire che le persone condividono un segreto o un’intesa speciale su qualcosa. Uno sguardo che dura più a lungo del solito può indicare un senso di complicità e un’intesa non detta.

Passiamo agli occhi lucidi di cui abbiamo fatto un accenno prima: stiamo descrivendo gli occhi di una persona che stanno iniziando a riempirsi di lacrime o appaiono umidi a causa delle emozioni. Questo termine viene spesso utilizzato quando qualcuno sta provando sentimenti di tristezza, commozione, felicità intensa o qualsiasi altra emozione che può portare alle lacrime.

È interessante anche parlare degli occhi incavati: Occhi profondamente affossati, spesso indicativi di stanchezza.

Lo sguardo sfuggente invece è uno sguardo evasivo o timido. Traspare il desiderio di non lasciar trasparire emozioni. Si vogliono nascondere le emozioni.

Passiamo all’espressione costernata: Un’espressione di shock o sconcerto. Quando qualcuno è sconcertato invece potrebbe sentirsi momentaneamente disorientato o incapace di comprendere appieno ciò che sta accadendo.

Fonte: freepik.com

Che ne dite dello sguardo sbigottito?

È uno sguardo di incredulità o meraviglia.
Lo sguardo sbigottito è spesso associato a momenti di incredulità, shock o meraviglia di fronte a qualcosa di straordinario o inaspettato. È un’espressione che riflette la reazione immediata di chi è colto alla sprovvista da qualcosa di sorprendente.

L’espressione “costernata” e lo sguardo “sbigottito” sono entrambe espressioni facciali che indicano uno stato di sorpresa o stupore intenso. Hanno in comune alcune caratteristiche, ma possono variare leggermente nell’intensità e nel significato emotivo. Spesso la costernazione è associata a un senso di dispiacere o angoscia. Lo sbigottimento invece non ha un legame particolare con il fispiacere.

Possono esserci occhi spalancati per lo stupore, sopracciglia sollevate che suggeriscono sorpresa o incredulità e la bocca può essere aperta o leggermente socchiusa a causa della reazione emotiva.

Come possiamo usare questi termini?

Ripetete dopo di me così sarete più preparati ad usarli coi vostri amici:

Cos’è quella fronte corrugata? Sei preoccupato per l’esame?

Hai un sorriso radioso oggi! Dai, dimmi la bella notizia!

Maria aveva gli occhi lucidi prima. Deve aver pianto per Giovanni.

Hai uno sguardo molto assorto. Stai pensando a Paola vero?

Mario l’ho visto parecchio accigliato. Anche oggi si è alzato col piede sbagliato.

La Roma mi sa che ha perso la partita. Ho sentito uno sbuffo di rabbia venire dal salone.

Perché mi guardi con quello sguardo sprezzante. Che ti ho fatto?

Appena gli ho dato il regalo di natale, aveva gli occhi scintillanti dalla felicità .

Non fare quello sguardo sospettoso. Vado solamente a comprare le sigarette.

Oggi hai l’espressione distante. C’è qualcosa che ti preoccupa?

Perché strabuzzi gli occhi? Solo perché ti ho detto che sono incinta?

Lei mi ha guardato con uno sguardo molto ammaliante e io volevo baciarla.

Non mi piace Paola. Sta sempre con quello sguardo affettato!

L’ho perdonato. Me l’ha chiesto con uno sguardo implorante. Sembrava sincero.

Non l’ha fatto apposta, scusalo. Non vedi che sguardo mortificato che ha?

Dai, rilassati, non posso vederti con questo viso contratto.

Quello sguardo scrutatore sul tuo viso non mi piace. Credi che ti nasconda qualcosa?

Le sue battute a sfondo sessuale erano sempre accompagnate da un sorriso malizioso.

La cosa che più mi piace di quella coppia è la loro complicità. Sorridono e si guardano continuamente.

Non riesco a capire cos’ha Giovanni. Quello sguardo sfuggente potrebbe derivare dalla sua timidezza. Oppure mi nasconde qualcosa.

Perché ho questo sguardo sbigottito? Cos’hai fatto ai capelli? Sono viola!

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820 Imperterrito

Imperterrito (scarica)

Trascrizione

Giovanni: Un aggettivo interessante quello di cui voglio parlarvi oggi: imperterrito.

Ha a che fare con le emozioni.

Anthony: Ci sono infatti delle persone che, in certe situazioni, si mostrano assolutamente padroni delle emozioni, tanto che non lasciano trasparire alcuna emozione, alcun turbamento, quando invece le circostanze sembrano alquanto meritevoli di emozioni ed altre persone non sarebbero rimaste così imperterrite.

Invece c’è chi, imperterrito, si mostra assolutamente calmo e padrone di sé, sembra indifferente a quanto sta accadendo.

Si solito è successivo ad un verbo:

Giovanni ascoltava imperterrito le accuse di tutti i suoi compagni dopo aver sbagliato un’occasione da gol.

Quindi Giovanni, durante una partita di calcio, ha sbagliato un gol e tutti i compagni lo hanno accusato. Lui invece di sentirsi e di mostrarsi imbarazzato o colpevole, sembrava non provare alcuna emozione e li guardava imperterrito, cioè senza mostrare emozioni.

C’è anche una sfumatura di spavalderia, come a volersi mostrare superiore, indifferente, quasi a voler sfidare qualcuno:

Tutti dicevano a Maria che i leoni sono pericolosi, ma lei rimase imperterrita davanti al felino che ruggiva.

Maria dunque non mostrava alcuna paura davanti al leone. Ostentava indifferenza di fronte al leone (non ho usato casualmente questo verbo, per rappresentare la nota di spavalderia), leone che, in teoria, avrebbe dovuto turbarla, spaventarla, terrorizzarla, scuoterla o suscitare in lei almeno una reazione emotiva.

Giovanni: Dunque chi ostenta indifferenza di fronte a cose che dovrebbero tirarlo o suscitare una qualsiasi reazione lo fa in modo imperterrito.

Anthony: Avete visto che si utilizza quasi come un intercalare, infatti quasi sempre si potrebbe togliere senza danno per la frase, tipo:

Lui continuava imperterrito la sua strada nonostante i pericoli.

Altre volte invece è diverso:

Mi guardava imperterrito

Imperterrito somiglia molto a imperturbabile.

Imperturbabile, cioè non si può perturbare, cioè non si può turbare.

Se qualcosa mi turba, mi dà fastidio, mi disturba, mi scuote emotivamente.

Giovanni: Una persona ad esempio può essere imperturbabile, cioè capace di dimostrare in qualsiasi occasione una calma composta e serena. Impossibile turbare una persona imperturbabile.

Anthony: Una persona imperturbabile non si scompone, non mostra alcun turbamento di fronte a fatti e situazioni difficili, rimane impassibile, imperterrita.

Come altro sinonimo spesso si usa anche impavido, per sottolineare l’assenza di paura, oppure a volte anche ostinato, quando si continua imperterriti a fare la stessa cosa, nonostante gli insuccessi, ma questo è un uso più raro del termine.

Altre volte si utilizza anche l’aggettivo impassibile, ad indicare che nessuna emozione riesce a passare, cioè ad apparire evidente sul viso.

Giovanni: Adesso meglio ripassare, tanto per non perdere l’abitudine.

Marcelo: si dice che fare un lavoro che ti va molto a genio sia un po’ come non lavorare.

Peggy: Al principio, pensavo così anch’io. Tuttavia con il passare del tempo, mi sono reso/a conto che a volte il concetto non è così semplice. Qualche fattore, che so, la responsabilità, la scadenza che ci corre dietro, persino le persone con cui collaboriamo influenzano il nostro stato d’anima di brutto. Dunque, al di di tutto, è sempre meglio avere un lavoro che ci sconfinfera piuttosto che il contrario. Altro che storie!

Albéric:
Un ragionamento da prendere con le molle quello di cui ci parla Marcelo. Coloro che la pensano così, pare che non sappiano distinguere i concetti di lavoro e fatica. Lavoro è energia volta ad un fine determinato. Benaccetto se divertente, ma resta pur sempre lavoro.

Giovanni: Adesso mettiamoci alla prova con 10 domande sull’episodio.

Esercizi

1) Giovanni mi ascoltava _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ mentre gliene dicevo di tutti i colori. Nessuna emozione traspariva sul suo volto.

2) Paola non tremava mentre parlava. Guardava fissa in avanti. Non _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ alcuna emozione.

3) Chi si mostra assolutamente calmo e padrone di sé, senza apparentemente provare _ _ _ _ _ _ _ _ , si dice Imperterrito.

4) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ è un sinonimo di imperterrito. Vuol dire che niente sembra turbare questa persona.

5) Quando si resta _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ , nessuna emozione riesce a passare, cioè ad apparire evidente sul viso.

6) Come altro sinonimo di imperterrito spesso si usa _ _ _ _ _ _ _ _ per sottolineare l’assenza di paura.

7) Nell’aggettivo imperterrito c’è una sfumatura di _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ , come a volersi mostrare superiore, indifferente, quasi a voler sfidare qualcuno.

8) Non puoi continuare _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ a sbagliare per sempre.

9) Le ragazze ascoltavano _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ mentre i genitori le sgridavano. Una freddezza mai vista prima.

10) Maria non mostrava alcuna paura davanti al leone. Maria _ _ _ _ _ _ _ _ _ indifferenza di fronte al leone, come niente fosse.

Soluzioni

1) Giovanni mi ascoltava IMPERTERRITO mentre gliene dicevo di tutti i colori. Nessuna emozione traspariva sul suo volto.

2) Paola non tremava mentre parlava. Guardava fissa in avanti. Non TRASPARIVA alcuna emozione.

3) Chi si mostra assolutamente calmo e padrone di sé, senza apparentemente provare EMOZIONI, si dice Imperterrito.

4) IMPERTURBABILE è un sinonimo di imperterrito. Vuol dire che niente sembra turbare questa persona.

5) Quando si resta IMPASSIBILI, nessuna emozione riesce a passare, cioè ad apparire evidente sul viso.

6) Come altro sinonimo di imperterrito spesso si usa IMPAVIDO per sottolineare l’assenza di paura.

7) Nell’aggettivo imperterrito c’è una sfumatura di SPAVALDERIA, come a volersi mostrare superiore, indifferente, quasi a voler sfidare qualcuno.

8) Non puoi continuare IMPERTERRITO a sbagliare per sempre.

9) Le ragazze ascoltavano IMPERTERRITE mentre i genitori le sgridavano. Una freddezza mai vista prima.

10) Maria non mostrava alcuna paura davanti al leone. Maria OSTENTAVA indifferenza di fronte al leone, come niente fosse.

761 Spiattellare

Spiattellare (scarica audio)

Trascrizione

Sicuramente chi non è italiano è difficile che conosca il verbo spiattellare.

Ma io che ci sto a fare se non per spiegarvelo?

Allora, questo è un verbo che ha un forte contenuto emotivo, per questo motivo vi avverto subito che dovete capire bene come e soprattutto quando usarlo.

Spiattellare ha a che fare con ciò che si dice, in particolare con la verità. Abbiamo fatto un paio di episodi dedicati alla verità, ma non si è parlato di questo verbo.

Spiattellare significa dire apertamente qualcosa, dire qualcosa “chiaro e tondo” (un’altra espressione italiana) o anche dire “senza mezzi termini“.

Quindi parliamo di dire qualcosa senza nascondere nulla, ma c’è qualcosa di più, perché questa chiarezza nel parlare, che normalmente sarebbe un pregio, se uso il verbo spiattellare diventa qualcosa di negativo.

Se io spiattello la verità in faccia ad una persona (questa è la frase più comune) sto dicendo che sto rivelando senza riguardo o senza alcuna reticenza la verità, anche se questa verità può far male.

Potrei parlare anche di fatti riservati, che normalmente non si dicono a tutti.

Non puoi spiattellare in giro i miei fatti personali!

Ti ho raccontato un segreto e il giorno dopo me lo ritrovo spiattellato su tutti i giornali!

I giornali hanno spiattellato al mondo intero la storia d’amore tra Giovanni e Lady Gaga

Qualche tabloid ha spiattellato anche una foto dei due in prima pagina!

Quindi non si può spiattellare solamente la verità, una notizia, o un segreto. Spiattellare una foto in prima pagina è anch’esso un modo di comunicare qualcosa senza rispetto.

Se parliamo più esplicitamente di cose materiali:

Il poliziotto credeva non avessi la patente, ma io gliel’ho spiattellata sotto il naso!

In questo caso è molto simile a mostrare, far vedere, ma in modo brusco, come a voler dimostrare qualcosa, come a voler comunicare qualcosa di importante.

All’origine di questo verbo, molto usato dai giornalisti ma comunque informale e colloquiale, c’è il “piattello“, che è un piccolo disco a forma di piatto.

In particolare mi riferisco al “lancio del piattello” o “tiro al piattello” o “tiro a volo” che è una disciplina sportiva in cui bisogna colpire al volo (con un’arma da fuoco) uno speciale piattello, cioè un piccolo disco che viene lanciato.

Si trasmette dunque l’idea di un’azione brusca, inaspettata o indelicata.

Non che lanciare un piattello sia indelicato ovviamente, ma il piattello si deve comunque colpire (va colpito) e si trasmette in qualche modo l’idea di qualcosa di “violento” (passatemi il termine) o, se questo aggettivo è troppo forte, qualcosa di brusco o indelicato.

Quando usate questo verbo ricordatevi che non è come usare il verbo “dire” o “mostrare“, ma piuttosto simile a “dire senza delicatezza” o “mostrare con arroganza”, “mostrare indelicatamente”.

A volte si usa, ed è ancora più forte, il verbo “sbattere“:

Le ho sbattuto in faccia la verità!

Che è un po’ come sbattere la porta in faccia a qualcuno, cioè chiuderla con forza davanti a lui o lei.

Oppure:

Hanno sbattuto la mia foto in prima pagina

Adesso il ripasso:

Peggy: andiamo al ristorante stasera?
È in un posto veramente in, ed è anche a buon mercato. Non si paga neanche il coperto !

Estelle: Con la recente escalation del prezzo della benzina, non è che non voglio ma non me lo posso più permettere.

Irina: hai ragione. bisogna darsi una regolata con le spese. soprattutto con uno stipendio risicato come il mio.

Segue la spiegazione del ripasso

n. 159 – ACCUSARE IL COLPO – 2 minuti con Italiano semplicemente

File audio

Trascrizione

Giovanni: Oggi episodio n. 159 della rubrica “2 minuti con Italiano Semplicemente“. Lo so, chi scopre solo oggi italiano semplicemente e si accorge che deve recuperare 159 episodi accuserà forse il colpo ma ce la può ancora fare.

Accusare il colpo è l’espressione di oggi.

Strana come frase vero?

Accusare non significa forse incolpare? Non significa forse far ricadere una colpa su una persona?

Io ti accuso di avermi derubato.

Tu mi accusi di essere stato disonesto

Eccetera

Si, certo,  ma questo è solo uno dei significati.

Un secondo significato è invece legato alle sensazioni di dolore, o in generale alle sensazioni che si avvertono: risentire di qualcosa che ci colpisce, anche moralmente  Parliamo di cose negative dunque, dolori fisici o morali.

Sentiamo dolore? Allora posso anche dire “accusiamo dolore“.

Mi sento molto deluso per una sconfitta sportiva? Allora posso dire che accuso la sconfitta.

Significa che dopo la sconfitta sono cambiato, non ho più il buon umore di prima, sono deluso e adesso sono più debole per questo e potrei perdere anche la prossima partita.

Sono molto affaticato? Sono stanco? Allora accuso la fatica, faccio quindi fatica a riprendermi fisicamente.

Il tuo viso accusa un po’ di stanchezza, si vede che dormi poco recentemente.

Quindi parliamo in generale di conseguenze negative: accade qualcosa e in seguito accusiamo le conseguenze di questo: accuso fatica, accuso dolore, accuso risentimento.

È una sensazione quindi, simile a sentire, avvertire, provare, risentire, ma simile anche a “mostrare“: si sente qualcosa quindi, qualcosa di visibile: “accusare della stanchezza” ne è un esempio.

Cosa ha causato questo malessere? Non importa cosa sia, ma se è noto, se tutti sanno il motivo, l’origine,  la fonte di questo malessere, posso dire “accusare il colpo” perché è qualcosa che ci ha colpito, un “colpo” appunto, e gli effetti sono visibili, se non agli altri,  almeno alla persona che accusa il colpo.

Poverino,  l’ha lasciato la fidanzata e pare abbia accusato molto il colpo: non mangia più,  non beve più e non dorme più. Poverino!

Il termine “colpo” lo potete sempre usare, l’importante è che si sappia di cosa si parla. Adesso ripassiamo alcune delle espressioni precedenti. Il ripasso sta diventando sempre più importante e con l’aumentare degli episodi qualche volta sarà necessario ricapitolare per aiutarvi a ricordare.

Ulrike (Germania): Questo modo di praticare la lingua italiana, creando qualche frase di ripasso, vi dico che ha veramente un certo non so che. Quindi mi sono prefissa di farlo ogni tanto e voglio tener fede a questo proposito anche oggi.
In cosa verte questo ripasso? – mi potreste chiedere. Cosa vuoi raccontarci di bello Ulrike?
Io allora potrei tenervi sulle spine e restare sul vago, ma non voglio tirarvi un tiro mancino, anzi voglio essere sincera, tanto più che la verità verrebbe comunque a galla in men che non si dica.
Quindi ammetto che nonostante mi sia scervellata tanto, non riuscivo a sfoderare una storiella interessante con tutti gli annessi e connessi. Prima di andare in tilt ho così deciso di arrendermi. Che volete, almeno ho usato qualche espressione della rubrica “due minuti con italiano semplicemente”. Allora, forse la storia che vi ho raccontato non ha proprio la forma della “storiella interessante” a cui avevo pensavo all’inizio. Spero almeno che la “sostanza”, cioè il vostro interesse, non abbia risentito della “forma”. In entrambi i casi possiamo comunque dire che la forma è sostanza, e questa era l’ultima espressione che volevo usare oggi.

 

 

 

159_accusare_il_colpo

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

19^ lezione di Italiano Professionale: I verbi da usare durante una presentazione (estratto)

Audio (estratto di 5 di 60 minuti)

Descrizione

In questa lezione spieghiamo i verbi più adatti da utilizzare in una presentazione personale o aziendale. Si analizzano le differenze tra i vari verbi, quali preferire e il perché. Ringraziamo con affetto chi ci ha aiutato a realizzare questa lezione: Ulrike (Germania), Mohamed (Egitto), Jasna (Slovenia), Ramona (Libano), Bogusia (Germania) e Ivan (Brasile)

lezione_19_immagine

italiano dante_spunta I verbi da utilizzare durante una presentazione.
portogallo_bandiera Os verbos a serem usados durante uma apresentação
spagna_bandiera Los verbos que se utilizarán durante una presentación
france-flag Les verbes à utiliser lors d’une présentation
flag_en The verbs to be used during a presentation
bandiera_animata_egitto

الأفعال التي سيتم استخدامها أثناء العرض التقديمي

russia Глаголы, которые будут использоваться во время презентации
bandiera_germania Die Verben, die während einer Präsentation verwendet werden sollen
bandiera_grecia Τα ρήματα που πρέπει να χρησιμοποιούνται κατά τη διάρκεια μιας παρουσίασης