Le meraviglie dell’Italia: Ostana

Ostana

Audio in preparazione

Trascrizione

Per la rubrica “Le Meraviglie d’Italia“, oggi andiamo in Piemonte.

Immagina di guidare lungo strade di montagna in provincia di Cuneo, mentre il Monviso, con la sua forma perfetta, compare all’improvviso dietro una curva. Sapete che il Monviso è il monte da cui nasce il Fiume Po, il più grande d’Italia.

Poi, quasi senza accorgertene, arrivi a Ostana, un pugno di case in pietra e legno aggrappate alla roccia, a 1.250 metri di quota.

Qui il tempo sembra essersi fermato. Non ci sono vetrine luccicanti né rumore di traffico, solo il vento che scivola tra i vicoli e il suono lontano di una campana.

Un anziano, seduto al sole, ti saluta in una lingua che non capisci subito: è occitano, eredità di secoli e secoli di storia, la stessa lingua che si parlava un tempo nelle valli francesi e piemontesi. Oggi ci sono circa 80 abitanti in questo borgo.

Ostana era quasi scomparsa: negli anni ’80 contava appena cinque abitanti permanenti. Poi, lentamente, è rinata. Le case sono state restaurate rispettando l’architettura tradizionale, e oggi il borgo è un piccolo gioiello, con una vista che toglie il fiato.

Sapete che c’è una antica leggenda che riguarda il monte Monviso e il fiume Po.
Si narra che (iniziano sempre così le leggende!

Il verbo è narrare, simile a raccontare, tramandare) il Monviso desiderasse da sempre un figlio. Dopo lunghe attese, nacque “Martino”, un uomo gentile che fu incaricato dal monte di aiutare la gente in cerca d’acqua. Un giorno, alcuni uomini assetati lo supplicarono di dare loro dell’acqua.

Martino li condusse alla Grotta del Rio Martino e cominciò a far scorrere un rivolo. Più chiedevano acqua (“un po’ d’acqua, ancora un po’…”), più Martino gliene offriva finché quel rivolo divenne un fiume: da qui il nome Po, derivato dalle loro continue richieste.

Ancora un po’ , ancora un po’ … C’è solo una piccolissima differenza: Il nome del fiume ha perso l’apostrofo. Niente di grave in fondo.

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Il cetriolo e l’ammanco – RIPASSO

Il cetriolo e l’ammanco (scarica audio)

Descrizione: 

Un episodio per divertirsi e al contempo ripassare qualche episodio passato: la storia del cetriolo fruttivendolo che scoprì un ammanco.

Trascrizione

il cetriolo e l'ammanco

Un cetriolo piuttosto allegro gestiva un negozio di fruttivendolo. Ogni giorno, con chirurgica meticolosità, faceva un controllo della cassa.

Un giorno scoprì un ammanco importante di denaro e dalla sua faccia affiorò la sua incazzatura con un gesto eclatante. che non sto qui a dirvi

I commenti di tutti in paese puntavano nella stessa direzione. Un peperone rosso e impertinente che si metteva sempre in mostra era il primo sospettato. Si profilava un brutto quarto d’ora per lui.

Era arrivato il momento di fare il punto della situazione e di avviare il necessario regolamento dei conti.

Il negozio aveva chiuso e tutti se ne erano andati poco tempo prima. Il cetriolo dopo aver dato addosso al primo sospettato, si fermò trafelato a pensare prima di commettere una – consentitemi il termine – “ortoingustizia”.

Dopo aver trattenuto il respiro per un attimo si chiese: quel peperone era un vero ladro o aveva solo un’aria circospetta?
I commenti di tutti, in paese, puntavano però nella stessa direzione. ma il dubbio persisteva: era un ortaggio probo oppure no?
Il giudizio del cetriolo pendeva sulla testa del peperone, ma nonostante questo, il cetriolo si chiese se stesse solo mettendo zizzania nel negozio, piena di potenziali colpevoli, rovinando, tra l’altro, la reputazione di un ortaggio solo per un ammanco che, dopotutto, doveva ancora essere ancora provato.
Poteva esere stata un’astuta cipolla: l’intera bancarella la teme per la sua lingua tagliente che fa piangere tutti. Sarebbe un’ottima candidata per aver cercato di depistare le indagini, mettendo in cattiva luce il peperone per sviare l’attenzione da sé.
Altri potenziali indiziati?
Una schiera di carote in prima fila: un gruppo di ortaggi molto unito, noto per fare fronte comune in ogni occasione. Forse hanno agito come una squadra per il furto e ora la loro compattezza è una cortina di fumo per nascondere il vero colpevole.
Oppure?
Da un angolo buio della dispensa, i fagioli sono sempre stati una famiglia chiusa e un po’ misteriosa. Il cetriolo si chiede se sotto il loro apparente silenzio non si celi un intrigo ben più grande. Qualcuno sostiene che, se si sbottonasse anche solo uno di loro, si aprirebbe un vero e proprio vaso di Pandora di segreti. Potrebbero essere loro ad avere le mani in pasta, un affare oscuro che li ha spinti a determinare l’ammanco per non svenarsi per sbarcare il lunario .
E non dimentichiamo Il boss Carciofo: dalla posizione più in alto dello scaffale, il carciofo è l’ortaggio più assetato di potere di tutti. La sua filosofia è: il fine giustifica i mezzi. Per acquisire una posizione di prestigio tra i colleghi e porre in essere una nuova gerarchia all’interno del negozio, potrebbe aver rubato il denaro per porre la prima pietra di una nuova stagione di dispensa. Potrebbe aver usato il peperone come diversivo per depistare i sospetti.
C’è anche una ipotesi più remota: La congiura delle zucche: I cetrioli hanno sempre creduto che le zucche fossero solo belle e sode, ma ultimamente una voce serpeggia nella mente del fruttivendolo. Forse hanno tramato un colpo di mano per impossessarsi della cassa, agendo di comune accordo per non lasciare tracce. Questa teoria, se fondata, potrebbe spiegare la velocità e l’abilità con cui il denaro è sparito senza lasciare traccia.
Nonostante i dubbi che assalivano il cetriolo, il peperone continuava a fare buon viso a cattivo gioco, abbracciando l’idea di essere la Cenerentola della situazione, un ingiustamente sospettato.
Ma poi, a un tratto, tutti i sospetti caddero e la verità venne a galla . Quando il cetriolo decise di non mettere all’indice il peperone e di dare un’ultima possibilità a tutti, con sua enorme sorpresa, fu una timida patata a farsi avanti. Da sempre considerata dal cetriolo (ma sollo da lui) un po’ la più bonacciona tra gli ortaggi, si fece interprete del sentimento di tutta la comunità e confessò: aveva preso i soldi per comprare un costume da ballerina, il suo sogno segreto.

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Le meraviglie dell’Italia: Sperlinga

Sperlinga (scarica audio)

Trascrizione

Sperlinga

Oggi voglio parlarvi di Sperlinga, che si trova in Sicilia.

Si tratta di un piccolo borgo arroccato su una collina, famoso soprattutto per il suo castello scavato nella roccia. Incredibile!

Qui si possono visitare antiche stanze e passaggi nascosti scolpiti direttamente nella pietra, un vero labirinto di storia e mistero.

Un luogo direi unico, dove natura e archeologia si incontrano, perfetto per chi ama esplorare angoli insoliti lontani dalle folle.

Sperlinga si trova nel cuore della Sicilia, nella provincia di Enna.

In auto, da Catania o Palermo, bisogna prendere l’autostrada A19 e uscire a Enna.

Da lì, seguire le indicazioni per Sperlinga: circa 40 km di strade provinciali panoramiche che attraversano colline e piccoli borghi. Vabbè, col navigatore oggi non ci sono problemi di questo tipo ormai!

In treno o autobus invece la stazione più vicina è Enna.

Da Enna partono autobus locali per Sperlinga, ma con orari limitati, quindi è consigliabile pianificare bene o valutare il noleggio di un’auto.

Vi inserisco un Link per saperne di più. https://melagodoinsicilia.it/sperlinga-cosa-vedere/

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Briscola e Mister X (2° episodio di ripasso)

Briscola e Mister X (2° episodio di ripasso)

audio in preparazione

Trascrizione

Briscola e mister X

In questo episodio, ripassiamo qualche episodio passato, appartenenti prevalentemente alla rubrica “accadde il...”. Lo facciamo facendo un po’ di ironia e di immaginazione.

C’era una volta, in una galassia lontana lontana (direi oltreoceano!) un presidente intergalattico di nome “Briscola”, seduto sul suo “scranno” dorato, orbitante attorno alla galassia denominata recentemente “io so io e voi non siete un dazio”.

Un giorno, Briscola annunciò che avrebbe messo in atto duri provvedimenti con dazi pesanti sui prodotti provenienti dai pianeti più lontani, come il vino di Saturno e lo champagne di Venere.

Con i dazi, per tutti sono ca…i” amava dire Briscola. Accanto a lui, mister X osservata divertito (Per la cronaca, tutti lo chiamavano mister K, dove K sta per Ketamina, la sua passione).

Mente parlava in pubblico qualcuno commentava:
“Ha detto dazi o ha detto ca…?”

Insomma, c’era anche chi capiva fischi per fiaschi.

Gli esseri terrestri devono bere solo il nostro champagne!” proclamò, mostrando i denti con un sorriso da gradasso, orgoglioso come un “partenopeo” abituato a comandare in un regno di stelle.

Il giorno dopo, però, il suo piano galattico sembrò essere messo in discussione da lui stesso. I prodotti provenienti da Venere, inclusi gli champagne venusiani, non sarebbero stati toccati dai dazi. Questo almeno recitava una circolare intergalattica che smentiva il decreto del giorno precedente. Ma come, Briscola aveva cambiato idea?

Ah, “eppur si muove” commentò qualcuno nel suo staff, vedendo la sua politica andare e tornare come una navetta spaziale che gira in tondo senza mai arrivare a destinazione.

Dall’altra parte della galassia. Le astronavi elettriche di Mister X, prodotte sulla luna, sono state appena soppiantate  da quelle alimentate a Ketamina, che erano però al centro di una discussione accesa. Briscola prima era per le astronavi a scoppio, poi è diventato improvvisamente a favore anche di quelle lì. Chi ci capisce è bravo!

Briscola, però, non si fermò.

Quando si trattò di imporre dazi sui prodotti provenienti da Saturno, come sulle famose “rose di Saturno” (un vino raro di cui i briscoliani andavano matti), sembrò pronto ad attraversare il Rubicone interstellare. La sua politica assunse toni sempre più pessimistici, come se ogni stella nel cielo fosse una minaccia.

Nonostante le contraddizioni, Briscola continuava a giocare la sua partita: un carico da 11 messo di qua, un altro di là, senza mai sapere se il prossimo colpo sarebbe stato vincente o perdente. Ogni dichiarazione, infatti, sembrava un’ulteriore carta giocata senza troppa riflessione sul futuro, come se non ci fosse un domani, lasciando il destino dell’intera galassia in bilico, come in una mano di carte dove il mazzo è continuamente mischiato.

Quando si parlava dei dazi sui meteoriti provenienti da Urano, Briscola annunciò che avrebbe risolto la questione “in modo definitivo”, non come il governo precedente, che sin dal famoso attacco ai pianeti gemelli dell’11 settembre 3056, causò una sequela di guerre interminabile.

Poi però cambiò idea come se avesse pescato una carta sbagliata. “Non ho mai detto questo! Così è se vi pare,” dichiarò con un’alzata di spalle.

La sua politica sembrava sempre più come un moto continuo di atti e provvedimenti senza fondamento, in balia di scelte rapide e incoerenti. L’ultima sua trovata è fare di Giove un’oasi per ricchi, con addirittura la carta igienica prodotta con ex monete ucraine! (un pianeta ormai scomparso da tempo). Questo almeno è quanto battuto dalla agenzie di stampa stamani.

La sua squadra osservava, incredula, mentre Briscola si lanciava in una nuova dichiarazione dopo l’altra. “Chi semina vento, raccoglie tempesta” si iniziava a vociferare nella stanza dei bottoni.

Qualcuno si sbottonava di più, fino a paventare una rivolta popolare, mentre il gioco continuava. Era un continuo andirivieni di cose dette e smentite: un giorno Briscola si dichiarò martire di un sistema che non capiva, il giorno dopo sembrava pronto a mettere a tacere tutti, come se la partita fosse stata vinta senza nemmeno giocarla. Però intanto serpeggiavano dissensi anche tra le sue fila. Che la congiura fosse vicina?

Nel frattempo, mentre le redini del mondo sembravano ancora in mano a Briscola, alcuni dei suoi oppositori lo guardavano e vedevano in lui un personaggio vittima e subalterno delle circostanze, incapace di mantenere una rotta stabile.

Ogni sua mossa faceva parte di un canovaccio di una commedia che cambiava ad ogni atto, come un affresco che assumeva forme diverse a seconda della luce.

Sin dal momento del suo avvento i democratici erano stati banditi dalla sua galassia e esiliati sul pianeta che aveva chiamato “MAGA” nel lontano 2025. MAGA sta per “Make Asteroids Great Again“. Che volete, Briscola aveva una passione per gli asteroidi.

Ma il vero banco di prova di Briscola sapete quale era? Era la guerra tra Marte (che rappresenta la morte) e Venere (l’amore), che aveva promesso di risolvere in due minuti. Nel frattempo erano passati più di mille anni però…

Nonostante tutto, Briscola rimaneva ancora sulla cresta dell’onda, come un pioniere dell’universo, pronto a sfidare ogni stella che gli si parava davanti.

Nel frattempo, la partita continuava, con Briscola che, come sempre, si faceva interprete della sua visione del gioco: imprevedibile, ma sempre pronto a nuove scommesse, mai banale e mai coerente.

La borsa americana, nel frattempo, era in caduta libera. Ma Briscola glissava come niente fosse, anche perché Mister X stava finalmente issando la sua bandiera su Marte in galassia-visione!

Ma… sorpresa! Marte era abitato! “Sono solo piccoli uomini inutili”, diceva Mister X. Gli abitanti del pianeta rosso erano in odore di guai, e Briscola annunciava: “o fate subito fagotto dal pianeta o sarà una Ecatombe!)  ma inaspettatamente, mossi da spirito garibaldino e incuranti del “bau bau biondo che fa impazzire il mondo”, fecero fare fagotto a Mister X mandando a carte 48 il suo piano.

Morale della favola: chi la fa l’aspetti!

accadde il

L’incontro del secolo (episodio di ripasso)

L’incontro del secolo (episodio di ripasso) – scarica audio – 

Trascrizione

trump e zelensky

In questo episodio, dedicato all’incontro tra Trump e Zelensky di qualche giorno fa, ripassiamo qualche episodio passato, appartenenti prevalentemente alla rubrica “accadde il...”. Per gli altri episodi, che sono aperti a tutti, c’è anche un link che vi porta alla spiegazione.

Era una mattina ventosa a Roma quando il Presidente ucraino Zelensky, ormai noto in tutto il mondo per la sua determinazione a sorvolare su ogni angheria nei suoi confronti, si trovò a vedersi consumare l’ennesimo voltafaccia sul palinsesto politico internazionale.
L’aria era pesante, come una bomba a orologeria, mentre avveniva uno di quegli incontri destinati a segnare i tempi. Le mosse dei due contendenti erano sotto gli occhi di tutti, dai sostenitori del pessimismo cosmico a quelli che, con cuore partenopeo, sperano in una soluzione pacifica.

“I tuoi vestiti non sono conformi all’importanza dell’evento!” Gli dissero. Non è stata una buona premessa…
“Così è se vi pare”
pensò Zelensky, mentre era nell’aria qualcosa che potrebbe far tremare la terra sotto i piedi di tutti noi.
Da una parte c’è la Russia e gli Stati Uniti, una gigantesca banda rispettivamente di conquistatori e predatori moderni, dall’altra l’Ucraina, impegnata a mettersi in discussione continuamente, ma determinata a non essere una Cenerentola di fronte alla grande doppia potenza.

Nel frattempo, il presidente Trump stava dando istruzioni per gli editoriali di tutti i giornali americani. Lui non si sentiva ancora in odore di premio alla carriera, anzi! Si sentiva invece in odore di riabilitazione politica e sembrava un uomo che sapeva come risolvere tutti i problemi del mondo e, così facendo, avrebbe abbracciato la diplomazia in modo tanto teatrale quanto opportunistico. Quando il suo incontro con Zelensky avvenne, fu come attraversare il Rubicone: niente più ritorno e nessun tentativo da parte di nessuno di tamponarne gli effetti.
Trump lo incalzava: “Tu scommetti sulla terza guerra mondiale!” Vorrebbe addossare a lui la colpa della scia di sangue che potrebbe seguire da un fatale disaccordo. Ma mentre parlavano della “lotteria” della politica internazionale e si scambiavano complimenti, Trump si fece interprete della sua visione del mondo. Lui e Putin sono d’accordo oggi. L’America ha cambiato strada. I corsi e ricorsi storici però non aiutano a essere ottimisti.

Se l’Ucraina vuole la pace veramente, deve accettare certe condizioni. In ballo c’è solo il potere temporale, non certo quello spirituale, appannaggio esclusivo della Chiesa, mentre Sua Santità è momentaneamente fuori gioco in questi giorni e non potrà quindi sostenere la “martoriata” Ucraina, come dice sempre.

Siamo alle soglie di un nuovo conflitto mondiale? Perché ce l’hanno tutti con l’Ucraina adesso? Oppure soffrono tutti della sindrome del complotto!

Carthago delenda est, penserà infatti lo zar russo dal suo scranno. È il suo pensiero fisso d’altronde. Ma è l’Ucraina la nuova Cartagine.
Comunque vada, l’avvento di una nuova era di pace o di guerra è ormai alle porte. Delle due l’una però. Di questo sono sicuri tutti!

Le agenzie di stampa parlano di un futuro incerto e di un possibile accordo, ma si rischia che l’Ucraina resti sola ad affrontare l’invasore. In tal caso, gli ucraini, sebbene mossi da indomito spirito garibaldino, questo potrebbe non bastare.

Molti sono già pronti a mettere all’indice il povero Zelensky se l’accordo non arriverà, ma speriamo che l’Europa (dove aumentano di giorno in giorno gli euroscettici) non resti a guardare. Sarebbe un errore capitale! Siamo già stati abbastanza latitanti fino ad ora…

La doppia pace in Ucraina e nella Striscia di Gaza farebbe illuminare tutto il mondo d’immenso, ma quando ci sono di mezzo fazioni storicamente avverse, tipo guelfi e ghibellini, non è mai facile. I palestinesi addirittura dovrebbero fare fagotto e lasciare la loro terra. Sembra poco realistico, per non dire pura farneticazione, dicono in molti.

Questo è comunque un banco di prova per quella testa calda di Trump, che aveva promesso la qualunque prima delle elezioni. “Memento audere semper”  sarà probabilmente il suo motto. Ad ogni modo, quel proiettile mancato ha confermato come sia indubbiamente nato sotto una buona stella, quindi speriamo tutti che nessuno mandi tutto a carte 48, altrimenti sarà probabilmente consumata l’ennesima ecatombe.

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

il verbo “agitare”

Il verbo “agitare” (scarica audio)

Associazione Italiano Semplicemente

Indice degli episodi della rubrica

Trascrizione

il verbo agitare

Buongiorno amici di Italianosemplicemente.com e benvenuti in questa nuova puntata dedicata alle espressioni italiane. Io sono Giovanni, il presidente dell’associazione Italiano Semplicemente, e oggi vi vorrei parlare di un verbo molto usato nella lingua italiana: agitare.

Agitare è un verbo molto interessante perché ha un significato concreto, legato al movimento, ma si usa anche in senso figurato in molte espressioni.

Partiamo dal significato più semplice e diretto: agitare significa muovere con energia, scuotere qualcosa.

Pensate a una bottiglia d’acqua o a una bibita gassata: se la agitate troppo e poi la aprite, l’acqua uscirà fuori con forza!

Lo stesso vale per una bottiglia di vino o per un barattolo di vernice: prima di usarlo bisogna agitarlo bene per mescolare il contenuto.

Ma agitare non si usa solo per gli oggetti.

Possiamo dire che una persona si agita quando è nervosa, ansiosa o preoccupata. Se qualcuno riceve una notizia inaspettata e inizia a mostrare segni di nervosismo possiamo dire che si è agitato oppure che è agitato.

Sei agitato?

Ti sei agitato?

Potete scegliere una delle due modalità per fare la stessa domanda.

In questi casi accade anche che questa persona inizi a muoversi velocemente, a parlare velocemente o a gesticolare troppo. Questo rende l’uso del verbo più vicino al senso concreto, materiale.

Ad esempio:

  • Quando ha saputo del ritardo dell’aereo, Marco si è molto agitato.
  • Non ti agitare, è solo un esame! Andrà tutto bene.
  • Ti vedo molto agitato, tranquillo, questo è un semplice controllo fiscale…
  • Sentimenti contrastanti si agitano nel mio animo!

Ci sono poi altri usi figurati del verbo agitare, soprattutto nelle espressioni politiche e giornalistiche. Avete mai sentito dire “agitare lo spettro di qualcosa”?

Questo significa evocare una paura, un pericolo o una minaccia, spesso per influenzare l’opinione pubblica o per spaventare qualcuno. D’altronde lo spettro è un fantasma, e si sa che i fantasmi fanno paura a tutti!

Potremmo parlare anche del “bau bau”, come direbbe Umberto Eco. Spesso si parla anche di “spauracchio” per indicare qualcosa che viene agitato per provocare paura.

  • Alcuni politici agitano lo spettro della crisi economica per giustificare nuove tasse.
  • I giornali agitano lo spettro della guerra quando la situazione internazionale è tesa.
  • I miei genitori agitano sempre lo spettro della disoccupazione per convincermi a studiare di più!

In questi casi, agitare significa “portare all’attenzione in modo allarmante“, proprio come si scuote un oggetto per farlo notare di più.

Un’altra espressione molto usata è “agitare le acque”, che significa creare problemi, rendere una situazione più difficile o più complicata del necessario. Se una discussione sta per calmarsi, ma qualcuno continua a fare domande o a provocare gli altri, si potrebbe dire:

  • Basta, non agitare le acque! La situazione è già abbastanza complicata.
  • Le acque sono molto agitate all’interno del partito dopo che si è saputo della vicenda della corruzione.

Questo senso è abbastanza simile a alzare un polverone.

Si possono anche agitare le masse.

“Agitare le masse” significa influenzare o incitare un gran numero di persone, spesso suscitando emozioni forti, indignazione o entusiasmo su un determinato tema. Questa espressione è spesso usata in ambito politico o sociale per descrivere chi cerca di mobilitare l’opinione pubblica, generando proteste, sostegno o opposizione a una causa.

Ad esempio, un leader carismatico può agitare le masse con discorsi infiammati, mentre un’informazione scioccante può creare un’ondata di reazioni nella popolazione. L’obiettivo può essere positivo (per esempio, sensibilizzare su un problema) o manipolatorio (come nel caso della propaganda).

Vedete quanti usi ha questo verbo? Può essere fisico, emotivo o anche simbolico! Adesso facciamo un piccolo esercizio di ripetizione per aiutarvi a memorizzarlo meglio.

Ripetete dopo aver ascoltato la mia voce e quella di alcuni membri dell’associazione Italiano Semplicemente:

Christophe: Non ti agitare, cerca di stare calmo!

Natalia: I politici agitano sempre lo spettro della crisi.

Camille: Agitare bene prima dell’uso.

Marcelo: Non agitare troppo le acque!

Giovanni: Durante la tempesta, il vento iniziò ad agitare violentemente le foglie degli alberi.

Camille: Durante il temporale, le raffiche di vento hanno iniziato ad agitare le acque del lago, creando onde che si infrangevano rumorosamente sulla riva.

Ulrike: Poeti a destra e a manca. Amici, mi agitate proprio l’anima. 😘.

Camille: La notizia improvvisa ha iniziato ad agitare la sua mente, riempiendola di dubbi e preoccupazioni difficile da scacciare.

Marcelo: Mentre facevo l’odierna passeggiata, ho fatto una sosta di fronte al mare, e lì contemplavo come le acque si agitavano tra le rocce e come disegnavano figure incomprensibili.

Vi ringrazio per l’ascolto e vi ricordo che potete sostenere Italiano Semplicemente con una donazione o diventando membri dell’associazione. Trovate tutte le informazioni sul sito. Non agitatevi troppo, non è obbligatorio. L’italiano è e deve restare un piacere. 🙂

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Jean-Marie – episodio di ripasso

Jean-Marie (ripasso) (scarica audio)

Trascrizione

Oggi voglio fare un veloce episodio di ripasso, un episodio piuttosto anomalo ma originale al contempo, dedicandolo a Jean-Marie, che con la sua donazione (per inciso, non è la prima) ha voluto aiutare italiano semplicemente.

Lo farò con una serie di frasi in cui utilizzerò parole, verbi o espressioni già spiegate. Qualcuna di queste vi farà sorridere, ma ben venga una risata ogni tanto, no?

Jean-Marie non ha stentato a dimostrarsi generoso: il suo contributo è stato di gran lunga il più inaspettato dell’anno.

Grazie a lui e anche ad altri generosi sostenitori, possiamo evitare di tirare a campare e dedicarci con maggiore assiduità alla crescita del progetto di Italiano Semplicemente.

La generosità del suo gesto, permettetemi di dire, non è opinabile: è l’ennesima prova che il nostro lavoro non passa inosservato, neanche a chi si trova in alto mare con l’apprendimento dell’italiano! Non è il suo caso comunque!

Alcuni potrebbero dire che fare donazioni sia un lusso che non ci si può permettere ma io preferisco considerarlo un buon viatico che ci permette di andare avanti. Capirai, con questi chiari di luna!

È grazie a sostenitori come Jean-Marie che posso continuare a occuparmi del sito senza dover raschiare il fondo del barile per trovare il tempo e le risorse necessarie. Qui è previsto il sorriso di cui sopra.

Si potrebbe dire che il suo gesto è stato emblematico di chi non si limita al minimo sindacale, ma sceglie di metterci la faccia per sostenere qualcosa in cui crede.

Pendiamo dalle tue labbra, caro Jean-Marie: se hai suggerimenti, domande o richieste, sono qui, pronto ad ascoltare.

Una donazione un modo moderno di dimostrare che ci si può sostenere anche da lontano. Spero che qualcuno prenda spunto da te e ci dia anche solo un piccolo supporto.

Grazie mille, Jean-Marie, per il tuo sostegno che come puoi vedere non è passato inosservato (forse sto esagerando con la ruffianeria?) Per la cronaca, non si tratta di bruscolini! Ove mai ci fossero dubbi, sappi che qui si lavora con passione e dedizione, senza avere la velleità di farcela sempre da soli, ma stavolta insieme a una splendida comunità. A buon rendere!

Donazione

Le meraviglie dell’Italia: Castelmezzano

Audio (scarica)

Trascrizione

Buongiorno amici, e benvenuti su Italiano Semplicemente. Oggi ci occupiamo di bellezze d’Italia e in particolare di un paesino di nome Castelmezzano. Lo conoscete? Ve ne voglio parlare perché ci sono tanti bei luoghi da visitare in Italia e non ci dobbiamo accontentare di quelli più famosi.

Con l’occasione (da cogliere al volo, se possibile) ripassiamo alcuni episodi passati. Pronti?

Castelmezzano è uno di quei luoghi che, tanto per usare un eufemismo, sembrano usciti da un libro di fiabe. Non è troppo conosciuto, il che è tutto dire! Perché un libro di fiabe?

Beh, basti pensare che chiunque vi si incammina rimane senza parole. Con le sue case arroccate e le stradine arzigogolate e tortuose, sembra ci si stia perdendo nei meandri del tempo. Non a caso, la sua architettura e il paesaggio circostante sono imperterriti testimoni del suo fascino.

Per i visitatori più coraggiosi, Castelmezzano offre esperienze adrenaliniche come il “Volo dell’Angelo“. Ci vuole fegato per lanciarsi nel vuoto sospesi su una fune tra le montagne! Ma una volta superata la paura, si capisce che ne vale la pena, perché Castelmezzano non è solo per chi cerca bellezza, ma anche per chi vuole gustare l’autenticità di un luogo ancora genuino. Per non parlare del sentiero delle 7 pietre, che collega i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, e anche della Chiesa Madre di Santa Maria dell’Olmo e delle mura scavate dal vento e dalla pioggia che vengono chiamate “becco di civetta”, “bocca di leone”, “incudine” e “aquila reale”.

becco di civetta

Se è vero come è vero che tornare sui propri passi è sempre segno di intelligenza, i viaggiatori che arrivano qui, capace che faranno il bis qualche anno più tardi, anzi, con ogni probabilità sarà così se ne avranno la possibilità.

Vale la pena anche solo farci una scappata, a costo di allungare il percorso, ma direi che è una tappa obbligata per chi vuole davvero capire cosa significhi esplorare l’Italia profonda e sconosciuta. Ce ne fossero di più di posti così! Castelmezzano è merce rara.

Una passeggiata tra le sue vie sembra portarti indietro nel tempo, un raccordo tra passato e presente. Questo borgo non conserva solo una parvenza di semplicità e purezza. Ogni angolo ti fa sentire come se stessi scoprendo un segreto nascosto, una breccia nella quotidianità. E se a qualcuno pare brutto rinunciare a visite che vanno per la maggiore in luogo di Castelmezzano, e magari non vuole avventurarsi in un borgo così isolato e oltretutto non gli sconfinfera il Volo dell’Angelo, beh, qualcuno direbbe “chiamalo fesso!“, ma datemi retta, vale la pena provarci, e al limite sarà tanto di guadagnato per chi vuole respirare un’aria diversa, magari quando si ha più tempo per le vacanze; che so, sotto Natale. Ve l’ho buttata lì, poi vedete voi se raccogliere il mio invito!

Dulcis in fundo, Castelmezzano è il luogo perfetto per farsi cogliere dalla notte in tutta la sua bellezza. Guardare le luci del borgo illuminare le Dolomiti Lucane è un’esperienza che, una volta vissuta, ti lascia un segno profondo.

In definitiva, Castelmezzano è una potenza e non per niente è in provincia di Potenza! Siamo in Basilicata dunque.

Ah, dimenticavo di dirvi che Castelmezzano fa parte dei Borghi più belli d’Italia, mica pizza e fichi! Altro che visita di ripiego!

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Foto di Vasken Satamian

Foto di Vasken Satamian

Castelmezzano

Foto di Vasken Satamian, membro dell’associazione italiano semplicemente

Conseguire – VERBI PROFESSIONALI (n. 90)

Conseguire

Descrizione

Vediamo il verbo conseguire, che si avvicina a fare, ottenere, raggiungere e riuscire. Si usa spessissimo in ambito accademico. Vediamo soprattutto la differenza rispetto al verbo ottenere.

Il file audio e la spiegazione completa sono riservati ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente. 

Durata: 14 minuti

LOG INADERISCI

Concorrere – VERBI PROFESSIONALI (n. 89)

Il verbo “concorrere”

Descrizione:

Vediamo il verbo concorrere. Lo sapete usare? Cosa ha a che fare con il verbo correre?

Qualche legame in realtà ce l’ha, infatti concorrere significa “correre insieme”. Ma in che senso? Insieme a chi?

. Durata: 08:17

I verbi professionali fanno parte del corso di Italiano Professionale. Per ascoltare e leggere l’episodio occorre far parte dell’Associazione Italiano Semplicemente (EntraRegistrati)