n. 169 – ASSECONDARE – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Giuseppina: episodio 169. È vero o no che ci stiamo divertendo con questa rubrica di due minuti? Non avete la sensazione di fare dei concreti passi in avanti? Dite ciò che pensate, non assecondatemi, vi prego.

Cosa? Assecondare è un verbo che non conoscete?

Eppure è una cosa che si fa spessissimo. Conviene impararlo allora:

Io ti ho sempre assecondato fino ad ora, ma adesso basta, si fa come dico io!

Smettila di assecondare sempre nostro figlio, deve crescere, ha bisogno di scontrarsi con la realtà. Tutti voi lo assecondate in ogni suo capriccio.

In questi esempi che vi ho fatto sembra che il verbo si usi nei rapporti tra le persone. Infatti lo abbiamo utilizzato come “favorire“, “aiutare“, meglio ancora è “compiacere“. Verbi simili che aiutano a capire il significato di assecondare che però si usa anche al di fuori dei rapporti interpersonali.

Si può assecondare un movimento, cioè seguire col corpo, accompagnare questo movimento, come si fa nel ballo ad esempio, nel tango come nel valzer.

Bisogna seguire il movimento dell’altro senza opporre resistenza.

Si può assecondare con il proprio corpo il ritmo della musica.

Insomma, non opporsi, anzi, favorire, accompagnare. Nei rapporti interpersonali assecondare è come essere accondiscendente, che abbiamo visto nell’episodio n. 105, quindi 64 episodi fa.

La differenza è che stavolta possiamo uscire da questo ambito, uscire dall’ambito delle volontà delle persone, infatti possiamo assecondare un movimento di qualunque cosa, o il ritmo.

Un’azienda può assecondare il mercato, producendo ciò che le persone chiedono.

Acquistano regali a Natale si assecondano le tradizioni, e le follie consumistiche della nostra era. La cosa importante è non opporsi, non contrastare, bensì favorire.

Qualche esempio e poi il ripasso quotidiano.

Le scelte di politica nazionale devono spesso assecondare le richieste dei cittadini.

Se ti avessi meno assecondato in passato, ora sapresti ragionare con la tua testa.

Ripasso:

Camille (Libano), Bogusia (Polonia) e Anthony (Stati Uniti):

Appena finiti i festeggiamenti di Natale i negozi vengono accalcati dalla gente che si prepara per il capodanno.

Ma io non riesco a tenere a bada la volontà di parlare della festa di oggi.

Si dà il caso che questa prima domenica dopo il Natale si festeggi la Santa Famiglia. Sono indisposta a dimenticare che con il Natale abbiamo festeggiato la nascita di Gesù, che forma un binomio inscindibile con questa festa. Non dimentichiamolo. Oggi invece l’oggetto dei festeggiamenti è la sua famiglia, che doveva combattere per sopravvivere. Quella famiglia che dovette darsi alla fuga dal proprio paese, accusandone naturalmente il colpo. Non possiamo fare i finti tonti oggi e pensare solamente ai festeggiamenti.

Io cerco di ritagliarmi del tempo per riflettere sul fatto che dai tempi di Gesù il mondo non è poi cambiato più di tanto. Oggi come ieri, migliaia di famiglie sono in fuga. Famiglie che non lasciano nulla di intentato per proteggere i propri figli come si deve. Sono cose che balzano agli occhi in ogni paese d’Europa.

Non vedo come non guardare alla sostanza e non alla forma di queste festività.

Molti sembrano insofferenti e non vogliono vedere le Sofferenze altrui, di coloro che hanno bisogno di accoglienza.

Questo bisogno spesso non viene assecondato di buon grado da parte nostra.

Molti parlano e basta. Bisogna dare seguito alle parole. Bisogna tendere una mano verso di loro. Le feste senza lo spirito lasciano il tempo che trovano. Buona domenica a tutti.

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L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!