4^ regola d’oro di Italiano Semplicemente: Storie ed emozioni

La libertà sgorga autentica solo dentro la disciplina. Senza disciplina e responsabilità non si è uomini liberi.

Freedom flows best within the framework of discipline. Without discipline and responsibility you can’t be free.
Aleksandr Sokurov

>> La regola precedente (la terza)

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Trascrizione

Ciao ragazzi, e benvenuti nella quarta regola d’oro di Italiano Semplicemente. Dopo aver visto le prime tre regole, molto importanti, per imparare a comunicare in italiano, per imparare cioè a capirlo e ad esprimerci, siamo finalmente arrivata alla quarta regola, la regola delle emozioni e delle storie.

regola4_emozioni_e_storieLe prime tre regole, lo ricordo per coloro che ascoltano questo file audio per caso, sono le seguenti: la prima, la numero uno: cosa fare prima di tutto: occorre ascoltare e ripetere, quindi, l’importanza dell’ascolto e della ripetizione dell’ascolto (repetita iuvant).

La seconda regola, la regola numero due è invece quella relativa al “quando” ascoltare, e quindi l’importanza fondamentale di usare i tempi morti, cioè i tempi in cui potete approfittare per ascoltare i vari file audio e abituarvi alla melodia della lingua italiana.

La terza regola, vale a dire la numero tre è quella che riguarda il “come” ascoltare, cioè in quali condizioni mentali bisogna ascoltare i file audio: l’importanza della tranquillità e del fatto che non dovete essere stressati. Ora siete pronti quindi per la quarta regola d’oro, tocca alla quarta regola quindi: le emozioni e le storie.

Ero molto curioso di sapere se aspettavate il podcast della quarta regola d’oro, e per questo ho recentemente lanciato un sondaggio sulla pagina facebook, per capire se voi, i visitatori del sito, se voi cioè, membri della famiglia di Italiano Semplicemente, foste più interessati alle regole o a qualcos’altro, a qualche altro tipo di file audio e di articoli.

Ho chiesto perciò di esprimere la vostra preferenza. Il risultato è stato che c’era più attesa per questa quarta regola d’oro che per i podcast delle storie per principianti e quelle per il livello intermedio.

In effetti il sondaggio doveva servire proprio a questo, per testare quanto i componenti della famiglia di Italiano Semplicemente fossero interessati al metodo e quanto ai contenuti audio.

Effettivamente il risultato non mi ha sorpreso ed allora mi sono detto: datti da fare e registra anche questo file audio. Ed allora eccomi qui dunque a parlare dell’importanza delle emozioni e delle storie.

Ma la domanda è: come mai ho deciso di accoppiare le storie con le emozioni? Come mai insieme storie ed emozioni nella stessa regola? Questo è quello che potreste chiedermi voi, questo è quello che mi sono chiesto anche io quando ho voluto sintetizzare in sette regole d’oro i principi su cui basare l’apprendimento tramite italiano semplicemente.

Come sapete il sito è dedicato soprattutto a coloro che lavorano, che hanno poco tempo, e che quindi vogliono un metodo veloce ed efficace, che dia risultati in tempi brevi e che allo stesso tempo non sia noioso. Infine un metodo che non necessiti di passare ore ed ore sui libri di grammatica per imparare la lingua di Dante Alighieri.

Il metodo è il migliore, secondo il mio punto di vista, anche per coloro che di tempo ne hanno molto, come può essere per uno studente appena diplomato o laureato.

Insomma le emozioni e le storie. Perché insieme? Dopo averci riflettuto un po’, ho deciso di inserirle in una unica regola. Pensate un attimo infatti alle cose che ricordate, quelle che tenete nella vostra testa anche da molti anni, e che niente e nessuno riuscirà mai a farvi dimenticare. Che cosa hanno queste cose in comune tra di loro? Cosa hanno questi ricordi in comune? Bene, io direi che hanno due cose. La prima è che sono ricordi EMOZIONANTI. Proprio così. Nel bene e nel male, qualunque ricordo che teniamo con noi, dentro di noi, è legato a delle forti emozioni.

Che si tratti di ricordi dolci, come del primo bacio, o anche del primo giorno in cui abbiamo guidato la nostra automobile, persino di cosa abbiamo fatto e dove ci trovavamo il giorno 11 settembre 2001, o anche del giorno in cui abbiamo superato il nostro ultimo esame universitario.

Se tutti i giorni fossero come quei giorni, secondo me, ricorderemmo alla perfezione tutta la nostra vita, tutti i giorni distintamente.

E poi qual’è la seconda cosa? Qual’è la seconda cosa che hanno in comune questi ricordi? Avrete già indovinato che si tratta sempre di STORIE. Si tratta di percorsi di vita, di pezzi di vita, di avvenimenti che hanno un inizio e che hanno una fine, e che ci hanno fatto sognare, tremare, urlare, o anche provocato malinconia, e sofferenza. A volte dolore. Di avvenimenti che ci sono costati fatica e ci hanno messo alla prova.

E’ quindi con le storie che ricordiamo, ma con le storie emozionanti, non storie qualsiasi. Possiamo dire, facendo una analogia con la vita, che se la nostra vita è la nostra casa, allora le storia sono i mattoni della casa, e le emozioni sono la calce, il collante, la colla, quello che tiene insieme i mattoni, che li tiene uniti.

Cosa significa questo? Cosa c’entra con imparare l’italiano? Ma anche l’apprendimento è basato, come sapete bene, sulla memoria. Anche imparare una lingua necessita di colla, di calce, che tenga insieme i pezzi, le parole, le frasi, che ascoltiamo e che leggiamo.

Se ascoltiamo delle parole ripetutamente, per impararle, con l’obiettivo di impararle, non raggiungeremo mai l’obiettivo. Questo è sicuro. Se ad esempio prendiamo una parola a caso, come la parola “erroneamente“. Potremmo pensare che ripetendola cento volte ci entrerà in testa, cioè ce la ricorderemo. Peccato che abbiamo dimenticato di inserire la parola in una frase, peccato che non abbiamo pensato ai possibili contesti in cui inserire la parola erroneamente, e in quale circostanza usarla, utilizzarla. Peccato poi che sia anche molto noioso ripetere 100 volte la parola “erroneamente”.

D’altronde non è questo il metodo che usano i bambini per imparare a parlare, tanto per dirne una. Non è un metodo di apprendimento naturale, quella che usiamo coi nostri figli.

Possiamo allora provare a comporre delle frasi con la parola “erroneamente”, come ad esempio: “Ho pensato erroneamente che avrei imparato l’italiano studiando la grammatica”, e potreste pensare di ripetere la frase 100 volte, come un automa, come un robot. Neanche questo però fanno i bambini. Neanche questo fanno i bambini perché anche qui manca la colla, manca la calce che tiene uniti i mattoni della casa, e questa vi crollerà addosso dopo qualche giorno che non ripetete più la frase, sempre che non siate morti di noia prima di quel giorno.

E poi chi ha detto che per imparare una lingua bisogna soffrire? Chi dice che per imparare l’italiano, la lingua italiana, come qualsiasi altra lingua, bisogna lavorare, lavorare, studiare, sgobbare, stare piegati sui libri, avere sempre un dizionario a portata di mano tutto il giorno e farsi venire il mal di testa? Chi ha detto che dobbiamo arrivare ad odiare una lingua per impararla.

Evidentemente c’è bisogno di qualcos’altro. Evidentemente c’è qualcosa di sbagliato in questo metodo. C’è cioè bisogno delle emozioni. Quello di imparare a memoria le parole è un metodo superato, è il vecchio metodo, che annoia gli studenti e che, tra l’altro, abbrutisce anche i professori. Questo, in definitiva, non è un buon metodo per imparare una lingua.

Ho letto su vari siti internet che la soluzione è ragionare non sulle parole singole ma sulle frasi. Non credo che anche questo sia esatto. E’ sempre meglio che imparare delle singole parole, è chiaro, ma ancora non ci siamo secondo me.

Le storie invece, sono più naturali, sono più facili da ricordare perché la vita è fatta di storie, e la vita è fatta di emozioni. Non si fa fatica ad imparare delle storie, a provare delle emozioni.

Ovviamente le storie quindi devono essere delle belle storie, delle storie che vi insegnino qualcosa, non fini a se stesse.

Così, anziché dire 100 volte la parole “erroneamente”, asetticamente, noiosamente, possiamo inserirla in una frase un po’ più collegata alla realtà, ad esempio:“erronemante avevo creduto di essere felice senza di te”, e magari inserire la frase al termine di una storia, una storia che si conclude proprio con questa frase, magari all’interno di un film che vi ha appassionato e che speravate finisse proprio così…“erronemante avevo creduto di essere felice senza di te” e vissero così felici e contenti.

Ora, non è facile insegnare in questo caso. Non è tanto facile comporre delle storie che non siano noiose, che non siano troppo lunghe, perché devono essere ascoltate molte volte, perché questo è il metodo che propongo in Italiano Semplicemente, storie che non devono perciò risultare pesanti, noiose da ascoltare e che dopo uno o due giorni non abbiamo più voglia di ascoltare e ripetere.

Non è facile quindi per chi queste storie deve comporle, per noi dello staff, ma è anche divertente a dire il vero, e da anche molte gratificazioni, perché se accade poi che le persone ti fanno i complimenti, o via email, o anche pubblicamente su Facebook, e ti dicono: “che bella storia, è una settimana che la ascolto con piacere e sto imparando tantissimo”. Non è facile quindi per noi che stiamo dietro, dall’altra parte dello schermo, ma sappiamo che funziona, che il metodo funziona e continueremo ad utilizzarlo.

Anche i file dedicati al livello intermedio sono delle storie. Le frasi idiomatiche e le espressioni che vengono spiegate sono solamente delle frasi e delle espressioni di uso corrente. Ma tutti gli articoli e i file audio correlati, dedicati alle frasi idiomatiche ed alla loro spiegazione, la spiegazione che ne viene fatta, è a tutti gli effetti una storia. Vengono fatti degli esempi, vengono costruite delle scena di vita quotidiana per la spiegazione delle frasi che fanno parte della vita di tutti i giorni quindi e che inevitabilmente saranno collegate a delle emozioni. Da parte mia faccio del tutto e farò del tutto per costruire un racconto piacevole. Anche il file audio che state ascoltando in questo momento è una storia, una storia che ascoltate per capire come imparare l’italiano e che spero sia interessante e che vi faccia scoprire cose che non sapevate prima o cose alle quali avevate finora prestato poca attenzione.

Le storie quindi, ricapitolando, vi aiutano a memorizzare meglio, in quanto hanno un contenuto non solo in termini di significato, come una parola o, ancora meglio, una frase, ma perché una storia può far emozionare, può far divertire, può piangere, ricordare eventi passati, sognare, sperare.

Non credo, purtroppo, che noi di Italiano Semplicemente riusciremo sempre a farvi piangere dall’emozione (e non è neanche questo che vogliamo!!), ma punteremo comunque, quantomeno, a farvi divertire, a rendervi piacevole l’ascolto e la lettura. Finora speriamo di esserci riusciti, almeno a quanto sembra dalle testimonianze che riceviamo, anche su Facebook, o anche tramite email e nei commenti del sito internet, e speriamo di continuare così.

Questa quindi è la quarta regola d’oro di Italiano Semplicemente. Importantissima per l’apprendimento. Se avete gradito questa regola, se vi è piaciuta, vi invito a condividere e discutere su Facebook le vostre opinioni, e ovviamente vi ringrazio per l’ascolto e ci vediamo alla prossima regola d’oro, la quinta della lista, vale a dire ascoltare italiano vero, ascoltare italiano autentico. L’italiano che si parla in famiglia e in ufficio, in casa e fuori casa, e non l’italiano dei libri di testo. Arrivederci e alla prossima!

 

Essere un Don Giovanni, essere un donnaiolo, un casanova, saltare la cavallina

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Trascrizione

Buongiorno e benvenuti su italianosemplicemente.com.

Mi rivolgo ai visitatori abituali del sito ma anche a coloro che ascoltano oggi il loro primo podcast e che hanno scoperto Italiano Semplicemente per caso, magari su Facebook o su Twitter. Benvenuti anche a questi ultimi e vi dico subito che oggi siete molto fortunati, perché vi parlerò, per la sezione frasi idiomatiche e modi di dire, dedicata a coloro che già comprendono l’italiano e che vogliono migliorare ancora il loro livello, arricchendo il loro vocabolario e soprattutto vogliono riuscire a comunicare efficacemente in italiano, pensando direttamente in italiano e che vogliono riuscire ad esprimersi senza esitare, senza balbettare, senza riflettere sulla grammatica. Senza studiare la difficile grammatica italiana.

Vi parlerò quindi di una cosa molto divertente. Come al solito questo lo facciamo tutto in automatico,L’apprendimento in italianosemplicemente.com è in automatico grazie alle sette regole d’oro di Italiano Semplicemente, cioè i sette consigli che vengono anche dalla mia esperienza passata studiando inglese, francese e tedesco.

Oggi quindi avrete ben chiaro l’obiettivo del… di questo file audio che state ascoltando, che è quello di comprendere una espressione italiana, una o più espressioni, e quindi questo semplice obiettivo vi permetterà di assimilare la lingua italiana, di arricchire il vostro vocabolario, di assorbire la grammatica senza… senza pensarci, grazie proprio a queste sette regole d’oro.

Spiegherò oggi una cosa quindi molto simpatica. Si tratta di alcune frasi e di alcuni aggettivi, ed in particolare degli  aggettivi che si addicono agli italiani, cioè che stanno bene se ci si riferisce a degli italiani. Sono delle caratteristiche, almeno questo si dice, degli italiani in generale.

Quindi oggi ho una domanda per voi. Non so se avete mai sentito dire che gli italiani sono tutti SEDUTTORI?

Avete mai sentito parlare di Rodolfo Valentino, di Gabriele D’Annunzio, di Marcello Mastroianni magari? Ho citato soltanto alcuni di quelli che sono considerati I più grandi seduttori italiani. Ho detto SEDUTTORI,  Ma che significa essere seduttori?

Dunque, la parola seduttore deriva dal verbo “sedurre”. Sedurre significa, in qualche modo, piacere, affascinare, attirare l’attenzione di qualcun altro, ma attirarla in senso positivo. Letteralmente sedurre significa “portare a sé”.

Il seduttore quindi affascina, seduce: la seduzione è qualcosa che non esiste in modo consapevole diciamo, ma è in qualche modo inconscia, quindi viene dall’inconscio, viene da dentro, non è consapevole.

Questo significa che purtroppo non esistono tecniche di seduzione, e che quindi se sapete sedurre è molto meglio per voi, altrimenti pazienza, bisogna “farsene una ragione”. Non possiamo farci insegnare come si fa a sedurre. Ovviamente parlo anche per me!

La seduzione quindi è la prima parola di oggi. Parlando di seduzione, possiamo dire che chi riesce a sedurre, cioè chi seduce, è un seduttore. Di solito si seduce per amore, quindi un uomo può sedurre una donna, o anche un uomo, inconsapevolmente – I-N-C-O-N-S-A-P-E-V-O-L-M-E-N-T-E (parola difficile!) cioè senza consapevolezza, senza accorgersene, cioè senza che se ne accorge; non lo fa apposta quindi! Oppure lo fa di proposito, cioè seduce consapevolmente, con consapevolezza, cioè lo fa apposta.

Il seduttore ha però anche altri nomi, di significato più o meno simile.

DON GIOVANNI ad esempio, lo avete mai sentito? Dunque, il nome di “Don Giovanni” nasce molto tempo fa, nel diciassettesimo (XVII) secolo in una commedia teatrale. E’ il protagonista, cioè è il principale interprete di  una commedia, cioè di una opera teatrale. Questa persona quindi, il protagonista della commedia, conquista molte donne, fa molte conquiste quindi, cioè riesce a sedurre molte donne; è quindi un seduttore, e nello stesso tempo, non è mai contento, è cioè sempre inappagato. Inappagato significa che non è mai “pago”, non riceve mai una “ricompensa”, cioè una “paga” che lo soddisfa, che lo renda soddisfatto, cioè che lo renda appagato. Chi è appagato quindi, non cerca altre cose per essere appagato, in quanto già lo è. Chi invece non è mai appagato, come il Don Giovanni, cerca continuamente di esserlo, di appagarsi, e come fa? Come fa per sentirsi appagato? In questo caso, il seduttore seduce altre donne, ed altre ancora, ed altre ancora, finché non si sente appagato. Finché non è appagato.

Quindi seduttore e Don Giovanni non sono esattamente sinonimi, cioè non hanno esattamente lo stesso significato, perché chi seduce, il seduttore, non è detto che ne approfitti. Non è detto che sia sempre inappagato, come il Don Giovanni.

Un sinonimo di Don Giovanni è invece la parola “DONNAIOLO“. Il Donnaiolo è colui che è sempre pronto a corteggiare le donne. Nella parola donnaiolo c’è la parola “donna” infatti. Donnaiolo è quindi chi corteggia, e spesso anche seduce, molte donne ed è sempre in cerca di avventure amorose, di nuove avventure amorose, esattamente come il Don Giovanni quindi.

Gli Italiani quindi, potreste dire, potreste pensare sono tutti donnaioli, anche se questo non è vero. Io ad esempio non lo sono affatto. Non si sa mai che a mia moglie venisse in mente di ascoltare questo podcast!

Se quindi non siete dei donnaioli, come me, vuol dire che non siete neanche dei CASANOVA.

Infatti Casanova, con la “C” maiuscola, è il cognome di Giacomo Casanova, un italiano quindi, un veneziano per la precisione (cioè una persona che abitava a Venezia, che era un cittadino della città di Venezia) vissuto se non sbaglio nel diciottesimo (XVIII) secolo. Casanova era dunque un seduttore, anche lui, un Don Giovanni, un donnaiolo. Era un uomo che amava le “avventure”, cioè le avventure amorose, amava conquistare le donne, era un “amatore” quindi… un altro termine nuovo. AMATORE, cioè colui che ama, in generale. Si può essere amatore di donne, come il donnaiolo, ma anche di moto, di macchine, un amatore di Vini eccetera.

Era quindi un AVVENTURIERO, ma anche uno scrittore. Giacomo Casanova era anche uno scrittore, un poeta; scriveva le poesie, era un filosofo (si occupava cioè di filosofia, come Cesare Beccaria, come Giambattista Vico eccetera). Insomma Casanova faceva un sacco di cose, amava un sacco di cose diverse, tra le quali le donne. Amava anche le donne. Ma amava anche i libri, la filosofia e la poesia.

Possiamo anche dire che Casanova era un RUBACUORI, cioè letteralmente “rubava” i cuori, cioè conquistava i cuori delle donne. Anche rubacuori è molto utilizzato, soprattutto nelle riviste di gossip italiane, molto usato anche quando si parla di qualcuno in modo scherzoso, tra amici eccetera.

Sicuramente, se vogliamo trovare un termine conosciuto da tutti i non italiani, possiamo usare PLAYBOY, termine ormai entrato nel vocabolario anche italiano, anche se ovviamente non ha origine italiane.

Colui che conquista molto, il seduttore, il conquistatore, è anche chiamato, a volte… ADESCATORE,

L’Adescatore viene dal verbo adescare. Chi adesca, colui che adesca, è colui che usa l’esca, cioè che, come il pescatore, “pesca” le donne. Il pescatore si prende i pesci, pesca i pesci, e l’adescatore si prende i cuori delle donne; pesca i cuori delle donne. Chi adesca quindi “Attira” con l’esca le donne. Ovviamente esiste anche l’adescatrice, che è il femminile di adescatore. Il termine però, il termine di adescatore, ha in qualche modo un accezione negativa, è usato in senso più negativo, chi lo fa, cioè chi adesca, è vero che è un seduttore, ma quando seduce… attira tramite lusinghe, fa molti complimenti, molte lusinghe, dice parole dolci, e anche con delle promesse:

“Se sarai mia stanotte ti sposerò domani stesso!”

“Se mi dirai di sì, sarai l’unica donna della mia vita” eccetera…

Promesse che, naturalmente non sono vere. L’adescatore non dice la verità, è un bugiardo. Quindi adescatore non è un vero complimento. Infatti ad esempio colui che adesca è anche colui che invita altre persone a prestazioni sessuali a pagamento. Ecco perché ho detto che il senso qui è più negativo rispetto a seduttori.

“Le prostiture adescano i clienti”, invece “il seduttore conquista i cuori”. Meglio essere seduttori che adescatori quindi. Almeno secondo me.

Anche ADULATORE è molto usato in Italia. Ma Adulatore non ha esattamente lo stesso significato.

L’adulatore infatti è chi “Adula”, Colui che ama adulare è una persona che ama corteggiare, cioè “fare la corte”. Corteggiare significa fare la corte, cioè cercare di conquistare una donna, di conquistare il suo cuore. Ma adulatore significa anche, in qualche modo leccapiedi, o anche, ma questa è una parola un po’ volgare, leccaculo. L’adulatore è colui che fa i complimenti, qualsiasi sia il motivo per cui lo faccia. Chi “lecca i piedi” o il “leccapiedi” è una persona che adula, per ottenere dei vantaggi personali. La stessa cosa, ma è la versione volgare, è la parola “leccaculo”.

Non è quindi un termine solo usato, l’adulatore, nell’ambito dell’amore e dei sentimenti..

Infine voglio citarvi, vi voglio parlare di una frase: “SALTARE LA CAVALLINA“.

Non è molto usata in Italia, almeno non troppo, ma potrebbe capitarvi di ascoltarla, magari mentre vedete un film, o mentre ascoltate una conversazione tra amici. Saltare la cavallina, ha lo stesso significato di “essere un Don Giovanni”, o “Essere un Casanova”, o un donnaiolo.

C’è però un più esplicito, un più diretto riferimento all’atto sessuale, al sesso in generale. C’è un riferimento chiaro al sesso, all’atto di “cavalcare” cioè di fare sesso. Chi salta alla cavallina, è come se facesse sesso per sport, senza sentimento, così come un atleta, quando si allena, salta la cavallina, che è uno strumento utilizzato dagli atleti della ginnastica artistica.

Si può dire anche “CORRERE LA CAVALLINA“, che ha lo stesso identico significato. Vuol dire gustare la vita, assaporare la vita, i piaceri della vita, senza freno, senza nessun freno, senza pensare ad altro. Chi corre la cavallina quindi si lascia andare ad una vita spensierata, senza pensieri cioè, libera dalle costrizioni sociali, libera dagli obblighi, libera dalle cose che vanno fatte. Quindi ci si riferisce soprattutto alle relazioni sentimentali e sessuali.

Possiamo dire ad esempio che “quell’uomo ama correre la cavallina”: vuol dire proprio questo, che è un amatore, un seduttore, e che molto spesso ha relazioni con donne diverse. Con più di una donna. Che ama molte donne.

Bene, non ci sono altri modi per chiamare gli italiani….credo!

A parte gli scherzi, spero che questo podcast vi sia piaciuto, spero che gli esempi che ho fatto siano stati abbastanza chiari. Oggi quindi un podcast molto divertente, ricco di parole diciamo “simpatiche” e soprattutto che riguardano l’immagine degli italiani.

Gli italiani comunque non sono tutti così, non sono tutti Don Giovanni, tutti Casanova e donnaioli. Ci sono anche brave persone, che amano la famiglia e le donne si limitano a guardarle…

Scherzi a parte, se il podcast vi è piaciuto fate un piccolo commento sulla pagina facebook di Italiano Semplicemente o anche sul gruppo “Italiano Semplicemente”, sempre su facebook, sempre che ne facciate fate parte (altrimenti potete iscrivervi). Se vi è piaciuto quindi cliccate su “Mi piace”, oppure lasciate un messaggio scritto sul mio account Twitter.

Terminiamo il podcast con un piccolo esercizio di coniugazione: vi chiedo di ascoltare e di ripetere dopo di me. Concentratevi solamente sulla mia voce, non pensate alla grammatica, ma ascoltate solamente, concentrandovi solo sul suono della mia voce e poi ripetete dopo di me. In questo modo imparerete automaticamente, senza sforzi e senza studiare la grammatica: Cominciamo col verbo sedurre:

Io sono un seduttore….

tu sei un seduttore…

Rodolfo Valentino  è stato un seduttore…

Quella attrice è una seduttrice…

Noi italiani non siamo tutti seduttori…

Voi italiani siete tutti seduttori

Gli italiani sono più seduttori dei finlandesi (senza offesa per i finlandesi ovviamente)

Adesso un po’ più difficile, per i più bravi e volenterosi tra di voi: Vediamo un esercizio con il condizionale.

Ascoltate e ripetete. Se necessario fate una pausa, provate a ripetere, senza pensare alla grammatica, e poi continuare ad ascoltare:

Se io fossi un seduttore, conquisterei molte donne… (magari…)

Se tu fossi un Don Giovanni conquisteresti molte donne…

Se Rodolfo Valentino non fosse stato un seduttore, non avrebbe mai conquistato molte donne…

Se quell’attrice avesse anche saputo sedurre, avrebbe avuto ancora più successo…

Se, durante la vacanza in Italia, voi aveste sedotto almeno una ragazza, oggi sareste meno nervosi…

Se tutti sapessero sedurre, tutti sarebbero seduttori

Questo ultimo esercizio è veramente per più bravi, provatelo più volte se necessario, ma non cadete nella tentazione, mi raccomando, di cercare su internet il condizionale del verbo sedurre. E’ sbagliato, o meglio, è noioso e non resta in definitiva molto a lungo nella vostra testa. Ascoltate invece molte volte questo podcast, fate una pausa tra una frase e l’altra se ne avete bisogno, quando ne avete bisogno, e provate a ripetere di tanto in tanto. Rispettate cioè i consigli, cioè le sette regole d’oro per imparare a comunicare in Italiano.

Se ovviamente siete in un autobus e non potete ripetere ad alta voce, come può accadere, cercate di farlo nella vostra testa, dentro di voi.

Questo è tutto, ci rivediamo, anzi ci risentiamo su queste pagine, sulle pagine di Italiano Semplicemente. Spero che io sia riuscito a “sedurvi” quest’oggi, nonostante non sia un seduttore, e spero quindi che continuiate a seguire Italiano Semplicemente. Ciao ragazzi e “alla prossima”.

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