L’alfabeto italiano (due modi per impararlo velocemente)

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Trascrizione

Buongiorno ragazzi, oggi vediamo l’alfabeto italiano e due diversi modi per impararlo velocemente.
Il primo modo è quello di associare le singole lettere con delle città, ma non solo città.
Gli Italiani di solito usano questa tecnica per fare lo spelling, cioè per dettare lettera per lettera. Vediamolo insieme:

A come Ancona
B come Bologna
C come Como
D come Domodossola
E come Empoli
F come Firenze
G come Genova
H come Hotel
I come Imola
J come Jolly
K come Kappa
L come Livorno
M come Milano
N come Napoli
O come Otranto
P come Perugia
Q come quadro
R come Roma
S come Savona
T come Torino
U come Udine
V come Venezia
W come Whisky
X come Xenofobia
Y come Yankee
Z come Zagabria

In realtà ci sono le vocali “O” come Otranto, ed “E” come Empoli, che hanno un suono aperto e chiuso:

“O” Aperto: Ostrica

“O”chiusa: Orologio

“E” aperta: Erba

“E” chiusa: Erbetta

Quindi se dovessi dire il mio nome lettera per lettera direi:

Genova, Imola, Otranto, Venezia, Ancona, Napoli, Napoli, Imola.

Il secondo metodo per imparare l’alfabeto è fare il seguente esercizio di ripetizione. Ripetete dopo di me.

a

ab

abc

abcd

abcde

abcdef

abcdefg

abcdefgh

abcdefghi

abcdefghij

abcdefghijk

abcdefghijkl

abcdefghijklm

abcdefghijklmn

abcdefghijklmno

abcdefghijklmnop

abcdefghijklmnopq

abcdefghijklmnopqr

abcdefghijklmnopqrs

abcdefghijklmnopqrst

abcdefghijklmnopqrstu

abcdefghijklmnopqrstuv

abcdefghijklmnopqrstuvw

abcdefghijklmnoprstuvwx

abcdefghijklmnoprstuvwxy

abcdefghijklmnoprstuvwxyz

Donne e motori, gioie e dolori

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Video con sottotitoli

Trascrizione

Trascrizione a cura di Shrouk M. Helmi

Buonasera amici di italiano semplicemente, oggi spieghiamo una espressione idiomatica tutti italiana, per chi non ci conosce benvenuti  su podcast di italianosemplicemente.com, livello intermedio, quindi tutti coloro che conoscono già la lingua italiana e che vogliano migliorare la loro pronuncia possono ascoltare questi podcast e ripetere l’ascolto più volte seguendo le regole di italianosemplicemente.com, che è un sito che si basa sulle regole del metodo TPRS e sulle così cosiddette 7 regole d’oro. Tra queste regole c’è l’ascolto ripetuto di una storia, e questa appunto è una storia che parla del significato di una espressione, una espressione tipica italiana che è la seguente:

Donne e motori, gioie e dolori

Non so vi sia mai capitato di ascoltare questo tipo di espressione italiana: Donne e motori, gioie e dolori che fa la rima: Come avete sentito c’è la rima: donne e motori, gioie e dolori.

La rima è quando in una frase due parole finiscono nello stesso modo, in questo caso  motori finisce con le tre lettere O-R-I come la parola dolori, quindi: donne e motori, gioie e dolori: questa è la rima, la rima è usata nella poesia ovviamente, ma a volte è usata anche nei proverbi, nei proverbi, nei modi di dire, dove appunto si usano questi  frasi  fatte  per indicare qualcosa che abbia un significato corrente, allora: Donne e motori, gioie e dolori. Spiegerò  inizialmente le parole, dopodiché passerò  alle spiegazione del significato dell’espressione e alla fine faremo qualche esempio e un esercizio di ripetizione.

Allora donne e motori: sapete cosa sono le donne, le donne sono persone di sesso femminile. A dire il vero sono le persone di sesso femminile che hanno compiuto  i 18 anni; le donne prima sono bambine poi diventano ragazze, dopodiché diventano donne: Una volta compiuto il diciottesimo anno di età.

Perché dico questo, perchè quando si dice donne e motori, gioie e dolori si fa riferimento alle donne nel loro relazionarsi col sesso maschile e questo avviene fondamentalmente durante la maggiore età, durante l’età adulta. Abbiamo spiegato il significato della parola donna, passiamo alla seconda parola motori.

I motori sono le cose che fanno funzionare gli automobili, i motori sono quel meccanisimo che fa funzionare  un’automobile, che fa funzionare un’autovettura qualsiasi, e che può essere inserito veramente anche in un aereo  o in un qualsiasi dispositivo mobile elettrico o che si alimenta con combustibile fossile, quindi il motore è quell’insieme di meccanismi alimentati  solitamente con carburante tipo benzina o gasolio, che fa funzionare un’automobile, e si sa che almeno gli italiani, gran parte degli italiani sono appassionati dei motori, appassionati di motori vuol dire avere passione per i motori cioè essere innamorati di motori. Molti italiani hanno una passione per i motori e hanno una passione anche per le donne, quindi gli uomini, le persone che di sesso maschile italiane quindi tutti gli italiani sono appassionati sia di donne che di motori.

Io non faccio parte di questa categoria di persone appassionata di motori ma faccio parte della categoria di persone appassionata di donne, quindi in questo caso  per me questo detto donne e motori, gioie e dolori non è completamente vero.

In ogni caso continuiamo la spiegazione della frase che termina  con la seconda parte della frase che è: gioie e dolori. Donne e motori, gioie e dolori: gioie è il plurale della parola gioia, gioia significa  felicità è una persona che prova  gioia, è una persona felicità,una persona che prova un sentimento di  felicità, un sentimento di contentezza, quindi la gioia è il sentimento  probabilmente più bello che esiste.

Diciamo che il fine ultimo dell’esistenza umana è la felicità, quello che conta è essere felice nella vita; la gioia invece spesso indicata come la felicità associata a un qualcosa, se qualcosa ci procura  gioia vuol dire che questo qualcosa è importante, quindi gioie, il plurale di gioia significa felicità, se una cosa ci procura gioia vuol dire con quella cosa, cioè tramite quella cosa siamo felici, siamo più contenti e queste cose sono per gli italiani maschi, gli italiani di sesso maschile, sia le donne che i motori: donne e motori, gioie e dolori.

Dolori: cosa sono i dolori? Ebbene i dolori così come gioie il plurale di gioia, dolori è il plurale di dolore. Il dolore è quel sentimento che si avverte cioè che si recepisce, ogni qual volta che ci facciamo male, che ci procuriamo del male. Se ad esempio mi faccio male ad un piede perché sbatto  il piede su una sedia o se sbatto la testa da qualche parte, avverto il dolore, avverto del dolore del piede o alla testa.

Se mi pungo con un ago avverto dolore, se mi pungo  un dito avverto del dolore, avverto il dolore al dito, quindi il dolore è un sentimento negativo ed evidentemente esiste il dolore fisico, quando mi pungo con un ago o sbatto il piede o sbatto la testa da qualche parte: questo è il dolore fisico ma esiste anche un altro tipo di  dolore: quello emotivo, il dolore quindi in generale è una parola che è utilizzata in Italia per indicare quel sentimento negativo che si avverte quando qualcosa ci fa male, ci fa male dal punto di vista fisico, ci può colpire ma ci può far male anche dal punto di vista emotivo, dal punto di vista psicologico, quindi così come ci può far male  una bastonata fisicamente ci può far male un insulto, ci può fa male anche un occhiataccia, ci può far male anche quindi un brutto sguardo da parte di qualcuno, ci può far male una brutta parola, un insulto.

Soprattutto le persone a noi più care hanno la facoltà, se vogliono, di farci del male perché evidentemente più teniamo ad una persona più diamo importanza alle loro azioni ed alle loro parole, quindi queste persone possono farci del bene ed analogamente hanno la facoltà di farci del male.

Quindi i dolori possono arrivare da qualsiasi cosa materiale o non materiale, l’importante è che ci possono fare del male in qualche modo. Quindi la frase donne e motori, gioie e dolori è una frase indicata in Italia per dire che sia le donne che i motori, cioè le automobili, che sono le due passioni, le due grandi passioni  della maggior parte degli italiani, hanno la facoltà che di farci del bene e anche di farci del male; hanno la facoltà sia di procurarci gioie che di procurarci felicità, sia di procurarci dolori sia di procurarci fastidi, di farci del male, quindi: donne motori, gioie e dolori è una frase utilizzata dagli italiani per indicare che sia le donne sia le automobili, sia i motori che le persone di sesso femminile hanno la facoltà di procurarci delle gioie cioè di procurarci felicità che di farci del male quindi di procurarci dei dolori, in questo caso non  fisici ma evidentemente  di farci soffrire  di dolori psicologici: tutto ciò che ci può fare del bene in generale è tutto ciò anche che può farci del male: questa è una regola che evidentemente vale e tutte le cose a cui noi teniamo; in Italia teniamo di più alle donne ed ai motori, di conseguenza il detto donne e motori, gioie e dolori è una frase che sintetizza le passioni degli italiani, sintetizza il fatto che gli italiani sono molto sensibili quando vengono toccati su questi due argomenti:

Date una macchina e una bella donna all’italiano medio e lui sarà felice; togliete la macchina e togliete una bella donna all’italiano medio e lui sarà infelice: Donne e motori, gioie e dolori.

Non so se questo detto (DETTO: proverbio) può essere applicato anche a persone di altre nazionalità; credo di si, in ogni caso essere passionali  come lo sono gli italiani… -almeno è quello che si dice della maggior parte degli italiani –  essere passionali  significa provare delle passioni, avere delle passioni, essere appassionati di qualcosa e quindi rendersi vulneranabili; vuol dire dare la capacità a qualcuno o a qualcosa di farti del male. Chi è vulrenabile vuol dire che qualcuno ti può fare del male; qualcuno può farti del male, la vulnerabilità è una caratteristica che solitamente è associata al sesso femminile  e di conseguenza e l’uomo, diciamo il sentimento che si avverte quando si parla di virilità cioè di essere uomini virili è quello di essere il meno vulnerabili possibili: più si è vulnerabili cioè più si è sensibili, più gli altri hanno la capacità di farti del male cioè più aumentano  i tuoi  punti deboli, e  meno si è uomini: questo almeno è il pensiero o quanto meno è stato il pensiero in passato di quello che è il concetto di virilità, di quello che è il concetto di essere “uomo” – più si è vulrenabili, meno si è uomini.

Coloro che sono vulrenabili vuol dire che sono coloro che  hanno più probabilità di essere colpiti dagli altri. che hanno più probabilità di essere “sconfitti”, se possiamo usare questo termine.
Donne e motori, gioie e dolori: possiamo fare qualche esempio di utilizzazione di questa frase. Potete ascoltare questa frase casualmente in Italia quando  due persone parlano tra loro magari davanti  ad un distributore automatico di caffè, dove molto spesso le persone parlano di queste cose; potrebbe capitarvi di ascoltarla casualmente alla radio o in televisione, in ogni caso è molto frequente l’utilizzo di quest’espressione.

Ad esempio  possiamo pensare a due persone che parlano tra loro e una di queste due persone dice all’altra di avere dei problemi sentimentali  perchè la moglie lo fa molto soffrire e nello stesso tempo, magari, dice:

Sai che cosa è successo, mia moglie mi ha lasciato e mi si è rotta anche la macchina, accidenti! Non basta che  mia moglie mi ha lasciato, ma si rotta anche la macchina!

il suo amico lo potrebbe dire:

eh! Beh, allora si sa: Donne e motori, gioie e dolori!

Quindi sia le donne che le automobili, cioè i motori  ci danno sia gioie che dolori: questo è l’unico esempio che mi viene in mente.

Ovviamente è una frase questa  che si utilizza sempre col sorriso sulle labra, è una frase che si dice sempre in maniera scherzosa, è una frase che si utilizza ovviamente in famiglia o tra amici: non credo proprio  che è una frase che possiate utilizzare in un contesto un po’ più formale  perché ovunque si parli di sentimenti, ovunque si parli di passioni, evidentemente le persone che ne parlano si conoscono molto bene, quindi o in famiglia, ossia in un contesto familiare o ci si trova tra amici. Di conseguenza  non vi consiglio di utilizzare quest’espressione in un ambiente più formale.

Okay, adesso proviamo  a fare un piccolo esercizio di ripetizione, credo che se esercizio utile per tutti coloro che stanno ad un livello non molto avanzato di conoscenza  della lingua italiana, credo sia utile perché queste persone non sono abituate a parlare l’italiano, non sono abituate ad ascoltarsi mentre parlano, di conseguenza  potrebbero non rendersi  conto  degli errori  che fanno quando pronunciano  quest’espressione.

Ci sono molte persone ad esempio  che non riescono a pronunciare le doppie consonanti, ci sono persone che hanno problemi  con particolari lettere italiane tipo la “C” o con la “Ch” magari e altre persone invece  che hanno dei problemi  più relativi  alla melodia della lingua, la melodia della lingua italiana. Quindi ci sono persone, come ad esempio gli spagnoli, che quando parlano l’italiano conservano la cadenza spagnola, cioè la cadenza o la melodia. La melodia della lingua italiana è completamente diversa dalla melodia della lingua spagnola, di conseguenza se una persona di nazionalità spagnola impara la lingua italiana e comincia a parlare l’italiano deve imparare anche la cadenza della lingua italian. Se conserva la cadenza della lingua spagnola, evidentemente, la sua comunicazione sarà molto efficace, quindi è molto importante effettuare esercizio come un esercizio di ripetizione come  questo per  capire qual’è il modo corretto di pronunciare un’espressione.

E’ anche per questo motivo  che la ripetizione è importante; la ripetizione dell’ascolto, ripetere più volte l’ascolto di un file del podcast aiuta a memorizzare  non solo le parole ma a memorizzare  anche la melodia  della lingua.
Allora cominciamo con il nostro esercizio  di ripetizione, io dirò cinque volte la frase, lascerò il tempo  a voi di ripetere: ascoltate me, provate poi a ripetere cercando di imitare il mio tono  della mia voce: non pensate alla grammatica, non pensate alle regole grammaticali perché questo non vi serve a nulla. L’unica cosa che più vi occorre  è la pazienza; ascoltare più volte e ripetere ogni volta l’esercizio.

Allora cominciamo:
Donne e motori, gioie e dolori.

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Una seconda volta: Donne e motori, gioie e dolori.

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Attenzione perchè la parola donna ha due “N” quindi non è “done” ma è “donne”.

Una terza volta: Donne e motori, gioie e dolori.

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Infine una velocità un po’ più spedita, una velocità più alta, quella che si utilizza per le conversazioni normali: Donne e motori, gioie e dolori.

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Cercate di ripetere alla stessa velocità, facciamo un’ultima volta: Donne e motori, gioie e dolori.

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Grazie amici   di aver ascoltato  questo podcast, oggi un po’ più corto del solito.

La prossima volta che registrerò un podcast  per il livello intermedio, mi occuperò in particolare di una parola o meglio di due parole molto diffuse  nel linguaggio di tutti i giorni: delle parole che derivano in realtà da una parolaccia, queste due parole sono: incazzarsi e scazzarsi. Rimanete quindi  con noi, con italianosemplicemente.com.

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Ciao amici, alla prossima.

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Ascolta la canzone di Bruno Lauzi “il poeta” e vedrai come l’espressione “donne e motori, gioie e dolori” è utilizzata anche nelle canzoni italiane:

IL POETA

Alla sera al caffè con gli amici
si parlava di donne e motori
si diceva “son gioie e dolori”
……..

 

Prego, si accomodi!

Una cristiana ed una musulmana sono alla cassa di un supermercato dopo aver fatto la spesa:

Audio:

Interpreti: Ramona dal Libano (Cristiana), Adriana dalla Colombia (Cassiera e audio supermarket), Shrouk dall’Egitto (Musulmana), Elettra (suono voce supermarket), Amany dall’Egitto (amica della musulmana)

Video

Trascrizione

prego

Cristiana: Prego, dopo di lei, signora!

Musulmana: grazie mille signora!
Cristiana: Prego, di nulla, si figuri!
Musulmana: le dispiace se mentre aspetto prego?
Cristiana: prego, faccia pure, ma stia attenta, la cassa si sta liberando!
Cassiera: Prego, avanti il prossimo!
Amica della Musulmana: la prego di scusarla, era distratta da un’āya di una sura del Corano.
Cassiera: prego?

Buonasera a tutti, dunque, oggi spieghiamo il significato della parola “prego”.
Prego è una parola diffusissima, una parola famosissima in tutto il mondo, una parola che ha più significati. Ho fatto una piccola ricerca su internet.
Ci sono vari luoghi, vari siti internet che cercano di spiegare, per iscritto, i vari significati della parola “prego”.
Devo dire che, come sapete io utilizzo il metodo TPRS, di conseguenza mi piace utilizzare delle storie. Fa parte del metodo, fa parte delle sette regole d’oro di Italiano Semplicemente, perché bisogna suscitare delle emozioni, affinché si possano ricordare le parole italiane, i concetti, le frasi e i significati.
Dunque abbiamo costruito questa piccola storia, dico abbiamo perché in realtà l’hanno costruita interamente gli utenti di whatsapp di Italiano Semplicemente; le persone che frequentano maggiormente la chat di Italiano Semplicemente e che si sono divertiti a fare questa piccola storia.
Io l’ho scritta, loro l’hanno interpretata. La storia quindi tratta di una cristiana e di una musulmana, che vanno a fare la spesa. Dunque discutono tra loro, anzi, parlano tra loro, e ne esce fuori una bella storiella in cui la parola prego viene utilizzata moltissimo, e in ognuno dei vari utilizzi che se ne fanno all’interno della storia, il significato è leggermente diverso.
Allora, avete ascoltato la storia; anche la voce dell’audio del supermercato è una voce interpretata dalla nostra amica Adriana, quindi non è una vera voce di supermercato ma abbiamo preso la voce di Adriana, che ce l’ha prestata per l’occasione, gli abbiamo fatto qualche piccolo ritocco con un software, abbiamo ritoccato un po’ l’audio ed è venuta fuori una bella storiella. Allora, “prego”. In questo file audio voglio spiegarvi i vari significati della parola prego. In generale la parola prego, l’uso più diffuso che se ne fa in Italia è come risposta della parola “grazie”.
Quindi se una persona ti fa un favore, tu puoi dire “grazie!” e lui può rispondere “prego!”, quindi può rispondere “prego, non c’è di che!”, “si figuri”, “non fa niente”, “non c’è problema” eccetera.
Sono tutti modi di rispondere in italiano alla parola “grazie!”.
In senso ancora più generale, per poter utilizzare la parola “prego” occorre essere in due, quindi non puoi parlare con te stesso, ma occorre un’altra persona. In generale, la parola “prego!” significa “tocca a te”, “tocca a lei”, “la prossima mossa non è la mia ma è la tua”, della persona con cui si sta parlando, quindi è la tua, o è la sua, dipende se stai dando del tu o del lei a questa persona. Quindi si chiede se si vuole fare o si vuole dire qualcosa.
“Prego” non solo è la risposta di “grazie”, ma “prego” lascia la parola all’altra persona, come dire “tocca a lei”, oppure lascia che l’altra persona faccia qualcosa, ad esempio se sono davanti ad un ascensore e stiamo entrando più persone all’interno dell’ascensore, posso dire, se c’è una ragazza o una persona accanto a me, quando si aprono le porte posso dire: “prego”. Posso dire semplicemente “prego”, che vuol dire Tocca a lei, prego, entri pure, “entra pure tu, poi io entrerò dopo di lei, entrerò dopo di te”.
Questo è uno dei modi di utilizzare la parola “prego”.
Ovviamente questo vale anche per la cassa del supermercato, quindi “prego, si accomodi”, “prego tocca a lei”, “prego, vada avanti”, vuol dire che si sta sollecitando all’azione, cioè “sei tu che devi fare qualcosa, prego”.
A volte è accompagnato anche con un gesto con la mano, volendo, è una abitudine abbastanza diffusa per dire “prego, si accomodi”, “prego, tocca a lei”, e questo quindi significa che si cede il passo ad un’altra persona, invece nel caso della risposta al “grazie”, è semplicemente un “non c’è problema”, “si figuri”.
In realtà la parola “prego” deriva dal verbo pregare, pregare, come è stato utilizzato anche all’interno del file audio, dalla ragazza musulmana interpretata da Shrouk, pregare significa dire a parole, o dire con la mente, pensare, al nostro Dio, o recitare delle parole per il nostro Dio.
Questo quindi è la parola “pregare”, e quindi “prego” significa “io prego”, accorciato: “prego”, quindi anche nel caso in cui si dice: “accomodati, tocca a te”, è come dire “ti prego, vai avanti tu”, “ti prego”, cioè “ti sto pregando,prego”. Prego è la forma abbreviata della frase “ti prego, vai avanti”, “ti prego, accomodati”, “prego, vada avanti lei”, “prego, faccia lei”, “prego, si figuri”.
Quindi vuol dire sempre “la prego”, “ti prego”, cioè è un modo gentile, educato, di dire, di cedere il passo, o di lasciare l’iniziativa all’altra persona con cui si sta parlando.
Ovviamente anche nel caso in cui si risponda al “grazie”, il “prego” deriva sempre dal verbo pregare, quindi “prego”, vuol dire “prego, non c’è problema”, “ti prego, non ti scusare”, “ti prego, non mi devi ringraziare”, è sempre il verbo pregare, all’origine dell’espressione “prego” c’è una parola che riassume una frase più lunga che quindi può essere utilizzata in più circostanze, può essere utilizzata in più contesti diversi quindi.
Nell’ultima espressione del file audio sentiamo la cassiera che dice: “prego?”. In questo caso la cassiera sta dicendo “scusa puoi ripetere?”, cioè “la prego puoi ripetere?”, “ti prego puoi ripetere?”, quindi in questo caso è sotto forma di domanda. La domanda è “prego?”.
C’è anche un altro modo di utilizzare questa espressione, un modo che non è stato utilizzato all’interno del file audio, e questo modo è un modo non educato, e per quello che non l’ho inserito, ma volendo avrei potuto farlo. Avrebbe potuto essere l’ultima battuta del file audio, della piccola storia. Se un’altra persona avesse sentito la ragazza musulmana che parlava di Corano, avrebbe potuto infastidirsi, ad esempio, perché magari era di un’altra religione, e avrebbe potuto dire: “ma ti prego!”, “ti prego”, cioè vuol dire “non sono d’accordo con te”, “ti prego, smettila!” vuol dire in questo caso, “ti prego, non andare avanti”, “ti prego, non mi dire queste cose”, quindi si sta sempre pregando una persona, quindi la forma è sempre quella dell’educazione, ma il tono è tutt’altro.
Il tono è quello di dire” ti prego smettila!”, quindi questo è ancora un altro significato della parola “prego”, anzi, un altro utilizzo della parola “prego”. Come avrete capito, il “prego”, la parola “prego” va utilizzata con un certo tono; a seconda del tono che si utilizza, a seconda della voce che si utilizza, il significato è diverso, quindi fate attenzione quando pronunciate questa parola, quando parlate con degli italiani, perché è importante anche il tono.
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