livello principiante
La zanzara zuzzurellona e la pronuncia della lettera zeta
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Audio spiegazione
Trascrizione
Buongiorno e benvenuti su Italiano Semplicemente. Oggi voglio parlarvi della zanzara zuzzurellona, l’ultimo degli episodi per principianti, appena realizzato. E’ una storia divertente, raccontata dalla voce di mio figlio Emanuele di 10 anni.
E’ una storia per principianti perché oltre alla storia raccontata con la voce di Emanuele ci sono anche le domande & risposte: circa 80 domande e relative risposte sulla storia, che aiutano i principianti della lingua italiana a ben pronunciare la lettera z, ascoltando anche la mia voce. La lettera zeta è infatti una delle lettere più difficili, più ostiche da pronunciare. Come al solito in questo sito a me piace cercare di fare qualcosa di più che una lezione noiosa sulla pronuncia, o peggio ancora sulla grammatica, quindi mi sono inventato questa storiella e ho chiesto a mio figlio di raccontarvela.
Oggi quindi vi spiego cosa c’è dietro questa storia e poi vediamo la pronuncia della zeta.
Allora: E’ divertente come storia? Sicuramente sì, ma a dire il vero la storia ha un contenuto non troppo nascosto e anche abbastanza triste. La storia infatti ci fa riflettere, perché parla di migranti, parla di emigrazione, di persone che si spostano da un paese non europeo (in questo caso l’Azerbaigian) verso un paese europeo, in un paese dell’Unione Europea (non importa quale, può essere anche l’Italia). Si tratta di persone quindi nel linguaggio nascosto (e non di zanzare), persone che entrano in un paese spesso senza autorizzazione, senza essere autorizzati, senza avere un permesso. Spesso arrivano attraverso delle imbarcazioni, sui cosiddetti “barconi del mare“. Il barcone (così vengono chiamate le imbarcazioni spesso vecchie, pericolose e riempite oltremisura di persone) questa volta è semplicemente una “tazza“, come quelle che si usano per fare colazione, sulla quale viaggia la zanzara “azera“, cioè originaria dell’Azerbaïgian. In Italia siamo italiani, in Azerbaigian sono azeri.
La zanzara zuzzurellona infatti rappresenta un po’ questo tipo di persone, persone disperate che vanno alla ricerca di un futuro migliore. Ma cosa c’entra questo con la zeta? Non c’entra nulla, se non per via del fatto che solitamente i migranti non conoscono bene la lingua italiana.
Vi spiego un po’ allora:
La Zanzara azera sembra aver perso il controllo. Non sembra “raccapezzarci” molto all’inizio. La zanzara infatti ha perso la memoria nella storiella (è caduta da un pero, cioè da un albero di pere). E poi ha attraversato il Mar Nero sulla sua tazza 🍵.
Sua zia (la zia della zanzara) voleva riportarla a casa, voleva riportarla indietro, sulla “retta via” di casa, cioè in Azerbaigian, ma la zanzara esprime la ferma volontà di restare per poter gestire autonomamente la sua nuova vita, col suo passato da dimenticare. Infatti ha perso la tutti memoria, ad indicare che le persone che incontra la zanzara non sanno chi sia, è solo una zanzara straniera. Non sanno nulla di lei, e non ha alcuna importanza il paese da cui viene e il suo passato.
Il suo passato è da dimenticare. Questo vuole essere il MESSAGGIO nascosto: la memoria non le servirà nel nuovo paese.
La zanzara, come dicevo, però è forte, è determinata, ha coraggio da vendere, ed è persino disposta a vivere in un “ospizio“, dice il finale della storia.
L’ospizio è un ricovero per anziani. Un posto non molto felice a dire il vero, dove si aspetta solamente la morte e si è spesso dimenticati da tutti.
La storia, seppur viaggiando su un tono scherzoso, racconta quindi una realtà tangibile, vissuta da molti stranieri in difficoltà (ai quali non si permette di avere né una memoria né una dignità). La zia, facendole comprendere la condizione di disagio che vive la nipote, incarna (cioè rappresenta) la razionalità che si arrende alla legge del più forte. Questo è la Zia.
La zanzara però sfida le avversità. Promette di non pungere e di non ronzare, in poche parole è disposta ad “azzerarsi” completamente. Cos’è una zanzara se non può ronzare e non può pungere?
Azzerare in italiano significa “cancellare tutto”, come se si trattasse di cancellare il contenuto di un CD, o di una memoria di un computer. Azzerarsi è invece azzerare se stessi, cioè cancellarsi, annullarsi e ricominciare da capo.
La zanzara “azera” però non vorrebbe “azzerarsi”, perché vorrebbe dire dimenticare il passato e lei, invece, vorrebbe essere ospite in un paese che riconosce la sua nazione, la sua dignità e i suoi problemi.
Ma la zanzara è disperata ed è disposta a rinunciare persino alla sua natura di zanzara. L’alternativa sarebbe salire su di una zattera che la riporti indietro, seguendo il consiglio della zia, e tornare nella precarietà della sua vita precedente. Allora meglio un ospizio, dove solitamente si aspetta la morte. Ma il futuro è stato sfidato.
Passiamo invece alla lingua italiana ed alla pronuncia della lettera zeta.
In italiano esistono due tipi di zeta. La zeta sonora e la zeta sorda. I nomi non vi dicono nulla naturalmente, ma la zeta sonora è quella di zanzara, di zona, euro-zona e Azerbaigian mentre quella sorda è quella di zia, ospizio eccetera.
Molti diranno: ma che differenza c’è? A me sembra sempre uguale!
Ed invece uguale non è, perché se state attenti potrete notare la Differenza tra la zeta sonora e sorda.
Posso darvi qualche indicazione sulla pronuncia anche parlando della posizione della lingua.
Nella zeta sonora la lingua tocca i denti superiori ed il palato superiore nello stesso tempo.
Nella zeta sorda invece la lingua tocca solamente il palato superiore e non i denti.
Vediamo la storia allora è vediamo la pronuncia delle parole con la zeta. Ce ne sono moltissime.
Una zanzara zuzzurellona (sonora) ,
Andava a zonzo (sonora) nell’euro-zona,
Andare a zonzo significa andare in giro, girare senza meta, senza sapere dove si va, mentre zuzurellona è un aggettivo che si dà agli adulti che si comportano un po’ come i bambini e che hanno degli atteggiamenti scherzosi.
Lei non sapeva di essere azera (sonora)
Non ricordava neanche chi era.
Su di una tazza (sorda) arrivò dal mar nero,
Dopo che un giorno è caduta da un pero.
Come mi chiamo? In che zona (sonora) sono?
Dove mi trovo e qual è la mia razza (sorda)?
Risponda qualcuno o diventerò pazza (sorda) !
Sebbene sua zia (sorda) avesse la tosse, le spiegò presto di che razza (sorda) fosse:
In questa zona (sonora) non puoi più restare,
Non per la razza (sorda) ma per la nazione (sorda).
L’Azerbaigian (sonora) non è nell’Unione.
Cara zanzara (sonora) occorre prudenza (sorda)
La polizia (sorda) qui non scherza (sorda) per niente,
E la libertà, sai, non ha prezzo (sorda)
prendi una zattera (sonora) , riparti da zero! (sonora)
Ma la zanzarina (sonora) rispose con zelo (sonora)
Sto sempre in silenzio (sorda) non pungo e non ozio (sorda) ,
Qui è il verbo oziare cioè non fare nulla. La zanzara promette di lavorare quindi è non di oziare, non di non fare nulla.
non ho, se ricordo, neanche un sol vizio (sorda)
La zanzara non è neanche sicura di ricordare se ha dei vizi (sorda) ma dice di non avere un sol vizio, cioè di non avere neanche un vizio, neanche uno.
Potrebbe andar bene se sto in un ospizio (sorda)?
Quindi la storia si conclude con la zanzara che si dichiara disponibile a restare in un ospizio (sorda) che, almeno dal nome sembra dichiarare ospitalità, quella ospitalità che manca nei paesi dell’Unione Europea.
Non è molto semplice per molti stranieri distinguere le due tipologie di zeta. Molti italiani anche le sbagliano.
Io stesso la parola zio spesso la pronuncio con la zeta sonora sbagliando. Lo stesso accade a molti italiani con la parola zucchero che si pronuncia con la zeta sorda.
Proviamo a fare un piccolo esercizio di ripetizione per imparare la pronuncia.
La zanzara azera
Andava a zonzo nell’euro-zona
La zanzara zuzzurellona
La zia della zanzara
La zattera
La tazza
Diventerò pazza
Razza
Prudenza
Polizia
La polizia non scherza
La libertà non ha prezzo
Starò in silenzio
Non ozierò
L’ospizio
Vizio
Non ho alcun vizio
Ricordate che pur esistendo delle regole, sono praticamente inutili da imparare perché mentre parlate non potete pensare alle regole. Molto meglio parlare ed esercitarsi.
Grazie a tutti per l’ascolto. Grazie ai donatori di italiano semplicemente e viva le zanzare.
L’alfabeto italiano (due modi per impararlo velocemente)
Audio
Audio
Trascrizione
Buongiorno ragazzi, oggi vediamo l’alfabeto italiano e due diversi modi per impararlo velocemente.
Il primo modo è quello di associare le singole lettere con delle città, ma non solo città.
Gli Italiani di solito usano questa tecnica per fare lo spelling, cioè per dettare lettera per lettera. Vediamolo insieme:
A come Ancona
B come Bologna
C come Como
D come Domodossola
E come Empoli
F come Firenze
G come Genova
H come Hotel
I come Imola
J come Jolly
K come Kappa
L come Livorno
M come Milano
N come Napoli
O come Otranto
P come Perugia
Q come quadro
R come Roma
S come Savona
T come Torino
U come Udine
V come Venezia
W come Whisky
X come Xenofobia
Y come Yankee
Z come Zagabria
In realtà ci sono le vocali “O” come Otranto, ed “E” come Empoli, che hanno un suono aperto e chiuso:
“O” Aperto: Ostrica
“O”chiusa: Orologio
“E” aperta: Erba
“E” chiusa: Erbetta
Quindi se dovessi dire il mio nome lettera per lettera direi:
Genova, Imola, Otranto, Venezia, Ancona, Napoli, Napoli, Imola.
Il secondo metodo per imparare l’alfabeto è fare il seguente esercizio di ripetizione. Ripetete dopo di me.
a
ab
abc
abcd
abcde
abcdef
abcdefg
abcdefgh
abcdefghi
abcdefghij
abcdefghijk
abcdefghijkl
abcdefghijklm
abcdefghijklmn
abcdefghijklmno
abcdefghijklmnop
abcdefghijklmnopq
abcdefghijklmnopqr
abcdefghijklmnopqrs
abcdefghijklmnopqrst
abcdefghijklmnopqrstu
abcdefghijklmnopqrstuv
abcdefghijklmnopqrstuvw
abcdefghijklmnoprstuvwx
abcdefghijklmnoprstuvwxy
abcdefghijklmnoprstuvwxyz
Protetto: Programma di una giornata di lavoro – Italiano Professionale per principianti – 3^ lezione
Donne e motori, gioie e dolori
Audio
Video con sottotitoli
Trascrizione
Trascrizione a cura di Shrouk M. Helmi
Buonasera amici di italiano semplicemente, oggi spieghiamo una espressione idiomatica tutti italiana, per chi non ci conosce benvenuti su podcast di italianosemplicemente.com, livello intermedio, quindi tutti coloro che conoscono già la lingua italiana e che vogliano migliorare la loro pronuncia possono ascoltare questi podcast e ripetere l’ascolto più volte seguendo le regole di italianosemplicemente.com, che è un sito che si basa sulle regole del metodo TPRS e sulle così cosiddette 7 regole d’oro. Tra queste regole c’è l’ascolto ripetuto di una storia, e questa appunto è una storia che parla del significato di una espressione, una espressione tipica italiana che è la seguente:
Donne e motori, gioie e dolori
Non so vi sia mai capitato di ascoltare questo tipo di espressione italiana: Donne e motori, gioie e dolori che fa la rima: Come avete sentito c’è la rima: donne e motori, gioie e dolori.
La rima è quando in una frase due parole finiscono nello stesso modo, in questo caso motori finisce con le tre lettere O-R-I come la parola dolori, quindi: donne e motori, gioie e dolori: questa è la rima, la rima è usata nella poesia ovviamente, ma a volte è usata anche nei proverbi, nei proverbi, nei modi di dire, dove appunto si usano questi frasi fatte per indicare qualcosa che abbia un significato corrente, allora: Donne e motori, gioie e dolori. Spiegerò inizialmente le parole, dopodiché passerò alle spiegazione del significato dell’espressione e alla fine faremo qualche esempio e un esercizio di ripetizione.
Allora donne e motori: sapete cosa sono le donne, le donne sono persone di sesso femminile. A dire il vero sono le persone di sesso femminile che hanno compiuto i 18 anni; le donne prima sono bambine poi diventano ragazze, dopodiché diventano donne: Una volta compiuto il diciottesimo anno di età.
Perché dico questo, perchè quando si dice donne e motori, gioie e dolori si fa riferimento alle donne nel loro relazionarsi col sesso maschile e questo avviene fondamentalmente durante la maggiore età, durante l’età adulta. Abbiamo spiegato il significato della parola donna, passiamo alla seconda parola motori.
I motori sono le cose che fanno funzionare gli automobili, i motori sono quel meccanisimo che fa funzionare un’automobile, che fa funzionare un’autovettura qualsiasi, e che può essere inserito veramente anche in un aereo o in un qualsiasi dispositivo mobile elettrico o che si alimenta con combustibile fossile, quindi il motore è quell’insieme di meccanismi alimentati solitamente con carburante tipo benzina o gasolio, che fa funzionare un’automobile, e si sa che almeno gli italiani, gran parte degli italiani sono appassionati dei motori, appassionati di motori vuol dire avere passione per i motori cioè essere innamorati di motori. Molti italiani hanno una passione per i motori e hanno una passione anche per le donne, quindi gli uomini, le persone che di sesso maschile italiane quindi tutti gli italiani sono appassionati sia di donne che di motori.
Io non faccio parte di questa categoria di persone appassionata di motori ma faccio parte della categoria di persone appassionata di donne, quindi in questo caso per me questo detto donne e motori, gioie e dolori non è completamente vero.
In ogni caso continuiamo la spiegazione della frase che termina con la seconda parte della frase che è: gioie e dolori. Donne e motori, gioie e dolori: gioie è il plurale della parola gioia, gioia significa felicità è una persona che prova gioia, è una persona felicità,una persona che prova un sentimento di felicità, un sentimento di contentezza, quindi la gioia è il sentimento probabilmente più bello che esiste.
Diciamo che il fine ultimo dell’esistenza umana è la felicità, quello che conta è essere felice nella vita; la gioia invece spesso indicata come la felicità associata a un qualcosa, se qualcosa ci procura gioia vuol dire che questo qualcosa è importante, quindi gioie, il plurale di gioia significa felicità, se una cosa ci procura gioia vuol dire con quella cosa, cioè tramite quella cosa siamo felici, siamo più contenti e queste cose sono per gli italiani maschi, gli italiani di sesso maschile, sia le donne che i motori: donne e motori, gioie e dolori.
Dolori: cosa sono i dolori? Ebbene i dolori così come gioie il plurale di gioia, dolori è il plurale di dolore. Il dolore è quel sentimento che si avverte cioè che si recepisce, ogni qual volta che ci facciamo male, che ci procuriamo del male. Se ad esempio mi faccio male ad un piede perché sbatto il piede su una sedia o se sbatto la testa da qualche parte, avverto il dolore, avverto del dolore del piede o alla testa.
Se mi pungo con un ago avverto dolore, se mi pungo un dito avverto del dolore, avverto il dolore al dito, quindi il dolore è un sentimento negativo ed evidentemente esiste il dolore fisico, quando mi pungo con un ago o sbatto il piede o sbatto la testa da qualche parte: questo è il dolore fisico ma esiste anche un altro tipo di dolore: quello emotivo, il dolore quindi in generale è una parola che è utilizzata in Italia per indicare quel sentimento negativo che si avverte quando qualcosa ci fa male, ci fa male dal punto di vista fisico, ci può colpire ma ci può far male anche dal punto di vista emotivo, dal punto di vista psicologico, quindi così come ci può far male una bastonata fisicamente ci può far male un insulto, ci può fa male anche un occhiataccia, ci può far male anche quindi un brutto sguardo da parte di qualcuno, ci può far male una brutta parola, un insulto.
Soprattutto le persone a noi più care hanno la facoltà, se vogliono, di farci del male perché evidentemente più teniamo ad una persona più diamo importanza alle loro azioni ed alle loro parole, quindi queste persone possono farci del bene ed analogamente hanno la facoltà di farci del male.
Quindi i dolori possono arrivare da qualsiasi cosa materiale o non materiale, l’importante è che ci possono fare del male in qualche modo. Quindi la frase donne e motori, gioie e dolori è una frase indicata in Italia per dire che sia le donne che i motori, cioè le automobili, che sono le due passioni, le due grandi passioni della maggior parte degli italiani, hanno la facoltà che di farci del bene e anche di farci del male; hanno la facoltà sia di procurarci gioie che di procurarci felicità, sia di procurarci dolori sia di procurarci fastidi, di farci del male, quindi: donne motori, gioie e dolori è una frase utilizzata dagli italiani per indicare che sia le donne sia le automobili, sia i motori che le persone di sesso femminile hanno la facoltà di procurarci delle gioie cioè di procurarci felicità che di farci del male quindi di procurarci dei dolori, in questo caso non fisici ma evidentemente di farci soffrire di dolori psicologici: tutto ciò che ci può fare del bene in generale è tutto ciò anche che può farci del male: questa è una regola che evidentemente vale e tutte le cose a cui noi teniamo; in Italia teniamo di più alle donne ed ai motori, di conseguenza il detto donne e motori, gioie e dolori è una frase che sintetizza le passioni degli italiani, sintetizza il fatto che gli italiani sono molto sensibili quando vengono toccati su questi due argomenti:
Date una macchina e una bella donna all’italiano medio e lui sarà felice; togliete la macchina e togliete una bella donna all’italiano medio e lui sarà infelice: Donne e motori, gioie e dolori.
Non so se questo detto (DETTO: proverbio) può essere applicato anche a persone di altre nazionalità; credo di si, in ogni caso essere passionali come lo sono gli italiani… -almeno è quello che si dice della maggior parte degli italiani – essere passionali significa provare delle passioni, avere delle passioni, essere appassionati di qualcosa e quindi rendersi vulneranabili; vuol dire dare la capacità a qualcuno o a qualcosa di farti del male. Chi è vulrenabile vuol dire che qualcuno ti può fare del male; qualcuno può farti del male, la vulnerabilità è una caratteristica che solitamente è associata al sesso femminile e di conseguenza e l’uomo, diciamo il sentimento che si avverte quando si parla di virilità cioè di essere uomini virili è quello di essere il meno vulnerabili possibili: più si è vulnerabili cioè più si è sensibili, più gli altri hanno la capacità di farti del male cioè più aumentano i tuoi punti deboli, e meno si è uomini: questo almeno è il pensiero o quanto meno è stato il pensiero in passato di quello che è il concetto di virilità, di quello che è il concetto di essere “uomo” – più si è vulrenabili, meno si è uomini.
Coloro che sono vulrenabili vuol dire che sono coloro che hanno più probabilità di essere colpiti dagli altri. che hanno più probabilità di essere “sconfitti”, se possiamo usare questo termine.
Donne e motori, gioie e dolori: possiamo fare qualche esempio di utilizzazione di questa frase. Potete ascoltare questa frase casualmente in Italia quando due persone parlano tra loro magari davanti ad un distributore automatico di caffè, dove molto spesso le persone parlano di queste cose; potrebbe capitarvi di ascoltarla casualmente alla radio o in televisione, in ogni caso è molto frequente l’utilizzo di quest’espressione.
Ad esempio possiamo pensare a due persone che parlano tra loro e una di queste due persone dice all’altra di avere dei problemi sentimentali perchè la moglie lo fa molto soffrire e nello stesso tempo, magari, dice:
Sai che cosa è successo, mia moglie mi ha lasciato e mi si è rotta anche la macchina, accidenti! Non basta che mia moglie mi ha lasciato, ma si rotta anche la macchina!
il suo amico lo potrebbe dire:
eh! Beh, allora si sa: Donne e motori, gioie e dolori!
Quindi sia le donne che le automobili, cioè i motori ci danno sia gioie che dolori: questo è l’unico esempio che mi viene in mente.
Ovviamente è una frase questa che si utilizza sempre col sorriso sulle labra, è una frase che si dice sempre in maniera scherzosa, è una frase che si utilizza ovviamente in famiglia o tra amici: non credo proprio che è una frase che possiate utilizzare in un contesto un po’ più formale perché ovunque si parli di sentimenti, ovunque si parli di passioni, evidentemente le persone che ne parlano si conoscono molto bene, quindi o in famiglia, ossia in un contesto familiare o ci si trova tra amici. Di conseguenza non vi consiglio di utilizzare quest’espressione in un ambiente più formale.
Okay, adesso proviamo a fare un piccolo esercizio di ripetizione, credo che se esercizio utile per tutti coloro che stanno ad un livello non molto avanzato di conoscenza della lingua italiana, credo sia utile perché queste persone non sono abituate a parlare l’italiano, non sono abituate ad ascoltarsi mentre parlano, di conseguenza potrebbero non rendersi conto degli errori che fanno quando pronunciano quest’espressione.
Ci sono molte persone ad esempio che non riescono a pronunciare le doppie consonanti, ci sono persone che hanno problemi con particolari lettere italiane tipo la “C” o con la “Ch” magari e altre persone invece che hanno dei problemi più relativi alla melodia della lingua, la melodia della lingua italiana. Quindi ci sono persone, come ad esempio gli spagnoli, che quando parlano l’italiano conservano la cadenza spagnola, cioè la cadenza o la melodia. La melodia della lingua italiana è completamente diversa dalla melodia della lingua spagnola, di conseguenza se una persona di nazionalità spagnola impara la lingua italiana e comincia a parlare l’italiano deve imparare anche la cadenza della lingua italian. Se conserva la cadenza della lingua spagnola, evidentemente, la sua comunicazione sarà molto efficace, quindi è molto importante effettuare esercizio come un esercizio di ripetizione come questo per capire qual’è il modo corretto di pronunciare un’espressione.
E’ anche per questo motivo che la ripetizione è importante; la ripetizione dell’ascolto, ripetere più volte l’ascolto di un file del podcast aiuta a memorizzare non solo le parole ma a memorizzare anche la melodia della lingua.
Allora cominciamo con il nostro esercizio di ripetizione, io dirò cinque volte la frase, lascerò il tempo a voi di ripetere: ascoltate me, provate poi a ripetere cercando di imitare il mio tono della mia voce: non pensate alla grammatica, non pensate alle regole grammaticali perché questo non vi serve a nulla. L’unica cosa che più vi occorre è la pazienza; ascoltare più volte e ripetere ogni volta l’esercizio.
Allora cominciamo:
Donne e motori, gioie e dolori.
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Una seconda volta: Donne e motori, gioie e dolori.
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Attenzione perchè la parola donna ha due “N” quindi non è “done” ma è “donne”.
Una terza volta: Donne e motori, gioie e dolori.
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Infine una velocità un po’ più spedita, una velocità più alta, quella che si utilizza per le conversazioni normali: Donne e motori, gioie e dolori.
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Cercate di ripetere alla stessa velocità, facciamo un’ultima volta: Donne e motori, gioie e dolori.
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Grazie amici di aver ascoltato questo podcast, oggi un po’ più corto del solito.
La prossima volta che registrerò un podcast per il livello intermedio, mi occuperò in particolare di una parola o meglio di due parole molto diffuse nel linguaggio di tutti i giorni: delle parole che derivano in realtà da una parolaccia, queste due parole sono: incazzarsi e scazzarsi. Rimanete quindi con noi, con italianosemplicemente.com.
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Ciao amici, alla prossima.
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Ascolta la canzone di Bruno Lauzi “il poeta” e vedrai come l’espressione “donne e motori, gioie e dolori” è utilizzata anche nelle canzoni italiane:
IL POETA
si parlava di donne e motori
si diceva “son gioie e dolori”
Prego, si accomodi!
Una cristiana ed una musulmana sono alla cassa di un supermercato dopo aver fatto la spesa:
Audio:
Interpreti: Ramona dal Libano (Cristiana), Adriana dalla Colombia (Cassiera e audio supermarket), Shrouk dall’Egitto (Musulmana), Elettra (suono voce supermarket), Amany dall’Egitto (amica della musulmana)
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Video
Trascrizione
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Cristiana: Prego, dopo di lei, signora!
Musulmana: grazie mille signora!Cristiana: Prego, di nulla, si figuri!Musulmana: le dispiace se mentre aspetto prego?Cristiana: prego, faccia pure, ma stia attenta, la cassa si sta liberando!Cassiera: Prego, avanti il prossimo!Amica della Musulmana: la prego di scusarla, era distratta da un’āya di una sura del Corano.Cassiera: prego?