665 Il futuro per sminuire, dubitare e alludere

Il futuro per sminuire, dubitare e alludere (scarica audio)

Trascrizione

Sofie: qualche tempo fa abbiamo fatto un episodio dedicato ad un uso particolare del futuro.

L’episodio si chiama che sarà mai“.

In quell’episodio Gianni vi diceva che questo uso del futuro non è quello classico, ma si usa nel linguaggio colloquiale come risposta a “grazie” e che di conseguenza ha un significato simile a prego, figurati, si figuri, figuriamoci, non c’è problema, non è niente, non preoccuparti per così poco.

Più in generale, un’espressione di questo tipo si può usare per sminuire, cioè per diminuire, far sembrare di minore importanza, per limitare volutamente il valore di qualcosa o le qualità di qualcuno, non solo per diminuire il valore di qualcosa che è stato fatto per qualcuno, come è il caso della risposta ad un ringraziamento.

Questo lo facciamo per non mettere in imbarazzo, per cortesia, per non far pesare a qualcuno un favore che abbiamo fatto e quindi diciamo che ciò che abbiamo fatto non è un grosso favore. Lo stiamo quindi sminuendo.

Quindi più in generale con “che sarà mai” possiamo sminuire tutto ciò che vogliamo e non solo rispondere a un ringraziamento.

Es:

Giovanni ha creato un sito per insegnare l’italiano agli stranieri, e ci sono più di mille episodi.

Risposta: E che sarà mai?

Che significa: che ci vuole a fare un sito così? Tutti ne sono capaci, non è una grossa fatica.

In questo modo, con questa risposta, si sminuisce il lavoro di Giovanni.

Altro esempio:

Francesco ha fatto 10 esami all’università il primo anno.

Risposta: che sarà mai!

Cioè: non è difficile, tutti sono capaci di farlo, non è un grosso risultato.

Un’espressione simile a “capirai“, di cui ci siamo ugualmente occupati in passato. Trattasi sempre di un’espressione colloquiale.

Stiamo sempre sminuendo, deprezzando, svalutando, svilendo. Tutti verbi abbastanza simili. Anche il verbo screditare è abbastanza vicino come significato.

Abbiamo visto poi in un altro episodio che il futuro si può usare anche per fare fare ipotesi.

Oggi allarghiamo ancora di più il campo e vediamo che possiamo usare il futuro anche per dubitare di qualcosa e alludere a qualcosa.

Non siamo molto lontani dal senso di sminuire. Conoscete già il significato di alludere perché abbiamo dedicato un bell’episodio anche a questo verbo.

Infatti se tu mi dici una cosa, se io non ci credo molto posso rispondere:

Sarà!

Dici? Sarà!

Che è simile a “non ci credo”, “secondo me non è così sicuro che sia vero”, o anche “sei sicuro?”, “ne sei certo?”, oppure “sarà vero?”.

Ma se dico solamente “sarà!” non è una domanda in realtà, ma una esclamazione con cui si mette in discussione la veridicità di qualcosa.

Spesso c’è anche della malizia in questa risposta, come a voler dire qualcosa tra le righe. Sto alludendo a qualcos’altro.

La frase equivalente più vicina a “sarà” è “io non ne sarei così sicuro”. Si vuole instillare il dubbio anche in altre persone molto spesso.

Notate anche il tono con cui si pronuncia:

Sarà!

Es:

Nostra figlia è stata fuori tutta la notte. Ha detto di aver dormito da un’amica.

Se io non ci credo molto e credo che, anzi, lei abbia dormito a casa di un ragazzo, la risposta perfetta è:

Sarà!

Allora avrete capito che c’è un collegamento tra tutti questi utilizzi del futuro perché come ho detto dubitare è simile a sminuire e mettere in discussione e dubitare.

Quindi il futuro si può usare per fare ipotesi, ma anche per cercare di capire qualcosa, spesso per dare un’interpretazione, che riguarda il passato o il futuro. Posso mettere in discussione qualcosa o fare delle semplici ipotesi sul passato o futuro e anche per alludere.

Ci sono sempre questioni dubbie.

Se ad esempio mia moglie mia dice:

Perché ti rivolgi a me con questo tono?

Io, che non mi sono accorto di aver usato parole o un tono sbagliato, potrei rispondere:

Cosa avrò mai detto?

Che avrò detto mai?

Quindi sto mettendo in discussione quando detto da mia moglie, sto dando un’interpretazione personale a ciò che è successo, alle parole che ho detto. Spesso c’è un tono piccato, offeso. C’è anche sorpresa.

Oppure se vedo mia moglie con un po’ di pancetta, posso dirle:

Ehi, non sarai mica incinta!

Anche qui attenti al tono perché è una specie di domanda ma potrebbe non essere pronunciata col tono interrogativo.

Il senso è diverso da quando uso il futuro per fare ipotesi.

Quanto ci vuole per attivare a Roma da qui?

Ma. Non saprei, ci vorranno un paio d’ore.

In questo caso sto facendo una stima, un’ipotesi su quanto tempo potrei impiegare. Ne abbiamo già parlato.

Quanti anni ha tuo cugino?

Avrà più o meno 30 anni.

Se dico così non sono affatto sicuro di questo. Sto facendo un’ipotesi che ritengo possibile, una stima. Usare il futuro al posto del presente indicativo aumenta il senso del dubbio.

Questo significato particolare, legato al dubbio e alle ipotesi si può avvicinare molto conunque al senso di sminuire.

Vediamo ad esempio:

Mi sento male, credo di aver esagerato con la la pasta che ho mangiato al ristorante.

Risposta: cosa? Quanta pasta avrai mai mangiato?

In questo caso sto mettendo in discussione le tue parole, e c’è sia il senso del dubbio che quello di mettere in discussione ciò che hai detto.

Ancora di più se dico:

Io sono bravissimo a conquistare le donne!

Possibile mia risposta:

Capirai! Quante donne avrai mai conquistato?

Notate che aggiungere “mai” è quasi obbligatorio per sminuire qualcosa ma solo per sminuire, per mettere in discussione e non esattamente per fare ipotesi o per esprimere un dubbio.

Sono stanchissimo?

Risposta:

E che avrai fatto mai? Non fare l’esagerato!

Naturalmente questo tipo di risposte, mettendo in discussione le parole del vostro interlocutore, posso anche risultare offensive.

Con questo è tutto.

Cosa avete detto? Non starete mica pensando che l’episodio è troppo lungo!

Giovanni: si, credo stiano tutti pensando esattamente questo, ivi inclusi i membri dell’associazione.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Ulrike (Germania): non starai mica scherzando Gianni. Che avremmo mai fatto per meritare tali allusioni? Noi non ci lamentiamo per la durata. In compenso potremmo lamentarci per le accuse ricevute, manco avessimo mai dubitato di te.

Olga: credo di aver capito. Stiamo ripassando gli episodi passati vero? Scusate se talvolta sono dura di comprendonio.

Marcelo (Argentina): non voglio tediarvi con un ripasso ulteriore, tantomeno essere indiscreto, ma questo episodio mi darà molto filo da torcere e vorrei finirla qui.

Irina (California): bravo/a , così avrò anche il tempo di dare una scorsa agli episodi che sono stati citati oggi.

Emma (Taiwan): Non posso proprio darti torto. In quanto all’apprendimento della lingua, a mio modesto avviso, urge pur sempre andarci piano, più che altro per tenere fede alla prima regola d’oro di italianosemplicemente che ci invita alla ripetizione. Potrà apparire un pippone, ma invece è un tesoro bell’e buono.

Ci mancherebbe

Audio

E’ possibile ascoltare e/o scaricare il file audio in formato MP3 tramite l’audiolibro (+Kindle) in vendita su Amazon, che contiene 54 espressioni italiane e 24 ore di ascolto.

foto_amazon.jpg

Video

Trascrizione

Buongiorno ragazzi e benvenuti in questo nuovo episodio di Italiano Semplicemente, dedicato all’espressione CI MANCHEREBBE, come richiesto da Mariana dal Brasile, ragazza brasiliana membro della nostra associazione culturale Italiano Semplicemente. Grazie Mariana di questa domanda. Chi vi parla è Giovanni, o Gianni, il creatore di italianosemplicemente.com.

ci_mancherebbe_immagine

Mi dai l’occasione, cara Mariana, per fare un episodio dedicato ad un argomento interessante: come rispondere ad un ringraziamento. Un ringraziamento è quando una persona ti dice “grazie” per qualche motivo. Come possiamo rispondere?

Beh, prima di tutto vorrei io ringraziare tutti per il vostro interesse e le vostre donazioni.

Visto che parliamo di grazie e di ringraziamenti colgo quindi questa ghiotta occasione per ringraziare tutti voi che apprezzate italiano semplicemente.

Bene, allora “ci mancherebbe” è l’espressione di oggi. Allora se qualcuno ci ringrazia questa può essere la nostra risposta: “ci mancherebbe”, che è solamente uno dei tanti modi possibili per rispondere.

Prova a ripetere: ci mancherebbe!

È un’esclamazione, come avrete notato.

Attenzione alla pronuncia della doppia b.

L’espressione è composta da due parole. La prima è la particella “ci“, mentre la seconda è “mancherebbe”. Cominciamo da ci.

“Ci” è una parola molto particolare italiana, molto simile a “ce”, un’altra particella che ha un uso analogo ma che si usa in modo doverso. Per uno straniero può essere difficile usare correttamente ci e ce, ma fortunatamente abbiamo fatto alcune lezioni qualche mese fa dedicate a ci e ce. Molto brevemente vi ricordo “ci” che ha tre principali utilizzi.

Il primo utilizzo si riferisce a noi, ad esempio: (ripeti)

– mia madre ci vuole bene

Il che significa “mia madre vuole bene a noi” quindi “ci” sta per noi. Ad esempio noi figli: mia madre vuole bene a noi figli, quindi ci vuole bene, e ci riferisce a noi. Quindi se cambio il complemento oggetto, “ci” sparisce e viene sostituita da mi, ti, vi, gli, le.

– mia madre mi vuole bene (a me)

– mia madre ti vuole bene (a te)

– mia madre gli vuole bene (a lui o a loro)

– mia madre le vuole bene (a lei)

– mia madre vi vuole bene (a voi)

Il secondo utilizzo di ci invece si riferisce a un luogo, indica un luogo che non vogliamo ripetere:

– andiamo al cinema stasera? No, ci andiamo domani.

Dove andiamo domani? Al cinema.

In questo caso ci indica il cinema e possiamo riconoscere questo dal fatto che cambiando il soggetto ci non cambia :

– ci vado domani al cinema (io)

– ci vai domani (tu)

– ci va domani (lui, lei)

– ci andate domani (voi)

– ci vanno domani (loro)

Vedete che in questo caso “ci” non cambia quando cambia il soggetto, perché ci in questo caso indica il cinema.

Il terzo uso di “ci” è sempre per indicare qualcosa, ma non un luogo, bensì un’altra cosa: un oggetto, una circostanza, una situazione.

Ad esempio:

– Per andare a Roma ci vogliono 3 ore

– per risolvere questo problema ci vuole/vorrebbe un’idea geniale.

In questo caso si parla in generale, non c’è un soggetto identificato. Si usa il verbo volere, quasi sempre, come in questi due esempi che ho fatto. Ci vuole indica una necessità e ci vorrebbe indica anche un desiderio.

Ripeti:

– che caldo, ci sarebbe bisogno di un ventilatore!

– Ho un problema, ci vorrebbe una soluzione.

Nella frase “ci mancherebbe” siamo in questo terzo caso. Si indica in particolare qualcosa che manca. Non manca però a noi, perché non siamo nel primo caso e non indica neanche un luogo.

Cosa manca? Mancherebbe viene dal verbo “mancare“. Mancare indica una mancanza, cioè un’assenza di qualcosa. C’è qualcosa che non c’è, che manca, che è assente. Cos’è questa cosa?.

“Ci mancherebbe” è una espressione equivalente a “prego“, quella parla che si usa come risposta alla parola “grazie”. Semplice quindi. Abbiamo già detto che in questo episodio ci occupiamo proprio di questo.

Se qualcuno ti dice grazie si può rispondere con il classico “prego” oppure con “ci mancherebbe” dove usiamo il verbo mancare al condizionale. Ma perché?

Sapete che il condizionale si usa per indicare una condizione che quindi si può verificare oppure non si può verificare.

Solitamente quando c’è una condizione si usa “se”:

– se avessi fame mangerei.

Mangerei è condizionale. È quello che succederebbe se avessi fame. Cosa succederebbe se avessi fame? Mangerei. Attenzione quindi. Mangerei è la conseguenza. Se avessi fame, io mangerei. Alla terza persona non cambia nulla: se mio fratello avesse fame mangerebbe.

Allo stesso modo funziona “mancherebbe”. Mancherebbe indica una conseguenza.

Abbiamo fatto una cortesia, una gentilezza a una persona e questa persona ci ringrazia: grazie signore, grazie mille!

Noi rispondiamo “ci mancherebbe”

Quando rispondiamo “ci mancherebbe” è proprio perché vogliamo comunicare al nostro interlocutore una condizione e una conseguenza. Quale condizione e quale conseguenza? Tranquilli, ve lo spiego subito!

Quello che stiamo dicendo è:

Se non ti avessi fatto questa cortesia, mancherebbe qualcosa. Questa è la condizione.

L’assenza della cortesia vorrebbe dire che mancherebbe qualcosa, quindi questa frase “ci mancherebbe” in realtà è una abbreviazione, una frase veloce che indica una risposta di questo tipo: se io che ti ho fatto questo favore, questa cortesia, non lo avessi fatto (questa è la condizione) allora avrei fatto una cosa sbagliata, mancherebbe qualcosa, qualcosa sarebbe andato nel modo sbagliato; ci sarebbe una mancanza, il mio comportamento sarebbe stato sbagliato, perché questa cortesia sarebbe mancata.

Un po’ complicato, direte voi, ma è una formula di cortesia. Con questa risposta si sta dicendo che da parte mia non c’è nessun problema, non ho fatto nulla di insolito; è il mio normale atteggiamento.

La mia cortesia, il favore che ti ho fatto non è stato qualcosa di strano per me, non è stato uno sforzo per me, ma un atto assolutamente naturale, quindi non ti preoccupare di ringraziarmi, si tratta di un atto dovuto, anzi, in caso contrario ci sarebbe qualcosa che sarebbe mancato. “Ci mancherebbe” indica esattamente questo.

La particella “ci” in questo caso indica il mio comportamento: nel mio comportamento ci sarebbe stato qualcosa di mancante se mi fossi comportato diversamente.

È semplice capire che non si tratta di noi e neanche di un luogo, soprattutto perché “ci mancherebbe” indica quasi sempre una risposta ad un ringraziamento.

Tuttavia è possibile, non è da escludere che “ci mancherebbe” indichi qualcos’altro, come “a noi mancherebbe” oppure qualcosa in generale. “Ci mancherebbe” quindi, qualche volta non significa “prego” ma può indicare semplicemente “a noi mancherebbe“, oppure “manca qualcosa”.

Ad esempio, se stai su un aereo in compagnia di un amico e la hostess vi porta il pranzo e poi vi chiede: tutto ok signori? Avete bisogno di qualcos’altro? Voi potete rispondere: ci mancherebbe l’acqua. State indicando un bisogno e utilizzate per essere più gentili.

Oppure potete dire alla hostess: scusi, quanto ci mancherebbe per arrivare? Che è un modo alternativo per chiedere: quanto manca per arrivare?

C’è anche però un altro utilizzo ancora di “ci mancherebbe”, che è quello di allontanare mentalmente qualcosa. Se ad esempio non ci auguriamo che accada qualcosa, se non vogliamo che qualcosa accada, allora possiamo usare questa espressione per dire che sarebbe una cosa negativa se accadesse, ad esempio se sto parlando con te e tu mi dici: Sai Giovanni, domani finalmente è sabato e possiamo andare al mare, ma forse domani pioverà.

Io posso rispondere:

ci mancherebbe solo che domani piova! Dopo tanta fatica al lavoro se domani dovesse piovere sarebbe una vera sfortuna.

Un altro esempio: sono stato trattato male da mia moglie e secondo me non c’era ragione, non c’era motivo. Mi sono offeso con lei, mi sono arrabbiato e sono uscito di casa. Un amico mi dice: torna a casa e fai pace con lei, altrimenti ti chiude fuori di casa e non ti fa più entrare!

Io allora posso dire:

cosa? Ci mancherebbe che mi chiude anche fuori casa adesso!

In questi casi quindi uso ci mancherebbe per allontanare qualcosa, e per segnalare una esagerazione, un qualcosa di esagerato.

Ma restiamo all’utilizzo di “ci mancherebbe” come alternativa a “prego”.

Vi starete ora sicuramente chiedendo se posso usare prego e ci mancherebbe allo stesso modo.

Prego come sapete ha più significati. Potete ascoltare l’episodio dedicato a questa parola. Quando è la risposta a “grazie”, prego è una risposta molto educata, da usare con chiunque: amici, parenti, conosciuti e sconosciuti.

“Ci mancherebbe” invece è anche questa una risposta gentile, ma più confidenziale. Lascia intendere che esiste un rapporto più vicino tra due persone. A volte si usa quando vogliamo esprimere un atteggiamento di riconoscenza, come per dire che quello che abbiamo fatto è nulla in confronto a quello che abbiamo ricevuto.

Quindi la persona con cui parliamo è spesso un amico, un collega, col quale abbiamo già avuto rapporti, che qualche volta ci ha fatto a sua volta dei favori. Questa è la differenza tra prego e “ci mancherebbe”. Ci mancherebbe è più amichevole.

Ci sono poi delle espressioni alternative come “ci mancherebbe altro“, che è equivalente e anche più marcata come espressione. La parola “altro” indica che un altro comportamento non sarebbe stato accettato.

Ti ringrazio per avermi aiutato!

Ma non ti preoccupare, ci mancherebbe altri! (ripeti).

È importante anche il tono, cioè la voce, quando si pronuncia questa esclamazione:

ci mancherebbe altro! (ripeti)

Oppure:

ci mancherebbe anche questo! (ripeti)

Che sottolinea ancora di più che questo mio comportamento non poteva assolutamente mancare, sarebbe stata una mancanza molto grave.

Finora però, abbiamo visto solamente espressioni orali ed abbastanza informali. Esiste anche:

figurati!

Espressione altrettanto informale. Ma vediamo cosa succede se vogliamo essere più professionali. In tal caso possiamo sostituire figurati con :

– si figuri!

Anche questa adatta all’orale ma possiamo utilizzare con degli sconosciuti o anche con dei clienti, quindi è più adatta al lavoro. Una valida alternativa a “prego”.

Ci sono quindi più modalità per rispondere ad un ringraziamento. Se conoscete la persona potete dire “ci mancherebbe”, “ci mancherebbe altro”, o “figurati”, mentre se non conoscete la persona, al lavoro o con la clientela va benissimo un “prego” o un più cortese “si figuri”.

Con “Si figuri” si dà del lei, quindi è chiaro che questa è una forma di maggiore rispetto.

Ci sono altri modi per rispondere ad un “grazie” naturalmente, come “di niente” o “che sarà mai“, che abbiamo già spiegato in un altro episodio.

L’episodio di oggi però finisce qui, grazie per l’ascolto. Vi ricordo che chiunque di voi abbia esigenze più particolari, soprattutto se avete un’azienda, un’attività in cui lavorate con italiani o avete clienti italiani, in questi casi il corso di italiano professionale potrebbe esservi di aiuto.

Potreste utilizzare diverse modalità molto adatte alla comunicazione con la clientela e con altre aziende con cui lavorare, sia all’orale ma soprattutto allo scritto, tramite e-mail ad esempio. In questo caso basta aderire all’associazione italiano semplicemente e potrete ottenere il corso di italiano professionale con tutte le lezioni dedicate al linguaggio formale e commerciale, tra cui questa dedicata ai ringraziamenti professionali.

Un saluto da Roma. Spero che Mariana sia soddisfatta della spiegazione.

Ciao

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Prego, si accomodi!

Una cristiana ed una musulmana sono alla cassa di un supermercato dopo aver fatto la spesa:

Audio:

Interpreti: Ramona dal Libano (Cristiana), Adriana dalla Colombia (Cassiera e audio supermarket), Shrouk dall’Egitto (Musulmana), Elettra (suono voce supermarket), Amany dall’Egitto (amica della musulmana)

Video

Trascrizione

prego

Cristiana: Prego, dopo di lei, signora!

Musulmana: grazie mille signora!
Cristiana: Prego, di nulla, si figuri!
Musulmana: le dispiace se mentre aspetto prego?
Cristiana: prego, faccia pure, ma stia attenta, la cassa si sta liberando!
Cassiera: Prego, avanti il prossimo!
Amica della Musulmana: la prego di scusarla, era distratta da un’āya di una sura del Corano.
Cassiera: prego?

Buonasera a tutti, dunque, oggi spieghiamo il significato della parola “prego”.
Prego è una parola diffusissima, una parola famosissima in tutto il mondo, una parola che ha più significati. Ho fatto una piccola ricerca su internet.
Ci sono vari luoghi, vari siti internet che cercano di spiegare, per iscritto, i vari significati della parola “prego”.
Devo dire che, come sapete io utilizzo il metodo TPRS, di conseguenza mi piace utilizzare delle storie. Fa parte del metodo, fa parte delle sette regole d’oro di Italiano Semplicemente, perché bisogna suscitare delle emozioni, affinché si possano ricordare le parole italiane, i concetti, le frasi e i significati.
Dunque abbiamo costruito questa piccola storia, dico abbiamo perché in realtà l’hanno costruita interamente gli utenti di whatsapp di Italiano Semplicemente; le persone che frequentano maggiormente la chat di Italiano Semplicemente e che si sono divertiti a fare questa piccola storia.
Io l’ho scritta, loro l’hanno interpretata. La storia quindi tratta di una cristiana e di una musulmana, che vanno a fare la spesa. Dunque discutono tra loro, anzi, parlano tra loro, e ne esce fuori una bella storiella in cui la parola prego viene utilizzata moltissimo, e in ognuno dei vari utilizzi che se ne fanno all’interno della storia, il significato è leggermente diverso.
Allora, avete ascoltato la storia; anche la voce dell’audio del supermercato è una voce interpretata dalla nostra amica Adriana, quindi non è una vera voce di supermercato ma abbiamo preso la voce di Adriana, che ce l’ha prestata per l’occasione, gli abbiamo fatto qualche piccolo ritocco con un software, abbiamo ritoccato un po’ l’audio ed è venuta fuori una bella storiella. Allora, “prego”. In questo file audio voglio spiegarvi i vari significati della parola prego. In generale la parola prego, l’uso più diffuso che se ne fa in Italia è come risposta della parola “grazie”.
Quindi se una persona ti fa un favore, tu puoi dire “grazie!” e lui può rispondere “prego!”, quindi può rispondere “prego, non c’è di che!”, “si figuri”, “non fa niente”, “non c’è problema” eccetera.
Sono tutti modi di rispondere in italiano alla parola “grazie!”.
In senso ancora più generale, per poter utilizzare la parola “prego” occorre essere in due, quindi non puoi parlare con te stesso, ma occorre un’altra persona. In generale, la parola “prego!” significa “tocca a te”, “tocca a lei”, “la prossima mossa non è la mia ma è la tua”, della persona con cui si sta parlando, quindi è la tua, o è la sua, dipende se stai dando del tu o del lei a questa persona. Quindi si chiede se si vuole fare o si vuole dire qualcosa.
“Prego” non solo è la risposta di “grazie”, ma “prego” lascia la parola all’altra persona, come dire “tocca a lei”, oppure lascia che l’altra persona faccia qualcosa, ad esempio se sono davanti ad un ascensore e stiamo entrando più persone all’interno dell’ascensore, posso dire, se c’è una ragazza o una persona accanto a me, quando si aprono le porte posso dire: “prego”. Posso dire semplicemente “prego”, che vuol dire Tocca a lei, prego, entri pure, “entra pure tu, poi io entrerò dopo di lei, entrerò dopo di te”.
Questo è uno dei modi di utilizzare la parola “prego”.
Ovviamente questo vale anche per la cassa del supermercato, quindi “prego, si accomodi”, “prego tocca a lei”, “prego, vada avanti”, vuol dire che si sta sollecitando all’azione, cioè “sei tu che devi fare qualcosa, prego”.
A volte è accompagnato anche con un gesto con la mano, volendo, è una abitudine abbastanza diffusa per dire “prego, si accomodi”, “prego, tocca a lei”, e questo quindi significa che si cede il passo ad un’altra persona, invece nel caso della risposta al “grazie”, è semplicemente un “non c’è problema”, “si figuri”.
In realtà la parola “prego” deriva dal verbo pregare, pregare, come è stato utilizzato anche all’interno del file audio, dalla ragazza musulmana interpretata da Shrouk, pregare significa dire a parole, o dire con la mente, pensare, al nostro Dio, o recitare delle parole per il nostro Dio.
Questo quindi è la parola “pregare”, e quindi “prego” significa “io prego”, accorciato: “prego”, quindi anche nel caso in cui si dice: “accomodati, tocca a te”, è come dire “ti prego, vai avanti tu”, “ti prego”, cioè “ti sto pregando,prego”. Prego è la forma abbreviata della frase “ti prego, vai avanti”, “ti prego, accomodati”, “prego, vada avanti lei”, “prego, faccia lei”, “prego, si figuri”.
Quindi vuol dire sempre “la prego”, “ti prego”, cioè è un modo gentile, educato, di dire, di cedere il passo, o di lasciare l’iniziativa all’altra persona con cui si sta parlando.
Ovviamente anche nel caso in cui si risponda al “grazie”, il “prego” deriva sempre dal verbo pregare, quindi “prego”, vuol dire “prego, non c’è problema”, “ti prego, non ti scusare”, “ti prego, non mi devi ringraziare”, è sempre il verbo pregare, all’origine dell’espressione “prego” c’è una parola che riassume una frase più lunga che quindi può essere utilizzata in più circostanze, può essere utilizzata in più contesti diversi quindi.
Nell’ultima espressione del file audio sentiamo la cassiera che dice: “prego?”. In questo caso la cassiera sta dicendo “scusa puoi ripetere?”, cioè “la prego puoi ripetere?”, “ti prego puoi ripetere?”, quindi in questo caso è sotto forma di domanda. La domanda è “prego?”.
C’è anche un altro modo di utilizzare questa espressione, un modo che non è stato utilizzato all’interno del file audio, e questo modo è un modo non educato, e per quello che non l’ho inserito, ma volendo avrei potuto farlo. Avrebbe potuto essere l’ultima battuta del file audio, della piccola storia. Se un’altra persona avesse sentito la ragazza musulmana che parlava di Corano, avrebbe potuto infastidirsi, ad esempio, perché magari era di un’altra religione, e avrebbe potuto dire: “ma ti prego!”, “ti prego”, cioè vuol dire “non sono d’accordo con te”, “ti prego, smettila!” vuol dire in questo caso, “ti prego, non andare avanti”, “ti prego, non mi dire queste cose”, quindi si sta sempre pregando una persona, quindi la forma è sempre quella dell’educazione, ma il tono è tutt’altro.
Il tono è quello di dire” ti prego smettila!”, quindi questo è ancora un altro significato della parola “prego”, anzi, un altro utilizzo della parola “prego”. Come avrete capito, il “prego”, la parola “prego” va utilizzata con un certo tono; a seconda del tono che si utilizza, a seconda della voce che si utilizza, il significato è diverso, quindi fate attenzione quando pronunciate questa parola, quando parlate con degli italiani, perché è importante anche il tono.
auto → it
Musulmana