665 Il futuro per sminuire, dubitare e alludere

Il futuro per sminuire, dubitare e alludere (scarica audio)

Trascrizione

Sofie: qualche tempo fa abbiamo fatto un episodio dedicato ad un uso particolare del futuro.

L’episodio si chiama che sarà mai“.

In quell’episodio Gianni vi diceva che questo uso del futuro non è quello classico, ma si usa nel linguaggio colloquiale come risposta a “grazie” e che di conseguenza ha un significato simile a prego, figurati, si figuri, figuriamoci, non c’è problema, non è niente, non preoccuparti per così poco.

Più in generale, un’espressione di questo tipo si può usare per sminuire, cioè per diminuire, far sembrare di minore importanza, per limitare volutamente il valore di qualcosa o le qualità di qualcuno, non solo per diminuire il valore di qualcosa che è stato fatto per qualcuno, come è il caso della risposta ad un ringraziamento.

Questo lo facciamo per non mettere in imbarazzo, per cortesia, per non far pesare a qualcuno un favore che abbiamo fatto e quindi diciamo che ciò che abbiamo fatto non è un grosso favore. Lo stiamo quindi sminuendo.

Quindi più in generale con “che sarà mai” possiamo sminuire tutto ciò che vogliamo e non solo rispondere a un ringraziamento.

Es:

Giovanni ha creato un sito per insegnare l’italiano agli stranieri, e ci sono più di mille episodi.

Risposta: E che sarà mai?

Che significa: che ci vuole a fare un sito così? Tutti ne sono capaci, non è una grossa fatica.

In questo modo, con questa risposta, si sminuisce il lavoro di Giovanni.

Altro esempio:

Francesco ha fatto 10 esami all’università il primo anno.

Risposta: che sarà mai!

Cioè: non è difficile, tutti sono capaci di farlo, non è un grosso risultato.

Un’espressione simile a “capirai“, di cui ci siamo ugualmente occupati in passato. Trattasi sempre di un’espressione colloquiale.

Stiamo sempre sminuendo, deprezzando, svalutando, svilendo. Tutti verbi abbastanza simili. Anche il verbo screditare è abbastanza vicino come significato.

Abbiamo visto poi in un altro episodio che il futuro si può usare anche per fare fare ipotesi.

Oggi allarghiamo ancora di più il campo e vediamo che possiamo usare il futuro anche per dubitare di qualcosa e alludere a qualcosa.

Non siamo molto lontani dal senso di sminuire. Conoscete già il significato di alludere perché abbiamo dedicato un bell’episodio anche a questo verbo.

Infatti se tu mi dici una cosa, se io non ci credo molto posso rispondere:

Sarà!

Dici? Sarà!

Che è simile a “non ci credo”, “secondo me non è così sicuro che sia vero”, o anche “sei sicuro?”, “ne sei certo?”, oppure “sarà vero?”.

Ma se dico solamente “sarà!” non è una domanda in realtà, ma una esclamazione con cui si mette in discussione la veridicità di qualcosa.

Spesso c’è anche della malizia in questa risposta, come a voler dire qualcosa tra le righe. Sto alludendo a qualcos’altro.

La frase equivalente più vicina a “sarà” è “io non ne sarei così sicuro”. Si vuole instillare il dubbio anche in altre persone molto spesso.

Notate anche il tono con cui si pronuncia:

Sarà!

Es:

Nostra figlia è stata fuori tutta la notte. Ha detto di aver dormito da un’amica.

Se io non ci credo molto e credo che, anzi, lei abbia dormito a casa di un ragazzo, la risposta perfetta è:

Sarà!

Allora avrete capito che c’è un collegamento tra tutti questi utilizzi del futuro perché come ho detto dubitare è simile a sminuire e mettere in discussione e dubitare.

Quindi il futuro si può usare per fare ipotesi, ma anche per cercare di capire qualcosa, spesso per dare un’interpretazione, che riguarda il passato o il futuro. Posso mettere in discussione qualcosa o fare delle semplici ipotesi sul passato o futuro e anche per alludere.

Ci sono sempre questioni dubbie.

Se ad esempio mia moglie mia dice:

Perché ti rivolgi a me con questo tono?

Io, che non mi sono accorto di aver usato parole o un tono sbagliato, potrei rispondere:

Cosa avrò mai detto?

Che avrò detto mai?

Quindi sto mettendo in discussione quando detto da mia moglie, sto dando un’interpretazione personale a ciò che è successo, alle parole che ho detto. Spesso c’è un tono piccato, offeso. C’è anche sorpresa.

Oppure se vedo mia moglie con un po’ di pancetta, posso dirle:

Ehi, non sarai mica incinta!

Anche qui attenti al tono perché è una specie di domanda ma potrebbe non essere pronunciata col tono interrogativo.

Il senso è diverso da quando uso il futuro per fare ipotesi.

Quanto ci vuole per attivare a Roma da qui?

Ma. Non saprei, ci vorranno un paio d’ore.

In questo caso sto facendo una stima, un’ipotesi su quanto tempo potrei impiegare. Ne abbiamo già parlato.

Quanti anni ha tuo cugino?

Avrà più o meno 30 anni.

Se dico così non sono affatto sicuro di questo. Sto facendo un’ipotesi che ritengo possibile, una stima. Usare il futuro al posto del presente indicativo aumenta il senso del dubbio.

Questo significato particolare, legato al dubbio e alle ipotesi si può avvicinare molto conunque al senso di sminuire.

Vediamo ad esempio:

Mi sento male, credo di aver esagerato con la la pasta che ho mangiato al ristorante.

Risposta: cosa? Quanta pasta avrai mai mangiato?

In questo caso sto mettendo in discussione le tue parole, e c’è sia il senso del dubbio che quello di mettere in discussione ciò che hai detto.

Ancora di più se dico:

Io sono bravissimo a conquistare le donne!

Possibile mia risposta:

Capirai! Quante donne avrai mai conquistato?

Notate che aggiungere “mai” è quasi obbligatorio per sminuire qualcosa ma solo per sminuire, per mettere in discussione e non esattamente per fare ipotesi o per esprimere un dubbio.

Sono stanchissimo?

Risposta:

E che avrai fatto mai? Non fare l’esagerato!

Naturalmente questo tipo di risposte, mettendo in discussione le parole del vostro interlocutore, posso anche risultare offensive.

Con questo è tutto.

Cosa avete detto? Non starete mica pensando che l’episodio è troppo lungo!

Giovanni: si, credo stiano tutti pensando esattamente questo, ivi inclusi i membri dell’associazione.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Ulrike (Germania): non starai mica scherzando Gianni. Che avremmo mai fatto per meritare tali allusioni? Noi non ci lamentiamo per la durata. In compenso potremmo lamentarci per le accuse ricevute, manco avessimo mai dubitato di te.

Olga: credo di aver capito. Stiamo ripassando gli episodi passati vero? Scusate se talvolta sono dura di comprendonio.

Marcelo (Argentina): non voglio tediarvi con un ripasso ulteriore, tantomeno essere indiscreto, ma questo episodio mi darà molto filo da torcere e vorrei finirla qui.

Irina (California): bravo/a , così avrò anche il tempo di dare una scorsa agli episodi che sono stati citati oggi.

Emma (Taiwan): Non posso proprio darti torto. In quanto all’apprendimento della lingua, a mio modesto avviso, urge pur sempre andarci piano, più che altro per tenere fede alla prima regola d’oro di italianosemplicemente che ci invita alla ripetizione. Potrà apparire un pippone, ma invece è un tesoro bell’e buono.

457 Alludere, eludere, elidere, deludere, ledere e illudere

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro ma ami la lingua italiana puoi registrarti qui

richiesta adesione

Che differenza c’è tra i verbi alludere, eludere, elidere, deludere, ledere, illudere? Sono molto simili nella scrittura e nella pronuncia.

Eludere lo abbiamo visto due episodi fa della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.

Oggi vediamo velocemente questi verbi, simili nella scrittura ma che sono in realtà molto diversi nel significato.

Ve lo spiego velocemente e poi farò un esempio usando tutti i verbi in questione.

Alludere indica una allusione, quindi quando si allude a qualcuno o qualcosa si fa un riferimento ad una persona o a qualcosa. Quando si allude, si fa un accenno velato, non evidente a cose o persone che non si vogliono nominare. Ma spesso è chiaro a chi o a cosa si allude. È simile a riferirsi, ma l’allusione è un riferimento poco evidente, nascosto di proposito.

Eludere significa, come si è visto, evitare, in genere con malizia, furbizia o con destrezza qualcosa o una persona. L’elusione, pensate un po’, è persino un reato, perché si riferisce al mancato pagamento delle tasse.

Elidere indica invece una elisione. Ha tutto un altro significato. Significa cancellare, ma più annullare, eliminare. Di solito si tratta di una eliminazione “a coppia”, dovuta a qualcosa che annulla gli effetti di un’altra.

Generalmente quindi ci sono due cose che si elidono a vicenda.

Deludere e quindi la delusione, indica un’aspettativa che, quando non è rispettata, genera un sentimento negativo, quindi c’è delusione quando c’è un risultato contrario a speranze e previsioni.

Ledere significa invece danneggiare, quindi provocare una lesione, più morale o economica o nei diritti che materiale.

Non devi ledere i miei interessi

Hai leso i miei diritti

La lesione della dignità umana

Infine illudere è simile a deludere, perché una delusione mette fine a una illusione, cioè all’aver desiderato qualcosa che poi si dimostra contraria alla realtà. L’illusione proviene dalla nostra mente, mentre la delusione è una conseguenza della realtà.

Io posso illudere una persona, cioè farle credere qualcosa, farle sognare qualcosa, ma posso anche illudermi da solo. È simile ad ingannare.

Vediamo un esempio con tutti questi verbi.

Inutile illudersi che l’essere umano riuscirà a mettere fine all’inquinamento del pianeta. Dovremmo velocemente stravolgere il funzionamento della nostra società e questo andrebbe a ledere troppi interessi.

I politici spesso eludono le domande che riguardano le promesse non mantenute in questo ambito, e anche se ci sono alcuni uomini consapevoli che si impegnano in campo ambientale, i loro risultati positivi si elidono facilmente con quelli in senso opposto, che anzi, per ora hanno la meglio. E non solo i politici i colpevoli…

Alludo alle grandi aziende che producono milioni di tonnellate di plastica. Non vorrei deludervi, ma siamo in una strada senza uscita.

E dopo questo bel messaggio di ottimismo, ripassiamo qualche puntata precedente.

Mariana: cosa si potrebbe fare per elidere in toto il problema dell’inquinamento?
Irina: in toto? Cambiare pianeta! Tanto non c’è più niente da fare.
Dorothea: mi piace l’idea di cambiare pianeta, ma se tanto mi dà tanto, nel giro di 30 anni saremmo nella stessa situazione. Riusciremmo a fare tesoro degli errori commessi sulla Terra?
Ulrike: Hai ragione Dorothea. Allora bisogna subito mettere dei grossi paletti alle aziende più inquinanti. Non ce ne possiamo fregare.
Natalia: Dovremmo guardare al futuro dei nostri figli e nipoti, anche se per noi il problema non si pone.