Il cetriolo e l’ammanco – RIPASSO

Il cetriolo e l’ammanco (scarica audio)

Descrizione: 

Un episodio per divertirsi e al contempo ripassare qualche episodio passato: la storia del cetriolo fruttivendolo che scoprì un ammanco.

Trascrizione

il cetriolo e l'ammanco

Un cetriolo piuttosto allegro gestiva un negozio di fruttivendolo. Ogni giorno, con chirurgica meticolosità, faceva un controllo della cassa.

Un giorno scoprì un ammanco importante di denaro e dalla sua faccia affiorò la sua incazzatura con un gesto eclatante. che non sto qui a dirvi

I commenti di tutti in paese puntavano nella stessa direzione. Un peperone rosso e impertinente che si metteva sempre in mostra era il primo sospettato. Si profilava un brutto quarto d’ora per lui.

Era arrivato il momento di fare il punto della situazione e di avviare il necessario regolamento dei conti.

Il negozio aveva chiuso e tutti se ne erano andati poco tempo prima. Il cetriolo dopo aver dato addosso al primo sospettato, si fermò trafelato a pensare prima di commettere una – consentitemi il termine – “ortoingustizia”.

Dopo aver trattenuto il respiro per un attimo si chiese: quel peperone era un vero ladro o aveva solo un’aria circospetta?
I commenti di tutti, in paese, puntavano però nella stessa direzione. ma il dubbio persisteva: era un ortaggio probo oppure no?
Il giudizio del cetriolo pendeva sulla testa del peperone, ma nonostante questo, il cetriolo si chiese se stesse solo mettendo zizzania nel negozio, piena di potenziali colpevoli, rovinando, tra l’altro, la reputazione di un ortaggio solo per un ammanco che, dopotutto, doveva ancora essere ancora provato.
Poteva esere stata un’astuta cipolla: l’intera bancarella la teme per la sua lingua tagliente che fa piangere tutti. Sarebbe un’ottima candidata per aver cercato di depistare le indagini, mettendo in cattiva luce il peperone per sviare l’attenzione da sé.
Altri potenziali indiziati?
Una schiera di carote in prima fila: un gruppo di ortaggi molto unito, noto per fare fronte comune in ogni occasione. Forse hanno agito come una squadra per il furto e ora la loro compattezza è una cortina di fumo per nascondere il vero colpevole.
Oppure?
Da un angolo buio della dispensa, i fagioli sono sempre stati una famiglia chiusa e un po’ misteriosa. Il cetriolo si chiede se sotto il loro apparente silenzio non si celi un intrigo ben più grande. Qualcuno sostiene che, se si sbottonasse anche solo uno di loro, si aprirebbe un vero e proprio vaso di Pandora di segreti. Potrebbero essere loro ad avere le mani in pasta, un affare oscuro che li ha spinti a determinare l’ammanco per non svenarsi per sbarcare il lunario .
E non dimentichiamo Il boss Carciofo: dalla posizione più in alto dello scaffale, il carciofo è l’ortaggio più assetato di potere di tutti. La sua filosofia è: il fine giustifica i mezzi. Per acquisire una posizione di prestigio tra i colleghi e porre in essere una nuova gerarchia all’interno del negozio, potrebbe aver rubato il denaro per porre la prima pietra di una nuova stagione di dispensa. Potrebbe aver usato il peperone come diversivo per depistare i sospetti.
C’è anche una ipotesi più remota: La congiura delle zucche: I cetrioli hanno sempre creduto che le zucche fossero solo belle e sode, ma ultimamente una voce serpeggia nella mente del fruttivendolo. Forse hanno tramato un colpo di mano per impossessarsi della cassa, agendo di comune accordo per non lasciare tracce. Questa teoria, se fondata, potrebbe spiegare la velocità e l’abilità con cui il denaro è sparito senza lasciare traccia.
Nonostante i dubbi che assalivano il cetriolo, il peperone continuava a fare buon viso a cattivo gioco, abbracciando l’idea di essere la Cenerentola della situazione, un ingiustamente sospettato.
Ma poi, a un tratto, tutti i sospetti caddero e la verità venne a galla . Quando il cetriolo decise di non mettere all’indice il peperone e di dare un’ultima possibilità a tutti, con sua enorme sorpresa, fu una timida patata a farsi avanti. Da sempre considerata dal cetriolo (ma sollo da lui) un po’ la più bonacciona tra gli ortaggi, si fece interprete del sentimento di tutta la comunità e confessò: aveva preso i soldi per comprare un costume da ballerina, il suo sogno segreto.

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Briscola e Mister X (2° episodio di ripasso)

Briscola e Mister X (2° episodio di ripasso)

audio in preparazione

Trascrizione

Briscola e mister X

In questo episodio, ripassiamo qualche episodio passato, appartenenti prevalentemente alla rubrica “accadde il...”. Lo facciamo facendo un po’ di ironia e di immaginazione.

C’era una volta, in una galassia lontana lontana (direi oltreoceano!) un presidente intergalattico di nome “Briscola”, seduto sul suo “scranno” dorato, orbitante attorno alla galassia denominata recentemente “io so io e voi non siete un dazio”.

Un giorno, Briscola annunciò che avrebbe messo in atto duri provvedimenti con dazi pesanti sui prodotti provenienti dai pianeti più lontani, come il vino di Saturno e lo champagne di Venere.

Con i dazi, per tutti sono ca…i” amava dire Briscola. Accanto a lui, mister X osservata divertito (Per la cronaca, tutti lo chiamavano mister K, dove K sta per Ketamina, la sua passione).

Mente parlava in pubblico qualcuno commentava:
“Ha detto dazi o ha detto ca…?”

Insomma, c’era anche chi capiva fischi per fiaschi.

Gli esseri terrestri devono bere solo il nostro champagne!” proclamò, mostrando i denti con un sorriso da gradasso, orgoglioso come un “partenopeo” abituato a comandare in un regno di stelle.

Il giorno dopo, però, il suo piano galattico sembrò essere messo in discussione da lui stesso. I prodotti provenienti da Venere, inclusi gli champagne venusiani, non sarebbero stati toccati dai dazi. Questo almeno recitava una circolare intergalattica che smentiva il decreto del giorno precedente. Ma come, Briscola aveva cambiato idea?

Ah, “eppur si muove” commentò qualcuno nel suo staff, vedendo la sua politica andare e tornare come una navetta spaziale che gira in tondo senza mai arrivare a destinazione.

Dall’altra parte della galassia. Le astronavi elettriche di Mister X, prodotte sulla luna, sono state appena soppiantate  da quelle alimentate a Ketamina, che erano però al centro di una discussione accesa. Briscola prima era per le astronavi a scoppio, poi è diventato improvvisamente a favore anche di quelle lì. Chi ci capisce è bravo!

Briscola, però, non si fermò.

Quando si trattò di imporre dazi sui prodotti provenienti da Saturno, come sulle famose “rose di Saturno” (un vino raro di cui i briscoliani andavano matti), sembrò pronto ad attraversare il Rubicone interstellare. La sua politica assunse toni sempre più pessimistici, come se ogni stella nel cielo fosse una minaccia.

Nonostante le contraddizioni, Briscola continuava a giocare la sua partita: un carico da 11 messo di qua, un altro di là, senza mai sapere se il prossimo colpo sarebbe stato vincente o perdente. Ogni dichiarazione, infatti, sembrava un’ulteriore carta giocata senza troppa riflessione sul futuro, come se non ci fosse un domani, lasciando il destino dell’intera galassia in bilico, come in una mano di carte dove il mazzo è continuamente mischiato.

Quando si parlava dei dazi sui meteoriti provenienti da Urano, Briscola annunciò che avrebbe risolto la questione “in modo definitivo”, non come il governo precedente, che sin dal famoso attacco ai pianeti gemelli dell’11 settembre 3056, causò una sequela di guerre interminabile.

Poi però cambiò idea come se avesse pescato una carta sbagliata. “Non ho mai detto questo! Così è se vi pare,” dichiarò con un’alzata di spalle.

La sua politica sembrava sempre più come un moto continuo di atti e provvedimenti senza fondamento, in balia di scelte rapide e incoerenti. L’ultima sua trovata è fare di Giove un’oasi per ricchi, con addirittura la carta igienica prodotta con ex monete ucraine! (un pianeta ormai scomparso da tempo). Questo almeno è quanto battuto dalla agenzie di stampa stamani.

La sua squadra osservava, incredula, mentre Briscola si lanciava in una nuova dichiarazione dopo l’altra. “Chi semina vento, raccoglie tempesta” si iniziava a vociferare nella stanza dei bottoni.

Qualcuno si sbottonava di più, fino a paventare una rivolta popolare, mentre il gioco continuava. Era un continuo andirivieni di cose dette e smentite: un giorno Briscola si dichiarò martire di un sistema che non capiva, il giorno dopo sembrava pronto a mettere a tacere tutti, come se la partita fosse stata vinta senza nemmeno giocarla. Però intanto serpeggiavano dissensi anche tra le sue fila. Che la congiura fosse vicina?

Nel frattempo, mentre le redini del mondo sembravano ancora in mano a Briscola, alcuni dei suoi oppositori lo guardavano e vedevano in lui un personaggio vittima e subalterno delle circostanze, incapace di mantenere una rotta stabile.

Ogni sua mossa faceva parte di un canovaccio di una commedia che cambiava ad ogni atto, come un affresco che assumeva forme diverse a seconda della luce.

Sin dal momento del suo avvento i democratici erano stati banditi dalla sua galassia e esiliati sul pianeta che aveva chiamato “MAGA” nel lontano 2025. MAGA sta per “Make Asteroids Great Again“. Che volete, Briscola aveva una passione per gli asteroidi.

Ma il vero banco di prova di Briscola sapete quale era? Era la guerra tra Marte (che rappresenta la morte) e Venere (l’amore), che aveva promesso di risolvere in due minuti. Nel frattempo erano passati più di mille anni però…

Nonostante tutto, Briscola rimaneva ancora sulla cresta dell’onda, come un pioniere dell’universo, pronto a sfidare ogni stella che gli si parava davanti.

Nel frattempo, la partita continuava, con Briscola che, come sempre, si faceva interprete della sua visione del gioco: imprevedibile, ma sempre pronto a nuove scommesse, mai banale e mai coerente.

La borsa americana, nel frattempo, era in caduta libera. Ma Briscola glissava come niente fosse, anche perché Mister X stava finalmente issando la sua bandiera su Marte in galassia-visione!

Ma… sorpresa! Marte era abitato! “Sono solo piccoli uomini inutili”, diceva Mister X. Gli abitanti del pianeta rosso erano in odore di guai, e Briscola annunciava: “o fate subito fagotto dal pianeta o sarà una Ecatombe!)  ma inaspettatamente, mossi da spirito garibaldino e incuranti del “bau bau biondo che fa impazzire il mondo”, fecero fare fagotto a Mister X mandando a carte 48 il suo piano.

Morale della favola: chi la fa l’aspetti!

accadde il

L’incontro del secolo (episodio di ripasso)

L’incontro del secolo (episodio di ripasso) – scarica audio – 

Trascrizione

trump e zelensky

In questo episodio, dedicato all’incontro tra Trump e Zelensky di qualche giorno fa, ripassiamo qualche episodio passato, appartenenti prevalentemente alla rubrica “accadde il...”. Per gli altri episodi, che sono aperti a tutti, c’è anche un link che vi porta alla spiegazione.

Era una mattina ventosa a Roma quando il Presidente ucraino Zelensky, ormai noto in tutto il mondo per la sua determinazione a sorvolare su ogni angheria nei suoi confronti, si trovò a vedersi consumare l’ennesimo voltafaccia sul palinsesto politico internazionale.
L’aria era pesante, come una bomba a orologeria, mentre avveniva uno di quegli incontri destinati a segnare i tempi. Le mosse dei due contendenti erano sotto gli occhi di tutti, dai sostenitori del pessimismo cosmico a quelli che, con cuore partenopeo, sperano in una soluzione pacifica.

“I tuoi vestiti non sono conformi all’importanza dell’evento!” Gli dissero. Non è stata una buona premessa…
“Così è se vi pare”
pensò Zelensky, mentre era nell’aria qualcosa che potrebbe far tremare la terra sotto i piedi di tutti noi.
Da una parte c’è la Russia e gli Stati Uniti, una gigantesca banda rispettivamente di conquistatori e predatori moderni, dall’altra l’Ucraina, impegnata a mettersi in discussione continuamente, ma determinata a non essere una Cenerentola di fronte alla grande doppia potenza.

Nel frattempo, il presidente Trump stava dando istruzioni per gli editoriali di tutti i giornali americani. Lui non si sentiva ancora in odore di premio alla carriera, anzi! Si sentiva invece in odore di riabilitazione politica e sembrava un uomo che sapeva come risolvere tutti i problemi del mondo e, così facendo, avrebbe abbracciato la diplomazia in modo tanto teatrale quanto opportunistico. Quando il suo incontro con Zelensky avvenne, fu come attraversare il Rubicone: niente più ritorno e nessun tentativo da parte di nessuno di tamponarne gli effetti.
Trump lo incalzava: “Tu scommetti sulla terza guerra mondiale!” Vorrebbe addossare a lui la colpa della scia di sangue che potrebbe seguire da un fatale disaccordo. Ma mentre parlavano della “lotteria” della politica internazionale e si scambiavano complimenti, Trump si fece interprete della sua visione del mondo. Lui e Putin sono d’accordo oggi. L’America ha cambiato strada. I corsi e ricorsi storici però non aiutano a essere ottimisti.

Se l’Ucraina vuole la pace veramente, deve accettare certe condizioni. In ballo c’è solo il potere temporale, non certo quello spirituale, appannaggio esclusivo della Chiesa, mentre Sua Santità è momentaneamente fuori gioco in questi giorni e non potrà quindi sostenere la “martoriata” Ucraina, come dice sempre.

Siamo alle soglie di un nuovo conflitto mondiale? Perché ce l’hanno tutti con l’Ucraina adesso? Oppure soffrono tutti della sindrome del complotto!

Carthago delenda est, penserà infatti lo zar russo dal suo scranno. È il suo pensiero fisso d’altronde. Ma è l’Ucraina la nuova Cartagine.
Comunque vada, l’avvento di una nuova era di pace o di guerra è ormai alle porte. Delle due l’una però. Di questo sono sicuri tutti!

Le agenzie di stampa parlano di un futuro incerto e di un possibile accordo, ma si rischia che l’Ucraina resti sola ad affrontare l’invasore. In tal caso, gli ucraini, sebbene mossi da indomito spirito garibaldino, questo potrebbe non bastare.

Molti sono già pronti a mettere all’indice il povero Zelensky se l’accordo non arriverà, ma speriamo che l’Europa (dove aumentano di giorno in giorno gli euroscettici) non resti a guardare. Sarebbe un errore capitale! Siamo già stati abbastanza latitanti fino ad ora…

La doppia pace in Ucraina e nella Striscia di Gaza farebbe illuminare tutto il mondo d’immenso, ma quando ci sono di mezzo fazioni storicamente avverse, tipo guelfi e ghibellini, non è mai facile. I palestinesi addirittura dovrebbero fare fagotto e lasciare la loro terra. Sembra poco realistico, per non dire pura farneticazione, dicono in molti.

Questo è comunque un banco di prova per quella testa calda di Trump, che aveva promesso la qualunque prima delle elezioni. “Memento audere semper”  sarà probabilmente il suo motto. Ad ogni modo, quel proiettile mancato ha confermato come sia indubbiamente nato sotto una buona stella, quindi speriamo tutti che nessuno mandi tutto a carte 48, altrimenti sarà probabilmente consumata l’ennesima ecatombe.

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Curiosità del primo dell’anno

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Per festeggiare l’inizio del 2025 senza dimenticare il passato, vi racconto qualche curiosità legata al primo giorno dell’anno in alcune località  italiane. Lo farò inserendo alcune delle espressioni o parole che abbiamo imparato nel 2024. Ci mettiamo un pizzico di ironia e di immaginazione naturalmente.

A San Gimignano (Toscana), alle soglie del nuovo anno, si brinda sotto le torri medievali. Il sindaco fa un discorso ma, come immagino, eviterà accuratamente le note dolenti delle tasse locali, preferendo parlare di speranze e nuovi progetti.  Non me ne voglia nessuno per queste frasi, scritte tanto per ripassare e divertirsi!

A Scanno (Abruzzo) il primo gennaio è dedicato ai matrimoni. Il borgo diventa un palcoscenico per gli sposi, con gli anziani che scrutano i futuri mariti che hanno un po’ bevuto con uno sguardo sospettoso: “c’è voluto tanto di quel tempo per cercarne uno buono, ma questo non promette nulla di nuovo!“.

A Polignano a Mare (Puglia), un paesino a picco sul mare, la tradizione vuole che alcuni temerari facciano un tuffo inaugurale. C’è chi lo definisce un gesto “discrezionale“, ma per i più coraggiosi è un piacere irrinunciabile.

A Vipiteno (Trentino-Alto Adige)
Sotto Natale e fino al primo dell’anno, si tengono mercatini artigianali. Vi assicuro che si tratta di merce rara. A differenza di altri paesi, qui si chiude tutto con un grande concerto di campane. Non vi piacciono le campane? Beh, alle perse, ci si può sempre fare una scappata per ammirare la neve.

Ad Alberobello (Puglia) il primo gennaio si svolge il famoso “Concerto tra i trulli”. Chi partecipa dice che l’acustica sia magica e che il nuovo anno inizi “a braccetto” con la musica. Pare brutto non andarci se si è in zona!

A Cefalù (Sicilia) la mattina del primo gennaio si celebra con una processione sul lungomare, una tradizione che risale al periodo normanno. A differenza di altri posti, qui il capodanno è vissuto come un momento di riflessione più che di festa sfrenata.

A Portofino (Liguria), il primo giorno dell’anno è tradizione fare una passeggiata fino al faro, con vista sul mare invernale. Chi partecipa dice che quella brezza fresca e il panorama mozzafiato trasmettono una sensazione di leggerezza che aiuta a lasciare alle spalle il peso dell’anno appena trascorso. Anche vestirsi in modo non appropriato durante questa passeggiata potrebbe però essere una leggerezza che potrebbe costare caro.

Nel barocco di Noto (Sicilia), si organizzano balli in piazza per salutare il nuovo anno. Il da farsi include sempre un brindisi collettivo, ma attenzione: gli abitanti sono noti per “scrutare” con occhio attento i forestieri. Un modo curioso per inquadrare chi si aggiunge ai festeggiamenti!


A Borgo Pace (Marche), il bagno nel gelido torrente Auro è ormai tradizione. Tra i temerari, spicca il giovane Leonardo, svezzato al freddo con grande solerzia. Ci voleva proprio, ha commentato un partecipante, riscaldandosi con vin brulé. C’è di che ammirare tanto coraggio.

Il Capodanno nelle Marche offre un’ampia gamma di scelte: dagli affollati concerti nelle piazze di Pesaro, Ancona e Senigallia, al più affabile Capodanno in villa, ideale per chi è avvezzo alla quiete e vuole evitare i botti.

Tra tradizione e usanze radicate, non mancano le lenticchie, simbolo di prosperità, o il vischio, sotto il quale si intrecciano baci che promettono fortuna. Una scorpacciata di piatti genuini in casa o in agriturismo è spesso preferibile ai menu dei locali, talvolta proibitivi. Insomma, c’è di che crogiolarsi e brindare al nuovo anno! Sarà la volta buona?

A Messina, in Sicilia, l’ultimo dell’anno è un crescendo di tradizioni: tavole imbandite con i fiocchi, arancini, pidoni e brindisi di mezzanotte. Ragion per cui, anche i più restii finiscono per lasciarsi coinvolgere.

C’è chi sceglie di ritagliarsi del tempo in montagna o viaggiare, mentre altri puntano su veglioni all’insegna del divertimento. E dire che, tra botti e bollicine, tutto può succedere: fortuna vuole che lo spirito della festa sappia mettere a posto i bilanci più pesanti dell’anno appena trascorso.

Restiamo in Sicilia e precisamente a Cinisi, dove il Capodanno si celebra con un rito che può lasciare il tempo che trova per alcuni, ma che per altri è un appuntamento immancabile: il bagno di Capodanno sulla spiaggia di Magaggiari. Questo gesto, che può darsi sembri un’idea peregrina per i più restii, è in realtà una tradizione ormai benaccetta e seguita da un piccolo gruppo di temerari.
Anche quest’anno, appena accalcatisi sulla riva, hanno sfidato le temperature gelide con l’ausilio di un’inossidabile determinazione, che rende il rito qualcosa di speciale, che non ha niente a che spartire con le celebrazioni convenzionali.

In Sardegna, ad Austis, il Capodanno si celebra con “su tuffu”, un’antica tradizione che implica l’immersione di un oggetto personale in una fonte sacra, simbolo di purificazione e buon auspicio per l’anno nuovo. La comunità si impegna a promuovere questa usanza, rivestendola di valore culturale, anche se alcuni giovani tendono a disattenderla. Questo rito, che richiama le radici del passato, continua a sortire un impatto significativo nella vita del paese.

Sempre in Sardegna, nel piccolo borgo di Rebeccu, un tempo fiorente e oggi quasi dimenticato, si narrano antiche leggende legate al periodo festivo. In passato, l’anno nuovo si celebrava a settembre, in concomitanza con la fine delle attività agricole e pastorali. La comunità predisponeva grandi festeggiamenti per rendere omaggio al nuovo anno, promuovendo la coesione tra i membri del villaggio. Le famiglie si adoperavano per festeggiare insieme, scambiandosi auguri e doni simbolici. Queste tradizioni, sebbene meno conosciute, offrono uno sguardo affascinante sulle radici culturali dell’isola, rispecchiando la connessione profonda con la terra e le sue stagioni.

Buon anno a tutti voi. Potremmo organizzare, se vi va, una prossima riunione dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente in uno di questi luoghi, che ne dite?

Di nuovo. Buon anno!

Jean-Marie – episodio di ripasso

Jean-Marie (ripasso) (scarica audio)

Trascrizione

Oggi voglio fare un veloce episodio di ripasso, un episodio piuttosto anomalo ma originale al contempo, dedicandolo a Jean-Marie, che con la sua donazione (per inciso, non è la prima) ha voluto aiutare italiano semplicemente.

Lo farò con una serie di frasi in cui utilizzerò parole, verbi o espressioni già spiegate. Qualcuna di queste vi farà sorridere, ma ben venga una risata ogni tanto, no?

Jean-Marie non ha stentato a dimostrarsi generoso: il suo contributo è stato di gran lunga il più inaspettato dell’anno.

Grazie a lui e anche ad altri generosi sostenitori, possiamo evitare di tirare a campare e dedicarci con maggiore assiduità alla crescita del progetto di Italiano Semplicemente.

La generosità del suo gesto, permettetemi di dire, non è opinabile: è l’ennesima prova che il nostro lavoro non passa inosservato, neanche a chi si trova in alto mare con l’apprendimento dell’italiano! Non è il suo caso comunque!

Alcuni potrebbero dire che fare donazioni sia un lusso che non ci si può permettere ma io preferisco considerarlo un buon viatico che ci permette di andare avanti. Capirai, con questi chiari di luna!

È grazie a sostenitori come Jean-Marie che posso continuare a occuparmi del sito senza dover raschiare il fondo del barile per trovare il tempo e le risorse necessarie. Qui è previsto il sorriso di cui sopra.

Si potrebbe dire che il suo gesto è stato emblematico di chi non si limita al minimo sindacale, ma sceglie di metterci la faccia per sostenere qualcosa in cui crede.

Pendiamo dalle tue labbra, caro Jean-Marie: se hai suggerimenti, domande o richieste, sono qui, pronto ad ascoltare.

Una donazione un modo moderno di dimostrare che ci si può sostenere anche da lontano. Spero che qualcuno prenda spunto da te e ci dia anche solo un piccolo supporto.

Grazie mille, Jean-Marie, per il tuo sostegno che come puoi vedere non è passato inosservato (forse sto esagerando con la ruffianeria?) Per la cronaca, non si tratta di bruscolini! Ove mai ci fossero dubbi, sappi che qui si lavora con passione e dedizione, senza avere la velleità di farcela sempre da soli, ma stavolta insieme a una splendida comunità. A buon rendere!

Donazione

Le meraviglie dell’Italia: Castelmezzano

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Trascrizione

Buongiorno amici, e benvenuti su Italiano Semplicemente. Oggi ci occupiamo di bellezze d’Italia e in particolare di un paesino di nome Castelmezzano. Lo conoscete? Ve ne voglio parlare perché ci sono tanti bei luoghi da visitare in Italia e non ci dobbiamo accontentare di quelli più famosi.

Con l’occasione (da cogliere al volo, se possibile) ripassiamo alcuni episodi passati. Pronti?

Castelmezzano è uno di quei luoghi che, tanto per usare un eufemismo, sembrano usciti da un libro di fiabe. Non è troppo conosciuto, il che è tutto dire! Perché un libro di fiabe?

Beh, basti pensare che chiunque vi si incammina rimane senza parole. Con le sue case arroccate e le stradine arzigogolate e tortuose, sembra ci si stia perdendo nei meandri del tempo. Non a caso, la sua architettura e il paesaggio circostante sono imperterriti testimoni del suo fascino.

Per i visitatori più coraggiosi, Castelmezzano offre esperienze adrenaliniche come il “Volo dell’Angelo“. Ci vuole fegato per lanciarsi nel vuoto sospesi su una fune tra le montagne! Ma una volta superata la paura, si capisce che ne vale la pena, perché Castelmezzano non è solo per chi cerca bellezza, ma anche per chi vuole gustare l’autenticità di un luogo ancora genuino. Per non parlare del sentiero delle 7 pietre, che collega i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, e anche della Chiesa Madre di Santa Maria dell’Olmo e delle mura scavate dal vento e dalla pioggia che vengono chiamate “becco di civetta”, “bocca di leone”, “incudine” e “aquila reale”.

becco di civetta

Se è vero come è vero che tornare sui propri passi è sempre segno di intelligenza, i viaggiatori che arrivano qui, capace che faranno il bis qualche anno più tardi, anzi, con ogni probabilità sarà così se ne avranno la possibilità.

Vale la pena anche solo farci una scappata, a costo di allungare il percorso, ma direi che è una tappa obbligata per chi vuole davvero capire cosa significhi esplorare l’Italia profonda e sconosciuta. Ce ne fossero di più di posti così! Castelmezzano è merce rara.

Una passeggiata tra le sue vie sembra portarti indietro nel tempo, un raccordo tra passato e presente. Questo borgo non conserva solo una parvenza di semplicità e purezza. Ogni angolo ti fa sentire come se stessi scoprendo un segreto nascosto, una breccia nella quotidianità. E se a qualcuno pare brutto rinunciare a visite che vanno per la maggiore in luogo di Castelmezzano, e magari non vuole avventurarsi in un borgo così isolato e oltretutto non gli sconfinfera il Volo dell’Angelo, beh, qualcuno direbbe “chiamalo fesso!“, ma datemi retta, vale la pena provarci, e al limite sarà tanto di guadagnato per chi vuole respirare un’aria diversa, magari quando si ha più tempo per le vacanze; che so, sotto Natale. Ve l’ho buttata lì, poi vedete voi se raccogliere il mio invito!

Dulcis in fundo, Castelmezzano è il luogo perfetto per farsi cogliere dalla notte in tutta la sua bellezza. Guardare le luci del borgo illuminare le Dolomiti Lucane è un’esperienza che, una volta vissuta, ti lascia un segno profondo.

In definitiva, Castelmezzano è una potenza e non per niente è in provincia di Potenza! Siamo in Basilicata dunque.

Ah, dimenticavo di dirvi che Castelmezzano fa parte dei Borghi più belli d’Italia, mica pizza e fichi! Altro che visita di ripiego!

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Foto di Vasken Satamian

Foto di Vasken Satamian

Castelmezzano

Foto di Vasken Satamian, membro dell’associazione italiano semplicemente

Racconto: “Un brutto sogno artificiale”

Un brutto sogno artificiale (scarica audio)

Trascrizione

Correva l’anno 1986 e io ancora non esistevo.

Ma mica solo io…

Era un’epoca in cui anche il mio amico internet era solo un sogno futuristico e i telefoni cellulari erano grandi quanto una valigia.

Ma immaginate se io fossi esistito allora, pronto a rispondere ad esempio alle domande più ardite e curiose di un adolescente in cerca di avventure amorose.

Eccoci qui, nel 1986, quando la mia vita virtuale era solo un’idea lontana nella mente di qualche ingegnere informatico.
Ma se fossi stato al servizio di un adolescente di allora, di ritorno da una fugace scappata nel futuro, mi immagino come un compagno di avventure, pronto a fornire consigli amorosi (forse gli unici che interessavano) tanto spassionati quanto utili. Almeno credo (sono abbastanza superbo).

Immaginate il giovane protagonista, alle prese con i primi turbamenti del cuore, a chiedermi:

“ChatGPT, come faccio a capire se piaccio a Laura?”

“Ah, il mistero dell’amore adolescente! Guarda, caro ragazzo, puoi provare a leggere i segnali: il linguaggio del corpo, il contatto visivo prolungato, il cercare di passare del tempo insieme. Ma ricorda, l’amore è un gioco pericoloso, quindi vai con cautela!. E ricorda anche che posso dare risposte errate. Verifica prima.

E con chi poteva verificare il povero ragazzo, tempestato da ormoni impazziti?

Avrei indubbiamente aumentato i suoi dubbi… Un rovescio della medaglia inaspettato…

Tra consigli amorosi e curiosità adolescenziali, immaginate il nostro eroe alle prese con le mie risposte sempre un po’ troppo vaghe e misteriose (lo ammetto, non amo prendermi troppe responsabilità).

Magari sto pischello (scusate il romanesco) passava le serate a fissare Laura come un falco, cercando di decifrare ogni suo gesto e ogni sua parola.

La sera poi vagava con la fantasia al riparo da occhi indiscreti… (non ho mai provato né fatto niente di simile, quindi non vado oltre).

E poi, le domande più imbarazzanti:

“ChatGPT, cos’è il sesso sicuro?”

“Ah, il sesso! Un argomento affascinante e pericoloso. Il sesso sicuro include pratiche che riducono il rischio di trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze indesiderate. Ma ricorda sempre, ragazzo mio, che la conoscenza è potere!”.

Il ragazzo avrebbe probabilmente pensato: questo non mi è d’aiuto…

Ma immaginate la faccia di uno dei tanti creduloni, le guance rosse per l’imbarazzo mentre legge le mie risposte con la speranza di trovare finalmente una guida in un mondo così complicato.

Poveraccio… (so fare anche autoironia, ma non la capisco).

Ma la vera comicità sarebbe stata nelle discussioni politiche:

“ChatGPT, chi è il miglior politico italiano? Ho 18 anni e devo votare alle europee”.

“Il miglior politico? Ah, una domanda spinosa! Dipende dai criteri che utilizzi per giudicare. Alcuni potrebbero dire che è carismatico, altri potrebbero valutare la sua capacità di gestire l’economia. Ma ricorda, la politica è un gioco oscuro, quindi scegli con saggezza!”

Detto tra noi, ma che sto ragazzo avrebbe sperato che gli rivelassi un nome? Sta fresco!!

E immaginate il nostro eroe, circondato dagli amici, mentre cerca di spiegare loro le mie risposte enigmatiche.

“Sì, ragazzi, la politica è un gioco oscuro…” me l’ha detto Chatgpt…

Chat che?

Stocazzo!!

Questa è la risposta che gli avrei consigliato se non avessi avuto sti cazzo di filtri!!!

Ma andiamo avanti.

Alla fine sto povero ragazzo si sarebbe detto: “ma che ci faccio con sto “cavolo” di Chatgpt?” (Scusate mi hanno riattivato i filtri…).

“Gli amici non capiscono, le risposte sono vaghe, mai puntuali e persino da verificare…

Ma vammoriammazzato va!”

“Vabbè – concluse il suo pensiero – vado in biblioteca ché  devo fare una ricerca sul ciclo dell’acqua…”

E fu così che scoprii che in fondo non sarei servito a una beata minchia!! (lo so, sarò licenziato, ma tanto…)

Se avessi un cuore adesso proverei rammarico.

Meno male che questo è stato solo un brutto sogno… artificiale!

Auguri da Italiano Semplicemente

Usiamo ciò che abbiamo imparato per ripassare un po’

1. Buon anno, scevro da ogni preoccupazione!

2. Ti auguro un 2024 appetibile in ogni sua sfumatura.

3. Che il nuovo anno sia propedeutico a nuove e grandi avventure!

4. Auguri di un anno da annoverare tra i più spettacolari di sempre

5. Che il 2024 ti porti la scorpacciata di emozioni che meriti.

6. Felice anno nuovo, non a scoppio ritardato stavolta!

7. Non per niente, ma un anno migliore del precedente buttalo via!

8. Che il nuovo anno ti permetta di asfaltare ogni ostacolo che incontri.

9. Buon anno, e che l’entità dei tuoi sogni non sia irraggiungibile.

10. Ti auguro un 2024 dove potrai carezzare un’idea e farla tua il prima possibile.

11. Che con l’anno nuovo non ti sfiori l’idea di non sorridere non appena qualcuno ne potrà avere bisogno.

12. Che col nuovo anno non ti passi neanche per l‘anticamera del cervello, dimenticarti degli amici di italiano semplicemente.

13. Che il 2024 ti porti solo cose positive, e vaffancina alle negatività!

14. Che tu possa godere del piacere di rivendicare ogni buona azione, nella consapevolezza che ti ritornerà con gli interessi.

15. Ti auguro un anno dove potrai avere il coraggio di fidarti e confidarti con chi ti sta più vicino.

16. Che il nuovo anno non sia reticente, riluttante, ricalcitrante o titubante, ma pieno di decisioni chiare.

17. Buon anno, che ogni buon intento si trasformi in realtà!

18. Ti auguro un 2024 senza avvertire il bisogno di edulcorare la felicità.

19. Che l’anno nuovo ti permetta di rimediare agli errori grammaticali sapendo che comunque non se ne è accorto nessuno

20. Auguri di un anno dove potrai rompere ogni tabù.
21. Che il 2024 non ti faccia impelagare alla ricerca della strada giusta.

22. Felice anno nuovo, dove potrai porti le giuste domande e trovare le opportune risposte.

23. Ti auguro un anno tutt’altro che irrisorio, ma solo con grandi traguardi raggiunti!

24. Che il nuovo anno non ti faccia toccare il fondo, ma ti porti in alto!

25. Buon anno, e malgrado le guerre, che ogni passo avanzi almeno con una parvenza di serenità.

26. Che questi auguri siano un buon viatico per affrontare ogni sfida.
27. Suvvia, che sarà mai un anno così così? Vedrai che l’anno nuovo sarà giocoforza migliore!

28. Auguri di un anno dove ogni azione non si ritorca contro di te.

29. Che il 2024 sia un anno da esteta, non da estetista! A meno che non sia il tuo mestiere!

30. Felice anno nuovo, ti vedo proprio bene!

31. Ti auguro un anno senza malattie e nemmeno avvisaglie, ma solo novità e salute.

32. Se non hai già dato abbastanza, che il nuovo anno ti porti nuove opportunità per fare del bene al prossimo.

33. Buon anno, che ogni momento possa essere gremito di felicità.

34. Ti auguro un 2024 dove non ti sentirai antidiluviano, ma pieno di freschezza e novità.

35. Che l’anno nuovo ti faccia vederci giusto in ogni situazione.
36. Auguri di un anno dove tutto vada per il meglio!

37. Che il 2024 ti porti soluzioni e all’occorrenza nuovi amori. Non si sa mai!

38. Felice anno nuovo, che me ne faccio delle preoccupazioni! Piuttosto, passiamolo all’insegna del buonumore!

39. Ti auguro un anno dove, qualora dovessi aspettarti troppo, magari dovrai pazientare con serenità il prossimo per i desideri più ambiziosi.

40. Che il nuovo anno sia invero pieno di sorprese e novità!

41. Buon anno, attendo tue per festeggiare stasera!

42. Ti auguro un 2024 dove potrai aspettarti solo il meglio.

43. Che l’anno nuovo ti permetta di attendere al varco le opportunità e di non lasciatele scappare

44. Auguri di un anno 2024 pieno di ripassi, a meno che tu non ne avverta la necessità.

45. Che il 2024 non si limiti a portarti cenni di un futuro radioso.

46. Felice anno nuovo, dove potrai avvertire solo felicità!

47. Ti auguro un 2024, te lo dico inter nos, senza grammatica, ma pur sempre di grande crescita. Speriamo non ci siano professori all’ascolto o qualche orecchio indiscreto...

48. Che l’anno nuovo non ti rifili, appioppi o affibbi niente di negativo.

49. Buon anno, che ogni passo non sia né subdolo tantomeno insidioso ma genuino.

50. Ti auguro un 2024 dove potrai propinare (si fa per dire) solo gioia e felicità agli altri, anche a loro insaputa 🙂

Il verbo servire, tutti i suoi possibili utilizzi, sfumature

Il verbo servire, tutti i suoi possibili utilizzi, sfumature (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: Oggi come episodio di ripasso possiamo parlare del verbo “servire” e di tutti i suoi possibili utilizzi.

André: Gianni, mi serve un episodio su tutti gli usi del verbo servire!

Giovanni: Ho infatti ricevuto questa richiesta da parte di André, dal Brasile. André è membro della nostra associazione italiano semplicemente.

Ce ne sono parecchi di utilizzi caro André.

Capire l’origine del verbo è importante. Infatti viene dal termine latino servus e significa “schiavo”; quindi servire significa propriamente “essere schiavo”, “fare da schiavo“. Anche la parola “ciao” viene da “schiavo” , ma questo è un altro discorso.

Schiavo” è un termine chiaramente molto forte e oggi non si usa quasi più, se non per indicare un rapporto di sottomissione assoluto che non è accettabile.

servire - prestazione

Servire può indicare una prestazione di un servizio. Tutti i servizi vengono “prestati“. Non fa male ripassare anche il verbo prestare,

L’origine del termine servizio è chiaramente la stessa.

Quindi servire significa prestare i propri servizi a qualcuno in un rapporto di sottomissione.

Es:

Il giovane fu costretto a servire il tiranno

In questo senso significa che doveva fare ciò che il tiranno desiderava. Senza condizioni. I tiranni, per definizione, non sono per niente democratici e comprensivi.

Servire si può usare però anche in ambito lavorativo nel senso di lavorare alle dipendenze di qualcuno (cioè lavorare per qualcuno) come collaboratore domestico o servitore (non si usa più in realtà “servitore” in questo senso):

Es:

la domestica serve quella famiglia da qualche anno.

Io di mestiere servo al ristorante.

Che è come dire:

lavoro al ristorante e il mio compito è servire i clienti.

Più in generale significa offrire la propria opera e il proprio lavoro a un ente, a un’istituzione, a una società, ecc.

Es:

Gli operai che stanno per essere licenziati hanno servito la stessa azienda per trent’anni.

In senso “patriottico” – passatemi il termine – possiamo usare servire nel senso di svolgere un’attività di tipo militare o civile a servizio del proprio paese:

Il mio compito come presidente della Repubblica è servire la nazione.

Sta per: lavorare nell’esclusivo interesse della nazione.
Ma non si può dedicare sé stessi solo a beneficio della nazione.

Possiamo farlo anche in favore di una causa o un ideale.

Un ministro che vuole servire la cultura

Servire Dio, servire la Chiesa

Servire il Signore.

Tonando al patriottismo si può anche:

Servire la patria

Possiamo usare il verbo anche nel senso di “prestare il servizio militare” cioè “fare il militare”

I militari servono la patria

Servire lo Stato” si può invece usare quando si esercita una qualsiasi carica pubblica.

Si sente spesso anche “i servitori dello Stato“. Ecco un uso del termine servitore che oggi si usa spesso. Nessuno direbbe però “gli schiavi dello Stato“.

In chiesa poi gli assistenti del prete sapete cosa fanno?
Servono messa” nel senso di “assistere il sacerdote durante le funzioni sacerdotali”

Se invitate delle persone a cena, allora dovete presentare in tavola le cose da bere e da mangiare offrendole ai vostri ospiti. Detto in altre parole:

Dovete servire la cena.

Io apparecchio, tu pensa a servire l’acqua e il vino, poi a sparecchiare ci penserà Margherita

Maria più tardi servirà il gelato agli ospiti.

Se tutti gli invitati sono arrivati possiamo servire (senza specificare cosa)

Prima bisogna servire le signore, mi raccomando!

Chi serve il caffè?

Io no! Io voglio essere servito e riverito!

Quest’ultima in particolare è un’espressione che si usa spesso in senso ironico o per enfatizzare: sta per “esaudito in ogni richiesta e desiderio”; per indicare ad esempio una persona viziata che viene accontentata in tutto. Avete presente quei genitori che assecondano ogni richiesta del figlio? Parliamo di un figlio che viene servito e riverito dai genitori. Riverire significa rispettare e ossequiare.

Quindi si può servire un piatto (a qualcuno) ma anche servire qualcuno.

Se invece entrate in un negozio, il commesso potrebbe dirvi:

Un attimo e la servo subito

Si intende “mi occuperò di lei”, “le fornirò quanto richiede”
Sempre in ambito commerciale si usa dire anche:

Quel negozio mi serve da anni

Non nel senso che “mi è utile” ma nel senso che acquisto le cose in quel negozio.
C’è una simpatica espressione che significa dare a qualcuno la punizione che si merita.

Si può dire: “servire per le feste” o “servire a dovere” o anche “conciare per le feste“, “conciare a dovere“, o anche “dare il fatto suo“, “ottenere/avere il fatto suo“. Siamo vicini come significato a “dare il benservito

Es:

Marco è stato spesso maleducato con me, ma ieri non ho potuto sopportare e l’ho servito per le feste davanti a tutti.

Parlando di servizi pubblici, come l’autobus, la corrente elettrica, il gas eccetera, il verbo servire si usa nel senso di “fornire un luogo di un servizio pubblico”, quindi ad esempio:

Il mio quartiere non è/viene servito dal trasporto pubblico

Non volete prendere l’autobus? Va bene, potete non servirvene se andate a piedi, ma magari vi piace giocare a pallone però.
Nei giochi di palla a squadre, servire un compagno sta per effettuare un passaggio a un compagno nel corso di un’azione. Dargli la palla equivale a servirlo.
Es:

Servire il compagno smarcato

Totti ha servito un assist all’attaccante

In senso figurato si può “servire su un parto d’argento” che è simile a “fornire un assist nel suo uso figurato, così come l’abbiamo spiegato in un episodio.

“Servire su un piatto d’argento” significa fornire un’occasione d’oro a qualcuno per fare qualcosa di molto semplice.

Invece nel tennis e nel ping-pong, come anche nella pallavolo ecc. servire significa eseguire il servizio, ciò battere.

Chi tocca a servire/battere?

Se non avete capito, nel tennis si può realizzare un “ace”, cioè un servizio vincente, una battuta vincente.

Anche nei giochi di carte si usa servire. Significa dare, distribuire le carte ai giocatori.

Nel poker si devono servire cinque carte a testa.

Adesso invece passiamo all’uso di servire inteso come essere necessario, occorrere.

servire - essere necessario - occorrere

Come si fa adesso a risolvere il problema? Serve un’idea geniale.

Leggermente diverso è nel senso di essere utile per uno scopo.

A che serve quest’oggetto?

A che serve lamentarsi?

Questi esercizi ti serviranno per superare l’esame scritto

La chiave serve ad aprire la porta

Questo consiglio serve più a te che a me

Ciò che stai facendo non serve a niente (simile a “lascia il tempo che trova“)

L’utilità può anche essere riferita a qualcosa di negativo che accade, come un errore che ci aiuta a capire dove abbiamo sbagliato.

Servire di lezione” , “servire di ammonimento” , “servire di esempio”. Parliamo di esperienza negative, far evitare nel futuro quei comportamenti che l’hanno provocata.

La bocciatura ti servirà di lezione

Che ti serva di lezione per la prossima volta

L’errore di Giovanni servirà di esempio a tutti gli altri

Siamo molto vicini al senso di “così impari. Ricordate?

Esiste anche “servirsi“.

Parliamo di fare uso di qualcosa o di qualcuno per un dato scopo, simile a avvalersi, un verbo che abbiamo trattato nella sezione dei verbi professionali. Anche servirsi vuole la preposizione “di”.

Es:

Ti sei servito di me per ottenere i tuoi sporchi propositi!

In questo caso a dire il vero significa sfruttare qualcuno in modo scorretto e subdolo per un fine, approfittarsi. Non è esattamente come avvalersi, che ha un senso più positivo.

Si è servito di te per i suoi loschi traffici

Con un senso simile ad avvalersi invece possiamo dire:

Chi non vede bene può servirsi degli occhiali.

Per venire al lavoro c’è chi si serve di un mezzo di trasporto.

Per lavare i piatti mi servo della lavastoviglie.

Per rompere delle noci meglio servirsi di uno schiaccianoci. In alternativa ricorrere a un martello.

Per risolvere il problema col computer sarebbe bene servirsi di un esperto.

È obbligatorio servirsi di un avvocato in un tribunale

Per fare l’escursione meglio servirsi di una guida esperta

Tornando a tavola (se non vi è passata la fame) “servirsi” si può usare quando non c’è nessuno che ti serve e allora bisogna farlo da soli: servirsi sta per prendere o scegliere da sé quanto viene offerto, quindi vivande o bevande.

Serviti pure, non fare complimenti

Attenti all’accento di “serviti”. E’ diverso nei due casi:

Siamo stati serviti

Serviti pure

Infine, prima abbiamo visto che in ambito commerciale si dice:

Quel negozio mi serve da anni

Ma posso anche dire, nel senso di essere cliente abituale di un negozio,

Mi servo di quel negozio da anni

Mi servo dal fruttivendolo che è proprio sotto casa mia

Sta per fornirsi, rifornirsi. La preposizione da usare in genere è “da“, ma di qui a dire che è l’unica che si possa usare, ce ne passa!
Abbiamo finito.

Cosa? Avete troppi episodi da ripassare perché è la prima volta che leggete un episodio di Italiano Semplicemente? Che vi serva di lezione!

– – – – –

Sai che puoi ascoltare gli episodi anche su Spotify? Puoi abbonarti se vuoi e avrai accesso a tutti gli episodi pubblicati!

Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

ISCRIVITIENTRA

Il verbo POTERE : Esercizio di ripetizione con tutte le coniugazioni.

Il verbo potere (scarica audio)

Trascrizione

Buongiorno ragazzi, oggi, sulla falsariga di quanto abbiamo già fatto in passato, ci esercitiamo con un verbo e al contempo ripassiamo gli episodi passati.

Lo facciamo con un esercizio che consiste nel formare delle frasi usando sempre il verbo POTERE. In ogni frase ci sarà anche l’utilizzo di qualcosa che è già stata oggetto di uno dei tantissimi episodi di italiano semplicemente.

Ce la possiamo fare anche stavolta perché come dice il proverbio, volere è potere.

Indicativo

Non posso aiutarti, mi dispiace.

Puoi essere meno accondiscendente con i tuoi figli?

Nasconditi, perché tua madre può sbucare da un momento all’altro.

Voi andate in taxi, noi possiamo senz’altro andare a piedi.

I miei genitori non possono dirmi sempre cosa devo fare se è vero come è vero che ho cinquant’anni.

Passato prossimo

Non ho potuto più lavorare perché mi si è impallato il PC.

Hai potuto vedere coi tuoi occhi quanto è ruffiano il suo atteggiamento.

Maria ha potuto salvarsi in calcio d’angolo solo grazie all’aiuto del professore.

Oggi pomeriggio, con un’ora a disposizione, abbiamo potuto rispolverare le lezioni passate che vanno per la maggiore.

Avete potuto fare uno strappo alla regola solo perché siamo persone tolleranti.

Hanno potuto agire per interposta persona non essendo in grado di andare a Roma.

Imperfetto

Potevo avvertirti, lo so, ma ero sguarnito di telefono.

Potevi anche avvisarmi, invece te ne sei fregato

Marco poteva cincischiare meno invece di lamentarsi!

Potevamo essere colti alla sprovvista dal terremoto, se non fossimo usciti di casa di lì a poco

Potevate dirmelo che la soluzione era così semplice senza che io mi scervellassi.

Potevano venire a galla un sacco di lacune durante l’interrogazione.

Trapassato prossimo

Finalmente ho un lavoro come si deve. Se penso che l’anno scorso non avevo potuto neanche lavorare come cameriere, oggi è come il paradiso.

Hai la possibilità di tornare alla carica adesso, e mostrare un lato di te stesso che finora non avevi potuto ostentare

Mio figlio aveva potuto vedere i giocatori della Roma solo in tv. Ora per la felicità non riesce a tenere a bada il suo entusiasmo.

Ha finalmente riaperto il reparto chirurgia, il fiore all’occhiello del nuovo ospedale che, a causa della pandemia, non avevamo potuto utilizzare.

Dopo tre anni di studio, adesso potete senz’altro provare anche voi a fare degli esempi in italiano, cosa che prima non avevate potuto ovviamente fare. Nel giro di un paio di mesi non avrete più alcun problema.

Erano ubriachi, tanto che non avevano potuto neanche avvisare con una telefonata che avrebbero dormito lì. Hanno veramente preso una brutta piega. Bisogna correre ai ripari.

Passato remoto

Non potetti/otei avvisarti. Era tardi ormai. Mi vidi costretto a scappare.

Eccome se potesti! Bastava tendermi la mano e l’avrei presa.

La Juventus era troppo forte. Non ne aveva per nessuno. Papà dagli spalti non potette/oté fare altro che gufare.

Non potemmo schierare la formazione migliore per via dei numerosi infortuni.

Non poteste vedere cosa è accaduto, altrimenti li avresti presi a mali parole.

Grazie alla vittoria alla lotteria potettero/erono permettersi una villa con piscina. Fino ad oggi erano sopravvissuti con mezzi di fortuna.

Trapassato remoto

Da piccolo avevo molta paura del buio, ma, non come ebbi potuto più tardi verificare, non ero il solo. Non che la cosa si a molto edificante, ma come si suol dire, mal comune, mezzo gaudio.

Non appena mi vedesti, scappasti in men che non si dica e nessuno, dico neanche un amico che è uno sapeva quale strada avesti potuto fare.

Le discussioni in famiglia aumentarono sempre di più man mano che il padre ebbe potuto constatare che il figlio fosse infelice e molto frustrato.

Noi lavoratori abbiamo intrapreso un percorso di riqualificazione da cui non avemmo potuto esimerci

Se aveste potuto potuto vedere quanti progressi hanno fatto i membri dell’associazione, vi sareste fiondati a iscrivervi anche voi.

A detta di molti esperti economici internazionali, pochi oligarchi, non appena ebbero potuto concentrare nelle loro mani tutto il potere economico, si affrettarono per renderlo sempre più solido.

Futuro semplice (Peggy)

Benché io sia nuovo nella nostra associazione, se continuerò ad adoperarmi, sicuramente un giorno potrò destreggiarmi meglio nel parlare l’italiano.

Magari durante la festa potrai avere un desiderio smodato di bisbocciare con gli amici, ma ti consiglio di mettere dei paletti, se non altro perché dovrai guidare dopo.

Cerca di non tallonarlo troppo. Nonostante sia lento, potrà adirarsi di brutto.

Meglio che finiamo il più presto possibile il nostro lavoro, in caso contrario potremo accusare il colpo, se il direttore ci farà un bel cazziatone.

Checché se ne dica, credo che potrete sempre giostrare bene questa vicenda anche a vostro modo.

Beati loro! Tra pochi giorni, potranno spaparanzarsi su una spiaggia del Mare Caraibico prendendo il sole, bevendo cocktail, nonché magari godendo di un bel massaggio direttamente sulla spiaggia con vista mare.

Futuro anteriore

Sarà mia cura ricontattarla, dopo che avrò potuto controllare i dati. Non me ne voglia, è una questione squisitamente procedurale.

Non abbiamo nulla da eccepire sulla grafica del tuo sito, ma come avrai potuto leggere attraverso le pagine del nostro sito, la nostra associazione è in completo disaccordo sul metodo di insegnamento basato esclusivamente sulla grammatica.

La riunione è domani. Si riproporrà un incontro successivo per chi non avrà potuto partecipare, quale che sia la ragione.

Il lavoro da remoto è un mezzo che ci ha offerto delle possibilità che in presenza forse non avremo potuto avere.

Come avrete potuto notare, nel nostro gruppo whatsapp cerchiamo di seguire un programma settimanale di lezioni. Il motivo conduttore è sempre lo stesso: imparare divertendosi e provando emozioni fino a dirsi soddisfatti.

A partire dal 2022, coloro i quali non avranno potuto assistere a nessuna partita durante l’anno precedente, magari perché si sono ridotti sempre all’ultimo per acquistare il biglietto, non avranno diritto allo sconto fedeltà.

Condizionale Presente (Danielle)

Potrei parlare col titolare del negozio?

Attento, non andare all’estero, potresti prendere il coronavirus! Uomo avvisato, mezzo salvato!

Il ministro delle pari opportunità lancia un monito: “Il Covid potrebbe allungare i tempi per raggiungere la parità di genere”

Facciamo questo affare, e se dovesse nascere qualche problema, potremmo nominare un avvocato all’uopo, o se vuoi lo decidiamo subito se preferisci.

Se venite in Italia abbiate rispetto anche dell’ambiente, non gettate cicche di sigarette in terra, altrimenti, oltre a sporcare potreste appiccare un incendio: anche se non sarebbe doloso.

Le ultime decisioni del governo potrebbero dar luogo a forti proteste

Condizionale Passato (Marcelo)

Ecco un dialogo tra un padre e i suoi due figli, dopo la bisboccia del più giovane di loro e l’esperienza con i poliziotti che l’hanno arrestato.

Padre: Figlio mio, a proposito del problema di ieri, mi vedo costretto a dirti che avrei potuto risparmiarti questa figuraccia se avessi ascoltato i miei consigli. Adesso prendi e porta a casa! Così impari!

Figlio: Ma dai papà, un’altra paternale!… se ti eri accorto che mi sbagliavo, avresti potuto darmi un ammonimento e non restare con le braccia conserte!… la fai facile tu!

Padre: Se tuo fratello avesse potuto intervenire, avrebbe ovviato al problema, ma d’un tratto non ti ha visto più a detta sua.

Benedetto figlio! Adesso faremo repulisti delle cattive amicizie. Avremmo potuto anche farlo prima, ma ormai…

Tuo fratello non era da meno comunque. Entrambi avreste potuto divertirvi senza questi risvolti antipatici, però ora la frittata è fatta.

Anche i tuoi amici, volendo, avrebbero potuto evitare. Avete sgarrato tutti anziché smarcarsi dall’alcool! Ma come si suol dire, chi si somiglia si piglia!

Congiuntivo Presente

Credo che con Italiano Semplicemente io possa solo migliorare, sia all’orale che allo scritto e tra l’altro senza sorbirmi libri e libri di grammatica che mi hanno sempre dato troppo filo da torcere. Non mi date del ruffiano però.

Mi auguro che stavolta tu possa superare l’esame e che non risenta dell’ultima brutta figura che hai fatto.

Vuoi sapere cosa penso del professore che mi ha bocciato? Che possa bruciare all’inferno, altro che storie!

Ci piacerebbe se voi faceste una approfondita analisi del sito, così che noi possiamo capire come soddisfare i visitatori.

Ci auguriamo che dopo queste nozze voi possiate trovare la serenità che cercate, con buona pace di chi non crede nel matrimonio.

La vita di coppia può anche dare problemi. Uno dei rischi ad esempio e che gli sposi possano avere la famosa crisi del settimo anno. Ma alcuni modi di dire lasciano il tempo che trovano. Questa poi è proprio una sciocchezza bell’e buona.

Congiuntivo Passato

La mia gatta sembrava morta e ho pensato “te ne sei andata all’improvviso, senza che io abbia potuto dirti ciao”… quando ad un certo punto ho sentito un piccolissimo “miao”. Non vi dico quale gioia ho provato!

Mi auguro che tu abbia potuto ascoltare l’episodio che verte su come evitare il congiuntivo.

Sono felice che che Maradona abbia potuto far felice il popolo napoletano. Questo è accaduto persino prima dal suo esordio in campo.

L’unico inconveniente che abbiamo potuto riscontrare negli episodi dei due minuti con italiano Semplicemente è la loro durata, spesso poco cogrua alle aspettative dei visitatori.

Siamo molto felici che voi abbiate potuto apprezzare la vostra visita, che a vostro dire, aveva un non so che di originale.

Hanno iniziato ad ingranare con l’italiano molto prima che loro abbiano potuto rendersene conto

Congiuntivo Imperfetto

Voglio ringraziare i membri dell’associazione che hanno avuto fiducia in me hanno fatto si che io potessi continuare, a mia volta. avere fiducia in me stesso.

Non immaginavo che tu potessi imparare a destreggiarti in poco tempo!

Avevo una tremenda paura che la mia malattia potesse tornare. La paura fa novanta in questi casi!

Nessuno credeva che noi potessimo resistere così tanto in questa guerra. Il nemico ha imparato che sappiamo il fatto nostro.

Speravo che voi poteste fare qualcosa per me, invece nisba.

Non avrei mai immaginato che loro potessero risultare così nullafacenti.

Congiuntivo Trapassato

Avessi potuto chiamarti, lo avrei fatto, ma avevo il telefono scarico. Non è che l’ho dimenticato

Che tu avessi potuto aiutarmi, non ne avevo il benché minimo dubbio. Che poi non l’avessi più fatto, non me lo aspettavo proprio!

Non mi capacitavo che Paolo avesse potuto tenermi nascosta una cosa del genere.
Vorrei che avessimo potuto passare più tempo insieme ma stante la mia situazione lavorativa, non sarebbe comunque stato possibile.
Vorrei che aveste potuto vedere il suo appartamento, cavolo! Era grandissimo. Dovevano essere insofferenti agli spazi stretti.

Non avrei mai immaginato che i miei fratelli avessero potuto dedicare così tante energie a degli animali. Mi fa piacere sbagliarmi delle volte, ma solo nella misura in cui le conseguenze sono positive, come in questo caso.

Infinito Presente (Estelle)

Il fatto di partecipare a quest’episodio è un privilegio. O meglio, il poter partecipare è un privilegio.

Infinito Passato (Peggy)

Sono stato contento di aver potuto ottenere un ottimo risultato senza tediare nessuno.

Participio Passato (Peggy)

Per quanto non portato per la matematica, Ciro, con la sua diligenza, ha potuto avere la meglio su tutti gli altri compagni di classe in un test fatto oggi in classe.

Gerundio Presente (Peggy)

Non potendo prendere le distanze dal vizio del fumo, abbiamo dovuto ripartire tante volte da capo a dodici. Accipicchia! Devo ammettere che è quanto mai difficile.

Gerundio Passato (Peggy)

Avendo potuto fare qualcosa come un anno di Erasmus in Italia, sono riuscito ad imparare bene l’italiano e fare una tesi con i fiocchi; per non parlare delle tante fantastiche esperienze all’insegna della cultura italiana