Il 5° audio-libro della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”.

𝑭𝒐𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒑𝒆𝒓𝒕𝒊𝒏𝒂: 𝑨𝒏𝒂𝒔𝒕𝒂𝒔𝒊𝒚𝒂 𝑺𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆𝒛

2 minuti con Italiano Semplicemente – Episodi 401-500- (MP3+PDF)

501 Il senso

Il senso (audio)

Video YouTube con sottotitoli

Trascrizione

Oggi facciamo il gioco della parola misteriosa. Io vi darò 10 indizi, e voi dovrete indovinare la parola di cui sto parlando.
Ecco i 10 indizi. Poi vi darò ovviamente la soluzione e vi spiegherò un indizio alla volta. Questo è un gioco che facciamo spesso nel nostro gruppo whatsapp dell’associazione.
Ecco gli indizi:
1- può essere una capacità dell’uomo e anche degli animali.
2 – questa cosa esiste se si trova una spiegazione.
3 – al plurale, si usa nel linguaggio burocratico per indicare la conformità al contenuto di una legge.
4 – Qualche discorso ne è privo
5 – Può essere vietato quando quello opposto è consentito.
6 – Secondo un certo punto di vista.
7 . Può essere doppio.
8 – Una istintiva repulsione.
9 – Uno stato fisico che si avverte.
10 – Quello buono suggerisce spesso una soluzione.
Dunque.
La parola misteriosa è “senso” e adesso vediamo perché.
1- Può essere una capacità dell’uomo e anche degli animali.
Infatti esistono ad esempio i cinque sensi, la vista, l’udito, il gusto, l’odorato, il tatto. Attraverso questi sensi abbiamo la capacità, o se vogliamo la facoltà, di vedere, ascoltare, gustare, odorare e toccare. Esiste anche il cosiddetto sesto senso, una particolare capacità di cui sono dotate soprattutto le donne. Il sesto senso è infatti la capacità d’intuizione. La capacità di dedurre, di capire, attraverso forme alternative alla logica, ma solo attraverso l’intuito, la percezione.
Esiste anche il senso dell’orientamento, e anche questa è una nostra capacità. Più in generale parliamo della capacità di sentire, avvertire, distinguere, intuire.
2 – Questa cosa esiste se si trova una spiegazione.
Infatti quando una cosa ha senso significa che è sensata, cioè può essere dedotta attraverso un ragionamento logico, oppure ha semplicemente un significato. Quando una cosa non ha senso, invece, o non ha significato o c’è qualcosa che non ci convince. Il termine senso spesso serve a identificare uno dei possibili significati di un termine o di una frase, o a identificare bene la volontà di chi parla quando ci sono dei dubbi.
Se dico ad esempio che non mi piace l’italiano, qualcuno potrebbe chiedere un chiarimento:

In che senso non ti piace l’italiano?

È io: mi sono spiegato male. Non parlo della lingua italiana, ma dell’uomo italiano.
3 – Al plurale, si usa nel linguaggio burocratico per indicare la conformità al contenuto di una legge.
Infatti “ai sensi” si usa quando si parla di una norma. Ad esempio, ai sensi della legge n. 50 è vietato fumare nei luoghi pubblici. Quindi ai sensi si potrebbe tradurre con “secondo quanto previsto” dalla norma in questione.
4 – Qualche discorso ne è privo
Infatti se un discorso è privo di senso vuol dire che non ha un senso logico, analogamente a quanto abbiano già detto.
5 – Può essere vietato quando quello opposto è consentito.
Qui parliamo del senso di marcia, inteso come verso di marcia. Infatti ci sono delle strade che si percorrono solamente in un senso. Si tratta delle strade a senso unico. In questo caso dunque quando la circolazione è consentita in uno dei due sensi, non lo è nell’altro senso.
6 – Secondo un certo punto di vista.
Questo indizio si riferisce alla locuzione, molto comune “in un certo senso” che significa proprio secondo un certo punto di vista.
Ad esempio se io dico:

In un certo senso a me piace soffrire per amore.

Potrei riferirmi ad esempio alla sensazione di essere vivi, oppure al fatto che l’amore, qualora conquistato, sarà ancora più forte. C’è dunque un aspetto a cui mi riferisco in particolare, ma questo può essere considerato solo un mio punto di vista personale.
7 Può essere doppio
Mi riferisco al cosiddetto doppio senso, che solitamente si scrive in una sola parola: doppiosenso. cioè ad una frase che si presta a una duplice interpretazione. Le frasi a doppiosenso sono spesso volute, e questa ambiguità, questo possibile doppio significato, specie se voluto, ha solitamente un tratto malizioso, spesso anche volgare.
Se io dico ad esempio:

Alla mia amica piace molto il pesce

Qualcuno potrebbe pensare ad un riferimento sessuale voluto, e questa è, in ogni caso, una frase a doppiosenso.
8 – Una istintiva repulsione.
Quando qualcosa non ci piace. perché ci provoca una reazione fisica o morale, quando ci suscita un’istintiva repulsione, possiamo dire che ci fa senso. È, se vogliamo, simile a “fare schifo” o “fare ribrezzo”. “Mi fa senso” utilizza il verbo fare, ma nel senso di provocare, suscitare, e il termine senso rappresenta una reazione istintiva che ci allontana, che ci respinge da questa cosa.
9 – Uno stato fisico che si avverte.
Questo indizio si collega al precedente, perché in generale il termine senso indica uno stato fisico, un modo di sentirsi, fisico ma anche psichico o sentimentale. Di solito è uno stato abbastanza indefinito ma comunque intenso. Si può provare/avvertire un senso di benessere, un senso di malessere, eccetera.
10 – Quello buono suggerisce spesso una soluzione.
Parliamo in questo caso del buonsenso, che si scrive tutto attaccato solitamente, che è quella capacità che hanno le persone che ragionano in modo corretto e equilibrato, specialmente quando ci sono necessità pratiche. Abbiamo dedicato un bell’episodio al buonsenso.
E adesso ripassiamo.

Anthony: ottima parola misteriosa oggi! All’inizio qualcosa non mi tornava con gli indizi. Mi stavo per arrendere, ma poi ci sono arrivato e mi sono salvato in calcio d’angolo.

Ulrike: sì! la parola misteriosa rimane senz’altro un esercizio assai utile. Non è mica una cosa che facciamo pro forma.

Sofie: l’altra tappa, assolutamente essenziale del nostro programma settimanale è la video-chat con Zoom che si fa il giovedì sera. È sempre un’ottima esperienza confrontarsi a tu per tu con gli altri membri.

Rafaela: alcuni di loro però sono restii e non se la sentono di partecipare. Sono da incoraggiare, sì, ma dobbiamo anche tener conto che ognuno di loro avrà un suo buon motivo se non riesce a partecipare. Motivo che va rispettato.

Mariana: Su questo non sono affatto di diverso avviso. Mica da tallonare sono! Allora ci sentiamo e ci vediamo alla prossima conversazione?

Giovanni: anche al prossimo episodio.

Grazie per la collaborazione a Mariana, Ulrike, Sofie, Irina, Lia, Rafaela, Emma, Anthony e Rauno.

488 Chiedere lumi, attendere lumi

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

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Il termine lume, nella

lingua italiana, indica una luce.

In genere questo termine si utilizza quando si parla del lume di una candela, o del lume di una lampada. Nel caso della candela è una luce debole, leggera, fioca.

Il lume può essere, nel linguaggio comune, anche la stessa lampada, e non la luce che essa emana.

Una lampada a petrolio quindi diventa un lume a petrolio.

Il lume è un termine che si usa spesso nella letteratura nella poesia in sostituzione del termine luce.

Questo è il senso proprio di lume, che al plurale diventa lumi.

Ebbene, lumi, al plurale, invece si usa soprattutto nell’espressione “chiedere lumi” e anche “attendere lumi”, ma in questi due casi il lume non è una luce.

Il significato delle espressioni però è legato alla parola lume, quindi alla luce. In questo caso non si sta chiedendo a qualcuno di illuminare una stanza buia, o di “chiedere un lume” inteso come una lampada. Anche “attendere lumi” non significa aspettare una luce.

Non si sta chiedendo questo ma il senso è figurato, sia col verbo chiedere, sia con attendere.

Si sta, in questo caso, chiedendo una spiegazione, un chiarimento per qualcosa che noi non capiamo. Si spesso in senso ironico.

Il lume indica infatti la luce, ma la luce ci fa vedere ciò che al buio non si vede, quindi in senso figurato ci fa capire qualcosa che, senza una spiegazione, non riusciamo a capire. Questo è il motivo per cui si utilizza chiedere lumi al posto di chiedere una spiegazione.

Si tratta di spiegazioni particolari.

Generalmente si usa infatti quando non è colpa nostra quando non capiamo o non conosciamo qualcosa.

Es: come mai papà ha deciso di licenziarsi?

No so, appena torna chiediamo lumi a lui.

Quindi i lumi sono delle spiegazioni, ma possono anche dei chiarimenti, intesi come istruzioni su cosa fare, su come procedere.

Cosa facciamo con queste scatole che abbiamo in cucina?

Bisogna chiedere lumi a mamma. Le ha messe lei qui.

Questa è un’istruzione precisa che dobbiamo ricevere da mamma. È a lei che chiediamo lumi.

Attendiamo lumi da mamma.

Si può dire anche così.

Sarebbe come dire:

Aspettiamo che mamma ci illumini.

La luce, se ci pensate, è anche il simbolo dell’idea, che ci illumina la mente.

Notate che c’è quasi sempre una nota ironica o poetica quando uso il lume in senso figurato.

Attendere lumi e chiedere lumi si usa alquanto spesso nel linguaggio di tutti i giorni e anche si legge spesso sui giornali e nelle notizie in generale. Il senso spesso non è ironico in questo caso. Si chiedono semplicemente spiegazioni, o, come detto, chiarimenti su come comportarsi.

Es: il sindaco di Roma chiude le scuole nonostante le indicazioni del governo fossero diverse. Sono stati chiesti lumi al sindaco di Roma.

Qui si tratta di spiegazioni, per capire il motivo della chiusura delle scuole.

Il governo chiede lumi agli esperti di virus per capire quali decisioni prendere

In questo caso si tratta di un parere professionale, un importante punto di vista.

Attenzione perché non c’è mai l’articolo in queste locuzioni. Succede spesso nelle espressioni della lingua italiana, ci avete fatto caso?

Esiste anche “il lume della ragione”. In questo caso l’articolo c’è, ma il motivo è che sto indicando un lume particolare, ben preciso: il lume della ragione.

Qui si usa la luce per indicare la mente, la razionalità, la ragione.

Se una persona “perde il lume della ragione” significa conseguentemente che perde la ragione. Quindi chi perde il lume della ragione impazzisce.

Prima del ripasso del giorno, termino l’episodio citando Giacomo Leopardi, che nello Zibaldone scrive:

La ragione è un lume; la Natura vuol essere illuminata dalla ragione non incendiata. Come io dico accadde appresso i Greci e i Romani: al tempo…

Mariana: episodio dopo episodio, sapete che il mio Italiano inizia a prendere forma?

Irina: beato te, il mio Italiano invece è ancora un obbrobrio.

Ulrike: sempre ottimista eh? Mai che te ne esci con un segnale di entusiasmo. Prendi spunto da Mariana. Non ti farebbe male.

Le meraviglie di Roma: la gatta di Via della Gatta

Audio

Bogusia (membro dell’associazione Italiano Semplicemente):

Buongiorno a tutti gli amici del sito italiano semplicemente. Sono di nuovo qui. Mi chiamo Bogusia, sono polacca, però affascinata della lingua italiana, della storia e cultura italiana e soprattutto della Roma con i suoi segreti e misteri.
Non riesco a smarcarmi dalla voglia di cercare i luoghi che forse sfuggono a tanti, che partendo alla volta di Roma, dimenticano che bisogna guardare in modo indefesso per scoprire cose meravigliose, che si trovano a portata di mano nel centro storico.

Mi rendo conto che a volte manca il tempo per fermarsi a lungo, guardare in su, bisogna fare qualche foto, consumare un pasto seguito da un ammazza-caffè e poi bisogna assolutamente dare seguito alle direttive della guida turistica. Altro che storie! A volte è un peccato però.
Il mio racconto di oggi verte su una gatta speciale. Forse adesso dovrei aprire una parentesi, si dà il caso che a Roma ci siano una caterva di raffigurazioni di animali, sparsi dappertutto, che coinvolgono tante leggende che non possono però passare in cavalleria.
Il mio racconto lo faccio ovviamente sulla falsariga degli episodi di ripasso precedenti, cioè facendo un ripasso delle espressioni di due minuti che mi ronzano per la testa.
Altrimenti non sarebbe cosa! Spero che io non sfori troppo e non faccia nessuno sgarro di sorta.
Ragion per cui smetto di parlare di cose futili, non vi tengo sulle spine e rinuncio ai preamboli, sperando anche che riesca a sfoderare un racconto con i fiocchi .
Siamo nel centro storico, via del Plebiscito, le collezioni di Palazzo Doria Pamphilj e di Palazzo Venezia, abbiamo visto già gli affreschi della chiesa del Gesù. E’ là dove ogni giorno si accalcano centinaia di visitatori, ma pochi sanno che a due passi da lì si trova una perla della Roma misteriosa.
Vale solamente la pena di fare una capatina sul retro di Palazzo Grazioli (che da qualche anno ha assunto una gran notorietà, al di là dei pregi architettonici, per essere stato scelto per un certo periodo di tempo come residenza romana di un noto esponente politico italiano: Silvio Berlusconi, nonché sede del suo “parlamentino”).

Palazzo Grazioli
Roma, palazzo Grazioli a via del Plebiscito – Autore =Lalupa

Passando per via della Gatta, bisogna buttare un occhio in su e si vede come sul cornicione di Palazzo Grazioli vi sia posata una piccola gatta in marmo, a grandezza naturale.

via della gatta romaSi presume proveniente dal vicino Iseo Campense. Infatti, a suo tempo il gatto era un animale sacro a Iside, divinità egiziana venerata anche a Roma. Ma che c’azzecca questa gatta egiziana con i romani e Roma? Vediamo un po’ allora.
La gatta di Via della Gatta proviene dagli scavi del tempio di Iside e Serapide che si trovava in questa zona: L’Iseo Campense. Non era però il tempio dedicato ad Iside più antico di Roma ma sicuramente il più grande ed in oltre sembra che il culto sia rimasto in piedi per molto tempo. Sono tante le statue che si possono ammirare a Roma, e può darsi che un giorno parlerò di una di quelle che ha attirato maggiormente la mia attenzione.
Ma torniamo a bomba, la nostra gatta di Via della Gatta.
La sua strana collocazione sul cornicione marcapiano fu oggetto di molte ipotesi e dicerie tra il popolino. È facile capacitarsene visto che spesso hanno anche un certo non so che di affascinante, e i romani amano le leggende e le sanno raccontare di punto in bianco, così su due piedi .
Vero Gianni? Mi reggeresti il gioco anche questa volta?

Giovanni: naturalmente, non vedo perché non dovrei, soprattutto quando trovo qualcuno che fa episodi al posto mio! Non c’è nessun rovescio della medaglia direi. Ma quante sono queste leggende?

Bogusia: Ne proverò a rispolverare tre, su questa nostra gatta.
Facendo questo non faccio nessuno strappo alla regola, infatti è un esercizio che faccio spesso, e vi dirò che mi aiuta molto ad ingranare con l’italiano, veramente come si deve. È Il metodo che preferisco e senz’altro forma un binomio inscindibile con l’apprendimento. Allora andiamo al dunque.
Una delle leggende racconta del salvataggio di un bambino in bilico sul cornicione di un palazzo. La gatta avrebbe avvisato la mamma distratta che riuscì poi a salvare il bambino. La statua in effetti ha dei tratti materni e protettivi e sarebbe stata posta proprio là dove il bambino avrebbe rischiato la vita.
Nella seconda leggenda, analogamente alla prima, il miagolio della gatta avrebbe svegliato gli abitanti della zona avvisandoli di un incendio notturno, salvando le case e le vite degli abitanti.
La storia più fantastica è sicuramente però quella relativa alla leggenda che vuole che la gatta punterebbe il suo sguardo proprio in direzione del luogo in cui sarebbe nascosto un tesoro. Nel tempo in parecchi hanno provato a cercarlo a destra e a manca. Non è dato sapere se tale tesoro sia rimasto sotterrato, oppure già da tempo scoperto e sfruttato nel più assoluto silenzio. Un parolone privo di fondamento? Per quanto se ne sa il tesoro non è stato ancora trovato e si dice che poiché lo sguardo della gatta si posa sulla vicina Biblioteca Rispoli, può darsi che il tesoro sia di altro tipo, tipo che si tratti di libri.
Non si direbbe?
Eh si, i libri sono il tesoro per eccellenza secondo me. Ragazzi, si sa che a Roma si racconta di tutto e sulla intera storia permane tuttora un alone di mistero. Le leggende non passano in cavalleria ed io ve le racconto, non fosse altro che per questo. Adesso vi dico ciao, ci riaggiorniamo.

Giovanni: abbiamo ripassato ben 55 episodi. Ciao a tutti e grazie a Bogusia.

fonti: www.romasegreta.itwww.fuoridellaclasse.it

2 minuti con Italiano semplicemente: tocca a voi (ripasso 1-39)

Audio

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LINK UTILI

Trascrizione

Bogusia: fra breve vi tocca parlare con un italiano? Per non essere colti alla sprovvista, senza parole, sono tutte per voi nei due minuti con italiano semplicemente. Allora tocca a voi!

Giovanni: Oggi facciamo un esercizio di ripasso. 10 frasi di ripasso. Io vi dirò esattamente ciò che dovrete dire. Dovete solo parlare in prima persona. Fate una pausa se volete rispondere e poi io darò la risposta

Allora: Parlate con un amico a proposito di un viaggio a Roma che avete fatto insieme.

Dovete dire che:

1) avreste potuto incontrarvi con Giovanni se non vi fosse toccato ritornare a casa.

Avremmo potuto incontrarci con Giovanni se non ci fosse toccato ritornare a casa.

2) Avreste dovuto incontrarvi a Roma, ma un malore ti colse alla sprovvista

Avremmo dovuto incontrarci a Roma ma un malore mi colpi alla sprovvista.

3) subisti un furto e non te ne capacitasti. Una brutta parentesi della tua vacanza a Roma.

Subii un furto e non me ne capacitai. Una brutta parentesi della mia vacanza a Roma.

4) avete potuto visitare tutto ciò che avevate progettato. E nel Colosseo vi rimaneste due ore.

Abbiamo potuto visitare tutto ciò che avevamo progettato. E nel Colosseo vi rimanemmo due ore.

5) avresti avvisato se solo avessi saputo che il treno avesse tardato. Oggettivamente non potevi saperlo. Non vedi come.

Avrei avvisato se solo avessi saputo che il treno avesse tardato. Oggettivamente non potevo saperlo. Non vedo come.

6) non hai potuto mangiare gli spaghetti perché tuo cugino ci si è fatto una pasta al pomodoro.

Non ho potuto mangiare gli spaghetti perché mio cugino ci si è fatto una pasta al pomodoro.

7) l’avresti aspettato, ma ancora una volta era in ritardo e la misura era veramente colma, così te ne andasti.

Ti avrei aspettato, ma ancora una volta eri in ritardo e la misura era veramente colma, così me ne andai.

8) quella sera avevi un vestito decisamente osé, questo balzava agli occhi di tutti coloro che ti guardavano.

Quella sera avevo un vestito decisamente osé, questo balzava agli occhi di tutti coloro che mi guardavano.

9) se avessi studiato meglio la mappa di Roma, avresti sicuramente imparato a destreggiarti tra le vie del centro.

Se avessi studiato meglio la mappa di Roma, avrei sicuramente imparato a destreggiarmi tra le vie del centro.

10) siete andati a Roma ad agosto ottimo perché non c’era nessuno, ma il caldo è stato il vero rovescio della medaglia.

Siamo andati a Roma ad agosto ottimo perché non c’era nessuno, ma il caldo è stato il vero rovescio della medaglia.

Ulrike: balza all’attenzione e a volte anche agli orecchi che quelli che seguono regolarmente i due minuti con italiano semplicemente fanno un gran balzo in avantinell’apprendimento della lingua italiana.

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L’inizio e la fine di ogni episodio dei due minuti con italiano semplicemente servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione.

2 minuti con Italiano Semplicemente – 6 giugno 2019 (n. 1)

Audio

Video

Trascrizione

Benvenuti in questa nuova rubrica di Italiano Semplicemente, massimo due minuti, per chi non ha mai tempo ma non vuole abbandonare la lingua del cuore e vuole ripassare alcune espressioni italiane. Iniziamo subito con “due minuti“.

E’ un’espressione?

Non è una vera espressione ma si usa spesso. Ascoltiamo qualche esempio:

Quanto ti manca ancora?

Due minuti. Giuro!

Aspettami ancora due minuti!

Scendo tra due minuti!

Aspettami ancora due minuti!

Giuro, tra due minuti ti raggiungo!

Arrivo tra due minuti

Due minuti e sono da te!

Quanto ti manca ancora? Dai non farmi aspettare!

Giuro, tra due minuti ti raggiungo!

Sì, sì, ci credo, ci credo…

Ovviamente la usano soprattutto le donne e questi due minuti diventano due ore, ma non è il nostro caso.

Può significare subito, o quasi subito. Si usa anche 5 minuti e questo vuol dire spesso 20 minuti… non proprio subito!

Ci sentiamo domani: due minuti, 120 secondi, due sessantesimi di ora, ooc più di un millesimo della vostra giornata. Capirai, che sarà mai!

Esercizio

  1. Quanti secondi ci vogliono per fare due minuti?
  2. Si usa spesso nel caso di appuntamenti e si tratta di _ _ _ _ _ _ _ _ _ che qualcuno si prepari
  3. Quando si devono aspettare due minuti, spesso questi due minuti possono A _ _ _ _ _ _ _ E 
  4. Aspettami, tra due minuti ti R _ _ _ _ _ _ _ _
  5. A _ _ _ _ _ tra due minuti
  6. S _ _ _ _ _ tra due minuti
  7. Quanto ti M _ _ _ _ ancora?
  8. Due minuti e _ _ _ _ da te!
  9. Se dico che arrivo tra due minuti, spesso non sto esattamente per _ _ _ _ _ _ _
  10. “Scendo tra due minuti” è più vicina a “ancora un po’ e arrivo” oppure a “sto scendendo”?

 Risposte

  1. Risposta: ci vogliono 120 secondi
  2. Si usa spesso nel caso di appuntamenti e si tratta di ASPETTARE che qualcuno si prepari
  3. Quando si devono aspettare due minuti, spesso questi due minuti possono AUMENTARE
  4. Aspettami, tra due minuti ti RAGGIUNGO
  5. ARRIVO tra due minuti
  6. SCENDO tra due minuti
  7. Quanto ti MANCA ancora?
  8. Due minuti e SONO da te!
  9. Se dico che arrivo tra due minuti, spesso non sto esattamente per ARRIVARE
  10. Risposta: “ANCORA UN PO’ E ARRIVO