Rimettere alla discrezionalità – ITALIANO PROFESSIONALE

Rimettere alla discrezionalità

tutte le lezioni di italiano per il lavoro

i verbi professionali (audio-libro)

Durata file MP3: 8 minuti

Descrizione

Spieghiamo l’espressione formale ‘rimettere alla discrezionalità’ molto usata in contesti formali e professionali, soprattutto nella forma scritta. Chiariamo anche l’uso del verbo rimettere e i diversi significati del termine discrezione. Vediamo alcuni esempi e proviamo a formulare le singole frasi anche in un modo meno formale.

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Propizio (ep. 921)

Propizio (scarica audio)

 

Giovanni: Parliamo dell’aggettivo “propizio” che significa favorevole. Questo è l’agettivo più simile. HA un senso abbastanza vicino comunque anche a adatto, opportuno, buono.

Il termine “propizio” si riferisce a qualcosa che favorisce o promuove un evento o una situazione positiva. Si usa principalmente per indicare che le circostanze sono favorevoli o vantaggiose per qualcosa o qualcuno.

Ad esempio, si può dire “Le condizioni meteorologiche sono propizie per una passeggiata in montagna” per indicare che il tempo è favorevole per fare una passeggiata in montagna. Oppure, “Questa è una propizia occasione per consolidare il nostro rapporto” per indicare che la situazione attuale è vantaggiosa per rafforzare un rapporto interpersonale.

In generale, il termine “propizio” viene utilizzato quindi per descrivere una situazione che è favorevole e che può essere sfruttata a proprio vantaggio.

Vediamo altri esempi usando anche qualche espressione già imparata:

  • “Dai, vedi che Francesca adesso sta da sola, L’occasione è propizia per attaccare bottone con lei!” In questo caso si sta invitando a cogliere l’occasione al volo, per non farsi scappare l’opportunità di andare a parlare con Francesca. 
  • Laddove le condizioni del mercato siano propizie, si possono ottenere profitti significativi”. La parola “laddove” (che abbiamo già visto insieme) viene utilizzata per indicare una situazione in cui le condizioni del mercato sono favorevoli, e il termine “propizie” indica che tali condizioni favoriscono l’ottenimento di profitti.
  • “La posizione della casa, a ridosso della valle, è propizia per godere di una vista panoramica”: quindi la posizione della casa è favorevole per godere di una vista panoramica perché si affaccia sulla valle.
  • “Il mercato azionario era in teoria propizio per gli investimenti nel settore tecnologico, ma vai a capire perché, qualcosa ha determinato il crollo del mercato in serata”. Dunque il mercato azionario era teoricamente favorevole per gli investimenti nel settore tecnologico, ma per un motivo che non si conosce c’è stato un crollo.
  • “Questa è una propizia occasione per mostrare il tuo talento artistico. Hai tutte le carte in regola, quindi non lasciartela scappare, mi raccomando“: La situazione è pertanto vantaggiosa per mostrare il proprio talento artistico in quanto si dispone delle capacità per mostrarle, si ha la stoffa giusta e occorre approfittarne.

Ci vediamo al prossimo episodio di Italiano Semplicemente. 

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Discrezionale, a discrezione di (ep. 920)

Discrezionale, a discrezione di (scarica audio)

Giovanni: Ricordate quando abbiamo parlato della discrezione? In quell’occasione abbiamo visto in particolare l’aggettivo indiscreto e anche l’opposto: discreto, riferito al comportamento di una persona.
Ma che significa discrezionale? In quell’episodio non abbiamo parlato di questo.
Discrezionale” si riferisce a qualcosa che è lasciato alla discrezione o al giudizio personale di qualcuno. Ciò significa che la decisione su come procedere è lasciata alla persona che ha il potere o l’autorità di prenderla.

Ecco alcuni esempi di come “discrezionale” può essere usato:

La decisione di concedere il permesso di costruire è discrezionale del sindaco.

In questo caso, la decisione su se concedere o meno il permesso di costruire è lasciata alla discrezione del sindaco, il quale può decidere in base al proprio giudizio personale.

Il datore di lavoro ha il potere discrezionale di concedere o meno il congedo.

In questo caso, la decisione su se concedere o meno il congedo è lasciata alla discrezione del datore di lavoro.

Il giudice ha il potere discrezionale di scegliere la pena da infliggere.

In questo caso, la decisione sulla pena da infliggere è lasciata alla discrezione del giudice, il quale può decidere in base al proprio giudizio personale.

Il concetto appena descritto con l’uso di “discrezionale” può anche essere usato con l’espressione “a discrezione di“, che significa che qualcosa è lasciato alla decisione o al giudizio personale di qualcuno. Ecco alcuni esempi di come “a discrezione di” può essere usato in frasi:

Il prezzo del prodotto può essere modificato a discrezione del venditore.

In questo caso, il venditore ha il potere di decidere se aumentare o diminuire il prezzo del prodotto in base al proprio giudizio personale. E’ a sua discrezione la decisione sull’eventuale modifica del prezzo. E’ lui che decide autonomamente.

La scelta del ristorante per la cena è a discrezione degli ospiti.

In questo caso, la decisione su quale ristorante scegliere per la cena è lasciata alla discrezione degli ospiti, i quali possono decidere in base al proprio giudizio personale.

Il numero di partecipanti al corso è a discrezione dell’organizzatore.

In questo caso, è l’organizzatore che decide. L’organizzatore del corso ha il potere di decidere quanti partecipanti accettare in base al proprio giudizio personale.

L’utilizzo di discrezionale e di “a discrezione di” è abbastanza formale.

Ecco alcune alternative più colloquiali che si possono usare usare:

  • “a scelta di“: questa espressione è più informale di “a discrezione di”, ma ha lo stesso significato. Ad esempio: “il piatto da ordinare è a scelta tua”.
  • a tua scelta“: questa è un’altra alternativa informale per “a discrezione di”. Ad esempio: “l’abbonamento che hai pagato prevede un quotidiano a tua scelta tra quelli elencati”.
  • a seconda di quello che preferisci“: anche questa espressione può essere usata al posto di “a discrezione di”, quando si parla di scelte personali. Ad esempio: “Puoi scegliere il tuo look a seconda di quello che preferisci”.
  • in base alla tua decisione“: Ad esempio: “La scelta finale è in base alla tua decisione”.
  • decidi tu“: questa espressione è molto informale, ma può essere usata al posto di “a tua discrezione” in molte situazioni. Ad esempio: “Decidi tu quale film guardare stasera”.
  • Come preferisci“: es: “facciamo come preferisci”
  • decidi tu come vuoi fare“: questa espressione è simile a “decidi tu”, ma include anche il “come” per indicare che la scelta riguarda anche il modo di agire. Ad esempio: “Decidi tu come vuoi fare per risolvere questo problema”.
  • a piacere“: utile quando si parla di scelte personali o di gusti. Ad esempio: “Puoi personalizzare il tuo hamburger a piacere”.
  • vedi tu“, molto informale e poi ce ne siamo già occupati in un episodio passato.
  • Attenzione e frasi tipo “fai come ti pare” e “fai un po’ come ti pare” perché possono essere molto scortesi soprattutto se si utilizza un tono rude o autoritario. Potrebbe sembrare che possa essere usata al posto di “a discrezione di”, potrebbe cioè suggerire che la scelta è completamente libera e che non ci sono vincoli o limiti da rispettare, ma in realtà si usa solamente quando siamo di fronte a una persona che vuole fare di testa sua nonostante i miei suggerimenti. Se uso questa frase è segno evidente che ho perso la pazienza, smetto di insistere e che ti lascio al tuo destino, tanto hai già deciso (nel modo sbagliato secondo me).

Adesso ripassiamo qualche episodio passato con l’aiuto dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente. La scelta dell’argomento del ripasso è a vostra discrezione.

Peggy: Va bene! Oggi faccio la brava studentessa, seguendo il nostro retaggio culturare basato sulla filosofia confuciana, ossia rispettare il nostro prof. Per giunta, lasciare un episodio senza alcun ripasso non corrisponde alla mia politica, allora ho detto qualcosa. Fatevi sotto anche voi ragazzi, non è che dobbiamo fare qualcosa di arduo come una versione di latino o di greco.

Marcelo: certo Peggy, è doveroso fare dei ripassi ogni giorno per rendere piú spontaneo e naturale il nostro italiano! Direi anche che pare brutto non rispondere quando siamo chiamati in causa, anzi ti dico che provo piacere nel partecipare con un ripassino!

Irina: Mi sono ripromessa di essere uno studente/una studentessa indefessa e promettente, quindi anch’io vorrei scrivere due righe anziché rimanere qui impalata sperando di dimostrare di avere la stoffa giusta nel fare un’opera da incorniciare. Tuttavia, mio malgrado, dal momento che in questo momento sono indisposta, mi vedo costretta a partecipare, ma solo più in là, quando avrò più tempo a disposizione.

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Tutti i modi per nascondere la verità – 2^ parte

Audio a bassa ed alta velocità

E’ possibile ascoltare il file audio e leggere la trascrizione di questo episodio tramite l’audiolibro (Kindle o cartaceo) in vendita su Amazon, che contiene in tutto 42 espressioni italiane.

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Trascrizione

Eccoci alla seconda parte di “come nascondere la verità”. Abbiamo già visto molti termini e alcuni verbi da usare quando si vuole nascondere la verità ognuno con le sue specifiche caratteristiche.

Non volevo che l’episodio fosse troppo lungo per non annoiarvi, quindi ho suddiviso l’episodio in due parti e questa è appunto la seconda parte.

Vi invito ad ascoltare la prima parte dell’episodio, interessante anche perché è stato registrato in due velocità.

omertà
Non vedo, non sento, non parlo

 

La prima parte la possiamo anche rappresentare graficamente, con una immagine, quello che si chiama uno “schema a blocchi”, e credo che questo schema può essere molto utile per tutti per creare una mappa mentale, per rappresentare nella propria mente, in un modo veloce e schematico, tutto ciò che è stato detto nella prima parte dell’episodio. Vi invito a dare un’occhiata sul sito, nella trascrizione del file audio che state ascoltando e grazie a Maja, una ragazza polacca, che l’ha realizzato per tutti noi. E’ una cosa che potremmo fare anche altre volte se vi fa piacere.

maja immagine mappa mentale nascondere la verità1.jpg
Figura 1: Come nascondere la verità (1^ parte)

 

Adesso vediamo quindi altri modi interessanti che si usano molto in senso figurato, per esprimere il nascondimento della verità.

Un verbo è “Coprire” che è un verbo semplice, dai mille utilizzi, e che può essere usato anche nel senso di nascondere la verità. Il significato proprio del verbo coprire è quello di mettere qualcosa (un oggetto) sopra o davanti ad un’altra (un altro oggetto), ed in questo modo si copre quest’oggetto. Ad esempio la tovaglia copre il tavolo. Posso quindi coprire per nascondere una cosa allo sguardo altrui, collocando un oggetto sopra di essa, talvolta per migliorarne l’aspetto o la funzionalità. Poi c’è il senso figurato di coprire. In senso figurato equivale a Celare, occultare e dissimulare, di cui abbiamo discusso nella prima parte dell’episodio.

Posso coprire i misfatti di un amico, il che significa che se ho un amico che ha fatto qualcosa di sbagliato, posso decidere di aiutarlo, occultando o minimizzando le sue colpe e le sue responsabilità. Lo faccio perché sono un suo amico. Per questo motivo sono disposto a coprire i suoi misfatti, per questo motivo sono disposto a coprirlo; si dice anche così: coprire una persona, affinché sia riparata dalle accuse.

Anche al lavoro, il direttore o un dirigente può decidere di coprire i suoi dipendenti. Anche se questi sono colpevoli perché hanno sbagliato qualcosa, il loro capo li difende, li copre, è disposto a nascondere la verità coprendoli, si intende coprendoli dalle accuse. Coprire qualcuno significa quindi difendere qualcuno, ma attenzione perché si usa molto anche nei delitti, o nelle rapine, negli omicidi, insomma negli atti criminali. In questi casi ci sono solitamente due persone, di cui una commette l’atto illecito (ad esempio fa una rapina in una banca) e l’altra, che gli fa da “spalla”, lo copre, cioè controlla che non arrivi nessuno, controlla la situazione fuori dalla banca e avvisa il suo complice nel caso arrivasse la polizia o accadesse qualcosa di sospetto, qualcosa di cui preoccuparsi. Anche questo è coprire una persona.

Coprire non ha un’accezione necessariamente negativa però, anzi il più delle volte la copertura è una difesa amichevole, un atto di amicizia. Però l’obiettivo della copertura è comunque quello di nascondere la verità. Con la copertura si impedisce che qualcosa venga visto.

Un particolare modo di coprire è quello di coprire con la sabbia: insabbiare.

Insabbiare significa letteralmente “nascondere sotto la sabbia”, ma figurativamente si usa spesso nella politica e a livello giornalistico. Spessissimo potete leggere sui giornali che sono stati insabbiati dei risultati di indagini, delle verità che emergono in generale. Quindi anche dei risultati di inchieste pericolose.

Quando si decide di insabbiare qualcosa, è perché questo qualcosa può dar fastidio a qualcuno di molto potente, un uomo politico eccetera. Quindi se ci sono forti interessi, facilmente si può insabbiare una indagine o una inchiesta che può danneggiare qualche potente della terra.

Il verbo insabbiare è molto giornalistico e su Google news se volete troverete molti articoli in cui si parla di insabbiamento di verità scottanti. Troverete insabbiamenti di omicidi, insabbiamenti di informazioni militari e di crimini.

Tanto è negativo il termine, che dove c’è insabbiamento c’è spesso quella che si chiama omertà. La parola insabbiamento ed il verbo insabbiare spesso si usano insieme alla parola omertà, che non è un verbo ma è un sostantivo femminile.

La parola omertà deriva da uomo. Ma cos’è l’omertà e cosa ha a che fare con l’uomo?

Dunque, l’omertà la possiamo descrivere come una forma di solidarietà tra alcune persone, una solidarietà tra uomini, intesi come esseri umani. Quindi tali esseri umani cosa fanno? Si tratta di uomini che tacciono, che nascondono la verità al fine di coprire comportamenti disonesti di alcuni. Questa è la caratteristica dell’omertà: una solidarietà tra uomini per coprire malefatte.

Dove avviene un insabbiamento della verità, questo difficilmente viene condotto da una sola persona. Generalmente è condotto da più persone che tra loro sono solidali, persone che hanno deciso, insieme, di insabbiare, di nascondere una verità che può far male a qualcuno. Quindi queste persone nascondono delle verità che potrebbero essere utili alle indagini della polizia.

Si dice che tra queste persone c’è omertà, e si dice che queste persone sono persone omertose e che si comportano in modo omertoso. E’ un termine tipico degli ambienti criminali. Molto usato nella stampa e dai media. L’omertà è solitamente condivisa tra persone che hanno interessi in comune: – io copro te e tu copri me – ma spesso però c’è omertà solo per paura.

Le persone normali, anche se non sono criminali, se hanno visto o sentito qualcosa, spesso però non parlano con la polizia e con i giornali, nascondono quindi la verità per paura di essere puniti per questo. Ad ogni modo, complici o non complici, non è certamente un bel complimento essere chiamati persone omertose.

La parola omertà è quindi una parola offensiva se usata contro qualcuno. La versione non offensiva è la parola riserbo: Il riserbo è la tendenza a tacere o a non rivelare qualcosa, per prudenza o semplicemente per carattere. Ci sono persone particolarmente “riservate” che quindi si distinguono dalle altre per il loro riserbo. Queste persone hanno, quando parlano, la massima discrezione e cautela. Sono molto attente a non dire cose compromettenti.

Avere discrezione e essere persone discrete significa quindi avere riserbo (con la penultima lettera che è una “b”: riserbo, e non la “v”, come riservate), e il riserbo non è, come l’omertà, una caratteristica negativa. La discrezione, il riserbo sono invece degli atteggiamenti, dei modi di essere, giudicati invece delle qualità.

Se io ti dico, ti racconto, ti rivelo un mio segreto, una cosa che non voglio che altri sappiano, posso raccomandarmi con te e dirti:

Mi raccomando il massimo riserbo! Riserbo assoluto!

Il che è come dire:

Mi raccomando, occorre discrezione!

Mi raccomando, non lo dire a nessuno.

Nessuno quindi dice: mi raccomando, devi essere omertoso, ci vuole omertà! E questo perché l’omertà è citata solamente quando si nascondono cose delittuose compiute generalmente da più persone insieme, da una organizzazione criminale. Se io ti rivelo un segreto non si può parlare di omertà quindi, parlo invece di riserbo, di discrezione, di riservatezza

Tutte però sono caratteristiche delle persone: l’omertà, la discrezione, il riserbo, la riservatezza.

A livello giornalistico si sente spesso la frase “uscire dal riserbo“, che significa smettere di nascondere qualcosa.

Chi esce dal riserbo decide di rivelare, decide di dire ciò che finora aveva nascosto: una notizia qualsiasi. Basta nascondere la verità: usciamo dal riserbo!

La parola riserbo è molto simile a riservatezza, infatti entrambi i termini si usano per le cose riservate, le cose cioè che non si devono conoscere, che devono restare private, segrete. Sia la riservatezza che il riserbo sono caratteristiche delle persone. La riservatezza è molto più utilizzata come qualità personale, mentre riserbo si usa molto di più quando si ha una cosa in particolare che occorre tenere nascosta.

Bene. Abbiamo prima parlato del verbo insabbiare. Molto simile ad insabbiare è eclissare.

Eclissare viene da eclissi. L’eclissi (o eclisse) è quel fenomeno naturale che si ha quando una stella, un astro, viene coperto, viene occultato, viene nascosto, viene celato da qualcosa come la luna ad esempio: se il sole viene coperto dalla luna ho una eclisse. Quindi l’eclisse nasconde il sole.

In senso figurato si usa spesso dire “eclissare la verità“, nel senso di nascondere, occultare la verità. E’ solamente un po’ più stravagante e fantasioso come termine. Si usa tra l’altro anche verso se stessi: eclissarsi, ed in questo caso significa nascondere se stessi, e non la verità.

Poi c’è spacciarsi, il penultimo verbo della lezione, che è un altro verbo usato per nascondere la verità. Spacciarsi è fingere di essere qualcun altro. Quindi se mi spaccio per mio fratello gemello sto facendo finta di essere mio fratello, ed in questo caso sto sicuramente agendo sotto mentite spoglie: per la precisione sotto le spoglie di mio fratello. E’ un verbo questo al quale abbiamo già dedicato una lezione all’interno del corso di Italiano Professionale. Pertanto rimando i visitatori, se vogliono approfondire, a dare un’occhiata al verbo spacciare e alla sua versione riflessiva “spacciarsi”. Metto il link all’interno dell’articolo.

Ricapitolando quindi, in questa seconda parte abbiamo descritto l’omertà, una forma di solidarietà tra uomini finalizzata al nascondimento di atti criminali o comunque illeciti. Il verbo coprire, molto generico, la riservatezza come caratteristica personale ed il riserbo, molto usato quando si presenta la necessità di nascondere qualcosa di riservato. Poi abbiamo visto il verbo insabbiare ed eclissare. Il primo molto usato in contesti in cui si commettono atti illeciti, il secondo più fantasioso ma anch’esso usato a volte associato alla verità.

Voglio terminare la lezione col verbo “contraffare”. È un altro verbo che spesso viene legato alla verità. Infatti l’uso più comune di questo verbo è quello legato ai prodotti che si vendono sul mercato: le merci contraffatte. Quindi i prodotti contraffatti sono tutti quei prodotti, in vendita sul mercato, che sono prodotti al fine di spacciarlo per l’originale.

La verità che viene nascosta in questo caso è quella legata al prodotto. Non si tratta del prodotto originale, ma si tratta di merce contraffatta. Si tratta di merce falsa, non originale. Moltissime cose si possono contraffare: un marchio può essere contraffatto, come i marchi di moda, producendo magliette, pantaloni, merce che viene spacciata per originale ma invece è solamente merce contraffatta. Si possono contraffare schede elettorali, anche una foto si può contraffare. Una patente di guida, un passaporto possono essere contraffatti. Insomma è molto simile a falsificare come verbo. E la verità, anche la verità può essere contraffatta: quando si contraffà la verità, si modifica, si falsifica la verità. Il verbo si usa quando, anche qui, si fa qualcosa di illecito. Significa quindi falsificare, trasformare, ritoccare, alterare, manipolare, per ottenere qualcosa di poco lecito.

Adesso facciamo il consueto esercizio di ripetizione. Ripetete dopo di me, attenti alle doppie. Uno, due, tre, via!

Coprire la verità

Insabbiare un crimine

Omertà

Atteggiamento omertoso

Riserbo

Massimo riserbo, mi raccomando!

Eclissare la verità

Spacciarsi per qualcun altro

 

Riservatezza

Contraffare

Ciao ragazzi. Continuate a seguirci ed a proporci nuovi podcast. Se volete potete anche partecipare attivamente, su Facebook o su WhatsApp.

Fatevi sentire, vi aspetto.

Ciao