Corsi e ricorsi storici (ep. 1109) – (scarica audio)
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Trascrizione

Buongiorno a tutti. Oggi vediamo la frase “corsi e ricorsi storici“, usata prevalentemente quando si parla di storia e di avvenimenti storici.
La cosa più importante da notare nella frase è la somiglianza tra la parola “corsi” e la parola “ricorsi“. A prescindere dal significato che possono assumere i due termini, bisogna cogliere solamente la ripetizione nel tempo di un evento. Il fatto che ricorsi inizia per “ri” deve farvi pensare a una ripetizione di qualcosa che è già accaduto.
La frase “corsi e ricorsi storici” è stata coniata dal filosofo e storico italiano Giambattista Vico.
Vico espone questa teoria nella sua opera principale, “La Scienza Nuova“, pubblicata per la prima volta nel 1725.
Secondo Vico, la storia umana segue un andamento ciclico – quindi non lineare ma ciclico – con periodi di progresso che vengono inevitabilmente seguiti da periodi di regressione.
Questa visione ciclica della storia contrasta quindi con l’idea di progresso lineare e suggerisce che le civiltà tendono a ripercorrere fasi simili nel loro sviluppo e declino.
La frase “corsi e ricorsi storici” viene utilizzata per indicare che eventi o situazioni del passato tendono a ripetersi nel tempo, spesso con variazioni ma seguendo schemi simili. Vico si riferiva in generale all’evoluzione umana, ma l’espressione si usa in realtà in ogni contesto, quando qualcosa semplicemente si ripete dopo un certo periodo di tempo.
Es:
L’ascesa e la caduta degli imperi antichi possono essere visti come un esempio di corsi e ricorsi storici.
Quindi ogni impero è destinato, ineluttabilmente, a vivere la sua fase di splendore seguita dal declino.
Anche per le crisi economiche vale il principio dei corsi e ricorsi storici, con periodi di espansione seguiti da recessioni.
E’ doveroso fare attenzione alle similitudini per evitare di ricadere negli stessi errori. Questa è la morale.
Oppure, in ambito sociale:
I movimenti di protesta che vediamo oggi possono essere interpretati come corsi e ricorsi storici, simili a quelli degli anni ’60.
A differenza di allora, però, oggi le dinamiche sociali sono influenzate anche dai social media, rendendo il fenomeno suscettibile a nuove interpretazioni.
In generale, la frase sebbene si usi generalmente per sottolineare la natura ciclica della storia e per suggerire che comprendere il passato può aiutare a prevedere o interpretare il presente e il futuro, si usa spesso anche per sottolineare semplicemente analogie col passato, similitudini, parallelismi.
Si potrebbero evidenziare i corsi e ricorsi storici delle pandemie, sottolineando le similitudini ad esempio tra il Covid e la peste nera, come lo stimolo all’innovazione che è seguito alle due pandemie, prima in campo agricolo e tecnologico, poi in particolare nel campo della salute digitale, dell’e-commerce e delle tecnologie di comunicazione.
Oppure in ambito sportivo potrei dire che (solo a titolo di esempio sportivo):
L’alternanza tra i periodi di dominio di atleti americani e giamaicani nelle gare di sprint evidenzia i corsi e ricorsi storici che caratterizzano le Olimpiadi.
Questo fenomeno è davvero affascinante e, a suo modo, emblematico della natura ciclica dello sport. Laddove gli atleti americani dominano una competizione, i giamaicani emergono nel periodo successivo, mostrando un continuo passaggio di testimone. Sto facendo solo degli esempi non è detto che questo risponda al vero.
Poi dice che lo sport non è interessante!
Oppure:
Il ritorno della scherma italiana ai vertici mondiali, dopo un periodo di predominanza francese e russa, è un classico esempio di corsi e ricorsi storici.
Adesso ripassiamo. Parliamo di vacanze?
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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Marcelo: parlare di vacanze? Ho appena realizzato che le mie stanno appunto per finire! Mannaggia!

Hartmut: ma l’importante è se hai potuto fare ciò che avevi in programma e lo stesso vale per voi care amiche e cari amici!
Rauno: nel mio caso ho fatto tutto ciò che avevo in programma, però devo dire che sono passate in men che non di dica!

Anthony: le vere vacanze erano quelle che facevamo anni fa, quando non cerano né cellulari, né computer, e sembrava che il tempo trascorresse più lentamente, e me la prendevo comoda senza nessuna lamentela da parte di mia madre!

Ulrike: Sono in pensione e quindi in vacanza permanente, ma la cosa curiosa è che non si direbbe, ma ho avuto più tempo per fare le cose mentre lavoravo. Adesso sono sempre occupato e non ho più tempo per divertirmi o rilassarmi. Ma vi pare?
Julien: Va da sé che le vacanze sono un momento propizio per riposarsi. Ma nonostante tutto la Sardegna, dove siamo in vacanza, ci ha riservato qualche sorpresa. Persi nei meandri di una laguna, non abbiamo niente da fare di meglio che crogiolarci in piscina oppure ammirare i fenicotteri. Dobbiamo farcene una ragione, il far niente è l’obiettivo maggiore delle vacanze. Allora la cultura aspetterà! E voi come la vedete?
