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Trascrizione
Giovanni: oggi non mi va di fare l’episodio dei due minuti. Mi sento offeso perché qualcuno pensa che gli episodi sono troppo lunghi.
Emanuele: dai, Gianni, non fare il sostenuto e facciamo questo episodio!
Giovanni: ma ti pare che faccio il sostenuto? Stavo solo scherzando. Era solo una scusa per usare questa nuova espressione: ma ti pare!
Ho identificato quattro modi diversi di utilizzo.
Come L’ho usato io prima è un modo per allontanare un dubbio.
Significa: ma come puoi pensare questo. Bisogna specificare la cosa che stupisce e, enfatizzando il tono della voce, si manifesta stupore e un certo dispiacere, o anche un po’ di fastidio a volte.
Un secondo modo è per condividere un fastidio per qualcosa:
Ma ti pare normale quello che stai dicendo? (in tal caso pare sostituisce sembra)
Ma ti pare che mio figlio ha detto un sacco di parolacce questa mattina. Chissà dove le ha imparate!
Si tratta di una domanda, come a dire: che ne pensi tu? Non sei stupito quando me?
Ma ti pare che per andare in spiaggia libera quest’estate bisogna prenotare? Roba da non credere!
Il terzo modo è usato come formula di cortesia, quando una persona ti ringrazia:
Ti ringrazio molto.
Ma ti pare!
È come dire:
prego, non preoccuparti.
Figurati!
Ma di che!
Non c’è di che!
Si può usare anche dando del lei:
Ma le pare!
Non è affatto una risposta scortese, anzi forse è la più formale che esiste quando si dà del. Lei.
Anche questa in fondo In fondo poi è una modalità per esprimere stupore: meraviglia per un ringraziamento non dovuto.
Il quarto modo è da intendere sempre letteralmente, e “pare” è ancora una volta come “sembra”, ma più familiare:
Sei il peggiore degli amici!
Scherzi?
Ma ti pare che sto scherzando?
È una risposta un po’ arrabbiata.
Ma ti pare giusto questo?
In genere la prima parola “ma” si può anche togliere in ogni occasione. La sua presenza però serve a dare enfasi, ad accentuare lo stupore, o lo sdegno, o il fastidio.
Adesso Khaled, dall’Egitto, vi aiuta a ripassare alcune espressioni che abbiamo già spiegato negli scorsi episodi. Khaled è uno dei membri dell’associazione italiano semplicemente.
Khaled: Quando vado alla zona militare, mi preparo tutti i documenti, mettendo tutto in ordine. Là, il soldato mi chiede tutte le mie generalità, dicendo: “mi fornisca le sue generalità”.
Io presento le generalità richieste, poi mi dà il via libera. Poi vado dal medico, misurando la temperatura del corpo, e mi porta da altri due soldati. Questi mi ispezionano, chiedendomi di mettere le mani in alto. Senz’altro è la solita solfa che si fa con tutti, andando là. Se si dimentica un foglietto banale bisogna stare attenti, niente scuse perché sono duri di comprendonio.
Giovanni: ottimo ripasso Khaled. Nel frattempo mi è venuto in mente un ulteriore modo di utilizzo.
Equivale a Possibile mai?
Lo vediamo nel prossimo episodio.