Per festeggiare l’inizio del 2025 senza dimenticare il passato, vi racconto qualche curiosità legata al primo giorno dell’anno in alcune località italiane. Lo farò inserendo alcune delle espressioni o parole che abbiamo imparato nel 2024. Ci mettiamo un pizzico di ironia e di immaginazione naturalmente.
A San Gimignano (Toscana), alle soglie del nuovo anno, si brinda sotto le torri medievali. Il sindaco fa un discorso ma, come immagino, eviterà accuratamente le note dolenti delle tasse locali, preferendo parlare di speranze e nuovi progetti. Non me ne voglia nessuno per queste frasi, scritte tanto per ripassare e divertirsi!
A Scanno (Abruzzo) il primo gennaio è dedicato ai matrimoni. Il borgo diventa un palcoscenico per gli sposi, con gli anziani che scrutano i futuri mariti che hanno un po’ bevuto con uno sguardo sospettoso: “c’è voluto tanto di quel tempo per cercarne uno buono, ma questo non promette nulla di nuovo!“.
A Polignano a Mare (Puglia), un paesino a picco sul mare, la tradizione vuole che alcuni temerari facciano un tuffo inaugurale. C’è chi lo definisce un gesto “discrezionale“, ma per i più coraggiosi è un piacere irrinunciabile.
A Vipiteno (Trentino-Alto Adige)
Sotto Natale e fino al primo dell’anno, si tengono mercatini artigianali. Vi assicuro che si tratta di merce rara. A differenza di altri paesi, qui si chiude tutto con un grande concerto di campane. Non vi piacciono le campane? Beh, alle perse, ci si può sempre fare una scappata per ammirare la neve.
Ad Alberobello (Puglia) il primo gennaio si svolge il famoso “Concerto tra i trulli”. Chi partecipa dice che l’acustica sia magica e che il nuovo anno inizi “a braccetto” con la musica. Pare brutto non andarci se si è in zona!
A Cefalù (Sicilia) la mattina del primo gennaio si celebra con una processione sul lungomare, una tradizione che risale al periodo normanno. A differenza di altri posti, qui il capodanno è vissuto come un momento di riflessione più che di festa sfrenata.
A Portofino (Liguria), il primo giorno dell’anno è tradizione fare una passeggiata fino al faro, con vista sul mare invernale. Chi partecipa dice che quella brezza fresca e il panorama mozzafiato trasmettono una sensazione di leggerezza che aiuta a lasciare alle spalle il peso dell’anno appena trascorso. Anche vestirsi in modo non appropriato durante questa passeggiata potrebbe però essere una leggerezza che potrebbe costare caro.
Nel barocco di Noto (Sicilia), si organizzano balli in piazza per salutare il nuovo anno. Il da farsi include sempre un brindisi collettivo, ma attenzione: gli abitanti sono noti per “scrutare” con occhio attento i forestieri. Un modo curioso per inquadrare chi si aggiunge ai festeggiamenti!
A Borgo Pace (Marche), il bagno nel gelido torrente Auro è ormai tradizione. Tra i temerari, spicca il giovane Leonardo, svezzato al freddo con grande solerzia. Ci voleva proprio, ha commentato un partecipante, riscaldandosi con vin brulé. C’è di che ammirare tanto coraggio.
Il Capodanno nelle Marche offre un’ampia gamma di scelte: dagli affollati concerti nelle piazze di Pesaro, Ancona e Senigallia, al più affabile Capodanno in villa, ideale per chi è avvezzo alla quiete e vuole evitare i botti.
Tra tradizione e usanze radicate, non mancano le lenticchie, simbolo di prosperità, o il vischio, sotto il quale si intrecciano baci che promettono fortuna. Una scorpacciata di piatti genuini in casa o in agriturismo è spesso preferibile ai menu dei locali, talvolta proibitivi. Insomma, c’è di che crogiolarsi e brindare al nuovo anno! Sarà la volta buona?
A Messina, in Sicilia, l’ultimo dell’anno è un crescendo di tradizioni: tavole imbandite con i fiocchi, arancini, pidoni e brindisi di mezzanotte. Ragion per cui, anche i più restii finiscono per lasciarsi coinvolgere.
C’è chi sceglie di ritagliarsi del tempo in montagna o viaggiare, mentre altri puntano su veglioni all’insegna del divertimento. E dire che, tra botti e bollicine, tutto può succedere: fortuna vuole che lo spirito della festa sappia mettere a posto i bilanci più pesanti dell’anno appena trascorso.
Restiamo in Sicilia e precisamente a Cinisi, dove il Capodanno si celebra con un rito che può lasciare il tempo che trova per alcuni, ma che per altri è un appuntamento immancabile: il bagno di Capodanno sulla spiaggia di Magaggiari. Questo gesto, che può darsi sembri un’idea peregrina per i più restii, è in realtà una tradizione ormai benaccetta e seguita da un piccolo gruppo di temerari.
Anche quest’anno, appena accalcatisi sulla riva, hanno sfidato le temperature gelide con l’ausilio di un’inossidabile determinazione, che rende il rito qualcosa di speciale, che non ha niente a che spartire con le celebrazioni convenzionali.
In Sardegna, ad Austis, il Capodanno si celebra con “su tuffu”, un’antica tradizione che implica l’immersione di un oggetto personale in una fonte sacra, simbolo di purificazione e buon auspicio per l’anno nuovo. La comunità si impegna a promuovere questa usanza, rivestendola di valore culturale, anche se alcuni giovani tendono a disattenderla. Questo rito, che richiama le radici del passato, continua a sortire un impatto significativo nella vita del paese.
Sempre in Sardegna, nel piccolo borgo di Rebeccu, un tempo fiorente e oggi quasi dimenticato, si narrano antiche leggende legate al periodo festivo. In passato, l’anno nuovo si celebrava a settembre, in concomitanza con la fine delle attività agricole e pastorali. La comunità predisponeva grandi festeggiamenti per rendere omaggio al nuovo anno, promuovendo la coesione tra i membri del villaggio. Le famiglie si adoperavano per festeggiare insieme, scambiandosi auguri e doni simbolici. Queste tradizioni, sebbene meno conosciute, offrono uno sguardo affascinante sulle radici culturali dell’isola, rispecchiando la connessione profonda con la terra e le sue stagioni.
Buon anno a tutti voi. Potremmo organizzare, se vi va, una prossima riunione dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente in uno di questi luoghi, che ne dite?
Di nuovo. Buon anno!