269 – Remoto

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Re moto
disegno di Doris (Austria)

Trascrizione

Emanuele: C’era una volta, tanto tempo fa, un re. Il suo nome era Moto. Tutti lo chiamavano remoto. Il suo regno si trovava in un luogo molto remoto, e le possibilità di raggiungerlo erano altrettanto remote. Fortunatamente il re aveva una connessione remota e poteva collegarsi da ogni parte del mondo. Un giorno però si ruppe il PC e dovette tornare in ufficio. Questa è una leggenda che viene dal passato. E precisamente dal passato remoto 😀

Giovanni: avete ascoltato la storia del re Moto, raccontata da Emanuele. Un modo divertente per vedere insieme tutti i significati del termine “remoto”, noto più che altro per via del “passato remoto”. Chi studia la lingua italiana sa di cosa sta parlando: il passato remoto è un tempo verbale dell’indicativo e si usa per indicare un fatto avvenuto nel passato, un fatto che si è concluso, un fatto terminato, e quindi senza legami di nessun tipo con il presente. Emanuele ha utilizzato il passato remoto all’interno della storia, quando dice che un giorno però si ruppe il PC e il re Moto dovette tornare in ufficio. Emanuele ha utilizzato il passato remoto di rompere e di dovere.

Quindi remoto indica una lontananza nel tempo, ma in realtà la lontananza è di carattere sia cronologico, sia spaziale, sia psicologico, perché come ho detto è un passato con il quale non ci sono più legami oggi, nel presente.

Spaziale perché un luogo lontano, laddove sia molto ma molto lontano, può essere chiamato un luogo remoto, e con questo termine si vuole indicare anche che questo luogo è difficilmente raggiungibile. Remoto o remota, o anche remoti, al plurale sono termini che si usano in generale per la lontananza di ogni tipo.

Se un ricordo è un remoto ricordo, questo ricordo è lontano, si riferisce a tanto tempo fa, ed è anche difficile da ricordare, come un luogo che è difficilmente raggiungibile.

Quando nella storia si parla delle possibilità remote di raggiungere il regno del re, si intende che questo regno si trovava in un luogo difficile da raggiungere, e le possibilità di farcela sono basse, molto basse, remote, appunto.

Lo stesso concetto si può applicare a dei pericoli, che sono remoti quando sono potenzialmente dei pericoli, ma la probabilità che si verifichino è molto bassa.

Il pericolo che piova nel mese di agosto è molto remoto in Italia.

Le possibilità che Giovanni riesca a stare nei due minuti previsti dalla rubrica sono remote.

Infine, si parla di una connessione remota, e cos’è questa connessione remota?

Questa è una terminologia informatica, molto usata negli ultimi tempi, che indica il collegamento ad un PC, un computer che si trova in un luogo diverso da quello in cui ci troviamo. Stabilire una connessione remota serve quindi a collegarsi ad un computer. Ora ripassiamo alcune espressioni passate.

Ulrike: Vi dico, che bel po’po’ di espressioni interessanti qua, ormai siamo giunti alla puntata 269! E voi, le puntate precedenti, le avete tutte presenti? Io no, sono troppe, ragion per cui ogni due per tre mi vedo costretta a ricorrere al supporto delle frasi di ripasso. Che poi mi continuino a sfuggire, che volete… a maggior ragione devo ritagliarmi del tempo per rispolverarle. Un giorno riuscirò ad usarle senza dover più scervellarmi, hai visto mai.

L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

re moto
Disegno di Xiaoheng

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