Mi dirai che…
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Trascrizione
Giovanni: Benvenuti nell’episodio numero 739 della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente“.
Oggi vediamo una simpatica locuzione di cui non troverete una spiegazione in nessun libro e in nessun sito, a parte Italiano Semplicemente.
“Mi dirai che” è la locuzione di cui vi sto parlando, molto colloquiale, che viene usata in una conversazione, generalmente quando si sta effettuando una valutazione di qualcosa, oppure quando si sta esponendo una preferenza, una scelta, un gusto personale.
Si tratta di questioni sulle quali si valutano pro e contro, si discute, si fanno considerazioni in un verso o nell’altro.
Ciascuna persona può dire la sua opinione, ma c’è sempre qualcuno che parla un po’ più degli altri.
Ad alcune persone infatti piace assumere più parti in una conversazione e nel fare una valutazione, nello stesso discorso introducono questioni e aspetti che vanno in direzioni opposte, quasi a voler anticipare la parola di un’altra persona.
Per questo motivo si usa “mi dirai che“, dove si dà del tu al nostro interlocutore, ma si può dare anche del lei senza problemi. In questo caso la locuzione diventa:
(Lei) mi dirà che…
L’uso del futuro fa capire che si sta anticipando qualcosa, qualcosa che l’interlocutore forse sta per dire o anche pensare. Abbiamo già fatto due episodi sul futuro, ricordate? Uno riguarda i dubbi e le allusioni, un’altro riguarda le ipotesi. Attenti a non fare confusione.
In questo caso solitamente si tratta di parlare di questioni poco rilevanti, perché l’obiettivo è invece quello di sostenere la tesi opposta, volendo però dare la sensazione di fare una valutazione obiettiva, che considera anche gli aspetti opposti.
Vediamo qualche esempio.
La tua casa è molto carina e anche grande. Mi dirai che forse è un po’ rumorosa. Perché è proprio davanti alla strada, ma non è una cosa troppo grave.
È simile a dire:
È vero che probabilmente…
Si, forse bisogna anche considerare che…
Certo, c’è anche questo aspetto….
Si, un problema forse potrebbe essere che…
Lei sicuramente starà per dirmi che…
So cosa stai pensando…
Potremmo usare questa locuzione anche solo per evidenziare un aspetto minore che tuttavia non va escluso, oppure per evidenziare il fatto che abbiamo considerato anche quell’aspetto, ma che lo riteniamo secondario.
Si tratta quasi sempre di cose che riteniamo poco importanti e per questo motivo questa locuzione viene pronunciata anche abbastanza velocemente, come a voler dire:
C’è anche questa cosa da considerare, ma conta poco o al massimo c’è da valutarne l’importanza.
Si potrebbe pensare questo, ma passa in secondo piano.
Anche quando mi viene in mente una cosa all’ultimo momento, mentre sto parlando, potrei presentare questo punto con questa locuzione.
L’espressione è seguita solitamente da un però/ma/tuttavia, per riaffermare nuovamente il concetto principale, l’idea prevalente, che va nella direzione opposta di questa considerazione.
Non ti piace Marco ? È carino, molto educato, anche spiritoso. Mi dirai che non è molto alto, ma che vuoi che sia!
Si può usare anche con “voi“:
Sono andato a mangiare in quel ristorante che ci avevate consigliato ma ci hanno letteralmente spennato! Abbiamo pagato 45 euro a testa. Una cifra mostruosa! Certo, mi direte che la qualità ha un prezzo e sono d’accordo ma fino a un certo punto.
Un ultimo esempio:
Io acquisto spesso la pizza precotta perché così mi bastano 5 minuti per avere il piatto pronto da mangiare. Certo, mi direte sicuramente che sono svogliato e che la pizza fatta al momento è migliore, ma non tutti abbiamo sempre il tempo necessario da dedicare alla cucina.
Adesso ripassiamo e cerchiamo di usare alcuni episodi passati parlando proprio di cucina:
Ulrike:
Un ripasso parlando di cucina? Un argomento che fa molto italiano, senz’altro valevole di un trattamento. Oggi però mi sono messa a dieta e ho una fame proprio smodata. È nelle cose che un ripasso di questo tipo non mi può sconfinferare.
Hartmut:
Caschi male con la tua dieta Ulrike. Allora se proprio non vuoi sgarrare, per non soffrire non resta che darti alla macchia. Io invece mi sento in vena di prepararmi un bel risottino ai frutti di mare. Casomai dovessi cambiare l’idea saresti mia ospite ben accetta.
Irina:
Un ripassino sulla cucina? Mi sembra che ci sia un nutrito numero di cose da dire. Un bel modo per prendere due piccioni con una fava ed unire l’utile al dilettevole, per inciso.
Bogusia: Fermo restando che decidere di iniziare una dieta non è di per sé criticabile, mi fa specie che sia la prima cosa che viene in mente quando si parla di cucina. Datevi una regolata. Sul sito della nostra associazione questo argomento l’abbiamo trattato come si deve. Basta farci una capatina e assieme a Giuseppina e le sue ricette, sfoderare un piatto a buon mercato sarà semplice per tutti, persino per chi sta a dieta.
Marcelo: Fare una dieta? Per me è molto più salutare mangiare di tutto e al contempo fare esercizi fisici, andare in palestra, o quantomeno passeggiare!. È meglio darsi allo sport e mangiare cibi ricchi di fibre e vitamine. Poi bisogna tenere a bada la voglia di carboidrati, dolci e anche moderarsi con l’alcol!. A che pro fare questo sforzo se poi ci facciamo del male? Dopo, quando sarai dimagrito, ti diranno: come ti dona quel vestito! Questo sarà molto edificante!
Leonardo: ma la facciamo finita, per l’amore del cielo! Io, a dieta, non mi ci metto!