Inter nos, in camera caritatis, dominio pubblico, a porte chiuse (ep. 1022)

Inter nos, in camera caritatis, dominio pubblico, a porte chiuse (scarica audio)

Emanuele: tra le varie locuzioni latine maggiormente usate, più o meno da tutti gli italiani, figura “Inter nos”, che significa “tra noi”.

Viene utilizzata per indicare che qualcosa è da considerarsi confidenziale, riservato a un gruppo ristretto di persone, non destinato a essere divulgato al di fuori di quel contesto. Parliamo di informazioni dunque.

Attenzione però, si usa solo in questi casi. Se ad esempio c’è un ostacolo tra noi, non posso dire che c’è un ostacolo inter nos. In compenso però si può dire, ad esempio:

Es:

Ricordati, questa è una questione inter nos, quindi per favore non divulgarla a nessun altro.

Posso dirti un segreto, ma ti prego, che resti inter nos.

Abbiamo discusso dei dettagli inter nos, quindi non è opportuno divulgarli al resto del team al momento.

Naturalmente non si usa solo questa modalità nelle stesse occasioni.

In italiano esistono espressioni che possono trasmettere lo stesso concetto di riservatezza senza ricorrere alla lingua latina, come:

Mi raccomando, resti tra di noi

Fra noi ce lo possiamo dire che questo governo fa schifo

Ne parleremo dopo in privato di questa questione

Posso dirti una cosa in confidenza?

Anche queste espressioni possono essere utilizzate per indicare che qualcosa è da considerarsi confidenziale e non deve essere divulgato al di fuori di due persone o comunque un determinato gruppo o contesto. Tra l’altro abbiamo già affrontato l’argomento in un episodio dedicato dedicato a “Fidarsi, confidare e confidarsi (ep. 989)

In camera caritatis” è un’altra espressione latina che letteralmente tradotta significa “nella stanza della carità”. In pratica si parla di un posto in cui nessun altro possa ascoltare. Possiamo anche dire che ciò che si dice in camera caritatis non deve diventare di dominio pubblico. Anche questa è una modalità molto usata.

Apriamo una parentesi sul dominio pubblico, o pubblico dominio, che dir si voglia. Quando si parla didominio pubblico“, si fa riferimento alla sfera di conoscenza, informazioni o risorse che appartengono al pubblico in generale, cioè a tutti, e non sono soggette a diritti di proprietà privata o restrizioni d’uso.

Si tratta di informazioni accessibili liberamente a tutti, senza limitazioni legali. Ma non solo le informazioni possono essere di dominio pubblico.

Ad esempio, lo stato di salute di una persona non è di dominio pubblico, e neanche le opere protette da diritto d’autore sono di dominio pubblico.

Parlando di un’informazione, dire che essa è di dominio pubblico vuol dire che tutti possono accedere a questa informazione o anche, più semplicemente che “tutti lo sanno“, “tutti ne sono a conoscenza”.

Si tratta di cose note a tutti e non ci sono segreti da nascondere. Almeno non più.

Tornando a “in camera caritatis” , l’espressione veniva originariamente utilizzata per indicare le discussioni o le decisioni prese da un consiglio ecclesiastico “a porte chiuse”, in un’atmosfera di riservatezza e discrezione.

Anche l’espressione “a porte chiuse” esprime lo stesso concetto. Non mettete la lettera “h” però davanti alla preposizione “a” !

Infatti “a porte chiuse” significa “con le porte chiuse” , un chiaro riferimento alla riservatezza.

In camera caritatis”, proprio come “a porte chiuse”, può oggi talvolta essere usata più ampiamente per indicare un contesto in cui le decisioni vengono prese con discrezione, senza l’intenzione di rendere pubblico ciò che è stato discusso o deciso.

Rispetto a “Inter nos“, “in camera caritatis” è più usata per questioni più importanti (anche rispetto a “a porte chiuse” e poi non si parla necessariamente di “noi”.

Es:

La riunione si è svolta in camera caritatis, quindi i dettagli della discussione non sono stati resi pubblici.

La commissione ha esaminato la questione in camera caritatis per garantire riservatezza e discrezione.

Le decisioni sulla gestione del fondo sono state prese in camera caritatis per mantenere la riservatezza dei dettagli finanziari.

I Consigli comunali svolti in camera caritatis sono un’offesa alla trasparenza amministrativa

Naturalmente quando si dice qualcosa in camera caritatis non è detto che qualche informazioni non trapeli ugualmente.
Bisogna stare attenti a non parlare troppo forte dietro le quinte, perché potrebbe esserci un ‘orecchio indiscreto’ a sentir ciò che diciamo ‘inter nos’ o in ‘camera caritatis’!

Ho usato il verbo trapelare.

Trapelare” indica il fatto che informazioni, notizie o segreti vengano divulgate o si diffondano, spesso involontariamente o in modo non autorizzato, raggiungendo il pubblico o persone non coinvolte nella situazione originaria. In pratica, significa che qualcosa che doveva essere tenuto segreto o confidenziale è diventato di dominio pubblico.

Questo, tra l’altro, non è un verbo solamente appannaggio delle informazioni, le notizie e i segreti. Anche l’acqua piovana può trapelare dal soffitto, e la luce può trapelare dalle fessure delle serrande. Un bel verbo indubbiamente questo.

Sapete che si usa anche con le emozioni, che possono trapelare. Es:

dal suo volto trapelava preoccupazione.

Oppure:

Giovanni era impassibile. Nonostante stesse attraversando un brutto periodo, dalla sua espressione non trapelava nulla.

Più in generale, in senso proprio o figurato, si sta parlando di qualcosa che esce o fuoriesce o che si manifesta nonostante un ostacolo di qualche tipo. È Un lento manifestarsi, a volte un debole manifestarsi.

Chiudiamo la parentesi su trapelare.

Inoltre ho parlato di “orecchie indiscrete” . Apriamo un’altra parentesi.

Le “orecchie indiscrete” sono una metafora per riferirsi a persone estranee che ascoltano qualcosa di segreto.

C’è la possibilità che informazioni private o confidenziali vengano ascoltate o intercettate da altri. Si può trattare di individui curiosi o attenti che potrebbero, anche accidentalmente, captare conversazioni o informazioni non destinate a loro e, In teoria, anche divulgarle, spifferarle a destra e a manca.

Degli aggettivi discreto e indiscreto ne abbiamo parlato in un episodio.

Chiusa la seconda parentesi. Parliamo adesso dei segreti usando le espressioni già imparate.

Zhao: C’è chi dice che non esista alcun segreto di sorta che possa essere tenuto nascosto a lungo. Tutto viene a galla un giorno o l’atro.

Albèric: Dici un segreto a un amico e a tua insaputa, neanche a farlo apposta, lo sanno tutti in men che non si dica.
L’unico modo per prevenire questo sarebbe di stare sulle proprie, alla larga dai pettegolezzi.

Danielle: Se ti aspetti davvero che ti raconti dei segreti, stai fresco! Puoi aspettare a lungo… I segreti sono sacri. Vorrei anche lasciare un ammonimento a chi pensa di divulgare un mio segreto: ti attenderei al varco!

Lejla: Da non dimenticare i segreti professionali, che riguardano segreti altrui e giocoforza vanno custoditi, quali che siano.

Ulrike: Se la mia fidanzata mi dice: “ma va, dimmelo, saro’ una tomba”, io le rispondo senza indugio: «Quel che alla donna ogni segreto fida, ne vien col tempo a far pubbliche grida». Campa cavallo!

Marcelo: Tra i segreti che mi stupiscono di più, ci sono quelli chiamati segreti di Stato!
Sicuramente sono cose che non si possono o non si devono rivelare!
Quando vengono a galla i segreti di cui sopra, mi portano in un mondo sconosciuto e accattivante. Penso quanto sia difficile tenere a bada le voglie di divulgarli fino alla loro scadenza. Possibile mai che nessuno faccia uno strappo alla regola?

Irina: A proposito Marcelo, ti rivelo un segreto. Non tutti i modi di dire rispondono al vero, spesso e volentieri riproducono solo pregiudizi privi di fondamento.

Peggy: Suvvia, un segreto è un segreto. Mica posso certo rivelarlo così e per niente. Tuttavia, dal momento che oggi mi gira bene, ve ne do un accenno. Circa un mese e mezzo fa, mentre frugavo nella scatola delle ricette (gremita di piatti forti e prelibati, per inciso) della mia bisnonna, ho trovato un assegno intestato a me con una cifra pari a …Segreto! Non vi dico quanto ho esultato di gioia! Prima riuscivo solo a malapena a sbarcare il lunario, e ora potrò persino permettermi di andare dalla mia amica estetista ogni due per tre.

Drin drin! Ah! La sveglia sta suonando. È l’ora di svegliarmi dal sonno e, mio malgrado, anche dal sogno.

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