Sapere, potere, riuscire, essere in grado, essere capace, arrivare, farcela

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Buongiorno a tutti e benvenuti su ItalianoSemplicemente.com.

Un episodio utile quello di oggi per capire le differenze di significato tra alcuni verbi. Parliamo in particolare delle capacità. Sono capace di fare qualcosa? Ci riesco? Posso farlo? lo so fare? Sono in grado di farlo? Ci arrivo? Ce la posso fare?

I verbi in questione sono sapere, potere, riuscire, arrivare e farcela. Poi ci sono anche alcune espressioni che possono essere utilizzate al posto di questi veri, che sono “essere capace“, e “essere in grado“.

Questo episodio nasce dal fatto che, frequentando molte chat di stranieri, mi rendo conto delle difficoltà che avete voi non madrelingua italiana.

Gli errori che fanno gli stranieri non sono gli stessi che fanno i ragazzi italiani. E’ anche per questo motivo che trovo molto affascinante questo “mestiere”. Chiamiamolo così, sebbene io mi diverta molto e sia molto motivato nel cercare di capire i vostri problemi e come spiegare o chiarire alcuni concetti.

Allora si diceva dei verbi simili e delle espressioni varie da usare.

Vediamo alcune frasi:

Io no so suonare la chitarra

io non riesco a suonare la chitarra.

Io non posso suonare la chitarra

Io non sono in grado di suonare la chitarra

Io non sono capace di suonare la chitarra

Io non ce la faccio a suonare la chitarra

Dunque se “Io no so suonare la chitarra” significa che non ho la capacità di suonarla, perché nessuno me l’ha insegnato.

Se io “io non riesco a suonare la chitarra“, significa che c’è qualcosa che mi impedisce di suonarla. Forse ho un problema alla mano. Potrei farlo, ma c’è qualcosa che me lo impedisce. C’è qualcosa di personale che mi riguarda. Questo impedimento può essere di qualsiasi tipo, fisico (come un problema alla mano) o anche psicologico. Magari quando ci ho provato il mio insegnante mi diceva sempre che non ero portato, che non avevo le abilità, o magari questo maestro mi stava antipatico, talmente antipatico che ora provo un senso di disgusto verso questo strumento.

Se dico ad esempio che non riesco a studiare con il rumore, sto manifestando una mia debolezza, una mia caratteristica. Non riesco a concentrarmi, non mi mancano le capacità, sarei perfettamente in grado di farlo, ma non con il rumore perché deve esserci assoluto silenzio.  C’è un’incapacità a portare a termine qualcosa per qualche motivo che riguarda me, le mie capacità fisiche o mentali.

Un altro utilizzo di sapere è poi quello della semplice conoscenza. Semplice nel senso di non approfondita (se è approfondita meglio usare il verbo conoscere), tipo:

Sai che sto imparando l’italiano?

Lo so, me l’ha fatto sapere tua madre.

Ma questo non ha niente a che fare con le capacità di fare qualcosa. Si tratta di conoscenza.

Se io “Io non posso suonare la chitarra“, il senso è abbastanza simile a riuscire. Tuttavia il verbo potere si preferisce usare quando sono coinvolte questioni esterne o altre persone. In genere non si tratta di me, ma di altri.

Io non posso suonare la chitarra perché i miei vicini di casa si lamentano del rumore che faccio!

Analogamente:

Andiamo a casa mia a studiare. Puoi venire nella mia macchina, perché c’è posto.

Potete studiare fino a giovedì, perché venerdì facciamo l’esame.

Potete stare tranquilli perché a casa mia non c’è nessuno.

Non possono venire anche le ragazze a casa mia altrimenti mia madre non crederà che stiamo studiando!

Scusi professore, posso andare al bagno?

Vedete che dipende da circostanze esterne e non da me. Queste circostanze possono impedire l’azione stessa.

Per usare riuscire, devo generalmente trovare ragioni personali:

Andiamo a casa mia a studiare. Anche se siamo in 6, se ci stringiamo  riusciamo ad entrare tutti in macchina.

Se riuscite a studiare almeno due ore al giorno fino a giovedì, venerdì farete un bell’esame.

Riuscite a stare tranquilli? Non c’è motivo di essere nervosi!

Il verbo potere però non è del tutto slegato dalle questioni personali. Infatti potere esprime anche la facoltà di fare anche secondo la propria volontà (non è detto solo della volontà di altri o di eventi esterni) mentre il verbo riuscire ha molto a che fare con il risultato, con lo scopo da raggiungere oltre che le abilità personali o con l’esperienza. Quindi se io”posso” fare qualcosa, non significa necessariamente che riesco a farlo bene. E questo potere, questa facoltà, questa possibilità può dipendere anche dalla nostra volontà. Anche questa può fungere da ostacolo. In qualche modo anche la nostra volontà la trattiamo come se fosse un elemento esterno.

Se ti chiedo:

Puoi aiutarmi per favore?

Voglio dire: ne hai voglia? Oppure: hai tempo? Oppure: hai la possibilità di farlo?

Ci sono elementi esterni o anche interni che possono impedirti di aiutarmi. Se dicessi:

Riesci ad aiutarmi?

Questa forma è ammessa, ma è leggermente diversa, perché significa più: Hai le capacità di aiutarmi? Sapresti renderti utile? O al limite anche: riesci a trovare il tempo per aiutarmi?

Un altro esempio:

Ieri avrei dovuto suonare il violino ma non avevo voglia di farlo, oggi invece sto bene, posso suonarlo tutto il giorno senza problemi.

Non ci sono impedimenti, quindi oggi posso farlo, posso suonarlo. In qualche modo è un’azione  che può iniziare, ma magari lo suonerò male (qualità, risultato) ma non ci sono impedimenti. Per questo meglio usare “potere”.

Quindi occorre distinguere non solo tra circostanze esterne e quelle che dipendono solo da me, ma anche distinguere la facoltà col risultato.

Vediamo adesso “essere in grado“:

Io non sono in grado di suonare la chitarra

Essere in grado è equivalente a “riuscire” e sottolinea ancora di più il fatto che dipende da noi stessi e non da altre persone o da fattori esterni. Trova il suo utilizzo ottimale con la negazione: “non sono in grado”, che è ancora più forte di “non riesco”.

Non sono in grado di suonare la chitarra sembra precludere anche ogni possibilità futura.

Analogamente:

“Non sono in grado di mentire” è come dire che manca qualcosa di fondamentale, o c’è qualcosa di troppo che mi impedisce di mentire: il mio carattere, la mia mentalità, la mia educazione. Difficile che in futuro io possa riuscire a mentire.

Non essere in grado di fare una cosa può significare quindi che mancano le capacità.

Si capisce ancora meglio con altri esempi:

Le persone poco intelligenti non sono in grado di risolvere esercizi complicati

I bambini molto piccoli non sono in grado di capire le battute ironiche

Mio nonno di 95 anni non è in grado di usare Whatsapp.

Infine c’è “essere capace“, che chiama in causa la capacità.

Io non sono capace di suonare la chitarra

E’ esattamente come “sapere“: manca la capacità, quindi non so farlo, perché nessuno mi ha insegnato e quindi non ho imparato a farlo. Se non sai fare una cosa non sei capace di farla.

Però “non essere capaci” si usa spesso anche per evidenziare pregi o difetti personali.

Non sono capace di mentire, è più forte di me!

Ecco, in questo caso indico la mia incapacità nel mentire, che deriva evidentemente dal mio carattere, dalla mia cultura, educazione, eccetera. E’ un mio pregio. Ma si usa anche e forse ancor di più per evidenziare i difetti, tipo: “I giovani di oggi non sono capaci di parlare correttamente” o “non sono capaci di prendere decisioni”.

Quindi rispetto a “non essere in grado”, che si usa soprattutto per evidenziare la mancanza di qualcosa, “essere capace” si preferisce usarlo per evidenziare pregi e difetti.

Se torniamo a “non essere in grado”, è interessante notare che la mancanza di qualcosa che ti impedisce di fare qualcosa può anche avvenire usando il verbo “arrivare“:

Si usano spesso frasi di questo tipo:

Non ci sono arrivato!

Mio fratello non capisce la matematica. Non ci arriva proprio!

Ma possibile che non arrivi a capire che sono infelice?

Ci sei arrivato finalmente!

Scusa, perché devo dirti che ti amo tutti i giorni? Aiutami a capire ché non ci arrivo!

E’ un modo informale e spesso può essere offensivo (se parliamo con altre persone) di evidenziare una mancanza, un’incapacità nel capire, nel comprendere. La cosa è troppo difficile per lui o lei. Non ci arriva!

Di solito “arrivare” si usa in senso materiale. Ad esempio se arrivo con la mia mano a prendere il sale lo prendo, altrimenti ti dico:

Scusa, mi passi il sale per favore ché non ci arrivo?

In modo figurato “non arrivare a capire” fa pensare ad uno sforzo per capire, come ad indicare delle capacità mentali limitate.

Ho bisogno d’amore, stupido, non ci arrivi?

E’ come dire: le tue capacità mentali sono abbastanza sviluppate per capire che ho bisogno di amore?

Vale la pena di vedere anche il verbo “farcela“, un verbo pronominale che significa “avere successo”, “riuscire a fare qualcosa”. L’uso è prevalentemente informale e il senso è simile a “riuscire”.

Quindi è simile a riuscire e si usa per evidenziare anche in questo caso lo sforzo nel raggiungere e nel non raggiungere (nel caso di NON FARCELA).

ad esempio:

Ce la fai a scrivere con la mano sinistra?

Non ce la faccio a lavorare 10 ore al giorno.

Non ce la faccio più a sopportarti!

Se usassi “essere capace” posso essere offensivo:

Sei capace di scrivere con la mano sinistra?

Invece io voglio sottolineare il raggiungimento di un obiettivo (scrivere con la sinistra) con uno sforzo, e non il tuo difetto. Non voglio offenderti. Per lo stesso motivo non uso il verbo “arrivare”.

Potrei usare il verbo riuscire senza problemi.

Il verbo potere non è adatto perché si parla di abilità personali, Non ci sono fattori esterni o altre persone.

Posso usare anche il verbo sapere:

Sai scrivere con la mano sinistra?

Posso farlo perché sapere come detto si usa quando impariamo a fare qualcosa.

Facciamo un esercizio di ripetizione adesso:

Bogusia: Scusa, puoi spostarti per favore?

Anthony: No, non posso, ho una gamba incastrata.

Bogusia: Hai provato?

Anthony: Sì, ma non ci riesco proprio, è incastrata bene!

Bogusia: Prova a tirare forte la gamba indietro!

Anthony: Non so se riesco a farlo, ho paura che mi faccio male!

Bogusia: Dai prova ancora! Ce la puoi fare!

Anthony: Ho detto che non ci riesco, ci arrivi a capirlo?

Anthony: Piuttosto, aiutami invece di parlare! Ne sei in grado?

Bogusia: No, non riesco a  sollevare grossi pesi! Non ho la forza! Dai, tira! Prova ancora!

Anthony: Senti un po’, ma sei capace a star zitta un attimo?

Bogusia: Potrei, se solo volessi, ma non essendo in grado di aiutarti fisicamente, almeno posso darti dei consigli!

Anthony: Io non ce la faccio più con te! Chiama aiuto!!!