Profuso, profondere e profusamente (ep. 1078)

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Trascrizione

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È un verbo un po’ strano il verbo profondere.

Anche un italiano, se gli venisse chiesto di fare una frase con questo verbo, avrebbe qualche esitazione all’inizio. Non sarebbe un problema invece usare il participio passato “profuso” che è anche un aggettivo.

Infatti il verbo profondere suona un po’ strano, perché nella forma dell’infinito si usa pochissimo.

Una particolarità è che ad essere profuso solitamente è una cosa: l’impegno. Questo nel 90 percento dei casi.

Oltre all’impegno, si può definire profuso o profusa anche la collaborazione, la scrittura, la salivazione, i complimenti, le lodi, il sangue, le lacrime ma anche le spese e il denaro. Può essere profusa anche una chioma, quindi la capigliatura o la barba di una persona.

In generale profondere significa spargere, versare largamente, dare abbondantemente. Il senso è anche figurato chiaramente.

Dunque, ad esempio:

L’impegno profuso da Giovanni è stato notevole.

L’Impegno, quando si dice “profuso” ci si trova in genere in ambito formale, professionale.

Profondere impegno significa dedicare grande sforzo, energia o attenzione a qualcosa.

Si usa questa modalità per indicare il grande lavoro o l’impegno che qualcuno ha messo in una determinata attività o compito.

Quando si fanno dei ringraziamenti, specie se pubblicamente, si usa molto spesso. Altrimenti, in altri contesti, basterebbe dire ad esempio:

Vi ringrazio per l’impegno che avete messo in questa attività.

Ma in occasioni pubbliche molto più diffuse sono frasi tipo la seguente:

Desidero infine esprimere un caloroso ringraziamento alle organizzazioni per l’impegno profuso (o per il profuso impegno)

Riguardo agli altri usi, ad esempio:

Il papa ha voluto elogiare l’encomiabile opera di beneficenza profusa dalle associazioni.

Quanto denaro profuso per cose inutili nella mia famiglia

Nel caso del denaro, quando viene profuso è come dire che è stato sprecato. Si tratta di sperpero, spreco, scialo di soldi. Si tratta di uno scialacquamento di soldi. In alternativa posso anche parlare di profusione di denaro.

Marito e moglie si sono separati nonostante le lacrime profuse da parte dei figli.

C’è stata quindi una grande quantità di lacrime che sono state versate.

L’uomo aveva una profusa barba che scendeva sul petto.

Evidentemente era una lunga barba che scendeva sul petto.

Era una barba fluente, sciolta.

I membri dell’associazione mi hanno profuso amicizia, accoglienza e sostegno.

Evidentemente c’è stata una grande accoglienza, amicizia e sostegno da parte di tutti.

Le energie profuse da tutti meritano i miei complimenti.

Esiste anche l’avverbio profusamente, che significa abbondantemente, diffusamente, ampiamente, copiosamente; solo un po’ più formale.

Es:

Nelle due guerre mondiali il sangue è stato profusamente sparso.

Abbiamo discusso profusamente del nostro rapporto tutta la serata.

Lo abbiamo fatto abbondantemente allora, in modo diffuso, ampio.

Quando capita di ferirsi, se la ferita continua a sanguinare profusamente nonostante le cure iniziali, bisogna cercare assistenza medica.

Maria aveva litigato con l’amica, di cui mi ha parlato profusamente tutta la sera.

Anche profusamente suona un po’ più formale rispetto ad avverbi simili, ma non preoccupatevi perché non c’è niente di male ad usare il verbo o l’aggettivo o l’avverbio anche in famiglia o fra amici.

È tutto per oggi.

Ripassiamo adesso qualche parolina o espressione che non abbiamo ancora profusamente utilizzato.

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Ripasso in preparazione a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Marcelo: Il mio tentativo:
nell’intento di fare il ripasso, all‘improvviso ho ricordato il tranello che mi aveva fatto Gianni a ragione, visto che lo sbagliavo sempre, per farmi capire l’uso della parola intento, e non lo dimenticherò mai…
Ho imparato la lezione!

Ulrike: Complimenti a Marcelo per l’impegno profuso in fatto di ripassi. Appena vista la richiesta di Gianni, si mette all’opera e da lì a poco se ne esce con un bel ripasso, così comprovando la sua inclinazione e passione per l’apprendimento della lingua italiana. Ce ne fossero di studenti come lui, proprio merce rara direi.

Estelle: Non ho la stoffa per sfoderare di punto in bianco un ripasso degno di nota.
Per abbozzare un ripasso, prima devo rispolverare le lezioni e scervellarmi un po’.
Poco a poco il testo sta prendendo forma, visto?
Niente di trascendentale ma che volete, sono ancora in alto mare con la padronanza della lingua italiana.

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Segue una breve canzone dal titolo “profusamente te”.

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Il paese di bengodi e il paese dei balocchi

Il paese di Bengodi e il Paese dei Balocchi (scarica audio)

Ci sono alcuni paesi che nel linguaggio italiano sono molto utilizzati.

Non parlo dei paesi veri, intesi come comuni, insomma località in cui vivono realmente le persone, e non parlo neanche dei paesi nel senso di nazioni. Si parla di paesi immaginari, luoghi che non esistono ma che rappresentano qualcosa.

Lasciamo stare l’espressione vai a quel paese” che abbiamo già visto in un episodio. Questo paese, tra l’altro, non ha neanche un nome. Invece ci sono due paesi anch’essi immaginari che un nome ce l’hanno. Iniziamo dal paese di Bengodi.

Il Paese di Bengodi è un luogo immaginario che compare in molte opere letterarie italiane del Medioevo e del Rinascimento, come ad esempio nel Decameron di Giovanni Boccaccio, nella divina commedia di Dante e nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

In queste opere, il Paese di Bengodi è descritto come un luogo fantastico e paradisiaco, dove tutto è abbondante e facilmente accessibile, dove le strade sono lastricate d’oro, i fiumi scorrono di latte e di miele e il cibo e il vino sono inesauribili.

Il Paese di Bengodi è diventato un simbolo della ricchezza e dell’abbondanza, ma anche della vanità e della fugacità dei piaceri terreni.

Spesso viene utilizzato come allegoria della condizione umana, che cerca invano la felicità e la soddisfazione attraverso i beni materiali, dimenticando l’importanza dei valori spirituali e morali.
Nella lingua italiana il “Paese di Bengodi” è entrato oggi nell’uso comune come espressione idiomatica per indicare un luogo ricco e abbondante, ma anche un luogo immaginario o irraggiungibile.

Ad esempio, si può dire: “Pareva di essere nel Paese di Bengodi, tanta era la varietà di cibo e bevande”, oppure “Ha speso tutti i suoi soldi in un viaggio verso il Paese di Bengodi della felicità”.

Nella politica e nell’economia: “Paese di Bengodi” è spesso utilizzato per descrivere situazioni di eccesso e spreco, come ad esempio nei discorsi politici o nei commenti sull’economia.

Ad esempio, si può parlare di un Paese di Bengodi fiscale, in cui le tasse sono inesistenti, oppure di un sistema sanitario che vuole essere presentato come il Paese di Bengodi, ma che in realtà nasconde gravi problemi strutturali.

Poi c’è anche il Paese dei balocchi anch’esso immaginario. In generale, il “Paese dei Balocchi” viene utilizzato per indicare una situazione in cui si corre il rischio di perdere di vista la realtà e di cadere in inganni, illusioni e delusioni. Altre volte in modo simile a Bengodi, per indicare abbondanza e libertà, spesso però ottenute fraudolentemente o a danno di altri.

Il Paese di Bengodi e il Paese dei Balocchi sono due luoghi immaginari leggermente diversi.

Il Paese dei Balocchi è un luogo immaginario creato da Carlo Collodi nel suo famoso romanzo per ragazzi “Le avventure di Pinocchio”. É un luogo allettante e seducente in cui Pinocchio si reca insieme al suo amico Lucignolo, ma scopre presto che tutti i bambini alla fine saranno trasformati in asini, compreso Pinocchio.

Quindi è un luogo o una situazione che sembra promettere divertimento, gioia e piacere, ma che in realtà nasconde insidie, delusioni e conseguenze negative, in genere per sé stessi ma anche a danno di altri. Ecco alcuni esempi di come si può usare.

Nel mondo del lavoro il “Paese dei Balocchi” può essere utilizzato per descrivere una situazione lavorativa che sembra molto allettante, ma che in realtà nasconde condizioni precarie, bassi stipendi o un ambiente tossico. Ad esempio, si può parlare di “una start-up che sembra il Paese dei Balocchi, ma in cui in realtà tutti lavorano 16 ore al giorno per guadagnare poco”.

Nella politica può essere utilizzato per descrivere le promesse elettorali o le politiche di un governo che sembrano molto allettanti, ma che in realtà non portano a risultati concreti o che nascondono intenzioni poco trasparenti. Ad esempio, si può parlare di un programma politico che sembra il Paese dei Balocchi, ma in realtà è basato su parole vuote e promesse irrealizzabili.

Si può anche dire che con la fine dei bonus fiscali o dei contributi europei il paese dei balocchi ha chiuso. Oppure che per gli evasori fiscali l’Italia è il paese dei balocchi.