Il paese di bengodi e il paese dei balocchi

Il paese di Bengodi e il Paese dei Balocchi (scarica audio)

Ci sono alcuni paesi che nel linguaggio italiano sono molto utilizzati.

Non parlo dei paesi veri, intesi come comuni, insomma località in cui vivono realmente le persone, e non parlo neanche dei paesi nel senso di nazioni. Si parla di paesi immaginari, luoghi che non esistono ma che rappresentano qualcosa.

Lasciamo stare l’espressione vai a quel paese” che abbiamo già visto in un episodio. Questo paese, tra l’altro, non ha neanche un nome. Invece ci sono due paesi anch’essi immaginari che un nome ce l’hanno. Iniziamo dal paese di Bengodi.

Il Paese di Bengodi è un luogo immaginario che compare in molte opere letterarie italiane del Medioevo e del Rinascimento, come ad esempio nel Decameron di Giovanni Boccaccio, nella divina commedia di Dante e nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

In queste opere, il Paese di Bengodi è descritto come un luogo fantastico e paradisiaco, dove tutto è abbondante e facilmente accessibile, dove le strade sono lastricate d’oro, i fiumi scorrono di latte e di miele e il cibo e il vino sono inesauribili.

Il Paese di Bengodi è diventato un simbolo della ricchezza e dell’abbondanza, ma anche della vanità e della fugacità dei piaceri terreni.

Spesso viene utilizzato come allegoria della condizione umana, che cerca invano la felicità e la soddisfazione attraverso i beni materiali, dimenticando l’importanza dei valori spirituali e morali.
Nella lingua italiana il “Paese di Bengodi” è entrato oggi nell’uso comune come espressione idiomatica per indicare un luogo ricco e abbondante, ma anche un luogo immaginario o irraggiungibile.

Ad esempio, si può dire: “Pareva di essere nel Paese di Bengodi, tanta era la varietà di cibo e bevande”, oppure “Ha speso tutti i suoi soldi in un viaggio verso il Paese di Bengodi della felicità”.

Nella politica e nell’economia: “Paese di Bengodi” è spesso utilizzato per descrivere situazioni di eccesso e spreco, come ad esempio nei discorsi politici o nei commenti sull’economia.

Ad esempio, si può parlare di un Paese di Bengodi fiscale, in cui le tasse sono inesistenti, oppure di un sistema sanitario che vuole essere presentato come il Paese di Bengodi, ma che in realtà nasconde gravi problemi strutturali.

Poi c’è anche il Paese dei balocchi anch’esso immaginario. In generale, il “Paese dei Balocchi” viene utilizzato per indicare una situazione in cui si corre il rischio di perdere di vista la realtà e di cadere in inganni, illusioni e delusioni. Altre volte in modo simile a Bengodi, per indicare abbondanza e libertà, spesso però ottenute fraudolentemente o a danno di altri.

Il Paese di Bengodi e il Paese dei Balocchi sono due luoghi immaginari leggermente diversi.

Il Paese dei Balocchi è un luogo immaginario creato da Carlo Collodi nel suo famoso romanzo per ragazzi “Le avventure di Pinocchio”. É un luogo allettante e seducente in cui Pinocchio si reca insieme al suo amico Lucignolo, ma scopre presto che tutti i bambini alla fine saranno trasformati in asini, compreso Pinocchio.

Quindi è un luogo o una situazione che sembra promettere divertimento, gioia e piacere, ma che in realtà nasconde insidie, delusioni e conseguenze negative, in genere per sé stessi ma anche a danno di altri. Ecco alcuni esempi di come si può usare.

Nel mondo del lavoro il “Paese dei Balocchi” può essere utilizzato per descrivere una situazione lavorativa che sembra molto allettante, ma che in realtà nasconde condizioni precarie, bassi stipendi o un ambiente tossico. Ad esempio, si può parlare di “una start-up che sembra il Paese dei Balocchi, ma in cui in realtà tutti lavorano 16 ore al giorno per guadagnare poco”.

Nella politica può essere utilizzato per descrivere le promesse elettorali o le politiche di un governo che sembrano molto allettanti, ma che in realtà non portano a risultati concreti o che nascondono intenzioni poco trasparenti. Ad esempio, si può parlare di un programma politico che sembra il Paese dei Balocchi, ma in realtà è basato su parole vuote e promesse irrealizzabili.

Si può anche dire che con la fine dei bonus fiscali o dei contributi europei il paese dei balocchi ha chiuso. Oppure che per gli evasori fiscali l’Italia è il paese dei balocchi.

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