L’espressione “sfido io” e le alternative meno informali

L’espressione “sfido io”

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Trascrizione

sfido io!Buongiorno a tutti. Ricordate quando abbiamo parlato della parola “grazie“?

Oltre ad essere il ringraziamento che tutti conoscete, è anche, come abbiamo visto, una forma informale e ironica di ringraziamento.

Una espressione abbastanza simile è “sfido io“. Attenzione, non ho detto “io sfido”, ma “sfido io”. L’ordine delle parole è molto importante.

E’ abbastanza informale anche questa espressione, ma può risultare meno aggressiva.

Esiste anche una forma ancora più aggressiva e volgare, se è per questo: “grazie al….”. Ma possiamo farne a meno in questo episodio. Se non altro perché la volgarità non è nelle mie corde 🙂

Sfido io” non è per niente aggressiva se si usa il tono giusto. Si sta parlando di qualcosa che si ritiene ovvio, qualcosa che ha più di un motivo per risultare vero. Se qualcuno parla con me e fa una affermazione; io, se ritengo che questa affermazione sia vera e soprattutto se ho dei motivi validi per dire questo, allora posso usare questa affermazione e solitamente si aggiunge il motivo per cui si ritiene vera, anzi ovvia, questa affermazione.

Quindi si può usare per esprimere condivisione:

Affermazione: Questo film è un capolavoro!

Risposta: Sfido io che sia un capolavoro! Hai visto chi è il regista?

Affermazione: finalmente riesco a parlare bene l’italiano senza fare errori

Risposta: sfido io, sono 5 anni che sei iscritto all’associazione Italiano Semplicemente!

Affermazione: Non c’è niente di meglio di una pizza fatta in casa!

Risposta: Sfido io! Il sapore genuino degli ingredienti freschi, la soddisfazione di prepararla con le proprie mani… vuoi mettere?

Si esprime una condivisione ma si sta anche rafforzando un’affermazione, perché si ha qualcosa da dire che rafforza quanto appena ascoltato.

Affermazione: Sono sicuro che la mia squadra vincerà la partita.

Risposta: Sfido io che vincerà! Hanno giocato benissimo ultimamente, sono in forma smagliante e il morale è alto.

Affermazione: Questo studio dimostra chiaramente che il cambiamento climatico è una realtà.

Risposta: Sfido io che sia una realtà! I dati sono incontrovertibili, la comunità scientifica è concorde e le conseguenze sono già visibili. Non avete visto come sono aumentate le temperature ultimamente?

Si può anche usare per creare un’atmosfera informale e scherzosa:

Affermazione: Ho mangiato così tanto oggi che non riesco più a muovermi!

Risposta: Sfido io che non riesci a muoverti! Sei ingrassato come un pachiderma!

Affermazione: Sono così stanco oggi.

Risposta: Sfido io! Sono due giorni che non chiudi occhio!

Avrete notato che spesso si ripete ciò che si ritiene ovvio:

Sfido io che tua sia stanco

Sfido io che sei stanco…

Si dovrebbe usare il congiuntivo ma spesso se ne fa a meno, considerato il carattere informale dell’espressione.

Cosa ha a che fare “sfido io” col verbo sfidare? L’espressione “sfido io” deriva da un uso figurato del verbo “sfidare”, con il significato di “mettere in dubbio la veridicità di qualcosa”.

Come a dire “sfido chiunque a dire il contrario”. Si è talmente sicuri di questa cosa che si è disposti, ironicamente si intende, a sfidare chi pensa che questa cosa non sia vera.

In buona sostanza, si tratta di un modo spesso ironico per esprimere una forte convinzione e condivisione riguardo a un’affermazione.

In alternativa si usa spesso anche “certo” e soprattutto “ci credo”. Il senso è il medesimo. Un’alternativa più elegante è invece ‘”lo credo bene

Es:

ci credo che Giovanni riesce a scrivere un episodio in soli 15 minuti, sono 8 anni ormai che pubblica episodi tutti i santi giorni!

lo credo bene che sei stanco, non hai chiuso occhio tutta la notte!

Affermazione: Ho saputo che Franco si è laureato!

Risposta: ci credo! Sono due anni che ha finito gli esami. Era ora!

Se vuoi essere più serio e usare un linguaggio meno informale, si possono usare diverse modalità, come ad esempio:

Affermazione: Ho imparato l’italiano in solo 6 mesi

Possibili risposte: Beh certo, so che sei membro dell’associazione Italiano Semplicemente. Non fatico a crederci!

Voglio farvi notare che, se non usiamo “sfido io”, per mantenere un significato simile, non basta in teoria esprimere un accordo con frasi tipo:

Sono pienamente d’accordo.

Condivido pienamente la tua/sua opinione.

La tua/sua affermazione è assolutamente vera.

Non potrei essere più d’accordo con lei/te

Sottoscrivo in pieno le tue/sue parole.

Si deve aggiungere qualcosa dopo, per sottolineare la validità dell’affermazione, per evidenziare un aspetto che rende l’affermazione ancora più significativa. Chiaramente usando un linguaggio meno informale si risulta spesso meno incisivi. Es:

D’altronde è evidente che…

Oltretutto

Per di più..

Poi i fatti dimostrano che…

Infatti si è visto che…

Se non altro…

Non fosse altro

Oltre ad aggiungere argomenti a sostegno della propria convinzione, si può anche riformulare l’affermazione originale con enfasi. Vediamo qualche esempio.

Lei ha perfettamente ragione a dire questo, oltretutto tutti gli esperti concordano con lei.

Come ha ben detto lei, non c’è alcuna speranza di vincere le elezioni, soprattutto in virtù dell’ultimo scandalo che ha coinvolto il partito.

Concordo al 100% con la sua analisi, tra l’altro c’erano state delle forti avvisaglie in passato.

La sua osservazione coglie perfettamente nel segno, se non altro alla luce delle evidenze che emergono dagli ultimi dati.

Non fatico a credere che stai male. D’altronde te ne sono successe parecchie ultimamente.

Queste sono modalità che si possono usare in alternativa a “sfido io”, ricordandovi che l’utilizzo di “sfido io” (e anche di “ci credo” e “grazie“) è appropriato solamente in contesti informali e con persone che conosci bene.

Se non vuoi essere offensivo, è anche importante evitare un tono di voce arrogante o aggressivo. L’obiettivo è esprimere condivisione e rafforzare la propria opinione in modo ironico e leggero.

Di conseguenza, se non sei sicuro che l’espressione sia adatta alla situazione, è meglio utilizzare un linguaggio più neutro.

Tornando a bomba, qualcuno si stara chiedendo: ma si può usare “sfidi tu”, “sfidiamo noi” eccetera? La risposta è no!! Esiste solamente “sfido io”. Al massimo potete evitare “io”, perché tanto è scontato, quindi può dire ad esempio:

Sfido (io) che non dormi! Sono due giorni che non chiudi occhio!

Adesso ripassiamo qualche episodio passato.

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Ripasso registrato dai membri dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Edita (Repubblica Ceca): Luca mi ha detto che hai un vizio segreto. Vuoi svelarmelo? Non mi dire che sei ricaduto nell’atavico vizio dell’amore a pagamento!

Marcelo (Uruguay): Stai fresca! Luca dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa. Posso dirti però di avere un debole per il cioccolato.

Christophe (Francia): In virtù del fatto che siamo amici, devo dire che lo sapevo già. Hai la faccia da chi ha appena mangiato un intero barattolo di Nutella!

Ulrike (Germania): Questo non è neanche l’unico suo vizio. Ti ricordi quando gli ho chiesto se poteva smorzare i toni mentre parlavamo di politica? Pareva gli avesse dato di volta il cervello. Era scatenato!

Danielle (Olanda): Senza contare la sua poca accortezza nella spesa. Hai contezza di quanto spende mensilmente per cose inutili?

Paul (Germania): Questi suoi vizi mi confortano. Almeno non sono l’unico ad averne.

Angela (Cina): Ci mancherebbe! È risaputo che anche io non scherzi quanto a vizi. Tutta colpa di mia madre!

Camille (Libano): Scusa, ma che c’azzecca tua madre? Ancora ancora tuo padre, che ti ha sempre viziata da piccola. Da questo punto di vista non sei diverso/a da me comunque.

Junna (Cina): una magra consolazione! Va bè ragazzi ci aggiorniamo domani che io devo andare.

I chiari di luna… (ep. 1062)

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Ecco un’espressione che potete usare quando le cose non vanno troppo bene: ” I chiari di luna”.

Strano vero? Infatti in realtà la luna ispira anche romanticismo, soprattutto la luce che viene dalla luna, specie quando è piena, cioè quando la luna è visibile completamente.

Fare una passeggiata al chiaro di luna infatti significa passeggiare con la luna che illumina il cammino. Molto romantico.

Ad ogni modo i “chiari di luna”, (usando dunque il plurale “chiari”) si utilizza per indicare l’attraversamento di un periodo difficile, economicamente o anche da altri punti di vista.

Vediamo come si usa ma prima spiego cosa sono materialmente i chiari di luna.

In astronomia, un “chiaro” è la luce che emette un corpo celeste o la luce che riflette un pianeta su un altro (ad esempio la Terra) anche se la luce non è emessa direttamente da questo pianeta ma è solo riflessa.

Questo “chiaro” , (sostantivo dunque), proviene dal sole, ma è riflesso dalla luna ed è in grado di illuminare il pianeta su cui è riflesso (la Terra). Parliamo della illuminazione notturna.

Esempio di utilizzo figurato dell’espressione “chiari di luna”.

Dobbiamo comprare una nuova casa, ma non abbiamo molti soldi. Un amico mi chiede: Come mai?

Io potrei rispondere:

eh, con questi chiari di luna sarà difficile riuscire a sostenere tutte le spese necessarie.

Parlo di difficoltà economiche in questo caso.

È un’espressione abbastanza comune in tutt’Italia, usata per indicare un particolare momento critico, un periodo difficile, soprattutto sotto il profilo economico, ma non solo. Un periodo passato o quello attuale.

Un secondo esempio:

Un futuro migliore per la città di Roma oggi è possibile, dopo certi chiari di luna…

Evidentemente la città di Roma ha affrontato in passato un periodo negativo. Probabilmente non c’erano abbastanza risorse per sostenere delle spese per via di una crisi economica. Adesso però sembra che le cose vadano meglio perché il periodo in questione è passato: “dopo certi chiari di luna”.

L’espressione si usa generalmente quando è evidente a cosa ci si riferisce, anche se di per sé l’espressione non è molto precisa.

Certi chiari di luna? Quali esattamente? Si intuisce solo che c’è stato un periodo difficile. Si dà per scontato che chi ci ascolta capisca al volo.

Probabilmente si utilizza l’immagine della luce riflessa dalla luna perché la sua luce è fioca, è debole, quindi sono poco visibili i particolari e si vede a malapena. Questa scarsità di luce rappresenta metaforicamente una scarsità di diversa natura.

Al di fuori del senso economico, legato ai soldi che non ci sono (o sono scarsi, appunto), potremmo anche parlare di una difficoltà diversa.

Es:

Sto per laurearmi in lettere e decido che non voglio fare l’insegnante nella mia vita, perché ultimamente secondo me, tra le altre cose, gli insegnanti non godono di molta considerazione.

I genitori dei ragazzi lì mettono sempre in discussione, poi è sempre più difficile trovare lavoro e infine gli insegnanti non sono neanche ben pagati. Poi ultimamente, ammettiamo che anche la classe politica ha annunciato che taglierà lo stipendio degli insegnanti.

Allora posso dire che, visti i recenti chiari di luna, forse è bene che io decida di fare un altro mestiere nella mia vita.

In questo caso si parla di difficoltà di vario tipo, economiche ma anche sociali e legate al mondo del lavoro.

Ultimo esempio:

Immaginate due adolescenti che parlano tra loro, e commentano il periodo del Covid dicendo che in quel periodo era difficile conoscere ragazze e avere esperienze amorose:

Es:

Adesso esco tutti i giorni e conosco sempre nuove ragazze, ma vi ricordate che chiari di luna qualche anno fa ai tempi del Covid?

In questo caso ci si riferisce chiaramente alle difficoltà nel conoscere ragazze e nel fare nuove avventure.

L’espressione è chiaramente informale e sapete una cosa? Mi stupirebbe molto se la sentissi usare da una persona non madrelingua.

Provare a farlo con un amico italiano e vedrete la sua reazione.

Adesso mi piacerebbe un ripasso degli episodi precedenti che verta sulla luna 🌙. A seguire ascoltiamo una breve canzone dedicata alla stessa luna.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

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Marcelo: Nessuno prese sul serio Armstrong quando disse la famosa frase “un piccolo passo per l’uomo ma un grande balzo per l’umanità”.

Anne Marie: Adesso con le guerre in corso di passi ne stiamo facendo parecchi, ma indietro. Qualcuno ha già pagato pesantemente lo scotto.

Ulrike: questo è sicuramente un tema controverso.

Hartmut: certo, ma si sono registrate già vittime a migliaia. Questi numeri non sono opinabili.

Peggy: per non parlare delle ricadute sociali, umane ed economiche di questi conflitti.

Palese, palesare e palesarsi (ep. 1052)

Palese, palesare e palesarsi

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    • Trascrizione

      Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una parola che sembra un po’ presuntuosa! Sto parlando di “palese” e dei suoi amici “palesare” e “palesarsi“.

      Un proverbio dice:

      Chi si scusa senza essere accusato fa palese il suo peccato

      Cosa significa?

      Immaginate questa situazione: siete fuori, il sole splende, gli uccellini cantano, e improvvisamente… BOOM! Temporale improvviso e inizia a piovere a catinelle! Ecco, in quel momento, direi che è palese che il bel tempo è finito, giusto? Non c’è bisogno di un meteorologo per spiegarlo!

      “Palese”, quindi, si usa quando qualcosa è così ovvia che è evidente senza bisogno di spiegazioni aggiuntive. È come se fosse così chiaro da saltare agli occhi!

      Vediamo altri esempi:

      Era palese che il professore fosse un appassionato della lingua italiana, considerando che passava più tempo a spiegare le origini delle parole che a dare lezioni di grammatica!

      In questo esempio, “palese” indica qualcosa che è chiaramente evidente, ovvero l’interesse del professore per la lingua italiana, manifestato dal suo modo di insegnare.

      Alberico non faceva altro che ascoltare e ripetere e aveva abbandonato il libro di grammatica. Era la prova palese della sua dedizione al metodo di Italiano Semplicemente

      Questa era una prova chiara, evidente, lampante. Palese è un aggettivo simile anche a “nitido“, che abbiamo visto nel linguaggio del calcio ma che si usa anche in altri contesti.

      Usare l’aggettivo “palese” può però dare un’idea di presunzione, come ho accennato all’inizio. Questo perché quando si dice che qualcosa è palese, è quasi come dire: lo vedi anche tu no? E’ impossibile non vederlo! Come fai a non vederlo? E’ chiaro ed evidentissimo.

      E che dire di “palesare“? Beh, pensate a quel momento in cui vi rendete conto che il vostro amico ha un debole segreto per quella persona in particolare. Magari non l’ha mai detto esplicitamente, ma i suoi occhi brillano ogni volta che la vede. Ecco, potremmo dire che ha palesato i suoi sentimenti senza dire una parola! È come se il suo viso gridasse “Sì, mi piace!” più forte di un annuncio pubblicitario in TV!

      “Palesare” si riferisce all’azione di rendere evidente qualcosa che prima era nascosto o non chiaro. È come tirare fuori un coniglio da un cappello magico, solo che al posto del coniglio, c’è la verità!

      Tante cose si possono palesare. Le intenzioni innanzitutto.

      Le intenzioni sono un ottimo esempio di ciò che può essere palesato o che possono “palesarsi“.

      Immagina di trovarti in una situazione in cui qualcuno mostra comportamenti che suggeriscono un determinato scopo o desiderio, anche se non lo esprime apertamente. Questi segnali possono far emergere le intenzioni di quella persona, rendendole chiare o “palesi” agli altri.

      Le intenzioni possono anche palesarsi, cioè diventare evidenti, mostrarsi chiaramente, attraverso il linguaggio del corpo, le espressioni facciali e persino il tono della voce. Quindi le intenzioni sono sicuramente una delle cose che possono essere palesate o che possono palesarsi, e spesso lo fanno in modo sottile ma significativo!

      Ho usato “palesarsi” nel senso di rendersi palesi, come se le intenzioni facessero tutto da sole. In effetti si usa soprattutto in questo modo il verbo palesare.

      Per capire bene ricorro all”immagine di qualcosa che emerge dal buio o dal nulla all’improvviso.

      Tipo, immaginate di essere alla ricerca disperata di una soluzione a un problema, e all’improvviso, bam! La soluzione si palesa davanti ai vostri occhi come un flash di illuminazione improvvisa. È come se il vostro cervello dicesse: “Ecco, finalmente mi è venuta un’idea geniale!”

      “Palesarsi” dunque esprime qualcosa che diventa visibile o evidente da solo, senza bisogno di intervento esterno. È come se si rivelasse da sé, senza bisogno di essere spinto o forzato.

      Sicuramente questi tre termini: palese, palesare e palesarsi possono aiutarci a comunicare in modo più colorato e divertente. Quindi la prossima volta che qualcosa è così ovvia ed evidente ricordatevi di farli entrare in gioco!

      Anche una persona può palesarsi e lo può può fare in diversi modi.

      In senso letterale può mostrarsi fisicamente, quindi può palesarsi fisicamente, uscendo allo scoperto o presentandosi in un luogo specifico. Oppure può, in senso figurato, confidarsi, cioè può aprirsi e condividere i propri pensieri, sentimenti o esperienze con un’altra persona. Può anche manifestare la propria opinione, il proprio carattere o la propria personalità. E’ un altro modo questo di palesarsi, di uscire allo scoperto. Oppure può dichiararsi, cioè rivelare i propri sentimenti o intenzioni verso un’altra persona.

      Vediamo qualche esempio di persone e di altre cose che si palesano o che vengono palesate:

      Stavo nel parco a passeggiare, quando all’improvvso la mia ex moglie si palesa davati a me!

      oppure:

      L’allenatore era arrabbiatissimo per l’arbitraggio. All’inizio non ha detto nulla, ma poi ha palesato tutta la sua rabbia davanti alle telecamere.

      Era scomparsa una ragazza a Roma due giorni fa, ma fortunatamente ieri si è palesata spontaneamente e è voluta tornare a casa.
      Scusami, ma se la ami, non capisco cosa aspetti a palesarti con lei!
      Appena andato in carica, il Governo ha reso subito palesi le proprie intenzioni
      Allora, riprendendo il proverbio iniziale:
      Chi si scusa senza essere accusato fa palese il suo peccato
      Sta a significare che questa persona, che si scusa nonostante non sia stato neanche accusato, rende evidente, chiaro, lampante, che sia colpevole, che abbia fatto qualcosa di sbagliato!
      Allora, vi ricordate che adesso è il momento del ripasso? Verrebbe da chiedersi a cosa serva fare domande la cui risposta dovrebbe essere palese.
      Certo che vi ricordate! Allora palesatemi le vostre idee a riguardo.

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      Segue una breve canzone dal titolo “palese

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      Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

      Albéric: Avete presente la locuzione francese «Parlare della pioggia e del bel tempo?» Questo binomio inscindibile si riferisce a un dialogo che verte su cose banali della vita. Come “parlare del più e del meno” in italiano. Sebbene io possa sembrare un tipo restio a questo tipo di discorsi, in realtà dipende. A volte bisogna solo armarsi di pazienza quando un tizio ci attacca bottone parlando di nulla. Poi però, è palese che se a fare questo fosse una bellissima ragazza, vi direi: non me ne volete ma che me ne frega delle sue parole, la sua bellezza di per sè dice già abbastanza.

      Marcelo: Una volta, un amico mi ha domandato: “Sai qual è il viaggio più lungo che fai con uno sconosciuto?” Ovviamente io non lo sapevo ed era palese guardando la mia espressione. Così mi ha detto: “È quello che fai nell’ascensore ogni mattina prima di andare al lavoro con un vicino che non conosci per niente“. Poi aggiunge: “L’aria a volte si può tagliare con un coltello tanto è palpabile l’imbarazzo, perché si deve parlare anche se non si ha voglia! Il rovescio della medaglia però è che può nascere una nuova amicizia! Hai visto mai!

Certo (ep. 922)

Certo (scarica audio)

certoOggi ci occupiamo del termine “certo“, che può essere utilizzato in diversi modi in italiano, e questo dipende dalla sua posizione nella frase, dal contesto e anche dalle pause che facciamo.

Prima di tutto si usa per dare una conferma, quindi somiglia a un “sì”:

Mi aiuti a fare i compiti? “Certo!”, oppure: “Sì, certo!”, “certo che sì”, “Certo che ti aiuto” cioè: “Sì, ti aiuto, naturalmente”. Si usa in questi casi anche: chiaro, chiaramente, ovviamente.  certamente.

In questo senso però si può usare anche in modo ironico, nel senso che la si pensa in realtà in  modo completamente diverso.

Figlio: Ieri ho studiato tutto il giorno, ti giuro!

La mamma: certo, certo, immagino!

A parte questi casi, si tratta di un sì convinto, sicuro e si usa come avverbio anche  per avvalorare una supposizione, per dare cioè più valore, più credibilità, a una nostra idea, a qualcosa che supponiamo ma che non siamo sicuri, proprio come “certamente” tipo:

Con questa pioggia, Giovanni sarà certo restato a casa

A quest’ora domani sarai certo già arrivato a Roma

Adesso Marco avrà certo finito di fare l’esame

Si usa anche come inciso, sempre per rafforzare:

Maria, certo, non sapeva che il padre non fosse Giuseppe

Come aggettivo invece la questione si fa più interessante.

Si può usare per confermare che qualcosa risponde al vero:

Bisogna ascoltare per imparare: La notizia viene da fonte certa, infatti l’ho letta su Italiano Semplicemente

Quindi la fonte è sicura, ci si può fidare.

Oppure:

Contro il Real Madrid andremo incontro ad una sconfitta certa!

Esiste anche l’espressione “dare per certo” cioè considerare reale, sicuro qualcosa o anche assicurare qualcosa, garantire.

Si può ovviamente usare per esprimere sicurezza:

Sono certo che sarò promosso!

Quindi proprio come “Sono sicuro/convinto che sarò promosso”

Può esprimere una evidenza, una cosa chiara, indubbia:

Se continui così è certo che non sarai promosso quest’anno

Attenzione perché quando è anteposto al nome, cioè quando si trova prima di un nome, “certo” può avere valore indefinito. Ad esempio può indicare una quantità precisa ma non descritta:

Certi giorni non sono del miglior umore

Certe notti sento abbaiare continuamente dei cani sotto casa

Si intende qualche giorno o qualche notte, non tutti i giorni o tutte le notti.

Può anche avere un senso ironico o spregiativo:

Certa gente io non la capisco: continua a studiare solo la grammatica anche se non fa progressi!

Al bar si sentono certi discorsi che mi fanno ridere a volte!

In questi casi si tratta di qualcosa di strano, di non normale, che non si apprezza.

Altre volte si usa per indicare un grado intermedio:

Mio figlio si applica con un certo impegno quando studia. E’ un ragazzo studioso.

Siamo partiti e dopo un certo tempo ci siamo fermati per una pausa

Quindi si tratta di una “certa quantità” o di un “certo grado”, un “certo livello” di qualcosa, ma non inteso come sicuro, chiaro, ma nel senso di “abbastanza”, “non poco”. Resta a volte un grado di indefinitezza ma è voluta. Spesso è assolutamente indeterminata e altre volte invece si vuole dire che non è poco, non è un basso livello, ma un “certo”  livello, un “certo” grado, una “certa” quantità. Come quando dico:

Ho una certa fame!

Ho una cera sete!

Cioè: ho abbastanza fame/sete. Non ho poca sete, tutt’altro.

C’era una certa confusione alla festa

Cioè: C’era una certa quantità di confusione, c’era abbastanza confusione.

L’indeterminatezza invece a volte è voluta, come quando dico:

Sono stato a cena con certi amici di vecchia data

Non è bellissima, ma questa macchina che ho acquistato ha quel certo non so che

Altre volte sempre al plurale, significa:  taluni, alcuni, qualche:

Il virus è stato creato in laboratorio: certi ne sono convinti

Certi affermano che Dio è un’invenzione

Certi dirigenti credono che bisogna tenere sotto controllo i propri dipendenti

Vedete che a volte si nota ancora una certa indeterminatezza.
Accade anche quando certo e certa sono preceduti da “un” e “una”. Accade anche con i nomi delle persone

Ho visto un certo Luca

Che significa “Ho visto una persona di nome Luca”. Ma voglio dire che non so chi sia, non lo conosco. So solamente che si chiama Luca.

Quando si usa “un certo” o “una certa”, si sta dando un senso di vaghezza o di incertezza rispetto all’identità della persona o della cosa a cui ci si riferisce. Quindi “ho visto un certo Luca” suggerisce che Luca non è una persona particolarmente importante o famosa, o che non se ne ricorda bene l’identità.

Può anche essere utilizzato per dare un senso di mistero o di suspense:

C’era una certa tensione nell’aria.

In questo caso, “una certa” implica che ci sia qualcosa di importante o di inquietante che sta per accadere, ma non si sa ancora di cosa si tratti.

Infine c’è anche un uso di certo come sostantivo:

Bisogna affermare il certo!

Cioè: bisogna dire ciò che è sicuro.

Oppure:

lasciare il certo per l’incerto.

Cioè: lasciare, abbandonare qualcosa di sicuro per scegliere qualcosa che invece è incerto, che non dà garanzie. Si usa spesso quando si lascia un lavoro per prenderne un altro col rischio di sbagliare.

Ci vediamo al prossimo episodio di Italiano Semplicemente, ma prima ripassiamo un po’.

Sofie: Sappiate che domani partiremo alle 8:00 di mattina. A quell’ora di certo non incontreremo traffico, incidenti permettendo.

Danielle: Ma sei sicura che sia una buona idea? A quell’ora tutti vanno a lavorare. Forse dovresti tornare sulla tua decisione.

Rafaela: In effetti, sembra plausibile che ci possa essere del traffico a quell’ora.

Sofie ma no, non mi preoccupo! Sono imperterrita, la partenza è confermata. Ho studiato la situazione.

Danielle: Non voglio passare per il solito bastian contrario, ma forse è meglio rifletterci su.

Rafaela: Potremmo incontrare mezzo mondo in realtà. ma non voglio sollevare polveroni. Mi fido delle ricerche di Sofie.

Danielle: e fu così che arrivarono a mezzanotte!

Sai che puoi ascoltare gli episodi anche su Spotify? Puoi abbonarti se vuoi e avrai accesso a tutti gli episodi pubblicati!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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