Il verbo gravare e l’aggettivo gravoso

Gravare e gravoso – ep. 1087

audio mp3

Trascrizione

Buongiorno a tutti e benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.

Spero che non siate gravati da troppi impegni ma per ascoltare questo episodio basteranno una decina di minuti.

L’episodio è dedicato al verbo gravare e agli aggettivi gravoso e gravosa.

Il verbo “gravare” ha a che fare con i pesi, ma non necessariamente con pesi veri, con oggetti pesanti. Anzi, quasi mai è così.

Parliamo di un peso morale o molto spesso economico.

Gravare quindi può significare “pesare”, ma in senso figurato.

Se parliamo di peso economico o derivante da responsabilità, possiamo tradurlo con “essere oneroso” oppure in altri contesti può indicare qualcosa che ha un peso peso morale o psicologico.

Alcuni verbi alternativi per “gravare” includono, oltre a “pesare”, anche “affliggere”, o “opprimere”, a seconda del contesto.

Vediamo qualche esempio:
La situazione economica attuale grava pesantemente sulla popolazione.

Le tasse elevate gravano sui cittadini italiani.

La responsabilità di prendersi cura degli anziani grava sulla famiglia

Le spese eccessive gravano sul bilancio familiare.

Vediamo adesso l’aggettivo “gravoso” e “gravosa” che derivano chiaramente dal verbo “gravare” e vengono utilizzate per descrivere qualcosa di pesante, oneroso o opprimente.

Se qualcosa grava su di me, allora è gravosa per me.

Ad esempio, si potrebbe dire:

La situazione economica attuale è gravosa per molte famiglie italiane.

Il compito assegnato è estremamente gravoso per gli studenti.

Questo compito quindi è troppo difficile, comporta evidentemente molto tempo e molto studio da parte loro. Forse troppo.

Questo aggettivo è dunque utilizzato per descrivere situazioni, compiti o responsabilità che sono difficili da sopportare o che richiedono uno sforzo significativo.

Il carico di lavoro durante la stagione turistica è gravoso per i dipendenti dell’hotel.

Le condizioni meteorologiche avverse hanno reso il viaggio particolarmente gravoso per i turisti.

Dunque gravoso può sostituire aggettivi come difficile, complicato, impegnativo, lungo, dispendioso. Vediamo qualche ultimo esempio in cui vi indicherò l’aggettivo più adatto a sostituire gravoso o gravosa. Poi potrete tornare alle vostre faccende quotidiane, che sono già abbastanza gravose per poter aggiungere altri impegni.

– Difficile: Una decisione così importante può essere gravosa da prendere.

– Complicata: La procedura burocratica è risultata gravosa da completare.

– Impegnativo: Il progetto di ricerca è stato gravoso da portare a termine.

– Lungo: Un viaggio così lungo può essere gravoso per chi soffre di mal di mare.

– Dispendioso: L’acquisto di questa nuova attrezzatura si è rivelato gravoso per il bilancio aziendale.

– Pesante: Il carico di responsabilità può essere gravoso da sopportare.

– Oneroso: L’affitto mensile di quell’appartamento è risultato gravoso da sostenere.

– Faticoso: Il lavoro fisico continuo è stato gravoso da svolgere.

– Oppressivo: Le restrizioni imposte sono risultate gravose da tollerare.

Gravoso, lo avrete capito, è abbastanza “pesante” come aggettivo, dunque quando gli aggettivi alternativi non sono particolarmente efficaci per descrivere la gravosità in esame, la pesantezza o la difficoltà, allora hanno bisogno di un rinforzo per poter sostituire efficacemente l’aggettivo gravoso.

Quindi “molto difficile”, e “molto complicato” esprimono un senso più vicino all’uso di gravoso. Ciò non toglie che possiamo rinforzare anche gravoso:

Particolarmente gravoso

Eccessivamente gravoso

Molto gravoso

È tutto per oggi. È il momento del ripasso, che grava chiaramente sulle spalle (efficace, vero?) dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente. A voi la parola.

– – –

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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Albéric: Con buona pace dei più pigri tra di noi, evitiamo che questo ripasso gravi sulle spalle del nostro grande capo.

Paul: convengo con te. Aspettiamo fiduciosi. Hai visto mai che un membro se ne esca con un bel ripasso? non fosse altro che per alleviargli questo peso!

Cristophe: Stai fresco! Tant’è vero che oggi è pure un giorno festivo! Capirai!

Ulrike: Dai raga, diamoci da fare! Non sarà mai detto che non diamo una mano a Gianni di tanto in tanto.

Angela: tra l’altro, così non perdiamo una bella opportunità per rispettare una delle 7 regole d’oro: repetita juvant.
Marcelo: Hai ragione, anche se mi dà di volta il cervello, sarò lieto che il ripasso non sia rimasto sul groppone di Gianni!

Proibito o proibitivo? (ep. 961)

Proibito o proibitivo? (scarica audio)

Video

Trascrizione

Gina: Sapete la differenza tra proibito e proibitivo?

Giovanni: bella domanda Gina! Proviamo a spiegarla?

Gina: Vai Giovanni, pensaci tu! Io sono solamente un assistente virtuale!

Giovanni: grazie Gina. Iniziamo con alcuni esempi:

Rubare è proibito dalla legge

Uccidere una persona è proibito dalla legge

I prezzi troppo alti per le mie tasche sono prezzi proibitivi.

Guidare da ubriaco com’è? È proibito.

Falsificare documenti è consentito? No, infatti la legge lo proibisce. Quindi è una cosa proibita. Non si può fare.

Se abbiamo un bruttissimo tempo, com’è uscire di casa? È consentito? Certo, allora non è proibito. Nessuno ce lo vieta, non c’è un divieto, però può essere proibitivo.

Gina: Un caldo proibitivo di fatto potrebbe impedirci di fare determinate attività.

Giovanni: È possibile battere il Barcellona?

Gina: Certamente, ma sicuramente è qualcosa di proibitivo per molte squadre.

Giovanni: Come possiamo definire una legge che ci impedisce di fumare? Una legge proibita?

Gina: No, è una legge proibitiva.

Giovanni: Questa impresa, cioè questa sfida, è veramente proibitiva. Non riusciremo mai a farcela.

Quindi se una cosa è proibita, si tratta di un’attività che non si può fare, che è vietato fare. Le cose proibite possono essere definite dalla legge, da regolamenti e simili, ma anche dai propri genitori o dai nostri datori di lavoro, che possono stabilire qualche cosa che non si può fare e quindi determinano la loro proibizione.

Se invece qualcosa viene definito proibitivo, allora si tratta di qualcosa che tende a proibire, che vuole proibire qualcosa, come una legge proibitiva.

Oppure si tratta di un obiettivo da raggiungere dove c’è qualcosa che limita o impedisce ciò che si vorrebbe fare. Questo rende l’aggettivo proibitivo molto simile a difficile, arduo, molto complicato, perché c’è un ostacolo quasi impossibile da superare. Questo obiettivo lo chiamiamo proibitivo.

Gina: Ad essere proibitiva può essere una sfida che ci metterà a dura prova e che abbiamo poche possibilità di superare.

Giovanni: Si usa spesso con i prezzi, che si definiscono proibitivi quando sono troppo alti, talmente alti da rendere impossibile di fatto l’acquisto da parte nostra.

Nel caso dei prezzi possiamo anche definirli inaccessibili, ma, come si è detto anche nell’episodio dedicato ai prezzi alti, possiamo anche usare aggettivi come astronomici, eccessivi, o anche spropositati o spropositatamente alti.

Gina: spropositati?

Giovanni: sì, cioè troppo alti. Una cosa spropositata è molto più grande del normale e del consueto; enorme, sproporzionato. Un naso spropositato, ma anche dei prezzi possono esserlo.

Gina: Acquistare un’auto è sempre più proibitivo per via dell’aumento dell’inflazione.

Giovanni: Anche un esame universitario può essere definito proibitivo, se è quasi impossibile superarlo.

Non è un aggettivo molto usato dai giovani, ma può capitare di leggerlo nelle recensioni di hotel e ristoranti, negli articoli di giornale che parlano di qualunque argomento.

È sufficiente avere una grossa limitazione o una grossa difficoltà, un grosso ostacolo, per usare questo aggettivo.

Gina: Arrivare in ufficio in soli 20 minuti? Proibitivo col traffico che c’è a Roma.

Giovanni: Studiare tutti i canti della divina commedia a memoria? Direi che è un compito molto proibitivo per chiunque.

Adesso però ascoltiamo questo bel ripasso degli episodi precedenti. In merito, credevo fosse proibitivo comporre una breve storia usando quanto imparato in 40 diversi episodi. Eppure Peggy c’è riuscita!

Peggy: Questa domenica abbiamo fatto un’escursione, che ci ha “regalato” delle esperienze singolari (ovviamente, si fa per dire). Anziché incamminarci verso la cima di una montagna per il sentiero principale, abbiamo deciso di intraprendere il nostro cammino per un sentiero secondario, cosicché il percorso, essendo ad anello, diventasse più accessibile e meno proibitivo. Questa scelta tra l’altro ci ha consentito di ammirare l’incantevole bellezza di un bosco rigoglioso.

Marcelo: Tuttavia, ad un certo punto, subito dopo aver sentito i belati di alcune pecore, abbiamo visto 2 cani pastori precipitarsi verso di noi per aggredirci, al che ho avuto una fifa blu e ho iniziato a parlare la mia lingua madre (il taiwanese) a mio marito, che è italiano, mentre lui ha sollevato senza indugio il suo bastone per mantenere una distanza tra noi e i cani, cercando di giostrare la situazione a modo suo. Fortunatamente, dopo un po’, gli aggressori se ne sono andati via.

Irina: Per via di questo episodio che ha stroncato il nostro programma iniziale, siamo tornati sui nostri passi, procedendo il nostro cammino sul sentiero che va per la maggiore. Del resto la sicurezza è la cosa più importante. Dopo un paio d’ore, alleluia! Abbiamo raggiunto la nostra destinazione, un posto assolutamente suggestivo.

Komi: Ah! Va detto che durante il ritorno, per evitare di imbattersi di nuovo in quei cani pastori, abbiamo deciso di percorrere lo stesso itinerario dell’andata, ma niente da fare: di colpo ci sono giunti alle orecchie ancora una volta i belati delle stesse pecore, proprio nel momento in cui stavano rilassandoci bevendo dell’acqua potabile da una sorgente in una grotta.

Ulrike: Questa volta, siamo saltati in men che non si dica, sopra una roccia situata molto più in alto, e abbiamo iniziato a fischiare, proprio come fanno i pastori, per dimostrare ai cani che eravamo persone per così dire affabili, e che non volevamo fare del male alle loro pecore. So che state ridendo, ma cosa non si fa per farsi coraggio!

Edita: Dunque, nonostante ciò, la mia paura ha sussistito e ha persino preso il sopravvento. Tremando, ho fatto cascare dalla mano il mio bastone, e guarda caso, è andato a finire proprio davanti ai cani che ci stavano osservando dal basso. Mamma mia! Che disastro! La situazione non prometteva nulla di buono.

Paul: Comunque, uno di loro – quello con la testa simile a un dinosauro – ha annusato il mio bastone, e poi ha cominciato ad avanzare verso di noi. Non vi dico come batteva il mio cuore! Avevo mille farfalle nello stomaco. Dopo un po’, chissà come mai! Il cane, tutto a un tratto, si è fermato a 3 metri da noi e poi se ne è andato via. Così, siamo riusciti a salvare la pelle.

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846 Arzigogolato e tortuoso

Arzigogolato e tortuoso (scarica audio)

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Trascrizione

Conoscete tutti il verbo googlare, (o anche googolare) vero? È abbastanza recente come si può immaginare.

Si usa spesso per indicare la ricerca su google o comunque in generale cercare in Internet, effettuare una ricerca in Internet tramite un motore di ricerca.

Esiste anche il participio passato di questo verbo: googlato (o googolato). Ho fatto questa premessa perché in questo modo vi risulterà più facile ricordare l’aggettivo arzigogolato, che non ha niente a che vedere con google però!

E’ solo uno dei miei scherzetti, ma se vogliamo, è un utile espediente per ricordare l’aggettivo in questione: arzigogolato, che significa invece complicato, tortuoso.

Si usa in particolar modo quando si parla di percorsi e anche di discorsi.

Il termine “arzigogolato” fa pensare (almeno a me) a una strada un po’ confusa, dove ci sono tante curve, curve però che creano confusione e disorientamento.

Dico questo perché esiste anche l’espressione andare a zigo zago oppure fare zig zag, che indicano un percorso a curve.

Pensate alla lettera z e alla sua forma. Allora se una strada fa una serie di zig zag, allora vuol dire che segue un percorso non diritto ma con tante curve.

Quindi questo aggettivo “arzigogolato” mi fa pensare a qualcosa di simile. In un discorso arzigogolato (questo è un uso figurato) in effetti c’è il senso di un discorso poco chiaro, contorto, complicato. C’è l’idea di dire cose inutili, cose complicate e inutili.

Anche l’aggettivo contorto dà in effetti la stessa idea. Pensate al contorsionista, quell’artista di circo che, mediante una straordinaria flessibilità della colonna vertebrale, può eseguire movimenti o prendere atteggiamenti forzati e abbastanza innaturali. Il contorsionista fa le curve col proprio corpo.

Prima ho citato anche l’aggettivo “tortuoso“, aggettivo abbastanza simile a arzigogolato, ma tortuoso è più adatto ai percorsi che si fanno a piedi per indicare la difficoltà. In senso proprio comunque anche “tortuoso” indica che ci sono delle curve. Posso anche dire che il fiume ha un corso tortuoso (quindi pieno di curve) ma si usa abbastanza spesso comunque anche per i discorsi complicati. C’è qualcosa in più però della complicazione in tortuoso.

Arzigogolato è più “innocente” come termine, nel senso che non è detto che un discorso arzigogolato sia altro che una inutile complicazione.

Invece un discorso tortuoso può indicare, oltre alla complicazione, la presenza di ostacoli, sia in senso materiale che figurato, qualcosa (come un discorso) volutamente complicato, volutamente oscuro, quindi è complicato con delle finalità subdole, nascoste, quindi sleali.

Altre volte non c’è falsità ma neanche inutilità: solo ostacoli verso il raggiungimento di un obiettivo.

Posso dire ad esempio che facendo l’università a Roma, si va incontro ad un percorso abbastanza tortuoso ma che alla fine dà dei frutti.

In senso proprio posso parlare di una gara che si svolge su un percorso tortuoso, quindi complicato, difficile, dove c’è il rischio di cadere e dove magari si incontrano molti ostacoli.

In senso figurato potrei parlare di una legge, che prima di diventare tale ha seguito un percorso tortuoso. Evidentemente non è stato facile approvare questa legge.

Oppure, considerato quando tempo c’è voluto e quante difficoltà sono state superate, si può parlare del percorso tortuoso che ha portato all’Europa unita.

Se dicessimo che questo percorso è stato arzigogolato diremmo che è stato inutilmente complicato. Ma non è questo che voglio dire.

Molte volte è necessario passare attraverso un percorso tortuoso per raggiungere un grande risultato.

Una cosa arzigogolata invece non è mai necessaria.

In senso figurato, arzigogolato pertanto si usa prevalentemente per commentare (con un certo fastidio) un discorso o uno scritto inutilmente complicato:

Troppo arzigogolato come discorso, cerca di semplificare!

Anche un ragionamento può essere definito arzigogolato:

Non devi fare un ragionamento arzigogolato, se vuoi che la tua idea sia capita da tutti. Semplicità è la parola d’ordine.

C’è ovviamente anche il verbo arzigogolare, cioè, come è intuibile, ragionare in modo tortuoso, far ragionamenti complicati.

Adesso ripassiamo. Inizio io. Invito i membri dell’associazione a parlare proprio dell’associazione.

Potete dire cosa vi sconfinfera e cosa no, se volete. Altrimenti potete, che so, elencare le prerogative dei membri, senza necessariamente nominare qualcuno. Potete però fare delle allusioni.

Allora forza ragazzi, non c’è qualche anima pia che è disposta a sacrificarsi?

Irina (Ucraina 🇺🇦)
Volete sapere cosa mi va a genio qui? Ve lo dico subito: abbozzare una frase di ripasso. Niente di meglio per rispolverare qualche espressione precedente.

Harjit (India 🇮🇳): ve lo dico tout court: sto prendendo l’aperitivo e non me la sento di ideare un ripasso, ma vi do manforte comunque, che sarà mai…

Peggy (Taiwan 🇹🇼): Quanto a me, al di là delle lezioni utili e fatte con i fiocchi da Gianni quotidianamente, apprezzo anche molto il fatto che i membri si danno manforte l’un l’altro (come poc’anzi fatto da Harjit). Per non parlare del po’ po’ di risorse da utilizzare nella nostra comunità.

Marcelo (Argentina 🇦🇷) : io invece stavo esercitandomi facendo alcuni esercizi, ma dopo l’esortazione di Gianni ho pensato: delle due l’una! E alla fine eccomi qua. I ripassi non sono mai un di più!

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Gli esercizi per questo episodio sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (LOGIN)

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520 Trascendentale

Trascendentale (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: oggi vediamo una parola difficilissima.

Scherzo ovviamente. Invece non spieghiamo niente di trascendentale, tranquilli.

Proprio “TRASCENDENTALE” è ciò di cui volevo parlarvi.

Nel linguaggio comune questa parola si usa per descrivere qualcosa di normale o comunque qualcosa di non troppo diverso dal normale. Si può usare al posto di importante, complicato, difficile, ma sempre con la negazione. Abbastanza colloquiale come termine.

Niente di trascendentale” è l’utilizzo più frequente, come ho fatto io all’inizio dell’episodio.

Si usa in genere per tranquillizzare una persona, alla quale diciamo che qualcosa non è particolarmente difficile, o particolarmente complicato.

Questa parola quindi non presenta difficoltà trascendentali.

È un aggettivo dunque.

Facile vero?

Un professore può usare questa parola con degli studenti che gli chiedono se un esercizio è complicato oppure no.

Il prof risponde: niente di trascendentale, tranquilli ragazzi.

Cioè: niente di particolarmente difficile, niente di cui preoccuparsi in particolar modo.

Che è successo tra te e la tua amica? Come mai non vi parlate più?

Riposta: niente di trascendentale, solo che ho fatto un po’ tardi ad un appuntamento. Le passerà.

Anthony: Dopo questa prolungata pandemia e i vari periodi di lockdown che ne sono conseguiti, non riesco più a tenere a bada la voglia di sballarmi almeno un po’.

Emma: Sicché credi che essere vivi e godersi la vita sia un binomio inscindibile?

Rauno: potrei essere d’accordo, ma non me la sento di dichiararlo pubblicamente perché il mio essere soggetto a questa tentazione potrebbe rendermi oggetto di scherno qui nel gruppo.

Ulrike: per quanto mi riguarda, vorrei tener fede ai miei principi di equilibrio. Però tra il mio desiderio di divertirmi e il buon senso civico sono davvero combattuto! In ogni caso, devo fermarmi qui che mi si sta impallando il PC quindi sarò indisposto mentre lo riavvio.

Hartmut: non posso darti torto riguardo all’equilibrio, ma quand’anche il tuo PC fosse andato del tutto, cerca comunque di non perdere la pazienza.