Il linguaggio della strada:
Navigatore satellitare, strade a senso unico, semafori, sanzioni, multe, contravvenzioni, superare, sorpassare, divieto, velocità, autovelox corsia di sorpasso, corsia d’emergenza.
Durata: 41 min
Il linguaggio della strada:
Navigatore satellitare, strade a senso unico, semafori, sanzioni, multe, contravvenzioni, superare, sorpassare, divieto, velocità, autovelox corsia di sorpasso, corsia d’emergenza.
Durata: 41 min
Video
Trascrizione
Gina: Sapete la differenza tra proibito e proibitivo?
Giovanni: bella domanda Gina! Proviamo a spiegarla?
Gina: Vai Giovanni, pensaci tu! Io sono solamente un assistente virtuale!
Giovanni: grazie Gina. Iniziamo con alcuni esempi:
Rubare è proibito dalla legge
Uccidere una persona è proibito dalla legge
I prezzi troppo alti per le mie tasche sono prezzi proibitivi.
Guidare da ubriaco com’è? È proibito.
Falsificare documenti è consentito? No, infatti la legge lo proibisce. Quindi è una cosa proibita. Non si può fare.
Se abbiamo un bruttissimo tempo, com’è uscire di casa? È consentito? Certo, allora non è proibito. Nessuno ce lo vieta, non c’è un divieto, però può essere proibitivo.
Gina: Un caldo proibitivo di fatto potrebbe impedirci di fare determinate attività.
Giovanni: È possibile battere il Barcellona?
Gina: Certamente, ma sicuramente è qualcosa di proibitivo per molte squadre.
Giovanni: Come possiamo definire una legge che ci impedisce di fumare? Una legge proibita?
Gina: No, è una legge proibitiva.
Giovanni: Questa impresa, cioè questa sfida, è veramente proibitiva. Non riusciremo mai a farcela.
Quindi se una cosa è proibita, si tratta di un’attività che non si può fare, che è vietato fare. Le cose proibite possono essere definite dalla legge, da regolamenti e simili, ma anche dai propri genitori o dai nostri datori di lavoro, che possono stabilire qualche cosa che non si può fare e quindi determinano la loro proibizione.
Se invece qualcosa viene definito proibitivo, allora si tratta di qualcosa che tende a proibire, che vuole proibire qualcosa, come una legge proibitiva.
Oppure si tratta di un obiettivo da raggiungere dove c’è qualcosa che limita o impedisce ciò che si vorrebbe fare. Questo rende l’aggettivo proibitivo molto simile a difficile, arduo, molto complicato, perché c’è un ostacolo quasi impossibile da superare. Questo obiettivo lo chiamiamo proibitivo.
Gina: Ad essere proibitiva può essere una sfida che ci metterà a dura prova e che abbiamo poche possibilità di superare.
Giovanni: Si usa spesso con i prezzi, che si definiscono proibitivi quando sono troppo alti, talmente alti da rendere impossibile di fatto l’acquisto da parte nostra.
Nel caso dei prezzi possiamo anche definirli inaccessibili, ma, come si è detto anche nell’episodio dedicato ai prezzi alti, possiamo anche usare aggettivi come astronomici, eccessivi, o anche spropositati o spropositatamente alti.
Gina: spropositati?
Giovanni: sì, cioè troppo alti. Una cosa spropositata è molto più grande del normale e del consueto; enorme, sproporzionato. Un naso spropositato, ma anche dei prezzi possono esserlo.
Gina: Acquistare un’auto è sempre più proibitivo per via dell’aumento dell’inflazione.
Giovanni: Anche un esame universitario può essere definito proibitivo, se è quasi impossibile superarlo.
Non è un aggettivo molto usato dai giovani, ma può capitare di leggerlo nelle recensioni di hotel e ristoranti, negli articoli di giornale che parlano di qualunque argomento.
È sufficiente avere una grossa limitazione o una grossa difficoltà, un grosso ostacolo, per usare questo aggettivo.
Gina: Arrivare in ufficio in soli 20 minuti? Proibitivo col traffico che c’è a Roma.
Giovanni: Studiare tutti i canti della divina commedia a memoria? Direi che è un compito molto proibitivo per chiunque.
Adesso però ascoltiamo questo bel ripasso degli episodi precedenti. In merito, credevo fosse proibitivo comporre una breve storia usando quanto imparato in 40 diversi episodi. Eppure Peggy c’è riuscita!
Peggy: Questa domenica abbiamo fatto un’escursione, che ci ha “regalato” delle esperienze singolari (ovviamente, si fa per dire). Anziché incamminarci verso la cima di una montagna per il sentiero principale, abbiamo deciso di intraprendere il nostro cammino per un sentiero secondario, cosicché il percorso, essendo ad anello, diventasse più accessibile e meno proibitivo. Questa scelta tra l’altro ci ha consentito di ammirare l’incantevole bellezza di un bosco rigoglioso.
Marcelo: Tuttavia, ad un certo punto, subito dopo aver sentito i belati di alcune pecore, abbiamo visto 2 cani pastori precipitarsi verso di noi per aggredirci, al che ho avuto una fifa blu e ho iniziato a parlare la mia lingua madre (il taiwanese) a mio marito, che è italiano, mentre lui ha sollevato senza indugio il suo bastone per mantenere una distanza tra noi e i cani, cercando di giostrare la situazione a modo suo. Fortunatamente, dopo un po’, gli aggressori se ne sono andati via.
Irina: Per via di questo episodio che ha stroncato il nostro programma iniziale, siamo tornati sui nostri passi, procedendo il nostro cammino sul sentiero che va per la maggiore. Del resto la sicurezza è la cosa più importante. Dopo un paio d’ore, alleluia! Abbiamo raggiunto la nostra destinazione, un posto assolutamente suggestivo.
Komi: Ah! Va detto che durante il ritorno, per evitare di imbattersi di nuovo in quei cani pastori, abbiamo deciso di percorrere lo stesso itinerario dell’andata, ma niente da fare: di colpo ci sono giunti alle orecchie ancora una volta i belati delle stesse pecore, proprio nel momento in cui stavano rilassandoci bevendo dell’acqua potabile da una sorgente in una grotta.
Ulrike: Questa volta, siamo saltati in men che non si dica, sopra una roccia situata molto più in alto, e abbiamo iniziato a fischiare, proprio come fanno i pastori, per dimostrare ai cani che eravamo persone per così dire affabili, e che non volevamo fare del male alle loro pecore. So che state ridendo, ma cosa non si fa per farsi coraggio!
Edita: Dunque, nonostante ciò, la mia paura ha sussistito e ha persino preso il sopravvento. Tremando, ho fatto cascare dalla mano il mio bastone, e guarda caso, è andato a finire proprio davanti ai cani che ci stavano osservando dal basso. Mamma mia! Che disastro! La situazione non prometteva nulla di buono.
Paul: Comunque, uno di loro – quello con la testa simile a un dinosauro – ha annusato il mio bastone, e poi ha cominciato ad avanzare verso di noi. Non vi dico come batteva il mio cuore! Avevo mille farfalle nello stomaco. Dopo un po’, chissà come mai! Il cane, tutto a un tratto, si è fermato a 3 metri da noi e poi se ne è andato via. Così, siamo riusciti a salvare la pelle.
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