692 Le castronerie e gli spropositi

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Trascrizione

Giovanni: oggi chiudiamo il cerchio sulle sciocchezze, sulle fesserie e sulle amenità. Lo facciamo attraverso questo episodio, in cui voglio parlarvi del termine castronerie e anche del termine sproposito.

Le castronerie sono più utilizzate delle amenità nel momento in cui vogliamo indicare qualcosa di palesemente sbagliato che è stato detto o fatto da una persona.

Rispetto alle amenità è meno offensivo, e infatti si usa molto più spesso il termine castroneria per indicare qualcosa di sbagliato detto o fatto dalla persona stessa:

Per favore, se dicessi castronerie fatemelo notare.

Ho fatto una castroneria per distrazione. Abbiate pazienza.

In pratica, quando le amenità sono menzionate per indicare sciocchezze evidenti, lo si fa per amplificare il senso della sciocchezza, a scopo denigratorio o offensivo.

Le castronerie invece sono ugualmente dei grossi errori, riferito a cose che si dicono o che si fanno, ma sono la “versione gentile” della sciocchezza.

È un termine meno adatto però per indicare errori nelle azioni, cioè azioni sbagliate, che comportano un effetto negativo. Per quello sicuramente il termine “stronzate” è insostituibile, sebbene indubbiamente rientri tra le volgarità. Tra l’altro ci sono anche le “minchiate” e le “minchionerie“, oltre le le “cazzate”, altrettanto volgari ma ugualmente molto utilizzate.

Non è un caso che castroneria non abbia invece niente di volgare.

Si può usare, similmente alla castroneria, anche il termine sproposito, oppure si può parlare di errore grossolano o marchiano. Queste due ultime modalità, specie l’errore grossolano, sono le più adatte alla forma scritta.

Prima di parlare dello sproposito però vorrei terminare la spiegazione sulle castronerie.

A differenza delle amenità, si usa solamente per indicare dei grossi errori. Invece amenità, se ricordate, si usa anche in senso positivo, con un significato simile a “piacevole“.

Passiamo adesso all’errore grossolano, o, se vogliamo, all’errore marchiano.

Si tratta di due termini simili. Un errore si dice grossolano quando è dovuto a ignoranza o inesperienza, o mancanza di abilità e di preparazione specifica. Senza contare che grossolano può indicare non solamente un errore ma anche una lavorazione eseguita senza precisione, oppure qualcosa di rozzo, di sgradevole, riferendosi a persone o a modi di comportarsi.

Rimanendo in tema di errori però, questo si dice grossolano quando denota una impreparazione o superficialità.

Marchiano è abbastanza simile, un errore madornale, cioè un grossissimo errore, tale da suscitare stupore e indignazione. Un errore inconcepibile e imperdonabile. Marchiano è un termine che si usa esclusivamente per gli errori e gli sbagli.

Passiamo a sproposito.

Sproposito è un termine ugualmente interessante, perché ha due significati diversi.

Da una parte indica un’azione o qualcosa che si dice completamente sbagliato ed evidente, oppure qualcosa di irragionevole, proprio come castroneria ma direi più grave perché quando si dicono spropositi (si dicono, non si fanno) spesso si fanno figuracce, tanto è grossa la scemenza detta.

Dall’altra, lo sproposito è l’ennesima modalità per indicare una grossa quantità, specialmente di denaro:

La mia nuova automobile è costata uno sproposito!

Attenzione all’articolo.

Cioè è costata tantissimo denaro, è costata una quantità di denaro spropositata.

Ho detto una quantità “spropositata”.

Un aggettivo, quest’ultimo, che si usa anch’esso per una enorme quantità, una quantità esagerata (di denaro o di altro), oppure una grandezza esagerata, qualcosa di esageratamente grande.

Giovanni ha un naso spropositato.

Mario prima della dieta aveva una pancia spropositata.

Ricordate che “spropositi” vogliono l’articolo “gli“, come sproposito vuole “lo“, e questo accade come tutte le parole con la lettera esse seguita da una consonante. E infatti la lettera p è una consonante.

Lo, so, ho aperto una parentesi grammaticale, e a molti farà piacere, ma solitamente non lo faccio mai, anche per paura di scrivere castronerie.

Scherzi a parte, c’è poi la locuzione “parlare a sproposito” e con questa terminiamo l’episodio. Parlare a sproposito, oppure rispondere a sproposito significa parlare, dire qualcosa di cui non c’è assolutamente bisogno, parlare troppo, o inutilmente, facendo gaffe e figuracce a ripetizione. Una locuzione che si usa in senso fortemente negativo.

Per fare un complimento ad una persona, magari un collega, si può dire ad esempio che non parla mai a sproposito, nel senso che ciò che dice è sempre importante e vale sempre la pena di ascoltarlo.

Adesso ripassiamo, altrimenti verrei accusato di aver fatto l’ennesimo episodio lungo in modo spropositato, o spropositatamente lungo.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Harjit: Una settimana fa ero ancora a carissimo amico con lo shopping per i regali di Natale ma dopo gli acquisti fatti durante il fine settimana sono ormai a cavallo. Di questo passo avrò proprio tutto entro due o tre giorni.

Peggy: Vedo che sei proprio pari pari tua mamma. lei si organizzava sempre bene e quindi stava sempre giusta con i tempi. si vede che ha avuto un forte ascendente su di te.

Bogusia: Per quanto mi riguarda invece, tutta questa preparazione e essere in anticipo con i regali non mi tange minimamente. Mio malgrado sono solita procrastinare. Fintantoché non sento la pressione proprio sotto Natale non riesco a trovare la motivazione giusta per avventurarmi nella zona dello shopping.

Rafaela: Condivido la tua difficoltà. Non appena arrivo tra tutta quella gente mi dà di volta il cervello e non riesco a raccapezzarmi. Cioè sebbene io pianifichi tutto prima di uscire di casa quando mi trovo in mezzo a quel trambusto e il viavai di gente non capisco più dove andare e cosa comprare.

Hartmut: Anch’io ragazzi sono per evitare le zone affollate, non perché non mi sconfinferi il caos dei negozi ma per la mia fifa blu di beccarmi la nuova variante. Quest’anno e anche quello precedente per inciso, ho fatto incetta di regali su Amazon e su alcuni altre piattaforme online.

Irina: Ma io e te siamo dirimpettai. Sai qual è il rovescio della medaglia nel ricevere i pacchi direttamente a casa nostra? Corriamo il rischio che lo squinternato del palazzo che vive al primo piano ce li rubi nell’androne non appena consegnati. Buon Natale anche a lui.

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