Descrizione: Nel calcio, il verbo “raddoppiare” viene spesso utilizzato in due modi. Uno è per indicare l’azione di assegnare due difensori a un avversario per limitarne l’azione o il movimento.
Accade molto spesso che quando si parla di calcio, si utilizzino verbi e termini particolari, che si usano con uno specifico significato solamente o quasi esclusivamente in quello specifico ambito. Oggi voglio parlarvi del verbo “ripiegare“.
Chiaramente ripiegare deriva da piegare, un verbo molto più comune ma che non ha nulla a che fare col calcio.
Di utilizzo abbastanza comune è anche il verbo pronominale ripiegarsi, che significa “piegarsi su sé stesso”. Si può dire di una persona, ad esempio, che si ripiega a terra per il dolore, oppure per indicare il modo di camminare di una persona, che cammina “ripiegato”, quindi non dritto con la schiena ma curvo, cioè con la schiena curva, quasi arrotolato.
“Ripiegare” invece può avere diversi significati, e non solamente di uso esclusivo del calcio e in generale degli sport.
Infatti ripiegare si può usare quando parliamo di scelte. Ogni volta che facciamo una scelta, normalmente abbiamo delle alternative e delle preferenze. Tra tutte le possibili alternative, la scelta migliore potrebbe non essere disponibile, e allora potremmo essere costretti a ripiegare sulla seconda scelta. Ne abbiamo parlato in un episodio della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, e precisamente nell’episodio n. 711, in cui abbiamo parlato anche delle “soluzioni di ripiego“. Quando si ripiega su una soluzione, evidentemente, come abbiamo visto in quell’episodio, la prima scelta, quella che reputiamo la migliore, per qualche motivo non è disponibile.
Possiamo anche ripiegare una tovaglia o una bandiera, o un pezzo di stoffa, nel senso di piegarlo nuovamente.
Es:
Questa tovaglia è piegata male. Occorre ripiegarla.
Ma ripiegare ha anche un altro utilizzo, che è quello che ci interessa oggi.
Vediamo qualche esempio:
La squadra ripiega in difesa
L’attaccante ripiega spesso in difesa per aiutare la squadra
In questa squadra una delle due punte a turno ripiegano a centrocampo nella fase difensiva
In questo caso può essere una squadra a ripiegare (ad esempio in difesa) o un calciatore, che può ripiegare in difesa o a centrocampo.
Sapete che i calciatori sono distribuiti nel campo e normalmente occupano una certa porzione del campo. Quando una squadra ripiega, questo indica uno spostamento di più calciatori all’indietro, verso la difesa, in modo tale che il baricentro della squadra si sposta all’indietro. Questo si fa quando la squadra è in difficoltà con l’avversario e più calciatori sono chiamati a difendere, sono chiamati a arretrare un po’ verso il proprio portiere per aiutare in fase difensiva.
Il verbo ripiegare si usa anche però quando il baricentro si sposta in avanti, verso l’attacco. In questo caso posso dire che la squadra ripiega in attacco oppure che si ripiega in attacco.
Quindi il “ripiegamento” (così si chiama l’azione che viene fatta) diventa semplicemente una specie di semplice spostamento, quindi indica un movimento di un calciatore o della squadra in generale.
Es:
L’attaccante ripiega spesso in difesa ma quando lui ripiega in attacco, c’è bisogno di collaborazione da parte della squadra.
Dopo aver subito il gol, la squadra si ripiega in attacco alla ricerca del pareggio.
Spesso si usa anche il verbo “riversarsi” e “riversare” con un senso simile. Esiste pertanto anche il riversamento.
Riversare dà maggiormente il senso del movimento, ma il senso è molto simile.
Es:
Dopo aver segnato due gol, la squadra si riversa in difesa subendo l’iniziativa avversaria.
La squadra non si scoraggia e si riversa in attacco.
La Roma subisce un gol ma non ci sta e si ripiega in attacco. Però il portiere avversario non si fa mai superare.
La Juventus si riversa in area avversaria per segnare almeno un gol.
Riversare bisogna dire che è un verbo dall’uso più ampio, perché si può anche riversare il pallone in una zona del campo, come l’area di rigore, mentre ripiegare indica solamente il movimento di un calciatore o lo spostamento di tutta la squadra.
Ad esempio posso dire:
Un centrocampista ha riversato in area tanti cross per gli attaccanti
In questo caso non posso usare il verbo “ripiegare“.
Anche riversare si utilizza anche con altri significati, che non sono esclusivi del calcio e dello sport.
Infatti si posso riversare anche le speranze.
Es:
Ho riversato in te tutte le mie speranze e sogni.
Questo significa che la persona che parla ha investito tutte le proprie speranze e desideri nella persona a cui si rivolge. In altre parole, ha messo tutte le sue aspettative e ambizioni nella relazione o nell’individuo in questione, affidando a lei o lui la responsabilità di realizzare i suoi sogni e speranze. È un’espressione di profondo impegno e fiducia nelle capacità e nel sostegno dell’altra persona.
Il verbo ha anche altri significati ancora, perché si possono riversare anche le colpe e le responsabilità:
es:
Tutte le colpe si riversano su di me
Simile in questo caso al verbo “far ricadere” (vuoi far ricadere tutte le colpe su di me)
D’altro canto è simile anche al verbo confluire.
Es:
I tifosi si sono riversati nello stadio
In pratica tutto ciò che si riversa viene in qualche modo confrontato con un liquido o un fluido.
Es:
La pioggia si riversa sulle case
Oppure:
il fiume si riversa sulla pianura
Così in senso figurato, come ho detto prima, parlando dei tifosi che si muovono e riempiono progressivamente lo stadio, posso dire senza problemi che i tifosi si riversano nello stadio, oppure:
I tifosi, dopo la vittoria, si sono riversati nelle strade per festeggiare
In tutti questi casi, ugualmente, non si usa il verbo ripiegare.
È tutto per questo episodio di Italiano Semplicemente dedicato al linguaggio del calcio.
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Descrizione: Nel calcio, il verbo “raddoppiare” viene spesso utilizzato in due modi. Uno è per indicare l’azione di assegnare due difensori a un avversario per limitarne l’azione o il movimento.
Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.
Oggi parliamo del ballottaggio, un termine che fa pensare subito alla politica ma che invece è all’ordine del giorno in tutte le squadre di calcio.
In ambito politico, indica una situazione in cui ci sono più candidati in corsa alle elezioni.
In ambito calcistico non ci sono elezioni, ma comunque ci sono delle scelte. L’allenatore in particolare sceglie ogni volta la squadra da far scendere in campo.
In tale ambito infatti il termine “ballottaggio” si riferisce a una situazione in cui ci sono più giocatori che competono per lo stesso ruolo all’interno della squadra. Questi giocatori sono in una sorta di competizione diretta per ottenere un posto da titolare o per essere selezionati per giocare in una partita specifica. Il “ballottaggio” indica quindi la decisione che l’allenatore deve prendere nel selezionare uno dei giocatori in competizione per quel ruolo o quella posizione in campo.
Ci vediamo al prossimo episodio dedicato al calcio.
Benvenuti nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.
Nel corso dei vari episodi vedremo tanti termini, verbi e espressioni che appartengono al linguaggio del calcio e che pertanto si usano per commentare e discutere quanto accade dentro e fuori del campo.
Una rubrica dedicata a chi ama il calcio e a chi ama anche la lingua italiana.
Con l’aiuto di questi episodi spero di aiutare tutti le persone non madrelingua soprattutto a seguire una telecronaca sportiva e anche a leggere gli articoli sportivi.
Cominciamo dal “pallone“. Il gioco del calcio veniva chiamato, un tempo, il gioco del pallone.
Il pallone è proprio ciò che viene preso a calci!
Che forma ha il pallone? Il pallone è una sfera, ma nonostante questo, si dice spesso che il pallone è “rotondo“.
Si tratta però di un’espressione che va interpretata in senso figurato, infatti si dice che il pallone è rotondo, per indicare l’imprevedibilità di ogni partita di questo sport, dove mai nulla è scontato.
“Il pallone è rotondo” si usa pertanto per indicare che qualsiasi squadra può vincere una partita di calcio, anche quella apparentemente più debole, per effetto del caso, della fortuna, di una decisione dell’arbitro, del cattivo stato di forma di qualche calciatore e via dicendo.
E’ anche questo il bello di questo sport: niente è mai scontato! Nessuna partita ha un risultato già scritto.
Chi vincerà tra la squadra del Barcellona e la squadra della Roma?
Probabilmente vincerà il Barcellona, ma la squadra spagnola deve stare molto attenta perché il pallone è rotondo.
Com’è il pallone?
E’ quadrato? No, non è quadrato, ma rotondo!
Che forma ha il pallone, è triangolare? No! Macché triangolare, è rotondo!
Ci vediamo al prossimo episodio dedicato al linguaggio del calcio.
Giovanni:
Anche il mondo del calcio contribuisce ad arricchire la lingua italiana. Lo abbiamo già visto con l’espressione salvarsi in calcio d’angolo.
La stessa cosa vale per “Prenderein contropiede”.
Sapete cos’è il contropiede?
Il contropiede, intendo nel gioco del calcio ma anche in altri sport con la palla, è un’azione rapida e improvvisa effettuata mentre la squadra avversaria è proiettata in avanti.
La squadra avversaria sta attaccando e i suoi giocatori sono un po’ troppo spostati verso la porta avversaria, quindi se perdono la palla, la nostra squadra può approfittare di questa situazione facendo un rapido contropiede.
In pratica si cerca di cogliere di sorpresa la squadra avversaria, e per fare questo è importante essere molto veloci.
Molte squadre di calcio hanno un sistema di gioco basato prevalentemente su tale tipo di azione.
Si usa anche nel tennis, e si parla di un colpo con cui si mette la pallina nella direzione dalla quale l’avversario si sta allontanando. Indubbiamente una cosa inaspettata per l’avversario.
Si può dire quindi:
Dobbiamo prendere in contropiede gli avversari non appena ne abbiamo la possibilità
Stiamo attenti a non farci prendere in contropiede
Abbiamo preso troppi gol in contropiede
L’espressione si può facilmente usare anche nella vita di tutti i giorni.
Infatti si capisce bene che prendere di sorpresa è un’espressione abbastanza simile, così come anche prendere o cogliere alla sprovvista, di cui ci siamo già occupati.
Se siamo noi ad essere presi in contropiede, non è qualcosa di piacevole, perché è accaduto qualcosa che non ci aspettavamo, che ci coglie impreparati. Si può dire anche così in effetti.
C’è l’idea che non si è pronti a reagire, perché è successo qualcosa di inaspettato, cioè che non ci aspettavamo.
Vediamo qualche esempio:
La decisione del professore di fare un compito in classe a sorpresa ha preso in contropiede tutti gli studenti.
Quindi gli studenti non se lo aspettavano e probabilmente questo compito non andrà molto bene in termini di risultati.
Sono andato dalla mia fidanzata per chiederle di sposarla. Lei mi ha detto di essere già sposata con un altro. Questa notizia mi ha preso in contropiede e non ho saputo come replicare.
Un’attrice famosa, sul suo account Instagram, ha dichiarato di ritirarsi dalla carriera, prendendo tutti in contropiede: i fan, i suoi sponsor, e persino i suoi familiari.
Buongiorno. Lascio la parola a mia figlia Elettra.
Elettra: Benvenuti su italianosemplicemente.com io sono Eletta e oggi parliamo di “calci nel sedere”.
Forse non dovrei parlarvi di questo… Non è molto gentile.
Il fatto è che i calci nel sedere sono usati in diversi modi nel linguaggio di tutti i giorni.
Allora: calci è il plurale di calcio, ma non parlo dello sport, ma del colpo che si dà col piede.
Se io do un calcio alla palla vuol dire che colpisco la palla col piede. Per questo motivo lo sport del calcio si chiama così. Perché si colpisce la palla coi piedi.
Infatti calciare significa colpire la palla col piede.
Allora dare il calcio nel sedere a una persona vuol dire colpire questa persona col piede. E questo colpo viene dato al sedere di questa persona.
Questo è il senso proprio, quello materiale della frase “dare un calcio nel sedere”.
Ma questa frase “dare un calcio nel sedere” può essere usata anche in senso figurato.
Quando qualcuno non ci piace perché ci crea problemi; non solo: quando vorremmo eliminare questo problema; non solo: quando questa persona ci ha offeso, ci ha fatto arrabbiare, di potrebbe venir voglia di cacciar via questa persona in modo brusco e senza alcun riguardo.
In poche parole ci viene voglia di dargli un calcio nel sedere.
Se non parliamo di persone, è sufficiente dare un calcio, sempre in modo figurato:
Dare un calcio alla sfortuna significa cacciar via la sfortuna, allontanare la sfortuna.
Si può anche dare un calcio alla fortuna però, e questo avviene quando non approfittiamo di un’occasione fortunosa.
Se ad esempio l’uomo più ricco del mondo chiede a Maria di sposarlo, Maria potrebbe non accettare questa proposta. Allora potremmo dire che Maria ha dato un calcio alla fortuna.
Ma dare un calcio nel sedere si può usare solo nei confronti delle persone, perché solo loro hanno un sedere, che è, come sapete, la parte posteriore del corpo. Si chiama anche in questo modo infatti: il posteriore.
Quando si dà un calcio nel sedere ad una persona può essere per diversi motivi.
Questa persona ha fatto qualcosa di sbagliato e voglio punirla. Allora la colpisco con un calcio nel sedere.
Sinceramente questo è un atto di rabbia e di prepotenza, uno sfogo personale che diventa violenza fisica.
Ma in senso figurato (e non fisico) possiamo usare questa espressione per allontanare, per cacciar via una persona senza mostrare alcun rispetto, quindi senza alcun riguardo, come ho detto prima.
Ad esempio se io sono il direttore di un’ azienda posso dire:
Giovanni mi sta creando un sacco di problemi. Se insiste con questo comportamento lo caccio dall’azienda a calci nel sedere.
Questo non è naturalmente un modo formale di esprimersi, e neanche un modo educato.
È invece un’espressione che mostra una forte arrabbiatura nei confronti di una persona che col suo comportamento non merita alcun rispetto.
Allora non dico:
Giovanni va allontanato
Mi devo liberare di Giovanni
Devo cacciar via Giovanni
Giovanni va eliminato
Invece, sono molto arrabbiato e manifesto questo mio sentimento avverso con una esclamazione più forte:
Giovanni va cacciato a calci nel sedere
Lo mando via a calci nel dedere
Posso usare anche il verbo prendere: prendere a calci nel sedere.
Se uso questo verbo sono ancora più arrabbiato:
Se non te ne vai da solo, ti prendo a calci nel sedere!
Questa è oltretutto un’espressione che può diventare ancora più volgare:
Giovanni va cacciato a calci nel/in culo!
Lo prendo a calci in culo!
Se non te ne vai ti prendo a calci in culo!
Ovviamente posso usare l’espressione anche per indicare che sono stato trattato senza rispetto, senza riguardo:
Sono stato trattato a calci nel sedere!
Perché dopo tanti anni di servizio vengo preso a calci nel sedere?
Non è giusto essere trattato a calci nel sedere!
Insomma essere presi o trattati a calci nel sedere significa essere trattati male, malissimo, senza rispetto, senza riguardo, senza umanità, senza gratitudine.
Se uso questa espressione per lamentarmi di come io sono stato trattato è perché credo ci sia stata un’ingiustizia.
Volendo, anche in amore potrei dire che la mia fidanzata mi ha trattato a calci nel sedere se non non ha avuto rispetto per me, è un’espressione molto forte naturalmente.
Anche qui c’è mancanza di rispetto, di gratitudine. È simile a “essere trattati come un cane“.
Ma non ho detto ancora il secondo significato dei “calci nel sedere” . Un significato stavolta positivo.
Ne parliamo nella seconda parte dell’episodio domani.