La pesantezza
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Trascrizione
Giovanni: oggi parliamo della pesantezza. L’avrete capito dal titolo immagino 🙂
La pesantezza è interessante perché è la caratteristica delle cose pesanti.
Già. Ma che significa che una cosa è pesante?
Voi mi direte: una cosa è pesante quando pesa molto, cioè quando il suo peso è notevolmente alto.
Certo, vi rispondo io, ma il peso è un concetto semplice. È la pesantezza ad essere invece complessa perché non dipende dal numero di chilogrammi che risultano dalla bilancia.
Io ad esempio peso 82 kg, e questo significa che sono pesante 82 kg. Il mio peso è 82 kg. Posso dire di essere più pesante di una persona che ha un peso minore del mio.
Non c’è dubbio su questo. Ma sto parlando del mio peso e non della mia pesantezza. Ma allora cos’è la pesantezza?
Purtroppo, come avrete sicuramente immaginato, ci sono oltretutto diversi tipi di pesantezza.
Esiste ad esempio la pesantezza di stomaco.
Es:
Oggi avverto una forte pesantezza di/allo stomaco.
Allora anche degli alimenti possono dirsi “pesanti” quando sono difficili da digerire, quando danno pesantezza allo stomaco, quando cioè sono indigesti.
Non si parla del peso dell’alimento che mangiamo, ma della sua pesantezza.
Oppure potrei avvertire una pesantezza alle gambe.
Nel primo caso ho lo stomaco pesante, nel secondo caso ho le gambe pesanti. La pesantezza dunque è una sensazione e come tutte le sensazioni si avverte.
Se avverto una pesantezza alle gambe o allo stomaco allora non significa che sono ingrassato alle gambe o allo stomaco, ma che avverto un disturbo alle gambe o allo stomaco e più in generale un disturbo delle funzioni fisiologiche, non grave ma fastidioso, da attribuirsi a fattori contingenti, come ad esempio un abuso, un’esagerazione.
Quindi è facile avvertire una pesantezza allo stomaco dopo una abbuffata, cioè dopo aver mangiato molto.
Se invece faccio una lunghissima passeggiata è facile che la sera io possa avvertire una certa pesantezza alle gambe.
Analogamente, dopo una lunga giornata di lavoro potrei tranquillamente avere la testa pesante.
E cosa dire dell’alito pesante?
L’alito pesante è ugualmente un disturbo fisiologico, tant’è che ha anche un nome: alitosi.
Chi soffre di alitosi ha spesso l’alito pesante e questo significa che l’alito ha un cattivo odore. Si parla anche di alito cattivo. Non è piacevole vero?
Ma torniamo alla pesantezza.
Anche una lezione universitaria o una trasmissione televisiva, o un’intervista possono risultare pesanti da ascoltare. In questo caso la pesantezza è assimilabile alla noia, ma non è detto.
Oggi ho seguito una lezione di Italiano molto pesante. Ho veramente faticato a restare sveglio fino alla fine.
Si tratta di pedanteria, prolissità. Abbiamo assistito ad una lezione pedante, cioè noiosa o lunga, prolissa.
Un discorso può risultare pesante quando è lungo e pieno di cose complicate oppure cose scontate, banali, inutili da dire, che conoscono tutti, oppure quando il tono di voce usato è basso o la voce è particolarmente piatta, senza emozioni, senza variazioni: una noia mostruosa!
Alcuni professori sono veramente pesanti da ascoltare.
Insomma, si tratta in questo caso della difficoltà nel riuscire a restare concentrati tutto il tempo.
La parola difficoltà è probabilmente la più importante per capire il concetto di pesantezza.
La lezione è stata di una pesantezza estenuante
Una cosa è certa: non è stata una lezione piacevole.
Anche una persona però può essere definita pesante.
La pesantezza di una persona dipende da vari fattori, ma in sostanza anche qui possiamo parlare di difficoltà: la difficoltà nel riuscire a sopportare questa persona o a passare del tempo con lei.
Questa difficoltà può dipendere da diverse cose:
Può essere la difficoltà nel riuscire ad ascoltarla perché molto noiosa, oppure perché si lamenta spesso, o perché attira troppo l’attenzione su di sé, oppure perché è troppo timida o suscettibile e allora bisogna stare attentissimi ad usare sempre le parole giuste senza che si offenda.
Quando non si è a proprio agio con una persona, risulta pesante passare del tempo con lei. Non è piacevole. A volte è semplicemente una mancanza di spontaneità di una persona che ce la fa definire una persona pesante.
Anche il proprio fisico si può avvertire come “pesante” senza necessariamente parlare di peso.
Oggi mi sento molto pesante nei movimenti.
Avverto quindi una mancanza di agilità, i movimenti risultano più difficoltosi del solito
Ecco, allora la pesantezza, in tutti i suoi significati, potremmo definirla una sensazione che possiamo collocare dalla parte opposta rispetto al piacere.
Difficoltà e mancanza di piacere ci sono sempre, sia che si tratti di pesantezza allo stomaco, alla testa, alle gambe, di alito pesante e di persone pesanti.
La spiacevolezza e la difficoltà in questi ultimi casi (alito e persone) sono però avvertite dalle altre persone.
Difficile sopportare alito pesante e persone pesanti.
Poi ci sono anche altre forme di pesantezza. Ad esempio quando diciamo che l’aria è pesante perché si respira a fatica, quando ad esempio c’è poco ossigeno o perché le finestre sono sempre chiuse.
Ma l’aria è pesante anche quando l’atmosfera è tesa, quando c’è tensione nell’aria, per via di un litigio, una discussione o di una situazione opprimente. Anche in questo caso possiamo ugualmente parlare di aria pesante.
Es:
A casa mia recentemente tira/c’è un’aria pesante perché ci sono conflitti tra noi genitori e i nostri figli.
Ci sono poi le cosiddette droghe pesanti, come la cocaina e l’eroina.
Un lavoro pesante invece è un lavoro che richiede molto sforzo fisico.
Poi ci sono le “battute pesanti” , che sono battute offensive e volgari che hanno invece la pretesa di essere divertenti.
Anche le battute pesanti sono difficili da sopportare. Creano imbarazzo.
Speriamo infine che non sia questo episodio a risultare pesante!
Allora per alleggerire l’episodio ascoltate un bel ripasso delle lezioni precedenti e poi la spiegazione del ripasso con parole più umane.
Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
(scarica l’audio)
Albèric (Francia): l’episodio non è stato pesante secondo me, o quantomeno non mi ha dato molto filo da torcere.
Ulrike (Germania): ha un solo neo per me: il fatto di non approfondire abbastanza il concetto di “peso”. Non è che mi stia lamentando però ok? Spero che Giovanni non se ne abbia a male. Non voglio sembrare ingenerosa.
Rauno (Finlandia): Invece il prossimo episodio, che io sappia, sarà più leggero perché si parlerà di due locuzioni latine molto semplici da usare. Però non c’è più tempo per entrare nel merito.
Edita (Repubblica Ceca): a me sta bene, purché l’episodio sia breve però. Non mi vanno a genio le Pappardelle. Il tempo libero è quello che è.
M5: si direbbe che tu abbia fretta. Meglio non mettere dei paletti di questo tipo però. Minuto più, minuto meno…
– segue una spiegazione del ripasso –
Albèric, membro francese, esordisce dicendo che l’episodio non è stato pesante secondo lui. Quindi albéric non si è stancato o stressato ad ascoltarlo. Poi aggiunge che “quantomeno” questo episodio non gli ha dato molto filo da torcere. Albéric ha aggiunto che un obiettivo minimo raggiunto è che l’episodio non gli ha creato molti problemi, cioè non gli ha dato molto filo da torcere. Un episodio comprensibile quindi secondo Albéric.
Ulrike dalla Germania ha aggiunto che l’episodio ha un solo neo secondo lei. Quindi c’è solo una piccola cosa che non va, solo un piccolo difetto, cioè il fatto di non approfondire abbastanza il concetto di “peso”. Questo è lunico neo. Non è che lei si stia lamentando, aggiunge Ulrike, che pertanto ci tiene ad aggiungere questa informazione: non si sta lamentando. Non è questo l’obiettivo della sua osservazione.
Lei spera che io non me ne abbia a male per aver sottolineato questo piccolo neo. E infatti io non me ne avrò certamente a male per cosi poco. Non voleva sembrare ingenerosa Ulrike. Ma lei non lo è mai. Come potrei accusarla di una cosa simile? È sempre stata la prima a esprimere apprezzamenti per il lavoro quotidiano e lo sforzo che viene fatto per realizzare gli episodi.
Rauno dalla Finlandia afferma di conoscere l’oggetto del prossimo episodio.
Che lui sappia, cioè per quanto ne sappia lui, cioè stando alle sue conoscenze, attenendosi alle informazioni in lui possesso, l’episodio venturo sarà ancora più leggero (quindi ancora meno pesante. Anche la leggerezza si usa in modo figurato, proprio come la pesantezza) perché si parlerà di due locuzioni latine molto semplici da usare. Però, conclude Rauno, non c’è più tempo per entrare nel merito, cioè non c’è più tempo per approfondire la questione. Non c’è più tempo per andare maggiormente in profondità spiegando meglio di cosa si tratta.
Edita, dalla Repubblica Ceca dice che a lei sta bene, cioè lei è d’accordo purché l’episodio sia breve però. Quindi Edita è d’accordo con Rauno ma a una condizione: che l’episodio sia breve. Sembra che ad Edita non vadano a genio le pappardelle. Quindi pare che a Edita non piacciano gli episodi lunghi e noiosi. Sembra che lei non gradisca episodi troppo lunghi. Edita conclude che il tempo libero è quello che è. Questo significa che il tempo libero è poco, quindi bisogna usarlo bene, perché è proprio durante il tempo libero che lei ascolta gli episodi di italiano semplicemente.
Infine Camille, dal Libano, non sembra molto d’accordo con Edita, e infatti afferma che secondo lui Edita ha fretta. Questo è ciò che sembra, ciò che si direbbe, quindi ciò che Camille desume dalle sue parole. Si direbbe che Edita abbia fretta secondo Camille.
Meglio, secondo Camille, non mettere dei paletti di questo tipo. Quindi secondo Camille non è conveniente imporre dei limiti temporali alle spiegazioni. Uno o due minuti in più non fa molta differenza: minuto più, minuto meno, non fa differenza secondo Camille.