Ripasso (scarica audio)
Trascrizione
Bentrovati a tutti gli ascoltatori di Italiano Semplicemente.
Oggi cogliamo l’occasione della giornata contro la violenza sulle donne per ripassare qualche episodio passato della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente” e non solo.


Davanti al Ratto di Proserpina di Bernini (mica pizza e fichi) dove per la prima volta una lacrima si palesa sul volto di una donna scolpita nel marmo, è impossibile non fare presente che quella goccia è, oltre ad arte pura, anche indice emblematico di una violenza che, con tutto che qualcuno la ritenga opinabile o soggettiva, è invece inerente alla storia dell’umanità, quasi insita in certi comportamenti che, a dir poco, passano il segno e trascendono ogni giustificazione.
E mentre un’orda di giustificazioni velleitarie continua a imperversare: “era un altro tempo”, “si faceva così”, “non esageriamo”, “è una questione di DNA, gli uomini non possono farci niente”, io, il qui presente Giovanni, mi chiedo: cosa bolle in pentola se ancora oggi, sui social, c’è chi pontifica senza cognizione di causa, chi predica bene e razzola malissimo, chi cerca di infinocchiare l’ascoltatore con dietrologie e montature che non stanno in piedi?
Sulle prime, uno può pensare che sia soltanto un andazzo, una sbandata collettiva, ma poi la sequenza delle notizie parla chiaro: una cosa tira l’altra, da cosa nasce cosa, e si ricade negli stessi errori, corsi e ricorsi storici che lasciano una caterva di rancore e animosità. Sfido io che poi qualcuno si fascia la testa e chiede il “beneficio del dubbio”, come se l’accortezza e il rispetto fossero optional.
Visto e considerato tutto ciò, sarebbe bene che, a bocce ferme, ognuno facesse il proprio mea culpa e smettesse di crogiolarsi nell’idea che la violenza sia inevitabile, una sorta di destino atavico. Non è così: bisogna smetterla di sentirsi “arci” qualcosa, tipo arcistufo delle lamentele, di mostrarsi profusamente offesi al minimo richiamo e di targare ogni critica come attacco personale.
Perché, se non vado errato, alla fine le donne non devono spuntarla, non devono cavarsela “per il rotto della cuffia”: devono semplicemente vivere, indenni, senza dover sondare il terreno ogni volta che escono, senza ritrovarsi teatro di prepotenze, senza subire il dispendio emotivo di chi le costringe a tenere botta giorno dopo giorno.
E allora sì, davanti a quella lacrima scolpita, è bene fissare un punto, una sorta di tagliando morale: il rispetto non è opinabile, non è contestabile e non dovrebbe essere oggetto di trattativa. È il minimo sindacale per una società che voglia definirsi civile.
Detto ciò, che ciascuno se la segni e se la leghi al dito: quella lacrima, nel marmo, è lì per ricordarci che la violenza, ieri come oggi, non è arte, non è mito, non è storia: è una vergogna! Diciamolo una volta per tutte!
E adesso tocca ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente:
Marcelo: Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne, e come uomo, penso che sia fondamentale creare consapevolezza, rompere gli indugi e promuovere azioni concrete affinché tutti possano comprendere che si tratta di una lotta che spetta a ognuno di noi.
Anne Marie: Sono assolutamente d’accordo con te! Dichiaro guerra all’indifferenza di fronte a qualsiasi tipo di violenza: fisica, psicologica, sessuale, economica, e chi più ne ha, più ne metta.
José: A chi lo dici! Ho visto personalmente come mia zia subiva diversi tipi di violenza, con tutti gli annessi e connessi! Le sue preghiere si libravano in cielo ogni sera perché i suoi figli non se ne rendessero conto! Quando suo marito è morto, lei è sembrata rinascere e da quel momento si è consacrata alla difesa delle donne!
Julien: Grazie per aver condiviso tutto questo. So che questa è una crociata che deve continuare, e ognuno di noi può fare la differenza. Prendere posizione contro la violenza è un caposaldo che nessuno dovrebbe abbandonare!
Carmen: L’impegno delle istituzioni, della scuola, della famiglia e dei social può contribuire a una maggiore consapevolezza e a essere la garanzia di una cultura di rispetto e eguaglianza.