Bentornati nella rubrica di Italiano semplicemente dedicata al mondo del calcio.
Oggi parliamo del derby, anche detto stracittadina.
Si parla di una particolare partita, perché ad affrontarsi sono sue squadre della stessa città.
In Italia ci sono alcune città in cui ci sono due squadre di calcio, che giocano nello stesso campionato e nello stesso stadio.
Ad ogni modo, anche se ci fossero due diverse strutture sportive, ma sempre nella stessa città, parleremmo comunque di derby e di stracittadina.
Le stracittadine in Italia, quelle più famose, sono Roma-Lazio, che sono le due squadre romane. Per questo si chiama anche il derby della capitale.
Juventus e Torino (derby di Torino o derby della mole) invece si contendono la tifoseria della città di Torino, mentre Genoa e Sampdoria sono le due squadre di Genova. Questo si chiama il Derby della Lanterna.
Non meno importante è il derby Milan-Inter, che sono le due squadre della città di Milano. Quest’ultimo è anche detto “il Derby della Madonnina”.
Poi c’è un particolare tipo di derby, il derby d’Italia. Che significa?
Si tratta semplicemente della partita in cui si affrontano Inter e Juventus, che non sono della stessa città. E allora perché si chiama così?
Il cosiddetto “derby d’Italia” nel calcio è una partita molto attesa e tra due delle squadre di calcio più titolate e rivali in Italia: la Juventus e l’Inter. Per questo motivo si chiama derby d’Italia. Sono le due squadre che hanno vinto di più in Italia.
Questa partita è nota per la sua rivalità storica e per il prestigio delle due squadre coinvolte. Le partite tra la Juventus e l’Inter sono spesso considerate tra le più importanti della Serie A italiana.
Le stracittadine sono particolarmente sentite dai tifosi, proprio perché si tratta di persone che vivono normalmente nella stessa città, quindi gli sfottò e le prese in giro sono all’ordine del giorno. Le tifoserie, durante queste partite, danno il meglio di loro e gli stadi sono sempre esauriti.
Giovanni: episodio n. 911 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente. Adesso che abbiamo fatto la nostra foto, dopo aver ben inquadratoil soggetto da fotografare (ricordate l’ultimo episodio?) potete finalmente stampare la foto e, se siete soddisfatti del risultato, potete anche incorniciarla e appenderla al muro per mostrarla a tutti.
Se invece non è una foto daincorniciare, allora fatene un’altra!
Willemijn: Tutto questo per farvi capire come si usa il verbo incorniciare, che come abbiamo anticipato nell’episodio scorso, significa inserire in una cornice, come si fa con un bel quadro o appunto con una fotografia.
Giovanni: avete appena ascoltato la voce di Willemijn, membro dell’associazione Italiano Semplicemente, che mi aiuta oggi in questa spiegazione. Allora, l’uso che ne ha fatto Willemijn nell’esempio sopra è nel suo significato proprio: una foto da incorniciare, cioè che merita di essere incorniciata, che vale la pena incorniciare.
Willemijn: Ma è l’utilizzo figurato che come al solito ci piace di più.
L’uso figurato di questo verbo è intuibile facilmente, poiché non solamente i quadri e le foto si possono incorniciare.
Nello sport si usa spessissimo per indicare una prestazione splendida, una performance eccezionale, una gara perfetta, una partita, una vittoria coi fiocchi. In tutti questi casi possiamo dire:
La Roma ha fatto una prestazione da incorniciare.
La performance della ballerina è stata da incorniciare.
Veramente una gara da incorniciare da parte dello sciatore italiano. Non ha sbagliato niente.
La finale del campionato del mondo è stata una partita da incorniciare da parte dell’Argentina e della Francia.
Una vittoria da incorniciare per l’Italia.
Giovanni: anche in questi casi si parla di qualcosa degno di essere mostrato e ricordato, di una prestazione in cui non è stato sbagliato nulla. Qualcosa di perfetto. Si può trattare, ma più raramente, anche di una bellissima partita, di una gara da ricordare per la sua bellezza o emozioni che ha suscitato.
È molto simile all’espressione “coifiocchi” che abbiamo spiegato, ma molto più adatta nel caso di prestazioni, performance, vittorie e comunque meno informale.
Willemijn: Posso ugualmente dire che sto parlando di qualcosa di memorabile.
Questo aggettivo però può essere usato anche in senso inverso. Ad esempio:
La sconfitta dell’Italia contro la Macedonia del Nord del marzo 2022 è sicuramente un evento memorabile.
Giovanni: Se infatti si può dire che una sconfitta è memorabile, di contro, non esiste una sconfitta da incorniciare.
Memorabile è un evento contrassegnato da eccezionalità o importanza, qualcosa di grandioso, il cui ricordo è destinato a durare nel tempo. Molto simile a indimenticabile, che a sua volta direi che è più romantico come aggettivo ( molto più utilizzato). Un viaggio può essere descritto come indimenticabile, soprattutto se fatto col proprio partner. Memorabile forse è troppo in questo caso.
Willemijn: Si tratta di eventi ritenuti degni di essere ricordati, ma ci deve essere una prestazione di qualche tipo, dove emerge la qualità di una persona o di una squadra.
Non posso dire ad esempio che il Natale è una festa da incorniciare o che il mondiale di calcio è un evento da incorniciare.
Posso anche riferirmi a delle pagine di un libro che mi sono particolarmente piaciute e che mi piacerebbe, idealmente, metterle in mostra come un quadro per guardarle e trarre ispirazione.
Giovanni: Esiste anche la locuzione “da manuale“, abbastanza simile. “Da manuale” dà più l’idea di un esempio tipico di qualcosa eseguito in modo perfetto: un’operazione da manuale, un goal da manuale (il manuale del calcio).
Come se ci fosse ogni volta un manuale delle istruzioni (non sempre esiste in realtà) su come si deve fare qualcosa e adesso sto parlando di qualcosa eseguito perfettamente, proprio come c’è scritto sul manuale. Anche in questo caso si apprezza l’operato di una persona che nonostante le difficoltà, ha eseguito alla perfezione una qualche attività. Abbastanza simile a “da incorniciare” ma forse più adatto a questioni tecniche.
Poi, a dirla tutta, anche una rapina in banca può essere condotta “da manuale” (sarebbe il manuale del perfetto rapinatore!). Usare da “incorniciare” in questo caso non è adatto perché generalmente non si usa nel caso di azioni moralmente o eticamente scorrette come una rapina, ancorché perfette nella sua esecuzione.
Nell’uso figurato di “da incorniciare” si usa sempre la preposizione “da”. (ma proprio a me deve toccare parlare di grammatica?). Comunque, in questo caso indica un’azione che merita qualcosa.
Accade la stessa cosa con altri verbi e a volte la frase fornisce un’indicazione simile.
Altre volte cambia un po’: può indicare qualcosa che vale la pena fare, o qualcosa di obbligatorio, o qualcosa che non si può evitare (siamo lì), una conseguenzao anche una specifica particolare o una possibilità.
Es:
Una macchina da esibire (vale la pena, merito, una possibilità)
Un compito da fare (obbligatorio, inevitabile)
Vorrei qualcosa da mangiare e da bere (una specifica)
Io non ho null’altro da aggiungere (una specifica)
Tu hai qualcosa da dire? (una specifica)
Mi piaci da morire, sei bella da impazzire (una conseguenza, un merito)
Un tramonto da ammirare (una possibilità, un merito)
Willemijn: E adesso un bel ripasso da ascoltare e da incorniciare realizzato da Peggy.
Hartmut: Ragazzi, avete anche voi sentito dire che la nostra fabbrica è sull’orlo del precipizio? Penso abbia un fondamentodi verità, tant’è vero che ci hanno chiesto di consumare le ferie in questo periodo, qualorane avessimo ancora, il che non è mai avvenutoin passato. Anzi, abbiamo sempre dovuto fare gli straordinari,persino di domenica, non solo nei giorni infrasettimanali.
Edita: A questo punto, non posso esimermidall’informarvi che il direttore ieri ha adottato la decisione di ricorrereai licenziamenti per contenere le spese, segno che vuole liquidarequalche dipendente che rendepoco, tra cui ci sarà Peggy di sicuro. A breve il capo detteràufficialmente le sue disposizioni. Dunque, siate discreti, mi raccomando, e in questo periodo cercate di comportarvi come si deve.