Il verbo “sollevare”

Il verbo “sollevare”

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Associazione Italiano Semplicemente

Indice degli episodi della rubrica

Trascrizione

sollevare

Buongiorno amici di Italianosemplicemente.com e benvenuti nell’episodio dedicato al verbo “sollevare”, che, a quanto pare, ha sollevato dei dubbi in alcune persone che mi hanno chiesto una spiegazione, per via dei molteplici utilizzi di questo verbo poliedrico. Finora abbiamo trattato solamente l’espressione sollevare da un incarico, all’interno del corso di Italiano Professionale.

Il verbo sollevare è uno di quei verbi tuttofare che si infilano dappertutto, sia in senso letterale che figurato. È come un amico sempre pronto a darti una mano… o meglio, a tirarti su quando serve! Sapete bene perché ho usato “tirare su”, vero?

Vediamolo insieme, questo verbo, con un po’ di leggerezza naturalmente (guarda caso, è spesso l’opposto di quello che fa il verbo “sollevare” quando si tratta di pesi!).

1. Sollevare nel senso più atletico della parola

Sollevare vuol dire innanzitutto alzare qualcosa o qualcuno. Questo è l’utilizzo più frequente. Puoi sollevare il tuo amico ubriaco da terra, ma puoi anche sollevare pesi in palestra (o almeno ci si prova), solleviamo le borse della spesa (con grande fatica), solleviamo le mani al cielo quando la nostra squadra segna un gol. Se solleviamo gli occhi, invece, non significa che abbiamo i muscoli nelle palpebre, ma semplicemente che guardiamo in alto.

Altri esempi di questo tipo?

L’aereo si sollevò dalla pista

Aiutami a sollevarmi dal letto per favore

2. Sollevare da un peso (figurato)

Ti vorrei sollevare da questo peso!

Questo è un modo gentile per dire “Vorrei aiutarti a liberarti di questa difficoltà”, “Vorrei alleggerirti da questa responsabilità” (notate come la preposizione cambia al cambiare del verbo).

Notate anche che quando il “peso” è figurato si usa spesso la preposizione “da” o una delle preposizioni articolate collegate (dai, dagli, dalla, eccetera). Ho detto spesso, non sempre. Infatti a volte non si usa nessuna preposizione:

Ti senti sollevato adesso che ho detto che non è colpa tua?

Significa “Ti senti più tranquillo, più leggero?”.

Se qualcuno si sentiva in colpa o preoccupato per qualcosa, sapere che non è colpa sua lo può sollevare, cioè farlo sentire meglio, togliendogli un peso dalla coscienza. Vedete che parliamo sempre di pesi, alla fin fine (questa espressione credo di non averla mai spiegata… me la segno e presto avrete mie notizie 🙂

Non pesa nulla, ma si può sollevare ugualmente. Cos’è? Il sopracciglio può essere una risposta!

Hai sollevato il sopracciglio. Significa qualcosa? Forse hai dei dubbi? Non ti fidi?

Notate che se solleviamo un solo sopracciglio generalmente è proprio per manifestare dubbi o sfiducia, mentre se li solleviamo entrambi è per esprimere stupore.

3. Sollevare pensieri (e non solo pesi)

A volte, però, solleviamo cose più leggere, come i pensieri o le preghiere. “Sollevare il pensiero a Dio” non significa metterlo su un montacarichi, ma elevarlo spiritualmente. Poco usato in questo modo comunque. Lo stesso vale per “sollevare una preghiera al cielo”.

4. Sollevare qualcuno dai guai

Un po’ come un supereroe, “sollevare” può anche significare liberare qualcuno da un problema. Se hai un amico in difficoltà economiche e gli presti qualche soldo, lo stai sollevando dalla miseria (anche se il tuo portafoglio potrebbe sentirsi un po’ meno sollevato).

Quindi parliamo di riuscire a venire fuori da uno stato di difficoltà materiale. Ecco, qui meglio usare risollevarsi.

Grazie all’eredità è riuscito a sollevarsi dalla miseria
Con grande impegno, è riuscito a risollevarsi dopo mesi di recupero

5. Sollevare da un impegno

Se un collega si offre di fare il lavoro al posto tuo, ti sta sollevando da un peso, ma anche da un impegno.

Per sollevare qualcuno da un impegno comunque è sufficiente dirgli che non deve più fare quella cosa, che non ha più quell’impegno. Non è necessario che quell’impegno venga assunto da altri.

Rispolverando l’episodio di Italiano Professionale di cui sopra, se il tuo capo ti solleva dall’incarico, beh… diciamo che hai un sacco di tempo libero da quel momento in poi!

Sollevare qualcuno da un incarico infatti è un modo più formale e “delicato” per dire che qualcuno è stato rimosso dal suo ruolo, che spesso equivale a dire che è stato licenziato o destituito. C’è da dire però che una persona può anche essere promossa ad un livello superiore e anche in questo caso possiamo usare sollevare. Es:

Sollevare qualcuno al trono

Poco usato comunque.

6. Sollevare un problema (e creare scompiglio!)

Così come si sollevano dubbi (non ve l’avevo detto ancora?) si possono allo stesso modo sollevare delle questioni. In entrambi i casi si porta all’attenzione qualcosa a altre persone.

“Scusate, vorrei sollevare una questione.” Classica frase da riunione che può scatenare il caos! Sollevare una questione significa proprio questo: portarla all’attenzione di tutti. Poi però qualcuno potrebbe risponderti: non sollevare questioni inutili che rischiano di sollevare un polverone! Quest’ultima espressione l’abbiamo già incontrata nell’episodio dedicato al “polverone”, se ricordate. È simile a sollevare una polemica. D’altronde abbiamo già visto che si può sollevare anche una bufera, un putiferio o un vespaio.

7. Sollevare proteste (o rivoluzioni!)

Estremizzando e generalizzando, quando una nuova legge o qualunque altra cosa, non piace, può sollevare polemiche. Se le polemiche sono tante, possono addirittura sollevare una ribellione. E qui passiamo al significato più epico del verbo: far insorgere le masse! Sollevare le masse significa esattamente questo: far insorgere le masse, cioè scatenare proteste da parte della gente, del popolo, che potrebbe manifestare apertamente il loro dissenso attraverso manifestazioni, proteste di piazza eccetera. Anche il verbo agitare si può usare in questi casi, come abbiamo visto quando vi ho parlato del verbo suddetto.

8. Sollevarsi da soli (la vera sfida!)

C’è il lato più motivazionale del verbo: sollevarsi significa anche rimettersi in piedi dopo una caduta (reale o metaforica). Dopo una brutta giornata, dopo un periodo difficile, dopo aver sentito una brutta notizia… ci si deve sempre sollevare. E magari, nel farlo, ci scappa anche un sorriso! Spesso si usano anche risollevare e risollevarsi in questo caso.

La differenza principale è che “sollevarsi” può indicare sia il semplice atto di alzarsi (fisicamente o metaforicamente), sia il riprendersi da una situazione difficile. Invece, “risollevarsi” mette più l’accento sul fatto che si sta tornando a stare meglio dopo una fase negativa.
Es:

Dopo la crisi economica, l’azienda si sta risollevando.

Qui è ancora più chiaro che prima stava male e ora si sta riprendendo.

Dopo quella sconfitta, la squadra si è risollevata e ha vinto la partita successiva.

Bene, l’episodio finisce qui, nella speranza di aver sollevato il vostro animo o di avervi risollevato lo spirito se la vostra giornata fosse iniziata male.

Anzi no, prima un piccolo esercizio di ripetizione:

Sollevare

Risollevare

Sollevare un dubbio

Mi aiuti a sollevarmi dal letto?

Vorrei sollevare una questione importante

Adesso mi sento veramente risollevato. Grazie per l’aiuto morale!

Vorrei sollevarti da questo peso, credimi, ma non posso!

Ti sollevo dall’incarico!

Per oggi siete sollevati dall’ascolto di altri episodi! (potete ripetere anche questa 🙂

FINE.

Ciao!

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757 Recriminazioni e rimostranze

Recriminare

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Trascrizione

Oggi parliamo di “crimini“. Un crimine, come probabilmente sapete, è un delitto particolarmente grave, particolarmente efferato.

Uccidere una persona è ovviamente un delitto ma anche un crimine, come anche rapinare una banca. I due termini spesso sono usati come sinonimi.

Ma oggi non ci interessa questa differenza. Piuttosto ci interessa il verbo recriminare, che viene proprio dal termine crimine.

Quando una persona recrimina qualcosa non significa però che è stato commesso un crimine o un delitto. Spesso si sta dicendo che è stata commessa un’ingiustizia, si sta esprimendo una lamentela o una accusa (tardiva) per fatti accaduti o per ingiustizie subite. Ci si sta rammaricando per qualcosa che è accaduto e che ci ha procurato un danno, un torto o una ingiustizia.

Due episodi fa abbiamo introdotto, ma in realtà ho semplicemente accennato al concetto di recriminazione. Parlavamo della locuzione “non fare che“, che esprime, una lamentela, appunto, quindi può anche esprimere una recriminazione, perché una recriminazione è una lamentela a tutti gli effetti.

Solitamente è una lamentela che si rivolge ad altre persone, ma in realtà si può anche esprimere una lamentela indefinita, senza un destinatario, oppure verso sé stessi, nel senso che posso pensare al passato, a qualcosa che non è andato bene, così posso recriminare, cioè considerare con rammarico ciò che si è fatto o che è accaduto, anche per colpa mia volendo. E’ un modo di dispiacersi del passato. Anche a questo abbiamo dedicato un episodio passato. Non siate rammaricati perché non lo ricordate, poiché potete sempre andarlo a rivedere.

Se ad esempio faccio un esame all’università, il giorno successivo posso dire:

Non posso recriminare nulla!

Cioè: non posso lamentarmi per come è andata. Non posso dispiacermi di aver subito ingiustizie o di aver studiato di più. E’ andata come doveva andare.

La maggioranza delle volte comunque la lamentela si rivolge a persone ben precise, perché qualcuno ha qualche tipo di colpa per qualcosa che mi ha danneggiato. Ormai però è o potrebbe essere tardi per rimediare, sia che sia colpa mia che la colpa sia di altri.

Giovanni, dopo la mancata promozione, è andato a recriminare dal direttore

Maria ha preso un brutto voto in matematica, ma afferma di aver avuto un compito più difficile degli altri studenti. Per questo è andata a recriminare dal professore.

Quando una persona si lamenta per un torto subito, spesso la riposta di chi ascolta è:

Cos’hai da recriminare?

E’ inutile recriminare, ormai è andata!

Le tue recriminazioni sono infondate

Non è questo il momento di recriminare!

Una recriminazione dunque è solitamente una lamentela per fatti di cui si attribuisce ad altri la responsabilità.

Sinonimi? Una lamentela, una lagnanza o, più formale, una rimostranza.

In ambiti lavorativi e professionali non sono rare frasi come:

Farò le mie rimostranze a chi di dovere!

Vada a fare le sue rimostranze al direttore se non ritiene giusta la sua decisione!

Anche la rimostranza (che si usa quasi sempre al plurale), come la recriminazione è una espressione di protesta per un torto subito ma decisamente più formale. Si usa spesso anche parlando di politica. Spesso le rimostranze sono semplicemente delle obiezioni o delle polemiche. E’ il contesto che fa la differenza.

Tutti possono fare rimostranze, ma meglio riservare questo termine per questioni serie.

I genitori hanno sollevato delle rimostranze per via delle porzioni troppo scarse date ai bambini.

L’aumento dei prezzi della benzina ha generato molte rimostranze dal parte degli automobilisti.

Rauno: nonostante le rimostranze di alcuni membri, che lamentavano un numero eccessivo di episodi settimanali, Giovanni non fa che pubblicare nuovi episodi. Bisogna risalire a due anni fa per trovare una settimana con meno di tre episodi.

Peggy: Personalmente non posso dirmi insoddisfatta, e nemmeno voi dovreste, a meno che non siate così impegnati da non trovare 10 minuti al giorno.

Segue una spiegazione del ripasso