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Caro amico ti scrivo…

Con queste parole iniziano spesso le lettere o una email ad un amico. Un caro amico.
Oggi vediamo proprio i molteplici utilizzi di questo aggettivo italiano.
Caro è un termine che solitamente viene usato per esprimere affetto: caro amico, cara mamma, caro papà eccetera.
In realtà però ha molti utilizzi diversi e alcune volte l’affetto non c’entra nulla.
Giacomo Leopardi in una famosa lirica (l’Infinito) scriveva “sempre caro mi fu quest’ermo colle” e lui si riferiva all’affetto che nutriva per un colle, che era il monte Tabor del comune di Recanati, nella regione Marche.
Tante cose possono essere definite come “care”.
Con “le persone care”, o “le persone più care“, ad esempio, si intendono i genitori, i parenti e gli amici più intimi. Si chiamano anche “i cari”:
Vorrei riabbracciare i miei cari.
Ha voglia di rivedere i suoi cari.
L’aggettivo diventa un vero e proprio nome in questi casi.
Che caro che sei stato a farmi un regalo per Natale
Sei stato gentile, amabile, anche simpatico.
Manda un caro saluto ai tuoi.
Anche questa è un modo ricorrente di usare caro.
Maria è una cara ragazza
Maria quindi è una ragazza gentile, affettuosa, amabile. Non c’entra con la parentela stavolta.
Giovanni è un carissimo amico
Giovanni è cioè una persona particolare per me, non un amico qualunque. Si usa spesso questa formula soprattutto quando si presenta una persona a cui teniamo molto ad un’altra oppure quando cerchiamo un aiuto per una persona per noi importante.
Sono le persone a noi più care, quelle per le quali si prova più affetto.
C’è un modo particolare di usare “caro”:
Caro mio!
Notate il tono che viene usato. E’ un modo familiare e spesso anche ironico. Ad esempio:
Caro mio, sapessi quanti momenti difficili ho vissuto io alla tua età.
Oppure:
Caro mio, stavolta non mi freghi!
Esprime a volte impazienza, a volte si vuole esprimere saggezza o esperienza di vita, una lezione imparata, o si vuole insegnare qualcosa all’altro, facendo pensare che ci sarebbe molto altro da dire su questo argomento. E’ anche un modo per dare dei consigli, e “il caro” sta a significare che il consiglio è il risultato dell’esperienza.
Caro mio, non sono mica scemo!
Se vuoi fare carriera, caro mio, devi lavorare meno e fare più politica!
Andiamo avanti:
Ma che caro!
Questa esclamazione può esprimere affetto, ma anche l’esatto opposto, dipende molto dal tono che si usa. Può anche esprimere una antipatia per una persona.
Ma che cari i nostri zii, hanno detto che anche quest’anno vengono e trovarci per Natale e resteranno fino a capodanno!
Anche un oggetto può essere molto caro. Lo può essere per due motivi: se ci teniamo molto, perché ha una particolare importanza per noi, oppure se ha un prezzo molto alto.
Quindi caro significa anche “costoso“. Un modo informale ma molto usato da tutti.
Un albergo caro, un ristorante caro hanno quindi dei prezzi alti rispetto alla media.
Anche una persona che esercita una professione può essere cara se si fa pagare molto.
Un parrucchiere caro ha dei prezzi più alti della media.
Com’è quel meccanico? E’ caro?
Equivale a dire: i prezzi sono alti?
Esiste anche “avere caro” che significa tenere a qualcosa o qualcuno.
Ci tengo che ci sia anche tu domani a pranzo da mia madre
Avrei caro che ci fossi anche tu domani a pranzo da mia madre
Significa quindi gradire, apprezzare, desiderare.
C’è anche “tenere caro” che significa aver cura, custodire con cura.
Il mio diario di quando ero ragazzo è un oggetto che tengo molto caro.
Ho cura di questo diario, mi dispiacerebbe che venisse perduto o distrutto.
Simile è “tenersi caro qualcuno“. Si usa solo con le persone.
Tieniti caro il tuo amico Giovanni che potrebbe esserti utile in futuro
Quindi l’amico Giovanni è un amico che non devi perdere: tientelo caro (o tientelo stretto). A proposito, “tientelo” si usa spesso ma è corretto anche “tienitelo“:
Tientelo per te (non dirlo a nessuno)
Tientelo stretto
Tienitelo bene in mente (non dimenticarlo)
Tornando a “caro“:
Ci sono alcuni verbi che usati insieme a caro o cara hanno un significato particolare:
“Vendere cara la pelle” significa perdere, essere sconfitti, soccombere, ma dopo essersi difesi con tutte le proprie forze.
La pelle rappresenta la vita, o anche una partita nello sport, e vendere cara la pelle significa che la propria vita costa molto, è cara, cioè costosa, quindi chi vende cara la pelle non si lascia sconfiggere facilmente, non perderà senza lottare.
Pagare caro un errore invece significa che questo errore ha delle conseguenze molto importanti e negative per chi lo ha commesso.
Costare caro ha lo stesso significato. Sia pagare caro che costare caro usano la metafora del prezzo per indicare le conseguenze di un errore o di uno sgarbo fatto a una persona:
Mi hai detto che sono uno stupido e questo ti costerò caro!
Nel caso di sgarbi, di torti fatti ad una persona, si usa spesso anche al femminile:
La pagherai cara!
Questa è una minaccia vera e propria che si fa ad una persona per aver fatto qualcosa di grave, spesso con la volontà.
Chi non vorrà farsi vaccinare contro il Covid potrebbe pagarla cara: niente viaggi in aereo, niente alberghi, impossibile lavorare nel pubblico impiego.