Accadde il 31 luglio 1498: il diversivo

Il diversivo (scarica audio)

Trascrizione

Correva l’anno 1498.
Sei anni dopo la scoperta dell’America. Colombo, nel bel mezzo del suo terzo viaggio verso le “Indie”, aveva ormai perso da tempo la rotta originaria.

Non aveva ancora imparato la strada! Il fatto è che senza navigatore è un bel problema.

Non posso biasimarlo!

Tempeste, marinai stanchi, tensioni a bordo… La situazione era al limite.

A quel punto, cosa fece? Avvistò un’isola. Una terra verde, mai vista prima da occhi europei. La chiamò Trinidad, perché vide tre cime all’orizzonte. Ma, più che una scoperta strategica, fu un diversivo.

In effetti, Colombo non stava cercando Trinidad, e nemmeno si trovava sulla rotta prevista.

Ma quell’isola rappresentò per lui e per il suo equipaggio una sorta di distrazione utile. Una pausa imprevista ma necessaria per deviare l’attenzione dai malumori della ciurma, dai problemi di navigazione, dalle preoccupazioni crescenti.

Diversivo è la parola del giorno.

Un diversivo è qualcosa che serve a distogliere l’attenzione da un obiettivo o da un problema. Può anche essere un espediente per cambiare il focus, l’attenzione. Qualcosa di diverso, insomma, come suggerisce la parola.

Può essere usato in ambito militare, strategico, ma anche quotidiano o ironico.

Ho organizzato una cena a sorpresa come diversivo, così Marco non penserà al suo licenziamento.

L’attacco al ponte era solo un diversivo. In realtà volevano colpire altrove.

Quel sorriso era un diversivo. Sapeva già tutto.

Può suonare colto o ironico, a seconda del tono:

Questa gita improvvisata è stata un ottimo diversivo, non trovi?

Un diversivo, lo avete capito, è anche qualcosa di curioso e inaspettato. Può essere anche qualcosa per deviare l’attenzione o una scappatoia.

La tua risposta alla domanda mi è molto piaciuta, ma sembrava più un diversivo che una risposta sul punto.

Così come Trinidad fu un diversivo geografico in una rotta ormai fuori controllo, anche nella vita spesso ci capita di deviare, volontariamente o no, verso qualcosa che ci distrae, ci salva, ci cambia prospettiva.

Adesso basta così. Ci vuole un bel caffè. Accidenti è finito!

Per oggi come diversivo anche un tè verde può andar bene!

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756 Espediente

Espediente

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Trascrizione

Due episodi fa abbiamo parlato dell’espediente per la prima volta.

Quello, se ricordate, è stato, appunto, un espediente per cercare di attirare la vostra attenzione su un termine nuovo. Magari qualcuno di voi già si è fatto un’idea chiara del significato.

L’espediente ha a che fare in generale con la soluzioni ai problemi.

Trovare una soluzione. Questo è il nostro problema. L’espediente serve proprio a questo.

Somiglia ad un’idea, a qualcosa che potrebbe farci risolvere il problema.

In effetti l’espediente deriva da un’idea, ma quest’idea solitamente non è delle migliori. Conunque può capitare di usare questo termine anche per indicare una soluzione geniale.

Solitamente però la soluzione migliore, quella più efficace, non ha funzionato o non può funzionare per qualche motivo, oppure siamo in emergenza e dobbiamo trovare una soluzione velocemente, anche se poco ortodossa.

Potremmo chiamarlo anche un accorgimento, utile a risolvere alla meno peggio, o alla meglio, o alla bell’e meglio una difficoltà o a superare una situazione imbarazzante o critica, una situazione che necessita di una rapida soluzione.

Notate che ho usato più volte “alla“. A questo se ricordate abbiamo dedicato un episodio.

Comunque abbiamo usato “alla” in modo simile altre volte:

Cogliere alla sprovvista

Tornare alla carica

Stare alla larga

Prendere alla leggera

Allora, tornando a noi, in queste circostanze problematiche si può ricorrere ad un espediente.

Potremmo parlare anche di una trovata, di uno stratagemma o di una scappatoia. Sono alternative validissime.

Della trovata abbiamo già parlato un paio di volte (anche perché termina per –ata) , e sappiamo che spesso questo termine contiene un giudizio, a volte positivo, se si sottolinea la genialità dell’idea, (analogamente alla mandrakata) altre negativo, se si sottolinea l’ingenuità di chi ha creduto che quella fosse un’idea geniale.

Nell’espediente non c’è però nessun giudizio.

Nello stratagemma, invece lo dice anche la parola, c’è la strategia. Uno stratagemma è una soluzione originale, si tratta di un astuto espediente.

Il termine scappatoia, anche qui la parola parla chiaro, è una via d’uscita, una strada per uscire velocemente (per scappare), sia in senso fisico che figurato, da un problema. Anche la scappatoia è un espediente ingegnoso per evitare un pericolo o una situazione incresciosa, preoccupante, problematica.

Ad ogni modo con l’espediente, con lo stratagemma e la scappatoia si usano spesso i verbi ricorrere e escogitare.

Es:

Bisogna escogitare un’espediente per risolvere questo problema.

Sono ricorso a un espediente veramente geniale.

Adesso voglio parlarvi dell’espressione “vivere di espedienti“, che significa vivere di ripieghi, spesso illeciti, illegali, disonesti.

Chi, per necessità, per mancanza di soldi, di risorse, insomma perché non se la passa molto bene, è costretto a trovare rapide soluzioni di emergenza, anche commettendo piccoli reati, si può dire che vive di espedienti, simile un po’ a tirare a campare, ma ricorrendo (questa è la differenza) spesso e volentieri, ad atti poco leciti per poter adattarsi a tutte le circostanze.

Avete notato che ho ricorso al verbo ripiegare?

In effetti quando si ricorre ad un espediente, come detto, è qualcosa che escogitiamo perché la prima soluzione o non c’è o non funziona. È a tutti gli effetti una soluzione di ripiego.

È bello per me quando gli episodi passati mi aiutano a spiegare i successivi. Per voi naturalmente è un modo per capire quanto è importante comprendere i progressi che avete fatto e in questo modo tra l’altro l’apprendimento diventa molto edificante per voi.

A questo punto, considerando quanti richiami ho fatto agli episodi passati possiamo anche evitare il ripasso del giorno.

532 Come la mettiamo?

Come la mettiamo? (audio)

Trascrizione

Giovanni:

Eccoci ad un altro modo di usare il verbo mettere. Abbiamo appena visto, nell’episodio scorso le frasi “si mette bene” e “si mette male“. Oggi vediamo “come la mettiamo“, che si usa come domanda.

Questa domanda si usa quando c’è un problema da risolvere e non sappiamo come fare. Espressione informale, si usa prevalentemente all’orale, quindi difficilmente la troverete scritta da qualche parte. E’ simile a “cosa facciamo“, “come ci muoviamo“, “come risolviamo questo problema” e spesso il problema è solo ipotetico, e allora si aggiunge un “se”: come la mettiamo se…

Vediamo qualche esempio:

Come la mettiamo se arriva una variante resistente al vaccino del Covid?

Qualcuno dovrebbe saper rispondere a questa domanda, spero!

Si usa anche per problemi secondari, ma ugualmente importanti.

Es:

Ok, facciamo i lavori di ristrutturazione della casa e accetto la cifra di 3000 euro. Ma come la mettiamo con la fattura?

Meno male che sono guarito, dottore, ma come la mettiamo se scopriamo che ho trasmesso la malattia a mia moglie?

La nostra azienda sta fallendo. Fortunatamente abbiamo trovato un nuovo lavoro, ma come la mettiamo con tutti i nostri dipendenti?

Finora ho usato “mettiamo”, quasi a far pensare che il problema sia “nostro”. Ma questa è solo una frase fatta, quindi si dice quasi sempre così, anche se il problema è solamente di una persona.

Tuttavia, se voglio sottolineare che lo devi risolvere solo tu, posso dire:

Hai detto che oggi studierai per il compito di domani di matematica che ci sarà domani, ma come la metti se ti interroga oggi?

Si usa ugualmente anche “come la mettete“, e più raramente “come la mette” e “come la mettono” mentre non ci sono altre forme usate.

Se ci pensate la situazione è simile all’uso di “si mette male” (o bene) perché si parla ancora di una situazione di cambiamento improvvisa. Stavolta però siamo sempre nel caso di un problema da risolvere.

Esiste anche l’espressione “come la metti, la metti“, molto colloquiale anche questa, che si usa quando si parla di diversi punti di vista, diversi modi di vedere una situazione o diversi scenari evolutivi di una situazione che però sembra non portino alla soluzione di un problema. Equivale a “comunque la metti”, “qualunque sia il punto di vista”, “in ogni caso”,

Es: è vero che la situazione sta migliorando se parliamo di parità tra uomo e donna, ma in Italia, in ogni caso, ci sono ancora molte differenze: come la metti la metti, gli uomini hanno ancora un vantaggio ingiustificato.

E’ bene usare questa espressione “come la metti la metti” soprattutto quando si è alla ricerca di una eccezione o una scappatoia, che però non riusciamo a trovare, perché qualunque sia la questione che affrontiamo, qualunque sia il punto di vista, la soluzione è sempre la stessa.

Nel caso della parità di genere (tra uomo e donna), da ogni punto la si guardi, qualunque sia la questione analizzata: lavoro, sport, stipendio, diritti, opinioni, ostacoli eccetera la donna è sempre svantaggiata.

Adesso ripassiamo:

Irina: Ehi… Tenetevi forte, Marco finalmente ha preso il toro per le corna, e ha mollato la sua fidanzata. Dice che l’ha rimproverato a tal punto da non poter reggere più.
Ulrike: E ti pareva! Immaginavo che questa relazione prima o poi prendesse una brutta piega, ma non mi avete mai dato retta. Mi sa che covavano da illo tempore problemi tra di loro.
Lejla: ma pensa un po’! Sul serio? Non ci posso credere. Sembravano essere felici, se la sono spassata sempre insieme, parevano un binomio inscindibile.
Irina: macché rottura ! È stato una mera burla, non risponde al vero! Non è che avete davvero preso per buona questa storia? Oramai dovrete capacitarvi che occorre prendere con le molle ciò che racconta. Ma ci cascate sempre.
Ulrike: avrei messo la mano sul fuoco che fosse vero, perché secondo me questi due non sono portati l’uno per l’altro!
Lejla: io direi che su queste cose non si debba scherzare mai. Perché, come dice un proverbio, chi semina vento accoglie tempesta.