Le specialità italiane: melanzane alla parmigiana

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Giovanni: Buongiorno ragazzi oggi vediamo un piatto classico della cucina italiana: la parmigiana di melanzane. Dal nome si capisce subito che gli ingredienti fondamentali sono due: il parmigiano e le melanzane. Spessissimo gli italiani la chiamano semplicemente la parmigiana, ma lascio la parola a Giuseppina, che vi spiega la ricetta da par suo, noi ci sentiamo dopo. Vai mamma!

Giuseppina:

Parmigiana di melanzane.

Che domenica piovosa! Oggi si presenta una giornata di quelle noiosissime e io cosa posso fare, per passare la giornata senza restare tutto il giorno davanti alla TV?

Cucino, e preparo un piatto confort food, di quelli che ci coccola e ci scalda il cuore, gratifica, rassicura e fa passare anche eventuali momenti di tristezza.

Da buona italiana il mio piatto di conforto, quello per i giorni in cui serve tirarsi su, è la parmigiana di melanzane, il piatto della famiglia in festa.

Un grande classico della cucina italiana, ricco, fatto con melanzane, farina, uova, sugo di pomodoro, mozzarella e parmigiano.

Se decidiamo di concederci una parmigiana, dobbiamo farla buona, perché questo non è un piatto dietetico, inutile pensare di fare light un piatto come la parmigiana, la facciamo una volta ogni tanto e quella volta ce la gustiamo così, ricca e gustosa.

Se poi volete sentirvi meno in colpa, gustatela come piatto unico. E’ un piatto generoso, di quelli che dopo aver riposato, il giorno dopo è ancora più buono.

Allora dai, facciamo insieme questo piatto tradizionale, semplice e perfetto, che rappresenta uno dei piatti meglio riusciti della tradizione mediterranea e ha il grosso vantaggio di poter essere preparato in anticipo per poi essere cotto al forno, prima di servirlo caldo e filante.

Le regioni che si contendono l’origine delle melanzane alla parmigiana sono la Sicilia, la Campania e la città di Parma.

Non spetta certamente a me decidere chi ha ragione, ma solo cercare di prepararla al meglio per poterla gustare sulle nostre tavole. Io la preparo così:

Prendiamo le melanzane, quelle lunghe e strette, 1 chilogrammo.
Le laviamo bene, togliamo la parte superiore e le facciamo a fette dello spessore di mezzo cm. che faremo fritte dorate. Procediamo così:
Passiamo nella farina le fette di melanzane;

Sbattiamo due uova con un pizzichino di sale e ci bagniamo le fette di melanzane infarinate. Le rigiriamo una per volta in modo che l’uovo le ricopra bene e le lasciamo li.

Mettiamo sul fuoco una padella con abbondante olio per friggere, – io per friggere preferisco l’olio di girasole – e mettendo 3,4 fette per volta le facciamo dorare tutte.

Mano a mano che le togliamo dalla padella le mettiamo in un piatto sopra della carta assorbente che toglierà l’olio in eccesso.

Ora facciamo un bel sugo di pomodoro, ma non solo con quello.

Metteremo in un tegame olio extra vergine di oliva, sedano, carota e cipolla, e 300 grammi di carne bovina macinata, facciamo scaldare e aggiungiamo una bottiglia di polpa di pomodoro o di passata, come preferite, l’importante è che sia di buona qualità, sale e pepe e facciamo cuocere circa mezz’ora.

Qualcuno arriccia il naso di fronte al sugo di carne sulla parmigiana, io vi assicuro che ci sta proprio bene, però se volete farla solo vegetariana, come la vuole Gianni, preparate la salsa di pomodoro solo con il trito di sedano, carota e cipolla e basilico.

Facciamo a fettine una bella mozzarella grande, di circa 300 grammi.

Ora, in una teglia, versiamo sul fondo un poco di sugo, poi facciamo uno strato di melanzane, aggiungiamo la mozzarella, il parmigiano e copriamo con il sugo.

Continuiamo sempre così fino a che avremo finito tutte le melanzane.

Mettiamo in forno a 200 gradi per 30 minuti con il calore impostato sia sotto che sopra in modo che venga una bella crosticina dorata.

Ed eccola qua, pronta, profumata e molto invitante. Basta lei sola a rendere importante un pranzo. Buon appetito!

Un consiglio: fatela riposare qualche minuto prima di tagliarla e servirla, troppo bollente ed appena sfornata non da il meglio.

Giovanni: bene, ora che non vedete l’ora di assaggiarla, considerato che dovete aspettare un po’ per farla raffreddare, usiamo questo poco tempo per imparare qualcosa.

Mia madre ha parlato di conforto: un piatto di conforto, che serve a confortare le persone, cioè a tirarle su, a farle risollevare il morale, a rassicurarle. A consolare, ad alleviare una sofferenza. Quando piove confortatevi con una bella parmigiana, concedetevi una bella parmigiana come ha fatto mia madre. Cedete alla tentazione e concedete una gratificazione al vostro palato. Attenzione perché il verbo concedersi, quindi nella forma riflessiva (concedersi a qualcuno) significa concedere se stesso, nel senso sessuale, vale a dire abbandonarsi tra le braccia di qualcuno. Meglio concedersi la parmigiana!

Il verbo contendersi, utilizzato da mia madre, significa lottare per aggiudicarsi qualcosa. In questo caso la Sicilia, la Campania e la città di Parma si contendono l’origine della parmigiana, come ci si può contendere una coppa, un premio o una conquista amorosa. Se la parmigiana è troppo poca e gli ospiti sono tanti, allora vi contenderete anche voi la parmigiana.

La parmigiana, tra i suoi ingredienti ha due tipi di formaggi, il parmigiano e la mozzarella. Ed è quest’ultima a rendere filante la parmigiana.

Filante è tutto ciò che fila. Ed è la stessa mozzarella a filare.

Un verbo particolare “filare“. Ha molti significati, ma nel caso della mozzarella, filare significa produrre dei fili, cioè assumere un aspetto filiforme, formare dei filamenti. La mozzarella, quando è riscaldata, diventa filante, cioè fila, diventa molto più morbida e non si spezza, ma forma dei filamenti. Questo accade quando mordete un pizza con della mozzarella o provate a spezzare con la forchetta la parmigiana. Avrete bisogno di allungare il braccio per spezzare la mozzarella filante (un gesto non molto elegante).

La mozzarella difficilmente si spezza ma rimane sempre un filamento attaccato che si allunga, si allunga, si allunga…

Meglio poi la polpa di pomodoro o la passata di pomodoro 🍅?

Qual è la differenza innanzitutto?

La polpa è ricavata direttamente da pomodori che sono stati precedentemente tagliati a pezzi e privati dei semi. La polpa è usata prevalentemente per cotture lunghe o a elevate temperature ed è particolarmente indicata per fare il ragù.

La passata invece è più liquida perché i pomodori li trovate già tritati ed inseriti nella loro acqua. Non è pomodoro in pezzi quindi ma pomodori tritato. Inoltre la passata a differenza della polpa viene precedentemente cotta durante la produzione quindi necessita di una cottura più breve, anche perché perderebbe parte delle sue proprietà.

Vediamo adesso arricciare il naso.

Questa è un’espressione del viso oltre che un’espressione idiomatica. Simile a storcere il naso, Quando ascoltiamo qualcosa con cui non siamo d’accordo facciamo una smorfia tipica, arricciamo il naso, storciamo il naso. Un’espressione del viso particolare che mostra la nostra disapprovazione verso qualcosa, come se assaggiassimo un cibo che non ci convince. Arricciare e storcere significano piegare, avvolgere, cambiandone la forma.

Potete usare l’espressione arricciare il naso in un contesto informale ogni volta che c’è qualcuno che disapprova qualcosa. Non è una forte disapprovazione, altrimenti useremmo altre espressioni tipo provare ribrezzo verso qualcosa o schifare qualcosa o rabbrividire per qualcosa.

Se viene servito un caffè non eccezionale un italiano sicuramente storce o arriccia il naso. Se sento dire che in alcuni paesi la parmigiana viene preparata senza melanzane, qualcuno potrebbe incuriosirsi, altri arriccierebbero il naso per questo.

Vediamo adesso la differenza tra una padella ed un tegame.

Avete ascoltato che si usa la padella per friggere le melanzane con olio. In effetti la padella si usa prevalentemente per friggere verdure e per fare le frittate, cioè uova fritte. La padella è poco profonda ed ha un solo manico. Solo una mano è necessaria per usare una padella.

Il tegame invece è un utensile di metallo (come anche la padella) ma è più profondo, ed ha due manici. Il tegame è più adatto per preparazioni più lunghe perché può contenere una quantità maggiore di verdure, carne eccetera.

Quindi un hamburger si cucina in padella, mentre per il ragù si usa un tegame. Sia la padella che il tegame comunque vanno sul fuoco, cioè si usano solo sui fornelli. In un forno potete mettere invece una teglia (o pirofila), generalmente rettangolare, alta circa 7-10 centimetri, di metallo o rame ed ha anche questa due manici. È nella teglia che cuoce la parmigiana al forno.

Adesso potete andare a farvi confortare dalla vostra parmigiana. Se ne avete fatta abbastanza potete evitare di contendervela.

Un saluto da Giovanni.

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Le specialità italiane: le salsicce. A cura di Giuseppina

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Giovanni: buongiorno amici di italiano Semplicemente. Inizia oggi una nuova rubrica, disponibile per tutti i visitatori di Italiano Semplicemente.

La rubrica è curata interamente da mia madre, Giuseppina, che vi parlerà delle specialità culinarie italiane. Tra le nostre specialità, mia madre ha deciso di iniziare dalle salcicce (o salsicce, più corretto). Parliamo di carne dunque. A te la parola mamma:

Giuseppina: Le nostre specialità. Un pochino per volta voglio farvi conoscere le nostre specialità alimentari, prodotti diversi in ogni regione e stagione che fanno parte della nostra cultura. Fa freddo, dunque iniziamo con le salsicce?

Nelle nostre campagne si allevano ancora maiali per uso famigliare e non appena viene l’inverno, purtroppo per loro, vengono abbattuti e le loro carni, trasformate in prodotti meravigliosi. Uno di questi, sono le salsicce.

salsicce.jpg

Un bel camino acceso, una griglia e non serve altro, pochi minuti e una pietanza
ottima è pronta.
Per le persone che non amano mangiare per ragioni religiose questo cibo, prometto che rimedierò con la specialità di domani.

fuoco_salsicce.jpg

Giovanni: bene, grazie della veloce spiegazione.

Giuseppina ci ha parlato delle salcicce, un prodotto ottenuto dalla carne del maiale.

La parola salsicce è il plurale di salsiccia. Molti preferiscono scrivere salsiccie, con la i, ma si tratta di un errore. A voce non ve ne accorgete però. Infatti le parole che terminano con CIA a volte è problematico scriverle al plurale. La soluzione sta nel guardare cosa c’è immediatamente prima di CIA. C’è una vocale? allora la seconda “i” di salsiccia rimane anche nel plurale, se invece c’è una consonante quella “i” se ne va:

Salsiccia – Salsicce

Robaccia – robacce

Pancia – pance

Invece

camicia – camicie (con la i)

fiducia – fiducie

Socia – socie

Molto breve come episodio dunque, ma saranno tutti così questi episodi della rubrica “le specialità italiane“: veloci e snelli, da ascoltare quando si ha tempo ma non quando si ha fame… potrebbe essere controproducente…:-) allora aspettiamo domani la prossima specialità italiana. Un saluto.

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