529 Che classe!

Che classe (audio)

Trascrizione

Giovanni:

Parlando di scuola succede spesso di sentire la domanda:

che classe fai?

La risposta può essere:

Faccio la prima

Faccio la seconda

Faccio la terza elementare

Faccio la seconda media

Eccetera.

Ci si riferisce all’anno scolastico che si sta frequentando in quel momento, sia che si tratti della scuola elementare, sia della scuola media che delle scuole superiori.

Invece la domanda può essere:

In/di che classe sei?

A che classe appartieni?

Risposte possibili:

In terza B.

In quarta C

Sono in prima A

Sono della seconda C

Eccetera. In questo caso la risposta è più precisa. Si parla delle cosiddette sezioni. In ogni scuola che ha parecchi studenti per ogni età, questi vengono suddivisi in più sezioni: A, B, C eccetera perché non entrerebbero tutti nella stessa classe.

Tra l’altro “la classe” è anche la stanza in cui avvengono le lezioni. Ogni classe contiene circa 25 studenti.

Al di fuori del contesto scolastico invece la “classe” può essere l’anno di nascita:

Io sono della classe 1971, e tu di quale classe sei?

Questo significa: io sono nato nel 1971, appartengo quindi alla classe 1971, e tu in quale anno sei nato? A quale classe appartieni?

In effetti il concetto di classe è abbastanza ampio. In generale si utilizza per “classificare“, cioè per indicare l’appartenenza ad un gruppo di persone.

Può anche indicare un insieme di persone dal punto di vista sociale o che esercitano la stessa professione e hanno magari in comune interessi da salvaguardare:

La classe borghese, la classe operaia, la classe medica, la classe politica.

Si usa anche nelle scienze naturali, nella statistica e altri contesti, sempre per classificare, raggruppare.

Oggi vorrei parlare però dell’esclamazione:

Che classe!

Un’esclamazione che non ha però nulla a che fare con la scuola e con l’anno di nascita.

Per capire cosa significa, devo prima spiegarvi il significato di fuoriclasse, tutto attaccato.

Un fuoriclasse è una persona molto dotata, eccezionalmente dotata, con delle qualità, delle doti al di fuori della media, quindi nettamente al di sopra della media.

Si usa specialmente nel linguaggio sportivo a proposito di atleti. Pelè, Maradona, Ronaldo, Messi sono solo alcuni dei fuoriclasse più famosi del calcio.

Allora adesso passiamo all’esclamazione “che classe” che è un commento che si fa per fare un complimento ad una persona, che si apprezza in modo particolare.

Vedendo giocare un fuoriclasse potremmo dire:

Che classe!

Guarda che classe!

È un atleta con una classe incredibile!

È come dire: che bravo! Che brava! Che qualità!

È come dire che questo atleta merita di essere classificato tra i migliori al mondo.

Ma non si usa solo nello sport.

La classe infatti è legata anche all’eleganza e alla raffinatezza, all’educazione e quindi emerge dal modo di vestirsi, dal comportamento ma anche dal modo di muoversi.

Una persona che ha gusto nel vestire, nell’arredamento, che ha buone maniere, sono elementi che una persona deve possedere per potersi definire una persona di classe o con classe.

La mia amica Maria è una persona di gran classe

Maria evidentemente è una persona da apprezzare per le sue qualità, per l’eleganza e i modi.

Al contrario, una persona rozza, maleducata, sgarbata o anche che si comporta in modo scorretto o disonesto è la cosa più lontana che ci possa essere dalla persona “di classe”.

L’esclamazione “che classe” si usa però anche in modo ironico, proprio per commentare qualcosa che ci ha colpito e che è molto lontano dalla qualità e all’eleganza e dalla raffinatezza.

Se mi capita di essere in un luogo pubblico e una persona inizia a chiamare ad alta voce un suo amico, senza badare al fatto che siano presenti altre persone:

Franco!! Franco!!

Potremmo tranquillamente commentare dicendo:

Che classe!!

Mai vista tanta classe!

Questa sì che è classe!

Questa è una persona con una certa classe!

La stessa cosa potremmo dire o pensare se ascoltiamo o vediamo qualcosa di molto maleducato o rozzo da una persona, qualcosa che non ti aspetti e che ci colpisce.

Siamo in un ristorante e vediamo una persona che si gratta il sedere, o che appoggia i piedi sul tavolo o che fa rumore mentre mangia e cose di questo tipo.

Che classe, vero?

Hartmut: Senti, ne hai ancora per molto ché andiamo di fretta? Se vuoi che ti dia un passaggio datti una mossa. Sennò, mi sa che non facciamo più in tempo per il teatro.

Sofie: dai Hartmut non mi incalzare. Si dà il caso che ci si metta mezz‘ora per arrivarci. Quindi abbiamo ancora un‘ora di tempo.

Hartmut: non vorrei che facessimo tardi, anzi, è meglio arrivare anzitempo. Checché tu ne dica, ora mi tocca andarmene. Tanto per essere sul sicuro.

Sofie: vabbè, vedo che sei restio alle opinioni altrui, quindi insistere lascia il tempo che trova. Visto che continui a puntare i piedi, me ne farò una ragione. Allora parti pure. Io ti raggiungo tra 10 minuti.

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